lunedì 27 giugno 2016

Brexit: meglio vendere queste tre azioni americane

In una mossa senza precedenti, la Gran Bretagna sta lasciando l’Unione Europea. Questo potrebbe portare ad un effetto domino in tutta Europa e questo potrebbe avere un impatto sul vostro portafoglio. In qualche modo la mossa della Gran Bretagna ha votato per lasciare l’Unione europea. Il Brexit è ufficialmente reale. Questa è stata la prima volta che una nazione ha lasciato l’Unione europea e uno di questi scenari non era mai stato valutato dai mercati azionari che stanno scendendo per il secondo giorno di fila. Tutto ciò avviene in un momento in cui siamo già in una situazione di instabilità mentre l’oro continua a salire.

Il selloff che abbiamo visto il giorno del Brexit potrebbe essere solo l’inizio. Sarà un periodo relativamente lungo e un processo altrettanto complicato, quasi 80.000 cavilli giudiziari da sistemare; i negoziati potrebbero richiedere anni, e, in ultima analisi, questo potrebbe spingere la Gran Bretagna in una recessione, dato che oltre la metà delle esportazioni della Gran Bretagna sono in altri paesi europei.

Ciò che temono i mercati, non è tanto l’uscita della Gran Bretagna, che tra l’altro non era nemmeno a tutti gli effetti parte dell’Europa, ma l’effetto domino degli altri paesi, tra cui Spagna e Francia. Questo potrebbe portare ad un rallentamento in tutta Europa. Così, mentre molti investitori sono alla ricerca di opportunità di acquisto, la mossa più prudente è quella di essere sulla difensiva. Un continuo rallentamento dell’economia inglese potrebbe far male ai ricavi, mentre una moneta indebolita significherà aziende che incasseranno ancora meno quando convertiranno i loro soldi in dollari USA.

Di seguito vi segnaliamo tre società che hanno ottimi rapporti con la Gran Bretagna e potrebbe subire ribassi nell’immediato futuro a causa della sterlina e dell’economia in calo.

eBay (NASDAQ: EBAY)
Ebay genera oltre il 15% dei ricavi provenienti dalla Gran Bretagna. Una volta accoppiata col rischio di Amazon.com (NASDAQ: AMZN) prendendone una quota di mercato, eBay riceverà una pioggia di downgrade. I venditori si sono mossi verso Amazon grazie alla facile realizzazione, per non parlare della maggiore concorrenza da parte di Alibaba (NASDAQ: BABA) e Etsy (NASDAQ: ETSY).

Da quando PayPal (NASDAQ: PYPL) ha eseguito uno spin-off (su ordine di Carl Icanh), la crescita di eBay è stata discutibile. Il suo mercato è già saturo in tutto il mondo. Non dimentichiamoci anche i cambiamenti dell’algoritmo di ricerca di Google (NASDAQ:GOOGL) che ha messo pressione al ribasso sul traffico web e un aumento dei suoi costi di acquisizione utenti.

Ford (NYSE: F)
Ford è una società sottovalutata, con un sacco di rischio Brexit. E’ generalmente considerata una casa automobilistica degli Stati Uniti, ma genera quasi il 20% dei ricavi dalla Gran Bretagna. Con la ciclicità del settore auto, dove le vendite di auto potrebbero scendere, si dispone di una tempesta perfetta contro Ford.

C’è anche il rallentamento in Sud America, dove Ford ha anche una forte presenza. Per non dimenticare i grandi impegni pensionistici che Ford ha nella sua attività europea che sarà un grosso problema per il prossimo futuro.

Penske Automotive Group (NYSE:PAG)
Penske Automotive Group ottiene oltre un terzo dei suoi ricavi dalla Gran Bretagna, il che la rende forse la società statunitense più esposta al Brexit. Sono anche di fronte a problemi simili a Ford, dove le vendite negli Stati Uniti di auto saranno probabilmente lente nel prssimo futuro. L’altra chiave per Penske è che si tratta di una società che acquisisce, usando come crescita la sua arma vincente. Tuttavia, sembra che le opportunità di acquisizione si stiano prosciugando.

Tutte e tre le aziende iniziano sentire il dolore della scorsa settimana, ma ci potrebbero essere discese peggiori in futuro. Per gli investitori prudenti è meglio far cassa vendendo i titoli esposti al Brexit e utilizzare la liquidità per sfruttare acquisti migliori.

La grande paura che attanaglia il mercato in questo momento accieca la possibilità di acquistare azioni a buon mercato. Lo abbiamo visto più volte nel corso dell’ultimo anno. Questa volta, l’impatto della Gran Bretagna di lasciare l’Unione europea sarà la principale incertezza che il mercato vedrà nelle prossime settimane.

Tuttavia, come abbiamo visto nel corso degli ultimi due sell-off, il mercato non discrimina, ci sono azioni che saranno effettivamente influenzate dalla Brexit. Tutte questi titoli saranno venduti su tutta la linea passando ad aziende che possono continuare a sfornare ricavi e utili di crescita, non importa ciò che accade in Europa, le grandi occasioni da aggiungere al vostro portafoglio ci sono sempre.

Noi abbiamo già selezionato 4 società molto molto interessanti e promettenti che potrebbero avvalersi del periodo negativo per essere acquistate a prezzo scontato. Se ti interessa sapere quali sono sottoscrivi il nostro servizio Domino Myportfolio.

Dall’inizio dell’anno ha generato guadagni su azioni ed ETF al di sopra del 20%, dividendi esclusi.

Investire in Oro, Ashanti AngloGold grazie al Brexit aumenterà la proprio liquidità

Venerdì scorso il Regno Unito ha votato per ritirarsi dall’Unione europea. L’uscita della Gran Bretagna, o Brexit, ha spedito il prezzo dell’Oro su dell’8.5% ad un massimo degli due anni a 1358 $ per oncia dopo poche ore dalla chiusura dei seggi. Un rialzo così improntante si è visto solo durante la finanziaria globale del 2008. Allo stesso tempo, il dollaro si è rafforzato in quanto gli investitori hanno comprato Treasuries, guidati dal deprezzamento del 4% del dollaro australiano (AUD) e un deprezzamento del 9% del Rand sudafricano (ZAR) rispetto al dollaro USA.

Il dollaro australiano e il rand sudafricano sono crediti positivi per le miniere d’oro della AngloGold Ashanti Limited (AU) e Gold Fields Limited (GIF), il cui free cash flow è aumentato con minori costi operativi grazie al dollaro australiano e il rand sudafricano
mrispetto ai dollari USA.

Come risultato del Brexit, AngloGold Ashanti potrebbe generare un ulteriore 120 milioni in free cash flow nella seconda metà del 2016, mentre la Gold Fields potrebbe aggiungere un ulteriore 50 milioni di free cash flow. Basiamo queste affermazioni sul prezzo dell’oro di 1300 $ per oncia e tassi di cambio delle AUD a 1.35 per dollaro USA e ZAR a 15 per dollaro statunitense. A 1200 $ per oncia sono un po’ più deboli, i tassi di cambio delle AUD a 1.40 per dollaro USA e ZAR a 16 per dollaro, prevediamo una ripresa nel 2016 della generazione di cassa di circa 185 milioni di per AngloGold Ashanti e 135 milioni per Gold Fields. AngloGold Ashanti ha circa il 14% della sua produzione in oro dall’Australia e il 26% dal Sud Africa, mentre Gold Fields il 43% dall’Australia e il 10% dal Sud Africa.

La situazione attuale è insolita dato che gli aumenti dei prezzi dell’oro sono solitamente accompagnati da un apprezzamento del dollaro australiano e rand sudafricano rispetto al dollaro USA. L’interazione del prezzo dell’oro e questi tassi di valuta locale mantengono l’EBITDA relativamente stabile, dato che i costi operativi e i ricavi si muovono nella stessa direzione.

Continuiamo a valutare il profilo di credito di una miniera d’oro intorno ai 1.000 $ per oncia, 1.100 per oncia e 1.200 per oncia. Questo ci permette di analizzare il grado di esposizione al rischio operativo per un bene sottostante il cui prezzo è difficile da prevedere e può avere movimenti estremi in un breve periodo di tempo. L’incertezza di contagio legati al Brexit porta all’economia globale un rischio di continuare a sostenere la domanda per le classi di asset rifugio sicuro, mantenendo i prezzi dell’oro alti e il dollaro USA forte rispetto al dollaro australiano e il rand sudafricano dato che gli investitori comprano titoli del Tesoro degli Stati Uniti.

Questo dà peso alla nostra stima di aumento sulle metriche di credito e sulle previsioni in un prezzo dell’oro intorno ai 1,200 $. I prossimi mesi saranno probabilmente difficili per i mercati dell’oro e valute dato gli effetti Brexit che si materializzano. I profili di credito di AngloGold Ashanti rimangono ben posizionati per ospitare qualsiasi volatilità in questo periodo data la loro liquidità e le forti metriche di credito.

Segnaliamo un portafoglio molto interessante. Il Portafoglio di materie prima Domino Oil, dedicato solo a società che si occupano di materie prime. Per saperne di più, cliccate su Domino Oil.

Disclosure
Io non sono posizionato su nessuna società segnalata in questo articolo. Sono posizionato long su un ETF leva 1 basato sullo spot dell’Oro.

Investire in dividendi, le migliori societa per ogni settore (parte 2)

Dopo una prima parte in cui sono state esaminate 5 azioni di 5 differenti settori di produzione, continua la rassegna dei titoli che, nel loro settore di appartenenza, offrono i migliori dividendi, dando la possibilità di realizzare una redditizia strategia a basso rischio anche in questo periodo di incertezza economica.

Settore chimico: Exxon Mobil (XOM)
Exxon Mobil (XOM), con una capitalizzazione di ben 378 miliardi, vanta un settore chimico tra i maggiori al mondo, oltre ad essere il più grande operatore nella raffinazione e nella commercializzazione a livello internazionale di prodotti petroliferi. Queste caratteristiche rendono quasi scontata una crescita degli utili decennale in periodi di mercato “normali”, con il pagamento di dividendi superiori rispetto all’anno precedente da ben 34 anni di fila, così da rientrare nella ristretta cerchia dei dividendi aristocratici.
La lunga e gloriosa storia della società e il raggiungimento di dimensioni di mercato imponenti non sono però stati sufficienti per restare immuni al crollo del prezzo del petrolio sotto i 30$ al barile, subendo un dimezzamento dei profitti e un pesante calo del prezzo del titolo che da un massimo di circa 105$ era finito a 71$ ad inizio anno.

La capacità di ridurre nettamente le spese in conto capitale, grazie al taglio di tutte le spese superflue, ha permesso di aumentare lo stesso il dividendo del 2,7%. Questa testimonianza di forza finanziaria, in aggiunta ad interessanti progetti in fase di sviluppo che una volta messi in atto miglioreranno la stabilità dei flussi di cassa, lasciano intendere un futuro positivo per un titolo che in questo primo semestre del 2016 ha già recuperato più del 25% delle perdite.

Settore tecnologico: Microsoft (MSFT)
Il colosso da 395 milioni di capitalizzazione Microsoft (MSFT) non ha bisogno di particolari presentazioni, piuttosto occorre rendere noto il periodo non particolarmente tranquillo che sta attraversando, nella consapevolezza di come esistano lo stesso ampie prospettive di crescita.
Dall’abdicazione del fondatore Bill Gates, il nuovo amministratore delegato Satya Nadella ha dovuto affrontare delle sfide innovative che si ripresentano ciclicamente per ogni azienda tecnologica, al di là del suo ruolo di leader del mercato. L’ultima novità parla di uno sforzo nel trasformarsi rapidamente in una società che punta molto sul cloud-computing (in poche parole uno spazio di archiviazione personale accessibile in qualsiasi momento ed in ogni luogo, utilizzando semplicemente una qualunque connessione ad Internet) dato che questo genererà 20 miliardi di fatturato entro il 2018 (le rivali si sono già mosse in questo senso). Si tratta di un modello di vendita molto diverso da quello tradizionale ma inevitabile.

In tutto ciò, malgrado le difficoltà di alcuni segmenti come il Phone (-46% nelle vendite), il fatturato di 22 miliardi è cresciuto dell’1,7% e i flussi di cassa di 11 miliardi sono aumentati dell’11,48%.
Il dividendo erogato è di 1,44$ per azione.

Settore dei beni di largo consumo: J.M. Smucker Company (SJM)
J.M. Smucker (SJM) è una società impegnata a livello mondiale nella produzione e commercializzazione di prodotti alimentari di marca, attraverso i suoi tre principali segmenti operativi: beni di consumo (burro di arachidi, margarina e oli, succhi di frutta, latte in scatola, ecc.), alimenti per gli animali domestici e caffè.
Il suo portafoglio di marchi è forte e completo (si sta ampliando con l’aggiunta di prodotti biologici) e genera continui e crescenti redditi. Nel primo semestre 2016 la società ha beneficiato degli ottimi risultati del segmento del caffè (+9%) e di quello per gli animali domestici, presentando a bilancio un fatturato vicino ai 2 miliardi di dollari (ben il 25% in più rispetto all’anno scorso) e un utile netto di 191 milioni (dai -90 milioni precedenti, +311,5%).

Per quanto non si possa considerare il leader di un settore soggetto per natura ad alta competizione, con la possibilità di essere superati da imprese innovative, J.M. Smucker sta generando notevoli flussi di cassa con lo sfruttamento dei suoi marchi in ascesa (tra cui Folgers e Dunkin’ Donets per il caffè) e l’acquisizione di partner strategici (ad esempio Big Heart Pet Brands, produttore di cibo per cani e per gatti), tanto da diventare un’azienda che offre un dividendo di 2,68$ ad azione in crescita ininterrotta da almeno 10 anni.

Settore immobiliare: Simon Property Group (SPG)
Simon Property Group (SPG) è una società di investimento immobiliare (REIT) che appartiene al sotto-settore “retail”. Questa tipologia di azienda basa la propria redditività sull’affitto delle sue proprietà a favore dei negozianti. Talvolta capita anche che una retail REIT faccia l’operazione opposta, ovvero gestisca questi centri di vendita di proprietà altrui, ricevendo in cambio una percentuale dei loro ricavi.

Simon Property possiede (o è coinvolto) in 379 proprietà situate tra Stati Uniti, Europea ed Asia e date in affitto ai grandi centri commerciali posti solitamente in importanti aree metropolitane con elevata presenza di consumatori di un certo rango sociale. E’ proprio la dismissione dei centri che fornivano introiti insoddisfacenti ad aver permesso il raggiungimento di grandi risultati nel corso dell’ultimo anno, confermati dal +11,4% delle vendite e dal +6,76% dei flussi di cassa netti di questo primo trimestre 2016.
Il tasso di dividendo è del 3,09% che equivale a ben 6,40$ ad azione.

Settore industriale: General Electric (GE)
General Electric (GE), attraverso i suoi numerosi segmenti, realizza attrezzature industriali come turbine, motori di aerei, locomotive o attrezzi per generare energia, per l’automazione, per l’assistenza sanitaria. Inoltre offre servizi finanziari per il finanziamento di imprese.

La forza della società risiede nella creazione di un imponente valore immateriale in termini di marchio, brevetti, tecnologie, software utilizzati e relazioni di lungo periodo con i clienti. General Electric punta molto anche sui servizi post vendita, come la manutenzione delle proprie attrezzature, stipulando con i clienti contratti che si estendono per diversi anni (a seconda della durata del bene possono arrivare anche a 20 anni), garantendo una fonte di reddito permanente.

Il tasso di dividendo è del 3,01%, pari a 0,92$ per azione. Il fatturato del primo trimestre ha segnato un +6,7% rispetto a quello dell’anno precedente.

mercoledì 22 giugno 2016

Insider, alcune azioni acquistate altre vendute da hedge fund

La maggior parte degli analisti di hedge fund progettano modelli finanziari, analizzano bilanci, fanno pesanti ricerche sui titoli, nonché discutono con i team di gestione della società quotata in borsa. Hanno accesso a molte più informazioni in modo che possano evitare di cadere nella trappola dell’insider trading.

Tuttavia, gli investitori su scala ridotta non possono avere il lusso di leggere tali ricerche o avere contatti importanti all’interno della società, incontri privati con i team di gestione di alcune società, in modo da poter comprendere le metriche dell’insider nella loro scelta dei titoli e processo di analisi. Le azioni hanno un effetto maggiore delle parole, così la comunità degli investitori ha bisogno di prestare molta attenzione alle transazioni e si muove basandosi su queste. Gli addetti ai lavori acquistano azioni proprie soprattutto perché credono che tali azioni siano sottovalutate e nessuna parola potrebbe replicare lo stesso messaggio preciso come l’acquisto. Avendo questo in mente, diamo uno sguardo a diverse operazioni di insider buy notevoli registrate presso la SEC in settimana.

Una ricerca universitaria ha dimostrato che i buy insider storicamente hanno sovraperformato il mercato con una media di sette punti percentuali all’anno. Questo effetto è più pronunciato nelle small cap. Un’altra eccezione è se il titolo azionario scelto di bassa capitalizzazione sia presente in un hedge fund. La nostra ricerca ha dimostrato che imitando le 15 small cap più popolari tra i fondi hedge, queste hanno sovraperformato il mercato di quasi un punto percentuale al mese tra il 1999 e il 2012.

Cheniere Energy Inc. (NYSE:LNG) ha visto il suo appena nominato Amministratore Delegato e Presidente acquistare azioni all’inizio di questa settimana. Jack Fusco ha acquistato un blocco di 14.116 azioni e un altro di 14.115 azioni Mercoledì a prezzi che variano dai 32,90 ai 33,01 dollari per azione, quest’ultimo blocco attraverso la Fusco Energy Investments LLP che attualmente detiene 36.496 azioni.

Dopo i recenti acquisti, Jack Fusco detiene attualmente una quota di proprietà diretta di 272,878 azioni. Proprio di recente, il noto venditore allo scoperto Jim Chanos, fondatore di Kynikos Associates, ha presentato la sua tesi di laurea sull’esportatare gas naturale liquefatto (GNL) all’estero in occasione della conferenza alla Las Vegas, chiamando la società “ingegneria finanziaria impazzita”.

Tuttavia, gli analisti di Citigroup, che hanno un rating ‘Buy’ su Cheniere Energy Inc. (NYSE: GNL) e un obiettivo di prezzo di 47 dollari, dicono che ci siano due catalizzatori principali per l’azienda nel corso dei prossimi 18 mesi. Uno dei due catalizzatori è la nomina del Sig Fusco come amministratore delegato, mentre il secondo riguarda i contratti della società di vendere 84 carichi di GNL attraverso entro il 2018 del valore di 1,0 miliardo di fatturato lordo. Le azioni di Cheniere sono in calo dell’11% da inizio anno. Carl Icahn tramite la Icahn Capital LP possiede 32.68 milioni di azioni di Cheniere Energy Inc.

Vince Holding Corp (NYSE:VNCE). Il CEO ha recentemente fatto il primo acquisto di azioni Vince. Brendan L. Hoffman, CEO dall’ottobre 2015, ha acquistato una nuova quota di 30.000 azioni Martedì al prezzo di 5,28 dollari ciascuna. L’acquisto avviene poco dopo che la società di abbigliamento ha pubblicato i risultati finanziari per il primo trimestre dell’anno fiscale 2016 che si è concluso il 30 aprile, Vince Tenere Corp (NYSE: VNCE) ha registrato un fatturato netto di 67.65 milioni per i tre mesi che si sono conclusi il 30 aprile dai 59.84 milioni di dollari di euro registrati nello stesso periodo dell’anno precedente.

La diminuzione del margine lordo al 41,8% dal margine del 51,4% registrato lo scorso anno, così come un aumento del 24,0% delle vendite, spese generali e amministrative, hanno influenzato in modo significativo le stime societarie. Le azioni Vince salite dell’11% da inizio anno. Joel Ramin di West Capital Management ha acquistato una quota di 847.436 durante il primo trimestre del 2016.

Heartland Express (NASDAQ: HTLD) Larry J. Gordon, membro del board ha venduto 50.000 azioni e 45,934 azioni a prezzi che andavano da 17,54 a 17,93 dollari per azione. Dopo le recenti vendite, il signor Gordon continua a possedere 476,933 azioni.

Il vettore di materie prime ha visto il suo guadagno salire del 4% da inizio anno. Ai primi di maggio gli analisti di Wells Fargo hanno declassato Heartland espresso a ‘Underperform’, mentre gli analisti della società di investimento KeyBanc Capital Markets hanno declassato a sell. Il downgrade degli analisti di KeyBanc riflette la dinamica dei prezzi e relativa valutazione, ma la società di trasporti e della logistica continua a mostrare un cash flow favorevole e un bilancio sano.

Bristol-Myers Squibb (NYSE: BMY), una società con attività di insider trading sul lato degli acquisti in questi ultimi anni, ha visto un aumento di vendita privilegiate negli ultimi mesi. John E. Elicker, Senior Vice President di Affari Pubblici e Relazioni con gli investitori, ha venduto 11.820 azioni a prezzi che andavano da 72,64 e 72,74 dollari per azione, tagliando la sua partecipazione complessiva a 55,010 azioni.

L’azienda BioPharma ha visto le sue azioni salire del 4% dall’inizio del 2016. Gli analisti di Credit Suisse, che sono molto colpiti dal potenziale del mercato immuno-oncologia, considerano Bristol-Myers Squibb Co (NYSE: BMY) leader nel campo. La società è altamente diversificata e attualmente fornisce un rendimento annuale tramite dividendo del 2,12% o 1,52 dollari per azione.

Inoltre, l’azienda ha fornito agli azionisti un dividendo per più di 300 trimestri consecutivi e ha aumentato il suo pagamento annuale del dividendo da 2009. Ken Griffin di Cittadella Advisors LLC è proprietario di 5,02 milioni di azioni di Bristol-Myers Squibb Co (NYSE: BMY).

Energy Recovery Inc. (NASDAQ: ERII) Hans Peter Michelet del Consiglio di Amministrazione dall’agosto del 1995 ha venduto due blocchi di 75.000 azioni ciascuno il ad un prezzo medio ponderato di 9,14 dollari per azione. Dopo le recenti vendite, Michelet detiene attualmente 150.000 azioni. Il fornitore di soluzioni energetiche verso i mercati dei flussi di fluidi industriali era stato scambiato sotto o intorno ai 3 dollari bel po di tempo fino ad ottobre 2015, quando la società con sede in California ha vinto un contratto di 15 anni dalla società di giacimento Schlumberger Limited (NYSE: SLB) per la sua VorTeq, un sistema di pompaggio idraulico.

L’affare, di circa 125 milioni di dollari, fornisce diritti esclusivi per fornire sistemi di pompaggio idraulico ai servizi petroliferi Behemoth. Le azioni sono cresciute di ujn impressionante 243% negli ultimi 12 mesi e hanno guadagnato il 26% nel solo 2016.

martedì 21 giugno 2016

Investire in dividendi, le migliori società per ogni settore (parte 1)

Da diverso tempo stiamo insistendo sulla possibilità di generare reddito sfruttando i dividendi forniti da società a grande capitalizzazione. Questo perché investire in dividendi, differenziando nei vari settori, può diventare uno strumento per cogliere dei guadagni certi senza vivere le preoccupazioni di periodi di crescita globale stabile come quello attuale (in cui vanno ad inserirsi anche i timori per l’esito del referendum britannico per l’uscita dall’Unione Europea), che comportano una lettura del futuro complessa e uno stress non da poco. Detto ciò resta comunque possibile realizzare dei gain sul prezzo del titolo anche in questi periodi storici.

Mettere in atto una strategia sui dividendi non è un qualcosa di automatico che si limita all’analisi del singolo dato (i dollari per azione distribuiti), infatti occorre il rispetto di diversi requisiti per avere la certezza di non subire la sorpresa di un taglio addirittura della sospensione dei dividendi, che ovviamente per aziende consolidate è meno probabile ma non impossibile. Sono necessari un tasso di distribuzione degli utili (a loro volta in crescita) adeguato e una costante disponibilità di flussi di cassa.

Settore energetico: Enterprise Products Partners (EPD)
Enterprise Products Partners (EPD) è una società petrolifera che opera nel segmento midstream, occupandosi dello stoccaggio e del trasporto di petrolio greggio e gas naturale alle raffinerie e di altri prodotti raffinati alle società che poi si occuperanno del trasporto al consumatore finale.

E’ una master limited partnership (MLP), una particolare tipologia di società in accomandita semplice quotata in borsa con l’obbligo di pagare ai suoi investitori, attraverso distribuzioni trimestrali, circa il 90% del reddito generato, motivo per cui i dividendi sono solitamente molto generosi.

Questa società, trattandosi di un distributore del prodotto che basa le sue entrate sul ricevimento dei canoni fissati per contratto per l’erogazione del servizio, è poco legata ai prezzi delle materie prime, ma non ne è completamente immune visto che le aziende a monte potrebbero tagliare l’estrazione (come in effetti è avvenuto).

L’aspetto più positivo di Enterprise Products Partners è che malgrado un fatturato che non decolla come invece prospettavano gli stessi analisti, l’azienda ha generato ben 1,1 miliardi di flussi di cassa distribuibili, così da poter aumentare il dividendo erogato. Tutto ciò è stato realizzato grazie alla crescita delle nuove attività e agli interessanti rendimenti che hanno portato le recenti acquisizioni, tra cui gli oleodotti e i gasdotti del Texas. Se si considera anche che in tutto il 2016 sono previsti 2,8 miliardi di spese per progetti di crescita, ne va da sé la possibilità che tali risultati saranno migliorati.

Settore delle utilities: NextEra Energy (NEE)
NextEra Energy (NEE) è una società leader nella produzione di energia pulita.
L’azienda possiede due principali controllate operative:: Florida Power & Light Company (FPL), impegnata principalmente nella generazione, trasmissione, distribuzione e vendita di energia elettrica erogata a più di 4,8 milioni di clienti in Florida e NextEra Energy Resources, produttrice di energia elettrica da fonti pulite e rinnovabili.

Le imprese dell’utilities, essendo società che subiscono una severa regolamentazione e che ricevono il diritto di esclusiva per l’erogazione dei loro servizi solo addebitando ai consumatori tariffe prestabilite, generano per natura flussi di cassa regolari. NextEra però ha ampie prospettive di crescita (superiori ai rivali) dovute alla sua attenzione al rinnovabile tale da possedere il più ampio numero di impianti eolici e solari della nazione.

Questo insieme di fattori ha convinto la direzione a proporre una crescita dei dividendi, attualmente di 3,8$ per azione, del 12-14% entro il 2018, realizzabile attraverso l’aumento della distribuzione degli utili dal 55 al 65%. Il +30,82% dei flussi di cassa (arrivati a circa 1,5 miliardi) di questo primo trimestre 2016 lascia intendere come ci sia concrete possibilità che la promessa sarà mantenuta.

Settore sanitario: Becton Dickinson and Co (BDX)
Becton Dickinson (BDX) è uno dei maggiori produttori al mondo di aghi, siringhe ed altri dispositivi chirurgici utilizzati negli ospedali e negli studi dei medici.
Si tratta di prodotti progettati per essere usa e getta che devono essere costantemente sostituiti, generando continui flussi di cassa crescenti (3 miliardi di fatturato nel secondo trimestre, +50% rispetto allo scorso anno).

Oltre al segmento di base da cui derivano oltre metà dei ricavi annui, il BD Medical, dove vengono realizzati i prodotti chirurgici appena descritti, Becton Dickinson gestisce i segmenti BD Diagnostics e BD Biosciences. Il dividendo di 2,64$ per azione è cresciuto del 30% negli ultimi 3 anni, rendendo questa società molto interessante in un settore ampio come il sanitario dove esistono sotto-categorie come il biotech con ampie prospettive di crescita, ma ad altrettanto elevato rischio.

Settore finanziario: Wells Fargo & Company (WFC)
Wells Fargo (WFC) è una multinazionale che offre servizi finanziari di vario genere, su tutti attività bancaria, mutui e prestiti, investimenti in fondi e assicurazioni.
Con una capitalizzazione di 238 miliardi di dollari, si caratterizza principalmente per il suo essere una società difensiva che la rende abbastanza estranea a quella ricerca del profitto tipica degli istituti di credito che comporta una grossa esposizione al rischio. Per questo motivo non è stata particolarmente colpita dalla crisi immobiliare del 2008 e non desta preoccupazione la sua attuale esposizione al settore energetico di 40,7 miliardi (che è solo l’1,9% dei prestiti totali concessi).

Tra gli altri punti di forza restano la raccolta di depositi e la capacità quasi unica di mantenere ottime relazioni con i clienti che hanno accesso a finanziamenti a basso costo, sottoscritti solo dopo aver dimostrato la loro assoluta solidità economica.
Wells Fargo non registra una perdita annuale da più di mezzo secolo e questo trend viene confermato già nel primo trimestre 2016 chiuso con un aumento del fatturato del 4% rispetto all’anno precedente. Il dividendo è giunto a 1,52$ per azione, una crescita continua supportata dall’incremento dei flussi di cassa e molto apprezzata da Warren Buffett che detiene 23 miliardi di dollari nel titolo (il secondo titolo per valore del suo portafoglio).

Settore del consumo al dettaglio: Starbucks (SBUX)
A proposito dell’attività di Starbucks (SBUX) c’è poco da dover spiegare: è una catena di locali che servono caffè (oltre a una varietà di bevande e prodotti alimentari freschi). Quel che va invece specificato è la leadership raggiunta in un settore ad alta concorrenza.
Lo sviluppo del marchio ha permesso di penetrare i mercati di tutto il mondo (dalla Cina all’India, dal Giappone al Brasile), di rafforzare i canali di vendita alternativi (VIA, K-Cups, ed altri beni di consumo confezionati) e di sostenere offerte innovative.

Il vantaggio competitivo è tale da stabilire dei prezzi sui prodotti con ampi margini di profitto, senza perdere la fedeltà dei clienti che potrebbero restare attratti dalle offerte dei rivali. Sia nel primo che nel secondo trimestre del 2016 le vendite riportate dai vari negozi sono cresciute notevolmente (+8% e +6%), convincendo la società ad aprire a breve altri 1.800 store. Sino ad ora i dividendi erogati sono stati generosi e costantemente in aumento e se i progetti pianificati si concretizzeranno non c’è alcun motivo per invertire questa tendenza.

lunedì 20 giugno 2016

Analisi Tecnica: Parabolic SAR e suo utilizzo

Il Parabolic SAR è un indicatore molto utilizzato dai trader nell’analisi tecnica per determinare la direzione del prezzo del titolo e il momento in cui c’è un’alta probabilità che si verifichi un’inversione di tendenza. SAR infatti è l’acronimo di “stop and reverse”. Viene usato sin dal 1978, anno in cui è stato sviluppato da Welles Wilder (tra le altre cose creatore dell’RSI). La sua notorietà è dovuta all’estrema facilità con la quale è possibile impostare una strategia basata sulla sua lettura e alla sua enorme efficacia in alcune condizioni di mercato.

Il metodo di calcolo è piuttosto complicato, perciò passerò direttamente all’interpretazione dell’indicatore che è ciò che realmente interessa se si ha come obiettivo riuscire ad anticipare i mercati. La peculiarità del SAR, che graficamente corrisponde ad una serie di puntini, è che “segue il prezzo” stando costantemente al di sotto di esso quando c’è un trend di crescita e al di sopra quando la tendenza è discendente.

La rottura del prezzo dello strumento finanziario al rialzo o al ribasso da parte dell’indicatore è il segnale di un’inversione del trend. In questo modo il SAR funge da trailing stop, cioè da ordine di arresto per la chiusura delle posizioni lunghe o corte in essere, consentendo allo stesso tempo la protezione dei guadagni (in pratica fin quando il profitto si muove nella giusta direzione e non si sono presentate rotture è inutile vendere). Se ad esempio una tendenza al rialzo si inverte a favore dell’avvio di un trend ribassista, il SAR, che ricordiamo ha come caratteristica di base il “seguire il prezzo”, continuerà a ridursi (mai e poi mai aumenterà in questa circostanza) finché il ribasso si estende. Non appena si arresta la caduta dei prezzi, il SAR a sua volta si ferma (“stop”) e inverte (“reverse”) la sua direzione, segno che una tendenza rialzista si è ormai avviata.

Una seconda peculiarità del Parabolic SAR è che nella prima fase, ascendente o discendente, del trend si muove lentamente. Solo successivamente prenderà velocità e si avrà una definitiva accelerazione in linea con la tendenza. Questo sistema permette all’investitore che non è del tutto convinto dell’effettiva inversione, di osservarne lo sviluppo e la piena affermazione del nuovo trend. La ragione è che c’è un vero e proprio fattore di accelerazione, un moltiplicatore che influenza la variazione del SAR, stabilendone la sensibilità a variazioni del prezzo. Questo fattore viene deciso soggettivamente dal trader in base a quanti segnali di inversione desidera ricevere (più è basso, minore sarà la sensibilità al prezzo e più lontanamente dal prezzo si muove il SAR, rendendo meno probabile una rottura). Un fattore troppo alto rischia di dare troppi segnali, motivo per cui viene stabilito a priori un massimo.

Il pericolo principale del Parabolic SAR sono i numerosi falsi segnali che lo rendono inefficace in mercati instabili o in fase laterale.

Oltretutto il Parabolic SAR, ma questa è una regola valida per qualsiasi indicatore, va utilizzato in combinazione con altri oscillatori che prendono in considerazione ulteriori informazioni e che dunque possono confermare o meno il segnale prodotto. Ad esempio l’inversione dei punti da sotto a sopra il prezzo (trend che diventa negativo) è più forte quando il prezzo è scambiato al di sotto della media mobile a lungo termine, segno che i venditori hanno ormai preso il controllo e spingeranno il prezzo sempre più in basso.

Altri indicatori da usare simultaneamente al SAR sono l’indice direzionale medio (ADX), creato dallo stesso Wilder che ben conosceva i limiti del suo SAR in mercati privi di tendenze chiare, il MACD e lo stocastico.

Investire in materie prime: uranio, il nuovo el dorado ?

Tra le materie prime maggiormente sottovalutate in questi anni figura certamente l’uranio, elemento chimico che trova diverse applicazioni industriali, oltre alle meno nobili applicazioni militari come massa di reazione all’interno delle bombe atomiche. Si sa che l’economia è condizionata anche, se non soprattutto, da eventi esterni a quelli strettamente economici che modificano completamente i sentimenti di mercato. Ecco già spiegato come il disastro delle centrali nucleari (in cui l’uranio funge da alimentatore dei reattori) Fukushima nel 2011 abbia avuto ripercussioni impressionanti sul suo prezzo.
Quel che è di più difficile comprensione è come ancora oggi non ci sia stata un’inversione di tendenza, pur essendoci da tempo tutte le premesse necessarie.



La discussione sull’energia nucleare è sempre stata al centro dell’attenzione dell’intera opinione pubblica. In Italia è un tema caldo su cui i cittadini sono stati invitati più di una volta ad esprimere un’opinione. Sia nel referendum del 1987 per l’eliminazione delle poche centrali esistenti che in quello del 2011 per una loro reintroduzione, è stata schiacciante la volontà di restare privi di questa risorsa energetica.

Il mondo la pensa diversamente: prevalgono i vantaggi di avere una fonte di energia pulita ed economica in un contesto di cambiamenti climatici e di crescita globale statica.
Per questo motivo ben 65 sono già pronti per l’utilizzo e altri 500 sono stati pianificati o si trovano in fase di sviluppo (solo in Asia gli investimenti corrispondono a circa 800 miliardi di dollari). Lo stesso Giappone è attivo in questo campo, con alcuni dei suoi reattori che hanno già riavviato le loro operazioni.


Uno sviluppo che il mercato non ha ancora accolto: i tagli alla produzione dovuti alle attuali condizioni di prezzo troppo basso (da cui i produttori non trarrebbero alcun profitto) hanno creato una situazione in cui l’offerta è di gran lunga inferiore alla netta crescita della domanda. Ed è proprio da questa carenza delle forniture che ci sarà l’input per un aumento del prezzo, a prescindere dai sentimenti "extra-economici" negativi.

Come spesso accade in economia non si può mai sapere con certezza quando le previsioni si concretizzeranno. Allora proviamo a fidarci di chi ha già dimostrato di avere una certa capacità in tal senso: i miliardari. Loro stanno scommettendo a favore di una ripresa dell’uranio già nel corso di quest’anno, investendo ingenti quantità di dollari in società del settore, soprattutto quelle che operano nelle miniere situate in Canada e Kazakistan, i maggiori produttori della materia prima in assoluto.

Ad esempio il miliardario David Shaw, fondatore della società di investimento "The D.E. Shaw Group", il mese scorso ha acquistato 1,4 milioni di azioni Cameco (CCO). Altri imprenditori hanno puntato su aziende, come NexGen (NXE), che operano nel bacino canadese dell’Athabasca, le prime che sfrutteranno il trend al rialzo dei prezzi grazie all’altissima qualità dei suoi giacimenti.

Se tutto dovesse andare per il meglio, entro due anni il prezzo dell’uranio potrebbe raddoppiare, con gli analisti più ottimisti che parlano di 65$ per libbra.

Le large cap migliori da acquistare per lungo periodo

Gli indici americani continuano a corteggiare i massimi storici, prima o poi li sfonderanno e questo sarà indice di Toro per alcuni anni, in questa fase risulta conveniente, per chi desidera investire in azioni, acquistare larghe capitalizzazioni da tenere per un periodo medio lungo è un'ottima soluzione. Facendo uno screening tra le larghe capitalizzazioni, seguendo alcuni parametri fondamentali/tenici, abbiamo riscontrato alcune società che potrebbero essere molto interessanti sul timing proposto.

Non stiamo parlando solo di società ben note, alcune di queste potreste non averle sentite o seguite, altre invece sono dei veri e propri colossi conosciuti in tutto il mondo, large cap con management intelligenti. Gli investitori sono corsi ad acquistare queste grandi aziende, e in molti casi, le valutazioni hanno raggiunto livelli in cui è ragionevole supporre rendimenti buoni nel tempo, grazie alla discesa di prezzi di alcune di queste.

Cincinnati Financial Group (CINF)
Cincinnati Financial è impegnata nel campo assicurativo commerciale attraverso agenti assicurativi indipendenti in 39 stati. Opera in cinque segmenti: Commercial lines property casualty insurance, Personal lines property casualty insurance, Excess and surplus lines property casualty insurance e Life insurance and Investments.

La crescita dei ricavi è cresciuta rispetto alla media del settore del 14,4%. La crescita dei ricavi della società sembra aver contribuito a spinta a spingere l'utile per azione. Il debito-to-equity è molto basso, a 0,13, ed è attualmente inferiore a quello della media del settore, il che implica che vi è stato un grande successo nella gestione dei livelli di debito. La crescita dell'utile netto rispetto allo stesso trimestre di un anno fa, ha notevolmente superato quello dello S&P500 e il settore assicurativo. L'utile netto è aumentato del 46,9% rispetto allo stesso trimestre di uno anno fa, passando da 128,00 milioni a 188,00 milioni.



Darden restaurants (DRI)
Darden Restaurants attraverso le sue controllate, possiede e gestisce ristoranti full-service negli Stati Uniti e in Canada. A partire dall'8 luglio 2015 è proprietaria di circa 1.500 ristoranti sotto l'Olive Garden, Longhorn Steakhouse, Bahama Breeze, Seasons 52, The Capital Grille, Eddie V e altri. L'azienda è stata fondata nel 1968 e ha sede a Orlando, Florida.

Nonostante il suo fatturato sia in crescita, l'azienda ha sottoperformato rispetto alla media del settore dell'11,1%. Dal momento che nello stesso trimestre di un anno fa, i ricavi sono leggermente aumentati del 6,7%. Questa crescita dei ricavi comunque non è riuscita ad far elevare le stime di crescita. Il cash flow operativo netto è aumentato a 405,00 milioni o il 10,92% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno.



Leggett & Platt (LEG)
Leggett & Platt progetta e produce vari componenti e prodotti ingegneristici in tutto il mondo. La società opera attraverso quattro segmenti: Arredamento residenziali, prodotti commerciali, materiali industriali e prodotti specializzati. L'azienda vende i propri prodotti attraverso agenti e distributori. Leggett & Platt è stata fondata nel 1883 e ha sede a Carthage, Missouri.

La società ha migliorato gli utili per azione del 26,0% nel trimestre più recente rispetto allo stesso trimestre di un anno fa. L'azienda ha mostrato un profilo di guadagni positivi nel corso degli ultimi due anni. Riteniamo che questa tendenza dovrebbe continuare. Durante lo scorso anno fiscale ha aumentato le sue stime di guadagno a 2,27 dagli 1,55 dell'anno precedente. Quest'anno, il mercato si aspetta un miglioramento del risultato a 2,50 contro 2,27.

Il cash flow operativo netto è sensibilmente aumentato del 246,72% a 111,30 milioni rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. Inoltre la società ha anche ampiamente superato la media del settore del 155.52%.



Lockheed Martin Corporation (LMT)
Lockheed Martin Corporation è una società di sicurezza globale impegnata nella ricerca, progettazione, sviluppo, produzione, integrazione e mantenimento di sistemi di tecnologia avanzata. La società opera in quattro segmenti di business: Aeronautica, Sistemi Elettronici, Sistemi Informativi - Generali e Space Systems.

La crescita dei ricavi salita rispetto alla media del settore dello 0,5%. Dal momento che lo stesso trimestre di un anno fa i ricavi sono aumentati del 15,7%. La crescita dei ricavi non sembra aver però toccato le stime di crescita. Il rendimento attuale del capitale ha superato il suo ROE rispetto allo stesso trimestre di un anno prima. Questo è un chiaro segno di forza all'interno della società. Rispetto ad altre aziende del settore, il ritorno di Lockheed Martin supera in modo significativo sia il settore si la media dello S&P500.

Il cash flow operativo netto è sensibilmente aumentato del 63.32% a 1,563.00 milioni rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. Inoltre Lockheed Martin Corp ha anche ampiamente superato la media del settore del -0.71%. Durante lo scorso anno fiscale, Lockheed Martin CORP ha aumentato le sue stime a 11,46 rispetto a 11,21 dell'anno precedente. Quest'anno il mercato si aspetta un miglioramento a 11.85 rispetto a 11.46.