lunedì 28 dicembre 2015

Investire in azioni con crescita dei dividendi

Investire in azioni con crescita dei dividendi è uno stile di investimento dove si guarda ad aziende che hanno un'elevata probabilità di premiare gli investitori con l'aumento dei dividendi nel tempo. Ottenere pagamenti in contanti sotto forma di dividendi dagli investimenti, garantisce agli investitori un reddito aggiuntivo trimestrale o annuale. Diverse sono le ragioni per adottare questa strategia di investimento.

La prima fra tutte è che le azioni che aumentano i dividendi, solitamente battono il mercato generale, questo è il motivo di maggior interesse nei potenziali acquirenti. Tutti gli investitori vogliono battere il mercato, ma la maggior parte di essi non lo fa. I titoli con crescita dei dividendi hanno sovraperformato il mercato, con una volatilità inferiore, dal 1972 fino al 2014. Un altro valido motivo per scegliere titoli con crescita dei dividendi sono i costi. Investire in fondi comuni di investimento, gestioni patrimoniali, e (in misura minore) ETF, comporta per gli investitori costi sotto forma di commissioni di gestione, che si sommano nel tempo. L'acquisto di singoli titoli significa non pagare alcuna commissione di gestione. Una volta che il titolo è stato acquistato, non ci sono più costi associati nel possesso. Quando uno investe in qualcosa, vuole essere pagato, non pagare per il privilegio di averlo fatto.

Investire nella crescita dei dividendi, vuol dire concentrarsi sull'attività dell'azienda, in quanto il valore di fondo di un'azione deriva dal valore dell'azienda stessa. Nel corso del tempo, le aziende mediocri si dissolvono e vengono consumate dalla distruzione creativa delle forze concorrenziali. Le imprese eccellenti sostengono le ricchezze dell'investitore nel corso del tempo. Le aziende con forti vantaggi competitivi in ​​settori lenti nei cambiamenti, storicamente, hanno fatto bene. Aziende come Johnson & Johnson (JNJ), Wal-Mart (WMT) e Coca-Cola (KO), restituiscono agli investitori aumenti dei dividendi ogni anno e sono in settori a lenta evoluzione. I ribassi e il diluvio di notizie dei media finanziari possono far pensare all'acquisto di azioni come al gioco delle slot a Las Vegas. Niente potrebbe essere più lontano dalla verità. Quando si acquista un'azione, si acquista la proprietà frazionata di un'attività. Sia che si acquisti il 100% dell'attività, il 50%, o lo 0,00001%, è importante concentrarsi sugli aspetti dell'attività, non sul movimento del prezzo del titolo.

Se ci si concentra sulla costruzione di un portafoglio che si basa sull'aumento del reddito da dividendi, si tende ad evitare le mode e le aziende speculative che non generano flussi di cassa. Un'azienda, semplicemente, non può pagare i dividendi a lungo se sta perdendo soldi. Questo protegge gli investitori in crescita dei dividendi, dall'investire in situazioni speculative in cui non vengono generati flussi di cassa. Gli investitori nella crescita dei dividendi non avrebbero mai investito in azioni assurdamente costose durante il boom delle "dot com". Queste aziende tecnologiche ad alta volatilità erano start-up che di solito non pagavano dividendi e non avevano una storia della loro redditività. Allo stesso modo, gli investitori in crescita dei dividendi oggi eviterebbero le azioni alla moda costosissime di oggi, azioni come Alibaba (BABA), LinkedIn (LNKD) e Twitter (TWTR), che hanno rapporti P/V oltre 10 e che probabilmente non distribuiranno dividendi. Si tratta di titoli altamente speculativi costosissimi, non adatti a chi cerca un reddito continuativo nel tempo. Investire nella crescita dei dividendi è una prospettiva a lungo termine. Le azioni con crescita dei dividendi premiano gli investitori a lungo termine, aumentando i pagamenti dei dividendi anno dopo anno. Questa crescita lenta ma costante non viene conferita agli investitori che costantemente entrano ed escono dalle azioni. Se ci si è focalizzati sulla costruzione di ricchezza a lungo termine, investendo in grandi imprese, non ha molto senso passare da un titolo all'altro. Se Coca-cola era un'azienda di elevata qualità un anno fa, lo sarà molto probabilmente per un altro anno (o decennio).

Le azioni con crescita dei dividendi di elevata qualità, storicamente, hanno ottenuto buoni risultati durante le recessioni. A livello accademico, i titoli di crescita dei dividendi tendono ad avere dei beta inferiori e deviazioni standard del prezzo più basse. Questo significa che tendono a cadere di meno durante i mercati orso, ma aumentano anche di meno durante mercati toro. Fondamentalmente, questi titoli di elevata qualità hanno prestazioni migliori del previsto durante le recessioni perché continuano a produrre guadagni solidi e dividendi. Le aziende che sono in grado di mantenere o far crescere i guadagni durante i periodi recessivi, anche i prezzi delle loro azioni tendono ad ottenere prestazioni migliori, durante questi periodi. Il massimo drawdown del S&P 500 durante la Grande Recessione del 2007-2009 è stata del 55%. Il massimo drawdown di alcune azioni con dividendi in crescita di elevata qualità durante lo stesso periodo sono stati ad esempio, per Abbott Laboratories (ABT) perdita massima -29%, McDonald (MCD) -21%, Wal-Mart (WMT) -26%. McDonald e Wal-Mart sono noti per i loro prodotti a basso prezzo. Wal-Mart ha "prezzi bassi tutti i giorni", mentre McDonald è noto per il suo menu. Entrambe le aziende sono cresciute durante la Grande Recessione di quegli anni in quanto i consumatori erano concentrati sul risparmio. Abbott Laboratories è un'azienda sanitaria. Il settore sanitario è stato meno colpito rispetto alla maggior parte degli altri settori industriali. E' molto difficile per chiunque tagliare i costi sanitari in quanto riguardano la salute.

Warren Buffett è una delle persone più ricche del mondo. Ha accumulato una fortuna di oltre $ 70 miliardi con investimenti di buon senso. Lo stile di investimento di Warren Buffett è cambiato durante la sua carriera. All'inizio, è stato soprattutto un investitore di valore. Nel corso del tempo, ha virato verso le aziende di alta qualità che pagano dividendi. Le 5 più grandi aziende di Warren Buffett aumentano i loro dividendi anno dopo anno. I primi 5 titoli di Warren Buffett costituiscono il 66% del suo portafoglio totale e sono, Wells Fargo (WFC), Coca-Cola (KO), IBM (IBM), American Express (AXP) e Wal-Mart (WMT). E' vero che Warren Buffett non investe esclusivamente in titoli di crescita dei dividendi, ma i suoi più grandi investimenti sono in quel tipo di aziende però. L'indice dei Dividendi Aristocratici è composto esclusivamente da aziende con 25 o più anni consecutivi di aumenti dei dividendi che sono anche nell'indice S&P 500 e soddisfano determinati requisiti di dimensione e di liquidità. Questo indice nel suo complesso si è esibito eccezionalmente bene negli ultimi dieci anni. Questo non dovrebbe destare nessuna sorpresa, visto che le aziende con forti vantaggi competitivi e una lunga storia di aumento dei dividendi tendono a fare meglio delle aziende mediocri. In totale il Dividend Aristocrats Index ha sovraperformato l'indice S&P 500 di 2,47 punti percentuali ogni anno negli ultimi dieci anni. In questo indice troviamo aziende con cui abbiamo a che fare ogni giorno, come PepsiCo (PEP), Procter & Gamble (PG), Johnson & Johnson (JNJ), KCoca-Cola (KO) ed altre ancora. Qualcuno potrebbe non riconoscere il nome di alcuni titoli di crescita di dividendi, ma hanno molto famigliarità con i loro prodotti. Ad esempio: Kleenex, Huggies sono tutti venduti dal gigante dei beni di consumo Kimberly-Clark (KMB). Conoscete il Jack Daniels? Viene venduto da Brown-Forman (BF.B). Kimberly-Clark e Brown-Forman sono dividendi aristocratici. C'è un vantaggio psicologico che viene fornito dall'investimento in aziende che si conoscono bene. Se il prezzo delle azioni di Kimberly-Clark cade nel corso di una recessione, si può trarre conforto nel sapere che i marchi aziendali continueranno ad essere richiesti. Questo significa meno panico di vendita e una maggiore propensione a mantenere per lungo periodo.

Investire nella crescita dei dividendi comporta l'acquisto di azioni di aziende di elevata qualità con una storia di aumenti dei dividendi. Guardare ad aziende che hanno la capacità di aumentare costantemente i pagamenti dei dividendi semplifica il processo di investimento. Le aziende che possono aumentare i dividendi anno dopo anno, molto probabilmente hanno un vantaggio competitivo che protegge i loro profitti. Questo riduce significativamente il rischio di investire in azioni che hanno modelli di business non provati o instabili. Una delle cose più gratificanti è vedere arrivare i dividendi sui conti, anche se non dovrebbe essere l'unica cosa, ma ancora più gratificante, è che questi pagamenti crescono nel tempo. Non ci sono molti investimenti che offrono sia un reddito costante che una futura crescita del reddito. Investire nella crescita dei dividendi unisce l'elevata qualità delle imprese con la gestione di chi ha come priorità gli azionisti paganti. Il risultato è un metodo di investimento facile da implementare che premia gli investitori con l'aumento dei flussi di reddito. Come bonus, queste aziende hanno storicamente offerto rendimenti superiori a quelli del mercato complessivo con una minor volatilità.

martedì 8 dicembre 2015

Investire nella sanità, 2 azioni farmaceutiche con brevetti attraenti

Le trimestrali stanno volgendo al termine e abbiamo potuto notare come siano state particolarmente deludenti per il settore Sanitario, inoltre il famoso tweet di Hillary Clinton che ha messo alcune grosse aziende sotto una cattiva luce, più per la consapevolezza che l'Affordable Care Act necessiterà di un grande aumento delle entrate, ha affossato molti titoli ospedalieri e farmaceutici, portandoli a prezzi stracciati. Secondo un sondaggio della Kaiser Health Tracking effettuato ad agosto 2015, la maggioranza degli americani (72%) trova che i costi dei farmaci sono irragionevoli e il 74% è del parere che le aziende farmaceutiche antepongono i profitti alle persone. Le aziende farmaceutiche potrebbero quindi trovare un pò più difficile giustificare i loro prezzi elevati citando gli anni e i fondi che vengono utilizzati per portare i nuovi trattamenti sul mercato e la necessità di investire in ricerca e sviluppo per avere ulteriori trattamenti. Nel frattempo fusioni, acquisizioni e offerte continuano a conquistare la scena nel settore. Il 2014 si è rivelato essere uno degli anni più attivi nel settore farmaceutico, per fusioni e acquisizioni e accordi su licenze, la tendenza è continuata anche quest'anno. Le occasioni di inversione fiscale, che avevano perso la loro brillantezza, considerando le nuove regole imposte dal Dipartimento del Tesoro, sono tornate nel vivo con Pfizer che ha fatto un accordo con Allergan, una società con sede in Irlanda, per combinare le loro attività, creando la più grande azienda farmaceutica al mondo. L'acquisizione da parte di Abbvie (ABBV) per $ 21B, di Pharmacyclics dimostra che le elevate valutazioni non scoraggiano le grandi società nell'esercizio di acquisizioni per aumentare le loro pipeline e portafogli prodotti.

Diverse aziende farmaceutiche si stanno concentrando sul prendere le licenze dei farmaci che sembrano promettenti, invece di sviluppare un prodotto da zero che comporta molti fondi e tempo, per cui le piccole aziende biotech sono aperte a tali offerte, in quanto la maggior parte di esse trova impegnativo fare cassa, rendendo così difficile la sopravvivenza e il proseguimento dello sviluppo di farmaci promettenti. Uno dei settori più redditizio è l'immuno-oncologia, visto che queste terapie hanno il potenziale per cambiare il trattamento del cancro, fondamentalmente usano la capacità naturale del sistema immunitario del paziente di combattere il cancro. I principali attori in questo campo includono Bristol-Myers, AstraZeneca, Merck e Roche. Offerte destinate all'immuno-oncologia sono state siglate da aziende come Pfizer, Merck KGaA, Bristol-Myers, AstraZeneca e Incyte. Un'altra tendenza testimoniata è la cessione di segmenti di attività non core. Aziende come Pfizer, UCB, Novartis, Glaxo e AstraZeneca hanno preso parte a questa tendenza, monetizando asset non core permettendole cosi di concentrarsi sulle loro aree di competenza.

Per tutti coloro che investono sul lungo periodo, anche se, alcuni nomi non dovrebbero spaventare in caso di ulteriori cali, le aziende analizzate, sono in realtà azioni da comprare ora che sono calati i loro prezzi. Se si guardano i grafici si noterà che dal 29 Settembre scorso, i due titoli hanno già recuperato parte della loro perdita. Diamo uno sguardo a 2 nomi di grosse aziende del mercato farmaceutico che sono ancora sottovalutate in questo momento.

Pfizer Inc. (PFE)

L'acquisizione di Allergan (AGN) da parte di Pfizer ha avuto una sua giusta dose di critica. Alcuni osservatori temono che un'azienda cosi grande possa semplicemente diventare ancor più ingestibile. Infatti Pfizer pensava ad una rottura, proprio per questo motivo, ancor prima di effettuare l'offerta ad Allergan. Non esiste però un vero problema di fusione. Questo accordo tra le due società genererà una cifra stimata intorno ai $ 2 miliardi in sinergia, oltre a centinaia di milioni di dollari di risparmi fiscali ogni anno.

Il mercato aveva comunque sottovaluto Pfizer, con o senza l'accordo con Allergan. Il pullback dagli inizi di agosto ha lasciato le azioni PFE ad un appetibile P/E ratio di 14. Nelle sue ultime trimestrali PFE ha pubblicato un EPS di $ 0,60 che ha superato le aspettative degli analisti di $ 0,09. I ricavi sono stati pari a $ 12,09B, -2,2% su base annua, ma sono comunque riusciti a superare le attese di Wall Street di $ 530m. La società ha aumentato le sue guidance per il 2015 a $ 47.5B - 48.5B da $ 46.5B - 47.5B per i ricavi. $ 1,37-1,43 da $ 1,29-1,38 per l'EPS.



Bristol-Myers Squibb Co. (BMY)

Bristol-Myers Squibb ha indiscutibilmente una delle pipeline più sottovalutate tra tutte le grandi case farmaceutiche. E se non ce l'ha in cantiere la società non ha problemi ad acquistarlo. Ad esempio, all'inizio di novembre, Bristol-Myers ha acquisito una società denominata Cardioxyl Pharmaceuticals per aggiungere il suo farmaco cardio CXL-1427, rinforzando la sua presenza nel mercato delle cure cardiache. All'inizio dell'anno inoltre, la società ha acquisito Flexus Biosciences per $ 1,25B per ampliare il suo portafoglio dei farmaci per il cancro. Flexus stava lavorando ad una nuava immunoterapia che deve ancora passare agli studi clinici, questo è un attestato di fede al suo potenziale.

Per quanto riguarda la pipeline e il portafoglio esistente, Opdivo ha già fatto colpo, ed è solo l'inizio. Opdivo è già stato approvato come trattamento per il cancro del polmone, per il melanoma e il cancro del rene. Questo farmaco, testato per altre terapie, oltre alla crescita delle vendite per gli usi in cui è già stato autorizzato, si pensa che possa raggiungere, grazie ad ulteriori autorizzazioni, vendite annuali superiori ai $ 5 miliardi. Il titolo può essere considerato caro con un forward P/E di 29, e difatti difficilmente rientra nelle watchlist degli investitori, nonostante tutto in 5 anni ha reso il 165% escluso i dividendi. Nelle sue ultime trimestrali BMY ha pubblicato un EPS di $ 0,39 che ha superato le aspettative degli analisti di $ 0,04. I ricavi sono stati pari a $ 4.07B, +3,8% su base annua, superando le attese di Wall Street di $ 210m. La società ha aumentato le sue guidance per il 2015 a $ 16.0B - 16.4B da $ 15.5B - 15.9B per i ricavi. $ 1,85 - 1,90 da $ 1,70-1,80 per l'EPS non-GAAP.

mercoledì 18 novembre 2015

Dove può arrivare Alphabet?

I fondatori di Google Larry Page e Sergey Brin si incontrarono alla Stanford University nel 1995, l'anno seguente realizzarono un motore di ricerca (inizialmente chiamato BackRub) che utilizzava dei link per stabilire l’importanza delle singole pagine web. Larry e Sergey chiamano il motore di ricerca che avevano sviluppato "Google", un gioco di parole con il termine "googol", ossia il termine matematico che indica un 1 seguito da 100 zeri.

Google Inc. nasce nel 1998, quando il cofondatore della Sun, Andy Bechtolsheim, stacca un assegno da $ 100.000 per un’entità che ancora non esiste. Nel 2000 vengono introdotti gli AdWords, un programma self-service per la creazione di campagne pubblicitarie online. Il 18 agosto 2004 Google sbarca a Wall Street con un’offerta pubblica iniziale di 19.605.052 quote del fondo azionario di classe A (GOOGL). Il 2 settembre 2008 viene lanciato ufficialmente il browser "Google Chrome", ma il mondo ne scopre l’arrivo con un giorno di anticipo sulla data di lancio prevista, a causa dell’uscita di un fumetto che presenta il nuovo browser open source. Tra le varie tecnologie sviluppate da Google, abbiamo Android, un sistema operativo per dispositivi mobile (mobile OS) basato su kernel Linux. È stato progettato principalmente per smartphone e tablet, con interfacce utente specializzate per televisori (Android TV), automobili (Android Auto), orologi da polso (Android Wear), occhiali (Google Glass), e altri.

Il 10 agosto 2015 Larry Page, con un messaggio postato sul blog aziendale, annuncia la costituzione di una nuova holding. L'amministratore delegato di Google Inc. annunciava lo scorporo delle numerose società controllate dall'azienda capofila, che si concentrava pertanto in un unico settore di attività, tali società passavano sotto il controllo di un nuovo soggetto, Alphabet (GOOGL, GOOG). Google Inc. segue il processo di riorganizzazione e diventa una controllata della nuova holding. Quanto alle cariche dirigenziali, Larry Page assume la dirigenza di Alphabet, in cui ciascuno dei suoi business avrà il proprio amministratore delegato, mentre Sundar Pichai lo sostituisce come amministratore delegato di Google.

La fondazione di Alphabet ha risposto a due necessità:
a) rendere più trasparenti le attività che riguardano Google, il marchio più conosciuto in assoluto del gruppo;
b) dare una maggiore autonomia alle società del gruppo che operano in settori diversi da quello dei servizi internet.

Curiosità:
Il dominio alphabet.com è di proprietà della casa automobilistica tedesca BMW (BMW.DE). In mancanza del ".com" i fondatori hanno scelto per il sito web della holding il nuovissimo ".xyz", creato nel 2014.

La rivoluzione della società, porta in dote un ridimensionamento mirato, che permetterà a Google di continuare a perseguire la strada intrapresa diversi anni fa. Da una parte c’è il core business della società, che resta legato alle ricerche web e a tutte le altre “idee”. Sotto Alphabet rientrano invece tutte le divisioni legate all’area di ricerca, sviluppo e investimenti lontani dal web, come ad esempio il progetto Fiber che mira allo sviluppo di una connessione ultra veloce. Il perche di questa scelta può essere ricercato nella necessità di snellire Google dalle tante divisioni, ponendo cosi un freno alle varie lamentele degli investitori. Inoltre avendo, ogni divisione, un proprio CEO saranno più semplici da seguire ed analizzare i vari andamenti. La divisione web potrà dimostrare di essere ancora il core business dell'azienda, continuando a produrre profitti per 66 miliardi di dollari, solo dalla pubblicità nel 2014, e quest'anno dovrebbero salire a $ 73 miliardi.

Gli investitori hanno applaudito la mossa, in quanto convinti che darà loro maggiore visibilità sulle performance finanziarie del core business ad alta redditività di Google. Con questa suddivisione i Co-fondatori potranno continuare a godersi i successi di Google sotto la guida del fidato Sundar Pichai dedicandosi allo stesso tempo a ciò che gli sta più a cuore, migliorare le nostre vite sviluppando nuove tecnologie e ideando nuovi prodotti.

Sette mesi dopo aver nominato Ruth Porat suo CFO, Google/Alphabet (GOOG, GOOGL) è pronta per iniziare la restituzione di valore del capitale. Il programma di riacquisto da $ 5B, equivalente a ~ 1% delle azioni, è stato lanciato. Il riacquisto riguarda le azioni senza diritto di voto di Classe C (GOOG). La società,  alla fine del Q3, ha in cassa $ 72.8B tra contanti e titoli negoziabili, ed appena $ 5.2B di debito. Tuttavia, gran parte del denaro è lontano. Il management ha parlato della crescita degli annunci di YouTube, ed ha suggerito che molto ha a che fare sia con la forte crescita dei click a pagamento di Google che con il calo dei costi per clic. Il nuovo CEO di Google Sundar Pichai ha affermato che Google ha indicizzato più di 100B di link di terze parti all'interno delle applicazioni. Inoltre ha ribadito che il mobile ora rappresenta oltre il 50% delle ricerche ed ha fatto notare, inoltre che sono stati venduti oltre 20M di dispositivi fino ad oggi. I ricavi pari a $18.67B (+13.0% Y/Y) hanno battuto di $140M le aspettative degli analisti, cosi come l'EPS di $7,35 che è stato superiore alle attese di Wall Street di ben $ 0,14.

Riteniamo che il titolo possa ancora salire, anche se un pullback un po più marcato sarebbe gradito. In generale, c'è ancora molto spazio per le azioni, nonostante la crescita di circa il 40% degli ultimi due anni.



venerdì 13 novembre 2015

Volkswagen riuscirà a tornare sull'Olimpo?

Il 18 settembre 2015, la casa Automobilistica tedesca Volkswagen (VOW3.DE), è stata investita da un vero e proprio terremoto che sta ancora scuotendo l'industria tedesca e tutto il mondo delle quattro ruote. L’azienda, uno dei più grandi produttori di automobili al mondo, ha perso più di 20 punti percentuali in borsa il giorno dopo l’accusa di aver montato motori “truccati” su alcuni modelli di auto, allo scopo di imbrogliare ai controlli sulle emissioni inquinanti effettuati negli Stati Uniti. Secondo l’agenzia federale per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti (EPA), che sta indagando sulla questione, Volkswagen ha installato un software sulle centraline di motori diesel di 5 modelli venduti fra il 2008 e il 2015 in modo che risultassero meno inquinanti. Secondo l’EPA i motori “truccati” sono stati montati su 482mila automobili. La società ha diffuso un comunicato scusandosi genericamente per aver violato la fiducia dei suoi clienti, ma senza aggiungere dettagli o precisazioni alle accuse dell’EPA. In un comunicato l’EPA ha scritto che Volkswagen ha ammesso l’uso dei software fraudolenti, ordinandole poi di richiamare le 482mila auto col motore truccato e di bloccare la vendita negli Stati Uniti di modelli con lo stesso motore. Lunedì 21 Settembre, Volkswagen ha fatto sapere che avrebbe sospeso la vendita di auto Volkswagen e Audi con motore diesel negli Stati Uniti. Per questa frode Volkswagen rischia di essere punita con una multa fino a 18 miliardi di dollari, per non parlare delle Class Action che si stanno preparando in tutto il mondo.

L’imbroglio di Volkswagen è emerso, dopo che a luglio l’EPA aveva minacciato Volkswagen di non fornire licenze per la vendita di automobili nel 2016 nel caso non spiegasse gli strani risultati di alcuni test indipendenti effettuati su automobili vendute fra il 2009 e il 2015, fra cui modelli molto popolari come Passat, Golf e Audi A3. Da mesi Volkswagen dava la colpa dei risultati di quei test a problemi tecnici. L’imbroglio è stato inizialmente scoperto quando nel 2014 l’International Council on Clean Transportation, un’associazione no profit che compie test e analisi sulle emissioni inquinanti dei mezzi di trasporto, ha compiuto controlli su strada sulle emissioni di alcuni modelli Volkswagen, confrontando i risultati ottenuti con quelli dei test col dinamometro. L’EPA ha quindi chiesto conto a Volkswagen dei risultati diversi dei test, ottenendo in cambio prima spiegazioni vaghe e solo in un secondo tempo una confessione. Secondo un portavoce di Volkswagen, l’azienda sta collaborando alle indagini dell’EPA e ha avviato un’indagine interna. Oltre al danno d’immagine, alcuni analisti ritengono che Volkswagen rischia anche di essere indagata dal Dipartimento di giustizia degli Stati Uniti, rischiando pene individuali in aggiunta a una ingente multa pecuniaria dall’EPA. Lo scandalo Volkswagen si è poi allargato, come si temeva, a macchia d'olio in Europa, dove ci sono auto con i dati sulle emissioni truccati ed emergono prime ricostruzioni che coinvolgono anche altri marchi di quattro ruote. Il tutto mentre emerge un retroscena dagli Usa: la casa tedesca aveva avvertito ad aprile, con una lettera, i proprietari californiani del fatto che le vetture potevano non superare i test anti-inquinamento e che l'azienda avrebbe rilasciato a breve un nuovo software per le centraline di controllo diesel con l'obiettivo di risolvere il problema. La casa di Wolfsburg ha anche reso noto che nel mondo sono 11 milioni le auto dotate del dispositivo che aveva consentito la manipolazione sulla emissioni negli Usa.

Pochi giorni dopo lo scandalo, Martin Winterkorn si è dimesso da amministratore delegato di Volskwagen, ricevendo in cambio 28,6 milioni di euro. Il potente manager ha annunciato le dimissioni dalla casa tedesca dopo l'esplosione dello scandalo legato alla falsificazione dei test sulle emissioni, ma ha voluto ribadire la sua completa estraneità ai fatti. Il sostituto nominato ad una settimana esatta dall'inizio del terremoto sulla truffa delle emissioni è l'uomo Porsche, Matthias Müller, 62 anni, carriera tutta interna al gruppo, Müller ha conservato anche la carica di numero uno di Porsche.

Poche settimane dopo, dagli Stati Uniti è arrivato un nuovo duro colpo per Volkswagen: l'agenzia americana per la salvaguardia dell'ambiente, Epa, ha avviato un'indagine su un secondo software installato sulle auto diesel di Volkswagen per truccare le emissioni e di cui la casa tedesca potrebbe avere, in un primo momento, taciuto l'esistenza. Gli investitori già traumatizzati da quanto successo finora, resteranno paralizzati nell'apprendere che sui nuovi motori diesel di Volkswagen è montato un software di dubbia natura. Per la casa di Wolfsburg sarebbe dunque un colpo durissimo che renderebbe quasi impossibile uscire dalla crisi in cui è precipitata dopo lo scandalo del dieselgate, che vede coinvolte fino a 11 milioni di auto. Di queste, otto milioni nell'Unione Europea e 482.000 negli Stati Uniti. E Oltreoceano Volkswagen rischia anche una multa da 18 miliardi di dollari da parte dell'Environmental protection agency. Poi c'è il concreto rischio di processi penali, in un Paese che non perdona chi mente, che protegge oltre ogni concezione europea i consumatori danneggiati e che ha avvocati sempre pronti a organizzare class action. Se ne contano contro la casa automobilistica tedesca già oltre 250. Secondo il Sunday Telegraph i grandi azionisti della casa di Wolfsburg sono determinati a citare in giudizio per 40 miliardi di euro la società per il crollo del titolo Volkswagen dopo che lo scandalo è venuto alla luce. La cifra appare esagerata perché il 72% della proprietà della Volkswagen è del Land della Sassonia e della famiglia: si arriverebbe a 40 miliardi solo se anche loro si facessero causa da soli.

Secondo quanto riferisce il Sunday Telegraph l'avvocato Quin Emanuel, che ha al suo attivo vittorie in "class action" per 50 miliardi di dollari e ha tra i suoi clienti colossi del calibro di Google, Sony e la Fifa, è stato ingaggiato dal gruppo Bentham (specializzato nel finanziare i costi delle grandi e lunghe vertenze legali) per preparare una causa a favore degli azionisti di Volkswagen che hanno visto volatilizzarsi 25 miliardi di euro per il crollo del titolo del colosso automobilistico. E le cose peggioreranno per le multe inflitte dai vari governi e per i costi di richiamo e modifica dei motori degli 11 milioni di vetture con l'ormai famigerato motore diesel AE189. In sintesi, il titolo potrà ancora scendere. L'avvocato Quinn e il gruppo Bentham stanno contattando i grandi investitori di Volkswagen, inclusi i fondi sovrani di Qatar (che controlla il 17% delle azioni) e Norvegia (il 2%), per chiedere loro di unirsi nella causa. Se si somma questa maxi-richiesta di risarcimento alla possibile sanzione da 18 miliardi di dollari paventata negli Stati Uniti, quindi ai costi legati ai richiami (8,5 milioni di veicoli solo in Europa) e alla soluzione dei problemi alle centraline che regolano le emissioni taroccate, e ancora alle class action dei privati, alla capitalizzazione in Borsa crollata a 47,8 miliardi e ai danni all'immagine, il risultato è una cifra monstre ancora difficile da quantificare. Il valore del brand Volkswagen così come calcolato da Brand Finance ad inizio 2015 parlava di 31 miliardi di dollari, in crescita del 15% rispetto ai 27 miliardi del 2014. Gli avvenimenti degli ultimi giorni però hanno riportato il brand ai livelli di 10 anni fa’. David Haigh, Ceo di Brand Finance, la più importante agenzia mondiale di valutazione del brand, sostiene che il caso Volkswagen richiederà almeno 5 o 10 anni per permettere al colosso di ritornare ai valori di inizio anno, al contrario, di quanto accaduto a Toyota e General Motors che per risollevare la propria immagine hanno impiegato tempi minori. “Il caso di VW è molto più grave perché – afferma Haigh – non si è trattato di un incidente, ma di una scelta deliberata“.

Valore di Volkswagen prima dello scandalo



Valore di Volkswagen dopo lo scandalo



La società è sempre più nei guai, in quanto diversi dipendenti dell'azienda tedesca hanno riconosciuto di aver manipolato i dati sulle emissioni di diossido di carbonio delle automobili spiegando che gli obiettivi fissati dal vecchio presidente Martin Winterkorn erano troppo ambiziosi. Il vecchio presidente di Volkswagen, aveva dichiarato al Salone dell'automobile di Ginevra del 2012 che Volkswagen avrebbe ridotto le sue emisioni del 30% entro il 2015. E la squadra che avrebbe dovuto ottenere questo obiettivo non ha avuto il coraggio di opporsi e spiegare che l'impresa era praticamente impossibile. Volkswagen sta incoraggiando i suoi dipendenti a cooperare all'inchiesta interna promettendo in cambio che non saranno licenziati né perseguiti dalla giustizia. L'azienda per ora rifiuta di dire che la cultura d'impresa in vigore sotto Winterkorn abbia giocato un ruolo nelle frodi. Il consiglio di sorveglianza del gruppo si riunirà nei prossimi giorni per fare il punto sullo scandalo e le sue conseguenze.

I primi danni tangibili dello scandalo, emergono dall'ultima trimestrale, in cui l'azienda automobilistica tedesca ha registrato una perdita netta di 1,67 miliardi di euro, per la prima volta da 15 anni, dovuta agli accantonamenti decisi dal gruppo in seguito allo scandalo. Non solo: si aspetta un 2016 nero per i costi legali legati allo scandalo. Nel terzo trimestre di quest'anno Vw ha registrato un rosso di 1,673 miliardi di euro, a fronte dell’utile di 2,971 miliardi di euro di un anno fa. Il motivo della perdita nel terzo trimestre è, secondo quanto affermato da Volkswagen, da addebitare principalmente ai 6,7 miliardi di euro accantonati per affrontare le conseguenze operative dello scandalo dei motori diesel. Sul piano delle vendite non sono ancora giunti segnali di contrazione anche perché i dati riguardano il terzo trimestre, da luglio a settembre, e lo scandalo è emerso proprio nel corso dell’ultimo mese in esame, ed infatti le vendite di auto sono cresciute del 5,3% con un fatturato in crescita a 51,49 miliardi. La compagnia automobilistica si aspetta un utile operativo "fortemente in calo" a fine anno rispetto al 2014, anche se le vendite di auto a livello globale dovrebbero raggiungere gli stessi livelli record dell’anno scorso e il fatturato è previsto in crescita "circa del 4%". Nel 2014 Vw aveva venduto 10,14 milioni di auto.

Alcuni analisti, studiando l’ultimo bilancio di Volkswagen, hanno provato a stimare la perdita massima che la casa di Wolfsburg è in grado di sostenere. Quest’ultima sarebbe in una condizione di relativa solidità, con circa 25 miliardi di euro di liquidità e 12,5 miliardi di debiti. Se Volkswagen riuscisse a mantenere i ricavi a circa 200 miliardi di euro, potrebbe sopportare perdite fino a 50 miliardi. Dallo scorso 18 settembre la casa tedesca ha perso 30 miliardi di euro in borsa, il 12 ottobre Standard&Poor’s ne ha declassato il rating ad «A-» e nelle ultime settimane è triplicato il costo dei contratti derivati di assicurazione contro il suo fallimento – da 75 a 240 punti. Quest’ultimo dato non sarebbe tuttavia da considerare una condanna istantanea, visto che un valore di 400 indica il 25% di possibilità di fallimento nel corso di cinque anni. Come termine di paragone, i derivati del colosso petrolifero brasiliano Petrobras, soggetto in gravissima crisi, superano i 1000 punti. Alla Borsa di Francoforte il titolo che prima dello scandalo valeva circa 170 euro, oggi ne vale 96, mentre si impennano le probabilità di default della Volkswagen. Il Cds a 5 anni è salito a 176 punti, si tratta del costo per assicurarsi contro il rischio default da parte dei sottoscrittori di obbligazioni. E Moody's ha ancora declassato il titolo da A2 ad A3. In sostanza oggi per coprirsi sul rischio default, l'assicurazione su mille euro di bond Volkswagen costa l'1,76%. A fine settembre il Cds aveva toccato il livello record di 294 punti. Dopo la nomina di Mueller al posto di Winterkorn era sceso a 125 punti. Negli ultimi otto anni il Cds a 5 anni Volkswagen è oscillato fra 30 e 70 punti, quindi per mille euro di bond l'assicurazione variava tra lo 0,30 e lo 0,70%, un prezzo quasi da rating tripla A. Il Dieselgate ha pesato negativamente anche sulla curva dei rendimenti dei bond Volkswagen. Nell'ultimo mese il rendimento medio è salito di oltre 100 punti base e soprattutto si è verificata l'inversione della curva dei rendimenti sui titoli a medio e lungo termine. Lo spread sui bond a 5 anni oscilla intorno ai 150 punti mentre sul decennale è in area 125. Il bond Volkswagen a cinque anni scadenza 2020 cedola 1,75% è stato tra i più trattati oggi in Borsa con un prezzo sceso a poco sopra 90, rispetto ai 100 del collocamento. A titolo di paragone il Bond Daimler con stessa scadenza quota 99,78.

Ma guardando da vicino i conti, l’impressione è che non sia andata (ancora) troppo male. Anche perché siamo all’alba di una giornata lunghissima, la saga dei motori truccati occuperà il gigante di Wolfsburg ancora per anni, non foss’altro che per le cause legali. Tanto è vero che le stime dei costi oscillano tra i 20 e gli 80 miliardi di euro, una forbice mostruosa che dà conto dell’incertezza che circonda ancora il caso. Le flessioni nelle vendite riguardano aree del mondo - Cina e Brasile - che registrano un rallentamento generale dell’economia, d’altra parte lo scandalo è emerso alla fine del trimestre, quindi è ancora presto per trarre conclusioni affidabili sugli effetti. Guardando ai primi nove mesi dell’anno, Vw ha venduto circa 1,5 punti in meno rispetto allo stesso periodo del 2014, dunque 7,43 milioni di auto, superata dalla Toyota (TM). I pessimisti, continuano a dire che la vera onda d’urto verrà dalle aule di tribunale, non dai richiami o dalle eventuali flessioni nelle vendite, ma gli ottimisti fanno notare che le sentenze non arriveranno tutte insieme, che per Vw si annuncia un lungo stillicidio di multe e rimborsi, ma dilazionato negli anni e dunque più facilmente ammortizzabile. Intanto continuano i gowngrade, Fitch ha abbassato il rating a "BBB+".


Vendite Volkswagen

L'arrivo dalla Porsche di Matthias Mueller, che ha avviato un riassetto della casa di Wolfsburg, con Manager allontanati e ridisegno della governance operativa del gruppo, sembrava poter ridare con il tempo, slancio alla casa automobilistica tedesca, grazie anche alle 5 priorità, passaggi fondamentali per riallineare il Gruppo Volkswagen, guardare oltre il dieselgate e "creare le condizioni per ulteriori sviluppi di successo". Ora però gli ultimi rilievi dell'agenzi americana Epa rischiano di provocare più di un imbarazzo. Qualche giorno fa l'Epa ha notificato alla Volkswagen nuove violazioni sulle emissioni che riguardano i motori diesel 3.0 litri. I veicoli coinvolti sono il Suv Touareg, i modelli Audi A6 Quattro, A8 e Q5. Ma soprattutto nell'elenco c'è anche il Suv Cayenne della Porsche. E Mueller dal 2010 è stato il ceo della casa tedesca di auto di lusso.

Cosa succederà ora

Noi crediamo che le metriche di credito di Volkswagen sono solide e possono assorbire diversi miliardi di euro di uscita di cassa straordinaria, in particolare per quanto ci si aspetta tra multe e reclami legali ripartiti su un paio di anni. Tuttavia, ci aspettiamo che il costo finale sia sostanzialmente elevato, anche se è troppo presto per quantificare con precisione l'entità e la tempistica delle sue conseguenze sui rapporti chiave del reddito, della generazione di cassa e del credito del gruppo. Le ultime scoperte svelate da un'indagine interna della società stanno aumentando il danno all'immagine della Volkswagen e la reputazione e potrebbe potenzialmente portare ad ulteriori rivendicazioni legali dai regolatori e dai clienti, con un ulteriore impatto su fatturato e utili del gruppo. Noi crediamo che i cambiamenti effettuati ai consigli di sorveglianza e di gestione, a partire dall'inizio di questa crisi, siano stati limitati e non sembrano riflettere una fondamentale determinazione da parte della società di rivedere la sua governance societaria e la sua cultura. Inoltre, mentre la recente divulgazione di dati negativi dell'emissioni di anidride carbonica sottolinea l'apparente diligenza del nuovo management di condurre un'indagine approfondita dei loro problemi dei sistemi di propulsione e di emissioni, si ribadisce però la possibilità di ulteriori problematiche ancora da scoprire, così come la sostanziale incertezza circa le conseguenze generali finale per le imprese del gruppo e i profili finanziari.

Ci aspettiamo inoltre, che il danno reputazionale sul gruppo influenzi la sua capacità di finanziamento. Il rifinanziamento dei servizi finanziari del gruppo potrebbe essere più difficile e costoso nel prossimo futuro e potrebbe ostacolare sia la sua liquidità che la sua capacità di offrire interessanti offerte di finanziamento a basso costo ai suoi clienti. Inoltre una potenziale ricapitalizzazione della divisione servizi finanziari potrebbe influenzare anche le metriche di credito dell'attività industriale.

I downgrade riflettono la governance societaria, la gestione e i problemi organizzativi evidenziati dal perdurare della crisi. Fitch ritiene, ad esempio che la governance societaria di VW sia più debole di quella dei suoi principali coetanei. Le principali aree di debolezza sono una minoranza del 20% nelle risoluzioni di voto, i potenziali conflitti di interesse da parte di alcuni membri del consiglio, nonché la mancanza di indipendenza e di diversità a livello di consiglio di sorveglianza. L'ultima crisi è un altro esempio di controllo di gestione incoerente in alcune zone. Martin Winterkorn si è dimesso dal suo ruolo di amministratore delegato di Volkswagen, ma lui è stato sostituito da un membro di lungo corso del gruppo, Matthias Mueller, che è CEO del marchio Porsche. Anche se quest'ultimo, insieme con i consigli di amministrazione e di vigilanza, si è impegnato più volte di scoprire e risolvere tutte le irregolarità, consideriamo anche che dovrà affrontare un difficile cambiamento nel processo decisionale del gruppo e della sua cultura. Però, l'inclusione di veicoli Porsche in una nuova indagine dell'EPA getta dubbi sulla indipendenza del signor Muller nel rivedere i risultati complessivi delle indagini interne. Il consiglio di sorveglianza ha anche eletto Hans Dieter Poetsch, CFO e membro del consiglio di amministrazione dal 2003 di Volkswagen, ad agire come loro Presidente, sollevando potenziali questioni di conflitto di interesse e dubbi sulla reale intenzione del gruppo di riformare radicalmente la sua cultura di gestione.

Gli elementi chiave ora sono:

- Declino della redditività e uscite di cassa multi-miliardarie per mancate vendite, probabili sconti sui veicoli, costi dei richiami, multe, querele e rivendicazioni legali in tutto il mondo, e il potenziale aumento di R&S.
- Accelerazione e intensificazione del programma di efficienza di Volkswagen per cercare di mitigare l'impatto di questa crisi.

La situazione societaria peggiorerebbe qualora ci fossero ulteriori danni di immagine rilevanti per il gruppo e i suoi marchi, ulteriori risultati negativi sostanziali a seguito delle indagini in corso e che il margine operativo rimanga al di sotto del 3% (per le operazioni industriali) e del 4% (a livello di gruppo).

Per contro migliorerebbe se la società riuscirà, ad assorbire i danni derivanti dalla crisi con il solo cash flow, se sarà in grado di attuare pratiche più rigorose da parte della governance societaria e darà prova che i suoi principali marchi non sono stati compromessi da questa crisi.

In conclusione

Volkswagen dovrà controllare e riparare tutti i veicoli che richiamerà. Dovrà anche capire quali e quante inchieste saranno avviate nei vari stati, e da quali enti, statali o privati. Il danno economico di Volkswagen non riguarderà però solo le multe e le sanzioni che la casa automobilistica dovrà pagare. Si prevede infatti che la pubblicità negativa dello scandalo causerà un contraccolpo nelle vendite mondiali di automobili Volkswagen e solo operando le giuste contromisure, come evitare conflitti di interesse all'interno dei Consigli, agire in tutta trasparenza nelle indagini interne e cercare di riconquistare la fiducia persa, le permetterà con il tempo di risollevarsi dal baratro in cui è caduta.

venerdì 6 novembre 2015

Società che ha aumentato il dividendo da oltre 50 anni

Ci sono diverse società che aumentano il loro dividendo da oltre 50 anni. Questi titoli sono considerati i Re dei dividendi, per la loro longevità, in quanto ognono di essi ha aumentato il dividendo per 50 o più anni consecutivi. Per poter far questo devono avere un notevole vantaggio competitivo. Le 54 aziende che fanno parte dei Dividendi Aristocratici, hanno come requisito principale l'aumento del dividendo da almeno 25 anni, i Re dei dividendi devono soddisfare questo requisito due volte, sono quindi solo 17 aziende in grado di farlo. Dal 1991 al 2014, l'indice S&P 500 ha reso in media il 7,9% all'anno. Per ogni $ 1 investito nel S&P 500, un investitore avrebbe ottenuto $ 6,23 compresi i dividendi. Tra le 17 aziende facente parte della lista dei Re dei Dividendi quello con la peggiore performance ha reso in media il 9,4% nello stesso periodo di tempo, trasformando così ogni $ 1 investito in $ 8,68.

Nel 1991 c'erano 38 aziende tra i Dividendi Aristocratici. Ci sono solo 17 Re dei dividendi, quindi più della metà dei dividendi Aristocratici del 1991 è uscito dalla lista. Ogni singola azione rimasta in questa lista ha prodotto rendimenti sostanzialmente superiori al S&P 500. Se avessimo investito in un paniere ponderato composta dagli attuali 17 re dei dividendi nel 1991 (e riequilibrando ogni anno) avremmo ottenuto rendimenti composti del 14,8% annui (quasi il doppio del S&P 500 nello stesso periodo di tempo), quindi ogni $ 1 investito si serebbe trasformato in $ 27,24. Possiamo quindi notare che i titoli che sono in grado di aumentare continuamente i loro dividendi anno dopo anno, superano notevolmente lo S&P 500. Certamente non possiamo prevedere quali saranno i titoli che in futuro aumenteranno i loro dividendi ogni anno, ma guardando le aziende che hanno una lunga storia di aumenti, noteremo che vi è una notevole coerenza sia nell'indice degli Aristocratici che in quello dei Re.

Questo articolo vuol dare uno sguardo a uno di questi titoli appartenente agli attuali Re dividendi, che si è particolarmente distinto, anche alla luce degli ultimi risultati trimestrali, per capire se può essere considerato un investimento adatto nel lungo periodo avendo anche un aumento continuo nel tempo dei dividendi.

Lancaster Colony (LANC) vende prodotti alimentari di specialità regionali con il marchio Marzetti, New York, e Sister Shubert’s. Lancaster Colony è stata fondata nel 1961 e ora ha una capitalizzazione di mercato di $ 2,6 miliardi. La società è significativamente più piccola rispetto agli altri giganti dei prodotti di consumo che sono nella lista dei Re, come Coca-Cola (KO), Colgate-Palmolive (CL) e Procter & Gamble (PG). La società ha scisso nel 2014 la sua divisione di prodotti in cera per concentrarsi sulle sue operazioni e diventare un'impresa strettamente alimentare.

Lancaster Colony, di recente, ha dimostrato ottimi guadagni che hanno superato le aspettative degli analisti. La società non è stata in grado di produrre condimento per insalata ad un ritmo sufficientemente veloce. Questo è stato recentemente risolto grazie alla realizzazione del progetto di espansione del settore dei condimenti per insalata della società. La società non ha debiti e circa $ 250 milioni cash in bilancio e sta utilizzando il suo denaro per l'acquisizione di Flatout Holdings per $ 92000000. Flatout Flatbread vende prodotti da forno di tipo salutare, quali ad esempio piadine. La società genera circa $ 46 milioni di vendite all'anno. Lancaster Colony potrebbe aumentare la pubblicità e la distribuzione dei prodotti di FlatOut per aumentare rapidamente le vendite. Purtroppo l'azienda attualmente scambia con un rapporto prezzo-utili di 29,14 - che è significativamente superiore al rapporto P/E attuale medio del S&P 500, che è di circa 20, nonché del rapporto medio storico della società. Però ha prospettive di crescita solide da qui in avanti. L'azienda opera in un settore che si evolve lentamente, per cui i prodotti alimentari di consumo di marca della società conferiscono un vantaggio competitivo durevole. Ai prezzi correnti, Lancaster Colony non è acquistabile. Gli investitori pazienti dovrebbero aspettare che il rapporto prezzo-utili della società vada al di sotto di 20, prima di pensare di prendere posizione in Lancaster.

Lancaster Colony ha pubblicato nell'ultima trimestrale un EPS di $ 1,01 che è risultato superiore alle aspettative degli analisti di $ 0,10. Anche i ricavi pari a $294.09M (+13.1% su base annua) hanno superato le aspettative degli analisti di Wall Street, di ben $ 15,39M. Inoltre dallo scorso anno la società supera ad ogni trimestre le aspettative che gli analisti hanno su di lei. La società ha un Dividend Yield del 1,9%, ha avuto un ritorno annuo negli ultimi 10 anni del 12,1%, nello stesso periodo ha effettuato un aumento medio del dividendo del 6,5% ed effettua aumenti da 52 anni.

Nell'oceano delle azioni solo 17 titoli rispondono ai rigidi requisiti per essere re dei dividendi. Queste sono tra le aziende quotate in borsa quelle più longeve e stabili. Questo gruppo di aziende, hanno ottime track record di crescita dei dividendi e rendimenti totali. Investire in azioni di società di alta qualità con track record di successo nel lungo periodo, ha storicamente aumentato la ricchezza degli investitori.

venerdì 30 ottobre 2015

Apple capolinea o nuovo rilancio?

Apple (AAPL), la più grande società del mondo, per capitalizzazione di mercato, potrebbe registrare la peggiore performance in borsa in sei anni, nonostante da gennaio, batta ancora il mercato statunitense più ampio. Martedi 27 Ottobre ha pubblicato uno dei rapporti sugli utili più attesi della stagione. Gli investitori sono ora in attesa di vedere se questi risultati potranno ridare un pò di effervescenza a questo titolo, sopratutto sulla base delle indicazioni delle guidance per il trimestre che porterà a Dicembre.

Gli analisti si aspettavano sia ricavi che vendite in crescita rispetto ad un anno fa, con un utile per azione previsto a $ 1,88, rispetto agli $ 1,42 di un anno fa e le entrate in aumento fino a $ 51 miliardi contro i $ 42 miliardi dell'anno scorso. Ma la maggiore attenzione era posta però, alle guidance del prossimo trimestre, quello che porta alle vacanze natalizie. Se le indicazioni fossero sulla parte alta del range, questo significherebbe che Apple è ottimista che il ciclo 'iPhone serie S sia addirittura migliore di quello che gli investitori pensano. Alcuni analisti hanno posto come obiettivo di prezzo $ 172 per azioni, che è il 50% al di sopra di dove il titolo è attualmente. Questo perche mettono in evidenza i prossimi prodotti come ad esempio, l'iPhone 7, anticipando addirittura, il ciclo successivo.

Un altro prodotto su cui puntano gli analisti è l'Apple Car, la loro convinzione è che questo prodotto sia effettivamente reale, però è difficile, se non impossibile, prevedere i tempi di uscita, ma che una volta uscito potrebbe aggiungere addirittura circa $ 135 miliardi ai ricavi complessivi, per cui è plausibile che l'azienda si stia indirizzando realmente verso questo prodotto, dato inoltre che gli investitori sono preoccupati del calo del fatturato dell'iPad lo scorso anno. Il fatturato di questo settore è in calo da sei trimestri consecutivi ed è stato alquanto ripido, con vAirzioni che vanno dall'8% al 29%, con un peggioramento negli ultimi trimestri, dove il calo era addirittura superiore al 22% o peggio, negli ultimi 3. Questi cali sono stati offuscati dall'ottima prestazione dell'iPhone, cresciuta su base annua a tassi tra il 55% e il 59% negli ultimi tre trimestri. Siccome le vendite dell'iPhone rappresentano il 63% delle entrate complessive, mentre quelle dell'iPad solamente il 9%, capite come gli impatti della diminuzione delle sue vendite siano state quasi impercettibili. Il calo deve però preoccupare gli investitori, in quanto con il passare del tempo, inevitabilmente le vendite dell'iPhone subiranno un rallentamento, rendendo cosi più evidenti i cali dell'iPad. I prezzi però del nuovo iPad Pro, che parte da $ 799 rispetto all'iPad Air che è di $ 499, dovrebbero contribuire a compensare il calo. Questi effetti però saranno evidenti alla chiusura del prossimo trimestre, visto che l'azienda inizierà le consegne a Novembre. La chiave, secondo molti analisti, è che questo prodotto più grande è abbastanza popolare per poter avere un impatto sul prezzo medio di vendita del settore. Bisognerà solo capire se esiste un mercato sufficientemente grande da giustificare questa fiducia. Per poterlo capire bisogna confrontarlo con un prodotto simile, il Surface della Microsoft (MSFT), le cui entrate nel trimestre chiuso ad agosto erano aumentate del 117% pari a $ 888 milioni, grazie alle vendite di Surface 3 e Surface Pro 3. La società però nell'ultimo trimestre fiscale, tuttavia, ha fatto notare un calo su base annua delle entrate di Surface, passando a $ 672.000.000, ma questo era atteso, dato che il trimestre ha preceduto l'aggiornamento previsto della linea Surface in vista delle vacanze, che ha permesso a Microsoft di attendersi un fatturato in crescita nel prossimo trimestre. L'avvicinarsi delle vendite al miliardo per questo prodotto danno a Apple l'occasione per far comunque bene con la sua gamma di iPad più grandi.

Guardando al futuro, gli investitori dovranno fare attenzione alle osservazioni, sull'attività dell'iPad business, che l'anzienda fa durante la chiamata degli utili per capire quanto la società è fiduciosa nei suoi iPad più costosi. Inoltre, nei prossimi trimestri, gli investitori dovrebbero verificare le entrate degli iPad per vedere se i maggiori prezzi medi di vendita finiranno per avere un impatto positivo sulle entrate dei tablet di Apple. Quindi le aspettative per il prossimo trimestre, potrebbe essere quelle che daranno la vera spinta, dando ottimismo ad una azione attualmente scambiata 13 volte gli utili futuri, rispetto ai 17 di inizio anno.

Ed ora veniamo a ciò che l'azienda ha comunicato, dopo la chiusura di Wall Street:

- Le vendite dell'iPhone sono cresciute del 120% su base annua in Cina, e la società ha insistito sul fatto che le condizioni macro cinesi rimangano buone ed ha parlato della potenziale crescita della classe media e dell'aumento di penetrazione del 4G per aumentare ulteriormente le vendite di iPhone in Cina e negli altri mercati asiatici. Un dollaro forte dovrebbe avere un impatto di 700 punti base sulla crescita dei ricavi nel FQ1 2016, dopo aver avuto un impatto di 800 bps in quest'ultimo.

- La società ha difeso l'iPad che nonostante il calo dei ricavi del 20% su base annua, ha visto una vendita di 10,3 milioni di unità, al di sopra dei 9.9M dello scorso trimestre, ma ancora giù dai 12,3 milioni di un anno fa.

- I ricavi dell'iPhone, pari al 63% dei ricavi totali, sono aumentati del +36% su base annua a $ 32.3B. Le unità vendute sono state superiori del +22% a 48M. Le entrate del Mac +4% a $ 6.9B, le unità +3% a 5.7M. I Servizi (iTunes/App Store, AppleCare, Apple Pay, Apple Music) + 10% a $ 5.1B. Altri prodotti (iPod, Beats, Apple Watch, periferiche) +61% a $ 3B.

- I ricavi totali pari a $ 51.5B, il +22,3% su base aunnua, hanno battuto le aspettative degli analisti di $ 380M. Quelli dell'iPhone 48 milioni, sono state vicino alle aspettative, i 9,9 milioni per l'iPad, sono risultate leggermente al di sotto delle aspettative mentre i 5,7 milioni per il Mac erano vicino alle aspettative.

- L'EPS in questo trimestre è stato pari a $ 1,96, superando le aspettative degli analisti di $ 0,08.

- Apple ha registrato un picco nel suo programma di restituzione del capitale, effettuando una spesa di $ 17 miliardi nel Q4, di cui $ 14 miliardi per riacquisto di azioni, a cui vanno aggiunti $ 3 miliardi per il pagamento di dividendi agli azionisti. Questo è il più grande riacquisto di azioni proprie che la società abbia mai fatto, una cifra notevole, dato che Apple ha regolarmente stabilito nuovi record di riacquisti da quando è iniziato il suo programma tre anni fa.

Ed ora veniamo a quelle che sono le aspettative di Apple per il prossimo trimestre:

I ricavi sono previsti tra i $ 75,5B e i 77,5B di dollari. La società si aspetta un margine lordo tra il 39% e il 40% in aumento di 190 bps su base annua e sopra le precedenti previsioni che erano del 38,5%-39,5%. Le spese di gestione sono attese tra i $ 6,3B e i $ 6,4B. Il Consiglio di amministrazione di Apple ha dichiarato un dividendo in contanti di $ 0,52 per azione, uguale ai precedenti due trimestri ma superiore a quelli dello scorso anno. Il dividendo è pagabile il 12 novembre 2015, agli azionisti registrati al 9 novembre 2015. La società ha previsto un riacquisto di azioni proprie per $ 13,3B.



mercoledì 21 ottobre 2015

3 titoli biotech acquistabili per il lungo dopo il selloff

I titoli biotech hanno cominciato il 2015 nel modo migliore, il settore, monitorato dal iShares NASDAQ Biotechnology Index (IBB), è stato uno dei più performanti fino al mese di Agosto, con l'IBB a +26% contro un S&P 500 che è salito solo del +2%. La forte volatilità di quel mese e un tweet di Hillary Clinton, hanno però gettato il settore nel panico. Il candidato alle Presidenziali per i democratici invia un tweet dopo aver letto un articolo del New York Times, in cui viene pubblicata la notizia che il farmaco salva vita, Daraprim, utilizzato da 62 anni per pazienti affetti da HIV, era aumentato nella notte da soli $ 13,5 a $ 750. La Clinton indignata pubblica un tweet in cui promette che il giorno dopo svelerà un piano per bloccare gli aumenti di prezzo cosi scandalosi. Il farmaco evidenziato dal Times è stato acquisito nel mese di agosto dalla Turing Pharmaceuticals, una startup privata gestita da un ex manager di hedge fund Martin Shkreli, il quale si è difeso dicendo: "Questo aumento non è dovuto perché la casa farmaceutica è avida e sta cercando di derubare i pazienti, ma perchè stiamo cercando di rimanere in attività." L'azienda farmaceutica ha detto che ha stabilito una serie di programmi di assistenza finanziaria per il Daraprim, che includono l'offerta del trattamento senza spese per i pazienti qualificati non assicurati e un programma di assistenza di co-pagamento per i pazienti assicurati. I commenti dell'ex first lady hanno chiaramente spaventato gli investitori. L'ETF iShares Nasdaq Biotechnology (IBB) è passato da stabile il giorno prima, crollando di quasi il -5% il giorno del tweet. Dal lunedi al giovedi l'ETF è crollato di quasi l'8%, singoli titoli biotech come Celgene (CELG), Biogen (BIIB) e Regeneron (REGN) hanno subito perdite anche maggiori.



Vale la pena ricordare che da tempo ci si aspettava che questo settore prendesse un attimo di respiro. Nonostante questo scivolone, l'ETF biotech Nasdaq è salito alle stelle di quasi il 600% da quando il mercato toro delle azioni americane, ha avuto inizio nel marzo 2009. Questo è un aumento incredibile per un intero settore e schiaccia l'S&P 500 di quasi il 200%. Gli investitori in biotech devono essere consapevoli che questo ciclo elettorale sarà instabile, e presenterà opportunità di trading per gli investitori a breve termine e opportunità di acquisto per gli investitori a lungo termine.

E' importante fare il punto della situazione politica prima. Clinton ha presentato un piano per riformare il business farmaceutico bloccando i responsabili dei farmaci dal spendere contributi pubblici in materia di pubblicità e dando il potere al governo federale di negoziare i costi delle prescrizione di farmaci inferiori. Alcuni credono che Wall Street abbia reagito in modo eccessivo al tweet di Clinton considerando che non è ancora il candidato democratico alla presidenza, per non parlare della Casa Bianca. Qualsiasi proposta dal eventuale Presidente Hillary Clinton, avrebbe bisogno di ottenere il consenso attraverso il Congresso, dove i repubblicani probabilmente controlleranno almeno una delle due camera. Secondo Morgan Stanley, però, le aziende farmaceutiche che si basano sugli aumenti dei prezzi per la loro crescita, saranno più vulnerabili di quelle che trattano le malattie rare. D'altra parte, le aziende che prendono di mira le malattie rare potrebbe rappresentare "enormi opportunità di acquisto in quanto ancora produrranno nuovi farmaci salvavita. Come ad esempio Celgene (CELG), Gilead Sciences (GILD) e Juno Therapeutics (JUNO), che analizziamo più avanti. La pipeline sembra molto interessante. E sarà un catalizzatore per la continua crescita di solide vendite.

Gli investitori devono anche essere cauti sulle valutazioni nel mondo biotech. Il rally mostruoso nel corso degli ultimi sei anni e una potente ondata di fusioni e acquisizioni hanno alzato il cartellino del prezzo su molti titoli. In realtà, proprio la scorsa estate anche la Federal Reserve aveva avvertito di una possibile bolla nelle piccole azioni biotech. Ma il gruppo industriale S&P biotech sub è scambiato a soli 15,2 volte gli utili del prossimo anno. La maggior parte degli investitori da per scontato che il settore sia valutato in maniera astronomica, in realtà il biotech è chiaramente non sopravvalutato.

Da una ricerca effettuata sulla base dei dati fondamentali e tecnici, sono stati estrapolati questi ottimi titoli biotech per il lungo periodo, su cui consigliamo ulteriori ed approfondite analisi da perte vostra.  Ecco le 3 azioni:

Celgene (CELG)
Celgene Corporation è una società biofarmaceutica globale principalmente impegnata nella scoperta, sviluppo e commercializzazione di terapie progettate per trattare il cancro e le malattie correlate a immuno-infiammatorie, come l'immunomodulazione e in ematologia, oncologia e malattie infiammatorie. I suoi principali farmaci sono Revlimid, Vidaza, Thalomid, Abraxane e Istodax. Altre fonti di reddito comprendono le vendite di Focalin di Novartis (NVS), in quanto ha un accordo di licenza, che le dà diritto a royalties sul Focalin XR e sull'intera famiglia di farmaci Ritalin.

Nel Q2 la società ha battuto le aspettative degli analisti sia sull'EPS di $ 0,04 che sui ricavi di $ 20M. Celgene ha pubblicato un EPS pari a $ 1,23 e ricavi pari a $ 2,28B (+21,9% su base annua). Le previsioni di vendite per il 2015 sono in un range tra i $ 9B e i $ 9,5B. La società ha raggiunto un accordo per acquistare la società biofarmaceutica Receptos Inc. per circa $ 7,2 miliardi migliorando il proprio portafoglio di trattamenti delle malattia immuno-infiammatorie con l'aggiunta di Ozanimod.



Gilead Sciences (GILD)
Gilead Sciences è una società biofarmaceutica. L'azienda si concentra sullo sviluppo e la commercializzazione di prodotti terapeutici salva vita per le malattie umane. I prodotti della società includono tra gli altri Sovaldi, Harvoni, Truvada, Atripla, Viread ecc. Le sue principali aree di interesse comprendono i virus dell'immunodeficienza umana (HIV), malattie del fegato come l'epatite C cronica (HCV) e virus dell'epatite B cronica (HBV), oncologia e infiammazione, nonché gravi condizioni cardiovascolari e respiratorie. La società è stata fondata da Michael L. Riordan il 22 giugno 1987 e ha sede a Foster City, CA.

Nel Q2 Gilead ha pubblicato un EPS pari a $ 3,15 che ha battuto le aspettative degli analisti di ben $ 0,44, i ricavi sono stati $ 8,2B (+25,6% su base annua), superiori alle aspettative di Wall Street di $ 590M. L'utile netto è stato pari a 4,49B (+22,9%). Le vendite del prodotto chiave, Harvoni, sono state del +999%. Le stime per il 2015 sono di ricavi pari a $ 29/30B dai 28/29B precedentemente annunciate.



Juno Therapeutics (JUNO)
Juno Therapeutics, Inc. è una società biofarmaceutica focalizzata sul sistema immunitario del corpo per curare il cancro attraverso lo sviluppo di immunoterapie cellulari. Le piattaforme includono i recettori chimerici antigene (CARs) e i recettori delle cellule-T (TCR). Questi trattamenti hanno il potenziale di ridurre la tossicità a lungo termine associata con le chemioterapie attuali. L'azienda è stata fondata da Hans E. Mons, Lawrence Corey, Richard D. Klausner e Robert T. Nelsen il 5 agosto 2013 e ha sede a Seattle, WA.

Il titolo nelle trimestrali del Q2 non è riuscita a battere le aspettative degli analisti riguardo all'EPS, ma con $12,5M di ricavi ha di gran lunga superato le attese di Wall Street di ben $10,47M. Inoltre Celgene ha accettato di pagare a Juno Therapeutics Inc. $ 1 Miliardo come investimento iniziale in una collaborazione decennale per sviluppare trattamenti che sfruttino il sistema immunitario per combattere il cancro.

venerdì 16 ottobre 2015

Quale direzione prenderà il petrolio

L’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) ha pubblicato previsioni ribassiste, in cui ha reso noto che il mercato del greggio continuerà a risultare in esubero l’anno prossimo, dal momento che l’aumento della domanda di greggio sta rallentando per via delle aspettative di un ritorno del greggio iraniano sul mercato, abbassando le previsioni sull’aumento della domanda per il prossimo anno di circa 200.000 barili al giorno rispetto alla valutazione di settembre. Inoltre l’Arabia Saudita e gli altri paesi del Golfo membri dell’OPEC hanno reso noto che sono intenzionati a tenere ancora alta la produzione per difendere il loro ruolo sul mercato. Ora secondo alcuni analisti il petrolio toccherà i $ 70 dollari a barile entro un anno, quindi, bisognerebbe acquistare in questo rally, qualche altro analista ha suggerito che il petrolio raggiungerà i $ 20 dollari al barile per cui bisognerebbe vendere. Chi di loro ha ragione? Entrambi o nessuno? Vediamo di analizzare la situazione. I dati mondiali sono in ribasso e ci dicono che abbiamo un eccesso di offerta, anche se rispetto a qualche mese fa la situazione è nettamente migliorata, ma la situazione geopolitica in Medio Oriente di certo non aiuta.



In questo momento alcuni dati provenienti dagli Stati Uniti sono positivi, grazie anche al prezzo del petrolio. Questo ha portato ad un calo della produzione e ad un aumento della richiesta, favorita anche dal prezzo del gas. Il calo lo si può anche vedere dal numero degli impianti di perforazione, che sono diminuiti ai livelli più bassi degli ultimi 5 anni, confermando che le aziende per riuscire a sopravvivere stanno effettuando drastici tagli al bilancio. Un altro aspetto positivo è che il drammatico crollo azionario cinese non è avvenuto e la sua economia continua crescere. Questo quadro ci dice che la tendenza sembra quella di un graduale miglioramento. Purtroppo però, nonostante questi miglioramenti, il quadro generale non è roseo. Le scorte di petrolio negli USA sono in aumento rispetto al mese di luglio, ma il dato peggiore è che le scorte totali di prodotti petroliferi e petrolio greggio sono in aumento rispetto allo scorso anno. Inoltre l'Opec ha comunicato che la sua produzione è aumentata, superando di circa 1,57 milioni di barili al giorno il suo target e a febbraio Teheran prensenterà i nuovi contratti per le compagnie petrolifere, con l'obiettivo di risollevare le estrazioni dagli attuali 2,9 mln b/g a quota 3,6 mln b/g.



In questo quadro di dati della produzione petrolifera e della relativa richiesta, non dobbiamo dimenticare le rinnovate tensioni geopolitiche in Medio Oriente dopo l'intervento russo in Siria. Il cui obbiettivo è quello di sostenere il governo di Assad creando un asse sciita i Siria, alleato di lunga data dell'Iran, con l'ex Unione sovietica come sostenitrice. Infatti, proprio l’Iran e l’Iraq potrebbero giocare un ruolo fondamentale nello scacchiere di Putin il quale, se riuscisse nell’intento di lasciare Assad al proprio posto, ponendo fine alla guerra civile, creerebbe un asse in Medio Oriente molto potente. La sopravvivenza del governo del Primo Ministro iracheno Al-Abadi dipende molto dall’Iran, il quale sta combattendo le milizie islamiche nell‘Anbar e in altre province dell'Ovest dell’Iraq. Non è un caso che l’Iraq abbia ignorato la richiesta del 5 settembre degli ufficiali militari di porre un blocco sui voli militari russi che portavano armi al regime di Assad. Inoltre, vi è un accordo in essere di collaborazione tra l’intelligence di Russia, Siria, Iraq e Iran per condividere informazioni sullo Stato Islamico. La Siria si trova molto vicina allo stretto di Hormuz, che è un braccio di mare lungo 60 km e largo 30 che divide la penisola Araba dalle coste dell’Iran. Nello stretto, transitano ogni giorno petroliere di tutto il mondo che trasportano un quinto della produzione mondiale di petrolio. Ora, pensate se Assad rimanesse al suo posto e appoggiasse la crociata petrolifera di Putin, con l’influenza americana sempre più debole nella zona e sull’Arabia Saudita, ormai lasciata sola da Washington e con l’Iran e l’Iraq pronti a schierarsi al fianco di Putin per abbassare la produzione del greggio e quindi rialzare i prezzi del petrolio cosa potrebbe succedere. Un’idea potrebbe essere quella che l’Arabia Saudita si troverebbe in una situazione poco amichevole in cui si ritroverebbe da sola a combattere contro una concorrenza a cui non può far fronte e dovrebbe di conseguenza abbassare il tetto della produzione, scatenando un effetto domino sui Paesi dell’Opec. Ovviamente Putin bombarderà anche l’Isis, dato che nei territori dello Stato Islamico si trovano importanti asset petroliferi che la Russia sarebbe molto contenta di avere sotto controllo.

Molte persone del settore petrolifero, hanno lasciato che gli analisti non comprendessero quanto profonda sia rivoluzione dello shale. Il calo dei prezzi non lo hanno ne bloccato ne eliminato definitivamente, lo hanno semplicemente ridimensionato e sta semplicemente prendendo fiato. I progetti che erano economicamente irrealizzabili sono stati momentaneamente accantonati. La maggior parte degli ingegnieri sa dove sono i depositi, a quale profondità e di quali dimensioni siano, rimane solo da capire quali potrebbero essere i costi. La produzione degli Stati Uniti è diminuita ed il prezzo è salito di poco, ma sappiamo che potrebbe invertire velocemente. Le aziende hanno semplicemente accantonato momentaneamente la loro forza lavoro e in caso di rally del prezzo del petrolio non impiegherebbero molto a riattivare il tutto, 3 dei maggiori campi petroliferi si trovano in America, i diritti minerari sono stati noleggiati e le infrastrutture in questi campi giganteschi sono stati e continuano ad essere costruite. Il processo di trivellazione e quindi di produzione del petrolio ora può riprendere nell'arco di qualche mese non più di anni. Inoltre dobbiamo considerare che il costo di produzione è in continua discesa con gli ingegneri constantemente al lavoro per ridurli, grazie a tecniche di fratturazione più efficienti, prodotti in acciaio e chimici meno costosi che migliorano i costi. In questi campi il costo totale di produzione è pari o inferiore ai $ 40 al barile.

Ci sono quindi motivi, per essere sia ribassista che rialzista sul prezzo del petrolio. I fondamentali non sono bullish. La geopolitica è molto rialzista. Mentre i fondamentali non sono in equilibrio, credo che il prezzo sarà più o meno equilibrato per alcuni anni a venire. L'abdicazione della politica estera degli Stati Uniti e lo stato generale di sconvolgimento nella geopolitica del Medio Oriente dovrebbero portare i prezzi del petrolio ad essere decisamente volatili. Tuttavia, i prezzi dovrebbero operare in un ampio range compreso tra i $ 40 e i $ 70 al barile a seconda di quale gruppo, tori e orsi, regnerà. In questi ambienti molto volatili, i titoli costruiti per resistere alla volatilità sono quelli delle grosse aziende petrolifere, quali:

Exxon (XOM)

e:

Chevron (CVX)


Queste due aziende tra l'altro danno anche un ottimo dividendo.

mercoledì 14 ottobre 2015

6 titoli tecnologici con un ottimo potenziale

I titoli tecnologici sono quelli che, nei momenti peggiori di volatilità del mercato, pagano lo scotto più caro, cosi come avvenuto nell'ultima correzione. La cosa positiva è che ora diversi titoli tecnologici interessanti e molto apprezzati, possono essere acquistati a prezzi decisamente interessanti. Coloro che cercano investimenti sul lungo termine dovrebbe guardare i titoli tecnologici che si occupano di cloud computing, Big Data, Mobile, laser, sicurezza informatica, sia per le aziende che per i privati. Ecco 6 titoli tecnologici con un elevato potenziale di crescita.

Rofin-Sinar Technologies (RSTI)

La Rofin-Sinar Technologies sviluppa, produce e commercializza laser industriali e materiali di consumo utilizzati per le applicazioni di elaborazione dei materiali industriali, che comprendono principalmente laser da taglio, saldatura e marcatura su di una vasta gamma di materiali. Nelle ultime trimestrali la società ha pubblicato come risultati un EPS di $ 0,41 che era in linea con le aspettative degli analisti, mentre i ricavi che sono stati pari a $ 132,55M, (-1.3% su base annua), non sono riusciti a battere le aspettative che avevano gli analisti di $ 1,77M. L'utile riportato è stato pari a $ 11,60M.



WageWorks Inc. (WAGE)

La Wageworks gestisce una piattaforma cloud che fornisce ai dipendenti benefici che includono offerte di agevolazioni fiscali quali conti di spesa flessibili, conti di risparmio per servizi sanitari e modalità di rimborso di spese sanitarie. Siccome questi piani sono complicati e non possono avere una grande partecipazione, WageWorks può quindi fare la differenza. La società offre un vasto assortimento di servizi educativi, contenuti, strumenti interattivi e applicazioni mobile per raggiungere i dipendenti. Questo significa non solo più benefici, ma aiuta anche le aziende ad attrarre e trattenere i dipendenti. I datori di lavoro spesso godono di agevolazioni fiscali grazie alla riduzione delle tasse sui salari. Nel corso degli ultimi anni, ha investito sui propri sistemi in altre categorie, come i servizi per i pendolari e i piani per il benessere. Nell'ultimo trimestre i risultati ottenuti hanno evidenziato una forte crescita, con i ricavi aumentati del 40,8% a 82,8 milioni superando le attese degli analisti di $ 1,64M e un Ebitda di $ 22,20M cioè un più 27% su base annua. L'EPS nel Q2 è stato di $0,28, il risultato è stato in linea con le aspettative degli analisti.



Everyday Health Inc. (EVDY)

La Everyday Health gestisce una serie di siti web su salute e medicina per consumatori e professionisti. Il titolo ha vissuto un momento difficile dopo il suo ingresso in borsa alla fine di marzo 2014. Finora, il titolo EVDY è giù di circa il 35% rispetto alla prima giornata di negoziazione. Nonostante questo, l'azienda continua a crescere ad un ottimo ritmo. Nell'ultimo trimestre la società ha pubblicato ricavi in aumento del 32,2% su base annua, pari a $ 54,8M, l'utile netto è andato in positivo passando da -$ 600 mila a $ 1,7 milioni, mentre l'Ebitda è aumentato del 48% a $ 10,20M (vs. una previsione $ 10.36M). Il cash flow operativo è aumentato del 75%, a $ 8.5M. L'EPS è stato di $ 0,27 ed ha battuto le aspettative degli analisti di $ 0,14. La crescità è stata trainata dalla scelta aziendale di focalizzarsi su contenuti accattivanti, come le applicazioni mobile e siti web interattivi. Inoltre la società ha effetuato ottime acquisizioni quali la Tea Leaves Health che gestisce una piattaforma per il marketing e le analisi per tutti i sistemi ospedalieri. Il titolo è andato giù a causa dell'incertezza che vige in tutto il settore biotech e farmaceutico, per la maggiore regolamentazione del governo americano, anche se nonostante queste regolamentazioni, le aziende dovranno comunque interagire con i loro clienti su piattaforme digitali.



Skyworks Solutions Inc. (SWKS)

Skyworks Solutions progetta, sviluppa, produce e commercializza prodotti semiconduttori di proprieta, per diversi settori quali l'automotive, la banda larga, infrastrutture mobile, industria, sanitario, smartphone ecc. Skyworks Solutions è stata fondata nel 1962 e ha sede a Woburn, MA. Nelle ultime trimestrali la società ha pubblicato un margine lordo del 49% che era superiore alle attese degli analisti del 48%. L'eps pubblicato per il FQ3 è stato di $ 1,34 e ha battuto le aspettative degli analisti di $ 0,05. I ricavi pari a $ 810M (+ 38,0% a/a), hanno battuto le attese di Wall Street di $ 8,43M. la Società ha concluso il trimestre con $ 1,11B in contanti e nessun debito. La società ha avuto nuovi successi di progettazione, che includono SkyOne Mini (front-end RF, volto a telefoni meno costosi) e un diverso modulo per una piattaforma ZTE 4G, Zigbee front-end analogico per i prodotti di illuminazione intelligente di Home Depot. Le previsioni per il FQ4 sono di entrate pari a $ 875M e un EPS di $ 1,51, al di sopra del consensus degli analisti che era di rispettivamente $ 863m e $ 1,42.



Apigee Corp. (APIC)

Apigee sviluppa l'infrastruttura che consente alle aziende di sviluppare le API (Application Programming Interface). Questo tipo di tecnologia permette di consentire a terzi di accedere ai dati in tempo reale, nonché di eseguire delle funzioni. Esempio: quando si utilizza Yelp (YELP) e si controlla una mappa, in realtà si sta accedendo alla API di Google Map, questo viene gestito senza problemi e in modo sicuro. La società sta ottenendo ottimi risultati e nell'ultimo trimestre la società ha pubblicato ricavi in crescita del 51% pari a 18,70M (+25.6% Y/Y) che hanno battuto le aspettative degli analisti di $ 0,71M. L'EPS è stato pari a -$0,38 che però sono risultati superiori alle aspettative di Wall Street. L'utile lordo è stato di $ 43.600.000, con un aumento del 75% su base annua. Per il 2016 la società prevede ricavi totali in un range tra gli $86,0M e i $ 91,0M.



venerdì 9 ottobre 2015

Investire più sicuri e il rischio maggiore

Negli investimenti esistono delle regole fondamentali non scritte, che ci guidano, come il faro con la nave, a raggiungere i nostri obiettivi, alcune di queste arrivano direttamente da investitori che nel corso degli anni hanno aumentato il loro patrimonio, tipo Buffett. Due di queste sono: 1) Mai perdere i soldi - 2) Mai dimenticare la regola numero 1. Detto questo entriamo nei dettagli di quali siano gli investimenti più sicuri e qual'è il maggior rischio.

Nel corso degli ultimi 100 anni il rendimento medio complessivo dei mercati è stato di quasi il 10% annuo, quindi il vostro capitale è raddoppiato ogni otto anni circa. Di sicuro alcuni investitori hanno avuto ritorni in media molto più elevati. La domanda, quindi è, perche non tutti gli investitori sono diventati ricchi o straricchi? Purtroppo, la triste verità è che non è cosi facile come si possa pensare.



Ma quali sono gli asset che offrono agli investitori, una certa sicurezza reale, sicuramente i conti deposito sotto i € 100.000 anche se il tasso offerto è quasi nullo, salvo in alcuni casi. Se però avete la necessità delle somme investite entro un paio di anni, allora il denaro non va messo in asset più rischiosi, in caso contrario, bisognerà tener conto dell'inflazione. Attualmente questa si aggira intorno allo 0,2%, ma le previsioni sono di un aumento, quindi se consideriamo il 2% come un punto medio, ne consegue che tutti gli investimenti che hanno un rendimento pari o inferiore faranno perdere dei soldi e come abbiamo visto in precedenza, questa non è una buona politica negli investimenti. Un altro strumento di investimento considerato sicuro, sono i Buoni del Tesoro, anche qui però visti i rendimenti, un investitore dovrebbe aspettarsi un inflazione vicina allo zero per decenni per giustificare tale investimento, siccome però questo è difficile che avvenga, se si tengono i BTP per molti anni il risultato probabilmente sarà di aver ottenuto rendimenti reali negativi. Passiamo ora alle obbligazioni corporate. Queste hanno gli stessi rischi di inflazione e di tassi di interesse dei BTP, inoltre l'investitore si dovrà preoccupare se l'azienda emittente sarà in grado di pagare i suoi debiti. Di certo, per le aziende di elevata qualità, questo ha poca importanza, anche se, non importa quanto sia forte l'attività, le obbligazioni corporate saranno sempre meno sicure dei Buoni del Tesoro. Ora valutiamo le azioni, per farlo però, prenderemo in considerazione, quelle di aziende di un certo livello, che hanno determinate caratteristiche. Prima di tutto però, analizziamo qual'è il rischio maggiore in un investimento.

Gli investitori negli ultimi 20 anni, hanno sottoperformato rispetto al mercato, avendo ottenuto in media rendimenti del 5% circa, mentre l'indice S&P 500 ha reso annualmente, in media, il 9% circa, questo secondo uno studio del 2014 della Dalbar QAIB. In linea di massima, non vi è stato nessun motivo per il quale gli investitori dovevano sottoperformare il mercato di quasi la metà, ma è avvenuto. E il motivo di tutto questo, è che negli investimenti il rischio maggiore sei tu. Questo perche i singoli investitori non riescono a seguire una strategia coerente, quando le cose non vanno bene. In poche parole, subentra il panico. Negli ultimi sei anni abbiamo avuto un forte mercato toro, e durante questi periodi è facile essere un investitore. Ma come dice Warren Buffett: Una marea che sale, solleva tutti i nuotatori. Ma.."E' solo quando la marea si ritira, che si scopre chi stava nuotando nudo". I rendimenti vengono erosi dai mercati orso, da crolli improvvisi del mercato e dal panico. Per cui quando scenderà la marea, non fatevi trovare senza il costume da bagno.

A distruggere i rendimenti degli investitori, non sono le perdite virtuali, anche l'S&P 500 ne ha avute e comunque ha reso il 4% circa in più, ma le vendite da panico, quando vediamo un azione acquistata scendere del 30, 40, 50% o addiritture oltre, e si pensa che l'investimento fatto è orribile, per cui è meglio vendere prima che si azzeri del tutto. L'errore in tutto questo, sta nel guardare una azione, come se fosse semplicemente un biglietto della lotteria che aumenta e perde di valore, sulla base dei capricci di qualche "forza oscura del mercato". Gli investimenti non sono, quasi mai cosi spaventosi. Un'azione è va considerata la proprietà frazionata di un'attività e ogni volta che quest'azienda ottiene dagli utili il valore aumenta, queste aziende distribuiscono gli utili e ne reinvestono una parte, proprio come faremmo noi con la nostra attività. Quindi se considerate le vostre azioni, per quello che sono, cioè una frazione della proprietà, allora difficilmente la venderete quando il prezzo scende. Quando investiamo in titoli con crescita dei dividendi, il rischio di venderli a causa di un calo del prezzo è di gran lunga maggiore, del rischio che un attività di elevata qualità abbia un declino permanente. Quindi se si vuole generare rendimenti che riescano a battere il mercato, bisogna avere l'impegno, la forza d'animo nonché il sangue freddo per mantenere le vostre posizioni durante i cali di mercato.

Come riuscire però ad avere risultati migliori. Prendiamo ad esempio i titoli del Dividendo Aristocratico, un gruppo selezionato di 52 aziende che hanno aumentato il loro dividendo per almeno 25 o più anni consecutivi. Pensateci, per pagare dividendi per cosi tanto tempo, significa che l'attività ha qualcosa in più, come ad esempio, una politica dei dividendi ben definita, un vantaggio competitivo forte e duraturo, un mercato in lenta evoluzione che permette favorevoli prospettive di crescita a lungo termine. Questo è il tipo di attività in cui dovremmo investire. Non tutti i titoli con crescita dei dividendi di elevata qualità sono Dividendi Aristocratici, ma tutti i dividendi aristocratici sono titoli di elevata qualità. Quando si possiedono parti di aziende reali, e sappiamo che sono di altissima qualità, si avrà una maggior fiducia nell'investimento fatto. Quindi quando la prossima volta Coca Cola (KO) scenderà del 30%, vedetela come un'occasione per acquistare un'attività di elevata qualità a prezzi scontati. Questo, purtroppo è l'esatto contrario di quello che pensano la maggior parte degli investitori. Se vedono il prezzo di Coca-Cola cadere del 30%, penseranno "E' tempo di vendere!" ... Tutto questo a causa del prezzo. Provate ad immaginare un posto in cui gli sconti hanno fatto si che la gente compri meno. Questo è il mercato azionario, la gente tende a comprare di più quando i prezzi salgono. Se fossimo in un negozio e qualcuno dicesse: Grande notizia con questo buono si può acquitare qualcosa pagando un extra del 50%, penseremmo che è diventato matto...Eppure quando un titolo sale del 50% in un breve periodo, la gente corre a comprarne di più. Quando invece, uno sa cosa possiede e perche la possiede, i cali delle quotazioni perdono gran parte dei loro effetti ansiogeni.



In definitiva il più grande fattore determinante nell'investimento di successo, sei tu. Questa bella notizia comporta però, la necessità di controllare il modo in cui si pensa all'investimento, se si possiedono azioni di società di elevata qualità, è possibile separare l'instabilità dei prezzi dalla stabilità dell'attività sottostante, vi vedrete cosi come proprietari parziali di una grande attività piuttosto che qualcuno con un biglietto della lotteria. Questo cambiamento nel modo di pensare ha già aiutato molti investitori individuali a sfruttare le correzioni di mercato, piuttosto che soccomberci. La cosa più importante, quindi, per eguagliare o battere i rendimenti del mercato, è mantenere le vostre convinzioni di fronte alla caduta dei prezzi. Le azioni in generale, avranno sempre un rischio maggiore dei BTP, ma anche un maggior rialzo, è chiaro che qualche rischio possa essere preso per ottenere rendimenti nel lungo periodo che possano battere l'inflazione, essendo però consapevoli della qualità di ciò che si sta comprando.

giovedì 24 settembre 2015

Azioni blue chip scambiate a prezzi convenienti (parte Seconda)

Una citazione di Warren Buffett dice "Che si parli di calze o di azioni, mi piace acquistare merce di qualità quando è negoziata a prezzi di sconto."

Le azioni blue chip sono l'opposto delle penny stock. Si tratta di aziende di alta qualità con una lunga storia di pagamento di dividendi in aumento. Le penny stock sono per gli speculatori feroci, mentre le blue chip sono per gli investitori in cerca di sicurezza e crescita dei flussi di reddito.

Blue chip: "Titolo di un grande azienda, ben consolidata e finanziariamente sana, che opera da molti anni, solitamente ha una capitalizzazione di mercato di miliardi, è in genere leader di mercato o tra le prime tre aziende del settore ed è il più delle volte un nome famigliare. Mentre i pagamenti di dividendi non sono assolutamente necessari per considerare un titolo una blue-chip, la maggior parte di queste ha un record di pagamenti di dividendi stabili o in crescita da anni, se non decenni. Si pensa che il termine derivi dal poker, dove le blue chip sono quelle più costose."


Questo articolo, diviso in due parti, esamina 11 azioni blue chip con dividendi che sono negoziate a prezzi decisamente bassi.

Consolidated Edison (ED) - dividend yield del 4,3%
Consolidated Edison è un titolo a basso rischio e bassa volatilità. Gli investitori in cerca di una rapida crescita non devono investire in questa società. Edison è sicuramente un titolo "lento e costante". La società ha pagato dividendi in aumento per 41 anni consecutivi. La stabilità della società proviene dalle sue operazioni di utilitie elettrica e di gas soprattutto a New York da oltre 180 anni.

Consolidated Edison ha ottenuto un utile per azione di solo il 2,2% all'anno negli ultimi dieci anni, più o meno in linea con l'inflazione. Come fattore positivo, l'azienda offre agli investitori un elevato dividend yield del 4,2% a prezzi correnti. Gli investitori in Consolidated Edison possono aspettarsi rendimenti totali tra il 6% e l'8% all'anno, di cui circa un 4,5 da dividendi e il resto dalla crescita degli utili per azione (dal 2% al 4%). Il rendimento totale del 6% e 8% è mediocre, ma se si considera il basso livello di rischio che l'azienda fornisce, tali rendimenti possono apparire più attraenti. Questo titolo che ha una lunga storia di aumenti dei dividendi mescolato con il suo basso rischio lo rende un potenziale candidato per sostituire le obbligazioni nei portafogli a reddito degli investitori, questo perche il titolo ha maggiori vantaggi rispetto alle obbligazioni, in quanto tende a crescere in modo leggermente più veloce rispetto al tasso di inflazione, mentre le obbligazioni non lo fanno.

Consolidated Edison è attualmente in commercio con un rapporto prezzo-utili di 16,5. La società appare sottovalutata ai prezzi correnti.



AT&T (T) - dividend yield del 5,8%
Verizon (VZ) non è l'unica azione blue chip nel settore delle telecomunicazioni negli Stati Uniti. AT&T è il più grande concorrente di Verizon, anche se in realtà, AT&T è leggermente più grande di Verizon attualmente, infatti ha una capitalizzazione di mercato di $ 203,8B contro i $ 186,5B di Verizon. La storia dei dividendi di AT&T è molto più impressionante però, rispetto a quella di Verizon, la società fa parte dei Dividendi Aristocratici, avendo pagato dividendi crescenti per 30 anni consecutivi.

Le operazioni della società si dividono in 2 settori primari, wireless e rete fissa. Il segmento a lenta crescita della rete fissa offre la connessione internet, voice over IP e servizi televisivi. Il segmento wireless fornisce ai consumatori e alle imprese piani telefonici per i cellulari, smart phone e tablet wireless. Il segmento wireless genera circa il 55% delle entrate, mentre il segmento rete fissa genera l'altro 45%. Nonostante le favorevoli tendenze nell'uso dei dati wireless, AT&T non ha visto una rapida crescita negli ultimi dieci anni. La società ha realizzato una crescita degli utili per azione di appena il 4,2% all'anno in questo periodo di tempo. La relativa crescita lenta è il risultato però della transizione dal business dalla telefonia fissa stagnante verso la propria attività senza fili con una crescita più veloce.

Fortunatamente per gli azionisti di AT&T ha un grosso 5,7% di dividend yield. Gli investitori possono aspettarsi rendimenti totali di circa 8%-12%, di cui da dividendi (~ 6%) e crescita degli utili per azione (3% - 6%) per il futuro. AT&T è attualmente in commercio con un rapporto prezzo-utili di appena 12,0. La società appare abbastanza a buon mercato ai prezzi correnti. Gli investitori stanno faticando a trovare un attività più sicura che ha anche un dividend yield superiore di AT&T.



Aflac (AFL) - dividend yield del 2,8%
La scelta di utilizzare una anatra come mascotte e di chiamarla "Aflac", ha permesso al nome dell'azienda di diventare famigliare negli Stati Uniti. Non siamo gli unici investitori che pensano che Aflac sia una blue-chip. Molti altri hanno inserito quest'azienda nella loro lista. Nonostante la sua notorietà nel paese, Aflac genera in realtà solo il 25% del suo fatturato negli Stati Uniti. L'altro 75% proviene dal Giappone in cui svolge la maggior parte delle sue operazioni. Aflac è una società amica degli azionisti con una lunga storia di crescita stabile, ha pagato dividendi crescenti per 32 anni consecutivi, rientrando cosi tra i Dividendi Aristocratici.

Il CEO, Daniel Amos, ha recentemente comunicato i piani per ricompensare ulteriormente gli azionisti. Secondo lui, la società ha la sufficiente solidità patrimoniale per rimpatriare negli Stati Uniti circa ¥ 200 miliardi di Yen nell'anno solare 2015, per rafforzare il loro piano di riacquisto da $ 1,3 miliardi di azioni ordinarie quest'anno. Come comunicato ai loro analisti finanziari a maggio, la società ritiene che nei prossimi anni, sarà in grado di aumentare il capitale disponibile per la distribuzione. Ai prezzi correnti, il riacquisto delle azioni potrà ridurne il numero di circa il 5,3%. Sommando al riacquisto il 2,8% di dividend yield, Aflac dà agli investitori un rendimento al di sopra dell'8%. Aflac è attualmente in commercio con un rapporto prezzo-utili di appena 9,5. Un P/E ratio cosi basso vuol dire che gli investitori non si aspettano molto dalla crescita, la storia però dice il contrario. Negli ultimi dieci anni, Aflac è riuscita ad aumentare i suoi utili per azione del 12,6% all'anno.

Gli investitori hanno portato verso il basso il prezzo delle azioni Aflac per i timori dell'economia in difficoltà del Giappone. L'economia giapponese è ferma da decenni ... Eppure Aflac ha continuato a crescere.

"Essere timorosi quando gli altri sono avidi e avidi quando gli altri sono timorosi"


Citazione di Warren Buffett.

Ora è il momento di essere avidi con il titolo Aflac, non di avere paura. L'azienda ha una lunga storia di dividendi in aumento, una gestione familiare conservativa e amichevole verso gli azionisti, e un rapporto prezzo-utili inferiore a 10.



Chevron (CVX) - dividend yield del 5,6%
Ci sono solo 2 compagnie petrolifere che sono anche nella schiera dei Dividendi Aristocratici. Chevron è una di loro ... L'altra, Exxon l'abbiamo vista in precedenza. Chevron è una grande società integrata di petrolio e gas. L'azienda attualmente ha una capitalizzazione di mercato di $ 144,6 miliardi di dollari e ha pagato dividendi crescenti per 27 anni consecutivi. Nel corso dell'ultimo anno, il titolo è sceso oltre il 36%, e attualmente è possibile acquistarlo con un forte sconto, rispetto ai prezzi visti solo un anno fa. Come società diversificata di petrolio e gas, Chevron ha entrambe le operazioni sia a monte che a valle. Per le operazioni a monte della società, quando i prezzi del petrolio scendono, i profitti crollano mentre aumentano quelli a valle. Detto questo, però le operazioni a monte di Chevron sono più grandi di quelle a valle e questo significa che i bassi prezzi del petrolio riducono la redditività di Chevron.

Nonostante il forte calo dei corsi petroliferi, Chevron sta ancora generando flussi di cassa di grandi dimensioni dalle sue operazioni. Nei primi 6 mesi del 2015, ha generato $ 9,5 miliardi di flussi di cassa operativi. Il titolo è attualmente scambiato con un rapporto prezzo-utili di appena 11,9. La società ha anche eccezionalmente un elevato 5,6% di rendimento da dividendo. E' raro trovare un'attività di alta qualità con un tale elevato rendimento da dividendi in un contesto come quello attuale. La più grande paura che hanno gli investitori di dividendo, è che i pagamenti di dividendi vengano tagliati. Come accennato in precedenza, Chevron è un Dividendo Aristocratico grazie ai suoi 27 anni consecutivi di aumenti dei dividendi. La gestione della società dà la priorità assoluta ai suoi pagamenti di dividendi.

Chevron ha attualmente $ 12,5 miliardi in contanti ed investimenti liquidi in bilancio. L'azienda sta accelerando il suo piano di dismissioni e di riduzione delle spese di capitale per risparmiare denaro. Paga circa $ 8 miliardi l'anno in dividendi. Chevron può finanziare completamente i pagamenti di dividendi solo con il denaro che ha ora in cassa per oltre un anno. Ma non dovrà farlo, in quanto i flussi di cassa della gestione sono ancora ben in eccesso rispetto alla quantità necessaria per finanziare il dividendo della società.



American Express (AXP) - dividend yield del 1,6%
American Express è una grande società di servizi di credito, con una capitalizzazione di mercato di circa $ 76B. La società è la terza più grande società di servizi di credito quotata in borsa, dietro a MasterCard (MA) e Visa (V). American Express ha una lunga storia di pagamenti stabili o in aumento dei dividendi, proprio come tutte le altre azioni blue chip di alta qualità citate in questi due articoli. L'azienda ha pagato dividendi stabili o in aumento dal 1977 per una striscia di 38 anni senza una sola riduzione.

Le azioni della società attualmente hanno un dividend yield medio al di sotto del 1,5%. Questo perché ha un payout ratio inferiore al 20%. Nonostante il suo basso rendimento da dividendi, American Express è una società accogliente per gli azionisti. L'azienda ha ridotto il suo numero di azioni in media del 3,9% all'anno negli ultimi 4 anni. Ed ha aumentato i suoi utili per azione del 9,6% all'anno negli ultimi dieci anni. La società dovrebbe continuare a crescere gli utili per azione tra il 6% e il 10% all'anno da qui in avanti. Grazie al mix tra riacquisti e crescita organica, gli investitori possono aspettarsi rendimenti totali tra il 7,5% e l' 11,5%.

American Express è attualmente in commercio con un rapporto prezzo-utili di 13,3. Il basso rapporto prezzo-utili della società, non riflette le solide prospettive di rendimento totale della società e il marchio ben riconosciuto. Ai prezzi correnti, American Express sembra essere sottovalutata. Le azioni della società dovrebbero essere attraenti per gli investitori in cerca di rendimenti totali sicuri di azioni blue chip di qualità elevate.



Wal-Mart (WMT) - dividend yield del 3,1%
Wal-Mart è il più grande rivenditore di sconti in tutto il mondo. La società risponde più che bene all'esigenza di un titolo blu chip, ha una grande capitalizzazione di mercato di $ 205,8 miliardi, è leader di mercato nel settore retail in sconto, è certamente un nome famigliare. Inoltre, Wal-Mart ha una storia molto lunga di pagamento di dividendi in aumento. L'azienda ha pagato dividendi in aumento per oltre 40 anni consecutivi, annoverandola tra i Dividendi Aristocratici.

Wal-Mart è un affare ai prezzi correnti. La società è attualmente in commercio con un rapporto prezzo-utili di appena 13,4. Questi sono quelli di alcuni dei concorrenti di Wal-Mart: Target (TGT) 16,9 e Dollar General (DG) 19,5. Wal-Mart sembra profondamente sottovalutata rispetto ai suoi coetanei. L'azienda viene vista anche a buon mercato in base al suo dividend yield storico, attualmente è il più alto mai ragiunto. Negli ultimi dieci anni, Wal-Mart ha aumentato i suoi utili per azione del 7,6% l'anno. I dividendi sono cresciuti ancora più velocemente, al 12,6% annui. Wal-Mart sta investendo pesantemente nel futuro, ha recentemente aperto 2 nuovi centri automatizzati di evasione ordini online, che hanno ognuno dimensioni superiori a 20 campi da calcio. Altri 2 grandi centri di evasione ordini sono destinati a diventare operativi nei prossimi 3 mesi. L'azienda continua ad investire nella propria infrastruttura per supportare la crescita delle vendite digitali, in crescita del 16% all'anno. Inoltre, sta investendo pesantemente per fornire una migliore esperienza di shopping per i propri clienti e lo sta facendo, aumentando le retribuzioni dei dipendenti di livello base per attrarre forza lavoro di talento e migliorando i premi agli attuali lavoratori.

Le prospettive di crescita a lungo termine di Wal-Mart rimangono brillanti. La società è molto amica degli azionisti ed ha una lunga storia di dividendi in aumento. Inoltre, l'azienda è scambiato con il suo dividend yield più elevato di tutti i tempi.