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mercoledì 17 aprile 2019

La coppia EUR/USD da sei mesi al palo, possibile 1.15 in arrivo

La coppia EUR/USD continua a mostrare segni di ripresa dal recente minimo di 1.1176, e ora sta spingendo forte verso il consolidamento degli 1.13. Penso che il cambio stia cercando una base solida, una certa stabilizzazione, prima di rompere la EMA a 200, posizionata sugli 1.1453, il cross dovrebbe puntare poi al massimo di 1.1570 di gennaio.

In primo luogo è importante notare che l'Euro sta attualmente offrendo un carry negativo; in altre parole, il differenziale del tasso di interesse è negativo se confrontato con le altre principali valute. Acquistare una valuta importante come il dollaro americano per acquistare euro è attualmente una proposta perdente se misurata esclusivamente sul rendimento (non sul prezzo).



Il dollaro USA è sceso la settimana scorsa a fronte di un miglioramento del sentiment del mercato, ma poi ha mutato il trend e ha recuperato terreno dal momento che i prezzi azionari sono passati al ribasso. Un tono cauto sembra dominare mentre continuano i colloqui commerciali tra Cina e Stati Uniti e tra le nuove minacce del presidente degli Stati Uniti Trump di imporre tariffe sui beni europei.

Gli svantaggi di un Euro forte

Export penalizzato
A soffrire più di tutti da un rafforzamento della moneta è sicuramente l'export. Per lo stesso motivo per cui comprare all'estero diventa più conveniente, vendere all'estero è più oneroso, o almeno verso i mercati Usa e chiunque paghi in dollari.

Utili a rischio
Una flessione dell'export, per un Paese esportatore come il nostro rischia di penalizzare la nostra economia. Nell'area euro, secondo un rapporto di Morgan Stanley, una crescita del 10% del valore della moneta comporta una flessione degli utili del 5-8%

L'inflazione non si scongela
Un altro pericolo non indifferente riguarda i prezzi. L'inflazione è ancora lontana dai livelli auspicati dalla Bce, e l'euro forte rischia di non aiutarne la risalita.



I macroeconomici che spingono l'Euro forte

Segnali di stabilizzazione economica in Cina e un buon inizio della stagione degli utili societari negli Stati Uniti hanno spinto la domanda di asset più rischiosi, lasciando il dollaro nella peggiore performance settimanale contro l'euro in quattro settimane.

Le esportazioni cinesi sono rimbalzate a marzo, ma le importazioni si sono ridotte per il quarto mese consecutivo e ad un ritmo più netto, dipingendo un quadro misto dell'economia mentre i colloqui commerciali con gli Stati Uniti hanno raggiunto il loro endgame. Gli investitori sperano in segnali di ripresa economica in Cina per arginare le preoccupazioni sul rallentamento della crescita globale dopo che il Fondo monetario internazionale ha declassato per la terza volta le sue prospettive mondiali del 2019.

I sondaggi effettuati in Cina per marzo avevano fornito alcuni spiragli di speranza sul fatto che la domanda stava migliorando in patria e all'estero, suggerendo che le misure di stimolo del governo stessero iniziando a prendere piede. Tuttavia, un alto funzionario della Casa Bianca ha detto oggi che la parte statunitense non è "ancora soddisfatta" di tutte le questioni che ostacolano la guerra commerciale USA-Cina.

Dove può arrivare lo spot EURUSD e cosa c'entra l'oro

Mentre il differenziale netto di rendimento si è attenuato recentemente, è chiaramente migliorato in modo significativo dal novembre 2018. In particolare, l'euro sembra meglio posizionato al rialzo oggi che a settembre 2018, quando EURUSD flirtava con il livello di 1,18. È mia opinione difficilmente quest'anno il cambio raggiunga di nuovo 1.18.

Sembra probabile un livello di 1.15 nel breve-medio termine; una salita a questo livello creerebbe abbastanza liquidità per l'euro per poi tornare indietro nel lungo termine.

È anche importante notare che l'oro, lentamente, si è spinto verso l'alto recentemente, che è inversamente correlato al dollaro. Dato che l'euro è considerato una delle principali valute "alternative" globali rispetto al dollaro USA, l'euro si muoverà solitamente con una correlazione positiva con il prezzo dell'oro.

Se il dollaro scende, inviando il prezzo dell'oro verso l'alto, questo di solito spingerà l'euro al rialzo parallelo all'oro.

Detto questo, dobbiamo tener conto anche del mercato americano, quasi ai livelli massimi, se a Maggio non si verificherà il "sell in May and go away", allora è probabile un ritracciamento dello spot di nuovo in area 1.13.

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giovedì 21 dicembre 2017

EURUSD, la riforma delle tasse in America e l'impatto sulle valute

Si è parlato tantissimo della riforma fiscale di Trump, il suo cavallo di battaglio, insieme all’abrogazione dell’Obamacare e il muro messicano, della sua campagna elettorale. Una riforma storica. Dopo 30 anni cambia il sistema fiscale americano. Costerà 1.500 mld. I tagli alle aliquote per imprese e famiglie (ad alto reddito).

La riforma fiscale alla fine è passata e il presidente Donald Trump, insieme a tutti i repubblicani esultano, pronti a incassare la prima (e finora unica) vittoria legislativa del loro mandato. Con un voto arrivato qualche giorno fa, la riforma ha superato lo scoglio decisivo del Senato e ora, dopo lievi modifiche tecniche e il via libera della camera scivola sulla scrivania di Trump allo Studio Ovale, per la firma definitiva sicuramente prima di Natale.

Ma come impatterà questa riforma, oltre che sugli utili delle corporate, sulle valute mondiali. I trade di valuta estera stavano diventando molto ansiosi in Asia in mezzo a mercati assottigliati dalle festività con scarso slancio, ma per fortuna ci sono state alcune novità per affondare i denti nella notte. Il dollaro si è rafforzato rispetto alla maggior parte delle valute, sostenuto da robusti dati sugli alloggi degli Stati Uniti e da una curva del Tesoro USA più accentuata, con rendimenti decennali in rialzo al 2,47%.

I trader di valute continuano a pensare che l’urto economico sarà piccolo mentre aumentano le chiacchiere che i mercati probabilmente hanno sovrastimato sull’impatto dei flussi di rimpatrio delle tasse. I mercati azionari sono rimasti invariati in modo indifferente durante la maggior parte della sessione. Non c’è dubbio che un verso fine anno stia prendendo piede mentre i tipici compratori sono rimasti assenti, probabilmente diffidenti sull’assumere nuove posizioni prima delle ferie. Ma senza dubbio, l’atmosfera intorno alla riforma fiscale rimane estremamente positiva per i mercati azionari.

Riforma fiscale americana e impatto su EURUSD

Il cambio Euro/Dollaro americano ha testato il livello di 1,1850 stimolato dai rapporti secondo cui la Germania invaderà i mercati con il debito sul lungo periodo l’anno prossimo. Ma i falchi dell’Unione europea hanno preso il volo col presidente della Bundesbank Jens Weidmann, che ha detto ai giornalisti che una conclusione più rapida degli acquisti di asset e una data di scadenza comunicata sarebbe stato più ragionevole. E il membro del Consiglio direttivo Jozef Makuch ha detto ai giornalisti che le discussioni si stanno spostando sempre più dall’acquisto di asset all’eventuale utilizzo futuro dei tassi di interesse per regolare l’economia.

Con Draghi che continua a mostrarsi accomodante, è chiaro che le divergenze interne della BCE saranno più evidenti nel 2018 e dovrebbero dare supporto all’euro. Questo resoconto mutevole spiega la disconnessione tra le manovre USDJPY e EURUSD durante gli ultimi giorni.

Sullo sfondo rimane il dibattito se la BCE fosse così accomodante come ritiene il mercato. I mercati monetari dell’Eurozona stanno diventando più aspri ed è facile razionalizzare che l’economia europea stia superando i limiti quando quella americana era seduta sulla bomba dei rialzi della Fed quando ha iniziato a normalizzarsi. Strutturalmente l’euro dovrebbe muoversi verso l’alto.

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Riforma fiscale americana e impatto sullo Yen

L’USDJPY è uscito allo scoperto salendo da 112,55 a 113,06, prima che gli utili delle società in questi giorni portassero i prezzi a 112,89. L’aumento dei rendimenti dei Treasury statunitensi ha rafforzato la coppia. L’azione sui prezzi si è svolta come previsto con gli orsi verso il dollaro che eliminano l’aumento dovuto al taglio delle tasse ma forse in modo meno aggressivo, come previsto dopo che i Treasuries a 10 anni si sono avvicinati al livello fondamentale del 2,5%. Ma nel complesso, la politica della “moneta facile” della Fed e il timore di una scarsa crescita economica anche con la riforma fiscale ha dato spunto agli orsi di restare a guardare intorno ai 113.25 in cerca di svanire qualsiasi tipo di salita.

Il mercato è ruotato attorno alla riunione della BoJ. L’USD è stato il principale motore del momentum USDJPY; anche con le scommesse al ribasso del dollaro erano in rialzo, è difficile razionalizzare il trade della coppia. L’economia giapponese continua a lottare con l’inflazione malgrado tutto il rumor intorno alla curva dei rendimenti, è improbabile che la BoJ cambierà virata in qualsiasi momento, il che significa che la lo Yen rimarrò sempre più debole.

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Riforma fiscale americana e impatto sul dollaro asutraliano

La Reserve Bank of Australia (Rba), come ampiamente previsto, ha lasciato invariati i tassi d’interesse ai minimi storici dell’1,50%. Secondo il board dell’istituto centrale, che ha ripetuto quanto dichiarato già in occasione dei precedenti meeting, il mantenimento è coerente con la crescita sostenibile dell’economia dell’Australia e con il raggiungimento nel tempo dei target d’inflazione. Su questi livelli, non si può pensare che il mercato immobiliare, a suo tempo origine del problema, si raffreddi a breve. Inoltre, i mercati nutrono forti aspettative sul fatto che i tassi rimangano fermi almeno fino al 2019.

Le condizioni economiche sembrano però disomogenee. Inflazione e crescita delle retribuzioni basse impediscono un rialzo del tasso nel prossimo futuro e ciò malgrado le previsioni della banca centrale australiana. Il governatore della RBA ha detto che i livelli d’indebitamento sono elevati. Segnaliamo che, dal 2009, il livello del debito australiano è salito dal 15% al 45% del PIL.

L’AUD si sta indebolendo contro il dollaro e probabilmente continuerà a farlo. La RBA imiterà verosimilmente le altre principali banche centrali e non guiderà la transizione verso la normalizzazione della politica monetaria. Ecco perché crediamo che l’aussie possa indebolirsi ancora un po’ nel medio termine.

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venerdì 25 agosto 2017

EURUSD, il cambio analizzato in vari punti mentre attende Draghi/Yellen

Tutti i trader in questo momento sono in attesa dei discorsi di Draghi e Yellen dal Simposio di Jackson Hole a Kansas City. Da Draghi ci aspettiamo informazioni maggiori sulla tempistica dell’uscita dalla politica monetaria “soft” dell’Unione Europea. Ogni volta che i banchieri del G10 si incontra si scoprono sempre carte interessanti per capire come muoversi nel prossimo futuro, e il cambio EURUSD sarà uno dei più seguiti.

Il dollaro ha avuto il freno a mano tirato nel corso delle ultime due sessioni, in quanto gli investitori rievocano l’incertezza politica statunitense davanti agli importanti discorsi dei banchieri centrali – sia la Yellen della Fed che Draghi della BCE sono attesi nel pomeriggio – il presidente Trump ha minacciato Martedì sera troverà in ogni modo i fondi per garantire finanziamenti per un muro sul confine messicano ed ha addirittura sollevato dubbi su un nuovo accordo NAFTA.

Diamo uno sguardo su come si stanno muovendo alcuni punti chiave dell’economia in generale in attesa della chiusura del Simposio.

Il mercato azionario globale

Quasi tutte le piazze mondiali sono in sali e scendi da circa un mese, in Europa il DAX ha perso 500 punti in 30 giorni e in 60 giorni anche di più. Il Giappone è sceso al suo minimo di quattro mesi, trascinato anche dalle perdite statali e uno yen più forte. A Hong Kong, l’indice Hang Seng vive un periodo felice grazie ai settori finanziari e immobiliari che stanno aiutando il mercato a crescere.

Mentre in Cina, i titoli sono scesi nelle ultime due settimane in quanto China Unicom è crollato dopo il rally della settimana precedente in vista delle riforme sulle imprese statali che sembra non saranno prese in considerazione. Per quanto riguarda l’America invece, anche se la stagione degli utili è parsa buona e i dati economici risultano positivi, gli indici principali hanno lasciato sul terreno quasi un 2% in un mese.

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La Brexit rende tutti più nervosi

I dati di questi giorni hanno mostrato che l’economia britannica ha rallentato e non ha registrato una crescita nel secondo trimestre – un segno che l’incertezza legata ai negoziati di Brexit e alle elezioni generali di giugno potrebbero aver pesato sui piani a lungo termine delle imprese.

La spesa in conto capitale da parte delle imprese è rimasta invariata rispetto al trimestre precedente, così come il corrispondente trimestre del 2016, iintorno ai 43.8 miliardi di sterline (circa 47 miliardi di Euro). I ministri britannici hanno suggerito che il Regno Unito cercherà un “accordo di transizione” per dare tempo alle imprese per adattarsi, ma i segnali sulla forma di un simile accordo hanno portato le aziende al limite.

Altri dati hanno mostrato che il PIL del Regno Unito nel secondo trimestra è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente, con un lieve miglioramento rispetto allo 0,2% registrato nel primo trimestre. È stato in linea con le aspettative e su base annua; L’economia britannica è cresciuta dell’1,2%. La spesa per le famiglie e quelle pubbliche hanno spinto l’espansione del secondo trimestre.

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Il dollaro e la Yellen

L’euro ha esteso i suoi guadagni aiutato ieri dai dati che hanno mostrato le vendite negli Stati Uniti che hanno subito un forte calo nel mese di luglio e da un sondaggio provvisorio sul PMI e attività produttiva che ha battuto le aspettative. I miglioramenti nell’economia dell’eurozona, combinati con una maggiore incertezza politica sia negli Stati Uniti che nel Regno Unito, continueranno a sostenere GBPEUR verso la soglia psicologica degli 0,92.

Il discorso di Draghi a Jackson Hole è visto come un potenziale catalizzatore dei mercati in quanto definirà una volta per tutte quando il QE europeo avrà fine smettendo di sostenere la politica monetaria del vecchio continente. Nel frattempo i cambi delle valute fremono, la sterlina rimane sotto pressione persistente, guidato dalle preoccupazioni sulla Brexit, mentre USDJPY scambia in una gamma ristretta tra i 120 pip durante la conferenza settimanale di Jackson Hole. Ogni forza americana è stata contrastata da un rischio geopolitico, in quanto gli Stati Uniti e la Corea del Sud proseguono i loro movimenti verso una guerra evitabile.

La moneta cinese ha guadagnato circa il 4,1% quest’anno, sostenuta dalla guida della Banca Popolare della Cina (PBoC) e dai controlli sui flussi di capitale.

Nuovi tagli alla produzione di petrolio e tempeste in arrivo

I grandi produttori di petrolio lasciano aperta la porta per un possibile prolungamento dei tagli in vigore alla produzione. Lo segnala un comunicato del cartello dei Paesi che rende conto della riunione, avvenuta lunedì, del comitato di monitoraggio sull’applicazione dell’accordo raggiunto nel maggio di scorso di estendere i tagli di 1,8 milioni di barili al giorno per nove mesi.

I prezzi del petrolio nel frattempo sono costanti, mantenendo la maggior parte dei loro recenti guadagni dopo che un’altra caduta degli inventari americani hanno indicato un mercato più ristretto. I prezzi sono stati sotto pressione anche a causa della minaccia di una tempesta tropicale verso le strutture produttrici di petrolio nel Golfo del Messico.

La produzione di petrolio statunitense ha colpito i 9,53 milioni di barili la scorsa settimana, il dato più alto da luglio 2015 ed è più del 13% rispetto al loro ultimo massimo a metà del 2016. Nonostante i livelli di produzione elevati, i dati dell’EIA ieri ha mostrato che le scorte degli Stati Uniti sono scese la scorsa settimana e che anche le scorte di gas sono diminuite – quelle del petrolio sono diminuite di -3,3 milioni di barili nella settimana che scade il 18 agosto a +463,17 milioni di barili, in calo del -13,5% dai livelli record di marzo.

Scorte di petrolio americane

Obbligazioni

Le obbligazioni canadesi hanno chiuso una striscia di perdita dell’ultimo periodo, mentre i prezzi a reddito fisso sono aumentati in mezzo alla crescente incertezza sul futuro dell’accordo Nafta a seguito dei commenti di Trump. Il rendimento delle obbligazioni biennali canadesi è scedo di 2 bps a 1.259%, mentre i decennali di -4 bps più basso a +1.883%. Il reddito fisso canadese continua a sottovalutare i treasuries statunitensi in attesa delle condizioni di mercato estivo in corso sul mercato.

I prezzi del debito degli Stati Uniti continua tra l’altro a far parlare di se, poiché la retorica combattiva del presidente Trump questa settimana ha fatto pressione sui titoli azionari, alimentando la domanda di beni considerati un rifugio sicuro. La resa dei treasuries statunitensi decennali ora sono a +2,185%, in calo rispetto ai livelli pre-discorsi di martedì a +2,215%.

I Bund decennali tedeschi sono in questo momento a +0,38%, mentre quelli del Regno Unito sono aumentati a +1,074%.

lunedì 17 luglio 2017

EURUSD, a breve saremo pronti per uno short

Venerdì negli Stati Uniti sono stati resi noti dei dati economici piuttosto deboli, che hanno svolto il ruolo maggiore nel successivo andamento della coppia EURUSD, anche perché ci si sta cominciando a chiedere se la Federal Reserve sarà in grado di innalzare i tassi d’interesse senza alcun tipo di slancio dell’economia, e questo naturalmente non favorisce il rafforzamento del dollaro statunitense. Detto questo, il mercato continuerà a mostrarsi volatile e le prossime due sessioni saranno vitali per questa coppia.

Innanzitutto dobbiamo dire che la tendenza dell’EURUSD è ancora rialzista. Su base puramente tecnica, le posizioni lunghe sono visibili finché il tasso di cambio rimane sopra l’area 1.1140-1.1120. Se l’euro superasse il cambio 1.1500, allora possiamo aspettarci che l’avanzamento si estenda verso 1.1590 e 1.1820. Tuttavia, riteniamo che uno scenario più probabile sia una falsa interruzione a 1.1500 seguita da una correzione o un consolidamento seguito da un moderato ritracciamento. Gli obiettivi sono 1.1300 – 1.1215.

La resistenza a 1.1500 è molto forte. È il limite superiore di un intervallo di trading degli ultimi 2 anni e mezzo. L’Euro ha ripetutamente fallito la rottura di questa resistenza. Inoltre, una divergenza ribassista Dell’RSI sembra essere formata su un grafico quotidiano, in realtà è molto vicino a rompersi al di sotto della propria linea di tendenza inclinata verso l’alto dal 20 giugno 2017.

Long term

Lloyds ha pubblicato una sua analisi per gli investitori. Nella relazione, la banca britannica scrive che calo del dollaro combinato con una performance di dati economici generalmente migliorati, ha supportato il cambio EURUSD. Più di recente le elezioni francesi hanno giocato un ruolo importante portando l’Euro fino agli attuali 1.14. Lloyds ritiene che qualsiasi ulteriore upside della coppia sarà probabilmente limitata dal fatto che ci può essere almeno un aumento dei tassi statunitensi prima della fine dell’anno.

La banca britannica ritiene inoltre che il lato negativo della coppia dovrebbe rimanere limitato se il recupero dell’Eurozona dovesse avere un tono più agguerrito o no dalla BCE mentre ci spostiamo verso la seconda metà dell’anno. Il risultato di questa prospettiva consiste nel fatto che Lloyds stima che l’euro finisca l’anno intorno al 1.12, in quanto, a suo avviso, l’euro sottovalutato inizierebbe la sua ripresa verso il suo fair value contro il dollaro.

Nel complesso, riteniamo che i rischi siano leggermente ribaltati a favore dell’apprezzamento dell’euro, soprattutto se i dati economici dell’area dell’euro continueranno a sorprendere come hanno fatto negli ultimi mesi. Prevediamo che EURUSD finisca l’anno intorno al 1.12. E’ probabile che un aumento sostenuto dell’inflazione “core” dell’area dell’euro fornisca segnali di ripresa economica e un rallentamento degli spread dei tassi di interesse spingendo l’euro verso gli 1.20.

Conclusioni

Ricordate il 2014, tutti parlavano di “PIGS”, la fine di Portogallo, Italia, Grecia e Spagna. Questi paesi sono tra i più indebitati nell’area dell’euro. Le loro banche sono tra le più sconvolgenti e la BCE ha ripetutamente trovato significative perdite di capitale – in particolare in Grecia. La situazione rimane tesa. Un modo per misurare lo stress della banca dell’area dell’euro è quello di esaminare la diffusione tra l’indice di rendimento finanziario PSI e l’indice dei servizi finanziari Prime Xetra.

 Un modo per misurare lo stress della banca dell'area dell'euro è quello di esaminare la diffusione tra l'indice di rendimento finanziario PSI e l'indice dei servizi finanziari Prime Xetra

Il risultato misura sostanzialmente la salute delle banche portoghesi rispetto alla salute di quelle tedesche. Come si può vedere dal grafico sopra, la diffusione è ancora molto bassa, questo indica che le banche in Germania sono in uno stato migliore rispetto alle loro omologhe portoghesi. Inoltre, notiamo la correlazione con lo spread EURUSD – ora c’è una chiara divergenza ribassista. Per inciso, una divergenza simile è stata presente alla metà del 2016 e alla fine ha portato al deprezzamento dell’euro.

Siamo sempre alla ricerca di opportunità per vendere l’euro quando si avvicina al livello 1.1500. La coppia EURUSD è una scelta ovvia, ma si potrebbe anche vendere l’euro contro altre valute – in particolare il dollaro australiano. Gli obiettivi sono 1.1300-1.1290, 1.1215-1.1200 e 1.1120 e 1.0900.

martedì 7 marzo 2017

EURUSD previsioni, il dollaro recupera leggermente ma attende i tassi e vari macro

Nonostante la conferenza stampa di Trump al congresso e il PIL americano sopra le stime, l’EURUSD è cresciuto leggermente questa settimana senza però fornire dati su eventuali rafforzamenti del biglietto verde o un cambio di direzione. Attendiamo i tassi di interesse, storicamente, col rialzo dei tassi il dollaro dovrebbe rafforzarsi ulteriormente portandosi in area 1.04. La coppia ha tentato di crescere all’inizio dell’anno, ma i dati peggiori del previsto sugli ordini di fabbrica tedeschi di gennaio hanno interrotto la ripresa.

Secondo i dati ufficiali, i nuovi ordini nel settore manifatturiero sono scesi del 7,4% nell’ultimo mese, contro una crescita del 5,2% a Dicembre. La lettura annuale diventa così negativa a -0,8%, da un precedente positivo dell’8,0%. L’unione europea ha pubblicato i dati definitivi sul PIL dell’ultimo trimestre rimanendo invariato a 0,4% per il trimestre e all’1,7% su base annua, mentre negli Stati Uniti, c’è poco che può scatenare grandi movimenti, il paese rilascerà la sua bilancia commerciale e il dato sul credito al consumo nel pomeriggio.

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Il rischio delle elezioni europee

Noi siamo convinti che il rischio politico nei prossimi mesi, come anticipato, possa rimanere. Ma per ora con le aspettative dei tassi di interesse europei, l’EURUSD non mostra segnali di una lunga tendenza sul dollaro. C’è però il rovescio della medaglia, è difficile entusiasmarsi per l’euro, nonostante possano migliorare le tendenze macro e inflazionistiche, almeno fino a quando la BCE dichiari chiaramente un cambiamento nella sua politica. Ma dato l’equilibrio generale del rischio per l’Europa, non dovremmo aspettarci che il cambiamento avvenga in occasione della riunione della BCE di Giovedì.

Prima di tutto dobbiamo fare comunque una premessa, i partiti anti Euro, è bene precisarlo, non hanno vinto: l’Unione Europea non è guidata da leader contrari all’organizzazione sovranazionale. Semplicemente, il numero di consensi (e quindi di voti) ricevuti dai partiti contrari in primo luogo alla moneta unica è cresciuto esponenzialmente e, per gli europeisti (perciò quelli a favore della moneta unica), in maniera preoccupante. Ma a tutto questo potrebbe reagire il cambio?

Il cambio EURUSD ha raggiunto un massimo di 1,0640 negli ultimi giorni, testando i massimi stabiliti nelle scorse settimane, ma da allora è sceso fino a quota 1,0570 (oggi), in calo dello 0,37%. Il test fallito della resistenza ha avuto luogo prima di raggiungere un livello di ipercomprato, segno di debolezza interna che suggerisce inoltre una probabile vendita nel breve termine. Il primo supporto si trova a circa 1.0560. Su un calo al di sotto di questo livello, il prossimo supporto è a 1,0495, test stabilito il 22 febbraio a 1,0494.

Un calo al di sotto di questo supporto avrebbe darebbe il via ad una tendenza al ribasso toccando il livello dell’11 gennaio a 1,0454. Tale mossa potrebbe anche confermare la rottura del ritracciamento 61,8% all’inizio di gennaio dando il via ad ritracciamento verso i 1,0340. Al contrario invece potrebbe salire fino a 1.820.

Le previsioni rimangono ribassiste

Il dollaro è tornato di moda, in rally contro tutti i suoi principali rivali dato che l’incertezza politica pesa sulle valute europee. Le parole di Marine Le Pen, leader dei francesi di estrema destra del partito Front National, che ha promesso che se eletta, il suo partito avrebbe fatto uscire la Francia fuori dell’Unione europea, e avrebbe combattuto l’Islam radicale.

La notizia è arrivata dopo che il Presidente della BCE Draghi ha respinto le accuse degli Stati Uniti su una manipolazione della valuta, e ha aggiunto che la Banca centrale è pronta ad aumentare sia la dimensione sia la durata del suo programma di acquisto di obbligazioni se le prospettive di inflazione dovessero rimanere basse. Lunedì, la Merkel ha perso il primo posto nei sondaggi per la poltrona dei centro-sinistra socialdemocratici.

Tutte queste notizie, sommate ai macro segnalati in precedenza indicano previsioni ribassiste per il cambio nelle prossime settimane, ricordiamo che l’Olanda è alle urne il prossimo 15 marzo, mentre le presidenziali francesi ci sono in Aprile.

martedì 23 agosto 2016

EURUSD, il dollaro continua ad indebolirsi in attesa della Fed

Sono giorni ormai che il dollaro americano acquista debolezza nei confronti delle altre valute. Persino la sterlina è riuscita a guardare un +0.3%. Questo è dovuto al fatto che il mercato torna a concentrarsi sulla Federal Reserve e la lenta prospettiva per il rialzo dei tassi di interesse in un contesto di incertezza per la crescita economica mondiale, spingendo il rialzo dell’oro e dei titoli di stato. Intanto l’azionario dei mercati emergenti e le loro valute toccano i massimi di luglio 2015.

Le incertezze sulla decisione della Fed sono aumentate dopo il minute sul rapporto di lavoro migliore di quanto previsto all’inizio del mese, per poi subire un contraccolpo sul rapporto di vendite al dettaglio deludenti e alcuni commenti di alcuni presidenti regionali della Fed che richiedono a gran voce un’innalzamento dei tassi in tempi brevi.

Il mercato azionario mondiale è in salita negli ultimi quattro giorni sull’ottimismo che le banche centrali di Londra e Tokyo manterranno altro lo stimolo di politica monetaria.

Tuttavia è lecito dare un occhio a cosa è avvenuto negli ultimi giorni, il 12 agosto le probabilità la Fed alzasse i tassi di 50-75 punti base erano rispettivamente nel mese di settembre, novembre e dicembre, del ​​16%, 17,5% e 36,8%, secondo un sondaggio di Bloomberg. Ora, dopo alcuni dati robusti e commenti che sostengono la linea dura, come quelli di Fischer e Dudley, due terzi della troika della Fed (ricordiamo che la Yellen parlerà alla fine della settimana al Confab Jackson Hole) hanno spinto le percentuali verso l’alto con probabilità aumentate al 26%, 30,1%, e 41,9%.

I commenti di Dudley potrebbero essere in realtà più vicini allo stato d’animo attuale del FOMC rispetto ai verbali che risalgono a circa un mese fa, dato che nel frattempo abbiamo assistito ad un ulteriore miglioramento del mercato del lavoro. C’è un precedente per la Fed nel mese di settembre durante un anno elettorale, ma non ci sono precedenti per un movimento di novembre. Uno dei pericoli nel permettere alle aspettative di essere eccessivamente dovish è che ogni tentativo di rialzo possa poi innescare un forte aumento dei tassi reali, minando la propensione al rischio. Con molta probabilità la Fed vuole evitare questo scenario, almeno fino a quando avrà intenzione di agire entro la fine dell’anno.

Il tasso di interesse a 2 anni US-Germania si è allargato a 136 bp da un minimo di 125 bp in precedenza nel mese di agosto. Le medie mobili 100 e 200 giorni convergono a 130 bp. Nella nostra esperienza, i differenziali di tasso spesso portano il movimento della valuta. A causa dei differenziali dei tassi di interesse (e tassi swap), diventa costoso coprire gli investimenti denominati in dollari per gli investitori giapponesi e altri. In effetti, il rapporto TIC (Treasury International Capital) ha mostrato che la Cina e Hong Kong hanno venduto 28 miliardi e 11 miliardi di titoli del Tesoro USA, rispettivamente, nel mese di giugno. Gli investitori giapponesi hanno venduto 13 miliardi.

La discesa del dollaro si è fatta sentire soprattutto a Tokyo dove il Nikkei la scorsa settimana è crollato e il cambio è arrivato a 100 yen per comprare un dollaro, dato assai sgradito alle autorità giapponesi alle prese con il calo dell’export (-14% negli ultimi 12 mesi) e dell’import (-24,7%). Il dollaro debole spinge invece al rialzo Hong Kong +1,6%, ai nuovi massimi dell’anno sotto la spinta degli ottimi profitti del colosso tech Tencent, e i listini cinesi.

lunedì 11 marzo 2013

L'Euro dove andrà a finire con il divorzio tra Germania e Francia

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La Bce ha rivisto verso il basso le previsioni riguardanti la crescita economica dell'area Euro per il biennio ancora in corso: nel 2013 si attende un PIL tra il -0,9% e il -0,1%, mentre per il 2014 si auspica un valore tra crescita zero e più 2%. L'Euro sembrava riuscir a tenere gli 1.31 ma poi sono uscite le dichiarazioni di Mario draghi e il cambio è sceso fino a quasi 1.295 per poi chiudere vicino 1.30.
I dati disponibili hanno continuato a segnalare che la debolezza economica nell'area dell'euro si è estesa dall'inizio dell'anno, mentre sostanzialmente confermano segnali di stabilizzazione in una serie di indicatori, anche se a livelli bassi. Il risultato del PIL per il quarto trimestre del 2012 è stato debole, la seconda stima dell'Eurostat indica una contrazione dello 0,6% sul periodo del precedente trimestre. Il calo è stato in gran parte causato dalla domanda interna, ma riflette anche una debolezza delle esportazioni.
Draghi ha quindi sottolineato che un pacchetto di riforme, unito al consolidamento di bilancio in atto in Italia, è in grado di dare fiducia ai mercati.
E’ molto importante perché scenderebbero gli spread, si avrebbero tassi sui prestiti più bassi e quindi più crescita e più creazione di posti di lavoro. E’ questo il percorso
ha spiegato il presidente della Bce.

Il tasso di disoccupazione è salito oltre l'1% nel corso degli ultimi 12 mesi. Le vendite al dettaglio hanno registrato un impulso troppo lieve. La produzione industriale è scesa del 2,5% anno su anno. Gli indici PMI non hanno mai mostrato un valore al di sopra del 48,6, oltre il 50 significa crescita economica.

La maggior parte dei valori di produzione sono in prossimità del livello 45, indice di depressione. Gli unici punti luminosi sono gli indici dei sentiment, ma anche loro sono sotto la lettura dello scorso anno nello stesso periodo. E in ogni caso ogni indagine di sentiment europeo ha un peso pari all'1%, troppo poco. In Europa sembra che tutto stia andando a fuoco ma la gente sorride dicendo che non sono mai stati meglio.

Ma allora cosa potrebbe aiutare Draghi e l'Europa ? Quanto agli eventuali aiuti, il governatore della Bce ha ricordato che il programma Omt con cui l’Eurotower può aiutare gli Stati in difficoltà
c’è, ma la palla è nel campo dei governi e le condizioni le conosciamo. I mercati si sono calmati dopo un’iniziale preoccupazione dopo i risultati elettorali italiani, dopo un’iniziale eccitazione, ora sono tornati più o meno dove erano prima. Pensando al contagio abbiamo visto che il contagio ad altri Paesi stavolta è stato attutito, contrariamente a quanto sarebbe accaduto un anno un anno e mezzo fa. E questo è un altro segnale positivo.
Se l'Europa vuole aiutarsi deve preoccuparsi dell'inflazione, l'indice dei prezzi al consumo è sceso dello 0,8% negli ultimi 3 mesi. L'Europa sta combattendo la deflazione o almeno non l'inflazione. Nell'economia di oggi la deflazione è da evitare a tutti i costi. Basta chiedere a Ben Bernanke e siamo sicuri che Mario Draghi sarà pienamente d'accordo.

L'importante divorzio tra Francia e Germania

La storia infinita di una esagerazione tra la Germania e la Francia vive ancora oggi nel panorama paradossale dell'economia europea, una guerra politica feroce ed economica si è scatenata per l'allocazione del capitale. Il modello tedesco di esportazione su base economica è vista con invidia dai francesi e si rendono conto che le loro aziende non possono competere con i colossi tedeschi.

L'insistenza tedesca sull'austerità e un euro forte è in diretto contrasto con la cultura economica francese i quali hanno impiegato tutta la loro storia per aumentare la loro economia, la stampa e l'indebolimento del franco. Come risultato l'economia francese ne ha sofferto drammaticamente. Nel corso dell'ultimo anno la Germania e la Francia hanno camminato percorsi economici molto diversi.

Indice manifatturiero PMI degli ultimi due anni della Germania
Indice manifatturiero PMI degli ultimi due anni della Francia
Esportazioni ultimi due anni 2011-2013 della Germania
Esportazioni ultimi due anni 2011-2013 della Francia

Mentre le esportazioni nette medie della Germania sono più di 15 miliardi di euro al mese, la Francia è un importatore netto di circa 5 miliardi di euro al mese. Mentre l'economia tedesca si sta riprendendo bene con i servizi più recenti AMP ben al di sopra del 50, di preciso a 54,7, il numero di PMI manifatturiero della Francia sta rimbalzando intorno alla parte inferiore con una lettura depressiva del 43,9. I francesi non possono credere di aiutarsi aumentando il tasso di imposta sul reddito al 75% con il loro già alto tasso di imposta sulle società del 33% (la Germania è al 45% e 30% rispettivamente).

Fortunatamente per i francesi i tedeschi stanno perdendo di vista l'argomento dell'austerità che ha portato una massiccia instabilità nei paesi in cui è stato attuato con successo e l'euro forte sta esacerbando le esportazioni nella zona euro in generale. Ora è chiaro più che mai che l'austerità e la moneta forte non spmp la risposta che può risolvere i problemi della popolazione del vecchio continente.

Le recenti elezioni in Francia e in Italia sono state un voto diretto di sfiducia contro l'austerità e dovremmo aspettarci che i titoli di Stato che saranno emessi nei prossimi mesi in Europa serviranno ai governi a pagare programmi per la crescita, almeno speriamo, infrastrutture, energia alternativa e altri programmi di spesa.

Mario Draghi e i tedeschi sono stati messi con le spalle al muro acconsentendo ad un massiccio aumento della base monetaria presso la BCE. Non accadrà oggi e non accadrà domani, ma le elezioni del 22 settembre in Germania forniranno un sacco di opportunità per discutere la questione e ci verrà fornito un'altro importante tassello per capire in che direzione andrà l'Europa nel 2014.

Il valore dell'euro ha una solo strada da percorrere per ora, ed è verso il basso. La domanda è: quanto in basso.

Le informazioni e i dati sono ritenuti accurati, ma non ci sono garanzie. Domino Solutions non è un consulente d'investimento e non offre consigli specifici di investimento. Le informazioni qui contenute sono solo a scopo informativo

giovedì 30 agosto 2012

La coppia EUR/USD si prepara per un brusco cambio di movimento.


One Million Dollar Portfolio dal 2010 ad oggi +91.61%
Stock Win Usa Portfolio dal 2010 ad oggi +125.77
Europa Vincente Portfolio dall'inizio del 2012 +23.11%


Ormai la tregua offerta dai giochi olimpici, che hanno offuscato gli incontri dei governi e l’andamento del mercato, è finita. Si torna alla realtà, si torna alla BCE di Draghi che lotta con la Germania e la Fed che domani potrebbe influire in due sensi sui mercati mondiali, Bernanke farà ciò che non si dovrebbe fare o immetterà la tanto amara liquidità nel mercato americano ? In tutto questo c’è di mezzo il cambio EUR/USD che per gli investitori in titoli americani sta diventando sempre più importante.

La Fed vorrebbe un cambio più debole (quindi più alto) favorendo così l’industria ma danneggiando la PMI, tuttavia la correlazione della coppia con le altre attività rimane tuttora incerta. Come potete visionare dal grafico qui sotto la correlazione tra la coppia EUR/USD, S&P 500 (VIX), Petrolio e Oro. Come potete vedere il VIX ha invertito bruscamente, è la quarta volta quest'anno. Tuttavia, tali cambiamenti di segno correlazione sono in genere molto brevi. Essi rivelano i rischi idiosincratici che interessano l'unità europea. Forniscono inoltre interessanti segnali di market timing, dato che generalmente la correlazione torna normale in breve tempo.



Solitamente per gli investitori significa due cose: o rompere l’attuale resistenza a 1.2590 con il rialzo degli indici azionari, o chiamarsi fuori verso il basso, una mossa che rinnova il rischio dovuto alla violenta correzione del VIX che in passato ha mostrato una caduta del cambio in questa situazione.

Qui ci sono due scenari probabili per il breve periodo:

La coppia EUR / USD spinge verso la resistenza 1.2582/94, potrebbe essere il momento di riconsiderare una strategia al "ritorno alla normalità. In altre parole, facendo in modo che l’attività della correlazione incrociata torni alla situazione di normalità senza altre correzioni.

Scenario 1: Un aumento dell'avversione al rischio potrebbe spingere ulteriormente verso il basso le azioni, il rallentamento dell'economia mondiale è confermato dall’Europa e Cina, con letture molto negative per le esportazioni e gli ordini. Di conseguenza, le prospettive degli EPS potrebbero essere riviste al ribasso Questo è un male per il mercato azionario che guiderebbe la coppia EUR / USD giù dato che il dollaro è ancora visto come una moneta di rifugio.

Scenario 2: I prezzi del petrolio dovrebbero fare altrettanto. La domanda globale di petrolio, secondo il rapporti di Agosto dell’OPEC, è rimasta pressoché invariata. Anche se l'OPEC ha ridotto la sua produzione giornaliera, secondo l'ultimo rapporto sta ancora fornendo più petrolio di quanto richiesto. Sempre il rapporto suggerisce che vi sia un reale potenziale che il Brent torni a 107 dollari in breve.

Le probabilità che il cambio EUR/USD torni a 1.27 nel breve periodo esistono. Sarebbero confermate dall’audace piano QE3 previsto dalla Fed, che avrebbe un impatto negativo sul dollaro.

Conclusione: Siamo favorevoli a credere che lo scenario 1 sia il più ipotizzabile, un rallentamento globale sembra ormai alle porte se non già in atto, i vari tentativi della BCE e della FED potranno dare ossigeno ma i deficit dei paesi sono troppo elevati, prima bisogna risolvere il problema della spesa pubblica e aiutare la crescita, in questo scenario vediamo una coppia EUR/USD in ripresa per poi cedere il passo al dollaro in quanto moneta difensiva.

Le informazioni e i dati sono ritenuti accurati, ma non ci sono garanzie. Domino Solutions non è un consulente d'investimento e non offre consigli specifici di investimento. Le informazioni qui contenute sono solo a scopo informativo

giovedì 12 luglio 2012

Il cambio EUR/USD si stà dirigendo verso la parità?


One Million Dollar Portfolio dal 2010 ad oggi +90.07%
Stock Win Usa Portfolio dal 2010 ad oggi +123.41
Europa Vincente Portfolio dall'inizio del 2012 +16.83%


La decisione della BCE della settimana scorsa di ridurre il tasso dei rifinanziamenti e dei depositi di 25 pb - rispettivamente a 0,75% e 0% - non è stato sufficiente a spingere i mercati azionari europei visto che la BCE non ha dato alcuna indicazione su un ulteriore allentamento della politica monetaria nel prossimi mesi. Infatti, durante la conferenza stampa, il presidente della Bce Mario Draghi non ha indicato se sia imminente un terzo ORLT (operazione di rifinanziamento a più lungo termine) per le banche commerciali o una riattivazione della SMP (Securities Market Programme), con cui l'Eurotower acquista titoli di stato dei paesi dell'Eurozona.

Una conseguenza importante del taglio dei tassi della BCE è stato il calo dell'euro nei confronti di tutte le principali valute internazionali, e specialmente del dollaro statunitense: la coppia EUR/USD è scesa sotto 1,22 per la prima volta dal 1° giugno.
A nostro avviso il recente ribasso dell'euro rispetto al dollaro americano potrà continuare nei prossimi mesi, soprattutto se la BCE taglierà, nuovamente, durante l'estate il tasso Refi, come previsto da alcune banche di investimento.
Dopo il taglio dei tassi della scorsa settimana, l'euro è diventato maggiormente valuta di finanziamento nelle operazioni commerciali nel transporto rispetto al dollaro australiano e neozelandese e alla Corona svedese e norvegese. Dall'altro lato, il positivo differenziale di interesse rispetto al dollaro USA e alla sterlina si è ridotto, riducendo l'incentivo per gli investitori privati di mantenere Euro in portafoglio.

L'obiettivo nascosto della BCE, nei prossimi mesi, potrebbe essere di voler abbassare il valore dell'Euro. In effetti un indebolimento dell'euro può essere, in questo momento, la notizia maggiormente positiva per le economie della zona euro. Secondo le stime dell'OCSE, un calo dell'Euro del 10%, può stimolare la crescita economica dello 0,8% dopo 1 anno e dello 0,9% dopo due anni. Inoltre il taglio di 25 pb del tasso effettuato Giovedi 5 Luglio dovrebbe aumentare la crescita del PIL dello 0,1%.

Per questo motivo, un declino del cambio EUR/USD verso la parità - obiettivo per il tasso del cambio stabilito alcuni mesi fa da John Taylor nei Concepts Fx - sarà il risultato più positivo per la zona Euro.

Ma è l'obiettivo più credibile per la coppia EUR/USD ?

La coppia EUR/USD sarebbe sottovalutata del 20% in base al potere d'acquisto secondo l'OCSE. Questo non sarà un evento straordinario in una prospettiva a lungo termine, come indicato dal grafico seguente.



Esso mostra che i movimenti di +/- 20% rispetto al valore del potere di acquisto dell'OCSE al valore equo non sono inusuali per i tassi di cambio:

1) Nel 1995 l'euro (utilizzando il marco come benchmark) è stato sottovalutato del 30%

2) Nel 2000/2002 è stato sottovalutato del 20%

3) Nel 2008 è stato sopravvalutato del 20%.

In una prospettiva a medio termine, ci sono altri fattori che puntano verso un declino dell'Euro. Anche non considerando lo scenario di una rottura della zona euro, la debolezza dell'economia della zona Euro probabilmente persisterà per molti anni, soprattutto nei paesi periferici. In questo scenario l'incentivo per gli investitori ad acquistare asset denominati in Euro rimarranno bassi e il flusso di capitali potrebbe continuare ad essere negativi.

Inoltre, a spingere la valuta verso il basso, potrebbero essere state le politiche di stretta fiscale adottate nella zona euro. Come mostrato dal grafico seguente, le misure di austerità, in passato, hanno avuto come effetto, che l'indebolimento dell'euro ha pesato sulla crescita economica e costretto la BCE a proseguire facilitando le politiche monetarie.



Infine, guardando avanti, quando la crisi economica finirà, la Fed potrebbe iniziare ad alzare i tassi prima della BCE e a un ritmo più elevato. In questo caso il differenziale di tasso di interesse sarà favorevole al dollaro USA, aumentando gli incentivi ad investire in dollari USA.

Le informazioni e i dati sono ritenuti accurati, ma non ci sono garanzie. Domino Solutions non è un consulente d'investimento e non offre consigli specifici di investimento. Le informazioni qui contenute sono solo a scopo informativo

venerdì 27 aprile 2012

Valute: La pressione sull'Euro sta crescendo


One Million Dollar Portfolio dal 2010 ad oggi +79.11%
Stock Win Usa Portfolio dal 2010 ad oggi +128.20
Europa Vincente Portfolio dall'inizio del 2012 +15.50%


Aprile sta per finire e l'Euro di trova sotto pressione a causa di nuovi fattori fondamentali che spingono al ribasso la valuta in maniera sempre più pronunciata. I fattori combinati sono abbastanza forti da spinger la moneta unica nella fascia inferiore del suo rating a 3 mesi, 1.30-1.34 (EUR/USD) verso il dollaro americano, dirigendola verso un obiettivo sul lungo termine ancora più basso, 1.20.

Non sarà facile per la moneta superare, nel corso delle prossime settimane e mesi avvenire, l'ostacolo del ribasso. A partire dai primi dati macroeconomici di lunedì dove il PMI (l'indici manifatturiero) si è presentato molto debole, più del previsto, a 46 punti al di sotto del consenso di 48.1. Si tratta di una insolita ma grave sconfitta perché il PMI è spinto sotto l'indice di sicurezza posto a 50 punti.



Questa debolezza inaspettata mostra un significativo indebolimento della lettura manifatturiera europea rispetto a quella degli Stati Uniti che invece tentenna ma continua a crescere. Come il grafico ci mostra la relativa debolezza europea si sta ora avvicinando ad un passo dai minimi di un anno fa.

Il secondo fattore è la lenta dissipazione dei fondi LTRO (Long Term Refinancing Operation) dalla BCE verso le banche e le loro controparti. LTRO è l'acronimo dell'ambizioso piano della BCE di erogare fondi ad almeno 800 banche dell'area Euro per migliorarne la liquidità.
Come funziona ? Ogni singolo giorno le banche europee fanno l’inventario della propria necessità o disponibilità si denaro su tutti i segmenti temporali. Ogni banca, ogni giorno, si chiede: di quanta liquidità dispongo/necessito a 1 giorno, 1 settimana, 1 mese, 3 mesi…20 anni ?
La risposta varia di giorno in giorno a seconda delle operazioni fatte dalla banca il giorno prima. Se la banca si accorge di avere necessità di denaro a 3 mesi (magari per averlo prestato ad un suo cliente) può andare a chiederlo sul mercato interbancario (cioè ad un altra banca) e lo pagherà un certo prezzo, ovvero un certo tasso di interesse.(applicherà al cliente quel tasso + uno spread, vi ricorda qualcosa?)
Viceversa se la stessa banca si accorge di avere disponibilità di denaro a un mese (ad esempio), andrà sul mercato ad offrirlo ad un certo tasso e ATTENZIONE quel tasso potrà essere più o meno alto a seconda della banca controparte, alle banche più “sicure” il denaro verrà offerto a un tasso basso, a quelle meno “sicure” ad un tasso più alto e…. a certe banche il denaro non verrà MAI prestato perché ritenute con un profilo di rischio superiore ai parametri massimi accettabili, in ogni caso sarà richiesta una garanzia per il prestito, il termine tecnico è COLLATERALE.
LTRO è simile a vari programmi della Fed come per esempio il QE. QE ha avuto un effetto significativo sull'indebolimento del dollaro, ma finora non c'è stato alcun impatto evidente sull'euro. In realtà, l'euro ha registrato un aumento dell'1% rispetto al dollaro sin dall'inizio del LTRO il 21 dicembre dello scorso anno.

Tuttavia LTRO non funziona esattamente nello stesso modo dei programmi della Fed QE. Nel caso di LTRO, le banche hanno prestato circa 500 miliardi di euro in nuovi prestiti netti in due tranches. Finora la maggior parte dei proventi dei prestiti sono effettivamente rimasti presso la BCE. Il grafico qui sotto mostra il saldo dei prestiti bancari overnight presso la banca centrale, e possiamo vedere due rapidi aumenti, uno subito dopo la prima tranche LTRO il 21 dicembre e la seconda subito dopo la seconda tranche il 28 febbraio. Questo sterilizzazione efficace spiega perché l'euro non è stato intaccato - i fondi presi in prestito dalle banche sono tornati di nuovo alla BCE. Tuttavia, ora possiamo vedere che i fondi vengano piazzati per essere utilizzati in calo da un massimo di 816 miliardi alla lettura più recente di 775 miliardi.



Il terzo fattore che può influenzare l'euro si è verificato durante il fine settimana, con l'elezione francese. Sembra sempre più probabile che lo sfidante Francois Hollande sarà il prossimo presidente della Francia. Il programma di Hollande è simile a quello di Francois Mitterrand, il presidente francese 1981-1995. Entrambi sono dello stesso partito politico, riluttanti ad accettare l'integrazione europea, abbracciare un ordine del giorno di un aumento dei programmi sociali e benefici.

La prima elezione di Mitterrand avvenne nel maggio 1981 e come prima risposta il franco francese ha cominciato a indebolirsi, quasi dimezzando in valore nei successivi 3 anni 3 anni e mezzo, prima con un picco superiore al 10% rispetto al dollaro per poi risalire. Ovviamente è difficile paragonare il periodo attuale con quello di trent'anni fa, ma il numero di analogie è sorprendente.

Questi tre fattori sono impostati per pesare sull'euro nel corso dei prossimi mesi, se non di più, e possiamo anche aspettarci un impatto di nuovi fattori in futuro. Per cominciare, l'euro è ancora molto sopravvalutato in termini di acquisto, del 5-15% circa, a seconda del metodo di calcolo. Con un metodo popolare, l'indice Big Mac, l'euro è sopravvalutato del 12%. Questo ci dice che a parità di condizioni, l'euro dovrebbe tendere a sminuire l'equilibrio verso la parità di potere d'acquisto.

Una ragione per cui la valuta è sopravvalutata (e spesso rimanere così) è la differenza dei tassi di interesse tra i due paesi. Nel caso dell'euro, a 5 anni i tassi di interesse sul continente sono circa lo 0,17% inferiore a 5 anni degli Stati Uniti. Sulla base di tassi di interesse non c'è motivo di comprare l'euro.

Un altro elemento di peso contro l'euro è il trucco della moneta. L'euro è la somma dei tassi di cambio dei 17 paesi che compongono la zona euro. Il notevole impegno che gli Stati membri hanno dimostrato nel mantenere intatta la zona euro in realtà funziona per sminuire l'euro. Se i paesi più deboli come la Grecia e il Portogallo escono, gli stati più forti come la Germania e la Francia rappresentano un pezzo più grande della torta euro, portando ad un apprezzamento della valuta. Il fatto che i paesi in difficoltà restano e continueranno a rimanere nel prossimo futuro, può solo servire a svalutare la moneta.

Alcuni osservatori del mercato hanno sostenuto che è a causa dei problemi in Europa che l'euro è forte. Anche se la logica del ragionamento è plausibile, non abbiamo visto questo effetto negli Stati Uniti durante la crisi finanziaria. Infatti il valore del dollaro è stato rangebound ed è praticamente lo stesso prezzo oggi come lo era alla fine del 2007 quando la Grande Recessione ha avuto inizio.

L'euro è stato in range piuttosto stretto per diversi mesi, aspettando fino a quando le forze di mercato hanno funzionano per spingere in una direzione o l'altra. Con questi eventi in Europa e i fattori descritti, sempre di più i costi della valuta stanno saltando fuori. Le forze sono ora sul punto che dovrebbero portare ad un test ed è possibile una rottura delle fasce più basse della valuta. L'euro è molto costoso, troppo.

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lunedì 25 aprile 2011

Forex: EUR/USD, forti segnali toro per il prossimo futuro

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Il nostro One Million Dollar Portfolio oggi sta realizzando il 14.82 %

Il movimento di prezzo del cambio EUR/USD mostra tre caratteristiche che indicano un potenziale per un movimento continuo superiore, fondamentali, fattori tecnici e il tono del mercato.

Fondamentali

Diamo prima di tutto uno sguardo ai fondamentali, nonostante la predisposizione ad un periodo di crisi del debito europeo, causa i dati sulla situazione greca, il valore della coppia EUR/USD è caduto al livello più basso dal 1° Aprile, da allora ha continuato a salire sui differenziali dei tassi di interesse ed è rimasto sulla scia degli 1.45 dal 21 Aprile.



Questo mese c'è stato l'aumento di 25 bp del tasso di interesse da parte della BCE, che porta così il tasso di interesse all'1.25%, questo però non basta. Molti analisti, compresi noi, sono convinti che la BCE non potrà fare altro che alzare di un altro quarto di punto i tassi per far fronte ad una inflazione galoppante.

Le pressioni inflazionistiche si fanno avanti nella zona euro e sono sicuramente la prima causa dell'aumento dei tassi. A Marzo il CPI della zona euro è salito del 2,6% con un aumento rispetto all'anno precedente del 2,4%. La BCE mira a mantenere l'inflazione sotto il 2%, questa è stata da sempre la inflaction-policy degli economisti europei. La causa dell'aumento della pressione inflazionistica deriva dalla crescita del costi energetici, con il petrolio quasi a 120 $ al barile e i generi alimentari, la BCE ha l'obiettivo di mantenere la stabilità dei prezzi della zona euro a tutti i costi.

Con l'aumento dei prezzi la BCE è costetta ad alzare i tassi di interesse ed è questo che incide prima di tutto sul valore dell'Euro. I traders sono concentrati sui differenziali di rendimeno tra Europa e Stati Uniti e sono stati spinti a vendere il basso rendimento del dollaro per l'alto rendimento dell'euro. Questo tipo di scambio sicuramente continuerà, anche in vista dei prossimi aumenti dei tassi interesse europei.

I pericoli per l'Euro sono sempre presenti. Le attese per una ristrutturazione del debito greco, di cui notizie si attendono quanto prima e secondo alcune indiscrezioni dovrebbe arrivare una risoluzione questa settimana. Sarà ancora uno dei temi più caldi di una settimana caratterizzata anche dalla prima conferenza stampa che la Federal Reserve terrà dopo la riunione del Fomc. Le ripetute smentite di Atene non sono servite a placare i rumors, nè forse ci riuscirà il nuovo piano di sacrifici teso a rimettere i conti in carreggiata che il governo Papandreou svelerà subito dopo Pasqua. Con i tassi dei Sirtaki-bond ormai oltre il 14%, con gli spread e il rischio default

Tuttavia, gli operatori sembrano aver messo un recinto intorno le nazioni di Grecia, Irlanda e Portogallo. Pertanto, l'Euro potrebbe essere venduto sul reazione istintive e sulla creazione di livelli di prezzo migliori per gli acquirenti.

Tecnici

Un altro punto a sostegno della coppia EUR/USD è di tipo tecnico. Tecnicamente l'euro sembra muoversi più alto con lo stocastico in aumento su entrambi i grafici giornalieri e settimanali. Uno sguardo sul grafico settimanale sopra il livello del 1,458 avrebbe fissato il prossimo obiettivo per la coppia come novembre 2009, cioè intorno ai massimi di 1,514.

Tono del mercato


Il terzo fattore in favore dell'euro è l'azione dei prezzi, noto anche come il "tono del mercato". Sia che le notizia siano positive sia siano negative, l'Euro è sempre in rialzo.
Prendiamo ad esempio il rimbalzo del valore del EUR/USD Martedì successivo al giorno precedente del sell-off a causa dell'avviso del rating negativo dello S&P sul credito degli Stati Uniti. I traders hanno cominciato ad acquistare la coppia all'inizio della sessione di negoziazione europea e le offerte sono aumentate significativamente dopo il rilascio dati migliori del previsto della fabbricazione tedesca e i dati PMI. Questo tipo di azione dei prezzi è previsto.

Tuttavia il rally Euro di Giovedi è una storia diversa e più importante. L'acquisto dell'Euro ha cominciato presto durante la sessione asiatica. Dopo l'uscita di dati negativi rispetto le attese del PPI tedesco, l'acquisto si è accentuata e la coppia EUR/USD ha chiuso la giornata in un nuovo massimo annuale. Il significato del rally rispetto ai dati previsti mostra quanto sia forte la domanda di euro, o forse di quanto poco gli operatori sentato vivo il dollaro. Tuttavia la capacità dell'Euro di scrollarsi di dosso le notizie negative è caratteristica di un ambiente di forte tendenza.

Con questi tre fattori: solidi fondamentali, segnali rialzisti tecnico e il tono favorevole del mercato fanno sembrare ancora in crescita la coppia EUR/USD per il prossimo futuro.

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sabato 12 febbraio 2011

Occhi puntati sul recupero del Dollaro sul Euro e altre valute

EURUSD: Euro vulnerabile

L'Euro è alla ricerca delle prospettive di politica monetaria per guidare un'azione sui prezzi, con l'EURUSD ancora una volta, che mostra una correlazione significativa con il rendimento obbligazionario a due anni dei bond UE e USA. In assenza di eventi ad alto rischio sul calendario economico, i riflettori sono puntati su una serie di discorsi dei funzionari della Banca centrale Europea - tra cui il presidente Jean-Claude Trichet e il suo probabile successore, Axel Weber - con i mercati che continuano a cercare una chiara tendenza tra i messaggi contrastanti che emergono dalla banca centrale nelle ultime settimane.

La mancanza di chiarezza ha un senso e riflette una debolezza strutturale nella posizione della BCE, l'inflazione è ora stabile al di sopra del 2%, sostenendo l'aumenti dei tassi.

Le fessure dei vari stati membri riguardanti un ampliamento del fondo di salvataggio EFSF non sono inoltre utili aprendo la porta per una rinnovata vendita dell'Euro. La produzione industriale tedesca di Dicembre, i dati di bilancio, nonché la revisione finale del CPI tedesco di Gennaio sono rapporti mensili molto importanti da prendere in considerazione.

Strategia: attesa a breve






GBPUSD: Tutti gli occhi sulla Banca d'Inghilterra in attesa del rialzo dei tassi


Le aspettative della politica monetaria restano al centro dell'attenzione come il cambio GBPUSD, il quale continua a seguire a stretto contatto la differenza del rendimento del Tesoro tra Regno Unito e Stati Uniti. Questo pone i riflettori sulla Banca d'Inghilterra in quanto offre a Febbraio la tanto attesa decisione sul tasso di interesse. L'annuncio assume un significato particolare in quanto sarà basato su una previsione di inflazione aggiornata trimestralmente, con gli operatori economici interessati a raccogliere una certa chiarezza su come i politici sapranno conciliare la crescita dei prezzi piuttosto alti unito ad una economia inglese non in fase calante, i prossimi mesi saranno molto molto importanti.

Da parte loro, gli operatori sono posizionati "per una linea dura", infatti mentre il risultato complessivo del 2010 è stato migliore delle attese per la BOE (Bak of England), l'ultimo trimestre ha deluso le aspettative. Nel frattempo, il tasso annuo di inflazione si colloca ad un punto più alto degli ultimi 8 mesi, sfidando così la credibilità della banca centrale che continua a farsi portavoce di stabilità dei prezzi e promettendo che il CPI continuerà a marciare verso l'alto.

L'incontro avvenuto in questi giorni tra la BOE e la BCE a quanto pare ha aperto la porta per il rialzo della Sterlina, anche se con una certa propensione al rischio potrebbero mettere a repentaglio gli utili se dovesse ritornare sul mercato l'avversione al rischio.

Strategia: attesa a breve




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USDJPY: Yen segue il ribasso dell'Oro scommettendo sull'inflazione

Forse inaspettatamente, la forza dello Yen in questo momento sembra essere la sua correlazione inversa con il prezzo dell'oro. In realtà, questo ha un senso: un elemento fondamentale nel rally dell'oro negli ultimi mesi è stato il radicato timore di inflazione, con gli operatori che hanno scommesso sul metallo offrendo una buona riserva di valore se le principali banche centrali non dovessero essere in grado di invertire le politiche monetarie scatenando una rapida crescita dei prezzi.

Non sorprende, la stessa logica si è dimostrata favorevole allo yen giapponese, in cui la deflazione persistente ha pure attratto uno store-demand, la domanda di investimenti per l'Oro tuttavia si è inasprita nelle ultime settimane, con partecipazioni in ETF cadute verso il basso dal giugno 2008. L'opinione comune degli spostamenti verso la ripresa globale a favore di un lungo slog (in coppia con l'inflazione) piuttosto che un rimbalzo rapido promette debolezza per la valuta nipponica.

Strategia: In attesa di Long

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USDCAD: Il Canada minacciato dalle prospettive dei dati del lavoro americani

Una correlazione inversa tra la valuta USDCAD e lo S&P500 suggerisce che il dollaro canadese può trovarsi sulla difensiva mentre i mercati hanno la possibilità di digerire il rapporto sulla disoccupazione dei Venerdì. Il risultato ha prodotto una reazione moderatamente positiva, con Wall Street che è stata più attenta al calo di del tasso di disoccupazione (circa il 9%) piuttosto che sull'incremento deludente nei libri paga (36 mila contro 146 mila previsti). L'ottimismo può dissiparsi in fretta però e come risultato c'è un evidente declino nei confronti di un esodo di lavoratori scoraggiati dal mercato del lavoro. Infatti, la forza del tasso di partecipazione è sceso al livello più basso dal marzo 1984.

Il Loonie (dollaro canadese) è doppiamente vulnerabile e gli investitori dovrebbero considerare la sensibilità della moneta nei confronti del ciclo economico degli Stati Uniti. Il Canada invia oltre l'80% delle sue esportazioni verso il suo vicino meridionale, rendendo la salute del mercato del lavoro statunitense - e quindi quello del consumatore degli Stati Uniti - un ingrediente chiave nella performance del Paese.

Strategia: In attesa

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AUDUSD: Aspettative sui tassi e dati del lavoro dopo le dichiarazioni della RBA

Le prospettive per la politica monetaria rimangono sotto la lente di ingrandimento per il dollaro australiano, con la valuta AUDUSD che mantiene una correlazione significativa con il tasso della Credit Suisse sulle aspettative dei commercianti. I commercianti sono costretti a lottare con un paesaggio oscurato dopo la decisione della settimana scorsa della Reserve Bank of Australia (RBA).

I tassi di interesse sono ad un livello adeguato e ci resteranno ancora per qualche tempo. Lo ha dichiarato il n.1 della Reserve Bank of Australia Glenn Stevens nel corso di un´audizione alla Camera. Il costo del denaro in Australia al momento è al 4,75%. Non stiamo discutendo di un incremento dei tassi, l´attuale costo del denaro è adeguato al nostro outlook di medio termine, ha dichiarato Stevens.

I mercati attendono più chiarezza dalla RBA mentre l'occupazione a Gennaio ha fornito alcuni buoni indizi per il futuro. Si sono infatti aggiunti 17.500 posti di lavoro, un deciso miglioramento rispetto al mese precedente di 2.300, ma ancora livelli irrisori e ben al di sotto della media registrata nel 2010.

Strategia: attesa a breve


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NZDUSD: Dollaro neozelandese vulnerabile

Il sentimento del rischio è tornato alla ribalta sulla valuta neozelandese con i prezzi del dollaro che seguono a braccetto l'andamento del MSCI World Index Stock dopo l'ultimo annuncio programmatico della RBNZ la quale ha versato acqua fredda sulle aspettative di un imminente rialzo dei tassi di due settimane fa. Come col Canada, questo pone i riflettori sull'evoluzione del mercato americano a seguito della relazione sui posti di lavoro della scorsa settimana. Nel complesso, questo sembra favorire le perdite del "Kiwi", tra avversione al rischio su larga base, anche se una ripresa della crescita delle esportazioni cinesi possono offrire una tregua temporanea.

Strategia: in attesa