giovedì 27 ottobre 2016

Nichel, tecnicamente siamo impostati per un rialzo

La maggior parte dei metalli di base sono scesi di questo mese, sotto pressione dovuta all’aumento del dollaro. Nel frattempo, i prezzi del nichel sono stati scambiati sulla parità. Questo può significare che, nonostante le pressioni verso il basso nel settore dei metalli questo mese, gli investitori evitano la vendita del nichel.

Il rame per esempio in controtendenza è sceso proprio a causa del dollaro fino a 4.815 $ per tonnellata. La valuta statunitense sale dopo che Hillary Clinton ha chiaramente vinto il primo dei tre dibattiti televisivi con Donald Trump. Se il dollaro si apprezza le materie prime denominate nel biglietto verde, come il rame, diventano meno appetibili per chi possiede altre divise.

Tornando al nichel, il movimento registrato in questo periodo di lateralità pare costruttiva, le probabilità che il nichel stia organizzando un raduno sono sempre più alte. Oltre a questo i fondamentali del metallo favoriscono un movimento al rialzo. Il prezzo del metallo dipende molto dalla domanda da parte della Cina, il suo maggiore consumatore. Circa due terzi delle forniture globali di nichel vengono utilizzate per produrre acciaio inossidabile.

Quando parliamo di fondamenti prima di tutto ci riferiamo ad un potenziale calo delle forniture, il che suggerirebbe un aumento del prezzo anche se la domanda dovesse abbassarsi. L’Indonesia ha recentemente annunciato che il Paese manterrà in atto il divieto sulle esportazioni di nickel e bauxite. Solo pochi giorni fa, gli investitori del nichel erano preoccupati che l’Indonesia stesse prendendo in considerazione l’abolizione del divieto. Ora che quei timori si sono indeboliti, gli investitori potrebbero essere più inclini spingere i prezzi verso l’alto.

Nichel, tecnicamente siamo impostati per un rialzo, fondamentali pronti per un rialzo

In secondo luogo ci sono le Filippine, dopo aver concluso la loro revisione ambientale delle miniere, il paese, il maggiore produttore mondiale del metallo, hanno raccomandato oggi la sospensione di altre 20 miniere. Gli operatori hanno sette giorni per fare ricorso. Sono ora 30 i siti filippini, inclusi 18 produttori di nichel, sospesi oppure che rischiano la sospensione.

Questo significa che i prezzi del nichel potrebbero essere spingersi verso l’alto. Almeno questo sembrano essere i segnali che arrivano dai movimenti di prezzo e dai fondamentali sulla produzione mondiale.

Alcuni ETF o azioni che si occupano di Nichel

ETFS Nickel ETC (EUR) (NICK) – ISIN : GB00B15KY211 Quotato a Milano.
ETFS Nickel (NICK) riproduce la performance del DJ-UBS Nickel Sub-IndexSM e paga il rendimento sull’interesse capitalizzato del sottostante su base giornaliera.

Western Areas Ltd(ASX:WSA) Quotato in America
E’ una società mineraria con sede in Australia. Le principali attività della società comprendono l’estrazione, la lavorazione e la vendita di soluro di nichel concentrato.

mercoledì 26 ottobre 2016

Comprare azioni solide per la stagione degli utili

In questo trimestre comprare azioni solide pare proficui dato che stanno decisamente superando le aspettative. La stagione degli utili è ben avviata ad ottobre con 177 società dello S&P500 che rilasceranno i loro risultati nel corso della settimana. Fino ad ora abbiamo avuto pubblicazioni estremamente positive, con l’81% delle società che hanno superato le aspettative degli analisti. E con poche eccezioni, la performance degli utili si sta traducendo in un movimento al rialzo dei prezzi nei singoli titoli.

Comprare azioni semplicemente perché sono in procinto di pubblicare le loro trimestrali non è una strategia particolarmente intelligente. Invece, ha senso mettere a fuoco i titoli che sono predisposti a superare questa stagione degli utili. Grazie all’aumento delle aspettative degli analisti. Ecco 5 titoli da tenere sotto controllo.

Intuitive Surgical Inc. (ISRG)

Intuitive Surgical Inc. (ISRG) ha avuto la sua grande occasione nel 1999, quando ha introdotto il sistema chirurgico da Vinci. Completo con console del chirurgo, un carrello al lato del paziente, un sistema di visione in 3-D e strumenti da polso, questo sistema permette ai medici di eseguire un intervento chirurgico mini-invasivo con miglioramento della destrezza, precisione e controllo. Grazie a questa tecnologia, i pazienti di solito soffrono meno, hanno una degenza ospedaliera più breve, minor numero di infezioni e meno cicatrici. Quasi 20 anni dopo, l’azienda ha sviluppato diversi modelli di questo sistema chirurgico e offre anche un programma di formazione per aumentare la dimestichezza dei chirurghi. Solo l’anno scorso, i sistemi della società sono stati utilizzati in 650.000 procedure in tutto il mondo.

Ora potrebbe essere un grande momento per comprare ISRG visto che le sue azioni, hanno ritracciato dopo aver pubblicato i risultati del terzo trimestre. Rispetto al trimestre dell’anno precedente, l’utile netto è salito del 26,3% a $ 211.000.000. EPS adjusted è stato $ 6,19 per azione, che ha battuto la stima di consenso che era di $ 5,13 di un enorme 20,7%. Nel frattempo, il fatturato è salito del 16% a $ 683.000.000; questo è stato in linea con le stime degli analisti. Nonostante questi risultati forti, ISRG è stata colpita da qualche presa di profitto.

ISRG, analisi tecnica, medie mobili, gann e analisi fondamentale

Constellation Brands (STZ)
Le bevande alcoliche continuano a godere di una forte crescita nel 2016, alimentando il rally delle azioni Constellation Brands. Attraverso una serie di acquisizioni al momento giusto, la società è diventata una delle più grandi azioni di bevande alcoliche in tutto il mondo, con etichette come vini Arbor Mist and Robert Mondavi, birra Corona, vodka Svedka e champagne di Cook.

Nonostante che la diversificazione, Constellation ha aumentato la sua concentrazione in una particolare categoria: la birra. A seguito dell’acquisizione miliardaria del birrificio artigianale Ballast Point lo scorso anno, più di due terzi dei ricavi totali proviene dal business della birra degli Stati Uniti. Nessun errore la birra artigianale è stato il segmento del settore con la crescita più rapida negli ultimi anni, e acquisire quest’azienda artigianale dovrebbe dare grandi opportunità, in particolare l’aumenta della sua capacità di produzione di birra nei trimestri a venire.

Anche se Constellation Brands non è certo a buon mercato in questo momento, la tendenza è abbastanza chiara per questo autunno ed ha senso puntare al titolo, mentre ci dirigiamo verso fine 2016.

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PepsiCo (PEP)
Pepsi è il secondo titolo di bevande al mondo, con marchi come Gatorade e Tropicana in aggiunta ai suoi enormi omonimi brand di soda. Ma Pepsi è molto più che bevande. L’azienda possiede anche Frito-Lay, la più grande azienda snack sul pianeta. Per gli spuntini, i marchi includono Lay’s, Doritos e Quaker, tra gli altri, una posizione che aggiunge circa la metà del totale delle vendite.

Comprare azioni Pepsi è sicuramente una scelta ottimale dato che ha effettuato circa la metà delle sue vendite lo scorso anno sul mercato interno, questo è stato in realtà un bene per la società, con il dollaro americano cosi forte da ferire altre multinazionali. Nel lungo termine, la forte esposizione verso i consumatori americani implica anche alcune opportunità di espansione significative, in particolare nei mercati emergenti, dove il consumo di bevande confezionate e snack continua a crescere, dato l’aumento dei ceti medi, portando ad un aumento degli utili.

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Baxter International Inc. (BAX)
Baxter International Inc. si occupa di salvare la vita dei pazienti con insufficienza renale o malattie renali. Baxter International ha due attività principali: prodotti ospedalieri e renali. La sua divisione prodotti ospedalieri produce soluzioni e farmaci premiscelati per i pazienti ospedalieri, così come prodotti per cure chirurgiche e prodotti nutritivi per i parenti. La Divisione renale della Baxter produce macchine per la dialisi, soluzioni PD e altri prodotti per la cura. Baxter serve pazienti e medici in più di 100 paesi tra America, Europa, Medio Oriente, Africa e Asia.

Il 26 ottobre Baxter International annuncerà i risultati del terzo trimestre. La comunità degli analisti si aspetta utili per azioni di $ 0.45 a $ 2.55 miliardi di fatturato, o il 2,5% di crescita annuale delle vendite e il 9,8% di crescita degli utili. Meglio ancora, gli analisti hanno rivisto al rialzo le loro stime degli utili per azione del 7,1% nelle ultime settimane. Questo suggerisce di comprare azioni Baxter, date che ancora una volta, dovrebbe superare le aspettative, cosi come in passato ha fatto per parecchi trimestri di seguito. Ai prezzi correnti, BAX ha un dividend yield annuo 1,1%.

BAX, analisi tecnica, medie mobili, gann e analisi fondamentale

UnitedHealth (UNH)
UnitedHealth fa parte parte di una minoranza di azioni che in realtà ha avuto un rally per tutto l’anno. Da gennaio, questa azienda sanitaria ha dato agli investitori rendimenti totali del 25%, mettendola ad un gradino più alto, tra i componenti dello S&P 500, dal punto di vista delle prestazioni.

UnitedHealth è il più grande fornitore di assistenza sanitaria gestita del paese, fornendo copertura sanitaria a più di 45 milioni di membri. Le grandi dimensioni permettono all’azienda di negoziare contratti più interessanti con gli operatori sanitari, mantenendo bassi i costi, attraendo cosi ancora più membri. L’unità di gestione dei benefici farmacologici è stata una componente in rapida crescita dell’attività, ed è stata anche una dei maggiori contribuenti ai margini netti nell’ultimo trimestre della società.

I regolamenti sanitari sono ancora un bersaglio in movimento nel 2016 – e la situazione non è destinata a cambiare con l’incombente elezione. Detto questo, UnitedHealth si sta muovendo per fornire l’assicurazione sanitaria convenzionale e altri servizi di back-office orientati a maggiori utili.

UNH, analisi tecnica, medie mobili, gann e analisi fondamentale

martedì 25 ottobre 2016

Azioni del settore petrolio pronte per l'acquisto

A settembre c’è stato un incontro molto importante dei paesi membri dell’OPEC, il risultato dell’incontro ha definito finalmente un congelamento o addirittura un taglio della produzione di petrolio per evitare un ennesimo collasso dell’economia energetica. Riequilibrare il mercato è responsabilità dei Paesi produttori all’interno e all’esterno dell’Opec ed eventuali accordi per ridistribuire il taglio necessario per riequilibrare sarà in accordo con la sua quota attuale, questo il senso dell’incontro.

Intanto gli investitori continuano a cercare nuove opportunità nel settore del petrolio e del gas. E’ importante capire che molti titoli legati alle materie prime hanno recuperato dai loro minimi. Alcune di queste aziende rimangono sotto estrema costrizione, mentre altri sono saliti dal 100% al 200% dai minimi toccato dal panic-selling del 2015 quando ci fu l’ennesimo crollo del prezzo del petrolio.

Dal momento dell’incontro dell’OPEC ad oggi, il prezzo del WTI è cresciuto più del 25% da Agosto 2016 e molte aziende hanno usufruito di questa crescita per performare ottimi guadagni. Di seguito vi segnaliamo alcune aziende che abbiamo analizzate e che sono ancora in una buona posizione per crescere col petrolio che si avvia verso i 70$ al barile. Dobbiamo però controllare bene l’andamento dell’Oro Nero in quanto ci sono ogni giorno notizie contrastanti che possono colpire i prezzi, le scorte dei paesi per esempio, o alcuni paesi che alla lunga decidono di non aderire al taglio.

Diamondback energy (FANG)
Diamondback Energy opera come società di petrolio e gas naturale. Si impegna per l’acquisizione, lo sviluppo, la ricerca e lo sfruttamento di petrolio onshore e riserve di gas naturale. La società è stata fondata nel dicembre 2007 e ha sede a Midland, TX.

Il margine di profitto lordo della società per il secondo trimestre dell’anno fiscale 2016 è notevolmente aumentato rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Anche se le vendite sono diminuite, l’utile netto è aumentato. FANG è estremamente liquida. Attualmente, il Quick Ratio è 2.08, che mostra chiaramente la capacità di coprire tutte le esigenze di cassa a breve termine. La liquidità della società è aumentata rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Halliburton Co. (HAL)
Halliburton è un’azienda multinazionale la cui sede si trova a Houston in Texas. Opera in oltre 120 Paesi. È un gruppo statunitense specializzato in lavori pubblici e nello sfruttamento dei giacimenti petroliferi. Vi ha lavorato Dick Cheney, ex vicepresidente degli Stati Uniti.

Halliburton ha alzato le sue stime di prezzo e sono salite anche le sue valutazioni da parte di Barclays, BMO, JPMorgan, Goldman Sachs, Nomura e altri. Halliburton ha ora un target price 55,17 $ sul breve periodo e 68 $ sul medio lungo. Anche se le vendite sono diminuite, l’utile netto è aumentato. La società è estremamente liquida. Attualmente, il Quick Ratio è 2.11, che mostra chiaramente la capacità di coprire tutte le esigenze di cassa a breve termine.

Kinder Morgan Inc. (KMI)
La Kinder Morgan possiede e gestisce più di 62.000 chilometri di metanodotto ed è anche il più grande trasportatore indipendente di prodotti petroliferi e di anidride carbonica, il più grande operatore terminale indipendente negli Stati Uniti, e il 2° produttore di petrolio indipendente in Texas.

Ha avuto una settimana solida dopo i guadagni che hanno indicato un dividendo più alto ritorni più alti nel 2017. Ha ricevuto molteplici upgrade da parte di Stifel, Wolfe Research e Credit Suisse. Ha inoltre ricevuto un aumento del target price da parte di Merrill Lynch. Il titolo è imposta per una crescita fino in area 27 dollari, oltre la quale potremo vedere se vale la pena continuare a tenerla in portafoglio o cederla. Ricordiamo che prima della caduta del prezzo del petrolio, questa società quotava quasi 50$. Offre un dividendi di circa il 3%.

RSP Permian (RSP)
RSP Permian è una società di petrolio e gas naturale, che si concentra sull’acquisizione, esplorazione, sviluppo e produzione di petrolio e liquidi ricchi di riserve di gas naturale nel bacino del Permiano del West Texas. L’azienda è stata fondata nel mese di ottobre 2010 e ha sede a Dallas, TX.

RSP ha fatto notizia in settimana in quanto ha acquisito Silver Hill per 2.4 miliardi di dollari. Se gli analisti di Wall Street hanno fornito indicazioni preciso, RSP risulterebbe la società petrolifera col costo più basso che lavora nel bacino Permiano. Il 17 ottobre vari hedge fund hanno messo il titolo in portafoglio e alzato il target del titolo a 45 $ sul breve periodo. Occhio alle trimestrali della prossima settimana, fondamentali.

giovedì 20 ottobre 2016

Azioni A2A, l'efficienza energetica alla base della crescita

A2A è un’azienda energetica commerciale del Gruppo A2A focalizzata nella vendita di energia elettrica e gas a grandi clienti industriali, PMI, condomini e clienti domestici. E’ in grado di valorizzare l’esperienza e competenza di un grande gruppo pioniere nella produzione, distribuzione e vendita di elettricità e gas in importanti aree metropolitane e produttive lombarde. Nasce il primo gennaio 2008 dall’unione di AEM S.p.A., ASM S.p.A. e AMSA ed è guidata dall’amministratore delegato Luca Valerio Camerano, presieduta da Giovanni Valotti.

La Banca europea per gli investimenti (BEI) e A2A hanno firmato un contratto di 15 anni per un prestito di 95 milioni di euro per finanziare un ciclo idrico integrato. Il programma di investimento è costituito da progetti inclusi nel ‘Piano d’Ambito’, in provincia di Brescia, volto a migliorare la sostenibilità e l’efficienza dei servizi, garantendo nel contempo il rispetto delle pertinenti direttive comunitarie. In particolare, gli investimenti hanno lo scopo di ridurre le perdite e il consumo di energia, nonché ampliare la copertura del trattamento d’acqua potabile e migliorare la sicurezza di approvvigionamento.

L’accordo rappresenta un ulteriore consolidamento dei rapporti tra il Gruppo A2A e la BEI e consente ad A2A (A2A.MI) di allungare la vita media del debito a condizioni estremamente competitive. Inoltre ad agosto la società ha annunciato un buyback al di fuori del mercato regolamentato di 38.196.188 azioni proprie (pari al 1,2191% del capitale sociale della Società) ad un prezzo medio di Euro 1,2368, per azione, per un ammontare complessivo di Euro 47,241,045.32.

I fondamentali alla luce della crescita

L’energia e lo scenario climatico del primo semestre del 2016 sono stati particolarmente penalizzanti, caratterizzati a livello nazionale da una flessione nella domanda di energia elettrica (-2%), così come una notevole riduzione del prezzo delle materie prime (petrolio -31%; gas -37%;).

Nonostante questo scenario energetico sfavorevole, che, rispetto al precedente esercizio ha avuto un impatto negativo di circa 40 milioni di euro sui margini del portafoglio impianti di generazione, la performance industriale del Gruppo in tutti i settori nella prima metà del 2016 è stata eccellente e ha permesso di ottenere una margine operativo lordo di 614 milioni di euro (vale a dire € 534 milioni al netto delle componenti non ricorrenti).

L’utile netto, pari a 212 milioni di euro, è aumentato di 60 milioni di euro rispetto a quello del precedente esercizio (152 milioni di euro). Questo utile netto esclude le componenti straordinarie che possono essere associate con gli effetti prodotti dalla scissione parziale non proporzionale di Edipower, con l’assegnazione del complesso che comprende le centrali idroelettriche del gruppo di Udine e la sua associata Cellina Energy Srl, con effetto a partire dal 1 Gennaio 2016. L’utile netto è pari a 254 milioni di euro, in aumento del 67% rispetto ai primi sei mesi dell’anno precedente.

A2A, conto economico, analisi fondamentale, margine lordo, margine netto

La Posizione Finanziaria Netta, in diminuzione di 65 milioni di euro, è scesa a 2.832 milioni di euro, al netto della spesa associata, al riacquisto di azioni proprie e al pagamento dei dividendi nel mese di giugno (126 milioni di euro).

Analisi tecnica e trend

L’analisi del titolo eseguita su base settimanale mette in evidenzia la trendline rialzista di A2A più pronunciata rispetto all’andamento dell’indice di riferimento. Ciò esprime la maggiore appetibilità verso il titolo da parte del mercato. Lo status tecnico dell’azienda di servizi di pubblica utilità è in rafforzamento nel breve periodo, con area di resistenza vista a 1,285, mentre il primo supporto è stimato a 1,231. Le implicazioni tecniche propendono per un ampliamento della performance in senso rialzista, con resistenza vista a quota 1,339.

La rischiosità del titolo è attualmente sotto controllo, con la volatilità giornaliera che assume un valore pari a 1,746, mentre i volumi giornalieri restano ancora bassi, con i volumi dell’ultima seduta posizionati sotto la media mobile dei volumi ad un mese. L’equilibrato movimento di A2A (A2A.MI) evidenzia il mancato interesse sul titolo di investitori istituzionali, tale da permettere un maggior controllo sul trend anche se appare ordinato e senza forti scosse.

A2A, come investire i risparmi, investire 50000 euro, analisi tecnica, medie mobili, RSI, trading intraday, segnali buy sell

martedì 18 ottobre 2016

Le migliori e peggiori azioni in caso di alta volatilità

La volatilità è una misura statistica della dispersione dei rendimenti per un determinato titolo o di un indice di mercato. La volatilità può essere misurata utilizzando la deviazione standard tra i rendimenti di un singolo titolo o un indice di mercato. Comunemente, maggiore è la volatilità, più è a rischio la sicurezza del portafoglio.

Uno dei punti chiave più importanti in questo periodo, oltre all’attesa dell’innalzamento dei tassi di interesse in America, sono le loro elezioni, che sempre più spesso tengono banco sui mercati e i media. Siamo solo ad un mese di distanza dalle elezioni e la volatilità dello S&P500 in 3 settimane è salita del 33%. Sottolineiamo comunque che nelle ultime cinque elezioni, a due mesi dal voto, si è sempre avuto un aumento della volatilità, aggiungiamo l’indecisione di quest’anno e il fatto che i candidati non piacciono e il gioco è fatto.

Abbiamo cercato alcuni titoli che possono essere interessanti o no in base al periodo che stiamo vivendo e al candidato che potrebbe vincere. L’elezione presidenziale ci sarà tra poco più di un mese. Il primo dibattito presidenziale della scorsa settimana tra Hillary Clinton e Donald Trump è stato il dibattito più visto di sempre. Ha addirittura superato quello del 1980 tra Jimmy Carter e Ronald Reagan, definito uno dei più incisivi di sempre, dove si è discusso di trattati sulle armi nucleari e alcuni ostaggi iraniani.

Una delle strategie più vincenti nel periodo elettorale è sicuramente quello di chiudere le posizioni sui titoli maggiormente volatili per puntare su azioni che hanno ottenuto buoni fondamentali anche se il mercato pare in bilico. Di seguito vi segnaliamo alcuni di questi titoli in base alle nostre analisi.

Azioni da non tenere in portafoglio

Gilead Sciences (GILD)

Gilead è una delle più grandi biofarmaceutiche del mondo è presente nel Nord America, Europa e Asia Pacifico. I prodotti della società includono Truvada, Atripla, Viread, Emtriva, Hepsera, AmBisome, Letairis, Ranexa, Vistide e Cayston e sono commercializzati attraverso il suo team di commerciali e/o in collaborazione con distributori di terze parti e partner aziendali. Il titolo però è un terreno traballante, come quasi tutte le major pharma, dato che in caso di vittoria (come più probabile) dei democratici, inizierà la guerra nei confronti di queste società.

La grande minaccia rivolta a Gilead in questo momento sono i suoi nuovi farmaci che non hanno passato i risultati sperati. In più ci sono società come Bristol-Myers che la stanno sfidando nel settore dell’epatite C, il suo settore principale nella linea di prodotti, lo scandalo dei prezzi elevati dell’anno scorso non ha di certo aiutato l’azienda.

Gilead è stata abbastanza volatile nel passato, con una beta di 1,5 – il che significa che quando il mercato scende di 1 dollaro, Gilead dovrebbe teoricamente scendere di 1.50 dollari. Oltre alle elezioni c’è anche un’agguerrita concorrenza nel mercato che non fa che aumentare la natura volatile del titolo.

Salesforce.com (CRM)

Salesforce ha oltre 230 volte gli utili e offre un prodotto che è diventato efficace. La gestione delle risorse dei clienti si basa sul software decollato nel 1990, ma la concorrenza ha ormai invaso il settore. I costi di commutazione sono bassi ed i clienti sono facilmente in grado di trovare soluzioni a costi ancora più bassi rispetto a Salesforce.

Un altro catalizzatore negativo per l’azienda è la potenziale acquisizione di Twitter (TWTR). Le azioni di Salesforce sono crollate di oltre il 10% nell’ultimo mese dato che gli investitori non hanno preso di buon occhio la notizia che la società sta valutando un buyout di Twitter. Se alla fine la società deciderà di portare a termine l’acquisto, aspettiamoci di certo un altra discesa, anche più violenta del titolo.

Azioni da tenere in portafoglio

Johnson & Johnson (JNJ)

Una delle parti migliori di Johnson & Johnson è forse la sua striscia di aumenti dei dividendi annuali, ben 53 anni. Il suo dividend yield solido del 2,7% non è qualcosa che deve essere trascurato. Questo, e la sua presenza granitica nel settore della sanità e dei consumatori significa che Johnson & Johnson riduce la volatilità del suo prezzo ai minimi termini. Il suo beta infatti è pari 0,6, uno dei migliori del settore.

Un’altro punto chiave fondamentale, forse uno dei più interessanti di Johnson & Johnson, e la sua incredibile stabilità, è sempre lontana dai guai dei farmaci costosi ed è molto prudente con le acquisizioni, preferisce dare accesso a nuovi mercati in crescita. Il suo bilancio è ancora robusto e in grado di gestire nuove ricerche e pagamenti di dividendi nel tempo.

Amazon (AMZN)

Amazon.com è una società incentrata sulle vendite al dettaglio online. Inoltre genera profitti attraverso marketing e servizi promozionali come la pubblicità online e contratti co-branded con carte di credito. Progetta i suoi Siti web per consentire ai prodotti di essere venduti da se stessa e da terzi in decine di categorie di prodotti. Produce e vende il Kindle e-reader.

Il margine di profitto lordo di della è aumentato rispetto allo stesso periodo di un anno fa. L’azienda è cresciuta nelle vendite e l’utile netto è salito significativamente nell’ultimo trimestre rispetto allo stesso trimestre di un anno prima ed è stata anche in grado di superare il suo competitor medio del settore.

Allo stesso tempo il suo patrimonio netto è notevolmente aumentato del 40.53% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. Il prezzo è molto alto, questo è l’unico dato negatico, circa 800 $ per azione. Ma speriamo in uno split futuro che ci consenta di ottenere maggiori azioni.

lunedì 17 ottobre 2016

Il Mais grazie all'export ha cambiato il trend

L’esportazione è la chiave per il cambiamento di trend del mais. Il 12 Ottobre l’USDA ha pubblicato il suo rapporto sul mercato del mais e del grano. L’USDA non ha cambiato le sue stime per questi mercati, anche se le previsioni sono state leggermente riviste le aspettative riducendo la possibilità di un ipotetico mercato al ribasso. Il mais viene coltivato nella maggior parte negli Stati Uniti d’America, ma la produzione è concentrata nella regione di Heartland (tra Illinois, Iowa, Indiana, la parte orientale del Sud Dakota e Nebraska, Kentucky, Ohio occidentale e le parti settentrionali del Missouri). Iowa e Illinois, Stati mais producono top, in genere rappresentano circa un terzo del raccolto degli Stati Uniti.

Si prevede che il Brasile, uno dei principali Produttori ed Esportatori di Mais e Soia, subisca una riduzione dell’export, a causa della minor produzione nella stagione in corso 2015-16, per la fine anticipata della stagione delle piogge. La minor produzione di Mais in Brasile e la raccolta tardiva in Argentina hanno migliorato la competitività degli USA, il cui export è previsto a 51.7 Mio t di Mais e 49.5 Mio t di Soia.

Mais, export, analisi tecnica, RSI, MACD, medie mobili 50

Particolare attenzione deve essere rivolta al fatto che l’USDA ha sollevato le prospettive di esportazioni di mais degli Stati Uniti ancora una volta. Nella sua prima previsione per il 2016/17 USDA ha stimato una potenziale esportazione di Mais a livello di 48,3 milioni di tonnellate. Tuttavia, questo numero è salito a poco a poco a 56,5 milioni di tonnellate entro il mese di ottobre.

Dopo aver esaminato la storia dei cambiamenti nelle previsioni dell’USDA negli ultimi quattro anni, si arriva alla conclusione che quest’anno l’USDA ha sollevato le sue esportazioni statunitensi ad un ritmo record. Ciò riflette la crescita costante della domanda esterna per il grano degli Stati Uniti.

C’è una probabilità del 70% che le condizioni de La Nina (La Niña è la controparte fredda de El Niño, caratterizzata da temperature insolitamente basse oceaniche nel Pacifico equatoriale centrale e orientale) si svilupperà nel periodo da settembre a novembre di quest’anno. La Nina di solito porta tempo sfavorevole per l’agricoltura in Sud America. Quindi, potrebbe anche accadere che l’anno prossimo le rese di mais in Brasile e Argentina non saranno significativamente superiori a quello di quest’anno, e il mercato dovrebbe prendere questa incertezza in considerazione nel prossimo futuro.

Nel corso degli ultimi 10 anni, ci sono stati tre anni in cui le rese di mais degli Stati Uniti erano significativamente al di sopra del trend. Questi sono l’anno in corso, il 2014 e il 2009. Analizzando questi la dinamica di questi anni sul prezzo dei futures di mais, vediamo un sacco di somiglianze. La sincronicità dei movimenti di prezzo è particolarmente evidente a partire da luglio. Se vi fidate di questo modello, si dovrebbe aspettare un aumento del prezzo dei futures di mais al livello di 4 dollari per bushel entro la fine di quest’anno.

Nelle ultime quattro settimane, gli hedge fund hanno cessato di aumentare il numero di contratti venduti per il mais. La dimensione della loro posizione si è stabilizzata a 165 mila contratti, che è abbastanza vicino al massimo annuo. Dato il comportamento dei mercati di grano e soia è improbabile che il prezzo del mais sarà in grado di scendere in un prossimo futuro, e questo può richiedere ai gestori di denaro di chiudere i contratti venduti, il che creerà anche un forte sostegno del mercato.

venerdì 14 ottobre 2016

Azioni F.I.L.A., continua la strategia di crescita e intanto vendite record

FILA ha chiuso la prima metà dell’anno con ricavi della gestione caratteristica pari a 201,5 mln di euro, in crescita del 42,4% rispetto al primo semestre dell’esercizio precedente. Il margine operativo lordo normalizzato del primo semestre 2016, pari a 36,6 milioni di euro, ha mostrato una crescita del 31,3% rispetto al primo semestre 2015. Il risultato del periodo normalizzato, al netto delle minorities, segna un utile di 17,1 milioni di euro, mostrando un incremento del 28,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

F.I.L.A. (Fabbrica Italiana Lapis ed Affini ), nata a Firenze nel 1920 e gestita dal 1956 dalla famiglia Candela, è una Società italiana e una delle realtà industriali e commerciali più solide, dinamiche, innovative e in crescita sul mercato.

Secondo quanto comunicato dal Centraal Bureau voor de Statistiek (Cbs, l’Ufficio centrale di statistica olandese), in agosto le vendite al dettaglio in Olanda sono cresciute dell’1,5% annuo contro lo 0,7% d’incremento registrato in luglio. Il dato resta sotto all’1,8% registrato in giugno ma segna il terzo mese consecutivo di progresso. In volumi la lettura è per un incremento annuo dello 0,9% dopo la crescita dello 0,8% registrata in luglio.

L’acquisizione del Gruppo Canson

FILA (FILA.MI) ha annunciato il completamento della piena acquisizione del Gruppo Canson, detenuta dal Gruppo Hamelin francese. L’affare ha coinvolto i principali sindacati che rappresentano i lavoratori delle società francesi, accordo raggiunto con successo a metà settembre. L’Enterprise Value per l’acquisizione del Gruppo Canson è di 85 milioni. Un esborso aggiuntivo fino a 15 milioni di euro può rientrare nel caso in cui nel 2017 e nel 2018 L’EBITDA di F.I.L.A. raggiunga determinate soglie.

L’operazione è stata finanziata sul medio-lungo termine emesso da un pool di banche tra cui Unicredit SpA, Intesa Sanpaolo SpA – Banca IMI e Mediobanca Banca e il Gruppo BNP Paribas.

Massimo Candela, amministratore delegato di FILA ha dichiarato

Canson è il business più riconosciuto e coinvolto a livello mondiale nella produzione e distribuzione di carta ad alto valore aggiunto e siamo molto orgogliosi di questa acquisizione, insieme con le recenti acquisizioni di Daler Rowney Lukas e St Cuthberts, dimostrano la nostra attenzione verso la crescita internazionale. Crediamo che le recenti offerte siano cruciali per la crescita e l’ulteriore sviluppo del Gruppo FILA (FILA.MI) che cerca di diventare un leader mondiale anche nel settore Arte e Artigianato.

Analisi tecnica del titolo

FILA, analisi tecnica, acquisizione Canson, medie mobili, RSI, target 15 euro

Fila ha rotto la tenace resistenza a 12.80 euro, resistenza che le impediva il proseguimento dell’ascesa. Il confronto con questo muro è stato un importante banco di prova per verificare il potenziale di crescita. La permanenza al di sopra di 12.80 euro è necessaria per il prosieguo dell’uptrend i cui obiettivi oltre quota sono passati a 13.30 euro (massimo storico) sono ipotizzabili a 13.75 euro in prima battuta e successivamente in area 14,05 euro.

Equita Sim ha alzato il prezzo obiettivo di Fila da 14,2 a 15 euro e ha confermato il giudizio “buy”. Il giudizio per l’acquisizione di Canson, societa’ controllata dal gruppo francese Hamelin (per un controvalore comprensivo del debito di 85 milioni di euro), e’ positivo. Per Equita i multipli pagati appaiono ragionevoli. Gli esperti alzano l’Eps atteso per il 2017-2018 in media del 6% circa.

Sotto 12 euro invece, in chiusura di seduta, il trend positivo perderebbe forza introducendo un primo affondo verso quota 11,80 e 11,50 euro. Fila in sei mesi ha messo a segno un progresso del 15%, del 28% in 12 mesi, dal debutto ad oggi del 30%. In data 1 luglio 2016 la controllata indiana Writefine Products Limited (India) ha acquisito una quota del 35% nella società indiana Uniwrite Pens and Plastics Pvt Ltd, per un importo pari a 20 milioni di rupie indiane, società specializzata in strumenti per la scrittura ed in particolare penne a sfera.

Disclouse

Il titolo è presente nel nostro portafoglio Gemme Italia che in anno sta rendendo circa il 20%.

mercoledì 12 ottobre 2016

Investire nel farmaceutico: 4 possibili acquisizioni

Il settore farmaceutico ha avuto un aumento vertiginoso delle M&A con miliardi di dollari di offerte, sopratutto negli ultimi mesi. Sperando che queste trattative aumentino, i prossimi titoli vanno considerati come investimenti solidi con possibili enormi ritorni nel caso fossero acquistati da qualcuno più grande. Nei primi sei mesi dell’anno, abbiamo assistito ad una assenza di IPO ed M&A, che ora sembrano essersi rianimate improvvisamente. Diverse aziende hanno presentato la richiesta per diventare pubbliche sia sul Nyse che sul Nasdaq.

La prima metà del 2016 è stata, in termini di volumi di dollari, inferiore di oltre il 60% rispetto allo stesso periodo del 2015, ma ora anche le M&A cominciano a rianimarsi. Pfizer (PFE) è stata particolarmente attiva, investendo più di 20 miliardi di dollari in acquisizioni in tre operazioni distinte nel corso degli ultimi tre mesi. Ma quali sono le aziende a caccia e chi potrebbero essere le loro prede ?

Allergan Inc. (AGN), è un’impresa multinazionale farmaceutica. I suoi prodotti spaziano dal campo oftalmico, dermatologico al neurologico. La società è famosa soprattutto per il suo prodotto neurologico Botox, usato in tutto il mondo per trattare una varietà di disordini debilitanti associati con muscoli superstimolati e anche ben conosciuti sotto il nome commerciale di Cosmetica Botox.

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Allergan è un altro grande produttore farmaceutico con tante “munizioni” dopo aver venduto la sua attività di farmaci generici a Teva Pharmaceuticals per 40 miliardi. L’azienda ha già fatto alcune piccole acquisizioni e ha dichiarato che continuerà ad espandere le quattro aree chiave di trattamento in cui desidera ampliare la propria presenza. Ha un vantaggio chiave attraverso le basse aliquote dell’imposta sulle società in Irlanda che gli permettono di effettuare offerte più alte ai candidati come ad esempio alla piccola Tobira Pharmaceuticals (TBRA) a cui ha offerto un premio superiore al 600%.

Una delle aree in cui Allergan si stà focalizzando è quella gastrointestinale. Synergy Pharmaceuticals (SGYP) avrebbe molto senso grazie alla sua capitalizzazione di poco inferiore al miliardo. La sua miscela plecanatide dovrebbe fornire risultati positivi nella fase III della sperimentazione per il trattamento di IBS-C, in questo trimestre. Il composto ha anche un appuntamento per il PDUFA (Prescription Drug User Fee Act – Possibilità di prescrizione del farmaco) il 29 gennaio, giorno in cui quello stesso farmaco dovrebbe essere approvato per la costipazione idiopatica cronica o CIC. Fondamentalmente, il composto è una versione leggermente più veloce del Linzess, ma con minori effetti collaterali, in particolare la diarrea. Il Linzess fa quasi 500 milioni di dollari di vendite annuali e sembra andare verso il miliardo di dollari nelle vendite entro il 2020.

Merck & Co. Inc. (MRK) (conosciuta anche come Merck Sharp & Dohme [MSD] al di fuori di USA e Canada), è una delle più grandi società farmaceutiche del mondo. Il suo quartier generale è situato a Readington, New Jersey. È stata fondata nel 1891 come la filiale statunitense della società tedesca ora nota come Merck KGaA. Merck & Co. o MSD si definisce “una società globale guidata dalla ricerca farmaceutica”, che scopre, sviluppa, produce e commercializza una vasta gamma di prodotti innovativi per migliorare la salute umana e animale, direttamente e attraverso le joint ventures.

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Merck ha avuto una diminuzione della crescita delle vendite negli ultimi cinque anni a causa della scadenza di brevetti chiave. Tuttavia, il suo farmaco mirato per l’oncologia, Keytruda, sembra sia sulla buona strada per diventare campione d’incassi. L’azienda ha un bilancio solido e finalmente dovrebbe vedere un pò di crescita del fatturato nel prossimo anno. Questo gigante farmaceutico sembra essere interessato a Incyte (INCY), di cui si è parlato a lungo di una possibile acquisizione. Le aziende stanno già lavorando insieme per valutare la combinazione del farmaco di Incyte, epacadostat e Keytruda per il trattamento dei pazienti con melanoma avanzato/metastatico, che è in una fase intermedia di sviluppo.

Incyte è una società del settore farmaceutico che ha una capitalizzazione di mercato di poco superiore ai 17 miliardi e probabilmente costerebbe più di 25 miliardi di dollari per l’acquisto, ma ha un interessante linea di prodotti farmacologici e il suo oncologic, Jakafi, sta vedendo una solida crescita del fatturato. Merck ha certamente la possibilità di far pendere l’ago della bilancia a suo favore per questo tipo di affare.

Sanofi (SNY) è un gruppo farmaceutico francese che è stato creato nel 2004 dalla fusione di Sanofi-Synthélabo e Aventis. Sanofi-Synthélabo era a sua volta il risultato della fusione delle filiali farmaceutiche dei gruppi L’Oréal (Synthélabo) e Elf Aquitaine (Sanofi). Il gruppo è concentrato su sette assi terapeutici principali: cardiovascolare, trombosi, sistema nervoso centrale, oncologia, malattie metaboliche, medicina interna e vaccini (Sanofi Pasteur) e in questi settori produce alcuni tra i più famosi medicinali.

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Sanofi è stata la “fidanzata ufficiale” un paio di volte nel corso dell’ultimo anno, ma mai la sposa. Con i soldi impegnati a fare acquisti, nonché l’urgente necessità di ricostituire il proprio portafoglio di prodotti, il gigante farmaceutico francese è più sicuramente in agguato perché i suoi azionisti stanno diventando impazienti a causa della sua crescita stagnante. A novembre dello scorso anno venne superata nell’acquisizione della sua concorrente ZS Pharma, da AstraZeneca (AZN) grazie ad un offerta di 2,7 miliardi. Poi dopo mesi di inseguimenti a Medivation (MDVN), il produttore farmaceutico francese è stato superato ad Agosto dall’offerta di Pfizer.

Ora, dove potrebbe volgere il suo prossimo sguardo ? Beh, se uniamo l’attenzione per l’oncologia con la dimensione dell’obiettivo, simile a ZS Pharma, Exelixis (EXEL) potrebbe essere la candidata. L’azienda ha circa 3 miliardi di capitalizzazione di mercato ed è una delle poche vere “mid-cap” nel settore biotech. Il suo composto principale CABOMETYX ™ è uno dei pochi nuovi farmaci, visti di recente, che ha facilmente superato le proiezioni di vendita iniziali. Il farmaco è stato anche approvato da poco in Europa per alcuni tipi di cancro del rene ed è in studio per altre indicazioni, come alcuni tipi di cancro al fegato.

Biomarin Pharmaceuticals (BMRN) è un’altra mid-cap del settore farmaceutico a cui Sanofi e altri sono stati collegati in passato, ma è un boccone più grande, con oltre 15 miliardi di capitalizzazione di mercato. Questa, però, potrebbe essere un’altra su cui si innescherebbe una guerra di offerte che Sanofi potrebbe facilmente perdere. Si tratta di alcune idee che potrebbero andare a buon fine qualora le M & A del settore continuino ad essere ravvivate.

lunedì 10 ottobre 2016

Gli investitori stanno sottostimando il rischio di una recessione

Altra giornata di passione sui mercati, le notizie economiche che giungono dal Giappone e dagli Stati Uniti, unite al fatto che Deutsche Bank sembra non aver trovato un accordo con il Dipartimento di Giustizia americano, fanno temere ad una ennesima settimana negativa. Aggiungiamo che nel fine settimana il Fondo Monetario Internazionale ha definito i mercati “indifesi” contro una probabile recessione che secondo gli analisti è probabile al 31%.

Se gli Stati Uniti sono riusciti a varare interventi di emergenza durante la crisi del 2008, che hanno consentito di salvare istituzioni sistemiche che in caso contrario avrebbero fatto crollare l’economia mondiale, è stato anche grazie alla discrezionalità con la quale si sono potuti varare i primi interventi. E invece oggi le democrazie si sono evolute in una strada di controlli e contrappesi per circostanze nelle quali invece sarebbe giusto fornire discrezionalità per gli interventi di emergenza. Occorre dunque fornire più discrezionalità e potere negli arsenali della finanza.

Anche se la crescita viene definita “morbida”, questo può essere visto come positivo per le azioni, data la risposta tipica delle valute ma non certo però la crescita negativa delle aziende che si apprestano a chiudere il 6 trimestre negativo di fila. Una recessione in questo momento in cui le aziende sono molto esposte sarebbe particolarmente problematico per molti settori: le stime degli utili per il prossimo anno sono aggressive nel momento in cui le banche centrali stanno lottando mantenere una crescita mediocre, anche col beneficio di un sempre più kit di strumenti.

Giusto per non farci mancare nulla, oltre al problema Deutsche Bank possiamo aggiungere “di nuovo”, la Grecia. L’Euro-gruppo sbloccherà la nuova tranche da 2,8 miliardi di euro, ma per Atene la situazione resta drammatica: il Fondo monetario internazionale, che appoggia la ristrutturazione del passivo, uscirà dal piano di salvataggio. La Germania non farà alcuna nuova concessione in vista delle elezioni dell’autunno 2017. Benzina sul fuoco in una Europa ormai sempre più in bilico.

CFNAI, Come investitori stiamo interpretando bene il mercato

Di tutti gli indicatori che abbiamo seguito, quello che ci colpisce fortemente è il prodotto interno lordo reale (PIL). Il Pil nel secondo trimestre ha segnato un +1,4%, rispetto al +1,1% della lettura intermedia del mese scorso e il +1,2% di quella preliminare. L’economia, però, cresce meno del 2% da tre trimestri consecutivi. L’attuale ritmo di espansione è il più debole dal 1949. Nel 2015 la crescita era stata del 2,6%, l’anno migliore dal 2006, sopra la media del 2,1% all’anno registrata dal 2010, il primo anno intero dopo la recessione. Per fare un paragone, la crescita media negli anni Novanta era stata del 3,4% all’anno.

Storicamente, quando le letture del CFNAI (L’indice Cfnai, misura l’andamento dell’attività economica nel distretto della Fed di Chicago) sono state costantemente negative, il multiplo sullo S&P500 è stato piatto anno su anno, secondo i dati di Bloomberg. È vero che nessun indicatore economico è in grado di darci conferme sulla complessità delle attuali economie. Detto questo, nonostante l’importanza delle sequenze recessive, pochi oggi sembrano preoccupati. La volatilità rimane bassa e multipli alti. Tuttavia, il CFNAI sta suggerendo che dovremmo essere tutti un po più preoccupati in prospettiva.

venerdì 7 ottobre 2016

Investire dividendi, 5 solidi titoli da prendere in considerazione

Investire in dividendi è uno dei modi più efficaci per gestire il vostro portafoglio, uno dei segreti è focalizzarvi sul lungo periodo con titoli di elevata qualità che pagano dividendi affidabili ed in crescita. L’acquisto di questa tipologia di azioni da tenere per almeno un decennio o due, non è per tutti, naturalmente. Ma vale la pena notare che alcune delle blue chip più maltrattate durante la crisi finanziaria del 2008 hanno fortemente recuperato ed aumentato i loro dividendi durante tutto il periodo fino ad oggi. Se non siete abbastanza pazienti, o se vi piacciono le negoziazioni giornaliere, allora questi titoli non fanno per voi. Ma se state cercando di proteggere i vostri soldi durante i periodi incerti, questi titoli hanno molto da offrire, tra cui rendimenti da dividendi che sono il 3% o superiore.

Duke Energy Corp. (DUK)
Molte utilities sono volatili e ipercomprate al giorno d’oggi, a causa della pressione dei forti acquisti nel settore all’inizio di quest’anno in quanto gli investitori correvano ai ripari. Ma ultimamente, le azioni di alcune di queste aziende sono tornate indietro, tra queste Duke Energy, che è ancora scambiata ad un livello attraente per il lungo termine.

Vale anche la pena sottolineare che, anche dopo il calo dell’8% circa dal suo livello più alto delle 52 settimane, le azioni di Duke sono ancora in gain da inizio anno, inoltre, hanno un dividendo appetibile e sostenibile.

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Procter & Gamble Co. (PG)
Mentre molte azioni di beni di consumo sono imbattute nel 2016, Procter & Gamble, si distingue per un paio di motivi. Per cominciare, nonostante la forte performance del titolo, il suo yield è ancore di poco oltre il 3%. Inoltre, il payout è pari a circa i due terzi degli utili del prossimo anno, questo rende il dividendo sostenibile e con possibilità di futuri aumenti. Se a questo si aggiunge che P & G ha pagato dividendi per 126 anni, con 60 aumenti consecutivi, è difficile sostenere che vi sia scelta migliore di questo gigante dei beni di consumo per la crescita di dividendi stabili.

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Abbvie (ABBV)
Abbvie è stata scissa da Abbott Laboratories (ABT), alla fine del 2012, nel tentativo di separare il settore di ricerca farmaci dal portafoglio di trattamenti già esistenti e dispositivi medici. Abbvie è l’opzione di gran lunga più interessante delle due, sia in termini di potenziale di ricerca che di prestazioni per gli investitori. Dal frazionamento azionario Abbvie ha avuto una performance quasi doppia rispetto all’indice S & P 500, mentre Abbott circa il 28%. Abbvie non è una rischiosa biotech di fase sviluppo. Il suo trattamento dell’artrite di grande successo, Humira, produce miliardi di dollari di fatturato annuo, mentre la società va avanti con nuovi farmaci. Le sue azioni sono scambiate attualmente a solo circa 11 volte gli utili. Sarebbe difficile trovare una migliore combinazione di crescita, valore e reddito delle azioni Abbvie.

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General Electric (GE)
General Electric è uno titolo diffuso, presente in molti portafogli, ma molti investitori di reddito rimangono diffidenti di questo conglomerato dopo il profondo taglio del dividendo durante la crisi finanziaria. Ma dopo aver ceduto il comparto finanziario a Wells Fargo & Co. (WFC), poco più di un anno fa, gli investitori possono avere fiducia nel fatto che la nuova GE sia una società stabile e affidabile per il reddito. General Electric si muove in ampi e diversificati settori che coprono la produzione di energia, immagini mediche e motori per aerei solo per citarne alcuni, e questa vasta base di entrate sosterranno un forte flusso di cassa.

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Cisco Systems (CSCO)
Cisco Systems, non ha pagato dividendi per molto tempo. Ma negli ultimi 5 anni è aumentato oltre quattro volte, a partire da soli 6 centesimi a trimestre nel 2011 a 26 centesimi in questo momento. E anche a questi livelli, i dividendi sono altamente sostenibili a meno della metà degli utili del prossimo anno. Le azioni sono più che raddoppiate dal loro minimi del 2012. Se state cercando di costruire un portafoglio diversificato, questa azienda di grossa capitalizzazione che si occupa di tecnologia per le imprese è una buona alternativa al reddito convenzionale. Certo, Cisco non è in condizioni di crescere ulteriormente, come dimostra la dolorosa decisione di licenziare il 20% della sua forza lavoro questa estate. Ma per gli investitori di reddito, la stabilità è più importante della crescita, in particolare in questo mercato.

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martedì 4 ottobre 2016

Campari, dopo la discesa il titolo riprende la corsa

Campari è uno dei nostri punti di forza, un’azienda italiana che distribuisce il suo prodotto in suo prodotto in oltre 180 paesi. Si tratta di un bitter ottenuto dall’infusione di erbe amaricanti, piante aromatiche e frutta in una miscela di alcool e acqua, dall’aroma intenso e dal colore rosso rubino. L’azienda nasce nel 1860 da Gaspare Campari col primo locale a Novara chiamato Caffè dell’Amicizia. Davide Campari, figlio di Letizia e Gaspare, nel 1919 cede il Campari e il Camparino. L’azienda si concentra sulla produzione di Campari e Cordial, i prodotti con la maggior penetrazione di mercato. Campari entra in borsa nel 2001 al prezzo di 31 euro per azione. Il 3 settembre 2012 Campari acquista l’81,4% di Lascelles de Mercado, un’azienda giamaicana produttrice di rum.

Il 15 aprile 2014 Gruppo Campari acquista per la cifra di 103,75 milioni di € la Fratelli Averna S.p.A. Il 15 marzo 2016 è stato annunciato un accordo tra il Gruppo Campari e Societé des Produits Marnier Lapostolle (Spml) per consentire al gruppo italiano il controllo del marchio Grand Marnier attraverso la cessione delle azioni in possesso della Splm ed il lancio di un OPA.

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Campari (CPR) a Settembre ha subito un lieve ribasso dopo aver toccato i 10 €, ciò è dovuto alle vendite di alcolici negli Stati Uniti, secondo i dati diffusi dalla Nabca (National Alcohol Beverage Control Association), hanno registrato la performance peggiore degli ultimi due anni, registrando una contrazione del 2,4% tendenziale in termini di valore, con un -4,2% dei volumi e un +1,8% del rapporto prezzo/mix. Da sottolineare comunque che i dati si riferiscono al trimestre dove era presente anche Luglio, mese in cui ci sono stati 16 giorni di vendita in meno rispetto al precedente.

Tuttavia i dati restano sempre bassi, ma l’azienda non sembra preoccupata. Le implicazioni di tale rapporto sul medio periodo confermano la presenza di un trend rialzista. Tuttavia lo scenario a breve evidenzia un esaurimento della forza positiva al test di resistenza individuato a 10,08 con primo supporto visto a 9,93.

Il movimento rialzista è partito dai minimi il 24 giugno, giorno in cui il mercato aveva dovuto fare i conti con l’esito del referendum sulla Brexit. Il mese di agosto è stato particolarmente favorevole all’azienda milanese, ma il titolo ha brillato durante tutto il 2016. In un contesto molto negativo per la piazza finanziaria milanese, infatti, Campari è stata in grado di mettere a segno una performance da inizio anno pari al 28% circa.

La tendenza di fondo rimane quindi positiva, con i prezzi che possono pertanto proseguire nella loro salita, con target di breve termine a 10,30-10,32 prima e attorno a 10,45 in un secondo moment. Non dimentichiamo che vari analisti hanno alzato il target sull’azienda a BUY dal precedente HOLD, tra questi la banca d’affari Hsbc. I giudizi sono migliorati soprattutto grazie anche allo stato di buona salute del gruppo che ha visto crescere da fine 2014 tutti gli indicatori di bilancio.

Il rischio della società è basso, con un Beta intorno all’1.7 non pare molto volatile rispetto al mercato, i volumi sono sotto controllo, questo comporta pochi movimenti violenti anche per la mancanza di appeal verso hedge fund o investitori istituzionali, il che non implica una manca di crescita, anzi, il titolo è in fase ascendente, solo la rottura dei 9.55 € potrebbe farci pensare ad un’inversione.

Disclosure

Il titolo Campari è presente nel nostro portafoglio Gemme Italia con un guadagno in doppia cifra. Ottica di medio periodo.

lunedì 3 ottobre 2016

Le forniture di caffè minacciate dalla guerra dei coltivatori

Il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti ha rilasciato le stime di forniture di caffè della stagione 2016-2017 sottolineando come queste subiranno un crollo della produzione di Robusta mentre l’Arabica aumenterà grazie ad una resa eccezionale in Brasile. In tutto il mondo però, i coltivatori di caffè sono colpiti dai bassi ricavi dei chicchi, allo stesso tempo, si trovano a combattere con un aumento dei costi secondo l’Organizzazione internazionale del caffè.

Molti coltivatori in paesi come El Salvador e Costa Rica hanno subito perdite, secondo le ultime ricerche. Di conseguenza gli agricoltori stanno passando ad altre colture economicamente più interessanti o addirittura stanno lasciando il settore agricolo, minacciando la capacità del settore di soddisfare la crescente domanda internazionale.

La contrazione delle scorte aveva portato alla crescita di zucchero e caffè, mentre le coltivazioni chiave, quali mais e grano, si sono trovate in difficoltà con la partenza della stagione del raccolto USA. Le preoccupazioni relative alla diminuzione delle scorte hanno sostenuto i forti picchi di zucchero e caffè. I future dello zucchero di canna hanno raggiunto il punto più alto degli ultimi quattro anni e il caffè Arabica quello degli ultimi 19 mesi, prima di tornare a livelli più bassi per la caduta del real brasiliano e per l’avvio delle prese di profitto da parte degli hedge funds, possessori di un gran numero di posizioni lunghe.

Lo zucchero è salito del 40% quest’anno, mentre il caffè Arabica del 14%, dopo aver fatto registrare movimenti laterali per una buona parte degli ultimi due anni. Circa 70 paesi in tutto il mondo producono il caffè, ma un prolungato periodo di perdite o bassi profitti potrebbe significare che solo i coltivatori più forti saranno in grado di sopravvivere conducendo il mercato verso un sempre minor numero di coltivatori.

Analisi tecnica ETF caffè COFF

Il sesto Forum sul finanziamento del settore caffeario ha riunito esperti provenienti dal settore pubblico e privato per discutere le sfide che attendono il settore caffè con un focus particolare sulla redditività della coltivazione del caffè. I punti chiave sollevati durante la sessione sono stati i cambiamenti climatici e le condizioni sociali dei coltivatori di caffè.

Infatti, tenendo conto dell’inflazione, i prezzi del caffè sono cresciuti quest’anno del 2,8%, l’ICO ha sottolineato in una ricerca presentata al forum un avvertimento circa la stretta degli aumenti dei costi sempre maggiori causati dalle assunzioni, i fertilizzanti e i macchinari. La ricerca in quattro paesi ha dimostrato che gli agricoltori in Colombia hanno raggiunto profitti operativi bassi nella maggior parte delle stagioni, mentre quelli in Costa Rica e El Salvador hanno sofferto per anni perdite, anche se i coltivatori brasiliani hanno goduto di risultati “positivi”.

La pressione sui margini mette a rischio il futuro di molti produttori di medie e piccole imprese. Infatti, Edgar Cordero, consulente senior global strategies della federazione dei coltivatori di caffè della Colombia, Fedecafe, ha detto che i produttori ricevono sui 200 miliardi di ricavi generati attraverso il mercato di vendita al dettaglio solo 15 miliardi di dollari. Questa bassa redditività è anche alla base dell’allontanamento dei giovani dal settore. L’età media dei coltivatori di caffè è di 55 anni. In Colombia, per esempio, i più giovani sono a caccia di altri posti di lavoro.

L’industria del caffè quindi si sta trasformando, le piccole imprese sempre più pressate dai costi e bassi ricavi lasciano lo spazio e le terre ai giganti produttori che possono supportare i costi con vendite enormi. Questo col tempo metterà pressione sulle forniture, dato che ci vorranno anni prima che il cambiamento sia attuato, nel frattempo, la domanda aumenta e la fornitura cala.