venerdì 28 luglio 2017

Investire in azioni, società che hanno redditi in doppia cifra

Siamo entrati in una nuova stagione degli utili, questo è uno dei periodi migliori per capire come le aziende hanno chiuso il passato e si prospettano verso il futuro, fornendo stime per il 2018. All’inizio di ogni nuovo trimestre, c’è un gruppo di aziende che annunciano i loro pagamenti successivi al dividendo ben prima dei risultati degli utili. Abbiamo approfittato quindi del periodo per scovare quelle società che hanno presentato una crescita forte in passato e stanno continuando a sovraperformare i loro utili.

Il risultato ha mostrato che sono società che forniscono infrastrutture e servizi nel settore dell’energia. Il mercato spesso collega queste aziende e i loro prezzi, al costo delle materie prime, solitamente il valore del WTI. Tuttavia, molte dispongono di modelli di business a tariffa che forniscono servizi essenziali per il trasporto, l’immagazzinamento e sono terminali, produttori, processori, rivenditori e utenti finali.

La stagione degli utili è cominciata da poco ma possiamo notare già alcuni forti numeri di crescita. Di seguito vorremmo segnalarvi società con distribuzioni valutate a a basso rischio di cui gli investitori potrebbero aspettarsi una continuazione di crescita del dividendo e degli utili.

Magellan Midstream Partners (BUD)
Magellan Midstream è una MLP costituita nel 2000. La società è impegnata principalmente nel trasporto, stoccaggio e distribuzione di prodotti petroliferi raffinati. Possiede un sistema di condotti petroliferi, terminali e sistemi di tubazioni di ammoniaca. I segmenti della società offrono prodotti e servizi gestiti separatamente, perché ognuna richiede diverse strategie di marketing e conoscenza aziendale. I prodotti petroliferi comprendono circa 9.600 miglia di gasdotti e 49 terminali che forniscono trasporto, stoccaggio e distribuzione, coprendo un’area di 13 stati che si estendono dal Texas attraverso il Midwest fino al Colorado ,North Dakota , Minnesota , Wisconsin e Illinois. I prodotti trasportati sul suo sistema di gasdotti sono soprattutto benzina , distillati , GPL e carburanti per l’aviazione.

I punti di forza della società si possono vedere in più aree, la sua crescita dei ricavi, l’espansione dei margini di profitto, il buon flusso di cassa e la crescita degli utili per. Nonostante le sue entrate crescenti, la società ha registrato un basso rendimento rispetto alla media del settore del 31,9%. Il margine di profitto lordo è piuttosto elevato; Attualmente è al 52.58%. Indipendentemente dal forte margine di profitto il prezzo è diminuito rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nonostante i risultati misti del margine di profitto lordo, il margine di profitto netto è stato del +34,69% ha significativamente superato quello del settore.

Prevediamo un miglioramento degli utili a $ 3.89 rispetto i $ 3.51 precedenti. L’azienda, sulla base della crescita del reddito netto dello stesso trimestre di un anno fa, ha sottoperformato rispetto lo S&P500 ed è notevolmente inferiore rispetto al settore. L’utile netto è aumentato del +7,6% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, passando da $ 207,07 milioni a $ 222,74 milioni.

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Las Vegas Sands (LVS)
Las Vegas Sands Corp è una società del Nevada fondata nell’agosto 2004. Si tratta di una società che dispone di alloggi di alta qualità, intrattenimento commerciali, strutture per convegni ed esposizioni, ristoranti famosi e altri servizi e possiede e gestisce resort in Asia e negli Stati Uniti. Le attività operative e di sviluppo della società avvengono in tre aree geografiche: Macao, Singapore e Stati Uniti. A Macao, i settori operativi sono: The Venetian Macao; Sands Cotai Central; Four Seasons Macao; Sands Macao; e altri in Asia. A Singapore, il settore operativo della società è Marina Bay Sands. Negli Stati Uniti, i settori operativi della società sono: The Venetian di Las Vegas, che comprende il Sands Expo Center; The Palace; e Sands Bethlehem.

La crescita dei ricavi è stata superiore a quella dell’industria dello 0,1% rispetto lo stesso trimestre dell’anno scorso,
i ricavi sono aumentati del +14,3%. Alimentato dalla sua forte crescita degli utili del +50,00% e da altri importanti fattori di guida, questa azione è aumentata del +32,36% nell’ultimo anno, superando l’andamento dell’indice S&P500 nello stesso periodo. Per quanto riguarda il futuro, sebbene quasi tutti i titoli possano cadere in un declino di mercato, LVS dovrebbe continuare a muoversi verso l’alto nonostante il fatto che abbia già goduto di un guadagno interessante nell’ultimo anno. Il rendimento del patrimonio netto è leggermente migliorato rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente.

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Valero Energy Partners (VLP)
Valero Energy Corporation è un produttore internazionale di carburanti per trasporto, altri prodotti petrolchimici e fornitura energetica. Ha sede a San Antonio, Texas, Stati Uniti. L’azienda possiede e gestisce 16 raffinerie in tutto gli Stati Uniti, Canada, Regno Unito e Caraibi con una capacità combinata di produzione di circa 3 milioni di barili (480.000 m3) al giorno, 11 impianti di etanolo con una capacità di produzione combinata di 1,2 miliardi di galloni (4.500.000 m3) all’anno e un parco eolico da 50 megawatt. Valero è stato uno dei maggiori operatori al dettaglio negli Stati Uniti con circa 6.800 punti di vendita al dettaglio e marchi negli Stati Uniti, Canada, Regno Unito e nei Caraibi sotto Valero, Diamond Shamrock, Shamrock, Ultramar , Beacon e Texaco.

La società ha avuto alcuni problemi sulla gestione del debito elevato, sembra comunque che il management sia riuscito a gestirlo al meglio. La crescita del fatturato ha superato la media del settore del +31,9% rispetto lo stesso trimestre di un anno fa, i ricavi sono aumentati del +34,3%. La crescita del fatturato della società sembra aver contribuito a stimolare gli utili per azione. Ha migliorato l’utile per azione del +18,0% nel trimestre più recente rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. La società ha dimostrato un modello di utili positivi negli ultimi due anni.

Riteniamo che questa tendenza dovrebbe continuare. Nell’ultimo esercizio fiscale, ha aumentato le sue stime dell’EPS a $ 2,73 contro $ 2,11 dell’anno precedente. Questo’anno, il mercato prevede un miglioramento degli utili $ 3.01 contro $ 2.73. L’attuale rendimento del capitale sociale è aumentato notevolmente rispetto al ROE dello stesso trimestre dell’anno scorso. Questo è un segnale di forza significativa all’interno della società.

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mercoledì 26 luglio 2017

Datalogic innovazione tecnologica da 700% di ritorno in 7 anni

Il Gruppo Datalogic (DAL.MI) è uno dei principali produttori di lettori di codici a barre, mobile computer, sensori, sistemi di visione e marcatura laser e leader mondiale nel settore dell’identificazione automatica, dell’acquisizione automatica dei dati e dell’automazione industriale. I suoi prodotti vengono utilizzati nel settore manifatturiero, nella logistica e nei trasporti, oltre che nel comparto della grande distribuzione. Fondata a Bologna nel 1972 dall’Ingegner Romano Volta che ne è tuttora il principale azionista, ha il suo quartier generale a Lippo di Calderara di Reno, in Provincia di Bologna.

Datalogic vanta 45 anni di storia, durante i quali ha conseguito risultati sorprendenti quali: 1.200 brevetti in diverse giurisdizioni, centri di ricerca e sviluppo (in Italia, Stati Uniti, Cina e Giappone), migliaia di partner prestigiosi e clienti distribuiti nei cinque continenti.

Espansione Commerciale

In principio la produzione è rivolta ad apparecchi elettronici, ma nel giro di breve avviene la svolta verso la progettazione e produzione di controlli fotoelettrici per l’industria del tessile, delle ceramiche e dell’imballaggio. Durante gli anni 70 la società espande la sua rete commerciale nei principali paesi europei, nonché in Giappone e sopratutto negli Stati Uniti. L’espansione prosegue nel decennio successivo con presenze di stabilimenti, filiali e distributori nei cinque continenti di Europa, America, Oceania, Asia ed Africa.

Oggi, Datalogic è leader mondiale nel settore dell’acquisizione automatica dei dati e dei mercati di automazione industriale. L’azienda dispone di 12 centri di ricerca e sviluppo in tutto il mondo, impiega circa 2.700 collaboratori in tutto il mondo distribuiti in 30 paesi in Europa, Asia Pacifico, e negli Stati Uniti.

Ricerca e Sviluppo

Nei primi anni 80 viene dato un forte impulso alla ricerca nel campo della lettura ottica del codice a barre. Vengono realizzate importanti applicazioni industriali in Europa con gli esclusivi scanner a raggio laser per le quali Datalogic diventa un leader tecnologico di riferimento. E’ la svolta aziendale. 4 anni dopo, nell’aeroporto di Linate, la prima applicazione di lettore di codice a barre.

Alla fine degli anni 90 Datalogic realizza la prima applicazione RFID al mondo in un ufficio postale.

Acquisizioni Strategiche

Tra la fine degli anni 80 e l’inizio degli anni 90 Datalogic effettua una serie di acquisizioni strategiche, tra cui, la Escort Memory Systems in California, attiva nel mercato delle etichette elettroniche e RFID e
la società IDWare Mobile Computing & Communications, il maggiore produttore europeo di terminali portatili. Nel 2004 completata l’acquisizione di Laservall, azienda attiva nel settore della marcatura laser e l’anno dopo acquisisce Informatics, azienda americana che opera nel settore della vendita on line di prodotti per l’Identificazione Automatica. Fondamentale nello sviluppo di Datalogic l’acquisizione della americana PSC, con sede a Eugene, Oregon. Datalogic diventa così la terza società al mondo nel mercato dei lettori di codici a barre, raddoppiando il fatturato. L’acquisizione di PSC permette a Datalogic di affermare di essere un vero pioniere nella lettura del codice a barre.
Le acquisizioni proseguono per tutto il 2000 permettendo cosi a Datalogic di affermarsi come leader in diversi segmenti del suo settore.

Solidi Bilanci

Datalogic ha concluso l’esercizio 2016 con un giro d’affari di € 576,48 milioni, in aumento del 7,7% rispetto ai € 535,07 milioni ottenuti nell’esercizio precedente. Il margine operativo lordo è cresciuto del 22,5%, passando da 73,75 milioni a 90,37 milioni di euro, di conseguenza, la marginalità è migliorata dal 13,8% al 15,7%. Datalogic ha terminato lo scorso anno con un utile netto di € 45,85 milioni, il 13,1% in più rispetto ai € 40,55 milioni del 2015, nonostante un maggior carico fiscale registrato nel 2016 a seguito di recenti cambiamenti nella normativa di riferimento.

I ricavi preliminari delle vendite del primo trimestre 2017 si attestano a € 141,5 milioni con una crescita del 4,6% rispetto al primo trimestre 2016. Il booking nel corso del trimestre è stato pari a € 161 milioni, in aumento del 14,8% rispetto al primo trimestre 2016, a conferma delle aspettative di crescita anche per i mesi successivi.

Previsioni

Il management di Datalogic prevede per il 2017 di proseguire nella crescita dei ricavi ad un tasso superiore rispetto a quello dei mercati di riferimento, con un focus particolare in Nord America e APAC, mentre in EMEA i vertici ritengono di poter ulteriormente consolidare la propria posizione.

Evoluzione in Borsa

Datalogic S.p.A. è quotata all’índice FTSE Italia STAR della Borsa Italiana dal 2001 e negli ultimi 7 anni il titolo ha ottenuto un performance del 700%.

venerdì 21 luglio 2017

Settore tecnologico, ci sono azioni pronte per crescere oltre il limite

Molto spesso le azioni del settore tecnologico sono considerate per trader giovani che hanno tempo per resistere alle tempeste inevitabili che portano. Abbiamo eseguito un’analisi del settore in base anche alle trimestrali che stanno uscendo in questo periodo e Microsoft (MSFT) mi ha colpito particolarmente, ancora una volta fa un surprise e sembra non fermarsi più, segno di un management intelligente. Non tutti i titoli tech però sono pronti per la prossima evoluzione. A volte ci sono azioni tecnologie che rimangono stabili, affidabili e addirittura investimenti redditizi in un portafoglio diversificato.

Ci sarebbero decine di azione che potrebbero continuare a crescere nel prossimo futuro, passando attraverso storni o pesanti prese di posizioni, ma alla fine sul medio/lungo periodo pagano sempre l’azionista. Con dividendi o plusvalenze. L’unico neo in questa situazione è il cambio valuta, ma non escludo di scrivere nei prossimi giorni un articolo dedicato sempre al settore tecnologico in Europa. Per ora vi invito a leggere questa analisi su tre società molto interessanti nel panorama internazionale che anche se sono ai massimi, hanno spazio di crescita enorme.

Microsoft Corporation (MSFT)
Microsoft è impegnata nello sviluppo di un serie di prodotti software e di servizi. La società progetta e vende hardware e offre pubblicità online per i clienti. Opera in cinque segmenti: WWindows & Windows Live Division (Windows Division), Server and Tools, Online Services Division (OSD), Microsoft Business Division (MBD), and Entertainment and Devices Division (EDD).

I prodotti della società comprendono sistemi operativi per personal computer (PC), server, telefoni e altri dispositivi, applicazioni server per ambienti di elaborazione, applicazioni per la produttività, applicazioni e soluzioni di business, strumenti di gestione dei desktop e server, strumenti di sviluppo software, videogiochi, e pubblicità online. Inoltre progetta e vende hardware, tra cui la console di intrattenimento Xbox 360 e relativi accessori, ha acquisito Linkdedin qualche mese fa.

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Microsoft ha riportato i risultati del quarto trimestre con EPS ed entrate battute e una performance del cloud che giustifica una reale attenzione sul prodotto Azure. Il fatturato del Cloud è stato di 7,4 miliardi di dollari, in crescita dell’11%, con un aumento del 97% del fatturato, grazie ad Azure, aumentando del 15% i prodotti lato server e i servizi cloud.

Le entrate di Productivity and Business Processes sono aumentati del 21% su base annua di 8.4 miliardi con una crescita del 13% delle vendite di Office e dell’1.1 miliardi da parte di LinkedIn. Il fatturato dei Personal Computing è sceso del 2% a 8,8 miliardi di dollari a causa delle vendite di Windows Phone in calo e di un calo del 2% delle entrate di Surface con l’uscita dei nuovi prodotti.

Alphabet Inc (GOOGL)
Google Inc. è un’azienda tecnologica globale focalizzata sul miglioramento delle modalità con cui le persone ricercano le informazioni. L’azienda genera ricavi principalmente fornendo pubblicità online. Al 31 dicembre 2016, le attività della società erano concentrate su aree, come la ricerca, pubblicità, sistemi operativi e piattaforme per imprese, cloud e software per smartphone. Le aziende utilizzano il suo programma AdWords per promuovere i loro prodotti e servizi con pubblicità mirata. Inoltre, i privati utilizzano il programma AdSense per fornire annunci pertinenti che generano entrate.

La crescita dei ricavi della società hanno superato la media del settore del 21,1% rispetto lo stesso trimestre dell’anno scorso. I ricavi sono aumentati del 22,2%. La crescita del reddito della società sembra aver contribuito ad aumentare il fatturato e l’utile per azione. Anche se il rapporto debito/equity è di 0,03 (molto basso), è attualmente superiore a quello della media di settore, comunque non preoccupante. Insieme a questo, l’azienda mantiene un quick/ratio di 6,91, il che dimostra chiaramente la capacità di coprire esigenze di liquidità a breve termine.

Alimentato dalla sua forte crescita del fatturato del 28,40% e da altri importanti fattori di guida, questa azione è aumentata del 31,77% nell’ultimo anno, superando l’aumento dell’indice S&P500 nello stesso periodo. Per quanto riguarda il
futuro delle azioni, sebbene quasi tutti i titoli possano cadere in un declino, la società dovrebbe continuare a salire nonostante il fatto che abbia già goduto di un vantaggio molto buono nell’ultimo anno. Ha migliorato l’utile per azione del 28,4% nel trimestre più recente rispetto allo stesso di un anno fa. Ha dimostrato un modello di crescita positiva per azione negli ultimi due anni. Riteniamo che questa tendenza dovrebbe continuare.

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Micron Technology (MU)
Micron Technology è un’azienda elettronica statunitense con sede a Boise in Idaho specializzata nella produzione di vari tipi di semiconduttori come memorie RAM (DRAM, SDRAM, etc..) ed EEPROM (memorie flash), dischi a stato solido, chip con tecnologia CMOS. I suoi prodotti sono commercializzati con i marchi Crucial e Lexar. Al 2016, Micron Technology è tra i primi 10 venditori di semiconduttori al mondo. In Italia, Micron Technology possiede uno stabilimento ad Avezzano (provincia dell’Aquila) che impiega, al 2015, circa 1.800 addetti. Nel febbraio 2010 Micron ha acquistato Numonyx, azienda nata da spinoff di Intel ed STM.

Micron Technology ha riportato i risultati dell’ultimo trimestre il 29 Giugno 2017 con EPS e ricavi sopra la media. La crescita dei ricavi è dovuta principalmente all’aumento del 14% dei prezzi di vendita delle DRAM e al 17% degli aumenti dei volumi di vendita di NAND. Il margine lordo non GAAP è stato del 48% a causa dei minori costi di produzione di NAND e DRAM e dei prezzi di vendita più bassi. Il CapEx è stato di 1.27 miliardi e Micron ha chiuso il trimestre con 4.93 dollari in contanti e investimenti a breve termine. Il flusso di cassa da operazioni è più che raddoppiato su base annua a 4.9 miliardi.

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Disclosure
Due titoli dei tre analizzati sono stati segnalati ai nostri clienti.
Domino Myportfolio

mercoledì 19 luglio 2017

Petrolio, i motivi per cui crediamo un rally sopra i 55$ entro fine anno

I prezzi del petrolio greggio saliranno mediamente tra i 53 dollari al barile nel 2017 fino a 56 dollari al barile nel 2018. L’amministrazione statunitense per l’energia ha reso noto un report che mostra queste previsioni. La volatilità non sarà così male come nel 2016. I trader di commodities hanno alzato anche il livello di prezzo nei loro contratti futures. Secondo loro il prezzo potrebbe dunque spingersi da un minimo di 39 ad un massimo di 64 dollari al barile entro settembre 2017. Questo è un intervallo inferiore rispetto alla previsione del mese scorso.

Noi pensiamo che ci sia una grande probabilità che che il WTI torni sopra i 50 $. La previsione viene dopo che una serie di dati analizzati ha mostrato una certa speranza toro sul petrolio, scacciati dal mercato nel mese di giugno. Anche se ogni punto non è del tutto significativo, considerato che ci sono ancora punti chiave importante da risolvere.

I prezzi del petrolio hanno una oscillazione stagionale prevedibile. Si alzano in primavera, poiché i trader anticipano un’elevata domanda per le vacanze estive. Una volta che la domanda ha raggiunto il picco, i prezzi diminuiscono in autunno e in inverno. Allora perché i prezzi del petrolio sono così volatili? Ci sono vari motivi.

In primo luogo la produzione statunitense di petrolio di scisto e combustibili alternativi è aumentata. La produzione totale statunitense è salita a 9,4 milioni di barili al giorno nel 2015, il più alto da 9,6 milioni di barili nel 1970. Ad esempio, la settimana scorsa, nel rapporto mensile petrolifero dell’IEA, l’agenzia ha stimato che il tasso di conformità dell’OPEC è scivolato in basso causa l’aumento della produzione in Libia e Nigeria. L’aumento imprevisto della produzione probabilmente ritarderà il riequilibrio del mercato petrolifero, ha concluso l’IEA. L’IEA ha affermato che la domanda mondiale si espanderà quest’anno di 1,5 milioni di barili al giorno, ovvero un salto di 0,1 milioni di barili al giorno dalla stima dell’agenzia nel precedente mese.

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Un secondo motivo per cui i prezzi del petrolio stanno iniziando lentamente a salire è che il numero degli impianti americani, pur aumentando, si sta espandendo a un ritmo più lento. La settimana scorsa il conteggio dei pozzi è aumentato solo di 2, un numero piuttosto piccolo nel contesto dell’espansione di 14 mesi fa nella primavera del 2016. Nelle ultime tre settimane, il numero degli impianti petroliferi è aumentato solo di 7;

Nel precedente periodo di tre settimane il numero di impianti è salito di 25. I minori prezzi del petrolio stanno cominciando a spaventare le società di perforazione. Gli incrementi più piccoli stanno dando ai trader di petrolio la speranza che il boom di perforazione possa essere frenato, il che a sua volta contribuirebbe ad un mercato più ristretto.

Un terzo motivo è che gli Stati Uniti hanno pubblicato per due settimane consecutive un forte declino delle scorte. La IEA ha riportato inventari di 7,5 e 6,3 milioni di barili nelle rispettive due settimane, dopo diverse settimane di dati quasi piatti. E’ ancora presto per fare ipotesi, ma altre settimane di declino delle scorte fornirebbe di fatto l’idea di un lungo cammino verso un piano di prezzo superiore ai 48 dollari.

I prezzi del petrolio hanno raggiunto il loro record massimo di 145 dollari al barile nel 2008 e sono stati intorno ai 100 dollari al barile nel 2014. Allora l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico prevedeva che il prezzo del Brent avrebbe raggiunto il tetto dei 270 dollari entro il 2020. L’idea del petrolio a 200 dollari al barile sembra catastrofica per il modo di vivere americano. Ma la gente dell’Unione europea ha pagato l’equivalente di circa 250 dollari al barile per anni a causa delle tasse elevate. Ciò non ha impedito all’UE di essere il terzo consumatore di petrolio al mondo. Finché le persone hanno avuto il tempo di adattarsi, trovando nuovi modi per vivere con prezzi del petrolio più elevati.

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Inoltre il 2020 è solo a tre anni di distanza. Guardate come i prezzi volatili sono stati negli ultimi 10 anni. Nel marzo 2006, un barile di Brent Crude era venduto per circa 60$ ed è salito a 145$ nel 2008. Ha raggiunto il livello di circa 100$ nel 2014. E’ poi crollato a un livello più basso degli ultimi 13 anni a gennaio, quindi è raddoppiato ai livelli attuali. Se i produttori di petrolio scisto interrompono le trivellazioni e l’Iran non produce ciò che dice, i prezzi potrebbero tornare ai livelli storici di 70-100$ al barile. OPEC sta contando su di questo.

Un quarto motivo per cui c’è spazio per i prezzi più alti è il fatto che il mercato non sarà blindato da una maggiore produzione di Libia e Nigeria. Una delle ragioni per cui il prezzo del petrolio è diminuito nel corso dell’ultimo mese è stato ovviamente perchè la Libia è tornata. Ora è completamente scontata dal mercato. Inoltre i livelli di produzione più elevati dell’OPEC sono stati piuttosto banali.

Il sentiment più positivo sul mercato è visibile nelle recenti mosse fatte dagli investitori. I fondi hedge e altri gestori di denaro, dopo aver costruito un livello straordinario di posizioni short in giugno, hanno cominciato a liquidarle poche settimane fa. I dati più recenti mostrano che gli investitori hanno individuato un posizionamento più positivo in ciascuna delle due ultime settimane, un periodo che corrispondeva all’aumento dei prezzi del petrolio. I trader stanno cominciando a vedere con ottimismo alcuni sviluppi di mercato, anche se il tono generale è chiaramente ancora ribassista.

lunedì 17 luglio 2017

EURUSD, a breve saremo pronti per uno short

Venerdì negli Stati Uniti sono stati resi noti dei dati economici piuttosto deboli, che hanno svolto il ruolo maggiore nel successivo andamento della coppia EURUSD, anche perché ci si sta cominciando a chiedere se la Federal Reserve sarà in grado di innalzare i tassi d’interesse senza alcun tipo di slancio dell’economia, e questo naturalmente non favorisce il rafforzamento del dollaro statunitense. Detto questo, il mercato continuerà a mostrarsi volatile e le prossime due sessioni saranno vitali per questa coppia.

Innanzitutto dobbiamo dire che la tendenza dell’EURUSD è ancora rialzista. Su base puramente tecnica, le posizioni lunghe sono visibili finché il tasso di cambio rimane sopra l’area 1.1140-1.1120. Se l’euro superasse il cambio 1.1500, allora possiamo aspettarci che l’avanzamento si estenda verso 1.1590 e 1.1820. Tuttavia, riteniamo che uno scenario più probabile sia una falsa interruzione a 1.1500 seguita da una correzione o un consolidamento seguito da un moderato ritracciamento. Gli obiettivi sono 1.1300 – 1.1215.

La resistenza a 1.1500 è molto forte. È il limite superiore di un intervallo di trading degli ultimi 2 anni e mezzo. L’Euro ha ripetutamente fallito la rottura di questa resistenza. Inoltre, una divergenza ribassista Dell’RSI sembra essere formata su un grafico quotidiano, in realtà è molto vicino a rompersi al di sotto della propria linea di tendenza inclinata verso l’alto dal 20 giugno 2017.

Long term

Lloyds ha pubblicato una sua analisi per gli investitori. Nella relazione, la banca britannica scrive che calo del dollaro combinato con una performance di dati economici generalmente migliorati, ha supportato il cambio EURUSD. Più di recente le elezioni francesi hanno giocato un ruolo importante portando l’Euro fino agli attuali 1.14. Lloyds ritiene che qualsiasi ulteriore upside della coppia sarà probabilmente limitata dal fatto che ci può essere almeno un aumento dei tassi statunitensi prima della fine dell’anno.

La banca britannica ritiene inoltre che il lato negativo della coppia dovrebbe rimanere limitato se il recupero dell’Eurozona dovesse avere un tono più agguerrito o no dalla BCE mentre ci spostiamo verso la seconda metà dell’anno. Il risultato di questa prospettiva consiste nel fatto che Lloyds stima che l’euro finisca l’anno intorno al 1.12, in quanto, a suo avviso, l’euro sottovalutato inizierebbe la sua ripresa verso il suo fair value contro il dollaro.

Nel complesso, riteniamo che i rischi siano leggermente ribaltati a favore dell’apprezzamento dell’euro, soprattutto se i dati economici dell’area dell’euro continueranno a sorprendere come hanno fatto negli ultimi mesi. Prevediamo che EURUSD finisca l’anno intorno al 1.12. E’ probabile che un aumento sostenuto dell’inflazione “core” dell’area dell’euro fornisca segnali di ripresa economica e un rallentamento degli spread dei tassi di interesse spingendo l’euro verso gli 1.20.

Conclusioni

Ricordate il 2014, tutti parlavano di “PIGS”, la fine di Portogallo, Italia, Grecia e Spagna. Questi paesi sono tra i più indebitati nell’area dell’euro. Le loro banche sono tra le più sconvolgenti e la BCE ha ripetutamente trovato significative perdite di capitale – in particolare in Grecia. La situazione rimane tesa. Un modo per misurare lo stress della banca dell’area dell’euro è quello di esaminare la diffusione tra l’indice di rendimento finanziario PSI e l’indice dei servizi finanziari Prime Xetra.

 Un modo per misurare lo stress della banca dell'area dell'euro è quello di esaminare la diffusione tra l'indice di rendimento finanziario PSI e l'indice dei servizi finanziari Prime Xetra

Il risultato misura sostanzialmente la salute delle banche portoghesi rispetto alla salute di quelle tedesche. Come si può vedere dal grafico sopra, la diffusione è ancora molto bassa, questo indica che le banche in Germania sono in uno stato migliore rispetto alle loro omologhe portoghesi. Inoltre, notiamo la correlazione con lo spread EURUSD – ora c’è una chiara divergenza ribassista. Per inciso, una divergenza simile è stata presente alla metà del 2016 e alla fine ha portato al deprezzamento dell’euro.

Siamo sempre alla ricerca di opportunità per vendere l’euro quando si avvicina al livello 1.1500. La coppia EURUSD è una scelta ovvia, ma si potrebbe anche vendere l’euro contro altre valute – in particolare il dollaro australiano. Gli obiettivi sono 1.1300-1.1290, 1.1215-1.1200 e 1.1120 e 1.0900.

venerdì 14 luglio 2017

Materie prime, lo zucchero ha toccato il suo supporto

I futures dello zucchero, una materia prima fondamentale in tutto il mondo, sono scesi al minimo di 10,13 centesimo per libbra dall’Agosto 2015, ultimo minimo registrato. Il prezzo basso ha causato un rallentamento della macinazione e la domanda ha cominciato ad aumentare i prezzi. La mancanza di forniture ha causato un disavanzo dove la domanda era superiore all’offerta e il prezzo è più che raddoppiato nel corso degli ultimi 10 mesi. Entro giugno 2016 i futures sullo zucchero sono stati scambiato oltre 20,26 centesimi per libbra e ad ottobre, sono saliti ad un livello di 23,90 centesimi.

A prezzi superiori ai 20 centesimi, la produzione è aumentata e la domanda è scesa. L’aumento della produzione ha causato l’aumento delle scorte. Nell’ottobre del 2016, il prezzo dello zucchero è stato scambiato al più alto livello dal luglio 2012, un anno in cui le condizioni della siccità hanno colpito tutte le merci agricole. L’aumento della produzione in risposta all’aumento dei prezzi è diventato troppo per il mercato dello zucchero e il prezzo è andato rapidamente e decisamente verso i minimi.

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Quale sarà il fattore importante?

La raccolta della canna da zucchero brasiliana sarà un fattore importante e finora le previsioni sono contraddittorie. Secondo Datagro, per esempio, la produzione di zucchero del Centro-Sud nel 2017-18 dovrebbe salire da 36,1 a 36,5 milioni di tonnellate, da una stima di 34,1 milioni di questa stagione.

Si prevede che circa 600 milioni di tonnellate di canna da zucchero siano trattate nell’ultima stagione. Tuttavia, l’associazione del settore zucchero brasiliano, Unica, considera una diminuzione della raccolta della canna da zucchero più probabile, anche in buone condizioni meteorologiche, perché i produttori hanno investito troppo poco negli ultimi anni nel mantenimento e nell’aggiornamento delle loro piantagioni.

Si può prevedere che il mercato dello zucchero rimanga sufficientemente teso per giustificare i prezzi intorno ai 20 centesimi di sterline. Ci si aspetta un prezzo di 19 centesimi alla libbra per lo zucchero greggio al negli ultimi tre mesi del 2017.

Societe Generale mantiene invece una visione neutrale sullo zucchero per il breve periodo, nonostante il recente calo dei prezzi. La merce ha perso una parte del suo splendore dopo la rinnovata debolezza del real brasiliano e il mancato sviluppo climatico della Nina. Ricordiamo che, in assenza di nuove notizie meteo importanti, i prezzi dello zucchero dovrebbero continuare a muoversi in relazione alla competitività del produttore Brasile. Teniamo inalterate le nostre previsioni sul prezzo dello zucchero.

A prescindere da qualsiasi clima negativo, crediamo che il mercato dello zucchero porterà un surplus di 3,5 milioni di tonnellate nel 2017-18, contro un disavanzo di 2,6 milioni nel 2016-17. Tuttavia, il livello globale di scorte dovrebbero diminuire dal 19,6% nel 2016-17 al 18,9% nel 2017-18, simile al livello del 2010-11, quando i prezzi dello zucchero hanno toccato i 35,31 centesimi al chilo.

Fattori di domanda e offerta

I fattori di offerta e di domanda hanno portato il prezzo dello zucchero a più del doppio da agosto 2015 a ottobre 2016. Il rally di dieci mesi c’è stato grazie alla domanda maggiore. Il surplus si è trasformato in un deficit di mercato, il prezzo si è mosso costantemente verso l’alto. Tuttavia il prezzo più elevato ha portato i produttori ad aumentare la produzione e gli inventari hanno cominciato a fornire una domanda sempre più bassa a causa del prezzo più alto. Il disavanzo è diventato un surplus nel mercato dello zucchero e il raduno di quattordici mesi è diventato una correzione dei prezzi di dieci mesi.

Nelle recenti sessioni, sembra che lo zucchero abbia toccato il fondo e potremmo essere sul punto di un nuovo rally che ancora una volta farà sognare le prospettive della merce. L’impressionante rally dei prezzi dello zucchero sin dall’inizio dell’anno sembra aver raggiunto il suo massimale a 23,30 centesimi al chilo alla fine di settembre e da allora è diminuito lentamente ma costantemente. E’ stato scambiato a 21,0 centesimi per libbre il 4 novembre. Il prezzo è sceso del 6,5% rispetto allo stesso giorno del mese scorso, ma è superiore del 40,4% su base annua.

Il rallentamento del prezzo dello zucchero di quest’anno ha riflesso la produzione lenta nei produttori chiave, che dovrebbero causare un disavanzo nel mercato dello zucchero. La recente diminuzione, tuttavia, ha rivelato che gli analisti di mercato si concentrano ora su un possibile surplus nel 2018, il che ha spinto alcuni speculatori ad uscire dal mercato.

Conclusioni

Il prezzo dello zucchero è stato un esempio dell’economia pratica delle materie prime. Il mercato si era trasferito in una determinata condizione e il prezzo è sceso come un sasso. Tuttavia, con lo zucchero a meno di 15 centesimi per libbra, i produttori potrebbero ridurre l’output nei prossimi mesi. Inoltre, la domanda è probabile che potrebbe iniziare a far calare le scorte. Il prezzo si è sceso mentre la produzione è aumentata e gli inventari sono cresciuti, ma ora, quei depositi possono essere sul punto di dissolversi, il che potrebbe aumentare i prezzi nei prossimi mesi. La curva dei futures dello zucchero ci dice che la produzione e le scorte probabilmente diminuiranno dall’attuale livello di prezzo.

Il prezzo dello zucchero probabilmente si abbasserà ancora nei prossimi mesi. Abbiamo visto i primi segni di un fondo nel mercato dei futures, ma è ancora troppo presto per dire che il mercato orso è terminato. Ritengo che il lato negativo sia limitato, i fondamentali dell’offerta e della domanda potrebbero passare da un surplus al deficit, e le prospettive per il prezzo dello zucchero stanno migliorando rispetto a quelle che avevano dal rally che ha spedito il prezzo dei futures al di sopra del 100%.

Gli analisti prevedono che il prezzo medio dovrebbe arrivare intorno a 19,6 centesimi per libbra negli ultimi tre mesi del 2017.

giovedì 13 luglio 2017

Marr Spa, eccellenza della distribuzione da +420% in 8 anni

Nel 1972 prende il via a Rimini l’attività della Società, all’epoca sotto la denominazione sociale di M.A.R.R., Magazzini Alimentari Riuniti Riminesi di Ceccarelli – Sberlati & C. s.n.c., per la fornitura e distribuzione di prodotti alimentari a ristoranti ed alberghi della riviera romagnola. Nel 1979 entra nel capitale il Gruppo Cremonini. Qualche anno più tardi la società inizia il commercio di prodotti ittici.

Oggi MARR serve più di 40.000 clienti della ristorazione commerciale (ristoranti, alberghi, villaggi turistici) e collettiva (mense, scuole, ospedali) con un assortimento di 10.000 prodotti alimentari (pesce, carni, alimentari vari, ortofrutta e attrezzature) che comprende un’offerta unica di prodotti a marchio proprio e in esclusiva. Il Gruppo si avvale di un’organizzazione commerciale di oltre 800 tecnici commerciali e una rete logistico-distributiva che copre l’intero territorio nazionale con 34 centri di distribuzione, inclusi 3 piattaforme di stoccaggio e 5 cash and carry, 4 agenti con deposito e si avvale di oltre 700 automezzi.

Da qualche anno il 33,3% del capitale societario è controllato da un pool di investitori istituzionali (capofila: Barclays Private Equity, Arca Impresa Gestioni SGR e Arca Merchant).

Importanti Acquisizioni

Inizialmente sceglie di effettuare acquisizioni mirate di operatori regionali, in particolare Adriafood, Copea, Discom, Venturi e Sanremomare. Negli anni ’90 MARR si sviluppa sul territorio nazionale, attraverso l’apertura di nuove filiali in Sicilia, Campania, Lombardia, Lazio, Veneto e Sardegna. Dopo il 2000 MARR acquisisce Sogema SpA, società operante nella distribuzione alimentare al Foodservice in Piemonte e Valle d’Aosta e in l’azienda commerciale di Sfera Srl, operante nella riviera romagnola e marchigiana. In quegli anni vengono acquisite As.Ca., società bolognese che s’inserisce nel piano di sviluppo nelle grandi città e il ramo di azienda di distribuzione al Foodservice di Prohoga, società operante in Trentino Alto Adige, area strategica per l’alta concentrazione turistica.

Nel 2007 viene sottoscritto il closing per l’acquisto di New Catering azienda di Forlì che permette a MARR di entrare nel segmento delle distribuzione alimentare a bar e ristorazione veloce. A dicembre viene formalizzato l’acquisto del ramo di azienda Jolly Hotel, primaria catena alberghiera nazionale, relativo alla distribuzione di prodotti alimentari agli alberghi del gruppo NH in Italia.

A luglio 2008 viene sottoscritto il contratto definitivo per l’acquisto della Emi.Gel, società con sede a Bentivoglio (Bologna) e attiva nella distribuzione di prodotti alimentari ai bar e alla ristorazione veloce.

A febbraio 2013 ha avuto decorrenza il contratto di affitto d’azienda delle attività di Scapa Italia S.p.A. (“Scapa”), che acquisirà l’anno successivo, attraverso il quale MARR ha rilevato la gestione dei centri distributivi di Marzano (Pavia) e Pomezia (Roma): due strutture ampie, moderne e ottimamente localizzate su cui vengono concentrate le attività logistiche e distributive della propria clientela dei National Account (operatori della Ristorazione Collettiva e della Ristorazione Commerciale Strutturata), razionalizzando ulteriormente le attività dedicate al segmento dello Street Market svolte dagli altri suoi centri distributivi. L’operazione Scapa permette inoltre a MARR di accedere ad un significativo portafoglio clienti nel segmento della Ristorazione Collettiva (segmento in cui Scapa si posizionava come primario operatore con importanti clienti internazionali) e di quello della Commerciale Strutturata, rafforzando così la sua leadership.

Nel 2015 viene acquisita SAMA S.r.l, società di Zola Pedrosa (Bologna), specializzata nella distribuzione di prodotti alimentari al bar e alla ristorazione veloce. Con oltre 6 milioni di Euro di fatturato nel 2014 e un’organizzazione di vendita di oltre 10 venditori, SAMA è un riferimento nella distribuzione ai bar nelle aree di Bologna, Modena e Reggio Emilia.

Ad aprile 2016 viene acquisita DE.AL., società abruzzese operante nella distribuzione alimentare al Foodservice col marchio “PAC FOOD”. Con oltre 60 milioni di Euro di vendite e un centro distributivo di oltre 7 mila metri quadri coperti localizzato ad Elice (Pescara), rafforza la presenza MARR nel medio adriatico. Il 1 ottobre prende avvio l’attività della Filiale MARR Adriatico.

Progetti per l’ambiente

MARR lancia uno specifico progetto dedicato alla Sostenibilità Ambientale e alla promozione di marchi di qualità per la ristorazione. Sul suo sito è stata resa disponibile una sezione dedicata alla Sostenibilità Ambientale con la descrizione delle misure adottate da MARR per la Tutela dell’ambiente e l’offerta di un’ampia gamma di Prodotti Verdi, prodotti provenienti da agricoltura biologica, prodotti DOP e IGP, prodotti del commercio equo e solidale e dalla pesca sostenibile.

Solidi Bilanci

Marr ha chiuso il 2016 con ricavi in crescita del 4,3% a 1,53 miliardi di euro; nell’esercizio precedente il giro d’affari della società di ristorazione si era fermato a 1,48 miliardi. In miglioramento anche il margine operativo lordo, salito da 105,67 milioni a 110,98 milioni di euro (+5%); di conseguenza, la marginalità è migliorata dal 7,1% al 7,2%. Marr ha terminato lo scorso anno con un utile netto (escluse le quote di terzi) di 58,52 milioni di euro, rispetto ai 58,08 milioni contabilizzati nel 2015 (+0,8%); in conseguenza a oneri non ricorrenti per 1,1 milioni di euro relativi alla riorganizzazione delle attività DE.AL., mentre nel 2015 era era stato contabilizzato un provento non ricorrente per 1,7 milioni relativo al saldo prezzo (più interessi) della cessione delle quote di Alisea.

I ricavi totali consolidati del primo trimestre 2017 sono stati pari a 328,3 milioni di Euro, in aumento rispetto ai 304,6 milioni del 1° trimestre 2016. In crescita anche EBITDA ed EBIT pari rispettivamente a € 15,4 milioni (14,7 milioni nel 2016) e a € 11,4 milioni (11,1 milioni nel 2016), con l’EBIT che ha risentito dell’incremento degli ammortamenti per investimenti di ammodernamento e ampliamento delle filiali e delle acquisizioni delle società DE.AL e Speca. Il risultato netto di periodo ha raggiunto i 6,7 milioni di Euro rispetto ai 6,2 milioni del 2016. Al 31 marzo 2017 il capitale circolante netto commerciale è stato pari a 269,5 milioni di Euro, in aumento rispetto ai 258,6 milioni della fine del 1° trimestre 2016 per effetto dell’aumento dei ricavi e di maggiori scorte dovute a specifiche politiche di approvvigionamento attuate in previsione della stagione estiva. Il patrimonio netto consolidato al 31 marzo 2017 è stato pari a 292,5 milioni di Euro (277,7 milioni al 31 marzo 2016). La società è pienamente soddisfatta anche perché i risultati arrivano in un anno di investimenti molto alti, i più alti di sempre: 227,8 milioni, di cui 116,6 solo per le acquisizioni.

In 5 anni il Gruppo ha portato i ricavi totali dai € 795 milioni del 2004 ai 1.530 milioni del 2016, con un utile netto che dai € 22,4 milioni del 2004 ha raggiunto i € 58,52 milioni a fine 2016.

Previsioni

Per il 2017 i vertici di Marr puntano a cogliere tutte le opportunità di mercato consolidando la propria quota di mercato e confermando i livelli di redditività raggiunti e l’attenzione al controllo dell’assorbimento del circolante.

Evoluzione in Borsa

Il 21 giugno 2005 le azioni MARR Spa (MARR.MI) vengono ammesse alla negoziazione sul segmento STAR di Borsa Italiana. Dal mese di ottobre del 2008 ad oggi il titolo ha reso il +420%. Non male.

mercoledì 12 luglio 2017

Investire in America, lo S&P500 attende la nuova stagione degli utili

I titoli statunitensi hanno iniziato la settimana con una nota moderatamente positiva, visto che il rapporto sui salari non agricoli di venerdì è stato positivo ed ha allontanato i rischi sui mercati e gli investitori sono in attesa della prossima stagione di utili aziendali che è partita ufficialmente l’11 Luglio 2017. Le obbligazioni governative globali hanno recuperato alcune delle loro perdite recenti, mentre l’euro è tornato al di sopra del livello di 1,14 dollari toccando anche il massimo degli ultimi due mesi nei confronti dello yen. I mercati petroliferi hanno avuto una brusca sessione col Brent che cerca di stabilire un punto di appoggio al di sopra del prezzo di 47 dollari al barile, mentre l’oro sembra trovare un supporto importante a quota 1.200 dollari all’oncia.

Le banche statunitensi potrebbero lottare per fornire profitti nei rispettivi segmenti di banca d’investimento, dopo che i bassi livelli di volatilità potrebbero avere colpito i guadagni.

Ha affermato Kathleen Brooks, direttore di ricerca di City Index.

Nel frattempo arrivano dati importanti relativi alla crescita economica in Francia e Spagna nel secondo trimestre: nel primo caso il dato ha segnato un +0,2% trimestrale, nel secondo il Pil è salito dello 0,7%. Sempre per quanto riguarda i due Paesi, indicazioni contrastanti dall’aggiornamento preliminare sull’inflazione, stabile m/m nel Paese della torre Eiffel e in rialzo dello 0,7% in quello iberico.

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In linea con le stime i prezzi al consumo tedeschi, saliti dello 0,1% ad ottobre. Indicazioni migliori del previsto arrivano invece dal Pil a stelle e strisce. Il Dipartimento del Commercio della prima economia ha annunciato che il terzo trimestre si è chiuso con un incremento del Prodotto interno lordo del 2,9% congiunturale (dato annualizzato). Sotto le stime invece l’aggiornamento sulla fiducia dei consumatori misurata dall’Università del Michigan, a 87,2 punti ad ottobre.

Obbligazioni

Per quanto riguarda invece il sell-off continuo sulle obbligazioni governative, il rendimento del decennale tedesco è sceso di 3 punti base dal picco di 18 mesi fa. Il rendimento, che si muovono in senso opposto rispetto al prezzo del bond, è aumentato di oltre 30 miliardi di dollari nelle ultime due settimane, come ha osservato Mario Draghi, presidente della Banca Centrale Europea – oltre alle altre banche centrali – hanno concentrato l’attenzione sul ritiro degli stimoli. Il rendimento dei decennali americani sono scesi dal 2,50% al 2,37%, mentre quelli decennali britannici sono all’1,27%.

I mercati globali sono stati caratterizzati dal tema dell’incremento dei rendimenti obbligazionari e ci aspettiamo che questo continui nella prossima settimana, mentre la recente forza trainante è stata la rottura nei rendimenti di Bund decennali, i catalizzatori di questa settimana provengono dagli Stati Uniti.

Il rapporto sull’occupazione degli Stati Uniti ha mostrato che più posti di lavoro sono stati creati a Giugno rispetto a quanto era stato previsto – ma la crescita salariale è rimasta piatta. La mancanza di pressioni inflazionistiche continua a consentire alla Fed di essere più cauta nel normalizzare la politica monetaria. Di conseguenza, crediamo che la Fed abbia maggiori probabilità di ritardare i tassi di crescita fino a dicembre, mentre potrebbe concentrarsi sulla riduzione graduale del suo bilancio a partire da settembre.

Stime del cambio EURUSD

La coppia EUR/USD è entrata in una fase laterale venerdì, poi ha avuto una sessione molto volatile poiché il numero di posti di lavoro in America è salito molto più di quanto previsto. Tuttavia, verso la fine della sessione sembra che la coppia abbia cominciato a mostrare una certa orza settimanale. Crediamo che il mercato cercherà di spingere le valute al livello 1,15 dove abbiamo visto una resistenza significativa negli ultimi 3 anni.

Una pausa a questo livello sarebbe un segnale molto importante, indicherebbe che il mercato è pronto a continuare e a spingersi al cambio 1.18. Riteniamo che il mercato sia sostanzialmente in una situazione “buy on the dip”, almeno nel breve termine. Sopra la resistenza di 1.15, sarebbe un segnale importante che il downtrend è finito e che gli acquirenti stanno per iniziare a raccogliere Euro sul lungo termine e magari cercando di spingerlo verso livelli molto più alti.

Questo è lo scenario in cui la Federal Reserve sta cercando di aumentare i tassi di interesse, ma sinceramente la BCE ha recentemente parlato di una stretta politica monetaria, che è un sorprendente. A causa di questo, può essere necessario un riequilibrio di questa coppia e questo potrebbe essere ciò che vedremo. In alternativa, se la coppia dovesse scendere al di sotto del livello 1.1350, allora potremmo vedere un dollaro più forte fino in area 1.11.

lunedì 10 luglio 2017

Le borse europee e i mercati obbligazionari rimangono incerti

L’allontanamento degli investitori dal debito sovrano – in attesa di una riduzione dello stimolo dalla Banca Centrale Europea – continua a delineare un impreciso trend per i mercati europei, lasciandoci con una sensazione nervosa sul proseguo dei nostri investimenti. C’è una mancanza di rimbalzo sui mercati azionari e sui mercati azionari dopo le pesanti vendite di queste settimane, i dati sui posti di lavoro americani hanno battuto le previsioni, ma il tasso generale di disoccupazione è salito dell’0.1% in più rispetto le stime.

Il 2016 è stato un anno difficile per i gestori attivi, con una scarsa dispersione nei mercati e con performance derivanti in primo luogo dalla rotazione settoriale piuttosto che dalla scelta dei singoli nomi. Se volessimo osare una previsione, sarebbe che alcuni di questi trend potrebbero attenuarsi nel corso del tempo. In quest’ottica, non vediamo ragioni per cambiare radicalmente la nostra esposizione netta o lorda, ma siamo ben lontani dall’essere fermi sulle nostre posizioni.

Continuiamo a cercare opportunità d’investimento su posizioni lunghe facendo valutazioni caso per caso, un metodo che abbiamo iniziato ad adottare da quando è nata la nostra società. Continuiamo a credere che gli investitori che investono nel lungo periodo e che continuano a focalizzarsi principalmente sui fondamentali societari possono sfruttare a proprio vantaggio i cambiamenti nel sentiment dei mercati per generare valore nel lungo periodo.

Dati sul lavoro

La crescita occupazionale degli stipendi statunitensi è salita a 222 mila il mese scorso da un ribasso superato di 152 mila, battendo le aspettative. Il tasso di disoccupazione è leggermente salito al 4,4 per cento dal 16 maggio, il precedente era del 4,3 per cento, suggerendo che l’economia è rimasta nei limiti della crescita occupazionale. La settimana lavorativa media è salita a 34,5 ore a partire da 34,4, ma la crescita salariale è rimasta bassa – con un guadagno medio orario di solo 0,2 per cento su base mensile e 2,5 per cento su base annua.

I dati sui posti di lavoro di giugno hanno segnato forze più cicliche dietro l’espansione economica degli Stati Uniti, ma anche una stretta più strutturale nei mercati del lavoro, che consente alla Federal Reserve di procedere gradualmente sulla strada della normalizzazione delle politiche. Per i mercati che sono andati in overdrive sui timori di una stretta delle politiche nelle ultime due settimane, questo dovrebbe contribuire ad eliminare il sell-off.

ha dichiarato Lena Komileva a G+ Economics.

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Stime mercati europei 2017

Gli investitori stanno monitorando attentamente le ripercussioni delle ultime tornate elettorali: dopo la sconfitta di fatti di Theresa May, alcuni suoi generali starebbero lavorando per ammorbidire le posizioni in vista dei negoziati sulla Brexit, mentre dalla Francia la vittoria schiacciante di En Marche! Emmanuel Macron spiana la strada a una maggioranza solida. Negli Stati Uniti l’attenzione si biforca tra la vicenda politica che segue la testimonianza di James Comey, ex numero uno del Fbi, sulle interferenze russe nella campagna elettorale di Donald Trump, e l’attesa per un rialzo dei tassi da parte della Fed nelle prossime sedute.

La sterlina resta debole contro l’Euro intorno a 1.13. In Italia, l’Istat ha segnalato la debolezza della produzione industriale italiana. La crescita dell’economia francese dovrebbe accelerare allo 0,5% nel secondo trimestre dell’anno, dopo essersi attestata allo 0,3% nel primo: è la stima confermata da parte della Banca di Francia. Il superindice dell’Ocse, che mira ad anticipare i punti di svolta dell’attività economica rispetto al trend nei 6-9 mesi nell’area dei 35 paesi industrializzati, continua a puntare a un cammino di crescita stabile.

Intanto continuano le vendite sui mercati obbligazionari con l’indice JPMorgan Global espresso in euro che perde oltre il 3% nelle ultime due settimane. I timori degli investitori sono per un veloce irrigidimento delle politiche monetarie delle principali banche centrali, la preoccupazione è corretta ma sulla velocità abbiamo forti dubbi. Comunque sempre meglio evitare le durate lunghe.

Il benchmark tedesco a 10 anni dei Bund venerdì è salito dello 0,56% ad un massimo degli ultimi 18 mesi. Più impressionante la sua crescita di 31bp nello stesso periodo. I movimenti giapponesi sono stati molto meno estremi che altrove, ma venerdì il rendimento a dieci anni è stato superiore allo 0,10 per cento come limite superiore della gamma di obiettivi della BOJ. Ciò ha indotto la banca centrale ad offrire un debito illimitato per la prima volta da febbraio per bloccare il movimento.

La settimana scorsa i mercati azionari e obbligazionari, specialmente in Europa, sono stati colpiti dalle banche centrali che hanno lasciato intendere un ammorbidimento degli stimoli monetari. Mario Draghi ha iniziato a lanciare la palla dicendo ai mercati che le forze deflazionistiche sono state sostituite da quelle reflatorie e che la BCE potrebbe avere bisogno di cambiare politica per mantenere invariata la propria posizione. I mercati devono avere paura delle banche centrali? Non necessariamente, stanno facendo quello che normalmente fanno, ritirano gli stimoli mentre le economie recuperano.

Hanno affermato strateghi di Bank of America Merrill Lynch.

Stime delle materie prime nel 2017/2018

Poco tempo fa abbiamo affermato che l’anno 2015 era l’anno dei minimi e il 2016 quello dello sforzo. Lo stimolo fiscale della Cina, la produzione tagliata dell’OPEC, della Russia e di altri paesi, le prestazioni da parte dell’India e di altri paesi che hanno superato l’aspettativa della domanda. Eventi che non definiscono abbastanza l’opportunità per il mercato delle materie prime.

La Brexit e il ritardo nell’aumento del tasso di interesse da parte della Fed hanno aumentato i prezzi dell’Oro, dato che l’incertezza politica ha incoraggiato gli investitori nervosi a rifugiarsi nel diversificare in beni di rifugio, la produzione dell’OPEC è stata ristabilita con la vittoria chiara di Trump che ha dato positività ai prezzi delle commodities in mezzo alle chiusure delle miniere e lo stimolo fiscale da parte della Cina.

Oltre al miglioramento della domanda fisica e al riequilibrio dell’offerta, è stata la domanda di investimenti che ha dato potere extra alle merci. Fino a novembre 2016, l’indice e il fondo degli afflussi di materie prime sono stati pari a 41,7 miliardi di dollari. La produzione dell’OPEC è uno sviluppo positivo per il mondo petrolifero e rimuoverà più di 1 milione di barili al giorno da un sistema sovraccaricato. Quindi i produttori di scisto americani possono far crescere la loro produzione capovolgendo così tutto quello fatto dall’OPEC.

I tagli di produzione OPEC potrebbero essere di natura di breve termine. Negli ultimi 20 anni, i livelli di produzione tagliati non sono mai durati per più di un anno. Le commodities agricole dovrebbero aumentare modestamente in quanto si prevede che un calo dei prezzi dei cereali compenseranno un aumento dei prezzi delle altre merci. Inoltre, gli aumenti più alti di quanto previsto nei prezzi energetici sono una chiave importante sui costi nell’agricoltura, potrebbero spingere i prezzi dei prodotti alimentari ancora più in alto della previsione.

L’Oro dovrebbe rimanere stabile nel 2017 seguendo l’andamento dei tassi di interesse crescenti. Il rinnovato focus sull’infrastruttura può dare ulteriore vantaggio ai metalli industriali, anche se la stabilità al livello più alto dipenderà dalle prestazioni effettive della Cina e altre economie, tra cui gli Stati Uniti, il programma di Trump sulle infrastrutture è molto importante.

Nonostante la probabile incertezza sull’economia mondiale nel 2017, le materie prime dovrebbero continuano a far bene. Crediamo che miglioreranno i principali indicatori economici forti di una stagionalità che potrebbe estendere la forza alle materie prime. Le politiche americane sotto il regime di Trump saranno una chiave importante per tutto il mondo nel 2017. Ci aspettiamo che il riequilibrio del mercato delle materie prime possa essere raggiunto entro la seconda metà del 2017.

Domanda petrolio nel mondo 2022, Cina petrolio, India, America shale oil

mercoledì 5 luglio 2017

Amplifon, una realtà da 1700% di ritorno in 9 anni

Amplifon Spa (AMP.MI) è un’azienda italiana che si occupa della diagnosi, applicazione e commercializzazione di soluzioni uditive. Il gruppo detiene una quota di mercato del 9,0% a livello mondiale ed è presente in 20 paesi. Opera attraverso una rete di circa 3.250 punti vendita, 2.400 centri di assistenza e più di 1.600 negozi affiliati al network, impiegando complessivamente oltre 10.000 persone. Fondata a Milano nel 1950 da Algernon Charles Holland. Negli anni sessanta e settanta Amplifon si sviluppa sul mercato italiano attraverso l’apertura di punti vendita in tutte le regioni acquisendo la leadership nella distribuzione, vendita e applicazione di apparecchi acustici. Nel 1971 viene fondato il Centro Ricerche e Studi Amplifon (CRS), un organismo indipendente finalizzato alla diffusione di conoscenze in campo audiologico e otologico.

Ricerca e Sviluppo

Negli anni novanta, però, in seguito al cambiamento del management, la strategia si sposta verso un servizio personalizzato al cliente e di attenzione al progresso tecnologico con l’introduzione in Italia dei primi apparecchi acustici interamente digitali nel 1996. In questo periodo l’azienda raggiunge una quota di mercato in Italia superiore al 40%

Importanti Acquisizioni

Nel 2002 Amplifon acquisisce negli USA la Sonus Corporation e nel 2003 l’azienda National Hearing Centers, società con punti vendita localizzati principalmente all’interno di grandi centri commerciali. Negli anni successivi proseguono le acquisizioni nei Paesi Bassi, Germania, Regno Unito, Irlanda e Belgio, ma anche il cambiamento della propria strategia di marketing e comunicazione. Il 10 dicembre 2010 viene realizzata la più grande acquisizione nella storia del gruppo. Amplifon acquisisce infatti il 100% della National Hearing Care (NHC), in Australia, Nuova Zelanda e India. Due anni dopo, la società incrementa la copertura territoriale dell’India, e nello stesso anno il gruppo entra in Turchia, attraverso l’acquisizione del 51% della società Maxtone, mentre in Polonia costituisce la Amplifon Poland. Ancora oggi prosegue lo shopping di Amplifon, che si concentrerà nei prossimi mesi su paesi come la Germania, la Francia e il Canada. L’espansione è già cominciata con due closing, avvenuti prima dell’inizio di marzo, in Portogallo e Francia, dove ha inglobato i business retail di MiniSom e AudioNova, per un totale di 130 nuovi negozi, acquistandoli da Sonova Holding per 32 milioni di euro.

L’operazione è solo un assaggio, come spiegato in un intervista da Enrico Vita, AD di Amplifon “Per fattori demografici l’azienda opera in un mercato che cresce del 4% l’anno e investendo sulle zone più dinamiche, abbiamo registrato più 10%. Puntiamo su una crescita organica e ci focalizziamo sulle acquisizioni per cui abbiamo un target di cash out per circa 50 milioni. Sul piatto abbiamo messo 79 milioni nel 2016 per conquistare parte del già esistente e frammentato mercato tedesco, altri pezzi di mercato francese ed entrando in un’area praticamente inesplorata, come il Canada. Ma c’è anche tanto spazio di espansione negli Stati Uniti“. Qui si concentra il 40% del mercato mondiale retail, anche se molto frammentato (oltre il 50% del mercato è in mano a una miriade di piccole società), e la società, attraverso il brand locale Miracle-Ear e gli altri due business, Amplifon e Hearing Health Care ed Elite Hearing Network, con un market share del 10% ha una posizione di leadership e questo può rappresentare un’opportunità di consolidamento ulteriore. Anche l’ipotesi di smantellamento del sistema Obama Care non avrà ricadute sul loro business, dal momento che operano in un settore privo di supporti governativi.

I marchi, che hanno un tasso di riconoscimento del 90%, sono fondamentali e infatti la società ha aumentato l’investimento in marketing di oltre il 20%, passando da 80 a oltre 90 milioni di euro per sostenere un progetto di nuova brand identity. L’innovazione maggiore che l’azienda sta apportando nei suoi 9.424 punti vendita nel mondo, però, è un protocollo applicativo che rappresenterà un test standard di riferimento, appositamente studiato per valutare e seguire il cliente. Al di là della tecnologia, resta fondamentale il fattore umano, oltre 10 milioni l’anno vengono investiti in formazione per i 12.600 collaboratori del gruppo, di cui oltre metà sono dipendenti diretti, gli altri sono franchisee e affiliati.

Solidi Bilanci

Un anno record quello di Amplifon nel 2016 in cui l’azienda ha conseguito il massimo storico di ricavi ed ebitda (più 13,1%) e un utile netto in crescita di oltre il 35% pari a 63,6 milioni di euro. La generazione di cassa rimane rilevante a livello operativo pari a 82,5 milioni dopo aver assorbito maggiori investimenti, principalmente per le nuove aperture. L’indebitamento netto mostra un leggero aumento a 224,4 milioni per gli investimenti in acquisizioni, la società ha chiuso con 1,133 miliardi di fatturato, in aumento del 10,4%. L’indipendenza del management è stata importantissima per i risultati del 2016. La famiglia del fondatore è azionista di maggioranza al 54% del capitale ma, su nove consiglieri del cda, sette sono indipendenti, gli altri due sono l’AD e il presidente, Susan Carol Holland, erede del fondatore.

Previsioni
Per il prosieguo della strategia del Gruppo societario, Amplifon Spa (AMP.MI) prevede di continuare l’attuale corporate strategy che deve essere consolidata in quanto volta a registrare una favorevole evoluzione dei ricavi e dei principali ratios di redditività. Si tratta di consolidare il proprio posizionamento sul mercato e proseguire nella crescita del fatturato in Italia, Francia, Germania, Spagna. Ottimismo per il 2017 anche sul fronte dei mercati in America, in Asia ed Oceania.

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Evoluzione in Borsa
Nel 2001 la società è quotata negli indici FTSE Italia Mid Cap e FTSE Italia STAR della Borsa di Milano. Da inizio 2009 ad oggi il titolo ha fatto il 1700%.

martedì 4 luglio 2017

4 titoli che aumenteranno i dividendi di almeno un +20%

Oggi vorrei scrivervi di titoli che nei prossimi stacchi cedolari aumenteranno i loro dividendi di almeno un +20%. Ottimi per un investimento di medio/lungo periodo basato sulla crescita del reddito. Che cosa hanno in comune Exxon Mobil (XOM), Colgate-Palmolive (CL) e Walmart (WMT)? Sono società definite Dividend Aristocrats – quel gruppo di società che hanno aumentato i dividendi per almeno 25 anni consecutivi. Ma Exxon, Colgate e Walmart hanno aumentato i loro dividendi nel corso dell’anno scorso, ma meno del 3% a testa. Noi invece vorremmo segnalare società che puntano ad una crescita più seria dei propri dividendi, ce ne sono molte ma voglio focalizzarmi su queste cinque che ho analizzato e che stanno aumentando annualmente del 20% o più le loro cedole.

Immagino che stiate pensando che una crescita del +20% annua dei dividendi sia difficile da trovare, in effetti è difficile ma eseguendo uno screening sui fondamentali, prima di tutto, e poi tecnico, ci sono più aziende di quanto possiate immaginare. Di seguito ne vorrei segnalare 4.

Vail Resorts (MTN)
Rendimento cedola: 2,01%
Crescita Media Dividendi in 5 anni: 40,8%
Ultimo aumento 2017: 29,6%

Vail Resorts si impegna nel funzionamento di località sciistiche, attraverso i seguenti segmenti: Montagna, Alloggi e Immobiliare. Il segmento della montagna possiede e gestisce resorts. Il segmento Alloggi include proprietà e gestione di hotel e condomini. Il settore immobiliare possiede e sviluppa immobili intorno alle proprie località e principalmente si impegna nello sviluppo di progetti, nonché vendite di terreni a terze parti. L’azienda è stata fondata da Pete Seibert e Earl Eaton nel marzo 1957 e ha sede a Broomfield.

Per noi il titolo è Buy. I punti di forza della società possono essere visti in più aree, come la sua robusta crescita dei ricavi, l’espansione dei margini di profitto, il buon flusso di cassa dalle operazioni, la crescita dell’utile per azione e l’aumento del reddito netto. La crescita dei ricavi è stata superiore alla media dell’industria dello 0,3%.

I ricavi sono aumentati del 22,1%. La crescita delle entrate della società sembrano aver contribuito a stimolare l’utile cresciuto del +49,47% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Insieme a questo, il margine dell’utile netto del +22,79% è superiore a quello della media dell’industria. L’azienda ha dimostrato un modello di crescita positivo negli ultimi due anni. crediamo che questa tendenza possa continuare. Durante l’anno fiscale precedente ha aumentato le sue stime dell’EPS a 3.94$ contro i 2.97$.

American Tower (AMT)
Rendimento cedola: 1.95%
Crescita Media Dividendi in 5 anni: 21.7%
Ultimo aumento 2017: 21%

American Tower Corporation è una holding. La società svolge la propria attività attraverso le controllate direttamente e indirettamente, di proprietà e joint venture. Si tratta di una società che possiede e si occupa di trasmissione wireless e infrastrutture di comunicazione, gestisce e sviluppa siti di comunicazione. La sua attività principale comprende l’affitto di spazio e antenne multi-tenant di comunicazione ai fornitori di servizi wireless, società di trasmissioni radiofoniche e televisive, fornitori di dati wireless, agenzie governative, comuni e privati in un certo numero di altri settori.

Valutiamo AMT come un Buy. I punti di forza della società possono essere visti in più aree, come le sue entrate robuste, il notevole ritorno sull’equity, solida performance di prezzo, l’impressionante record di utili per azione e la crescita del reddito netto. La crescita del fatturato è risultato superiore alla media del settore del 7,2%. I ricavi sono aumentati del 25,4%. Il titolo è aumentato nel corso dell’ultimo anno in quanto gli investitori hanno generalmente premiato la società per i suoi guadagni. L’azienda ha dimostrato un modello di crescita positiva per azione
durante l’ultimo anno. Riteniamo che questa tendenza dovrebbe continuare. Durante l’anno scorso ha anche aumentato le sue stime sull’EPS a 1,97$ rispetto 1,41$ dell’anno precedente.

Extra Space Storage (EXR)
Rendimento cedola: 3.99%
Crescita Media Dividendi in 5 anni: 31.3%
Ultimo aumento 2017: 32.2%

Extra Storage Space è una real estate investment trust (REIT). La società opera attraverso tre segmenti: operazioni di noleggio; assicurazione e servizi immobili, acquisizione e sviluppo. Possiede, gestisce, acquisisce, sviluppa e rielabora self-storage (negozi). Ha interessi in circa 1000 punti vendita operativi. Di questi negozi, possiede circa 270 negozi in partnership di joint venture. Ulteriori 350 negozi sono di proprietà di terzi e gestiti dalla società. I negozi si trovano in oltre 30 stati degli Stati Uniti, Washington D.C. e Porto Rico e contengono circa 100 milioni di piedi quadrati di spazio affittabile netto in circa 896.000 unità.

Per noi il tiolo è da seguire. Questo è guidato da alcuni punti di forza notevoli uniti però ad alcuni aspetti deboli, anche se crediamo che gli aspetti positivi, dovrebbero avere un impatto maggiore di qualsiasi debolezza e dovrebbe dare agli investitori un’opportunità. I punti di forza della società si possono vedere in più aree, la crescita dei ricavi, il notevole ritorno sull’equity, il buon flusso di cassa da operazioni e l’espansione dei margini di profitto. I suoi punti di forza superano il fatto che la società abbia generalmente un alto rischio di gestione del debito. Nonostante le sue entrate crescenti, la società ha registrato un basso rendimento rispetto alla media del settore del 7,2%.

L’utile per azione dal trimestre più recente è sceso leggermente al di sotto dell’anno precedente. Questa società ha recentemente riportato guadagni un volatili. Riteniamo che sia probabile un calo dei guadagni nel prossimo anno, anche se la società ha aumentato le stime di crescita del proprio EPS a 2.90$ rispetto a 1.58$ dell’anno precedente.

Celanese Corporation (CE)
Rendimento cedola: 2.95%
Crescita Media Dividendi in 5 anni: 41.9%
Ultimo aumento 2017: 27.8%

Celanese è una società tecnologica specializzata nella progettazione e produzione di vasta gamma di prodotti essenziali per la vita quotidiana. L’azienda opera attraverso i seguenti segmenti: Materiali avanzati di ingegneria, consumi quotidiani, prodotti industriali e Acetyl Intermediates. Il segmento Materiali avanzati utilizza una tecnologia avanzata di polimeri per produrre un ampio portafoglio di prodotti ad alte prestazioni utilizzati in un ampio spettro di applicazioni, tra cui prodotti automobilistici, medici ed elettronici in generale, nonché altre applicazioni consumer e industriali.

Il segmento Consumer Specialties comprende le aziende Acetate Products e Nutrinova, che servono prodotti per consumatori. Il settore delle specializzazioni industriali, che include le aziende Emulsions e EVA Performance Polymers, è attiva in tutti i principali settori industriali globali e serve diverse applicazioni industriali e consumatori finali. Il gruppo Acetyl Intermediates produce e fornisce prodotti acetilici, tra cui l’acido acetico, VAM, anidride acetica ed esteri acetati.

Valutiamo Celanese Buy. Il nostro giudizio è guidato da alcuni importanti fattori positivi, che crediamo avranno un impatto maggiore di tutte le debolezze e dovrebbero dare agli investitori un’opportunità di prestazioni migliori rispetto ai suoi competitors. I suoi punti di forza si possono vedere in più aree, come il suo prezzo solido, la sua performance eccezionale, la crescita dei ricavi e il notevole rendimento del patrimonio netto. Rispetto al prezzo di chiusura di un anno fa, le azioni sono salite di +45,30%.

Nel corso dell’ultimo esercizio fiscale, ha aumentato le sue stime a 6.18$ rispetto a 1.91$ nell’anno precedente. Il mercato prevede un miglioramento degli utili a 7.30$ contro 6.18$.