giovedì 21 dicembre 2017

EURUSD, la riforma delle tasse in America e l'impatto sulle valute

Si è parlato tantissimo della riforma fiscale di Trump, il suo cavallo di battaglio, insieme all’abrogazione dell’Obamacare e il muro messicano, della sua campagna elettorale. Una riforma storica. Dopo 30 anni cambia il sistema fiscale americano. Costerà 1.500 mld. I tagli alle aliquote per imprese e famiglie (ad alto reddito).

La riforma fiscale alla fine è passata e il presidente Donald Trump, insieme a tutti i repubblicani esultano, pronti a incassare la prima (e finora unica) vittoria legislativa del loro mandato. Con un voto arrivato qualche giorno fa, la riforma ha superato lo scoglio decisivo del Senato e ora, dopo lievi modifiche tecniche e il via libera della camera scivola sulla scrivania di Trump allo Studio Ovale, per la firma definitiva sicuramente prima di Natale.

Ma come impatterà questa riforma, oltre che sugli utili delle corporate, sulle valute mondiali. I trade di valuta estera stavano diventando molto ansiosi in Asia in mezzo a mercati assottigliati dalle festività con scarso slancio, ma per fortuna ci sono state alcune novità per affondare i denti nella notte. Il dollaro si è rafforzato rispetto alla maggior parte delle valute, sostenuto da robusti dati sugli alloggi degli Stati Uniti e da una curva del Tesoro USA più accentuata, con rendimenti decennali in rialzo al 2,47%.

I trader di valute continuano a pensare che l’urto economico sarà piccolo mentre aumentano le chiacchiere che i mercati probabilmente hanno sovrastimato sull’impatto dei flussi di rimpatrio delle tasse. I mercati azionari sono rimasti invariati in modo indifferente durante la maggior parte della sessione. Non c’è dubbio che un verso fine anno stia prendendo piede mentre i tipici compratori sono rimasti assenti, probabilmente diffidenti sull’assumere nuove posizioni prima delle ferie. Ma senza dubbio, l’atmosfera intorno alla riforma fiscale rimane estremamente positiva per i mercati azionari.

Riforma fiscale americana e impatto su EURUSD

Il cambio Euro/Dollaro americano ha testato il livello di 1,1850 stimolato dai rapporti secondo cui la Germania invaderà i mercati con il debito sul lungo periodo l’anno prossimo. Ma i falchi dell’Unione europea hanno preso il volo col presidente della Bundesbank Jens Weidmann, che ha detto ai giornalisti che una conclusione più rapida degli acquisti di asset e una data di scadenza comunicata sarebbe stato più ragionevole. E il membro del Consiglio direttivo Jozef Makuch ha detto ai giornalisti che le discussioni si stanno spostando sempre più dall’acquisto di asset all’eventuale utilizzo futuro dei tassi di interesse per regolare l’economia.

Con Draghi che continua a mostrarsi accomodante, è chiaro che le divergenze interne della BCE saranno più evidenti nel 2018 e dovrebbero dare supporto all’euro. Questo resoconto mutevole spiega la disconnessione tra le manovre USDJPY e EURUSD durante gli ultimi giorni.

Sullo sfondo rimane il dibattito se la BCE fosse così accomodante come ritiene il mercato. I mercati monetari dell’Eurozona stanno diventando più aspri ed è facile razionalizzare che l’economia europea stia superando i limiti quando quella americana era seduta sulla bomba dei rialzi della Fed quando ha iniziato a normalizzarsi. Strutturalmente l’euro dovrebbe muoversi verso l’alto.

eurusd, valute, investi forex, guadagnare forex, taglio tasse america

Riforma fiscale americana e impatto sullo Yen

L’USDJPY è uscito allo scoperto salendo da 112,55 a 113,06, prima che gli utili delle società in questi giorni portassero i prezzi a 112,89. L’aumento dei rendimenti dei Treasury statunitensi ha rafforzato la coppia. L’azione sui prezzi si è svolta come previsto con gli orsi verso il dollaro che eliminano l’aumento dovuto al taglio delle tasse ma forse in modo meno aggressivo, come previsto dopo che i Treasuries a 10 anni si sono avvicinati al livello fondamentale del 2,5%. Ma nel complesso, la politica della “moneta facile” della Fed e il timore di una scarsa crescita economica anche con la riforma fiscale ha dato spunto agli orsi di restare a guardare intorno ai 113.25 in cerca di svanire qualsiasi tipo di salita.

Il mercato è ruotato attorno alla riunione della BoJ. L’USD è stato il principale motore del momentum USDJPY; anche con le scommesse al ribasso del dollaro erano in rialzo, è difficile razionalizzare il trade della coppia. L’economia giapponese continua a lottare con l’inflazione malgrado tutto il rumor intorno alla curva dei rendimenti, è improbabile che la BoJ cambierà virata in qualsiasi momento, il che significa che la lo Yen rimarrò sempre più debole.

usdjpy, investire forex, yen, qe giappone, inflazione, economia giapponese

Riforma fiscale americana e impatto sul dollaro asutraliano

La Reserve Bank of Australia (Rba), come ampiamente previsto, ha lasciato invariati i tassi d’interesse ai minimi storici dell’1,50%. Secondo il board dell’istituto centrale, che ha ripetuto quanto dichiarato già in occasione dei precedenti meeting, il mantenimento è coerente con la crescita sostenibile dell’economia dell’Australia e con il raggiungimento nel tempo dei target d’inflazione. Su questi livelli, non si può pensare che il mercato immobiliare, a suo tempo origine del problema, si raffreddi a breve. Inoltre, i mercati nutrono forti aspettative sul fatto che i tassi rimangano fermi almeno fino al 2019.

Le condizioni economiche sembrano però disomogenee. Inflazione e crescita delle retribuzioni basse impediscono un rialzo del tasso nel prossimo futuro e ciò malgrado le previsioni della banca centrale australiana. Il governatore della RBA ha detto che i livelli d’indebitamento sono elevati. Segnaliamo che, dal 2009, il livello del debito australiano è salito dal 15% al 45% del PIL.

L’AUD si sta indebolendo contro il dollaro e probabilmente continuerà a farlo. La RBA imiterà verosimilmente le altre principali banche centrali e non guiderà la transizione verso la normalizzazione della politica monetaria. Ecco perché crediamo che l’aussie possa indebolirsi ancora un po’ nel medio termine.

usdaud, investire forex, dollaro australiano, RBA, economia australiana

lunedì 18 dicembre 2017

Azioni che aumenteranno il dividendo nel 2018

La crescita dei dividendi è un fattore di vitale importanza per gli investitori che puntano al reddito nel lungo periodo. Questi infatti tendono a scegliere società con ottimi fondamentali che abbiamo un prezzo di mercato giusto e aumentano i loro dividendi ogni anno, al fine di aumentare la loro ricchezza e battere facilmente l’inflazione. Io personalmente sono uno dei pochi rimasti Buy and Hold, nell’era dei Bitcoin che salgono alle stelle, delle speculazioni dei cfd che pare rendano milionari chiunque, cerco di concentrarmi su una scuola di pensiero più conservativa, società che forniscono dividendi sempre crescenti con plusvalenze interessanti.

Nell’ultimo anno ho raccomandato un certo numero di società di dividendi quando erano a prezzi ragionevoli. In questo articolo vorrei dare un seguito a quella linea guida, segnalare altre società importanti che aumenteranno i dividendi nel 2018. Segnalarle tutte è impossibile, quindi vi mostrerò solo quelle che secondo il mio punto di vista sono le migliori.

Phillips 66 (PSX)

Dividendo attuale: +2.74%
Dividendo 2018: +2.97%
Plusvalenza ultimi 10 anni: +17% all’anno
Anni di crescita continua di dividendi: 5

Phillips 66 è impegnata nella produzione di liquidi da gas naturale (NGL) e prodotti petrolchimici. Opera in tre segmenti: Refining and Marketing, Midstream segment e Chemicals. Refining and Marketing, affina e trasporta il petrolio greggio e prodotti petroliferi principalmente negli Stati Uniti, Europa e Asia, ed è inoltre impegnata in attività di produzione di energia. Il segmento Midstream raccoglie, elabora e trasporta gas naturale e NGL prevalentemente negli Stati Uniti. Chemicals produce e commercializza prodotti petrolchimici e materie plastiche a livello mondiale.

Phillips66 ha aumentato il suo dividendo negli ultimi 5 anni, più come segnale di fiducia nella sua capacità di generare flussi di cassa futuri. Poiché la maggior parte dei suoi progetti sono completati, compreso il complesso chimico USGC a Baytown, Phillips66 avrà molta più flessibilità finanziaria, e quindi mi aspetto, come minimo, una continuazione nella sua politica di dividendo progressivo. La società ha alzato il dividendo di 7 centesimi sia nel 2016 che nel 2017, e mi aspetto che la tendenza esatta continui nel 2018. Ciò significa un aumento del dividendo del 10% nel 2018, entro il secondo trimestre.

Philips66, settore petrolio, azioni dividendi, buy and hold, migliori azioni 2018

Cisco System (CSCO)

Dividendo attuale: +3.15%
Dividendo 2018: +3.39%
Plusvalenza ultimi 10 anni: +12.9% all’anno
Anni di crescita continua di dividendi: 6

Cisco è una delle aziende leader nella fornitura di apparati di networking. Nasce nel 1984 a San Jose, California, da un gruppo di ricercatori della Stanford University, focalizzandosi sulla produzione di router. Attualmente vi lavorano oltre 60.000 persone nel mondo. L’attuale amministratore delegato e presidente è John Chambers. Cisco Systems (CSCO) è un altro nome da cui mi aspetto un aumento del dividendo anche se la crescita non è il massimo. Ciò è dovuto al fatto che Cisco ha una vera montagna di denaro su cui è seduta, il dividendo è solo il 54% dei guadagni e c’è molto più spazio per crescere.

Nell’ultimo trimestre ha finalmente trasformato le sue entrate in una crescita positiva per la prima volta in diversi anni. Un quarto non fa tendenza, ma spero che questa tendenza continui e, in tal caso, potremmo assistere a una crescita accelerata dei dividendi. Per ora, mi aspetto un aumento dei dividendi di 2 centesimi o 3 cent nel 2018, a seconda delle prestazioni nei prossimi due trimestri. Ciò significa crescita a dividendi a metà cifra singola o bassa cifra.

Cisco System, azioni 2018, azioni america, dividendi in crescita, lungo periodo investimenti

Leggett & Platt (LEG)

Dividendo attuale: +3.01%
Dividendo 2018: +3.20%
Plusvalenza ultimi 10 anni: +14.9% all’anno
Anni di crescita continua di dividendi: 45

Leggett & Platt progetta e produce vari componenti e prodotti ingegneristici in tutto il mondo. La società opera attraverso quattro segmenti: Arredamento residenziali, prodotti commerciali, materiali industriali e prodotti specializzati. L’azienda vende i propri prodotti attraverso agenti e distributori. Leggett & Platt è stata fondata nel 1883 e ha sede a Carthage, Missouri.

Leggett & Platt si è posizionata dietro un trend di crescita interessante; La crescente complessità nei segmenti automobilistici. Ciò dovrebbe comportare una crescita dell’EPS compresa tra il 4% e il 7% nel resto del decennio e, auspicabilmente, più a lungo termine. La società ha guadagnato dividendi di 2 centesimi l’anno in media. Nel 2018, ciò rappresenterebbe una crescita del dividendo del 5,5%, che si trova nel bel mezzo delle aspettative di crescita dell’EPS.

Leggett and Plat, azione con dividendi alto, migliori dividendi 2018, aumento dividendi, lungo periodo

giovedì 14 dicembre 2017

Domino Solutions: StMicroelectronics, italo/francesce tra i colossi dell'elettronica

STMicroelectronics NV (STM.MI), conosciuta anche come ST, è un’azienda franco-italiana, che produce componenti elettronici a semiconduttore. L’azienda è stata creata nel 1987 come il risultato della fusione delle attività semiconduttori di SGS Microelettronica (all’epoca detenuta dalla Società Finanziaria Telefonica) e dalle attività non militari di Thomson Semiconducteurs (all’epoca detenuta dalla Thomson SA). La società venne chiamata inizialmente SGS-Thomson Microelectronics NV ed ha usato questa denominazione fino al maggio 1998, quando, a seguito dell’uscita dal capitale della Thomson SA, è stata rinominata STMicroelectronics NV.

La SGS Microelettronica, all’epoca diretta da Pasquale Pistorio, è nata il 29 dicembre 1972 come SGS-Ates Componenti elettronici S.p.A. risultato di una fusione tra Società Generale Semiconduttori (1957) e ATES (1959). Il 23 aprile 1985 SGS-Ates diventa SGS Microelettronica.

La Thomson Semiconducteurs, all’epoca diretta da Jacques Noels, è nata nel 1983 (a seguito della nazionalizzazione di Thomson SA nel 1982) dalla fusione tra la
divisione semiconduttori della Thomson-CSF; SESCOSEM, fondata nel 1969 dalla Thomson-CSF e COSEM; EFCIS (Étude et fabrication de circuits intégrés spéciaux), Eurotechnique, fondata nel 1979, joint-venture tra la Saint-Gobain (51%) e la statunitense National Semiconductor (49%); Silec, fondata nel 1977 (Sagem Telecom) e la Mostek, azienda statunitense creata nel 1969 da alcuni fondatori di Texas Instruments e acquisita nel 1985.

Acquisizioni strategiche

Durante l’attività come SGS-THOMSON Microelectronics e poi come STMicroelectronics, l’azienda è stata partecipe del processo di ristrutturazione e di concentrazione dell’industria dei semiconduttori, con diverse acquisizioni e lo sviluppo e la produzione di diverse tecnologie e componenti elettronici nei settori dell’elettrotecnica, dell’informatica e dell’elettronica.

Nel 1989, SGS-Thomson acquista la società britannica Inmos, fabricante dei microprocessori Transputer destinati alla fabbricazione di processori massivamente paralleli; Inmos verrà integrata totalmente in ST nel 1994. Due anni più tardi, SGS-Thomson e Philips Semiconductors siglano un accordo di partenariato tecnologico che permette a Philips di beneficiare nel 1993 della nuova camera bianca dell’unità di R&S di SGS-Thomson a Crolles su un progetto chiamato Grenoble 92.

Nel 1994, SGS-Thomson acquista alcune attività di semiconduttori della società canadese Nortel e la fabbrica di Rancho Bernardo. Nel 2000, STMicroelectronics acquista le attività di semiconduttori della fabbrica di Ottawa, sempre di Nortel. Lo stesso anno, ST e SHIC creano la joint venture Shenzhen STS Microelectronics (60/40), con base a Shenzhen. A fine anno, la società completa la sua offerta pubblica iniziale sulle borse di Parigi e di New York. Il proprietario Thomson SA vende le sue azioni nella società nel 1998 quando la società è quotata alla borsa di Milano. Sempre nel 1998, avviene l’acquisto della britannica VLSI Vision, uno dei primi produttori di sensori di immagini CMOS.

Nel 2002, viene acquisita la divisione microelettronica di Alcatel, che, unita all’acquisizione di altre piccole società come l’inglese Synad, aiutano ST a espandersi nel mercato Wireless-LAN. L’anno successivo ST annuncia l’acquisto dell’azienda belga Proton World International (PWI) sviluppatrice di software per smart card, di proprietà di ERG Group. Nel 2005, STMicroelectronics era la quinta azienda mondiale di semiconduttori, dietro Intel, Samsung, Texas Instruments e Toshiba, ma davanti ad Infineon, Renesas, NEC, NXP e Freescale. La società era anche il prù grande produttore in Europa, davanti ad Infineon e NXP.

A maggio 2007, ST e Intel lanciano una joint venture, insieme a Francisco Partners, chiamata Numonyx. Questa nuova società è la fusione delle attività legate alle memorie flash di ST e Intel. La società è ufficialmente creata il 31 marzo 2008, e due più tardi viene venduta, per 1,27 miliardi di dollari, a Micron Technology. A fine 2007, ST ha avviato l’acquisizione della società statunitense Genesis Microchip, una società specializzata nella produzione di componenti per televisioni LCD e conosciuta per la sua tecnologia di elaborazione video (Faroudja) e che dispone di centri di progettazione situati a Santa Clara, Toronto, Taipei e Bangalore. L’operazione verrà conclusa a gennaio del 2008.

Nel 2011, STMicroelectronics ha annunciato la creazione di un laboratorio congiunto con la Scuola superiore di studi universitari e di perfezionamento Sant’Anna per lo sviluppo di robot e sistemi intelligenti avanzati capaci di migliorare sensibilmente la vita quotidiana. Il laboratorio si concentrerà sulla ricerca e l’innovazione in bio-robotica, sistemi intelligenti e microelettronica. Le collaborazioni passate con la Scuola Superiore Sant’Anna hanno incluso DustBot, una piattaforma che integrava i robot di servizio auto-naviganti per la raccolta dei rifiuti.

STMicroelectronics è oggi uno dei più grandi produttori mondiali di componenti elettronici, usati soprattutto nell’elettronica di consumo, nell’automotive, nelle periferiche per computer, nella telefonia cellulare e nel settore cosiddetto “industriale”. Ha clienti in tutti i settori applicativi dell’elettronica ed è stata riconosciuta tra le migliori aziende mondiali in termini di sostenibilità e figura quest’anno nella “A List” per la tutela delle riserve idriche e nella “A- List” per il cambiamento climatico stilate da CDP, l’organizzazione internazionale no-profit che valuta il comportamento ambientale delle aziende. Fra le 2.025 aziende di tutto il mondo valutate da CDP, la “A List” comprende il 10% delle società che nell’ultimo anno nell’ambito del programma di conservazione idrica di CPD hanno ottenuto i risultati migliori nel rendere più sostenibile la gestione delle risorse idriche.

CDP attribuisce i risultati di ST alla sua leadership, sottolineando che la Società ha implementato una serie di misure dirette a gestire il cambiamento climatico sia nelle proprie attività operative, sia nell’ecosistema della sua supply chain. Secondo Carlo Bozotti, President & CEO di STMicroelectronics, “Il processo di produzione dei semiconduttori richiede grandi quantità d’acqua con un grado di purezza molto elevato. Le problematiche legate alla scarsità delle risorse idriche e al trattamento delle acque reflue rappresentano una parte fondamentale della nostra strategia sin dal 1994. Nell’arco di 20 anni, il nostro impatto complessivo sulle risorse idriche si è ridotto di oltre il 70% grazie ai programmi di miglioramento continuo intrapresi in tutti i nostri stabilimenti di produzione; allo stesso tempo, in risposta al cambiamento climatico, abbiamo abbattuto i tre quarti delle nostre emissioni di anidride carbonica per wafer”. La responsabilità sociale è parte integrante del DNA aziendale, e ST è costantemente impegnata, in tutti i siti di produzione e attraverso tutta la supply chain, a ridurre il più possibile gli impatti ambientali e a operare come organizzazione globale e responsabile.

Solidi bilanci

Il gruppo italo-francese ha comunicato come risultati del terzo trimestre del 2017, ricavi per 2,14 miliardi di dollari, in aumento del 18,9% rispetto agli 1,92 miliardi realizzati nello stesso periodo dell’anno precedente. Su base sequenziale il giro d’affari è aumentato dell’11,1%, oltre il target del 9% indicato dal management. I vertici dell’azienda hanno precisato che l’incremento dei ricavi ha beneficiato della crescita a doppia cifra in tutti i gruppi di prodotto e al forte traino di nuovi prodotti. La marginalità si è attestata al 39,5%, valore che si confronta con il 35,8% del terzo trimestre 2016 e il 38,3% del secondo trimestre dell’anno. I vertici di STM stimavano una marginalità nell’ordine del 39%. STM ha terminato il terzo trimestre del 2017 con un utile netto di 236 milioni di dollari, rispetto ai 71 milioni dello stesso periodo dello scorso anno. Sulla base del portafoglio ordini dell’azienda, per il trimestre in corso i vertici prevedono una crescita del fatturato su base sequenziale nell’ordine del 10%, equivalente a una crescita anno su anno di circa il 18%.La marginalità dovrebbe collocarsi nell’intorno del 39,9%, comportando un miglioramento sostanziale della redditività operativa dell’utile netto per l’intero esercizio.

Previsioni 2017

Sono state fornite alcune stime su STM per il 2017. Il gruppo italo-francese dovrebbe chiudere l’esercizio in corso con ricavi in aumento del 18% rispetto all’esercizio, e dovrebbe allo stesso tempo, migliorare la marginalità. Gli investimenti totali sono previsti tra gli 1,25 e gli 1,3 miliardi di dollari.

Nuove acquisizioni

Il Chicago Tribune ha invece pubblicato un report secondo il quale STMicroelectronics starebbe considerando un’offerta per Fairchild Semiconductor. Questo permetterebbe al più grande produttore di chip in Europa, di “incentivare la crescita e le attività mediante i prodotti digitali”. Fairchild, che è uno dei più antichi produttori di chip negli Stati Uniti, ha recentemente dato incarico a Goldman Sachs per aiutarla a trovare un acquirente.

STM, settore semiconduttori, migliori azioni 2018, azioni italiane, ftsemib

mercoledì 6 dicembre 2017

Social network, perchè devono spingersi verso il settore sanitario

Ormai ogni investitore è consapevole che il governo Trump vuole abrogare l’Obamacare. Una lotta che perdura da un anno e che ha portato il presidente degli Stati Uniti a firmare l’abrogazione scavalcando camera e senato che non erano d’accordo con la nuova formula del Medicaid, nemmeno quelli dello stesso partito repubblicano. Il costo sociale dell’assistenza sanitaria, che è già insostenibilmente alto, continuerà a salire. Ad esempio, si prevede che le spese del Medicare aumenteranno del 75% entro il 2025 e continueranno a peggiorare con l’invecchiamento dei baby boomer. Qui potrebbero entrare in gioco i social network.

L’unico modo per ridurre la spesa sanitaria è abbassare i prezzi e impedire alle persone di ammalarsi. Il sistema sanitario degli Stati Uniti non è un sistema sanitario; è un sistema di malattia e disabilità. Dal punto di vista del business la cosa peggiore che potrebbe accadere al sistema attuale è concentrarsi proprio sulla salute.

Ci sono molte persone ben intenzionate nell’ecosistema sanitario che lavorano per migliorarlo. Ma, a causa degli attuali modelli di business sanitario, gli attuali stakeholder organizzativi come il governo, gli assicuratori, gli ospedali, le compagnie farmaceutiche, i gruppi di medici, ecc., sono preoccupati della spaccatura dei costi (e dei profitti) e dei conflitti nei loro interessi a lungo termine.

Se la riforma sanitaria non risolverà l’assistenza sanitaria, cosa lo farà? Ecco cinque motivi per cui i giganti della tecnologia orientati al consumatore come Apple, Amazon, Alphabet e Facebook potrebbero essere i futuri distributori che guideranno la riprogettazione fondamentale dell’assistenza sanitaria.

1. L’assistenza sanitaria è matura per la trasformazione digitale.

Molte società tecnologiche, sopratutto quelle che offrono spazi social hanno a disposizione enormi quantità di dati dei loro clienti, perchè non farli diventare anche pazienti. L’infrastruttura digitale esiste, manca quel passaggio che permetta a queste piattaforme di interagire con medici, ospedali e assistenti sanitari per condividere le informazioni in modo che anche il paziente sia coinvolto telematicamente senza dover avere un montagna di documenti o presentarsi per richiedere una visita specialistica.

Immaginate di attivare funzionalità comuni in altri settori, come la trasparenza dei prezzi, registrazioni dei pazienti e le valutazioni dei fornitori fino all’assistenza sanitaria. Immaginate di applicare la tele-presenza e l’intelligenza artificiale per far fronte alla carenza di medici e migliorare l’accesso alle cure. Le società di tecnologia stanno portando capacità analoghe ad altri settori dell’economia.

2. le società tecnologiche hanno capacità, credibilità, relazioni con i clienti e denaro.

Esistono già giganti tecnologici nel settore sanitario, come Cerner, Epic, GE e Oracle. Ma le loro controparti tecnologiche offrono una maggiore esperienza nelle tecnologie emergenti, tra cui social network, dispositivi mobili, esperienza utente, Internet of Things e intelligenza artificiale. Le aziende di tecnologia di consumo hanno anche un grande riconoscimento del marchio e relazioni esistenti con pazienti e operatori sanitari che potrebbero accelerare l’adozione.

Esiste ancheu n aspetto economico non indifferente che va tenuto in considerazioni, Alphabet potrebbe comprare Cerner 20 volte e con una acquisizione avere a disposizione i suoi dati con quelli di una società già inserita nel settore sanitario. Un bel vantaggio. Aziende come Facebook, Apple o Amazon, hanno fondi e capitalizzazioni sufficienti per espandersi senza troppe pretese.

società hi tech sanità online, apple, facebook, socia network, internet delle cose, intelligenza artificiale

3. Il mercato è talmente ampio che c’è spazio per tutti.

Diamo qualche numero, il valore stimato per la spesa sanitaria annua negli Stati Uniti si aggira intorno ai 3.2 trilioni di dollari. Se pensiamo ai rispettivi mercati delle aziende tech social networking, sono nulla a confronto a questa massa di denaro spesa ogni anno. Apple con i suoi telefoni è ridicola di fronte ad una tale scommessa, per non parlare degli introiti di Facebook o Google. Amazon con le vendite si sta già muovendo in quella direzione ma è lontana anni luce.

4. Partire da zero a volte è un vantaggio

Oltre alle opportunità e alle capacità, le società citate finora hanno pochi conflitti di interesse nel settore sanitario. Non hanno clienti aziendali esistenti da placare, sistemi legacy da aggiornare o modelli aziendali da proteggere. Una fondamentale disconnessione nell’assistenza sanitaria è che il paziente non è il cliente. Ciò porta ad una dinamica malsana, ma una grande opportunità per un nuovo modo di pensare.

L’attenzione si è concentrata sulla realizzazione di prodotti che possono essere rimborsati attraverso le compagnie assicurative, attraverso Medicare o Medicaid. E così in qualche modo si porta una visione totalmente nuova nel settore per aiutare il paziente.

5. L’accesso all’assistenza sanitaria offre potenziali sinergie con le imprese esistenti.

Punto finale ma pur sempre importantissimo, ognuna delle aziende citate ha delle una sua caratteristica peculiare capace di fornire un vantaggio nel settore sanitario. pensiamo a Google e al suo motore di ricerca, alla tecnologia di Apple, la distribuzione di Amazon, l’interazione di Facebook. Pazzesche ed uniche nel loro genere. Allo stesso tempo, entrare in questo business potrebbe rafforzare modelli di business esistenti molto redditizi, come il business di dispositivi e app store di Apple. La prospettiva di guidare semplicemente la crescita in quei core business giustifica il tempo e le risorse necessarie per entrare nel settore.

Amazon secondo il mio punto di vista è la più avvantaggiata. Da un tradizionale punto di vista industriale, potrebbe sembrare poco sensato che Amazon entri nel sistema sanitario. È un settore lento e regolamentato con concorrenti trincerati ed enormi ostacoli. Ma Amazon non ha mai prestato molta attenzione ai confini del settore o ai competitors. Amazon affronta la competizione come una battaglia senza esclusione di colpi e possiede una maggiore quota di portafogli clienti paganti. È difficile trovare un segmento più grande nel quale coltivare e acquisire una maggiore quota di profitti.

mercoledì 29 novembre 2017

Alcune ottime azioni da acquistare dopo la caduta

Lo S&P500 sta avendo il suo terzo miglior anno nell’ultimo decennio, il che è sorprendente se pensi che entreremo nel decimo anno del mercato rialzista a marzo. È una grande indicazione che la crisi finanziaria del 2008 è chiaramente nello specchietto retrovisore, rendendo molto difficile trovare titoli a buon mercato da acquistare.

Con lo S&P500 in crescita del 16% da inizio anno è sempre più difficile trovare azioni interessanti, come per esempio General Electric – in calo del 42% in un anno. Il nuovo CEO di GE, John Flannery, ha ottenuto il suo incarico e comincerà nel 2018. L’amministratore delegato dice che si concentrerà su assistenza sanitaria, aviazione ed energia per far uscire il conglomerato industriale dall’abitudinarietà pluriennale che sta vivendo. Il piano è abbastanza buono da indurmi a nominare GE una dei miei titoli da acquistare dopo la caduta.

Di seguito ci sono alcune società che ho esaminato personalmente, confrontandomi anche con analisti di alcune società importanti come JPM, Craig Ellis e altre. Queste società sono crollate e tutte hanno in comune un denominatore, sono in fase di cambiamento. Secondo il mio punto di vista, sono delle ottime occasioni per i prossimi anni.

Foot Locker (FL)
Foot Locker è un rivenditore di scarpe e abbigliamento per atleti, opera principalmente tramite i suoi 3.369 negozi negli Stati Uniti, Canada, Europa, Australia e Nuova Zelanda. I suoi negozi offrono prodotti di per prestazioni atletiche, prodotti principalmente per atletica. Le sue categorie di prodotto includono calzature, abbigliamento e accessori, oltre un assortimento di strumenti per atleti. I principali clienti sono giovani che cercano stili di moda con ispirazione street.

Sembra solo ieri che Ken Hicks, ex CEO di Foot Locker stava parlando del turnaround che aveva eseguito con successo nel corso di tre anni tra il 2009 e il 2012. Il titolo nel suo periodo è salito del 341%, con vendite alle stelle e sempre ottime trimestrali. Poi il calo, drastico nel 2017, -61%, portando il prezzo dell’azione proprio ai livelli quando Hicks lasciò l’azienda. Il nuovo CEO, Dick Johnson, non ha potuto dire le stesse cose, ma si è trovato di fronte una nave che perdeva acqua, con terribili situazioni, tagli da eseguire e la conseguente caduta del titolo, sono sicuro però che il nuovo CEO riuscirà nell’intento di riportare la società ad antichi fasti.

migliori azioni 2018, azioni dopo la caduta, foot locker, settore abbigliamento

Advance Auto Parts (AAP)
Advance Auto Parts è un rivenditore del settore automobilistico di ricambi non originali, accessori, batterie e componenti per la manutenzione che opera principalmente all’interno degli Stati Uniti. I negozi della società hanno una linea di prodotti per auto, furgoni, SUV e autocarri leggeri.

La società, attraverso i suoi 5200 negozi sta vivendo un anno difficile. Le sue azioni infatti sono scese di quasi il 47%, con solo cinque settimane rimanenti nell’anno. La storia della compagnia ha preso una piega interessante però lo scorso 14 novembre, quando ha annunciato guadagni del terzo trimestre che hanno battuto le stime degli analisti di 22 centesimi, inviando il titolo sul del 16% in una giornata di trading.

Ora, non corriamo troppo. I guadagni per azione della società di $1,43 erano ancora 30 centesimi in meno rispetto allo scorso anno, ma è un inizio. Guardando le prospettive della compagnia per il 2017, si prevede che generino un minimo di $300 milioni di flusso di cassa per l’intero l’anno, non alto come i $600 milioni di flusso di cassa del 2011. Ma comunque un dato positivo.

Basta osservare le metriche di valutazione per sapere che il titolo è più economico di quanto non sia stato negli ultimi cinque anni. Con un debito a lungo termine di $1 miliardo o il 15% della sua capitalizzazione di mercato e un solido bilancio.

advance auto parts, auto ricambi, settori automotive, migliori titoli 2018, aap, discesa titolo, analisi tecnica

Ulta Beauty (ULTA)
Ulta Salon Cosmetics and Fragrance gestisce negozi specializzati al dettaglio che vendono prodotti cosmetici, profumi, cura dei capelli e della pelle e relativi accessori/servizi. I negozi sono inoltre dotati di saloni. A partire dal 1 Gennaio 2017, la società ha operato in 974 negozi in 48 stati. Opera a servizio completo in tutti i saloni dei suoi negozi.

Il crollo di ULTA è scattato a giugno, causando il calo del titolo sotto i $300. La discesa è durata fino ad un -40%. Abbiamo massima fiducia nel CEO Mary Dillon – uno dei 20 migliori imprenditori della rivista Fortune del 2017. Non è mai facile assumere un gigante del settore come Sephora, ma è esattamente ciò che stanno facendo Dillon e la compagnia, con grande successo, potrei aggiungere.

Gli investitori sono scettici sul fatto che Ulta possa continuare a crescere al ritmo attuale – nel secondo la crescita delle vendite per negozio (ROI) è stato del +11,7%, dopo un guadagno del +14,4% nel secondo trimestre 2016 – ma la società non ha esplorato l’espansione internazionale in posti come il Canada dove l’unica vera concorrenza è Sephora e Shoppers Drug Mart.

L’azienda sta anche cercando di catturare una fetta più grande di cosmetici più costosi; i grandi magazzini continueranno a perdere quote di mercato rispetto Ulta. Dal punto di vista della valutazione, ULTA è più economica di quanto non sia stata negli ultimi cinque anni e questo sta è davvero interessante in un periodo di mercato toro.

ulta beauty, settore cosmesi, pil america, migliori azioni 2018, quali azioni comprare

lunedì 20 novembre 2017

Domino Solutions: Leonardo conviene anche a questi prezzi?

Leonardo (LDO.MI) è un’azienda italiana attiva nei settori della difesa, dell’aerospazio e della sicurezza. Il suo maggiore azionista è il Ministero dell’economia e delle finanze italiano, che possiede una quota di circa il 30%. Leonardo-Finmeccanica è il nome con cui si è identificata Finmeccanica a partire da aprile 2016. L’azienda ha successivamente modificato la sua denominazione sociale in Leonardo S.p.A. dal 1º gennaio 2017, a seguito dell’approvazione del cambio di denominazione sociale da parte del Consiglio di Amministrazione dell’Azienda, avvenuta nell’aprile 2016.

Nel 1948 l’IRI costituisce la Società Finanziaria Meccanica Finmeccanica per gestire le partecipazioni nell’industria meccanica e cantieristica acquisite dall’IRI nei primi quindici anni di vita. Tra le aziende acquisite figurano nomi illustri, quali Ansaldo, San Giorgio, Alfa Romeo, Navalmeccanica, Sant’Eustacchio. Nel 1959 l’IRI costituisce la Fincantieri nella quale confluiscono le aziende cantieristiche scorporate da Finmeccanica.

Il taglio delle stime fanno crollare il prezzo

Nel terzo trimestre 2017 il gruppo ha registrato ordini pari a 2.84 milioni, in crescita del 9,4% su base annua. I ricavi sono aumentati dell’1,4% a 2.658 milioni, cui però è corrisposta una netta flessione della redditività soprattutto a causa delle difficoltà nel settore degli elicotteri. L’Ebita è diminuito del 19,3% a 221 milioni, con una marginalità all’8,3% (-210 basis points), mentre l’Ebit è sceso del 26,3% a 171 milioni, con un ros al 6,4% (-240 basis points).

Il risultato netto ordinario è crollato del 45,5% a 78 milioni, mentre l’indebitamento finanziario netto, rispetto al 30 giugno 2017, è aumentato di circa 420 milioni a 4 miliardi dopo un free operating cash flow negativo per 441 milioni. Pertanto il management ha rivisto al ribasso la guidance 2017, prevedendo ora ricavi per circa 11,5-12 miliardi (da circa 12 miliardi), un Ebita di 1,05-1,1 miliardi (da 1,25-1,3 miliardi), un free cash operating cash flow pari a 500-600 milioni e un indebitamento netto di circa 2,5 miliardi.

taglia outlook 2017 dopo i conti del 3q e affonda in borsa

Conviene acquistare le azioni?

In borsa il crollo di un titolo non può durare sempre, è al pari vero che la quotazione Leonardo sta attraversando una fase delicatissima. La prima di Ottava, infatti, si è chiusa con il prezzo delle azioni Leonardo ai minimi da un anno e anche su Borsa Italiana oggi la quotazione dell’ex Finmeccanica sta segnando un calo vicino un supporto davvero importante, i 10 Euro. Il prezzo delle azioni della società di Profumo è sceso a 10,07 euro portando la performance mensile su un rosso del 35%.

Con una mossa a sorpresa però, gli esperti di Banca Akros hanno rivisto al rialzo il rating su Leonardo. Gli analisti hanno portato la loro raccomandazione sull’ex Finmeccanica a buy con target price a 14,25 euro. Per Banca Akros, quindi, le azioni Leonardo sono da comprare poiché molto presto le quotazioni del titolo potrebbero risalire e recuperare i recenti forti cali.

Una presa di posizione come quella di Banca Akros non rappresenta una nuvola a ciel sereno. Molto spesso, infatti, quando un titolo è nel pieno di una ondata ribassista, arriva sempre il report dell’analista ottimista di turno che invita a comprare semplicemente perchè il calo della società non può durare in eterno.

Noi continuiamo a pensare che il titolo scenderà, i futures, i cfd e gli strumenti short sono ancora troppo forti, se poi aggiungiamo un periodo di mercato non idilliaco, il calo è servito. Attendiamo la rottura dei 10 Euro per vedere se possa raggiungere gli 8.

Il futuro dell’azienda

Se il piano industriale dell’ex amministratore delegato è stato accolto con favore da analisti dell’Istituto Affari Internazionali, perché concentrava le attività core in una unica impresa più competitiva con una catena decisionale corta e accentrata al vertice, e i risultati sono stati salutati favorevolmente dai sindacati confederali, una forte critica era arrivata dal sindacato di base che ha denunciato la mancanza di una visione industriale, il processo accentratore dell’organizzazione del lavoro che ha provocato malfunzionamenti nel sistema della ex holding, il disinvestimento nei programmi civili per concentrarsi su quelli militari, e non da ultimo l’aver calcolato a bilancio l’intero importo della commessa EFA per il Kuwait non ancora interamente ricevuto.

Intanto in Spagna arriva il primo contratto per Thales Alenia Space nel segmento dei lanciatori. La joint venture tra Thales (67%) e Leonardo (33%) ha sottoscritto un contratto con ArianeGroup, primo contraente per Ariane 6, per la progettazione, lo sviluppo, la qualifica e la produzione del trasmettitore telemetrico del nuovo lanciatore europeo.

Il trasmettitore telemetrico è responsabile della trasmissione a terra dei dati generati dal lanciatore per l’intera missione di lancio. Con questa mossa la società, dopo trent’anni di attività nel settore spaziale, partecipando alla messa in orbita di più di 400 satelliti, sonde e veicoli spaziali, mira ad espandere il proprio portafoglio prodotti in Spagna nel campo delle comunicazioni spaziali attraverso equipaggiamenti di nuova generazione.

lunedì 13 novembre 2017

Brexit, Theresa May tra due fuochi, arriva la sfiducia dai conservatori

Tutto è cominciato qualche settimana fa, alcuni conservatori in varie conferenze avevamo paventato l’idea di sfiduciare la May perchè “troppo morbida” sulla questione Brexit. Questo fine settimana è arrivato il colpo di grazie, oggi infatti, un gruppo di conservatori, membri del parlamento hanno accettato di firmare una lettera di sfiducia su Theresa May, primo ministro britannico.

Sul fronte valutario è soprattutto la sterlina a guadagnare la scena, segnando nuovi cali rispetto alle valute principali sulla scia della fase di debolezza che sta colpendo il governo di Theresa May, sotto attacchi per una serie di scandali legati a presunte molestie sessuali. Una relazione del The Sunday Times ha dichiarato che 40 deputati hanno accettato di firmare la lettera di sfiducia a causa di preoccupazioni riguardanti la gestione della Brexit di Mrs May.

PIL Inghilterra, azioni inglesi, cambio GBPEUR, azioni GBP

Geoff Yu, capo dell’Ufficio investimenti britannico presso la UBS Wealth Management, ha dichiarato che la sterlina è “probabilmente un’indicazione che esiste un accordo UE-UK, ma naturalmente un cambiamento improvviso nella traiettoria nel Regno Unito potrebbe politicamente deragliare tutto”. Probabilmente i conservatori non sono d’accordo con gli accordi presi dalla May con l’Unione Europa.

Quali saranno le ricadute economiche dell’addio inglese?

È certamente la domanda cui è più difficile rispondere. Il previsto declino dell’economia britannica è stato ad esempio finora compensato dal calo del valore della sterlina, che ha reso possibile una crescita del tasso di sviluppo economico. Più probabile invece che si avveri la previsione sulla decadenza di Londra come principale piazza finanziaria europea. Simbolica dell’attesa fuga dalla City è la scelta dei celebri Lloyd’s di aprire la loro prima sede Oltremanica. Altre piazze finanziarie, tra cui Milano, aspirano a trarre vantaggio dalla crisi della City. Per ora si contano quasi 20.000 persona licenziate al mese sotto i colpi di corporation che preferiscono sedi europee come Milano, Francoforte e Lussemburgo.

Sintomatica poi la scelta della sede dell’EMA, la società che regola i farmaci da vendere in Europa, tuttora con sede a Londra, con l’uscita dell’Inghilterra la sede dovrà essere spostata, è probabile a Milano nel nuovo Pirellone, questo sarebbe l’ennesimo duro colpo alla Gran Bretagna. l’EMA sarebbe il fulcro della farmacologia europea con un indotto immenso, Milano è pronta.

Il futuro della Sterlina

Il FTSE 100 di Londra, dal giorno della scelta degli inglesi di uscire dall’Europa, ha guadagnato il 25%, aiutato dalla libbra più debole, che ha reso le esportazioni del Regno Unito più competitive abbattendo i guadagni effettuati in valuta estera grazie al calo della sterlina. Lo stratega di cambio di Scotiabank, Qi Gao, ha collegato il movimento della moneta alla “crescente minaccia alla leadership di Theresa May”.

Se i dati macroeconomici non hanno ancora scontato l’evento Brexit – che d’altra parte non si è verificato – e la Borsa di Londra si è comportata positivamente, finora il conto della prospettiva di divorzio tra Londra e Bruxelles è stato pagato dalla sterlina (con i riflessi annessi e connessi sull’inflazione). Soltanto la lira turca, sulla soglia della guerra civile, ha performato peggio del pound.

Brexit, Theresa May, investire inghilterra, azioni europa, conservatori inglesi, primo ministro inglese

L’attivazione dell’Articolo 50 non giunge certo inattesa per i mercati. Nondimeno, crediamo che potrebbe causare una lieve perturbazione perché gli investitori torneranno a concentrarsi sulla realtà della Brexit e sulle implicazioni, la sterlina potrebbe indebolirsi ancora, con implicazioni sulle obbligazioni e sui prestiti denominati nella valuta britannica. Quel che sembra certo è che per i prossimi due anni di negoziati la volatilità farà da padrona.

Oltre che sulla moneta, in futuro rischia di ribaltarsi su tutta la struttura produttiva britannica: un recente studio del Ceps per il Parlamento europeo dice che l’uscita del Regno Unito dall’Unione significherebbe un punto di Pil in meno all’anno, mentre i 27 dell’Unione rischiano complessivamente mezzo punto spalmato su due anni.

L’Unione europea sta preparando dei piani da attuare in caso di fallimento dei negoziati sulla Brexit e di un’uscita del Regno dalla Ue senza accordo. Lo ha rivelato il capo negoziatore europeo Michel Barnier in un’intervista al francese Journal du Dimanche. Barnier ha sottolineato che l’opzione in questione non è certamente la sua preferita ma “è una possibilità” per la quale ci si deve preparare per tempo.

martedì 31 ottobre 2017

Le migliori azioni da acquistare per settore dopo le trimestrali

Prima di passare alla visione dei titoli che abbiamo analizzato per un acquisto a Novembre dobbiamo fare una premessa. Queste trimestrali hanno messo in mostra alcuni aspetti interessanti, le health-care stanno ancora soffrendo e pagando un periodo non facile, i consumi si stanno riprendendo ma ancora lontani dagli antichi fasti. I settori che maggiormente stanno segnando recuperi e crescite interessanti sono gli energetici e i tecnologici.

Mentre gli energetici stanno recuperando dalle vendite pesanti dopo il crollo del petrolio, i tecnologici continuano a macinare guadagni sempre più alti grazie alle forti espansioni in paesi emergenti e nuovi prodotti sempre più ricercati.

Vediamo di seguito alcuni titoli interessanti da acquistare quanto prima per un investimento sul medio/lungo periodo che possa fornire non solo plusvalenze ma anche buone cedole. Segnaliamo cinque società da mettere in portafoglio.

Arista Networks (ANET)
La società fornisce soluzioni di cloud computing. Funziona attraverso i seguenti segmenti geografici: Stati Uniti, Sud America, Europa, Medio Oriente, Africa e Asia-Pacifico. Il suo sistema operativo estensibile supporta soluzioni cloud e virtualizzazione, tra cui VMware NSX, Microsoft System Center, OpenStack e altri framework di gestione cloud. Le soluzioni di cloud computing dell’azienda sono costituite da applicazioni e switch ethernet. Le soluzioni di cloud offrono prestazioni, scalabilità, disponibilità, programmabilità, automazione e visibilità del settore. L’azienda è stata fondata da Andreas Bechtolsheim, David Cheriton e Kenneth Duda nell’ottobre 2004 e ha sede a Santa Clara, CA.

La crescita impressionante di ANET ha superato notevolmente la media del settore del 14,4%. I ricavi sono saliti del 50,8%. La crescita del reddito della società sembra aver contribuito ad aumentare l’utile per azione. Il rapporto debito-equity di ANET è molto basso a 0,03 e attualmente è inferiore a quello della media del settore, implicando che ci sia stata una gestione molto efficace dei livelli di debito.

Settore Tecnologia

ANET, Arista Network, +200% in due anni, crescita cluod, settore tecnologico, migliori azioni 2018

Honeywell International (HON)
Honeywell è una delle più importanti aziende multinazionali statunitensi, che opera in diversi settori, fra cui controllo e automazione nel settore industriale o domestico, componenti per il settore aeronautico e automobilistico, materiali speciali ad elevate prestazioni (fluoro-carburi, pellicole speciali, fibre ad elevate prestazioni, reagenti e sostanze chimiche di laboratorio, materiali elettronici ad elevata purezza). Fra i suoi prodotti più conosciuti al grande pubblico, la linea di termostati per la casa e i prodotti per automobili fra i quali l’antigelo Prestone, i filtri Fram, e le candele Autolite. Alla Honeywell è inoltre attribuita l’ideazione del primo sistema di controllo distribuito (DCS).

La crescita dei ricavi ha superato leggermente la media del settore del 2,4%. I ricavi sono leggermente aumentati del 3,2%. La crescita del fatturato della società sembra aver contribuito ad aumentare l’utile per azione. Ha migliorato i profitti per azione del 9,4% nel trimestre più recente rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente e ha dimostrato un modello di utili positivi negli ultimi due anni. Riteniamo che questa tendenza dovrebbe continuare.

Settore Industriale

HON, analisi tecnica, migliori azioni 2018, azioni comprare subito, migliori investimenti

Alibaba Group (BABA)
Alibaba Group è una compagnia cinese privata con sede ad Hangzhou composta da una famiglia di compagnie attive nel campo del commercio elettronico, quali mercato online, piattaforme di pagamento e compravendita, motori di ricerca per lo shopping e servizi per il cloud computing. Nel 2012 due dei portali principali di Alibaba hanno gestito 170 miliardi di dollari in vendite, una somma maggiore delle vendite combinate su eBay e Amazon.com. La compagnia opera principalmente in Cina, e ha una valutazione stimata tra i 55 e 120 miliardi di dollari. Nel 2011 Alibaba fu messa nella lista delle 2.000 compagnie più importanti del mondo da Forbes, la Global 2000.

Il margine di utile lordo è piuttosto elevato; attualmente è al 68.41%. È aumentato rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Insieme a questo, il margine di profitto netto del 29,25% è superiore a quello del media dell’industria. Il flusso di cassa operativo netto è aumentato significativamente del 65,88% a 3.733,57 milioni di dollari rispetto all’anno precedente. Inoltre ha superato notevolmente la media del settore dello 0,58%.

Settore Tecnologia

Alibaba, BABA, retail, Amazon, analisi fondamentale, azioni 2018, migliori azioni da comprare subito

Telenet (TNET)
Telenet Group Holding NV opera come società di telecomunicazioni che fornisce servizi via cavo. Offre servizi televisivi analogici e digitali via cavo a pagamento, tra cui televisione ad alta definizione e on demand, Internet a banda larga ad alta velocità e servizi di telefonia fissa e mobile agli abbonati residenziali. L’azienda offre anche servizi voice e dati, nonché servizi a valore aggiunto, come cloud, hosting e soluzioni di sicurezza per piccole, medie e grandi imprese. Telenet Group Holding è stata fondata il 23 settembre 1996 e ha sede a Mechelen, in Belgio.

Telenet group holding nv per l’anno 2017 ha presentato un ebitda di 911,2 milioni di euro. Il risultato netto è stato di 106,3 milioni di euro. Il flusso di cassa è stato di 345,4 milioni rispetto ai 107 precedenti.

Settore Telecomunicazioni

Telenet group, TNET, azioni europee, migliori azioni Europa

Lazard (LAZ)
Lazard è una banca d’affari di origine Americana, molto radicata anche in Europa. Nonostante le sue dimensioni relativamente piccole (per cui è spesso stata definita una “boutique finanziaria”, piccola ma di lusso), grazie alla sua antica tradizione, è una delle banche d’affari più attive nella consulenza (advising) alle imprese per le operazioni di fusione ed acquisizione. Lazard si è sempre contraddistinta per la sua riservatezza e per la scelta di concentrarsi su clienti di grandi dimensioni. Lazard è attiva anche nell’asset management (gestione degli investimenti).

Rispetto a dove si trovava un anno fa un anno fa, il titolo sta scambiando ad un livello più elevato, indipendentemente dai risultati deboli della società. L’utile per azione del trimestre più recente è risultato lievemente inferiore al trimestre precedente. L’azienda ha subito un calo del reddito per azione negli ultimi due anni. Tuttavia, pensiamo possa invertire la tendenza nel corso del prossimo anno. Durante l’anno fiscale precedente ha riportato una diminuzione dei guadagni di $ 2.92 contro $ 7.41 nell’anno precedente.

Settore Finanza

Lazard, LAZ, migliori azioni 2018, investire amarica, settore banca, settore finanza, analisi tecnica RSI

giovedì 26 ottobre 2017

Domino Solutions: Zignago Vetro trasforma le vostre idee in vetro

ll Gruppo Zignago Vetro (ZV.MI) opera in tutto il mondo con un modello “business to business” ed è protagonista dagli anni cinquanta del mercato nazionale e internazionale del packaging in vetro di alta qualità. Produce, grazie alla profonda conoscenza dell’arte vetraria, delle tendenze e delle esigenze del mercato, e con la giusta coniugazione tra classicità e originalità, tra affidabilità ed innovazione, oltre un miliardo e mezzo di contenitori l’anno destinati ai settori delle Bevande, Alimenti, Cosmetica e Profumeria.

La continua attività di Ricerca e Sviluppo rivolta allo studio di nuove soluzioni per il miglioramento dei confezionamenti e dei processi industriali, permette l’innovazione dei prodotti compresa la realizzazione di forme sempre più complesse e di contenitori sempre più leggeri, quando questa caratteristica è richiesta, come nel mercato delle Bevande e Alimenti. Questo comporta l’ammodernamento degli impianti, anche con tecnologia sviluppata all’interno del Gruppo.

Le acquisizioni intelligenti

Nel 2002 Zignago Vetro acquista Verreries Brosse SAS, società francese leader nella produzione di flaconi e bottiglie di lusso, con uno stabilimento situato in Normandia, al centro di un distretto di antica tradizione nella produzione di raffinati flaconi per l’alta profumeria e distilleria. L’elevata qualità e la forte personalizzazione caratterizzano la produzione, realizzata con moderne macchine automatiche ma anche con la più tradizionale tecnologia semi-automatica. Una parte rilevante dei contenitori è inoltre sottoposta a seconde lavorazioni per la valorizzazione della griffe.

Nel 2004 acquisisce direttamente la partecipazione di Vetri Speciali SpA, azienda leader mondiale nella produzione di contenitori speciali, di vino, olio e liquori, realizzate in forme originali con ampia gamma di colori ed in lotti anche molto piccoli, per la fascia premium del mercato delle Bevande & Alimenti. Vetri Speciali unisce un’elevatissima flessibilità produttiva, grande capacità di design e sofisticate tecnologie produttive.

Nel 2010, insieme con altri due partner, fonda Vetreco Srl, della quale detiene il 30% del capitale, società tra le più importanti nel settore in Italia sia per dimensioni che per soluzioni tecnologiche, che tratta e trasforma il rottame di vetro proveniente dalla raccolta differenziata per il suo reimpiego, essendo lo stesso, riciclabile al 100% per un numero infinito di volte senza perdere in qualità.

Nel 2011 acquista Huta Szkla Czechy SA, vetreria polacca, con sede e stabilimento a Trabki, nella regione della Masovia, nei pressi di Varsavia, specializzata nella produzione di contenitori standard e personalizzati destinati al mercato della Bevande & Alimenti e Cosmetica e Profumeria mass market. Situata in un’area geografica strategica, sia per le potenzialità di sviluppo del mercato polacco, sia per la posizione baricentrica rispetto ai tradizionali mercati della UE e quelli in forte sviluppo dell’Europa orientale.

Un management perfetto

Zignago Vetro ha terminato il primo semestre del 2017 con ricavi per 176,05 milioni di euro, in crescita del 5,7% rispetto ai 166,48 milioni realizzati nei primi sei mesi dello scorso anno. I ricavi realizzati fuori del territorio italiano sono stati pari al 37,9% del fatturato totale.

In forte miglioramento il margine operativo lordo, che è salito del 15,3%, passando da 38,61 milioni a 44,52 milioni di euro. La società ha terminato lo scorso semestre con un utile netto di 18,24 milioni di euro, il 44,8% in più rispetto ai 12,59 milioni dei primi sei mesi del 2016.

Nell’intero semestre gli investimenti tecnici sono stati pari a 29,4 milioni di euro, mentre le attività operative hanno generato un flusso di cassa prima degli investimenti di 27,1 milioni. I vertici di Zignago Vetro ritengono che la domanda nei vari settori in cui opera il gruppo possa mantenersi su buoni livelli.

Dal 2007 Zignago Vetro è quotata alla Borsa Italiana, nel segmento STAR. Dopo la crisi Lehman, il titolo ha più che raddoppiato il suo valore di mercato.

Zignago Vetro, azioni italiane, migliori azioni 2018, investire FTSEMIB, analisi tecnica

lunedì 23 ottobre 2017

Le migliori società del settore robotica in fermento

Uno degli argomenti più scelti dagli studenti di ingegneria, quando si parla di tesi di laurea, è la robotica. Una preferenza assoluta di tutte le industrie in rapida crescita. Più in particolare, i robot industriali e i cobot che saranno una parte importante della produzione in futuro. Ritengo che l’industria della robotica sarà molto più grande di quanto preveda la maggior parte degli analisti. Ciò si traduce in enormi opportunità di profitto per noi investitori.

La ragione è semplice. Le aziende continueranno a scoprire che l’introduzione di robot o cobots collaborativi, sono relativamente economici e facili da “addestrare”, aumenterà la produttività e la redditività delle loro operazioni. Ma senza causare enormi perdite di posti di lavoro.

I ricercatori del MIT hanno scoperto che le squadre robot-umani sono circa l’85% più che produttive rispetto agli esseri umani o ai soli robot. E Søren Peter Johansen dell’Istituto danese di tecnologia sottolinea che l’automazione rende più semplice dell’80% un processo di produzione rendendolo significativamente più economico rispetto una soluzione completamente automatizzata. Il restante 20% del lavoro sarà fatto da collaboratori umani.

Questa linea di pensiero è sostenuta dal fatto che l’industria automobilistica globale è stata un adattatore importante della tecnologia robotica. Tuttavia, l’occupazione nell’industria è ancora in aumento. Aggiungendo i robot alla forza lavoro si creerà una situazione definita win to win, in cui tutti vincono.

Robot: la prossima generazione

La prima generazione di un robot industriale medio costa circa $ 120.000 per l’installazione. Questo ha servito come attenuatore sulla crescita del settore. Ma ora, la prossima generazione di robot industriali – robot collaborativi – costa solo circa 35.000 dollari per l’installazione. E con poco tempo necessario per ‘addestramento’, a differenza dei robot di vecchia scuola che avevano bisogno di un programmatore per impostarla.

I robot della vecchia scuola sono stati utilizzati principalmente dall’industria automobilistica, con scarso assorbimento da altri tipi di settori. Questo significa che c’è un mercato rimanente molto grande che è aperto per l’introduzione di cobot di nuova generazione. Quella linea di pensiero è sostenuta da uno studio di ricerca che prevede che il mercato dei cobot crescerà di oltre il 40% ogni anno nei prossimi cinque anni.

Questa crescita sarà spinta dai robot industriali. Secondo la ricerca di ARK Invest, entro il 2025, i costi per i robot diminuiranno di circa il 65% a solo $ 11.000. Tutto grazie ai progressi tecnologici nell’apprendimento della macchina, nella visione della stessa e nei sensori collegati.

Outlook, stime, settore robotica, domanda cinese

Cina: guida la strada

Non mi sorprende che la Cina stia guidando la strada in questa rivoluzione robotica. Il volume delle vendite annuali ha già raggiunto il livello più alto per un singolo paese, in quanto le vendite di robot industriali del 2016 sono aumentate del 27% a 87.000 unità. L’aumento è previsto in continua crescita secondo la Federazione Internazionale di Robotica. Questa organizzazione del settore prevede che dal 2018 al 2020 le vendite di robot in Cina saliranno tra il 15 e il 20% ogni anno.

Il principale fattore di questa crescita in Cina è la sua industria elettrica ed elettronica. Nel 2016, le vendite in questo settore sono aumentate del 75% a quasi 30.000 unità. Tra queste industrie sono i sottosettori di semiconduttori e batterie, che il governo cinese si è concentrato, dato che prevede sia cruciale per il futuro della sua economia.

Società che possono approfittare di questa opportunità

I dati del gruppo industriale mondiale e l’associazione Giappone Robot, hanno mostrato che le esportazioni di robot industriali in Cina sono aumentate del 48,3% su base annua nel primo trimestre del 2017.

Questo aumento non è stato sottovalutato dagli azionisti di Yaskawa Electric (OTC: YASKY), produttore giapponese di robot, la quale ha raddoppiato il prezzo quest’anno.
Oltre ai robot industriali, l’azienda produce servos e controllori di movimento, azionamenti e commutatori a motore CA. La società ha una ricca storia nella robotica, producendo il primo nel 1977 un robot industriale completamente elettrico. La linea MOTOMAN di robot industriali continua ancora oggi.
Yaskawa sta crescendo in Cina. Sta ampliando le linee di produzione in un complesso a Changzhou con l’obiettivo di raddoppiare la produzione mensile locale ad almeno 1.200 unità entro la fine del decennio.

Un’altra società che corre nella gara per costruire robot per la Cina è la centrale elettrica svizzera ABB Ltd. (ABB). L’azienda è divisa in quattro divisioni: robotica e movimento, automazione industriale, prodotti di elettrificazione e griglie elettriche. Focalizzandosi sulla sua divisione di robotica, ABB sta accelerando la sua espansione in Cina con i piani di raddoppiare la capacità produttiva di robots. Parte di questo piano coinvolge il raddoppio del numero di impiegati di ricerca di robotica in Cina.

ABB, analisi tecnica, media mobile, rsi, analisi tecnica, analisi fondamentale, settore robotica

Questa importante spinta verso la Cina è parte integrante della strategia di gestione di ABB per superare la giapponese Fanuc (OTC:FANUY) come il più grande fornitore mondiale nel settore della robotica e dell’automazione. La società vorrebbe inoltre assumere la guida in Cina nel fornire le infrastrutture necessarie (fornendo stazioni di ricarica) per veicoli elettrici.
Si può chiedere se i prezzi di abbattimento per i robot influenzeranno negativamente queste società. Sulla base della storia, la risposta è no. Negli ultimi dieci anni i prezzi dei robot sono scesi di circa il 40%. Tuttavia, i margini lordi per aziende come ABB, Fanuc e Yaskawa sono in realtà in netto miglioramento.

giovedì 19 ottobre 2017

Pronti per una bolla speculativa o l'azionario USA è ancora in crescita?

Anche se non tutti gli investitori professionali e gli analisti ritengono che le valutazioni del mercato azionario siano in un territorio da bolla, la maggior parte probabilmente sarebbe d’accordo sul fatto che le molte imprese statunitensi siano in ipercomprato. Il rapporto P/E dello S&P500 è ad un livello storico alquanto elevato, così alto lo è stato durante il mercato del toro sfociato con la bolla tecnologica degli anni 90 e quella immobiliare della metà della stessa decade. Secondo il nostro punto di vista, uno storno dei mercato è molto probabile, ma forse vivremo cadute di settori prima di vedere una vera e propria recessione, come quella dell’Healthcare 2 anni fa o il petrolio l’anno scorso.

Analogie con la deflazione giapponese e demografia in decrescita

La bolla speculativa giapponese fu una bolla speculativa formatasi a partire dal 1986 e scoppiata nel 1991, riguardante il mercato azionario e il settore immobiliare giapponese. La formazione della bolla fu possibile a causa di vari fattori: per primo la liberalizzazione delle norme finanziarie sommata al rapido aumento dei prezzi dei beni immobiliari, alla relativa capacità produttiva del Giappone di riuscire a stare al passo con la domanda di beni e servizi (domanda aggregata) e al conseguente aumento di liquidità delle imprese.

Ciò permise a queste ultime di investire in attività speculative nel mercato azionario e nel settore degli immobili. Inoltre alcune incomprensioni tra il Ministero delle Finanze e la Banca del Giappone sulle decisioni da prendere in seguito al deprezzamento del dollaro (accordi del Plaza e del Louvre) favorirono lo sviluppo della bolla. Una volta che questa scoppiò, il Giappone andò incontro a un lungo periodo di deflazione noto come “decennio perduto”, che segnò la fine del boom economico del secondo dopoguerra.

In retrospettiva, il “decennio perduto” del Giappone sconvolse gran parte del mondo occidentale, dove la crescita della popolazione è rallentata. In Europa le percentuali sono in fase negativa e nel suo complesso la lieve crescita demografica è stata dello 0,25% nel 2016. Gli Stati Uniti hanno aumentato la propria cittadinanza dello 0,81% l’anno scorso, dato elevato rispetto gli standard dei paesi sviluppati ma ancora inferiore ai tassi di crescita passati. Storicamente, gli Stati Uniti hanno innalzato la crescita della popolazione attraverso l’immigrazione, ma la situazione in generale appare in pericolo.

Deflazione Giappone, crisi giappone, decennio perduto, inflazione giappone, recessione giappone 2000

Il consumismo che precedette la Grande Recessione potrebbe non tornare negli anni a venire. Nonostante i profitti aziendali record, l’inflazione rimane bassa e la crescita salariale sta mostrando segni di vita. Le entrate sono state un fattore importante per l’esplosione economica del ventesimo secolo, per cui la debole crescita produttiva dell’America negli ultimi decenni è allarmante. In questo contesto, non c’è molta ragione per cui la Fed possa improvvisamente stringere la politica monetaria.

Tassi di interesse

Recentemente Buffett ha dichiarato che vede il Dow Jones verso 1 milione di punti nei prossimi 100. Il Dow ha rotto i 23.000. Sarebbe difficile discutere contro un investitore come Warren Buffett, il terzo uomo più ricco del mondo. Come ha sottolineato Bob Lang di RealMoney, la dichiarazione di Buffett non è così scandalosa – in base ad un semplice calcolo, il Dow dovrebbe avere un tasso di rendimento annuo del 4,7%. Al ritmo attuale, l’indice americano si avvicinerebbe ai 2 milioni di punti.

Per molti investitori, tutto torna. I treasuries decennali in passato davano il 6,5%, oggi gli stessi strumenti governativi solo il 2,3%. Quando l’inflazione è parte integrante di tutti gli studi macroeconomici, i tassi di interesse reali sono ancora molto vicini allo zero. Sebbene il P/E dello S&P500 si trovi ora sopra 25, lo yield delle imprese è intorno al 4%, il che rende decisamente più attraenti le azioni rispetto alle obbligazioni. Anche con l’attuale Shiller P/E del 31, che regola la ciclicità, i titoli continuano a produrre quasi il 50% in più rispetto ai treasuries statunitensi.

Poiché i titoli di Stato statunitensi sono un investimento privo di rischio, non ha alcun senso tenere un bene con un rendimento minore. All’altezza della bolla tecnologica del 2000, però, la resa dei treasuries eclissò la portata dei redditi dello S&P500 con un ampio margine. Con le obbligazioni che generano più del 6% e i titoli poco più del 3%, una persona razionale avrebbe facilmente visto che il mercato stava scendendo. Si è parlato molto dei ritardi sull’innalzamento dei tassi di interesse e la valutazione dei titoli azionari. Se la Fed dovesse aumentare notevolmente i tassi, allora il mercato sarebbe troppo caro. Questo può ancora accadere, ma c’è ragione di credere che i tassi di interesse storicamente bassi potrebbero rimanere tali per lungo tempo.

Capitalizzazioni alle stelle

Gran parte del guadagno recente del mercato azionario può essere tracciato in una manciata di aziende tecnologiche, il capitale di rischio privato ha spinto le valutazioni di alcune imprese così in alto da essere giudicate “incomprabili”. Facebook (FB) e Alphabet (GOOGL) potrebbero aumentare il flusso di cassa, ma non vediamo come giustificare un P/E a 35 per due società che valgono 500 e 700 miliardi rispettivamente.

Allo stesso modo, un certo numero di Blue Chip, come Coca-Cola (KO), hanno yield interessanti e sempre in crescita, ma come possiamo prendere in considerazione un’azienda del genere, sapendo che il suo P/E sfiora i 40 punti. Una società con una capitalizzazione di 200 miliardi di dollari e che sta attraversando un periodo di cambiamenti e difficoltà?

Lasciando da parte queste eccezioni, non sembra che la maggior parte dei titoli siano in un territorio “bolla”. Alcuni osservatori notano che i guadagni delle società hanno superato la crescita del PIL, ma questo può avere più a che fare con il fatto che la cultura aziendale americana è strutturata per dare la priorità agli azionisti. Molte società americane hanno utilizzato la politica monetaria allentata dalla Fed per premiare gli azionisti anziché investire in beni patrimoniali.

Conclusione

Molti paesi, di fronte a situazione difficili dei mercati finanziari, hanno cercato di salvare la situazione con politiche di denaro facili beneficiando gli azionisti e rendendo i titoli relativamente più attraenti. Molte società hanno anche approfittato dei bassi tassi di interesse, premiando gli azionisti con dividendi e buyback piuttosto che fare investimenti strutturali. La bassa inflazione finora ha ostacolato il piano della Fed di aumentare i tassi di interesse, il che significa che le dichiarazioni di Buffett di cui abbiamo parlato all’inizio, hanno un senso logico.

Naturalmente i mercati non sono immuni da fattori esogeni, il famigerato “cigno nero” potrebbe capitare in qualsiasi momento e rovinare il party. Ma poiché un simile evento è imprevedibile per natura, non ci appare preoccupante per questo. La possibilità che le azioni siano effettivamente economiche oggi è un potente incentivo per continuare a comprare azioni di società di qualità. Ovviamente, nulla è meglio che acquistare società sottocosto dopo un’attenta analisi e parliamo di lungo periodo.

mercoledì 11 ottobre 2017

Domino Solutions: Fincantieri navi leggendarie da oltre 230 anni

Fincantieri SpA (FCT.MI) è uno dei più importanti complessi cantieristici navali d’Europa e del mondo: azienda pubblica italiana, già di proprietà dell’IRI fin dalla sua fondazione, è oggi controllata al 71,6% da Fintecna S.p.A., finanziaria del Ministero dell’economia e delle finanze.

Fincantieri, nata dall’IRI come società finanziaria di stato per la cantieristica sul modello della Finmare, finanziaria per la flotta mercantile, (attraverso cui lo stato assumeva il controllo di quasi tutti i grandi gruppi cantieristici a partecipazione statale dell’epoca (CRDA, OTO, Navalmeccanica e Ansaldo), è stata fondata il 29 dicembre 1959.

Nel 1984 Fincantieri viene trasformata in società operativa. Negli anni ’90 la società entra nel business delle navi da crociera e consegna la prima nave, la Crown Princess, al gruppo Carnival (CCL). Nel ’92 il Destriero, un monoscafo in alluminio con carena a V profondo con propulsione a idrogetti costruito dalla Fincantieri, percorse 3.106 miglia nautiche senza rifornimento sull’Oceano Atlantico, da New York (faro di Ambrose Light) al faro di Bishop Rock nelle Isole Scilly in Inghilterra in 58 ore, 34 minuti e 50 secondi, alla velocità media di 53,09 nodi (98,323 km/h), impiegando ventuno ore e mezza in meno del precedente record appartenuto al catamarano inglese Hoverspeed Great Britain.

Tra il 1993 e il 2001 Fincantieri si focalizza nella progettazione e produzione di prodotti, quali navi da crociera, traghetti e navi militari. Nel ’98 la società conta 8 cantieri e opera attraverso due divisioni: navi mercantili e navi militari.

A partire dal 2005 il gruppo rafforza la sua strategia diversificando le proprie attività in tre nuove aree:
Mega Yachts, creando una nuova linea di prodotti “Fincantieri Yacht“, che si occupa della progettazione e costruzione di imbarcazioni di lusso di grandi dimensioni.
Riparazioni e trasformazioni navali.
Sistemi e Componenti: per rafforzare la propria attività come integratore di sistemi per la progettazione e costruzione di soluzioni chiavi in mano.

Nel 2006 l’azienda consegna il suo primo sommergibile U212A classe Todaro.

Dal 2008 al 2013 il gruppo decide di diversificare e internazionalizzare ulteriormente il suo business acquisendo negli Stati Uniti il gruppo Manitowoc Marine (oggi Fincantieri Marine Group), entrando nel mercato della difesa statunitense. Nel 2009, in joint venture con ABB (ABB), costituisce la società Seastema Spa, attiva nel settore dell’automazione. Nel 2010 sbarca in Medio Oriento, costituendo in joint venture, Etihad Ship Building LLC, per la costruzione e riparazione delle navi delle Marine Militari nell’area del Medio Oriente. Nel 2013 viene acquisito il gruppo Norvegese Vard, uno tra i leader a livello mondiale nella costruzione di mezzi di supporto offshor di alta gamma.

Nel 2014, a margine del varo del sommergibile Pietro Venuti (S 528) al cantiere di Muggiano, Leonardo (LDO.MI) (ex Finmeccanica) e Fincantieri hanno firmato un importante accordo di collaborazione per la costruzione di navi militari. Questo accordo prevede la collaborazione nelle attività di ricerca e innovazione e la possibilità di creare una rete di fornitori comuni per prodotti e componenti di base. Sempre quell’anno Fincantieri firma importanti accordi con Carnival Corporation (settore delle navi da crociera) e China State Shipbuilding Corporation (settore cantieristico) per la costruzione di navi da crociera. Nel 2015 vengono create due nuove società, Fincantieri SI, attiva nella progettazione, produzione e fornitura di sistemi innovativi integrati e Fincantieri (Shanghai) trading Co Ltd, filiale in Cina, per assicurare la presenza del gruppo nel mercato cinese.

L’affare STX

A gennaio del 2017 Fincantieri presenta un’offerta al tribunale di Seul per l’acquisto di STX. Ben presto si giungerà ad uno scontro con lo Stato francese, che detiene il 33% della società. Il nodo della vicenda è il cantiere navale di Saint Nazaire, dove vengono tra l’altro costruite le navi della Marina francese, inoltre i rappresentanti sindacali avevano espresso in più occasioni una forte preoccupazione per l’ingresso del gruppo italiano, ma ceo di Fincantieri, Giuseppe Bono, ha cercato di dissipare i timori garantendo il mantenimento dei livelli occupazionali e anzi assicurando un piano d’investimenti triennale da 100 milioni, con un programma di assunzioni da concordare.

A due settimane dal voto francese François Hollande dà il via libera all’operazione di salvataggio dei Chantiers de l’Atlantique di Saint-Nazaire. L’elezione di Macron cambiano i rapporti di forza e quest’ultimo decide che il precedente accordo vada rinegoziato, e a luglio, dopo mesi di trattative Emmanuel Macron ha scelto la linea dello scontro con Roma, annunciando la nazionalizzazione temporanea della società. Finalmente nel mese di settembre si giunge ad un ormai quasi insperato accordo in cui Fincantieri diventerà proprietaria del 50% dell’azienda d’Oltralpe. I francesi avranno l’altra metà delle azioni che saranno spartite fra lo Stato, l’azienda pubblica francese della cantieristica militare Naval Group (ex Dcns) e un gruppo di fornitori della regione di Saint-Nazaire. In compenso Parigi presterà per dodici anni l’1% della sua quota in Stx a Fincantieri.

Con più di 7.000 navi realizzate in oltre 230 anni di storia Fincantieri ha prodotto navi leggendarie in ogni epoca. Il Gruppo vanta, tra le unità prodotte nei propri cantieri, indiscusse icone della marineria internazionale quali l’Amerigo Vespucci, nave scuola dell’Accademia Navale Militare Italiana, e il transatlantico Rex, vincitore del premio “Blue Riband” per la più veloce traversata atlantica di una nave passeggeri nel 1933.

Una storia lunga 230 anni

Fincantieri ha chiuso il primo semestre del 2017 con ricavi per 2,3 miliardi di euro, in aumento dell’1,3% rispetto ai 2,27 miliardi ottenuti nella prima metà dello scorso anno; la variazione del giro d’affari è principalmente dovuta all’incremento dei ricavi del settore Shipbuilding, in particolare dell’area di business navi da crociera, che ha raggiunto un peso pari al 51% dei ricavi complessivi del gruppo. Lo scorso semestre ha registrato un’incidenza dei ricavi generati dal gruppo con clienti esteri pari all’86%, in leggero aumento rispetto all’85% del corrispondente periodo del 2016. In forte miglioramento il margine operativo lordo di Fincantieri, che è passato da 113 milioni a 146 milioni di euro; di conseguenza, la marginalità si è attestata al 6,3%. La società ha terminato lo scorso semestre con un utile netto (esclusa la quota di terzi) di 13 milioni di euro, rispetto ai 7 milioni contabilizzato nel primo semestre del 2016.

Fincantieri prevede per l’esercizio 2017 risultati in linea con le proiezioni economico-finanziarie del piano industriale 2016-2020. In particolare, nel secondo semestre del 2017 il management stima ricavi in sensibile crescita rispetto ai primi sei mesi dell’anno.

Fincantieri, costa crociere, settore navale, costruzioni navi, migliori azioni 2018, azioni italiane, STX

lunedì 9 ottobre 2017

Crisi finanziaria globale, i titori di Wolfgang Schäuble

Abbiamo sottolineato più volte il timore di cadute dei mercati dovute ai mercati iperdrogati, in un’intervista al Financial Times, Wolfgang Schäuble, che ha guidato una delle più grandi economie mondiali negli ultimi otto anni, ha dichiarato che c’è il pericolo di “nuove bolle” che potrebbero formarsi proprio a causa dei trilioni di dollari che le banche centrali hanno pompato nei mercati.

Nell’intervista, il ministro tedesco ha difeso l’austerità, osservando che la parola è in senso stretto un modo anglosassone di descrivere una solida politica finanziaria, che non necessariamente vede maggiori deficit come una cosa buona. Per quanto riguarda l’eurozona Schaeuble, che presto lascerà il ministero per andare a presiedere il Bundestag, ha ricordato che l’obiettivo chiave dell’area di moneta unica è quello di ridurre i rischi, ancora troppo elevati e pensare ai bilanci delle banche in molti Stati membri dell’Ue. Insomma, ha concluso che l’Europa deve assicurarsi di essere in grado di essere resiliente abbastanza se dovesse affrontare una nuova crisi economica perché non ci sarà sempre una fase economica così positiva come quella di adesso.

Gli economisti di tutto il mondo sono preoccupati per i maggiori rischi derivanti dall’accumulo di una sempre maggiore liquidità e dalla crescita del debito pubblico e privato. Anche io sono preoccupato per questo.

Per quanto riguarda il suo nuovo incarica, Schäuble avrà a che fare con non pochi problemi, visti i seggi conquistati dall’AfD nelle ultime votazioni tedesce. Tutto dipenderà da poco la legislatura sarà influenzata dall’arrivo di 92 deputati della Alternative for Germany (AfD), un partito populista di destra che ha colpito la stabilità politica della Germania con il 12,6 per cento di voti nell’elezione del mese scorso.

Il primo ministro comunque tranquillizza sottolineando come gli alleati della Germania non saranno influenzati dal cambiamento e che il loro primo obiettivo è l’impegno verso il paese per una democrazia liberale. Non c’è possibilità che la Germania ricadrà nel nazionalismo. Gli elettori di AfD sono elettori insoddisfatti, si sentono esclusi, irati dell’ingiustizia percepita e preoccupati di come il mondo sta cambiando. Ma non c’è ragione di credere che la democrazia sia in pericolo ha sottolineato.

Programma SMP, acquisto bond europa, mario draghi, qe europa, iniezione liquidita

Sui presunti errori delle banche centrali – in particolare della Bce di Mario Draghi – il ministro delle finanze uscente della Germania, Wolfgang Schaeuble, non ha mai avuto dubbi. L’ennesima conferma arriva sempre durante l’intervista.

Il ministro illustra scenari di crisi per l’Eurozona, avverte sul pericolo di “nuove bolle speculative” che si stanno formando per i trilioni di dollari di liquidità che le banche centrali hanno iniettato nei mercati, teme l’avvento di una nuova crisi finanziaria globale, e lancia un alert in particolare sui rischi che minacciano la stabilità dell’Eurozona e che, a suo avviso, sono rappresentati soprattutto dai bilanci di quelle banche che fanno i conti con il problema degli NPL, ovvero dei crediti deteriorati (dunque, banche soprattutto italiane, visto che il carico dei non perfoming loans affligge soprattutto l’Italia).

Ha affermato che l’attuale boom economico della Germania, con l’aumento della domanda interna e degli investimenti e il più basso tasso di disoccupazione dopo la riunificazione, è stata una giustificazione di una politica economica che ha privilegiato l’evitare i disavanzi. Nell’ambito della sua gestione il paese ha gestito bilanci sani dal 2014.

Ha elogiato le “vigorose iniziative” di Emmanuel Macron per la revisione dell’UE senza dirigere direttamente le proposte del presidente francese per la riforma della zona euro. Ha affermato soltanto che il compito chiave dell’area della moneta unica è quello di “ridurre i rischi, ancora troppo alti”, pensare ai bilanci delle banche in molti Stati membri dell’UE”. Chiave di volta per evitare possibili ridacute dei mercati.

giovedì 5 ottobre 2017

Azioni europee: dopo elezioni tedesche, ecco i migliori titoli

Le elezioni tedesche sono state archiviate, non senza novità. Come previsto ha vinto la cancelliera Merkel, ma ha perso l’8% rispetto alle precedenti elezioni. Sconfitti i partiti tradizionali, con conseguente difficoltà nel riformulare la grande alleanza, il vincitore è stato il partito nazionalista di estrema destra AFD, primo partito di estrema destra a tornare con una rappresentanza nel Bundestag dopo più di mezzo secolo.

Nonostante l’incertezza che regna in Germania, circa la composizione del nuovo governo, il mercato azionario prosegue con la sua crescita, ritenendo la Merkel ancora in grado di costituire un’alleanza in grado di governare. In momenti di incertezza geopolitica, vale la pena avere investimenti in azioni con dividendi, perché offrono una buona opportunità di investimento a prescindere dalla volatilità. Le società di seguito indicate hanno una forte esposizione nell’economia tedesca.

BMW (BMW.DE) casa automobilistica che dopo la caduta, legata al dieselgate, potrebbe rafforzare i portafogli degli investitori. Il suo attuale rendimento del 4,13% è di tutto rispetto e sono sette anni consecutivi che lo aumenta. Allo stesso tempo, il prezzo delle azioni è rimasto ben lontano dai suoi massimi. Le solide prospettive di crescita e un prezzo accessibile rendono ottimo questo titolo per gli investitori in cerca di dividendi.

BMW, azioni dax, migliori azioni tedesche, settore auto europa

Allianz (ALV.DE), assicuratore tedesco, ha avuto un solido 2017. La società ha registrato un utile netto di € 2 miliardi nel trimestre più recente, dopo il miglioramento delle prestazioni in tutti i segmenti di business. La portata della società è globale e si estende verso il Nord America, l’Asia e il resto d’Europa, raccogliendo i frutti di un rafforzamento della ripresa globale.

Paga un dividend yield del 4,11%.

Allianz, azioni europa, mario draghi, elezioni germania, merkel

BASF (BASF.DE) è una società chimica leader mondiale che ha ottenuto solidi risultati dal 2016. Ha un solido rendimento per gli investitori e forti prospettive di business per il prossimo futuro grazie ad un significativo profitto e una forte domanda in Europa, Nord America e Asia.

Paga un dividend yield del 3,43%.

Basf, settore chiamica, azioni migliori germania, pil tedesco

Daimler (DAI.DE) ha visto la sua leadership crescere negli ultimi anni, con il suo prestigioso marchio Mercedes-Benz in lotta per il primo posto nel mercato delle auto di lusso. Le rese sulle vendite sono aumentate, segnalando una forte domanda per i suoi veicoli. Mercedes-Benz ha visto un aumento del 28% delle vendite nel secondo trimestre, grazie ad un aumento della domanda in Cina.

Paga un dividend yield del 4,91%.

Daimler, settore auto germania, settore auto, migliori azioni auto

Stime economia tedesca prossimi anni

La Germania è la prima economia dell’UE con un PIL che rappresenta il 29% di quello dell’Eurozona e il 21% di quello dell’Europa a 28. Spina dorsale della sua economia continua ad essere il settore manifatturiero (26% del PIL, al netto del comparto edilizio che pesa per quasi il 5%), l’agricoltura e la pesca rappresentano quasi l’1% del PIL, mentre la quota dei servizi è pari al 69%. L’economia tedesca si caratterizza anche per il suo alto grado di internazionalizzazione.

Nel 2015 la crescita del prodotto interno lordo è stata del 1,7%, una cifra di poco superiore a quella registrata l’anno precedente (+1,6%), ma comunque significativamente maggiore della media degli ultimi dieci anni (+1,3%). Tale andamento è stato assicurato, in primo luogo, dalla dinamica dei consumi interni (+1,9% quelli privati e +2,8% quelli pubblici), nonché dagli investimenti netti complessivi che hanno segnato complessivamente un +1,7% (+3,6% quelli per macchinari ed attrezzature, +0,2% quelli del settore edilizio).

Il mercato del lavoro, infine, continua a dare segnali di ottima salute e rappresenta un fattore stabilizzante della congiuntura economica: il numero degli occupati ha raggiunto il valore più alto dalla riunificazione ad oggi, pari a 43 milioni di unità e un tasso di disoccupazione del 6,1% (dicembre 2015).

Nel terzo trimestre 2016 il prodotto interno lordo tedesco è aumentato dello 0,2%. Secondo le previsioni del Ministero federale dell’Economia e dell’Energia, l’incremento annuale dovrebbe ammontare a 1,8% nel 2016 e a 1,4% nel 2017.

La nostra posizione

Domino Solutions è esposta sul lungo periodo in Allianz (ALV.DE).

martedì 26 settembre 2017

Azioni americane da prendere in considerazione a partire da Ottobre

Molto spesso Settembre è stato citato come uno dei mesi peggiori dove acquistare titoli azionari. Statisticamente abbiamo sfatato questo mito, ma la leggenda metropolitana rimane, chi vuole andare contro il mercato? Noi non sicuramente, quindi prepariamoci per Ottobre, dove per magia, forse, tutto tornerà a crescere.

Spesso abbiamo segnalato titoli di lungo periodo, da tenere per anni che offrano un ottimo dividendo da reinvestire. Noi crediamo molto in questa strategia, che in effetti ha pagato e pensiamo continuerà a pagare nel tempo. I migliori titoli che abbiamo analizzato in questo periodo sono società con nomi familiari come AT & T Inc. (T) e Johnson & Johnson (JNJ), due società che hanno perso molto nei mesi passati ma sembrano pronte ad un bel rimbalzo a prezzi accettabili.

Diamo uno sguardo ad alcuni titoli che possono rientrare in quella parte di portafoglio difensiva sul lungo periodo.

Tucows (TCX)
Tucows è una società di servizi Internet che si occupa della fornitura di nomi a dominio, e-mail e altri servizi. Funziona attraverso i segmenti Domain Services e Network Access Services. Il segmento Domain Services comprende servizi di registrazione del nome a dominio all’ingrosso e al dettaglio; servizi a valore aggiunto; e servizi di portafoglio. Il Network Access Services vende telefoni cellulari e servizi al dettaglio per privati e piccole imprese attraverso il sito web di Ting. Offre inoltre servizi sotto quattro marche: OpenSRS, YummyNames, Hover e Ting. L’azienda è stata fondata nel 1993 e ha sede a Toronto, Canada.

È probabile che tu abbia utilizzato un servizio fornito da Tucows Inc. senza neppure saperlo. La società offre una vasta gamma di servizi alle organizzazioni che operano sul web, tra cui la gestione dei nomi a dominio, la gestione di file digitali e il servizio clienti in outsourcing. Il reddito è cresciuto a un forte tasso a due cifre dal 2011. Prevede inoltre di crescere nei prossimi anni, le previsioni sono per un +72% di crescita già nel primo trimestre 2018. Certo, gran parte di quella crescita non è stata organica, ma piuttosto determinata dalle acquisizioni. Sta di fatto che nessuna altra società è stata in grado di fermare questo treno.

Dividendo: Non fornisce dividendi.

Tucows, crescita azioni, migliori azioni 2018, investire azioni

American Tower Corporation (AMT)
La società svolge la propria attività attraverso le controllate direttamente e indirettamente, di proprietà e joint venture. Si tratta di una società che possiede e si occupa di trasmissione wireless e infrastrutture di comunicazione, gestisce e sviluppa siti di comunicazione. La sua attività principale comprende l’affitto di spazio e antenne multi-tenant di comunicazione ai fornitori di servizi wireless, società di trasmissioni radiofoniche e televisive, fornitori di dati wireless, agenzie governative, comuni e privati in un certo numero di altri settori.

Vi siete mai chiesti come il segnale del vostro cellulare si collega ad un altro cellulare in una città o in tutto il paese? La maggior parte delle persone non lo sa. Chi c’è dietro a tutto questo? American Tower, gestisce circa 40.000 torri cellulari, è uno di quei nomi che molti investitori non hanno mai sentito parlare. È un modello di business perfetto per distribuire dividendi affidabili indipendentemente dall’ambiente economico. Meglio ancora,la società è guidata da investimenti immobiliari (REIT), rendendola un mezzo molto efficiente dal punto di vista fiscale per passare tale reddito agli investitori.

Dividendo: 1.92% annuo in crescita negli ultimi 5 anni.

American Tower, investire lungo periodo, buy and hold, migliori titoli lungo periodo, azioni dividendo

Sysco Corporation (SYY)
Sysco Corporation (Sysco), insieme con le sue filiali e divisioni, è un distributore nord americano di prodotti alimentari riguardanti principalmente la ristorazione e l’alimentare. L’azienda fornisce prodotti e servizi a circa 400.000 clienti, comprese le strutture di ristorazione, sanitarie ed educative, istituti di alloggio e altri clienti sempre nel settore ristorativo. Ha aggregato le sue società operative in una serie di segmenti, di cui solo Broadline e SYGMA sono i segmenti principali. Aziende che operano Broadline distribuiscono una linea di prodotti alimentari e una varietà di prodotti non alimentari ai loro clienti. Le aziende che operano sotto SYGMA distribuiscono una linea di prodotti alimentari e una varietà di prodotti non alimentari alle catene di ristoranti.

Sysco Corporation non è esattamente un nome sconosciuto, ma di solito è parecchio trascurato. E’ un distributore di prodotti alimentari che si rivolge a qualsiasi tipo di attività, ristoranti, ma anche ospedali, alberghi e scuole. Non c’è niente di nuovo o interessante nel suo business, a parte il fatto che vende beni primari. Sysco difficilmente sarà una società di crescita elevata, ma è ancora un produttore affidabile, anno dopo anno. I suoi redditi sono cresciuti ogni anno negli ultimi quattro anni. Finché le persone continueranno a mangiare cibo, Sysco avrà un mercato a cui vendere.

Dividendo: 2.44% annuo in crescita negli ultimi 46 anni.

Sysco, settore alimentare, azioni america, investire dividendi

Grupo Aeroportuario del Sureste (ASR)
Grupo Aeroportuario del Sureste è una holding che si occupa dell’operazione, della manutenzione e dello sviluppo degli aeroporti attraverso le sue controllate. Funziona attraverso i seguenti segmenti: Aeroporto di Cancun e consociate, Aeroporto di Villahermosa, Aeroporto di Merida e Servicios. L’azienda è stata fondata nel 1996 e ha sede a Città del Messico.

Un buon portafoglio non basta la diversificazione settoriale, è buona cosa pensare anche ad una diversità geografica. Un nome interessante quotato in America ma che opera fuori dai confini è proprio il Grupo Aeroportuario del Sureste. Per coloro che non parlano spagnolo, gestisce nove aeroporti in Messico. Può essere un nome ciclico, anche se sorprendentemente i suoi ricavi e guadagni non sono solo stabili, ma crescono costantemente anche se non in modo esagerato. Recentemente abbiamo rinnovato il nostro interesse per l’aeroporto di San Juan a Puerto Rico e abbiamo aggiunto in watchlist Airplan e Aeropuertos de Oriente.

Dividendo: 3.20% annuo.

Grupo Aeroportuario del Sureste, ASR, dividendi alti, migliori azioni 2018, investire america latina, BRIC