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venerdì 25 agosto 2017

EURUSD, il cambio analizzato in vari punti mentre attende Draghi/Yellen

Tutti i trader in questo momento sono in attesa dei discorsi di Draghi e Yellen dal Simposio di Jackson Hole a Kansas City. Da Draghi ci aspettiamo informazioni maggiori sulla tempistica dell’uscita dalla politica monetaria “soft” dell’Unione Europea. Ogni volta che i banchieri del G10 si incontra si scoprono sempre carte interessanti per capire come muoversi nel prossimo futuro, e il cambio EURUSD sarà uno dei più seguiti.

Il dollaro ha avuto il freno a mano tirato nel corso delle ultime due sessioni, in quanto gli investitori rievocano l’incertezza politica statunitense davanti agli importanti discorsi dei banchieri centrali – sia la Yellen della Fed che Draghi della BCE sono attesi nel pomeriggio – il presidente Trump ha minacciato Martedì sera troverà in ogni modo i fondi per garantire finanziamenti per un muro sul confine messicano ed ha addirittura sollevato dubbi su un nuovo accordo NAFTA.

Diamo uno sguardo su come si stanno muovendo alcuni punti chiave dell’economia in generale in attesa della chiusura del Simposio.

Il mercato azionario globale

Quasi tutte le piazze mondiali sono in sali e scendi da circa un mese, in Europa il DAX ha perso 500 punti in 30 giorni e in 60 giorni anche di più. Il Giappone è sceso al suo minimo di quattro mesi, trascinato anche dalle perdite statali e uno yen più forte. A Hong Kong, l’indice Hang Seng vive un periodo felice grazie ai settori finanziari e immobiliari che stanno aiutando il mercato a crescere.

Mentre in Cina, i titoli sono scesi nelle ultime due settimane in quanto China Unicom è crollato dopo il rally della settimana precedente in vista delle riforme sulle imprese statali che sembra non saranno prese in considerazione. Per quanto riguarda l’America invece, anche se la stagione degli utili è parsa buona e i dati economici risultano positivi, gli indici principali hanno lasciato sul terreno quasi un 2% in un mese.

DAX discesa agosto 2017, media mobile, Draghi, FED, BCE, Yellen, cambio EURUSD

La Brexit rende tutti più nervosi

I dati di questi giorni hanno mostrato che l’economia britannica ha rallentato e non ha registrato una crescita nel secondo trimestre – un segno che l’incertezza legata ai negoziati di Brexit e alle elezioni generali di giugno potrebbero aver pesato sui piani a lungo termine delle imprese.

La spesa in conto capitale da parte delle imprese è rimasta invariata rispetto al trimestre precedente, così come il corrispondente trimestre del 2016, iintorno ai 43.8 miliardi di sterline (circa 47 miliardi di Euro). I ministri britannici hanno suggerito che il Regno Unito cercherà un “accordo di transizione” per dare tempo alle imprese per adattarsi, ma i segnali sulla forma di un simile accordo hanno portato le aziende al limite.

Altri dati hanno mostrato che il PIL del Regno Unito nel secondo trimestra è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente, con un lieve miglioramento rispetto allo 0,2% registrato nel primo trimestre. È stato in linea con le aspettative e su base annua; L’economia britannica è cresciuta dell’1,2%. La spesa per le famiglie e quelle pubbliche hanno spinto l’espansione del secondo trimestre.

GBPEUR, braxit, economia inglese, theresa may

Il dollaro e la Yellen

L’euro ha esteso i suoi guadagni aiutato ieri dai dati che hanno mostrato le vendite negli Stati Uniti che hanno subito un forte calo nel mese di luglio e da un sondaggio provvisorio sul PMI e attività produttiva che ha battuto le aspettative. I miglioramenti nell’economia dell’eurozona, combinati con una maggiore incertezza politica sia negli Stati Uniti che nel Regno Unito, continueranno a sostenere GBPEUR verso la soglia psicologica degli 0,92.

Il discorso di Draghi a Jackson Hole è visto come un potenziale catalizzatore dei mercati in quanto definirà una volta per tutte quando il QE europeo avrà fine smettendo di sostenere la politica monetaria del vecchio continente. Nel frattempo i cambi delle valute fremono, la sterlina rimane sotto pressione persistente, guidato dalle preoccupazioni sulla Brexit, mentre USDJPY scambia in una gamma ristretta tra i 120 pip durante la conferenza settimanale di Jackson Hole. Ogni forza americana è stata contrastata da un rischio geopolitico, in quanto gli Stati Uniti e la Corea del Sud proseguono i loro movimenti verso una guerra evitabile.

La moneta cinese ha guadagnato circa il 4,1% quest’anno, sostenuta dalla guida della Banca Popolare della Cina (PBoC) e dai controlli sui flussi di capitale.

Nuovi tagli alla produzione di petrolio e tempeste in arrivo

I grandi produttori di petrolio lasciano aperta la porta per un possibile prolungamento dei tagli in vigore alla produzione. Lo segnala un comunicato del cartello dei Paesi che rende conto della riunione, avvenuta lunedì, del comitato di monitoraggio sull’applicazione dell’accordo raggiunto nel maggio di scorso di estendere i tagli di 1,8 milioni di barili al giorno per nove mesi.

I prezzi del petrolio nel frattempo sono costanti, mantenendo la maggior parte dei loro recenti guadagni dopo che un’altra caduta degli inventari americani hanno indicato un mercato più ristretto. I prezzi sono stati sotto pressione anche a causa della minaccia di una tempesta tropicale verso le strutture produttrici di petrolio nel Golfo del Messico.

La produzione di petrolio statunitense ha colpito i 9,53 milioni di barili la scorsa settimana, il dato più alto da luglio 2015 ed è più del 13% rispetto al loro ultimo massimo a metà del 2016. Nonostante i livelli di produzione elevati, i dati dell’EIA ieri ha mostrato che le scorte degli Stati Uniti sono scese la scorsa settimana e che anche le scorte di gas sono diminuite – quelle del petrolio sono diminuite di -3,3 milioni di barili nella settimana che scade il 18 agosto a +463,17 milioni di barili, in calo del -13,5% dai livelli record di marzo.

Scorte di petrolio americane

Obbligazioni

Le obbligazioni canadesi hanno chiuso una striscia di perdita dell’ultimo periodo, mentre i prezzi a reddito fisso sono aumentati in mezzo alla crescente incertezza sul futuro dell’accordo Nafta a seguito dei commenti di Trump. Il rendimento delle obbligazioni biennali canadesi è scedo di 2 bps a 1.259%, mentre i decennali di -4 bps più basso a +1.883%. Il reddito fisso canadese continua a sottovalutare i treasuries statunitensi in attesa delle condizioni di mercato estivo in corso sul mercato.

I prezzi del debito degli Stati Uniti continua tra l’altro a far parlare di se, poiché la retorica combattiva del presidente Trump questa settimana ha fatto pressione sui titoli azionari, alimentando la domanda di beni considerati un rifugio sicuro. La resa dei treasuries statunitensi decennali ora sono a +2,185%, in calo rispetto ai livelli pre-discorsi di martedì a +2,215%.

I Bund decennali tedeschi sono in questo momento a +0,38%, mentre quelli del Regno Unito sono aumentati a +1,074%.

lunedì 17 luglio 2017

EURUSD, a breve saremo pronti per uno short

Venerdì negli Stati Uniti sono stati resi noti dei dati economici piuttosto deboli, che hanno svolto il ruolo maggiore nel successivo andamento della coppia EURUSD, anche perché ci si sta cominciando a chiedere se la Federal Reserve sarà in grado di innalzare i tassi d’interesse senza alcun tipo di slancio dell’economia, e questo naturalmente non favorisce il rafforzamento del dollaro statunitense. Detto questo, il mercato continuerà a mostrarsi volatile e le prossime due sessioni saranno vitali per questa coppia.

Innanzitutto dobbiamo dire che la tendenza dell’EURUSD è ancora rialzista. Su base puramente tecnica, le posizioni lunghe sono visibili finché il tasso di cambio rimane sopra l’area 1.1140-1.1120. Se l’euro superasse il cambio 1.1500, allora possiamo aspettarci che l’avanzamento si estenda verso 1.1590 e 1.1820. Tuttavia, riteniamo che uno scenario più probabile sia una falsa interruzione a 1.1500 seguita da una correzione o un consolidamento seguito da un moderato ritracciamento. Gli obiettivi sono 1.1300 – 1.1215.

La resistenza a 1.1500 è molto forte. È il limite superiore di un intervallo di trading degli ultimi 2 anni e mezzo. L’Euro ha ripetutamente fallito la rottura di questa resistenza. Inoltre, una divergenza ribassista Dell’RSI sembra essere formata su un grafico quotidiano, in realtà è molto vicino a rompersi al di sotto della propria linea di tendenza inclinata verso l’alto dal 20 giugno 2017.

Long term

Lloyds ha pubblicato una sua analisi per gli investitori. Nella relazione, la banca britannica scrive che calo del dollaro combinato con una performance di dati economici generalmente migliorati, ha supportato il cambio EURUSD. Più di recente le elezioni francesi hanno giocato un ruolo importante portando l’Euro fino agli attuali 1.14. Lloyds ritiene che qualsiasi ulteriore upside della coppia sarà probabilmente limitata dal fatto che ci può essere almeno un aumento dei tassi statunitensi prima della fine dell’anno.

La banca britannica ritiene inoltre che il lato negativo della coppia dovrebbe rimanere limitato se il recupero dell’Eurozona dovesse avere un tono più agguerrito o no dalla BCE mentre ci spostiamo verso la seconda metà dell’anno. Il risultato di questa prospettiva consiste nel fatto che Lloyds stima che l’euro finisca l’anno intorno al 1.12, in quanto, a suo avviso, l’euro sottovalutato inizierebbe la sua ripresa verso il suo fair value contro il dollaro.

Nel complesso, riteniamo che i rischi siano leggermente ribaltati a favore dell’apprezzamento dell’euro, soprattutto se i dati economici dell’area dell’euro continueranno a sorprendere come hanno fatto negli ultimi mesi. Prevediamo che EURUSD finisca l’anno intorno al 1.12. E’ probabile che un aumento sostenuto dell’inflazione “core” dell’area dell’euro fornisca segnali di ripresa economica e un rallentamento degli spread dei tassi di interesse spingendo l’euro verso gli 1.20.

Conclusioni

Ricordate il 2014, tutti parlavano di “PIGS”, la fine di Portogallo, Italia, Grecia e Spagna. Questi paesi sono tra i più indebitati nell’area dell’euro. Le loro banche sono tra le più sconvolgenti e la BCE ha ripetutamente trovato significative perdite di capitale – in particolare in Grecia. La situazione rimane tesa. Un modo per misurare lo stress della banca dell’area dell’euro è quello di esaminare la diffusione tra l’indice di rendimento finanziario PSI e l’indice dei servizi finanziari Prime Xetra.

 Un modo per misurare lo stress della banca dell'area dell'euro è quello di esaminare la diffusione tra l'indice di rendimento finanziario PSI e l'indice dei servizi finanziari Prime Xetra

Il risultato misura sostanzialmente la salute delle banche portoghesi rispetto alla salute di quelle tedesche. Come si può vedere dal grafico sopra, la diffusione è ancora molto bassa, questo indica che le banche in Germania sono in uno stato migliore rispetto alle loro omologhe portoghesi. Inoltre, notiamo la correlazione con lo spread EURUSD – ora c’è una chiara divergenza ribassista. Per inciso, una divergenza simile è stata presente alla metà del 2016 e alla fine ha portato al deprezzamento dell’euro.

Siamo sempre alla ricerca di opportunità per vendere l’euro quando si avvicina al livello 1.1500. La coppia EURUSD è una scelta ovvia, ma si potrebbe anche vendere l’euro contro altre valute – in particolare il dollaro australiano. Gli obiettivi sono 1.1300-1.1290, 1.1215-1.1200 e 1.1120 e 1.0900.

martedì 23 agosto 2016

EURUSD, il dollaro continua ad indebolirsi in attesa della Fed

Sono giorni ormai che il dollaro americano acquista debolezza nei confronti delle altre valute. Persino la sterlina è riuscita a guardare un +0.3%. Questo è dovuto al fatto che il mercato torna a concentrarsi sulla Federal Reserve e la lenta prospettiva per il rialzo dei tassi di interesse in un contesto di incertezza per la crescita economica mondiale, spingendo il rialzo dell’oro e dei titoli di stato. Intanto l’azionario dei mercati emergenti e le loro valute toccano i massimi di luglio 2015.

Le incertezze sulla decisione della Fed sono aumentate dopo il minute sul rapporto di lavoro migliore di quanto previsto all’inizio del mese, per poi subire un contraccolpo sul rapporto di vendite al dettaglio deludenti e alcuni commenti di alcuni presidenti regionali della Fed che richiedono a gran voce un’innalzamento dei tassi in tempi brevi.

Il mercato azionario mondiale è in salita negli ultimi quattro giorni sull’ottimismo che le banche centrali di Londra e Tokyo manterranno altro lo stimolo di politica monetaria.

Tuttavia è lecito dare un occhio a cosa è avvenuto negli ultimi giorni, il 12 agosto le probabilità la Fed alzasse i tassi di 50-75 punti base erano rispettivamente nel mese di settembre, novembre e dicembre, del ​​16%, 17,5% e 36,8%, secondo un sondaggio di Bloomberg. Ora, dopo alcuni dati robusti e commenti che sostengono la linea dura, come quelli di Fischer e Dudley, due terzi della troika della Fed (ricordiamo che la Yellen parlerà alla fine della settimana al Confab Jackson Hole) hanno spinto le percentuali verso l’alto con probabilità aumentate al 26%, 30,1%, e 41,9%.

I commenti di Dudley potrebbero essere in realtà più vicini allo stato d’animo attuale del FOMC rispetto ai verbali che risalgono a circa un mese fa, dato che nel frattempo abbiamo assistito ad un ulteriore miglioramento del mercato del lavoro. C’è un precedente per la Fed nel mese di settembre durante un anno elettorale, ma non ci sono precedenti per un movimento di novembre. Uno dei pericoli nel permettere alle aspettative di essere eccessivamente dovish è che ogni tentativo di rialzo possa poi innescare un forte aumento dei tassi reali, minando la propensione al rischio. Con molta probabilità la Fed vuole evitare questo scenario, almeno fino a quando avrà intenzione di agire entro la fine dell’anno.

Il tasso di interesse a 2 anni US-Germania si è allargato a 136 bp da un minimo di 125 bp in precedenza nel mese di agosto. Le medie mobili 100 e 200 giorni convergono a 130 bp. Nella nostra esperienza, i differenziali di tasso spesso portano il movimento della valuta. A causa dei differenziali dei tassi di interesse (e tassi swap), diventa costoso coprire gli investimenti denominati in dollari per gli investitori giapponesi e altri. In effetti, il rapporto TIC (Treasury International Capital) ha mostrato che la Cina e Hong Kong hanno venduto 28 miliardi e 11 miliardi di titoli del Tesoro USA, rispettivamente, nel mese di giugno. Gli investitori giapponesi hanno venduto 13 miliardi.

La discesa del dollaro si è fatta sentire soprattutto a Tokyo dove il Nikkei la scorsa settimana è crollato e il cambio è arrivato a 100 yen per comprare un dollaro, dato assai sgradito alle autorità giapponesi alle prese con il calo dell’export (-14% negli ultimi 12 mesi) e dell’import (-24,7%). Il dollaro debole spinge invece al rialzo Hong Kong +1,6%, ai nuovi massimi dell’anno sotto la spinta degli ottimi profitti del colosso tech Tencent, e i listini cinesi.

sabato 15 dicembre 2012

EURUSD a 1.31, quale sarà la prossima fermata ? 1.35 o 1.25 ?

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La coppia EUR/USD ha guadagnato in questi giorni 100 pips da 1.3065 raggiungendo quota 1.3175, livello che non si vedeva da Maggio 2012, di preciso il 4 Maggio, chiudendo poi la sessione settimanale tra 1.3155 e 1.3165. Con questa settimana positiva, l'EUR/USD ha concluso 4 delle ultime settimana in territorio positive con 4 candele verdi su 5.

La coppia è salita nel pomeriggio con la borsa americana che ha faticato parecchio dopo le uscite di bernanke che si vede preoccupato per l'andamento della risoluzione del Fiscal Cliff e dell'econmia in generale nel 2013. Rompendo i livelli di resistenza a toccato il picco di 1.3175, raggiungendo tale livello ben due volte.

Il dollaro rimane sotto pressione in quanto la FED ha introdotto nuove misure di allentamenti Mercoledì:
La Fed manterrà i tassi di interesse vicini allo zero fino a quando il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti non scenderà al di sotto del 6.5%. Inoltre, vista la fine della Operazione Twist, la Fed allarga gli acquisti del QE3, ma c’è anche un’altra questione, ha sottolineato il governatore Bernanke, che minaccia la ripresa economica degli Stati Uniti: è il fiscal cliff. Gli effetti del fiscal cliff sarebbero estremamente dannosi alla ripresa dell’economia americana e la Fed, ha proseguito Bernanke, non ha gli strumenti necessari per arginarne gli effetti - ad esclusione di un "piccolo" potenziamento della misura degli acquisti.
L'analista di FXstreet.com, Richard Lee ha riferito in una conferenza stampa:
In definitva l'impegno della FED manterrà a bada la pressione sul dollaro, a medio termine, con le pressioni inflazionistiche che rimarranno al di sotto dell'obiettivo seguito dalla banca centrale intorno al 2% per almeno i prossimmi due trimestri.
Tuttavia, nonostante l'ulteriore allentamento da parte della FED e di alcuni sviluppi positivi in Europa all'inizio di questa settimana, la coppia EURUSD ha lottato parecchio per raggiungere questo livello in quanto gli investitori rimangono sempre concentrati sui colloqui del bilancio americano seguendo i progressi fatti finora, seppur pochi.

Nick Bennenbroek, responsabile della strategia valutaria alla Wells Fargo Bank (WFC):
Mentre siamo riluttanti ad adottare una visione più forte, in particolare con le condizioni dei sottili scambi che si verificheranno verso fine anno, ci aspettiamo ancora che i colloquio del bilancio americano possa essere catalizzatore della forza o debolezza del dollaro verso l'Euro.
Ma allora la coppia EUR/USD da che parte andrà ?

Senza una chiara condizione del fiscal cliff negli Stati Uniti è difficile fare previsioni, detto questo però non sembrano esserci le condizioni per un rialzo elevato verso 1.40 sul breve termine, anzi si denota una certa debolezza. Indipendentemente dai guadagni recenti, l'Euro potrà al massimo raggiungere quota 1.35 prima di riprendere il ribasso verso 1.20. Questo è quanto sostiene Fxstreet.com.

Dello stesso avviso sono gli analisti valutari di Bank of Tokyo Mitsubishi UFJ i quali vedono la coppia in condizione stabile almeno fino alla fine dell'anno e non ritengono un rialzo al di sopra di 1.35 per la primavera.

L'snalista di City Index, Ashraf Laidi si aspetta l'EUR/USD a 1.32 seguito poi da 1.34 per la fine dell'anno e sempre secondo Laidi, per la fine del primo trimestre del 2013 la coppia sarà intorno 1.40.

D'altro avviso invece il Senior Analyst K. Kirkegaard di Danske Bank. Secondo Kirkegaard il fiscal cliff verrà risolto con un taglio alle spese di circa 1020 miliardi di dollari, ben al di sopra di quanto si possa sperare, questo darà grande forza al dollaro che prenderà pips contro AUD,RUB, NOK e EUR.

La prossima settimana

Con tutta la confusione intorno allo Yen della settimana scorsa, alla fine i giapponesi sono riusciti a raggiungere le elezioni della camera, quindi gli investitori devono prestare molta attenzione alle elezioni di Domenica e in particolare alla coppia USD/JPY.

Kathy Lien di BK sottolinea:
Considerando che la maggior parte degli investitori si aspettano una vittoria di shinzo Abe ci potrebbere essere un forte rischio di una inversione di tendenza. In paratico invece che un abbassamento del valore dello Yen di potrebbe essere un forte rally se dovisse vincere Abe.
Sempre rispetto alla coppia USD/JPY Richard Lee di FXstreet.com dice:
Se Noda venisse rieletto a capo del paese, significherebbe come al solito una calo per la coppia USD/JPY tornando ad un tasso di cambio di 80. Se invece venisse eletto Abe ci aspettiamo un rally a 85 con un ritracciamento 1 83 che diventerebbe il nuovo supporto per il cambio.
Le informazioni e i dati sono ritenuti accurati, ma non ci sono garanzie. Domino Solutions non è un consulente d'investimento e non offre consigli specifici di investimento. Le informazioni qui contenute sono solo a scopo informativo

lunedì 26 novembre 2012

L'Euro continua a salire malgrado i fallimenti sugli accordi, lo Yen si consolida

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IL 71% DELLE POSIZIONI
CHIUSE IN GUADAGNO
HANNO SUPERATO IL 50% DI GAIN.

One Million Dollar Portfolio dal 2010 ad oggi +89.50%
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I funzionari europei non sono riusciti a raggiungere nessun accordo, ottenere i finanziamenti per la Grecia e concordare il nuo nuovo bilancio UE. Eppure l'Euro è salito fino al suo massimo di questo mese.
Naturalmente gli investitori non sono stati immobili al dato IFO sulla fiducia tedesca migliore delle attese per non parlare di quella francese, ma non hanno nemmeno chiuso gli occhi di fronte al flash del PMI rimasto sufficientemente debole segnalando una contrazione della locamotiva tedesca che questo trimestre si attesta allo 0,3%, cancellando completamente il guadagno del trimestra precedente dello 0,2, mentre l'economia francese si contrae di un 0,7%.

A dire il vero, sia l'affare greco sia il bilancio UE alla fine saranno risolti, con grandi ferite ma saranno risolti. Si consideri che il discorso di un riacquisto di obbligazioni per ridurre il debito (in mani al settore privato), ha scatenato un rally dei titoli di stato greci ai massimi dopo la ristrutturazione. E anche gli altri elementi, tra cui un trasferimento di utili della BCE sui titoli greci (distribuiti attraverso le banche centrali nazionali), e l'abbassamento dei tassi di interesse sugli attuali prestiti ufficiali non aiutareanno il debito che sarà ancora superiore al 120% nel 2020.

Clicca sull'immagine per ingrandirla


L'FMI ha riferito che un compromesso potrebbe essere un debito intorno al 124% del Pil, questo debito sarebbe sostenibile. Come abbiamo notato in precedenza, la capacità dell'Fmi di prevedere il PIL della Grecia significa che questi numeri sono tutt'altro che precisi; questi numeri sono in gran parte arbitrari. E' una danza macabra che si svolge perchè i funzionari devono farli sembrare credibili. In realtà, questo è il motivo per cui la Germania ha sostenuto che la cancellazione del debito ufficiale dovesse essere esclusa.

Anche se i colloqui continuano, i rapporti suggeriscono che è altamente improbabile che l'Unione europea possa raggiungere un accordo sul bilancio in questi giorni. Un terzo del bilancio dell'UE è destinato per le sovvenzioni agricole i quali destinatari, guidati dalla Francia (9,5 mld di euro nel 2014), sono restii a rinunciare. Circa la metà del bilancio è per la spesa in infrastrutture e anche in questo caso i maggiori beneficiari non sono propensi al "grande taglio". Una posizione negoziale viene dal Regno Unito che sembra sostenere tagli in ogni cosa, ma in cambio vorrebbe un aumento. La Danimarca ama la correzione britannica sostenendone la linea.

Il dollaro ha toccato anche gli 82.85 sullo YEN (JPY) avvicinandosi alla barriera degli 83 JPY. Si è, tuttavia, tenuto sopra gli 82 JPY per la seconda sessione consecutiva. Nei quattro giorni di questa settimana prima di oggi, lo yen ha perso circa l'1,4% nei confronti del dollaro e il 2,5% contro l'euro e quasi il 2% rispetto al dollaro australiano.

Il fattore chiave del declino dello yen è che l'LDP, sotto la guida di Abe, protrebbe dirigere il prossimo governo. Le sue posizioni aggressive in termini di politica monetaria sono di garantire che la BOJ esegua gli ordini del governo. Tuttavia, in una intervista oggi, ha suggerito un programma di 200 miliardi di JPY di lavori pubblici, che possono essere finanziate dal nuovo debito. Egli propone inoltre la rinuncia sull'attuazione della tassa di vendita al dettaglio (2014) per i quali vi è una clausola di opt-out relativa alla forza dell'economia.

D'altra parte, Abe ha indicato che è probabilmente meno interventista che il DPJ. Ricordiamo che il 31 ottobre 2011, il MOF ha autorizzato un massiccio intervento della BOJ, stimato in quasi 100 miliardi. Naturalmente, ci può essere meno necessità di un intervento secondo Abe.

Abe sarebbe disposto ad affrontare l'ira delle agenzie di rating. Detto questo, i rendimenti decennali dei JGB (Bond giapponesi) sono saliti dello 0,73%. Sono tra i migliori titoli di questa settimana, al di fuori di Italia e Spagna. Il Nikkei è salito questa settimana con un guadagno del 6%.

Le informazioni e i dati sono ritenuti accurati, ma non ci sono garanzie. Domino Solutions non è un consulente d'investimento e non offre consigli specifici di investimento. Le informazioni qui contenute sono solo a scopo informativo

giovedì 30 agosto 2012

La coppia EUR/USD si prepara per un brusco cambio di movimento.


One Million Dollar Portfolio dal 2010 ad oggi +91.61%
Stock Win Usa Portfolio dal 2010 ad oggi +125.77
Europa Vincente Portfolio dall'inizio del 2012 +23.11%


Ormai la tregua offerta dai giochi olimpici, che hanno offuscato gli incontri dei governi e l’andamento del mercato, è finita. Si torna alla realtà, si torna alla BCE di Draghi che lotta con la Germania e la Fed che domani potrebbe influire in due sensi sui mercati mondiali, Bernanke farà ciò che non si dovrebbe fare o immetterà la tanto amara liquidità nel mercato americano ? In tutto questo c’è di mezzo il cambio EUR/USD che per gli investitori in titoli americani sta diventando sempre più importante.

La Fed vorrebbe un cambio più debole (quindi più alto) favorendo così l’industria ma danneggiando la PMI, tuttavia la correlazione della coppia con le altre attività rimane tuttora incerta. Come potete visionare dal grafico qui sotto la correlazione tra la coppia EUR/USD, S&P 500 (VIX), Petrolio e Oro. Come potete vedere il VIX ha invertito bruscamente, è la quarta volta quest'anno. Tuttavia, tali cambiamenti di segno correlazione sono in genere molto brevi. Essi rivelano i rischi idiosincratici che interessano l'unità europea. Forniscono inoltre interessanti segnali di market timing, dato che generalmente la correlazione torna normale in breve tempo.



Solitamente per gli investitori significa due cose: o rompere l’attuale resistenza a 1.2590 con il rialzo degli indici azionari, o chiamarsi fuori verso il basso, una mossa che rinnova il rischio dovuto alla violenta correzione del VIX che in passato ha mostrato una caduta del cambio in questa situazione.

Qui ci sono due scenari probabili per il breve periodo:

La coppia EUR / USD spinge verso la resistenza 1.2582/94, potrebbe essere il momento di riconsiderare una strategia al "ritorno alla normalità. In altre parole, facendo in modo che l’attività della correlazione incrociata torni alla situazione di normalità senza altre correzioni.

Scenario 1: Un aumento dell'avversione al rischio potrebbe spingere ulteriormente verso il basso le azioni, il rallentamento dell'economia mondiale è confermato dall’Europa e Cina, con letture molto negative per le esportazioni e gli ordini. Di conseguenza, le prospettive degli EPS potrebbero essere riviste al ribasso Questo è un male per il mercato azionario che guiderebbe la coppia EUR / USD giù dato che il dollaro è ancora visto come una moneta di rifugio.

Scenario 2: I prezzi del petrolio dovrebbero fare altrettanto. La domanda globale di petrolio, secondo il rapporti di Agosto dell’OPEC, è rimasta pressoché invariata. Anche se l'OPEC ha ridotto la sua produzione giornaliera, secondo l'ultimo rapporto sta ancora fornendo più petrolio di quanto richiesto. Sempre il rapporto suggerisce che vi sia un reale potenziale che il Brent torni a 107 dollari in breve.

Le probabilità che il cambio EUR/USD torni a 1.27 nel breve periodo esistono. Sarebbero confermate dall’audace piano QE3 previsto dalla Fed, che avrebbe un impatto negativo sul dollaro.

Conclusione: Siamo favorevoli a credere che lo scenario 1 sia il più ipotizzabile, un rallentamento globale sembra ormai alle porte se non già in atto, i vari tentativi della BCE e della FED potranno dare ossigeno ma i deficit dei paesi sono troppo elevati, prima bisogna risolvere il problema della spesa pubblica e aiutare la crescita, in questo scenario vediamo una coppia EUR/USD in ripresa per poi cedere il passo al dollaro in quanto moneta difensiva.

Le informazioni e i dati sono ritenuti accurati, ma non ci sono garanzie. Domino Solutions non è un consulente d'investimento e non offre consigli specifici di investimento. Le informazioni qui contenute sono solo a scopo informativo

venerdì 27 aprile 2012

Valute: La pressione sull'Euro sta crescendo


One Million Dollar Portfolio dal 2010 ad oggi +79.11%
Stock Win Usa Portfolio dal 2010 ad oggi +128.20
Europa Vincente Portfolio dall'inizio del 2012 +15.50%


Aprile sta per finire e l'Euro di trova sotto pressione a causa di nuovi fattori fondamentali che spingono al ribasso la valuta in maniera sempre più pronunciata. I fattori combinati sono abbastanza forti da spinger la moneta unica nella fascia inferiore del suo rating a 3 mesi, 1.30-1.34 (EUR/USD) verso il dollaro americano, dirigendola verso un obiettivo sul lungo termine ancora più basso, 1.20.

Non sarà facile per la moneta superare, nel corso delle prossime settimane e mesi avvenire, l'ostacolo del ribasso. A partire dai primi dati macroeconomici di lunedì dove il PMI (l'indici manifatturiero) si è presentato molto debole, più del previsto, a 46 punti al di sotto del consenso di 48.1. Si tratta di una insolita ma grave sconfitta perché il PMI è spinto sotto l'indice di sicurezza posto a 50 punti.



Questa debolezza inaspettata mostra un significativo indebolimento della lettura manifatturiera europea rispetto a quella degli Stati Uniti che invece tentenna ma continua a crescere. Come il grafico ci mostra la relativa debolezza europea si sta ora avvicinando ad un passo dai minimi di un anno fa.

Il secondo fattore è la lenta dissipazione dei fondi LTRO (Long Term Refinancing Operation) dalla BCE verso le banche e le loro controparti. LTRO è l'acronimo dell'ambizioso piano della BCE di erogare fondi ad almeno 800 banche dell'area Euro per migliorarne la liquidità.
Come funziona ? Ogni singolo giorno le banche europee fanno l’inventario della propria necessità o disponibilità si denaro su tutti i segmenti temporali. Ogni banca, ogni giorno, si chiede: di quanta liquidità dispongo/necessito a 1 giorno, 1 settimana, 1 mese, 3 mesi…20 anni ?
La risposta varia di giorno in giorno a seconda delle operazioni fatte dalla banca il giorno prima. Se la banca si accorge di avere necessità di denaro a 3 mesi (magari per averlo prestato ad un suo cliente) può andare a chiederlo sul mercato interbancario (cioè ad un altra banca) e lo pagherà un certo prezzo, ovvero un certo tasso di interesse.(applicherà al cliente quel tasso + uno spread, vi ricorda qualcosa?)
Viceversa se la stessa banca si accorge di avere disponibilità di denaro a un mese (ad esempio), andrà sul mercato ad offrirlo ad un certo tasso e ATTENZIONE quel tasso potrà essere più o meno alto a seconda della banca controparte, alle banche più “sicure” il denaro verrà offerto a un tasso basso, a quelle meno “sicure” ad un tasso più alto e…. a certe banche il denaro non verrà MAI prestato perché ritenute con un profilo di rischio superiore ai parametri massimi accettabili, in ogni caso sarà richiesta una garanzia per il prestito, il termine tecnico è COLLATERALE.
LTRO è simile a vari programmi della Fed come per esempio il QE. QE ha avuto un effetto significativo sull'indebolimento del dollaro, ma finora non c'è stato alcun impatto evidente sull'euro. In realtà, l'euro ha registrato un aumento dell'1% rispetto al dollaro sin dall'inizio del LTRO il 21 dicembre dello scorso anno.

Tuttavia LTRO non funziona esattamente nello stesso modo dei programmi della Fed QE. Nel caso di LTRO, le banche hanno prestato circa 500 miliardi di euro in nuovi prestiti netti in due tranches. Finora la maggior parte dei proventi dei prestiti sono effettivamente rimasti presso la BCE. Il grafico qui sotto mostra il saldo dei prestiti bancari overnight presso la banca centrale, e possiamo vedere due rapidi aumenti, uno subito dopo la prima tranche LTRO il 21 dicembre e la seconda subito dopo la seconda tranche il 28 febbraio. Questo sterilizzazione efficace spiega perché l'euro non è stato intaccato - i fondi presi in prestito dalle banche sono tornati di nuovo alla BCE. Tuttavia, ora possiamo vedere che i fondi vengano piazzati per essere utilizzati in calo da un massimo di 816 miliardi alla lettura più recente di 775 miliardi.



Il terzo fattore che può influenzare l'euro si è verificato durante il fine settimana, con l'elezione francese. Sembra sempre più probabile che lo sfidante Francois Hollande sarà il prossimo presidente della Francia. Il programma di Hollande è simile a quello di Francois Mitterrand, il presidente francese 1981-1995. Entrambi sono dello stesso partito politico, riluttanti ad accettare l'integrazione europea, abbracciare un ordine del giorno di un aumento dei programmi sociali e benefici.

La prima elezione di Mitterrand avvenne nel maggio 1981 e come prima risposta il franco francese ha cominciato a indebolirsi, quasi dimezzando in valore nei successivi 3 anni 3 anni e mezzo, prima con un picco superiore al 10% rispetto al dollaro per poi risalire. Ovviamente è difficile paragonare il periodo attuale con quello di trent'anni fa, ma il numero di analogie è sorprendente.

Questi tre fattori sono impostati per pesare sull'euro nel corso dei prossimi mesi, se non di più, e possiamo anche aspettarci un impatto di nuovi fattori in futuro. Per cominciare, l'euro è ancora molto sopravvalutato in termini di acquisto, del 5-15% circa, a seconda del metodo di calcolo. Con un metodo popolare, l'indice Big Mac, l'euro è sopravvalutato del 12%. Questo ci dice che a parità di condizioni, l'euro dovrebbe tendere a sminuire l'equilibrio verso la parità di potere d'acquisto.

Una ragione per cui la valuta è sopravvalutata (e spesso rimanere così) è la differenza dei tassi di interesse tra i due paesi. Nel caso dell'euro, a 5 anni i tassi di interesse sul continente sono circa lo 0,17% inferiore a 5 anni degli Stati Uniti. Sulla base di tassi di interesse non c'è motivo di comprare l'euro.

Un altro elemento di peso contro l'euro è il trucco della moneta. L'euro è la somma dei tassi di cambio dei 17 paesi che compongono la zona euro. Il notevole impegno che gli Stati membri hanno dimostrato nel mantenere intatta la zona euro in realtà funziona per sminuire l'euro. Se i paesi più deboli come la Grecia e il Portogallo escono, gli stati più forti come la Germania e la Francia rappresentano un pezzo più grande della torta euro, portando ad un apprezzamento della valuta. Il fatto che i paesi in difficoltà restano e continueranno a rimanere nel prossimo futuro, può solo servire a svalutare la moneta.

Alcuni osservatori del mercato hanno sostenuto che è a causa dei problemi in Europa che l'euro è forte. Anche se la logica del ragionamento è plausibile, non abbiamo visto questo effetto negli Stati Uniti durante la crisi finanziaria. Infatti il valore del dollaro è stato rangebound ed è praticamente lo stesso prezzo oggi come lo era alla fine del 2007 quando la Grande Recessione ha avuto inizio.

L'euro è stato in range piuttosto stretto per diversi mesi, aspettando fino a quando le forze di mercato hanno funzionano per spingere in una direzione o l'altra. Con questi eventi in Europa e i fattori descritti, sempre di più i costi della valuta stanno saltando fuori. Le forze sono ora sul punto che dovrebbero portare ad un test ed è possibile una rottura delle fasce più basse della valuta. L'euro è molto costoso, troppo.

Le informazioni e i dati sono ritenuti accurati, ma non ci sono garanzie. Domino Solutions non è un consulente d'investimento e non offre consigli specifici di investimento. Le informazioni qui contenute sono solo a scopo informativo

lunedì 9 gennaio 2012

Il dollaro è debole o forte?


One Million Dollar Portfolio dal 2010 ad oggi +65.96%
Stock Win Usa Portfolio dal 2010 ad oggi +95.64%
Europa Vincente Portfolio dall'inizio del 2012 +8.31%


Un nota tv finaziaria americana venerdì mattina ha discusso del valore del dollaro, il soggetto infatti era la forza del dollaro nei mercati mondiali. Un ospite importante ha sottolineato che l'America non ha avuto un dollaro forte a partire dalla metà degli anni 1980, quando gli accordi del Plaza* iniziarono a portarlo sempre più verso il basso. Io non sono d'accordo con questo, ma volevo far notare che il dollaro ora è forte (o debole) come lo era poco prima della recente crisi finanziaria. Il suo declino è iniziato prima e non era un risultato della politica di denaro della Fed per affrontare la crisi, ma è stata la crisi stessa e la ripresa molto lenta.

*Dal nome dell'hotel Plaza, a New York, dove il 22 settembre 1985 i ministri economici ed i governatori delle banche centrali dei paesi del Gruppo dei cinque posero le basi per un progressivo deprezzamento del corso del dollaro. L'azione concertata (che nel giro di pochi mesi ottenne i risultati sperati) si era resa necessaria per le difficoltà in cui si dibattevano le industrie statunitensi a causa della sopravvalutazione del dollaro.

Venerdì l'indice del dollaro più comunemente utilizzato, il DXY, ha raggiunto un altro picco importanto, 80 punti. Questo indice risale al marzo 1973 quando il valore di base è stato assegnato a 100. Così, da questa misura si può percepire che il dollaro ha perso il 20 per cento del suo valore in quasi 39 anni. Per rendere più facile il calcolo, ha perso lo 0,5% all'anno per 40 anni.



Dico questo perché la maggior parte delle persone sembrano credere che la perdita è stata molto maggiore di quella. I numeri di solito citati sono significativamente più grandi. Perché non andare fino agli inizi degli indici. Il DXY ha raggiunto un massimo di 164,72 nel febbraio del 1985, ci hanno pesanto poi gli accordi del Plaza a riportare il valore in basso. Rispetto a quel picco il dollaro ha perso circa metà del suo valore in quasi 27 anni. Il punto di partenza per il confronto fa un sacco di differenza, ovviamente.

Secondo Wikipedia il DXY è composto da solo sei valute con i seguenti pesi:

L'euro 58,6%
Yen Giapponese 12,6%
Sterlina britannica 11,9%
Dollaro canadese 9,1%
Franco Svizzero 4,2%
Corona svedese 3,6%

Dove si trova la Cina? Dove si trova il Messico? Lo scopo non è quello di suggerire che il dollaro è davvero più forte di quello che il DXY vuole mostrare. E 'ovvio che la sua recente "forza" ha portato in primo luogo dalla recente "debolezza" dell'Euro, dato il peso eccessivo dell'euro che l'Euro ha nell'indice.

Il dollaro in America è troppo forte per sostenere il tenore di vita della gente e troppo debole per stimolare una economia in recessione.

Posizione del dollaro sul breve

Il livello critico di 1.2800 ha funzione di supporto come lo è stato 1.30 a suo tempo, anche se la perdita questa volta del supporto indicato avrà conseguenze importanti tanto nel lungo periodo quanto nel breve. Ora la volatilità ha una sola direzione e cioè quella ribassista visto che durante i rialzi il mercato si muove in modo meno “nervoso” lasciando spazio a segnali tecnici che seguono il cammino del cross ed anticipano vagamente i pattern del mercato. Sotto a 1.2800 il nervosismo di medio-lungo periodo prenderà il sopravvento e le continue inversioni non lasceranno spazio a studi approfonditi degli indicatori tecnici sul grafico orario ed a 4 ore, come invece siamo abituati a fare.

Le informazioni e i dati sono ritenuti accurati, ma non ci sono garanzie. Domino Solutions non è un consulente d'investimento e non offre consigli specifici di investimento. Le informazioni qui contenute sono solo a scopo informativo

sabato 12 febbraio 2011

Occhi puntati sul recupero del Dollaro sul Euro e altre valute

EURUSD: Euro vulnerabile

L'Euro è alla ricerca delle prospettive di politica monetaria per guidare un'azione sui prezzi, con l'EURUSD ancora una volta, che mostra una correlazione significativa con il rendimento obbligazionario a due anni dei bond UE e USA. In assenza di eventi ad alto rischio sul calendario economico, i riflettori sono puntati su una serie di discorsi dei funzionari della Banca centrale Europea - tra cui il presidente Jean-Claude Trichet e il suo probabile successore, Axel Weber - con i mercati che continuano a cercare una chiara tendenza tra i messaggi contrastanti che emergono dalla banca centrale nelle ultime settimane.

La mancanza di chiarezza ha un senso e riflette una debolezza strutturale nella posizione della BCE, l'inflazione è ora stabile al di sopra del 2%, sostenendo l'aumenti dei tassi.

Le fessure dei vari stati membri riguardanti un ampliamento del fondo di salvataggio EFSF non sono inoltre utili aprendo la porta per una rinnovata vendita dell'Euro. La produzione industriale tedesca di Dicembre, i dati di bilancio, nonché la revisione finale del CPI tedesco di Gennaio sono rapporti mensili molto importanti da prendere in considerazione.

Strategia: attesa a breve






GBPUSD: Tutti gli occhi sulla Banca d'Inghilterra in attesa del rialzo dei tassi


Le aspettative della politica monetaria restano al centro dell'attenzione come il cambio GBPUSD, il quale continua a seguire a stretto contatto la differenza del rendimento del Tesoro tra Regno Unito e Stati Uniti. Questo pone i riflettori sulla Banca d'Inghilterra in quanto offre a Febbraio la tanto attesa decisione sul tasso di interesse. L'annuncio assume un significato particolare in quanto sarà basato su una previsione di inflazione aggiornata trimestralmente, con gli operatori economici interessati a raccogliere una certa chiarezza su come i politici sapranno conciliare la crescita dei prezzi piuttosto alti unito ad una economia inglese non in fase calante, i prossimi mesi saranno molto molto importanti.

Da parte loro, gli operatori sono posizionati "per una linea dura", infatti mentre il risultato complessivo del 2010 è stato migliore delle attese per la BOE (Bak of England), l'ultimo trimestre ha deluso le aspettative. Nel frattempo, il tasso annuo di inflazione si colloca ad un punto più alto degli ultimi 8 mesi, sfidando così la credibilità della banca centrale che continua a farsi portavoce di stabilità dei prezzi e promettendo che il CPI continuerà a marciare verso l'alto.

L'incontro avvenuto in questi giorni tra la BOE e la BCE a quanto pare ha aperto la porta per il rialzo della Sterlina, anche se con una certa propensione al rischio potrebbero mettere a repentaglio gli utili se dovesse ritornare sul mercato l'avversione al rischio.

Strategia: attesa a breve




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USDJPY: Yen segue il ribasso dell'Oro scommettendo sull'inflazione

Forse inaspettatamente, la forza dello Yen in questo momento sembra essere la sua correlazione inversa con il prezzo dell'oro. In realtà, questo ha un senso: un elemento fondamentale nel rally dell'oro negli ultimi mesi è stato il radicato timore di inflazione, con gli operatori che hanno scommesso sul metallo offrendo una buona riserva di valore se le principali banche centrali non dovessero essere in grado di invertire le politiche monetarie scatenando una rapida crescita dei prezzi.

Non sorprende, la stessa logica si è dimostrata favorevole allo yen giapponese, in cui la deflazione persistente ha pure attratto uno store-demand, la domanda di investimenti per l'Oro tuttavia si è inasprita nelle ultime settimane, con partecipazioni in ETF cadute verso il basso dal giugno 2008. L'opinione comune degli spostamenti verso la ripresa globale a favore di un lungo slog (in coppia con l'inflazione) piuttosto che un rimbalzo rapido promette debolezza per la valuta nipponica.

Strategia: In attesa di Long

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USDCAD: Il Canada minacciato dalle prospettive dei dati del lavoro americani

Una correlazione inversa tra la valuta USDCAD e lo S&P500 suggerisce che il dollaro canadese può trovarsi sulla difensiva mentre i mercati hanno la possibilità di digerire il rapporto sulla disoccupazione dei Venerdì. Il risultato ha prodotto una reazione moderatamente positiva, con Wall Street che è stata più attenta al calo di del tasso di disoccupazione (circa il 9%) piuttosto che sull'incremento deludente nei libri paga (36 mila contro 146 mila previsti). L'ottimismo può dissiparsi in fretta però e come risultato c'è un evidente declino nei confronti di un esodo di lavoratori scoraggiati dal mercato del lavoro. Infatti, la forza del tasso di partecipazione è sceso al livello più basso dal marzo 1984.

Il Loonie (dollaro canadese) è doppiamente vulnerabile e gli investitori dovrebbero considerare la sensibilità della moneta nei confronti del ciclo economico degli Stati Uniti. Il Canada invia oltre l'80% delle sue esportazioni verso il suo vicino meridionale, rendendo la salute del mercato del lavoro statunitense - e quindi quello del consumatore degli Stati Uniti - un ingrediente chiave nella performance del Paese.

Strategia: In attesa

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AUDUSD: Aspettative sui tassi e dati del lavoro dopo le dichiarazioni della RBA

Le prospettive per la politica monetaria rimangono sotto la lente di ingrandimento per il dollaro australiano, con la valuta AUDUSD che mantiene una correlazione significativa con il tasso della Credit Suisse sulle aspettative dei commercianti. I commercianti sono costretti a lottare con un paesaggio oscurato dopo la decisione della settimana scorsa della Reserve Bank of Australia (RBA).

I tassi di interesse sono ad un livello adeguato e ci resteranno ancora per qualche tempo. Lo ha dichiarato il n.1 della Reserve Bank of Australia Glenn Stevens nel corso di un´audizione alla Camera. Il costo del denaro in Australia al momento è al 4,75%. Non stiamo discutendo di un incremento dei tassi, l´attuale costo del denaro è adeguato al nostro outlook di medio termine, ha dichiarato Stevens.

I mercati attendono più chiarezza dalla RBA mentre l'occupazione a Gennaio ha fornito alcuni buoni indizi per il futuro. Si sono infatti aggiunti 17.500 posti di lavoro, un deciso miglioramento rispetto al mese precedente di 2.300, ma ancora livelli irrisori e ben al di sotto della media registrata nel 2010.

Strategia: attesa a breve


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NZDUSD: Dollaro neozelandese vulnerabile

Il sentimento del rischio è tornato alla ribalta sulla valuta neozelandese con i prezzi del dollaro che seguono a braccetto l'andamento del MSCI World Index Stock dopo l'ultimo annuncio programmatico della RBNZ la quale ha versato acqua fredda sulle aspettative di un imminente rialzo dei tassi di due settimane fa. Come col Canada, questo pone i riflettori sull'evoluzione del mercato americano a seguito della relazione sui posti di lavoro della scorsa settimana. Nel complesso, questo sembra favorire le perdite del "Kiwi", tra avversione al rischio su larga base, anche se una ripresa della crescita delle esportazioni cinesi possono offrire una tregua temporanea.

Strategia: in attesa



lunedì 21 giugno 2010

La Cina rivaluta lo yuan perché le conviene

La Banca centrale cinese ha annunciato Sabato sera che si procederà con la riforma del tasso di cambio e permetterà una valuta più flessibile, segnalando così la fine del blocco sulla flessibilità del dollaro USA.

Il People's Bank of China ha dichiarato che l'economia cinese si è raforzata dopo la crisi finanziaria mondiale e che era "opportuno procedere ulteriormente con la riforma" della moneta yuan. L'annuncio arriva una settimana prima che i leader mondiali si riuniscono in Canada per il G20. Un numero crescente di paesi ha chiesto alla Cina di lasciare che il renminbi (yuan) di apprezzi, includendo non solo gli Stati Uniti e varie nazioni europee, ma anche l'India, il Brasile e Singapore.

L'annuncio della Cina, fortemente richiesto dal luglio 2005, permetterà di iniziare la crescita del renminbi (yuan) contro il dollaro. Lo yuan, la moneta cinese, è salita questa mattina a 6,8015 nei confronti del dollaro, con un +0,2% rispetto alla chiusura di venerdì, arrivando ai massimi degli ultimi 21 mesi nei confronti della valuta americana.

La banca centrale cinese ha stabilito oggi il mid-point a 6,8275, ovvero il valore di riferimento entro il quale la moneta può muoversi, stesso valore di venerdì. La Banca centrale cinese deve lasciare che lo yuan si apprezzi un po' per accomodare le pressioni degli Usa, afferma Wang Haoyu, economista di First Capital Securities a Shenzhen, secondo il quale confermare il mid-point di venerdì significa che non ci sarà un rivoluzione, ma una crescita lenta e graduale.

La politica di Obama

Il presidente Obama ha cercato un renminbi più forte come uno dei suoi obiettivi fondamentali della politica estera. Questo perchè un renmibi più forte aiuterebbe le esportazioni rendendo quelle cinesi più costose e meno competitive nel mercato americano, incoraggiando i consumatori americani ad acquistare beni americani.

Ma allora perchè la Cina vuole una moneta più forte ?

Per la Cina il renminbi forte aumenterebbe il potere di acquisto dei propri consumatori e renderebbe i prodotti legati al petrolio meno costosi in quanto il petrolio è calcolato in dollari USA. Di fronte alla diffusione di agitazioni sindacali , in particolare nel settore automobilistico , il governo cinese ha iniziato a fare uno sforzo energico per migliorare il tenore di vita dei lavoratori dell'industria.

Secondo un articolo di Bloomberg, il segretario al Tesoro Usa , Tim Geithner ha sostenuto la decisione.

Questo è un passo importante, ma il test sarà "quanto" velocemente lasceranno apprezzare la moneta, ha detto Geithner in una dichiarazione oggi a Washington. attuare il prima possibile l'apprezzamento darebbe un contributo positivo, forte e equilibrato alla crescita globale.

Conclusioni

La Cina dà questo annuncio prima della riunione di Toronto, per evitare di essere sul banco degli imputati, con l’accusa di avere tenuto artificialmente basso il cambio della sua moneta per essere competitiva nell’export. Ed è anche vero che vuole dare una contentino a Obama, che protesta per l’invasione di merce cinese scadente a basso prezzo proprio in un periodo in cui negli Usa c’è molta disoccupazione e la concorrenza dà un particolare fastidio.

La rivalutazione della moneta domestica, lo yuan, riducendo il prezzo delle importazioni, costituite in larga misura da alimentari di base e fonti di energia, dovrebbe contribuire ad attenuare le richieste in corso. D’altra parte l’inflazione ha indotto molti cinesi dotati di mezzi economici a buttarsi sul mercato degli immobili. E ciò genera una pericolosa bolla di questo mercato. Insomma, la rivalutazione dello yuan è necessaria per combattere l’inflazione. Tale rivalutazione sino al livello di cambio giusto con il dollaro è di un buon 40%. E altrettanto con l'euro, ora a un livello con il dollaro di 1,2, il che rispecchia le condizioni di equilibrio fra le due aree economiche dell'euro zona e degli Usa. Ma la Cina non aumenterà del 40% il valore della sua moneta. Ciò sarebbe sconvolgente per le sue esportazioni. La rivalutazione sarà attorno al 10%.

La trappola

Ma c’è una trappola, in cui i cinesi con le loro vendite a basso costo si sono ficcati. Per tenere basso il cambio, le banche cinesi hanno comperato una enorme quantità di titoli del debito pubblico americani e di obbligazioni di compagnie degli Usa. E adesso la Cina ha circa 2.200 miliardi di dollari. Rivalutando lo yuan del 10%, questi dollari, detenuti dalle banche, perdono, sul mercato interno, il 10% del loro valore. La vendita di merci cinesi a basso costo, quindi, continuerà, anche se sarà minore di prima. Ma le nostre imprese potranno vendere di più. Il mercato ha le sue leggi, anche con i Paesi ex comunisti.

Per maggiori informazioni vi invitiamo a scrivere a giuseppe@dominosolutions.it

Fonte Seekingalpha