sabato 18 dicembre 2010

Warren Buffett e GSK, un binomio vincente da anni

Investire in aziende che pagano dividendi al di sopra della media, storicamente, è sempre stata una buona strategia apprezzata dagli investitori. Un recente studio condotto da Tweedy Browne (presidente della Tweedy Browne Company, una società di consulenza di investimenti e fondi gestione fondata nel 1920. Attualmente gestisce quasi 6 miliardi di dollari in conti separati e tre fondi comuni di investimento. Tutti i fondi sono gestiti in conformità ai principi di Value Investing , come diffuso da Benjamin Graham) potrebbe far luce su cosa gli investitori in questo momento stanno cercando.

Lo studio dimostra come gli investitori possono aumentare il loro rendimento limitando l'elenco dei titoli con dividendi elevati per coloro che hanno una distribuzione medio-bassa di cedole. La prima cosa importante, che non smetteremo mai di ripetere, è che l'azienda che distribuisce tali dividendi deve effettivamente avere una significativa crescita capace di sostenere tale distribuzione. Un payout basso può anche significare che l'azienda impiega parte degli introiti per sostenere nuovi impieghi produttivi per cercare di far crescere il business e distribuire sempre maggiori dividendi in futuro.

Se l'azienda ha un elevato rapporto di payout potrebbe significare che la società non può trovare un modo redditizio di reinvestire i suoi guadagni. Un payout basso significa anche che il pagamento dei dividendi è isolato in una certa misura dai redditi in calo. Se il rapporto di payout è del 40% e l'utile netto scende del 25%, vi è ancora un sufficiente cuscino per mantenere il pagamento dei dividendi. Un payout basso significa che c'è spazio anche per l'azienda di aumentare il payout e far crescere il dividendo.

GlaxoSmithKline (GSK)

Una di quelle società che si adatta ad entrambi i criteri, dividendi elevati e distribuzione bassa, è l'inglese GlaxoSmithKline (GSK). GlaxoSmithKline (GSK) è una delle più grandi società farmaceutiche del pianeta. Ha un ampio portfolio di farmaci protetti da brevetto, vaccini e farmaci biologici che coprono molteplici aree terapeutiche vendendoli in tutto il mondo. Le vendite costituiscono circa l'80% dei suoi introiti mentre il 20% sono dedicati alla sanità di piccole divisioni.

GlaxoSmithKline (GSK) ha attualmente un dividend yield di circa il 5% e un modesto payout ratio del 54,5%. Mentre GlaxoSmithKline (GSK) potrebbe sembrare un po costosa, con un P/E (price-earnings ratio) di oltre 16, è più economica di molte aziende del settore farmaceutico.

Le scadenze dei brevetti

Come per molte aziende farmaceutiche, anche per GlaxoSmithKline (GSK) la più grande minaccia è la scadenza del brevetto di un farmaco. Infatti ha subito dal 2007 al 2009 una perdita di importanti brevetti.

Le notizie positive per GlaxoSmithKline (GSK) sono che le perdite delle vendite di questi brevetti sono state rimpiazzate con nuovi farmaci i quali hanno permesso alla multinazione di aumentare il fatturato del terzo trimestre 2010 del 2%, mentre quello anuale è salito di circa il 4%. Il cash flow di 6422 miliardi di sterline è rimasto quasi immutato dal 2009, ma la bravura della società è stata nel riuscire a coprire ottimamente le perdite dei brevetti scaduti, questo grazie ad una ricerca di successo e agli sforzi di sviluppo centrati sul focus sulla diversificazione delle entrate per aree terapeutiche e geografiche.

La ricerca

La ricerca di GlaxoSmithKline (GSK) si estende allo sviluppo di ben otto aree terapeutiche con 35 composti di studi clinici di Fase I, 65 in fase II e 31 fase III. L'azienda dispone inoltre di 15 composti che hanno ricevuto l'approvazione di regolamentazione e 10 composti che hanno superato le prove di fase III e sono stati presentati per l'approvazione regolamentare.

GlaxoSmithKline (GSK) sembra aver avuto grande successo nella ricerca, la conduzione dirigenziale è rimasta forte ed è riuscita a sopravvivere egregiamente alla perdite di brevetti importanti. Nel 2010 GlaxoSmithKline (GSK) ha introdotto sette nuovi prodotti, che da inizio anno hanno contribuito ad un supplemento di entrate pari a 1,25 miliardi di sterline. La spinta verso l'efficienza è stata anche utile per gli azionisti in quanto la società ha registrato un rendimento medio di cinque anni sul capitale investito (ROIC) del 28,7%.

Ampia portata terapeutica e geografica

Un altro grande vantaggio di GlaxoSmithKline (GSK) è il suo concentrarsi su diversi mercati. GlaxoSmithKline (GSK) è azienda globale con il 32,4% delle entrate provenienti dagli Stati Uniti. L'Europa detiene il 27,1% delle vendite, Asia e Giappone il 10,5% mentre i mercati emergenti il 9,5%. Questa vasta esposizione geografica dovrebbe aiutare GlaxoSmithKline (GSK) contro i cambiamenti sanitaria di un singolo paese.

I ricavi sono allo stesso modo diversificato per area terapeutica, dalle vie respiratorie per la maggior parte con le vendite al 29%, gli antivirali al 18%, i vaccini al 16% e i cardiovascolari al 10%, i più ci sono ricerca nel settore oncologico e gastrico.

Alti dividenti e crescita continua

GlaxoSmithKline (GSK) non si adatta al profilo del tipico dividendo aristocratico. Mentre l'azienda genera grandi quantità di cash flow e paga i dividendi generosi, non presenta una serie di decenni di continua crescita di dividendi che incantano spesso gli investitori.

GlaxoSmithKline (GSK) mostra una crescita continua negli ultimi 5 anni in tutti i settori, le vendite sono salite del 7.3%, il renddito del 15.2% e i dividendi del 7.75% portandosi ad un dividend yield del 5,06%. Non per niente è una delle società preferite dal Guru Warren Buffett il quale ha questa azienda nel suo portfolio da anni.

(Glossatio) Cash Flow (flusso di cassa)

Il flusso di cassa (o cash flow nella terminologia anglosassone) è la ricostruzione dei flussi monetari (differenza tra tutte le entrate e le uscite monetarie) di una azienda/progetto nell'arco del periodo di analisi.

Il flusso di cassa rappresenta una misura dell'autofinanziamento aziendale e può essere calcolato a partire dal conto economico dell'impresa. L'obiettivo è definire la generazione di cassa di una società e di conseguenza l'attribuizione di tali flussi di cassa ai soci.

Quando il flusso è positivo (incremento) si definisce cash inflow, quando è negativo (decremento) si definisce cash outflow.

(Glossario) P/E - rapporto prezzo/utili (price-to-earnings)

Il rapporto prezzo/utili (in inglese Price-Earnings (PE) Ratio, P = price = prezzo; E = earnings = utili), è il rapporto fra il prezzo corrente di un'azione al momento del calcolo dell'indicatore, scelto di solito nel listino della borsa nazionale coi maggiori volumi scambiati (per l'Italia si considera Milano), e l'utile atteso per ogni azione, che è pari all'ultimo dividendo distribuito dalla società (nell'anno corrente o in anni precedenti) diviso il numero di azioni circolanti in quel periodo.

L'ipotesi sottostante è di una crescita dei dividendi tale che il successivo sarà pari almeno al precedente; un aumento delle azioni fra i quali è distribuito il dividendo non dovrebbe erodere l'utile per azione, in quanto la ricapitalizzazione è accompagnata da nuovi investimenti e maggiori utili che dovrebbero seguire l'emissione di nuove azioni.

\mbox{P/E ratio}=\frac{\mbox{Price per Share}}{\mbox{Annual Earnings per Share}}

Tale rapporto serve a valutare le quotazioni di un'azione, anche se un giudizio sul corretto valore di un titolo deve tener conto di diversi fattori, come il settore di appartenenza o l'andamento futuro dell'impresa.

Un valore pari a 13-15 è ritenuto normale (il prezzo pari a 15 volte l'utile atteso); se è superiore indica di norma un titolo sopravvalutato (lo è certamente intorno a 27-30). Valori intorno a 8-9 sono ricercati dagli analisti, perché indicano titoli ancora sottovalutati dal mercato, che potrebbero avere una buona crescita.

In settori economici più tradizionali, dove è maggiore la concorrenza e minore la possibilità di ottenere utili di dimensioni elevate, ci si attende che il rapporto prezzo-utili o PE sia basso. In settori innovativi o in settori appena usciti da una situazione di crisi, le attese di utili futuri elevati spinge invece più in alto il PE considerato corretto.

Il PE esprime anche il tempo necessario perché gli utili ripaghino il prezzo dell'azione; dopo tale periodo anche una vendita al di sotto del prezzo iniziale (ad esempio se il titolo è in forte calo) è conveniente poiché già dagli utili l'azionista ha realizzato il suo profitto. Se PE è 15, servono 15 anni di utili perché la società ripaghi il prezzo versato con gli utili, nell'ipotesi che vi sia sempre un utile all'anno (società non in perdita); se l'utile è in crescita (es. se vi sono dividendi straordinari), 15 anni è il tempo massimo di ripagamento.

mercoledì 15 dicembre 2010

Australia, perchè hai bisogno di averla in portafoglio

Se stai pensando di diversificare il tuo portfolio, magari in titoli, fondi, ETF o qualsiasi altro tipo di investimento...non ti dimenticare dell'Australia. I vantaggi di questo paese dell'area Oceania sono molteplici, qui di fianco ne mostriamo solo alcuni tra i più importanti:

- E' ricco di materie prime.
- Uno studio delle Nazioni Unite nel 2010 la mette al secondo posto, dietro solo alla Norvegia, in termini di migliore paesi in cui vivere. I fattori misurati sono la ricchezza, sicurezza, uguaglianza e serenità del popolo.
- Nel corso degli ultimi anni, gli australiani sono riusciti a ridefinire la loro immagine di un paradiso per golfisti e barboni da spiaggia in un paese dai primi posti come crescita globale.

Durante gli ultimi anni di crisi molte nazioni hanno dovuto subire grosse battute di arresto, ma l'Australia è riuscita ad evitare il recente tracollo finanziario. Il paese è stato in gran parte in grado di schivare la crisi grazie alle sue forti relazioni commerciali con i paesi del mercato asiatico e i paesi emergenti.

Non è una sorpresa quindi vedere che la Cina è il principale partner delle esportazioni, pari a 46,4 miliardi dollari nel 2009. La sua quota sul totale delle esportazioni australiane è quadruplicato fino ad arrivare al 25 %.

Il Giappone con i suoi 37,1 miliardi dollari, la Corea del Sud con 16,5 miliardi dollari e India con 16,2 miliardi dollari prendono rispettivamente il secondo, il terzo e il quarto posto. Per contro l'asse commerciale Australia-Stati Uniti è appena di 9,5 miliardi dollari all'anno.

Per rafforzare ulteriormente le relazioni commerciali con l'Asia, l'Australia ha firmato un accordo di libero scambio (FTA) con l'asssociazione delle 10 nazioni del Sudest Asiatico (ASEAN) e sta anche negoziando accordi di libero scambio con Cina, Giappone e Corea. Inoltre l'Australia sta conducendo studi di fattibilità per accordi commerciali con l'India.

Non c'è dubbio che la domanda proveniente dall'Asia subirà una impennata nelle infrastrutture energetiche dell'Australia. Chevron Corp (CVX) e ConocoPhillips (COP) sono tra le compagnie energetiche che stanno investendo circa 200 miliardi di dollari in progetti di gas naturale sul suolo australiano.

Western Australia sarà una grande beneficiaria. La disoccupazione nella regione è scesa al 4,5%, grazie in parte a quanto Chevron Corp (CVX) definisce una "mega" iniziativa di gas naturale. I progetti Wheatstone e Gorgon sono direttamente legati alla massiccia domanda di espansione cinese e al continuo fabbisogno energetico.  Chevron Corp (CVX) aumenterà la sua spesa in conto capitale del 20% nel 2011 a 26 miliardi di dollari, con circa 4,4 miliardi accantonati per i suoi progetti nel Western Australia.

Dall'altra parte del paese, nel Queensland, Royal Dutch Shell (RDS.A) inizierà un progetto da 15 miliardi di dollari di gas naturale, che creerà 5.000 posti di lavoro. Soffermiamoci un attimo su questo dato, i macroeconomici parlano chiaro, la disoccupazione in Australia sta calando, grazie a questi progetti ma non solo. Come mostrato dal grafico qui sotto, il dato della disoccupazione è sceso dal 5,8% del 2004 al 5,2% di oggi.



Questo ha portato ad un aumento del mercato azionario australiano, così come il dollaro australiano, che ha raggiunto la parità con il dollaro statunitense il mese scorso. La Reserve Bank of Australia ha reagito mantenendo il tasso di interesse di riferimento costante al 4,75%, citando la necessità di combattere l'attesa inflazione.

Ma l'Australia non è solo materie prime ed energia. I legami economici tra Australia e Asia si sono allargati dal settore delle risorse ad altri. Quello finanziario per dirne uno, il quale comprende già il 40% del mercato azionario e l'iShares MSCI Italy Index (EWA) assegna quasi il 45% delle sue attività a società finanziarie.

L'Australia rappresenta un investimento rischioso ma dalle grandi prospettiva grazie all'onda economica cinese e asiatica. Finché l'onda rimane forte le aziende australiane correrà con essa.

domenica 12 dicembre 2010

3 società di consumo con alti rendimenti in opzioni

Questa settimana abbiamo cercato società con dividendi sottovalutati nell'industria cartacea, un settore che dovrebbe beneficiare nel breve termine di un aumento della domanda e riduzione dell'offerta. Sono state studiate società che pagano dividendi e che abbiano un forte ROE, una crescita di EPS e alti rendimenti di opzioni.

Il risultato ci ha mostrato 3 titoli con dividendi non proprio elevati ma che offrono interessanti opzioni, qusti titoli sono elencati di seguito.



Glatfelter (GLT): Uno dei principali produttori mondiali di carte speciali e fibre a base di prodotti cartacei. Molti dei suoi articoli sono destinati relativamente a piccole nicchie di mercato con un numero limitato di fornitori. L'azienda serve clienti in vari settori, tra editoria di libri, alimenti e bevande, carta carbone, digital imaging, laminati compositi e prodotti per l'igiene femminile. I prodotti di Glatfelter (GLT) sono utilizzati per le bustine di tè, filtri di caffè, libri di testo, etichette metallizzate per le bottiglie di birra, francobolli, nastro adesivo, carte da gioco, pavimenti in laminato, l'incontinenza degli adulti e salviettine pre-inumidite, tra gli altri usi. Le vendite nette negli Stati Uniti coprono il 70% delle vendite totali nel 2009, la Germania 16%, Regno Unito 11%, e in altri paesi il resto. (Fonte: Standard & Poor's)

Ultimo prezzo > 13.26 $
Vendite - 1.4 Bil > 16.7%
Introiti - 85.2 Mil > 17.1%
Dividendo per azione - 0.36 > 0.00%
Dividento percentuale - 2.71% > 2.70%
Paga dividendi regolari da 18 anni.

i dividendi sono calcolati senza il 12,5% di capital gain per i residenti in Italia ma non americani.



Neenah carta (NP): una internazionale leader nella produzione e nella distribuzione di premium fine papers e di prodotti tecnici utilizzati nella filtrazione, nastri, abrasivi, e altri mercati specializzati. Spin-off di Kimberly Clark nel 2008, Neenah carta (NP) ha ora due segmenti di business. Nel 2009 l'attività tecnica dei prodotti rappresenta il 55% dei ricavi e il settore carta il 45%. Nel suo business fine papers, Neenah carta (NP) produce premium writing, text, cover e specialty papers che sono tipicamente utilizzati nelle relazioni annuali, pacchetti di corporate identity, inviti, cancelleria personale e nel confezionamento di fascia alta per la pubblicità. L'attività tecnica dei prodotti è un produttore leader nel trasporto e di altri materiali filtranti, durevoli, substrati saturi e rivestiti, utilizzati in nastri, etichette, abrasivi, filtri, confezioni di medicinali e rivestimenti murali. Su base geografica nel 2009, il 63% delle vendite sono state generate negli Stati Uniti e il 37% proviene dall'Europa. (Fonte: Standard & Poor's)

Ultimo prezzo > 19.55 $
Vendite - 651.9 Mil > 1.7%
Introiti - 22.4 Mil
Dividendo per azione - 0.40 > 0.00%
Dividento percentuale - 2.05% > 1.70%
Paga dividendi regolari da 5 anni.

i dividendi sono calcolati senza il 12,5% di capital gain per i residenti in Italia ma non americani.



Temple Inland (TIN): A seguito di una profonda trasformazione nel 2007, Temple-Inland è ora focalizzata sul settore imballaggi di cartone ondulato e prodotti per l'edilizia. Il suo segmento di imballaggi in cartone ondulato (84% delle vendite nel 2009) rende containerboard e lo converte in scatole. Il segmento dei prodotti da costruzione (16%) produce prodotti di legno, tra cui truciolato, fibra di legno a media densità, pannelli di rivestimento a base di gesso e cartone di fibra. La società serve oltre 9.000 clienti di imballaggi in cartone ondulato con 15.000 destinazioni di spedizione di suoi sette cartiere e 63 impianti di trasformazione. (Fonte: Standard & Poor's)

Ultimo prezzo > 22.18 $
Vendite - 3.7 Bil > -5.9%
Introiti - 177.0 Mil > 5.4%
Dividendo per azione - 0.44 > -14.97%
Dividento percentuale - 1.98% > 3.90%
Paga dividendi regolari da più di 30 anni.

i dividendi sono calcolati senza il 12,5% di capital gain per i residenti in Italia ma non americani.



Diamo un occhio adesso per posizionarci in opzioni.

1) Ecco un confronto col settore per la gestione e la redditività:



2) La tabella seguente mostra le loro prestazioni nei settori di performance, capitalizzazione di mercato, e parametri di valutazione più selezionati:



È possibile migliorare notevolmente il rendimento di dividendo di ciascuna di queste azioni con la vendita di chiamate call e/o cash secured puts

3) Ecco le chiamate delle opzioni call stack up:



In aggiunta allo static yields mostrato nella tabella, potresti avere la possibilità di aumentare i tuoi guadagni anche sul prezzo. Per esempio, anche se lo static yield di GLT è solo al 9.83%, poichè non c'è un spread di 1.83 $ tra il prezzo corente e lo strike price, tu potresti realizzare un ulteriore 23% se le azioni fossero assegnate.

Il Cash Secured Puts per questi stock offre rendimenti interessanti:



Buon trade a tutti.

(Glossario) ROE - Return of Equity

ROE ( Return on equity ) è l'indicatore del grado di remunerazione del rischio affrontato dall'imprenditore e dai soci. Vedi giù l'acronimo Return on equity - indice di redditività

In finanza aziendale, il Return On common Equity (ROE) è un indice di redditività del capitale proprio. Esprime in massima sintesi i risultati economici dell'azienda. È un indice di percentuale per il quale il reddito netto(RN) prodotto viene rapportato al capitale netto (CN) o capitale proprio, ossia alla condizione di produzione di diretta pertinenza.

Per poter dire se un dato valore di ROE è buono o cattivo bisogna metterlo a confronto con il rendimento di investimenti alternativi (BOT, CCT, depositi bancari, ecc.), cioè valutare il costo opportunità dell'investimento nell'azienda in questione.

La differenza fra gli investimenti alternativi "sicuri" (BOT, CCT, ecc.) e il valore del ROE viene definita "premio al rischio" in quanto "premia" un investimento rischioso. Se il premio al rischio fosse 0 non avrebbe senso investire nell'attività rischiosa (un'impresa) in quanto è possibile ottenere la stessa remunerazione senza rischiare nulla.

\mbox{ROE}=\frac{\mbox{Reddito Netto di Esercizio}}{\mbox{Mezzi Propri}}\times 100

Alternativamente, si può ricavare il ROE dagli altri Indici di bilancio:



\mbox{ROE} = \mbox{ROI}\times\mbox{Leverage}\times\mbox{IGNC}
O
\mbox{ROE} = \mbox{ROA}\times\mbox{ME}


Il rendimento atteso di un investimento non risk-free è calcolabile come il tasso di interesse di investimenti risk-free, maggiorato di un premio di rischio. Generalmente si riferisce il tasso risk-free all'acquisto di un titolo di pari valuta e durata emesso da soggetto pubblico avente massimo rating; il premio di rischio può quantificarsi in una maggiorazione del 50% sul tasso risk-free.

Gli extraprofitti sono le quote di utile aziendale che eccedono il ROE medio del mercato di appartenenza. Gli extraprofitti sono associabili a un rischio finanziario maggiore.

domenica 5 dicembre 2010

I metalli preziosi pronti al Break Out sulla domanda cinese e le tensioni coreane

Oro

L'oro è più alto in tutte le valute anche questa mattina e si avvia a un guadagno settimanale in dollari per la seconda settimana di fila (e anche di alcune tra le principali valute), in quanto le importazioni della Cina sono salite e il rischio geopolitico nella penisola coreana rimane elevato, aggiungiamoci l'incertezza sull'euro e il gioco è fatto, la domanda sale perchè ci stiamo avviando sempre più ad un riparo sicuro da parte dei governi.

L'oro è attualmente scambiato a $ 1,390.30/oz, € 1,054.78 e £ 890.30/oz.



L'oro ha consolidato questi livelli e sembra esserci un forte sostegno a $ 1.320/oz. La resistenza è di $ 1.400/oz e il nominale è di $ 1,424.60/oz.  E' importante ricordare che l'oro rimane oltre il 30% sotto l'inflazione regolata di $ 2.300/oz nel 1980.

Mentre i mercati azionari e obbligazionari hanno reagito positivamente alla decisione della BCE di intervenire nel mercato obbligazionario, la preoccupazione è più che mai che questa sia l'ennesima panacea a breve termine che si limiterà a ritardare la resa dei conti. E 'difficile capire come l'attuale crisi finanziaria globale possa essere risolta senza la ristrutturazione del debito di massa, svalutazioni e cancellazioni di debiti. L'alternativa sono le svalutazioni competitive e l'avvilimento che porterebbero probabilmente alla stagflazione e ad una remota possibilità ma crescente forma di iperinflazione.

Il livello di ignoranza per quanto riguarda i fondamentali di guida del mercato dell'oro resta molto alto. I cosiddetti esperti continuano a dire che l'oro e l'argento sono rischiosi, sopravvalutato e ipotizzano una bolla speculativa. Questo nonostante l'oro stia rimanendo ben al di sotto della inflazione regolata del 1980 e l'argento a meno di $ 30/oz ben il 33% inferiore al prezzo nominale di $ 50/oz di 30 anni fa.

Il movimento del prezzo futuro di tutte le classi di attività è "inconoscibile" - soprattutto nel breve periodo. Dato il livello di incertezza finanziaria, economica e politica visto oggi, questo è un caso particolare. Pertanto, una reale diversificazione e una attività di qualità attraverso scelte a lungo termine rimangono l'unico modo per proteggere, preservare e far crescere la propria ricchezza.



Argento

L'argento è quasi l'1% in più in termini di dollari e questa settimana è aumentato in tutte le principali valute. La maggior parte degli analisti avevano sbagliato sull'argento negli ultimi anni e molti rimangono ribassista nonostante i fondamentali siano molto forti.

L'argento è attualmente in commercio a $ 28.76/oz, € 21.69/oz e £ 18.37/oz.

Platino

Platino è attualmente scambiato a $ 1,718.00/oz, il palladio a $ 762.00/oz e il rodio a $ 2.200/oz.

Notizie della settimana sui metalli preziosi

(Bloomberg) - Undici tra 16 traders, investitori e analisti interpellati da Bloomberg (compresi GoldCore), o il 69%, ha detto che il metallo salirà la prossima settimana vista la preoccupazione per la crisi del debito in Europa e le tensioni militari nella penisola coreana spinta ad una protezione della ricchezza.

(Bloomberg) - Le importazioni di oro da parte dell'India, il più grande acquirente del mondo, probabilmente saliranno da 20 a 25 tonnellate nel mese di Novembre, Prithviraj Kothari, presidente della Bombay Bullion Association, ha detto al telefono, citando dati provvisori. Gli acquisti di un anno prima erano di 30,7 tonnellate. Le importazioni sono diminuite in Novembre dopo che gli acquisti nel mese di Ottobre sono quasi raddoppiati a 70 tonnellate. Le importazioni di Ottobre dello scorso anno sono state di 36,2 tonnellate.

(Bloomberg) - La Cina aumenterà l'investimento in oro, Zhang Bingnan, vice presidente presso la China Gold Association, ha detto a Shanghai. L'interesse potrebbe essere aumentato attraverso lo sviluppo di trading del mercato dell'oro e investimenti nei settori di fabbricazione e minerario.

(Bloomberg) - La Cina dovrebbe considerare di aumentare le sue riserve d'oro come una strategia a lungo termine per spianare la strada all'internazionalizzazione dello yuan, ha scritto il consigliere della banca centrale Xia Bin al China Business News. Il paese deve rivedere la sua gestione estera.

(Financial Times) - Le importazioni di oro in Cina hanno registrato un'impennata quest'anno.
L'aumento, che arriva mentre gli investitori cinesi cercano assicurazioni contro la crescente inflazione e rivalutazione monetaria, mette Pechino sulla buona strada per superare l'India come il più grande consumatore mondiale di oro.

Pechino ha incoraggiato il consumo al dettaglio, con un annuncio in Agosto per promuovere e regolamentare il mercato locale dell'oro, compreso l'ampliamento del numero di banche autorizzate a importare il metallo prezioso. Xiangrong Shen, presidente del Shanghai Gold Exchange, che ha rivelato i numeri delle importazioni, ha detto che le incertezze circa le economie cinese e globale, e le aspettative inflazionistiche, hanno fatto dell'oro uno strumento di copertura molto popolare.

L'aumento della domanda cinese potrebbe ulteriormente gonfiare i prezzi dell'oro. L'ondata di importazioni di oro in Cina fa ben sperare per alcuni dei principali gestori al mondo degli hedge fund, tra cui David Einhorn di Greenlight Capital e John Paulson della Paulson & Co, che hanno investito pesantemente in lingotti, e alcuni minatori come Barrick Gold di Canada, Newmont Mining e AngloGold Ashanti del Sud Africa.

(Glossario) Stagflazione

In economia, con il termine stagflazione (combinazione dei termini stagnazione ed inflazione) si indica la situazione nella quale sono contemporaneamente presenti - su un determinato mercato - sia un aumento generale dei prezzi (inflazione), sia una mancanza di crescita dell'economia in termini reali (stagnazione economica).

La stagflazione è un fenomeno presentatosi per la prima volta alla fine degli anni sessanta, prevalentemente nei paesi occidentali; precedentemente inflazione e stagnazione si erano invece sempre presentate disgiuntamente. La contemporanea presenza di questi due elementi mise in crisi la teoria di John Maynard Keynes (e le successive teorie post-keynesiane) che, per oltre 30 anni, era stata la spiegazione più convincente per l’andamento dei sistemi economici, oltre che valido strumento di politica economica per i governi di paesi ad economia di mercato.

Milton Friedman, Nobel in Economia nel 1976, era stato tra i pochi a discostarsi dalle visioni keynesiane e roosveltiane e a prevedere, nei suoi due libri Capitalism and Freedom e Storia Monetaria degli Stati Uniti, l'avvento della stagflazione.

Nella visione keynesiana, la disoccupazione è causata da un livello non sufficiente della domanda aggregata, mentre l’inflazione è giustificata solo quando il mercato raggiunge il pieno impiego: a quel punto l’eccesso della domanda aggregata rispetto all’offerta aggregata, non potendo riversarsi sulla quantità reale (già massima e non espandibile), si riversa sui prezzi, incrementandoli e determinando un aumento del prodotto interno lordo nominale, ovvero dei prezzi e non delle quantità. Nella teoria keynesiana una situazione di disoccupazione non è compatibile invece con prezzi in aumento, ma solo con prezzi in diminuzione in linea col calo della domanda per effetto della diminuzione dei consumi cioè in regime di recessione.

La stagflazione fu così inizialmente contrastata, conformemente alla teoria keynesiana, con l’applicazione di politiche economiche inefficienti ed a volte persino destabilizzanti, improntate ad una forte espansione: gli effetti di queste scelte aggravarono, però, ulteriormente la tendenza, già presente nei sistemi economici, al rialzo dei prezzi dei beni per di più senza drastici cali della disoccupazione, come auspicato invece dai governi. Il fenomeno fu principalmente spiegato col prevalere di comportamenti di monopolio sia nel mercato del lavoro (per la rigidità dei salari), che in quello dei prodotti per la presenza di cartelli (in special modo nei mercati delle materie prime).

Dal momento che la teoria keynesiana non era in grado di spiegare correttamente questo nuovo fenomeno molti economisti superarono l’idea keynesiana, che fino ad allora era riuscita a spiegare e giustificare validamente i fenomeni presenti nelle economie di mercato, ritornando alle convinzioni della teoria economica classica.

giovedì 2 dicembre 2010

Elenco di società con ottime previsioni di crescita nei prossimi anni

Ecco un elenco di società con una elevata crescita redditizia, un ottimo trampolino di lancio per i nuovi investitori o chi ha intenzione di fare delle modifiche al proprio portafoglio. Alcune di loro forniscono anche dei dividendi. Tutte sono di settori diversi per permettervi di visionarle per un portafoglio diversificato, scelta basilare quando si investe in titoli.

La lista è stata fatta in base ad alcune scelte su 200 titoli americani tenendo conto delle vendite e degli utili al di sopra del 10% sempre in crescita negli ultimi 5 anni. Tutti i titoli scelti hanno anche un EPS (Utili per azione) in proiezione al di sopra del 10% per i prossimi 5 anni.

1. Lululemon Athletica Inc. (LULU): Industria dell'abbigliamento. Capitalizzazione di mercato di 3.8 miliardi di dollari. Le vendite sono cresciute del 61,87% negli ultimi 5 anni, con EPS in crescita del 52,73% nello stesso periodo. EPS ha previsto un incremento del 26,88% nei prossimi 5 anni. Il titolo ha guadagnato il 104,89% all'anno scorso.

2. Hypercom Corp. (HYC): Industria Business Equipment. Capitalizzazione di mercato di 409.89 Milioni di dollari. Le vendite sono cresciute del 11,02% negli ultimi 5 anni, con EPS in crescita del 15,43% nello stesso periodo. EPS previsto un incremento del 23,33% nei prossimi 5 anni. Il titolo ha guadagnato il 143,42% l'anno scorso.

3. Acme Packet, Inc. (APKT): Industria apparecchiature di comunicazione. Capitalizzazione di mercato di 3.11 miliardi di dollari. Le vendite sono cresciute del 54,65% negli ultimi 5 anni, con EPS in crescita del 12,27% nello stesso periodo. EPS previsto un incremento del 32,98% nei prossimi 5 anni. Il titolo ha guadagnato 377,39% rispetto all'anno scorso.

4. Chipotle Mexican Grill, Inc. (CMG): Catena di Ristoranti . Capitalizzazione di mercato di 8 miliardi di dollari. Le vendite sono cresciute del 26,39% negli ultimi 5 anni, con EPS in crescita del 75,1% nello stesso periodo. EPS previsto un incremento del 26,86% nei prossimi 5 anni. Il titolo ha guadagnato il 209,75% rispetto all'anno scorso.

5. Tata Motors Ltd. (TTM): Produttore Auto. Capitalizzazione di mercato di $ 18.66B. Le vendite sono cresciute del 36,1% negli ultimi 5 anni, con EPS in crescita del 15,61% nello stesso periodo. EPS previsto un incremento del 35,00% nei prossimi 5 anni. Il titolo ha guadagnato il 132,32% rispetto all'anno scorso. Fornisce anche dividendi: dividendo per azione 0.32$ in crescita negli ultimi 5 anni del 8.45%.

6. TriQuint Semiconductor, Inc. (TQNT): Industria dei semiconduttori. Capitalizzazione di mercato di 1,9 miliardi di dollari. Le vendite sono cresciute del 15,89% negli ultimi 5 anni, con EPS in crescita del 13,64% nello stesso periodo. EPS prevede una crescita del 17,5% nei prossimi 5 anni. Il titolo ha guadagnato il 119,3% rispetto all'anno scorso.

7. Alliance Holdings GP, LP (AHGP): Industria dei minerali non metallici. Capitalizzazione di mercato di 2.73 miliardi di dollari. Le vendite sono cresciute del 13,5% negli ultimi 5 anni, con EPS in crescita del 20,74% nello stesso periodo. EPS previsto un incremento del 14.% Nei prossimi 5 anni. Il titolo ha guadagnato il 99,39% rispetto all'anno scorso. Fornisce anche buoni dividendi: 2.00 $ per azione.

8. Illumina Inc. (ILMN): Settore della biotecnologia. Capitalizzazione di mercato di 7.52 miliardi di dollari. Le vendite sono cresciute del 67,47% negli ultimi 5 anni, con EPS in crescita del 56,04% nello stesso periodo. EPS previsto un incremento del 25,73% nei prossimi 5 anni. Il titolo ha guadagnato il 107,88% rispetto all'anno scorso.

(Glossario) EPS: (earning per share) Utili per azione

Utili per azione (Earnings per share o EPS) sono gli utili che un'azienda ha generato parametrati al numero di azioni emesse dall'azienda stessa.
Gli analisti finanziari utilizzano sia gli utili netti annuali (da bilancio annuale) sia i dati trimestrali che i dati annualizzati sulla base di ciascun trimestre (in questo caso si parla di Trailing Twelve Months o TTM), in alcuni casi gli analisti usano anche le stime di redditività attese per periodo futuri, e in questo caso si parla di utili attesi (Expected Income).
Il numero di azioni usate nei calcoli possono essere basati sia sul numero spot di azioni in effettivamente emesse, sia del numero di azioni teoricamente in circolazione a fronte di stock option, warrant etc. e in questo caso si parla di Utili diluiti, (in inglese Fully Diluted Shares e EPS). Rimane aperta la questione delle azioni proprie detenute da una società. In tale caso non esiste una regola consolidata, ma generalmente vengono considerate come vendute e eventuali profitti aggiunti all'utile netto, detratte le tasse rilevanti.
Le società indicano nei loro bilanci di fine anno il numero di azioni emesse e esistenti sul mercato, indicando anche il numero di azioni proprie possedute e il numero di azioni emesse durante l'anno. In funzione della tipologia di azioni utilizzate si parla di Trailing EPS se calcolate sul numero storico, EPS correnti se calcolate sul numero medio ponderato e Forward EPS nel caso di calcolo basato su proiezioni a fine anno.
La formula di calcolo per gli EPS non include i dividendi privilegiati. La formula elementare per il calcolo delle EPS è la seguente:


\mbox{Utili per azione}=\frac{\mbox{Utile Operativo}}{\mbox{Numero medio azioni emesse in circolazione}}


La formula degli EPS corretta per eventuali dividendi corrisposti ad azioni privilegiate risulta essere rettificata come segue: .
\mbox{Utili per azione}=\frac{\mbox{Utile Netto-Dividendi Privilegiati}}{\mbox{Numero medio azioni emesse in circolazione}}


è inoltre fondamentale ricordare che per risalire all'EPS si può utilizzare la formula:
\mbox{Utile per azione al tempo 2}=\frac{\mbox{Dividendo al tempo 2}}{\mbox{Tasso di distribuzione utili}}

dove:
\mbox{Tasso di distribuzione utili}=\frac{\mbox{Dividendo al tempo 1}}{\mbox{Utile per azione al tempo 1}}