martedì 28 aprile 2015

Investire nel petrolio, taglio dei costi dell'industrie del settore

Ormai è noto a tutti che l'Autunno 2014 è stato veramente nero per il petrolio, i prezzi sono scesi ai minimi storici, sotto la soglia in cui i produttori a conti fatti, addirittura ci perdevano. Abbiamo discusso negli articoli precedenti di come il problema iniziale fosse il no dell'OPEC ad un taglio della produzione che avrebbe aiutato i prezzi a risalire. Ad inizio 2015 sembra che la svolta ci sia stata: nonostante l’Opec non abbia trovato una soluzione e tagliato la produzione, i prezzi del barile del petrolio hanno cominciato lentamente a risalire, ed in queste settimane si aggirano ai massimi dal dicembre 2014. Il prezzo del Brent è aumentato di più del 16% finora ad aprile, con alcuni investitori che ritengono che il minimo sia già stato toccato, dopo un lungo crollo dei prezzi del petrolio durato nove mesi, anche se comunque si è lontanissimi dai livelli del giugno 2014, quando un barile veniva scambiato anche a 116 dollari.

Ma come si comportano le aziende del settore di fronte a questi mesi di prezzi ridotti all'osso ? Il dollaro americano più debole e i forti indicatori economici in Europa e in Asia prestano sostegno ai prezzi del petrolio, alcuni analisti stanno arrivando ad una conclusione paradossale: pensano sia meglio quando i prezzi sono bassi rispetto a quando sono alti. Non siamo del tutto d'accordo, certo i prezzi bassi aiutano i consumi, come accenato nel nostro articolo della settimana scorsa, ma il petrolio è sempre stato un business e ci sono importanti ragioni per cui le grandi compagnie petrolifere internazionali come ExxonMobil (XOM), Total e BP siano positive nei confronti delle prospettive future.



Il crollo dei prezzi del greggio ha scatenato una spinta senza precedenti da parte delle compagnie petrolifere nel riconfigurare le proprie organizzazioni e ripristinare i rapporti con i fornitori e governi. Prima di tutto si pensa a ridurre i costi, quando i prezzi del petrolio erano alti e in aumento, le aziende avevano dimenticato questo strumento potentissimo, il taglio dei costi, finchè il petrolio fluiva nei loro pozzi e gli introiti erano enormi hanno pensano bene di evitare i tagli. L'industria era a caccia di barili, ora è a caccia di efficienza.

Il gruppo di ricerca Baker Hughes ha riferito venerdì che il numero di impianti di estrazione di petrolio negli Stati Uniti è sceso di 31 unità la scorsa settimana a 703 unità, il numero più basso da ottobre 2010. E' la 20esima settimana consecutiva di calo del numero di impianti negli USA. Investitori e trader osservano con attenzione il calo del numero di impianti negli ultimi mesi in cerca di segnali chiari sulla riduzione del surplus di offerta che influisce al ribasso sul prezzo del petrolio.

Il rendimento medio del capitale delle maggiori compagnie petrolifere europee e statunitensi è sceso dal 21 per cento nel 2000 all'11 per cento nel 2013, anche se il prezzo medio di riferimento del Brent è passato da 29 a 109 dollari per barile nel corso di tale periodo. L'aumento dei costi ha più che compensato l'incremento dei ricavi.

Il gruppo petrolifero francese Total (TOT), per esempio, ha registrato nel primo trimestre un utile netto in forte calo (-20%) a 2,66 miliardi di dollari rispetto ai 3,34 dello stesso periodo dell’anno precedente. Il valore invece adjusted, pulito dalle voci non ricorrenti, è stato di 2,6 miliardi di dollari (3,33 miliardi nel primo trimestre 2014). Patrick Pouyanne, amministratore delegato dell'azienda, ha detto alla conferenza di industria petrolifera IHS CeraWeek a Houston la scorsa settimana: Dobbiamo prendere questo periodo difficile come un'opportunità per ripulire la nostra industria. Nel caso di Total significa abbassare il livello di prezzo al quale le entrate coprono costi da 110 a 70 dollari al barile. Mr Pouyanne continua dicendo che tutta l'azienda capisce l'importanza di ciò che stanno facendo. E 'molto più facile muoversi a 50 dollari al barile di quanto lo fosse l'anno scorso a 100 dollari al barile, a volte il comitato esecutivo ha avuto l'impressione che non siano stati del tutto ascoltati, oggi lo sono.

Altre aziende stanno intraprendendo simili alternative. Stephen Chazen, amministratore delegato di Occidental Petroleum, ha detto alla stessa conferenza: Dobbiamo essere in grado di sopravvivere, non solo a 60 dollari, ma anche a meno. Il modo più semplice per le aziende di produzione di petrolio di ridurre i loro costi è quello di chiedere aiuto anche ai fornitori. Le grandi aziende infatti hanno chiesto a tutti i loro fornitori tagli di tassi. Questa pressione sui costi però, oltre a ridurre le perdite, ha un costo umano altissimo, la pressione sulle società di servizi si ripercuotono sui posti di lavoro, 20.000 licenziamenti a Schlumberger, 10.500 da Baker Hughes e 9.000 da Halliburton (HAL).

Non solo in America comunque le industrie si stanno muovendo, il governo del Regno Unito il mese scorso ha annunciato un taglio netto delle imposte sul petrolio del Mare del Nord e del profitto dal gas, invertendo un aumento introdotto nel 2011. Il governo iracheno ha detto che prevede di rivedere i contratti con le compagnie petrolifere straniere per rendere le condizioni più attraenti. Ci vorranno anni prima che gli effetti di tutti questi cambiamenti portino a seri cambiamenti. La possibilità di aumentare i profitti col recupero del prezzo del petrolio è reale. Il colpo duro subito dal settore del petrolio potrebbe rivelarsi una ottima terapia di cui aveva bisogno.

venerdì 24 aprile 2015

Investire nel biotech, azioni che stanno sottoperformando lo S&P500

In questo periodo il settore biotech è sotto i riflettori dopo le numerose operazioni di acquisizioni e fusioni annunciate nelle scorse settimane. UnitedHealth Group (UNH), il colosso sanitario attraverso la divisione OptumRx ha annunciato l'acquisto di Catamaran per 12,78 miliardi di dollari. Horizon Pharma (HZNP), gruppo farmaceutico irlandese ha annunciato l'acquisto del laboratorio americano Hyperion Therapeutics per 1,1 miliardi di dollari. Lo specialista dei farmaci generici Teva Pharmaceuticals (TEVA) ha annunciato l'acquisto del gruppo biotech per 3,2 miliardi di dollari Auspex. Il gruppo giapponese Fujifilm Holdings ha annunciato di aver raggiunto un accordo per l'acquisto della società biotecnologica per 307 milioni di dollari Cellular Dynamics.

Dopo l'exploit di queste settimane però, lo S&P500 è salito del 3%, mentre il settore biotech ha sottoperformato, guadagnando il 2,5%. Sono uscite trimestrali interessanti di varie società healthcare, molte delle quali hanno battuto le stime, ne abbiamo scovato 4 che potrebbe salire nei prossimi mesi sull'onda dei nuovi massimi americani e sulle trimestrali e outlook futuri positivi.

Attenzione però, questo settore è famoso per essere volatile, quindi il tempismo è fondamentale. Ecco di seguito le 4 società che abbiamo analizzato dopo uno screening su 60 società.

La nostra prima scelta cade su un ETF che ha un paniere di 150 titoli biotech, si tratta del non armonizzato ProShares Ultra Nasdaq Biotechnology ETF (NASDAQ: BIB). Da inizio anno l'ETF sta rendendo una media invidiale del +43%. Nel grafico di seguito notate che dopo una flessione iniziale fino a quota 150 punti, l'ETF è poi cresciuto superando i 175 punti e oggi ha toccato i 180 $. Se si nota attentamente possiamo percepire un particolare triangolo ascendente che potrebbe spingere l'ETF fino ad una quota intorno ai 205 $ nei prossimi mesi di negoziazione. Ricordiamo che l'ETF non è armonizzato ed è in valuta dollari, quindi l'investitore dovrà stare attento al cambio e segnalare una eventuale plusvalenza.



Il prossimo è un titolo che noi definiamo Buy and Hold, una di quelle società da mantenere per sempre, una delle più grandi aziende nello spazio biotech, stiamo parlando di Amgen (NASDAQ: AMGN). Amgen scopre, sviluppa, produce e commercializza farmaci per malattie gravi. Si concentra sulle terapie umane e su farmaci nel campo della biologia cellulare e molecolare. I suoi prodotti principali sono Aranesp (Darbepoetina alfa) ed Epogen (Epoetina alfa). Il titolo negli ultimi 10 anni è cresciuto del 194% esclusi i dividendi.

Amgen ha registrato un utile significativo nel trimestre più recente rispetto allo stesso trimestre di un anno fa. La società ha mostrato un profilo di utili positivi per la crescita del prezzo negli ultimi due anni. Riteniamo che questa tendenza dovrebbe continuare. Nel corso dell'esercizio passato ha aumentato le sue stime a 6,70 dollari contro 6,65 dollari dell'anno precedente. Quest'anno il mercato si aspetta un miglioramento degli utili ($ 9,33 contro $ 6,70).



AbbVie Inc è stata costituita nel Delaware il 10 aprile 2012 ed è una consociata interamente controllata di Abbott (ABT). La società è una biofarmaceutica basata sulla ricerca di prodotti di proprietà, tra cui una vasta linea di farmaci pediatrici. Scopre, sviluppa, produce e commercializza prodotti farmaceutici di sua proprietà. I suoi prodotti sono usati per trattare malattie tra cui l'artrite reumatoide, psoriasi, morbo di Crohn, HIV e le complicazioni della fibrosi cistica. AbbVie ha anche una linea di nuovi farmaci tra cui più di 20 composti in Fase II e Fase III per l'immunologia, la cura renale , l'epatite C , la salute delle donne , oncologia e neuroscienze, tra cui la sclerosi multipla e il morbo di Alzheimer.

Il margine di profitto lordo è attualmente molto elevato, circa 83%. A prescindere dai forti risultati del margine di profitto lordo, l'utile netto è sceso del 14,85%, in linea con la media del settore. La società, sulla base della variazione del risultato netto rispetto allo stesso trimestre di un anno fa, ha significativamente sottoperformato rispetto lo S&P500 e l'industria farmaceutica. Da quando è stata costituita, il titolo ha performato il 99% esclusi i dividendi in 2 anni.



Celgene Corp. (CELG) è una società biofarmaceutica internazionale. La società è principalmente impegnata nella scoperta, sviluppo e commercializzazione di terapie progettate per trattare il cancro e le malattie correlate immuno-infiammatorie, come l'immunomodulazione e in ematologia, oncologia e malattie infiammatorie. I suoi principali farmaci sono REVLIMID, VIDAZA, THALOMID, ABRAXANE e ISTODAX. Altre fonti di reddito comprendono le vendite di Focalin di Novartis Pharma AG (Novartis), ha un accordo di licenza con Novartis, la quale dà diritto a royalties sul Focalin XR e l'intera famiglia di farmaci Ritalin.

Ha registrato un utile significativo nel trimestre più recente rispetto allo stesso trimestre di un anno fa. La società ha mostrato un profilo di utili positivi per la crescita del prezzo negli ultimi due anni. Riteniamo che questa tendenza dovrebbe continuare. Nel corso dell'esercizio passato ha aumentato le sue stime a 2,40 dollari contro 1,69 dollari dell'anno precedente. Quest'anno il mercato si aspetta un miglioramento degli utili ($ 4,80 contro $ 2,40). Negli ultimi 10 anni il titolo ha performato il 494%.



giovedì 23 aprile 2015

Il settore energetico rischia miliardi a causa della volatilità

Ormai è noto a tutti che il petrolio al prezzo attuale sta diventando un problema per le aziende energetiche, la domanda sempre più scarsa da parte della Cina, primo importatore al mondo, e la decisione insensata dell'OPEC di non tagliare la produzione a Novembre, hanno reso il clima nel settore enegertico assai bollente. Ora però la domanda che ci poniamo sempre più spesso è : Quanto dovremmo attendere ancora prima di rivedere i 100$ al barile ? Io direi che la possibilità è assai remota.

L'Arabia saudita è il primo paese esportatore di petrolio al mondo, è un dato di fatto, il ministro dell'energia Ali al-Naimi ha fatto capire che il prezzo può scendere anche fino a 20$ al barile, all'Arabia Saudita non interessa. Questo di certo non aiuta ed infatti il crollo dell'Oro nero ha superato il 50% come avvenne nella crisi del 2008.

Le società corrono ai ripari, molte hanno abbassato le stime e con l'aiuto del rafforzamento del dollaro hanno salvato il salvabile, altre invece si sono gettate in acquisizioni aprendo i tesoretti, per esempio Royal Dutch Shell (RDSA) ha fatto un offerta per l'acquisizione dell'inglese BG, circa 55 miliardi di sterline, una delle più grandi acquisizioni energetiche degli ultimi 10 anni.

Non tutto però è negativo, con il costo del petrolio così basso ci sono settori che guadagnano punti, come quello dei consumi, paesi come Cina, Europa e Stati Uniti avranno famiglie con potere di acquisto molto più elevato e questo potrebbe stimolare la crescita dei consumi, uno dei punti chiave per una ripresa economica più sostenuta.



Storia diversa invece per quei paesi che vivono sull'esportazione del petrolio, Iraq, Iran per esempio, senza dimenticare la Russia che sta vivendo un grosso disagio economico a causa delle sanzioni internazionali oltre al brusco calo del prezzo del Brent. Ma ci sono anche paesi con economie estremamente forti su cui pesa il periodo, molti dipendenti di società che trattano le sabbie bituminose canadasi hanno perso il lavoro, città importanti come Calgary avranno di fronte un 2015 molto molto difficile.

In una intervista rilasciata il 21 Aprile, Il CEO di BP Plc, Bob Dudley avrebbe riferito:
Il più recente crollo globale dei prezzi del greggio somiglia molto al crollo del 1986. Una marea di approvvigionamenti di petrolio colpirono il mercato nel 1986 da aree come il versante nord dell'Alaska e il Messico, colpevoli della caduta dei prezzi del greggio tenendoli bassi per diversi anni. I prezzi del greggio scesero di oltre il 60%. Le imprese devono attrezzarsi a prezzi sempre più bassi
Infatti, l'aumento delle scorte di greggio degli Stati Uniti e il rivoluzionario "shale" americano hanno quasi riempito i serbatoi di stoccaggio a Cushing, Oklahoma. E, anche se i più piccoli produttori indipendenti hanno tagliato il numero di impianti di perforazione utilizzati per l'esplorazione, non vi è alcun segno di una inversione di produzione statunitense.

Infatti il settore dei servizi petroliferi sente un'ondata della riduzione di costi, dato che le esplorazioni in territori come le acqua profonde, sono stati completamente tagliati, ovviamente ne fanno le spese società come Seadrill (SDRL). Fatta eccezione per Shell, che sta portando avanti in Alaska piani di trivellazione per l'Artico, la prossima grande frontiera del petrolio.

Diventano probabili consolidamenti tra esploratori più piccoli statunitensi che hanno pesanti prestiti per finanziare la loro parte nel boom dello shale e che ora si ritrovano a lottare per ripagare i rimborsi obbligazionari o sono a rischio di violare i prestiti bancari. Gli elevati livelli di indebitamento potrebbero avere un'influenza decisiva su quello che accadrà nel prossimo futuro. Il debito totale emesso dalle imprese del settore energetico rappresenta circa il 15 per cento dei principali indici di debito Investment Grade. I rendimenti delle obbligazioni emesse da gruppi energetici sono tra i più rischiosi, riflettendo le preoccupazioni degli investitori. Tutto questo potrebbe stimolare acquisizioni a raffica.

Per esempio il miliardario russo Mikhail Fridman ha lanciato un fondo di 10 miliardi di dollari, gestito dall'ex amministratore delegato di BP, Lord Browne, proprio per andare a caccia di acquisizioni. Tuttavia, la forte riduzione dei costi e l'entità del debito aziendale potrebbe limitare la produzione. Le previsioni di Standard & Poor di un recupero del Brent a circa 75 dollari al barile sono per il 2017, non prima. Aspettatevi grande volatilità del settore, e una nuova correzione per l'industria.

lunedì 20 aprile 2015

Investire in Oro, la relazione inversa tra dollaro forte e Oro

L'Oro per secoli è stato il bene che ha tresceso i confini delle nazioni. Una riserva di valore per l'essere umano, per migliaia di anni. Dal momento che ora il meccanismo del movimento del prezzo è direttamente legato al dollaro, molti analisti analizzano l'EURUSD per capire il movimento dell'Oro. Tuttavia non dobbiamo dimenticare che l'Oro è un bene che colpisce culture diverse in valute diverse e la recente forza del dollaro ha avuto effetti ben diversi a seconda del paese in cui si vive.

Dal picco del 2011, il prezzo dell'Oro è sceso di quasi il 40% passando dai vicini 2000 dollari all'oncia ai 1200 di oggi, come mostrato nell'immagine. Il suo valore è sceso per una serie di motivi, prima di tutto dobbiamo fare una premessa, il picco è stato raggiunto grazie alla crisi del 2008 e al conseguente QE americano, da non sottovalutare. Quando la FED ha cominciato ha tagliare il QE il metallo giallo ne ha risentito iniziando il lento declino. In questo periodo non dimentichiamo la bolla speculativa delle materie prime dell'Autunno 2014 che di certo non ha aiutato, in più c'è da qualche mese la speculazione mediatica sull'alzamento dei tassi di interesse in America.



C'è una relazione inversa tra il dollaro e le materie prime degli Stati Uniti in generale. Come l'Oro, il meccanismo dei prezzi di riferimento per molte materie prime è la valuta degli Stati Uniti e il dollaro forte ha avuto un effetto deprimente su tutta la linea in termini di prezzi delle materie prime.



Mentre il dollaro è esploso verso l'alto, l'euro è andato nella direzione opposta. Il panorama economico in Europa è debole, ci sono stati problemi nei paesi periferici rispetto a programmi di austerità messe in atto dall'UE e BCE. Recentemente, la BCE ha istituito una politica di allentamento quantitativo che terminerà a settembre 2016 mantenendo i tassi di interesse bassi. L'euro è sceso da quasi 1,40 dollari a maggio dello scorso anno a meno di 1,10 $. Nel frattempo, l'Oro in euro ha fatto bene in quel periodo.



Come da manuale mentre il dollaro è diventato più forte contro tutte le valute da maggio dello scorso anno, l'Oro ha fatto bene in quelle valute che invece si sono indebolite. Un altro settore in cui l'oro ha mantenuto la forza è contro altri metalli preziosi. Il differenziale tra il platino e l'oro è sceso fino a rendere il platino più conveniente che l'oro. Nel corso degli ultimi decenni non è mai stato un livello normale per questi due metalli preziosi.

Quindi possiamo dire che in questo momento il platino è molto più raro dell'oro. Il costo di produzione del platino è superiore all'oro e ha molte più applicazioni industriali rispetto al metallo giallo. Pertanto, su base storica, l'oro è molto forte rispetto al platino. La stessa divergenza esiste quando si tratta di rapporto di prezzo tra argento e oro. Il valore medio di lungo periodo per il rapporto oro-argento è di 55 a 1 o 55 once di valore d'argento per ogni oncia d'oro. Il 17 Aprile 2015, questo rapporto ha chiuso a 73,6 a 1. Pertanto, il prezzo dell'oro è storicamente più forte rispetto al prezzo di argento.

Mentre il mondo si concentra sul prezzo in dollari dell'oro, il metallo giallo ha reso buone prestazioni contro le valute diverse dal dollaro e contro gli altri metalli preziosi. Tutto questo mi porta a credere che una divergenza classica nel mercato dell'oro si stia sviluppando. L'oro è forte quando misurato in euro o in altre valute ed è forte rispetto ad argento e platino. Data la forza del dollaro, l'oro non è sceso molto in termini di dollari.

Ovviamente la correlazione inversa tra l’oro e il dollaro è ben nota alla maggior parte dei trader. Per profittarne, quindi, bisogna essere capaci di anticipare questo rialzo dei valori dell’oro prima degli altri. Difficile a farsi quando tutti ottengono la stessa informazione nello stesso momento. Tuttavia esiste un’astuzia che permette di anticipare il ribasso del tasso di cambio del dollaro e, quindi, la risalita del prezzo dell’oro.

Se osserviamo dei grafici storici noteremo che quando il prezzo del petrolio sale significativamente, il dollaro si indebolisce e questo, per la legge enunciata prima, rafforza l'Oro. Quindi per logica, basta seguire il valore del petrolio per capire subito se il prezzo dell'Oro salirà o scenderà. All'aumentare del petrolio aumenterà l'Oro e viceversa.

venerdì 17 aprile 2015

Investire in azioni: 3 Azioni di ricambi per Auto che stanno correndo

I titoli che fanno parte del settore dei ricambi per auto generano un enorme flusso di cassa e ottimi rendimenti. Circa cinque anni fà, l'economia americana ha iniziato una nuova vita, quel tanto che basta affinche nuove auto e camion cominciassero ad essere venduti nuovamente. Naturalmente, sono ricominciate anche le vendite delle auto usate.

Molti investitori hanno intuito che se questa tendenza fosse proseguita, ci sarebbero state molte più automobili sulla strada che avrebbero avuto bisogno di ricambi. Ed hanno avuto ragione. I tre migliori titoli del settore dei ricambi auto sono aumentati rispettivamente del 253%, 280% e 402% negli ultimi cinque anni. Non ha nessuna importanza di come sia stata progettata la vostra auto, questa avrà sempre bisogno di ricambi, e meglio sarà stata progettata, più costosi saranno i ricambi. Diamo un'occhiata a tre di queste aziende per vedere qual'è la migliore per voi, su cui poter investirde.

O'Reilly Automotive Inc. (Orly)
Questa società ha una grande impronta nazionale, con 4366 punti vendita in più di 42 stati. E' in attività dal 1957, ed è quella che ha ottenuto il 402%, precedentemente citato. Il trucco con i negozi di ricambi per auto non è quello di utilizzare l'estenzione del debito quando il flusso di cassa non può sostenere il pagamento degli interessi. ORLY ha 251 milioni di dollari di denaro in cassa e 1,4 miliardi di dollari di debito, che maturano 53 milioni di interessi. Il free cash flow di ORLY è irregolare ma robusto. Nell'anno fiscale 2012 ha guadagnato 950 milioni di dollari, nel 2013 furono 513 milioni e lo scorso anno ha ottenuto 761 milioni di dollari. Questo è più che sufficiente per non avere problemi con il suo debito.

Per l'anno fiscale 2015 gli utili dovrebbero aumentare del 16,5% e nel 2016 prevede di aggiungere un 13% all'utile per azione. Le stime quinquennali di ORLY sono di un impressionante 15,6%. Il titolo è scambiato a 215 $, che ecquivale a 25 volte gli utili, ed ha un rapporto PEG quinquennale di 1,6. Un pò caro, anche se non eccessivamente per un titolo di crescita.



AutoZone, Inc. (AZO)
Questa società ha 4984 negozi negli Stati Uniti e Puerto Rico. Ha anche una presenza considerevole in Messico con 402 negozi. E' in attività dal 1959. AZO ha 117 milioni di dollari in contanti a portata di mano, ma ha un carico di debito molto elevato, circa 3,9 miliardi che maturano 167 milioni di interessi. AZO può sostenere questo carico di debito più alto grazie al suo flusso costante e un forte Free Cash, che è stato di 845 milioni di dollari nel 2012, 1 miliardo nel 2013 e 903 milioni l'anno scorso.

Gli utili di quest'anno sono previsti in aumento del 13,7% e nel 2016 prevede di aggiungere un 12,2% all'utile per azione. Le stime quinquennali di AZO sono di una crescita annualizzata del 13,2%. Il titolo è scambiato a $ 660, che ecquivale a 18,6 volte gli utili e ha un rapporto PEG quinquennale di 1,41. Così AZO è leggermente meno costoso di ORLY.



Auto Parts, Inc. (AAP)
Infine, Advance Auto Parts, che è solo un pò più grande delle altre due, con 5261 negozi, e serve altri 1325 negozi indipendenti. E' in attività dal 1929. AAP ha assunto il suo debito nel corso degli ultimi due anni, passando da 604 milioni di dollari a $ 1,6 miliardi. Ha 195 milioni di dollari di denaro in cassa e il suo debito matura 73 milioni di interessi. Il free cash flow è stato irregolare, ma forte, anche se non ai livelli dei suoi coetanei, 414 milioni di dollari nel 2012, 350 milioni nel 2013 e 480 milioni di dollari l'anno scorso. Questo è comunque un sacco di flusso di cassa per permettersi quel debito.

Gli utili di quest'anno dovrebbero salire solo del 10%, ma nel 2016 prevede di aggiungere un 19% all'utile per azione. Le stime quinquennali sono del 13,5%. Il titolo è scambiato a $ 151, che è 17,5 volte gli utili e ha un PEG di 1,3 (buono).



mercoledì 8 aprile 2015

Investire in azioni: 5 aziende che generano grande ricchezza nel tempo

Investire in titoli di crescita dei dividendi con forti vantaggi competitivi ecquivale a sottoporsi all'effetto valanga. E' un'analogia per avere un'idea pratica delle meraviglie della capitalizzazione. Immaginate il vostro conto d'investimento come una piccola palla di neve in cima ad una collina. Si dà alla palla di neve una piccola spinta (aggiungere i soldi sul vostro conto investimento). Mentre la palle di neve rotola per la discesa, diventa sempre più grande, ricoperta sempre più di neve. I titoli di crescita dei dividendi di alta qualità si ingrossano allo stesso modo. Si aggiunge valore anno dopo anno, diventando sempre più grandi. Nel corso del tempo, la tua piccola palla di neve (o portafoglio) diventa una valanga assoluta (macchina per fare soldi).

Non tutti i titoli hanno una crescita dei dividendi ad un ritmo rapido e a tempo indeterminato. Per un portafoglio di successo però, non c'è bisogno di tutti, solo pochi grandi vincitori forniranno rendimenti notevoli. I 5 vincitori (titoli con oltre 50 anni di aumenti dei dividendi) elencati di seguito, avrebbero trasformato un piccolo investimento in una valanga di dividendi nel corso degli ultimi 25 anni. Queste 5 società sono:

Coca-Cola (KO)
Procter & Gamble (PG)
Johnson & Johnson (JNJ)
Colgate-Palmolive (CL)
Lowe's (LOW)

Coca Cola (KO)
Se aveste investito 1.000 dollari nel titolo Coca-Cola nel 1990, oggi dal vostro investimento totale (compresi i dividendi) avreste ottenuto il 1.398%. Investire in Coca-Cola all'inizio del 1990 avrebbe trasformato 1.000 dollari in 14.979 $ (il rendimento del 1.398% + l'investimento iniziale). Con un dividend yield attuale del 3,24%, il vostro rendimento sul costo sarebbe del 49% (il rendimento sul costo presuppone che i dividendi siano stati reinvestiti). Il titolo Coca-Cola pagherebbe il vostro investimento iniziale in dividendi in circa 2 anni di tempo. Coca-Cola è ancora in crescita.

La società ha mantenuto un tasso di crescita composto annuo dell'11% nel corso degli ultimi 25 anni. Con una crescita prevista degli utili per azione tra il 7% e il 9% e il +3% di dividendo, la società continuerà probabilmente a crescere a circa lo stesso tasso che ha avuto nel corso degli ultimi 25 anni.




Procter & Gamble (PG)
Coca-Cola ha fatto bene negli ultimi 25 anni. Procter & Gamble ha fatto ancora meglio. Se aveste investito 1.000 $ nel titolo Procter & Gamble nel 1990, oggi dal vostro investimento totale (compresi i dividendi) avreste ottenuto il 1.675%. Investire in Procter & Gamble all'inizio del 1990 avrebbe trasformato 1.000 dollari in 17.754 $ (il rendimento del 1.398% + l'investimento iniziale). Il CAGR (tasso di crescita annuale composto) è del 11,81%. Con un dividend yield attuale del 2,90%, il vostro rendimento sul costo sarebbe del 55%. Procter & Gamble ha attualmente un rapporto prezzo/utili di 24,2. La società ha ceduto i suoi brands non-core per accelerare la crescita, che è rallentata negli ultimi anni.



Johnson & Johnson (JNJ)
Johnson & Johnson ha la più bassa deviazione standard (misura della volatilità) del prezzo delle azioni. Inoltre, la società ha aumentato gli utili per azione rettificati per 31 anni consecutivi. Se aveste investito 1.000 $ nel titolo Johnson & Johnson nel 1990, oggi dal vostro investimento totale (compresi i dividendi) avreste ottenuto il 2.323%. Investire in Johnson & Johnson all'inizio del 1990 avrebbe trasformato 1.000 dollari in 24.226 $ (il rendimento del 2.323% + l'investimento iniziale). Il CAGR (tasso di crescita annuale composto) è del 13,26%. Con un dividend yield attuale del 2,60%, il vostro rendimento sul costo sarebbe del 68%. Johnson & Johnson è andata eccezionalmente bene nel corso degli ultimi 25 anni.

Il rendimento sul costo della società del 68% in 25 anni è estremamente impressionante. E' improbabile che Johnson & Johnson continui ad appesantire la ricchezza degli azionisti del 13% all'anno. Detto questo, la società potrebbe ottenere rendimenti totali annui a due cifre con il suo dividend yield vicino al 3% e gli utili per azione progettato per essere tra il 5% e l'8% annuo.



Colgate-Palmolive (CL)
Il successo di Colgate-Palmolive nel corso dell'ultimo quarto di secolo è il risultato della sua rapida adozione della globalizzazione. La società detiene una quota significativa nei dentifrici e saponi per piatti di tutto il mondo grazie alla sua aggressiva espansione internazionale. Se aveste investito 1.000 $ nel titolo Colgate-Palmolive nel 1990, oggi dal vostro investimento totale (compresi i dividendi) avreste ottenuto il 2.950%. Investire in Colgate-Palmolive all'inizio del 1990 avrebbe trasformato 1.000 dollari in 30.502 $ (il rendimento del 2.950% + l'investimento iniziale). Il CAGR (tasso di crescita annuale composto) è del 14,34%.

Con un dividend yield attuale del 2,20%, il vostro rendimento sul costo sarebbe del 67%. Come Johnson & Johnson, anche per Colgate-Palmolive sarà improbabile che possa continuare ad aumentare la ricchezza degli azionisti del 14% all'anno. Il titolo attualmente ha un dividend yield del 2,2% e un rapporto prezzo/utili vicino a 30. Si può proiettare un tasso di crescita degli utili per azione a lungo termine compreso tra il 5,5% e l'8,5% sulla base dei recenti risultati storici e dell'attuale crescita del mercato internazionale. Questo dà alla società un potenziale rendimento totale tra il 7,5% e il 10,5% per il futuro. Credo che la società sia un pò sopravvalutata, il che toglie anche rendimenti totali a lungo termine.



Lowe’s (LOW)
Le prestazioni di Lowe nel corso degli ultimi 25 anni sono state veramente straordinarie. L'azienda è il secondo operatore nel oligopolistico mercato statunitense per la casa. Molte poche aziende sono in grado di mantenere un tasso di crescita annuo del 20% nel corso di un periodo di 25 anni. Tale livello di rendimento è generalmente lasciato a portafogli con effetto leva di super investitori come Warren Buffett o Shelby Davis.

Se aveste investito 1.000 nel titolo Lowe nel 1990, oggi dal vostro investimento totale (compresi i dividendi) avreste ottenuto il 10.541%. Investire in Lowe all'inizio del 1990 avrebbe trasformato 1.000 dollari in 106.408$ (il rendimento del 10.541% + l'investimento iniziale). Il CAGR (tasso di crescita annuale composto) è del 20,25%. Con un dividend yield attuale dell'1,24%, il vostro rendimento sul costo sarebbe del 131%. Forse l'aspetto più impressionante della crescita di Lowe è che ha ormai un rendimento sul costo ben oltre il 100% per gli investitori che hanno acquistato il titolo 25 anni fa.

Ogni anno, Lowe sta pagando molto di più a questi investitori rispetto all'investimento iniziale. Detto questo, è estremamente improbabile che Lowe generi un CAGR del 20% per gli azionisti nel corso dei prossimi anni. La rapida crescita della società (insieme ad Home Depot) ha saturato il mercato per la casa statunitense. La crescita non sarà così facile da trovare per Lowe nel prossimo quarto di secolo come lo è stato nel corso dell'ultimo quarto di secolo.

giovedì 2 aprile 2015

La pressione sulle materie prime e metalli preziosi rimane

Le materie prime sono sotto pressione in questo periodo spingendo verso il basso anche i metalli preziosi, questo comporta una spinta verso il basso di varie società del settore minerario ed energetico. Queste mosse sono in corso anche se i mercati ora si aspettano che le autorità cinesi cerchino di far crescere la loro economia in fase calante da qualche mese. I prezzi del rame infatti sono saliti sulla scia delle speranze per nuove misure di stimolo in Cina, il piu' grande consumatore al mondo del metallo industriale. Al Comex, divisione del New York Mercantile Exchange, il contratto a maggio - il piu' scambiato - ha chiuso in aumento di 1,4 centesimi, lo 0,5%, a 2,7815 dollari al pound.

Tutto dipende in questo momento dalla mancanza di domanda di materie prime, che è il motivo per cui tutto ciò che ha il potenziale per aumentare la domanda suscita il mercato. La cattiva notizia è che qualsiasi allentamento dai cinesi potrebbe avere un impatto negativo sul prezzo dei metalli preziosi raffozzando ancora di più il dollaro americano. 0Il governatore della banca centrale a Pechino, Zhou Xiaochuan, ha segnalato nel fine settimana che il governo ha "spazio di manovra" per allentare la sua politica se l'inflazione continua a scendere. E cosi' il mercato si aspetta il lancio di misure di stimolo simili a quelle viste in scia all'ultima crisi finanziaria e che comprendono progetti infrastrutturali. Questi ultimi incrementerebbero la domanda del rame.

Guardando i mercati delle materie prime, il livello di 1.200 dollari all'oncia dell'Oro ha tenuto, ma non nel modo in cui i tori dell'oro avevano sperato. La resistenza ha tenuto dopo essere stata violata e ha aperto la strada ad un calo ancora maggiore. Il petrolio scivola verso il basso dato che i mercati ancora una volta temono che le sanzioni contro l'Iran volgano al termine, un accordo dovrebbe essere raggiunto oggi o domani. Anche se il petrolio è più basso, l'ETF United States Oil ETF (USO) è tornato positivo.



Non preferiamo acquisti di miniere o ETF di Oro e Argento, ETF come SPDR Gold Trust ETF (GLD) o l'iShares Silver Trust ETF (SLV), perché siamo rialzisti sull'economia pensando che gli Stati Uniti saranno l'economia che porterà il mondo fuori da questa situazione di calo della domanda. Non vi è alcun motivo di possedere oro in questo momento almeno che non vogliamo una polizza di assicurazione sul mercato, e non ci sarà alcun motivo di essere rialzisti fino a quando l'inflazione non diventerà una preoccupazione reale.

Alcoa (AA) sta limitando la capacità residua nella sua miniera di Sao Luis in Brasile. La società aveva già ridotto la capacità, ma l'ultima decisione sarà di limitare le rimanenti 74.000 tonnellate di capacità presso la struttura. La riduzione della capacità di fusione non influenzerà le operazioni di raffinazione a Sao Luis. Con questa mossa, Alcoa ha ormai ridotto di oltre il 20% la sua capacità di fusione a livello mondiale, combattendo l'aumento dei costi e il calo dei prezzi.

La società avrà 15 milioni di dollari di costi per il primo trimestre, che equivalgono allo 0.01 $ EPS.



In passato abbiamo evidenziato la notizia che Chevron (CVX) sta vendendo la sua partecipazione del 50% della raffineria australiana Caltex, nella speranza di aumentare di circa 3,6 miliardi di dollari l'utile. L'azienda ha scaricato con successo circa 135 milioni azioni ad un prezzo di 35 dollari australiani per azioni che hanno portato circa 3,7 miliardi dollari. Chevron ha emesso un comunicato stampa nel quale fornisce come chiusura ufficiale il 2 Aprile. Il guadagno della vendita sarà incluso nei risultati del secondo trimestre della società.



La maggior parte dei soci sono sempre d'accordo che la remunerazione dei dirigenti dovrebbe essere legata ai risultati, e con le ultime notizie su Barrick Gold (ABX), uno deve chiedersi se la più grande azienda mondiale di Oro abbia ignorato le preoccupazioni degli azionisti. Per coloro che non hanno seguito l'azienda nel corso degli anni, gli azionisti hanno spinto per una "ragionevole remunerazione" dei dirigenti, ma le ultime stime mostrano che la società continua a pagare uno scarso rendimento.

Barrick ha depositato il suo report annuale Venerdì dopo la chiusura, in una mossa molto probabilmente orientata nel tentativo di evitare i titoli dei giornali. Missione fallita. Numerosi midia hanno evidenziato che la società ha pagato tre alti dirigenti 24,7 milioni di dollari, quando il prezzo delle azioni della società ha sottoperformato notevolmente il settore. Dei 24,7 milioni dollari pagati ai dirigenti, il presidente esecutivo John Thornton ne ha ricevuti 12,9 milioni dollari. Il business dell'oro è un business difficile in questo momento, ma Barrick appare certamente un obiettivo maturo per gli azionisti attivi.