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martedì 3 aprile 2018

De'Longhi dal caffe al clima il made in italy che fa tendenza

Oggi analizziamo un titolo italiano molto interessante, il prezzo della società ha perso il 20% negli ultimi 9 mesi e sta raggiungendo dei livelli di supporto interessanti per un ingresso. Un livelli di debito bassi e una crescita dei dividendi sostenuta da stime di vendite in salita.

De’Longhi Spa (DLG.MI) è una società con sede in Italia impegnata nella progettazione, produzione e vendita di piccoli elettrodomestici. Offre prodotti con quattro marchi: De’Longhi, Kenwood, Braun e Ariete. I prodotti con il marchio De’Longhi contribuiscono per oltre la metà delle entrate totali. L’azienda è presente in tutto il mondo, tra cui Europa, Australia e Nuova Zelanda, America e Asia, con l’Europa il suo più grande mercato. Fondata nel 1902 per la produzione di stufe a legna, solo nel 1974 lancia il primo prodotto con il proprio marchio, il radiatore a olio.

Negli anni ’80 inizia la diversificazione della produzione grazie a prodotti di successo come il forno elettrico Sfornatutto e il climatizzatore portatile Pinguino, mentre la produzione di radiatori viene scorporata sotto la controllata DLRadiators.

Intelligenti acquisizioni

Nel 1994 grazie all’acquisizione di Climaveneta, De’Longhi entra nel settore del comfort e della climatizzazione. L’anno successivo acquisisce la Simac, azienda nota per i suoi prodotti per la stiratura e la cucina. Nel 2001 la De’Longhi acquisisce la britannica Kenwood Limited produttrice di elettrodomestici da cucina rilanciandone il marchio. Il 18 aprile 2007 un incendio di vaste proporzioni è scoppiato intorno alle 13,10 nello stabilimento della De’Longhi, in zona Fiera, a Treviso. Nel 2009 i due responsabili aziendali alla sicurezza hanno patteggiato 6 mesi, la pena è stata convertita in pena pecuniaria.

Nel 2010 De’Longhi, acquisisce il 100% di un altro marchio storico di piccoli elettrodomestici, l’Ariete SpA, azienda di Campi Bisenzio fondata nel 1964. Due anni dopo a seguito di uno scorporo da De’Longhi, nasce il gruppo DeLclima, che riunisce le attività nel campo del riscaldamento e della climatizzazione, ceduto poi nel 2015 ai giapponesi di Mitsubishi Electric Corporation.

Il 17 aprile 2012 a seguito di un’operazione economica che vede il versamento di 50 milioni subito e 90 diluiti in 15 anni, più 75 legati al rendimento dei prodotti, la De’Longhi acquisisce da Procter & Gamble lo storico marchio tedesco Braun con perpetuo diritto di sfruttamento dello stesso nei settori degli elettrodomestici e altri prodotti per la casa (ferri da stiro, climatizzatori, frullatori, aspirapolveri ecc.), mentre P&G manterrà l’uso esclusivo del marchio nel settore dei rasoi e dell’health care.

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La compagnia, storicamente grande produttrice di apparecchi per il clima quali caloriferi e condizionatori (tra i più celebri i climatizzatori portatili della serie Pinguino), è oggi attiva in ogni settore dei piccoli elettrodomestici, specialmente macchine da caffè (tra cui alcune per i sistemi della Nestlé Nespresso e Nescafé Dolce Gusto) e apparecchi per la cottura dei cibi, ma anche prodotti per la pulizia e il benessere della casa e per la cura del bucato.

Bilanci sani

De Longhi ha chiuso il 2017 con ricavi consolidati pari a 1,97 miliardi di euro, in crescita del 6,8% (+6,6% in termini organici) rispetto al 2016. Il risultato operativo si è attestato a 245,4 milioni di euro, da 239,3 milioni di euro, pari al 12,4% dei ricavi (dal 13% del 2016). La società ha ottenuto un utile netto pari 179,7 milioni di euro, in crescita del 7,2%, sostanzialmente in linea con l’anno precedente. Il management si attende per il 2018 una crescita organica delle vendite a cifra singola medio alta e un aumento del margine operativo lordo in valore assoluto.

Evoluzione in borsa

Le azioni De’Longhi fanno parte del paniere Ftse Italia Mid Cap e rientrano nel segmento Blue Chips. De’Longhi mostra una rischiosità inferiore alla media del mercato (beta inferiore a 1) che riflette la scarsa correlazione del business al ciclo economico. Dal 20109 il titolo De’Longhi ha registrato una performance del 2700%. Le azioni hanno avuto un trend crescente fino ai massimi di fine 2015 seguito da una forte correzione nei primi due mesi del 2016 ed una successiva fase laterale che si è protratta per tutto l’anno. Da inizio 2017 è iniziato un nuovo trend rialzista culminato nei massimi di inizio giugno e seguito da una correzione che sembra essere tuttora in corso.

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giovedì 14 dicembre 2017

Domino Solutions: StMicroelectronics, italo/francesce tra i colossi dell'elettronica

STMicroelectronics NV (STM.MI), conosciuta anche come ST, è un’azienda franco-italiana, che produce componenti elettronici a semiconduttore. L’azienda è stata creata nel 1987 come il risultato della fusione delle attività semiconduttori di SGS Microelettronica (all’epoca detenuta dalla Società Finanziaria Telefonica) e dalle attività non militari di Thomson Semiconducteurs (all’epoca detenuta dalla Thomson SA). La società venne chiamata inizialmente SGS-Thomson Microelectronics NV ed ha usato questa denominazione fino al maggio 1998, quando, a seguito dell’uscita dal capitale della Thomson SA, è stata rinominata STMicroelectronics NV.

La SGS Microelettronica, all’epoca diretta da Pasquale Pistorio, è nata il 29 dicembre 1972 come SGS-Ates Componenti elettronici S.p.A. risultato di una fusione tra Società Generale Semiconduttori (1957) e ATES (1959). Il 23 aprile 1985 SGS-Ates diventa SGS Microelettronica.

La Thomson Semiconducteurs, all’epoca diretta da Jacques Noels, è nata nel 1983 (a seguito della nazionalizzazione di Thomson SA nel 1982) dalla fusione tra la
divisione semiconduttori della Thomson-CSF; SESCOSEM, fondata nel 1969 dalla Thomson-CSF e COSEM; EFCIS (Étude et fabrication de circuits intégrés spéciaux), Eurotechnique, fondata nel 1979, joint-venture tra la Saint-Gobain (51%) e la statunitense National Semiconductor (49%); Silec, fondata nel 1977 (Sagem Telecom) e la Mostek, azienda statunitense creata nel 1969 da alcuni fondatori di Texas Instruments e acquisita nel 1985.

Acquisizioni strategiche

Durante l’attività come SGS-THOMSON Microelectronics e poi come STMicroelectronics, l’azienda è stata partecipe del processo di ristrutturazione e di concentrazione dell’industria dei semiconduttori, con diverse acquisizioni e lo sviluppo e la produzione di diverse tecnologie e componenti elettronici nei settori dell’elettrotecnica, dell’informatica e dell’elettronica.

Nel 1989, SGS-Thomson acquista la società britannica Inmos, fabricante dei microprocessori Transputer destinati alla fabbricazione di processori massivamente paralleli; Inmos verrà integrata totalmente in ST nel 1994. Due anni più tardi, SGS-Thomson e Philips Semiconductors siglano un accordo di partenariato tecnologico che permette a Philips di beneficiare nel 1993 della nuova camera bianca dell’unità di R&S di SGS-Thomson a Crolles su un progetto chiamato Grenoble 92.

Nel 1994, SGS-Thomson acquista alcune attività di semiconduttori della società canadese Nortel e la fabbrica di Rancho Bernardo. Nel 2000, STMicroelectronics acquista le attività di semiconduttori della fabbrica di Ottawa, sempre di Nortel. Lo stesso anno, ST e SHIC creano la joint venture Shenzhen STS Microelectronics (60/40), con base a Shenzhen. A fine anno, la società completa la sua offerta pubblica iniziale sulle borse di Parigi e di New York. Il proprietario Thomson SA vende le sue azioni nella società nel 1998 quando la società è quotata alla borsa di Milano. Sempre nel 1998, avviene l’acquisto della britannica VLSI Vision, uno dei primi produttori di sensori di immagini CMOS.

Nel 2002, viene acquisita la divisione microelettronica di Alcatel, che, unita all’acquisizione di altre piccole società come l’inglese Synad, aiutano ST a espandersi nel mercato Wireless-LAN. L’anno successivo ST annuncia l’acquisto dell’azienda belga Proton World International (PWI) sviluppatrice di software per smart card, di proprietà di ERG Group. Nel 2005, STMicroelectronics era la quinta azienda mondiale di semiconduttori, dietro Intel, Samsung, Texas Instruments e Toshiba, ma davanti ad Infineon, Renesas, NEC, NXP e Freescale. La società era anche il prù grande produttore in Europa, davanti ad Infineon e NXP.

A maggio 2007, ST e Intel lanciano una joint venture, insieme a Francisco Partners, chiamata Numonyx. Questa nuova società è la fusione delle attività legate alle memorie flash di ST e Intel. La società è ufficialmente creata il 31 marzo 2008, e due più tardi viene venduta, per 1,27 miliardi di dollari, a Micron Technology. A fine 2007, ST ha avviato l’acquisizione della società statunitense Genesis Microchip, una società specializzata nella produzione di componenti per televisioni LCD e conosciuta per la sua tecnologia di elaborazione video (Faroudja) e che dispone di centri di progettazione situati a Santa Clara, Toronto, Taipei e Bangalore. L’operazione verrà conclusa a gennaio del 2008.

Nel 2011, STMicroelectronics ha annunciato la creazione di un laboratorio congiunto con la Scuola superiore di studi universitari e di perfezionamento Sant’Anna per lo sviluppo di robot e sistemi intelligenti avanzati capaci di migliorare sensibilmente la vita quotidiana. Il laboratorio si concentrerà sulla ricerca e l’innovazione in bio-robotica, sistemi intelligenti e microelettronica. Le collaborazioni passate con la Scuola Superiore Sant’Anna hanno incluso DustBot, una piattaforma che integrava i robot di servizio auto-naviganti per la raccolta dei rifiuti.

STMicroelectronics è oggi uno dei più grandi produttori mondiali di componenti elettronici, usati soprattutto nell’elettronica di consumo, nell’automotive, nelle periferiche per computer, nella telefonia cellulare e nel settore cosiddetto “industriale”. Ha clienti in tutti i settori applicativi dell’elettronica ed è stata riconosciuta tra le migliori aziende mondiali in termini di sostenibilità e figura quest’anno nella “A List” per la tutela delle riserve idriche e nella “A- List” per il cambiamento climatico stilate da CDP, l’organizzazione internazionale no-profit che valuta il comportamento ambientale delle aziende. Fra le 2.025 aziende di tutto il mondo valutate da CDP, la “A List” comprende il 10% delle società che nell’ultimo anno nell’ambito del programma di conservazione idrica di CPD hanno ottenuto i risultati migliori nel rendere più sostenibile la gestione delle risorse idriche.

CDP attribuisce i risultati di ST alla sua leadership, sottolineando che la Società ha implementato una serie di misure dirette a gestire il cambiamento climatico sia nelle proprie attività operative, sia nell’ecosistema della sua supply chain. Secondo Carlo Bozotti, President & CEO di STMicroelectronics, “Il processo di produzione dei semiconduttori richiede grandi quantità d’acqua con un grado di purezza molto elevato. Le problematiche legate alla scarsità delle risorse idriche e al trattamento delle acque reflue rappresentano una parte fondamentale della nostra strategia sin dal 1994. Nell’arco di 20 anni, il nostro impatto complessivo sulle risorse idriche si è ridotto di oltre il 70% grazie ai programmi di miglioramento continuo intrapresi in tutti i nostri stabilimenti di produzione; allo stesso tempo, in risposta al cambiamento climatico, abbiamo abbattuto i tre quarti delle nostre emissioni di anidride carbonica per wafer”. La responsabilità sociale è parte integrante del DNA aziendale, e ST è costantemente impegnata, in tutti i siti di produzione e attraverso tutta la supply chain, a ridurre il più possibile gli impatti ambientali e a operare come organizzazione globale e responsabile.

Solidi bilanci

Il gruppo italo-francese ha comunicato come risultati del terzo trimestre del 2017, ricavi per 2,14 miliardi di dollari, in aumento del 18,9% rispetto agli 1,92 miliardi realizzati nello stesso periodo dell’anno precedente. Su base sequenziale il giro d’affari è aumentato dell’11,1%, oltre il target del 9% indicato dal management. I vertici dell’azienda hanno precisato che l’incremento dei ricavi ha beneficiato della crescita a doppia cifra in tutti i gruppi di prodotto e al forte traino di nuovi prodotti. La marginalità si è attestata al 39,5%, valore che si confronta con il 35,8% del terzo trimestre 2016 e il 38,3% del secondo trimestre dell’anno. I vertici di STM stimavano una marginalità nell’ordine del 39%. STM ha terminato il terzo trimestre del 2017 con un utile netto di 236 milioni di dollari, rispetto ai 71 milioni dello stesso periodo dello scorso anno. Sulla base del portafoglio ordini dell’azienda, per il trimestre in corso i vertici prevedono una crescita del fatturato su base sequenziale nell’ordine del 10%, equivalente a una crescita anno su anno di circa il 18%.La marginalità dovrebbe collocarsi nell’intorno del 39,9%, comportando un miglioramento sostanziale della redditività operativa dell’utile netto per l’intero esercizio.

Previsioni 2017

Sono state fornite alcune stime su STM per il 2017. Il gruppo italo-francese dovrebbe chiudere l’esercizio in corso con ricavi in aumento del 18% rispetto all’esercizio, e dovrebbe allo stesso tempo, migliorare la marginalità. Gli investimenti totali sono previsti tra gli 1,25 e gli 1,3 miliardi di dollari.

Nuove acquisizioni

Il Chicago Tribune ha invece pubblicato un report secondo il quale STMicroelectronics starebbe considerando un’offerta per Fairchild Semiconductor. Questo permetterebbe al più grande produttore di chip in Europa, di “incentivare la crescita e le attività mediante i prodotti digitali”. Fairchild, che è uno dei più antichi produttori di chip negli Stati Uniti, ha recentemente dato incarico a Goldman Sachs per aiutarla a trovare un acquirente.

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giovedì 26 ottobre 2017

Domino Solutions: Zignago Vetro trasforma le vostre idee in vetro

ll Gruppo Zignago Vetro (ZV.MI) opera in tutto il mondo con un modello “business to business” ed è protagonista dagli anni cinquanta del mercato nazionale e internazionale del packaging in vetro di alta qualità. Produce, grazie alla profonda conoscenza dell’arte vetraria, delle tendenze e delle esigenze del mercato, e con la giusta coniugazione tra classicità e originalità, tra affidabilità ed innovazione, oltre un miliardo e mezzo di contenitori l’anno destinati ai settori delle Bevande, Alimenti, Cosmetica e Profumeria.

La continua attività di Ricerca e Sviluppo rivolta allo studio di nuove soluzioni per il miglioramento dei confezionamenti e dei processi industriali, permette l’innovazione dei prodotti compresa la realizzazione di forme sempre più complesse e di contenitori sempre più leggeri, quando questa caratteristica è richiesta, come nel mercato delle Bevande e Alimenti. Questo comporta l’ammodernamento degli impianti, anche con tecnologia sviluppata all’interno del Gruppo.

Le acquisizioni intelligenti

Nel 2002 Zignago Vetro acquista Verreries Brosse SAS, società francese leader nella produzione di flaconi e bottiglie di lusso, con uno stabilimento situato in Normandia, al centro di un distretto di antica tradizione nella produzione di raffinati flaconi per l’alta profumeria e distilleria. L’elevata qualità e la forte personalizzazione caratterizzano la produzione, realizzata con moderne macchine automatiche ma anche con la più tradizionale tecnologia semi-automatica. Una parte rilevante dei contenitori è inoltre sottoposta a seconde lavorazioni per la valorizzazione della griffe.

Nel 2004 acquisisce direttamente la partecipazione di Vetri Speciali SpA, azienda leader mondiale nella produzione di contenitori speciali, di vino, olio e liquori, realizzate in forme originali con ampia gamma di colori ed in lotti anche molto piccoli, per la fascia premium del mercato delle Bevande & Alimenti. Vetri Speciali unisce un’elevatissima flessibilità produttiva, grande capacità di design e sofisticate tecnologie produttive.

Nel 2010, insieme con altri due partner, fonda Vetreco Srl, della quale detiene il 30% del capitale, società tra le più importanti nel settore in Italia sia per dimensioni che per soluzioni tecnologiche, che tratta e trasforma il rottame di vetro proveniente dalla raccolta differenziata per il suo reimpiego, essendo lo stesso, riciclabile al 100% per un numero infinito di volte senza perdere in qualità.

Nel 2011 acquista Huta Szkla Czechy SA, vetreria polacca, con sede e stabilimento a Trabki, nella regione della Masovia, nei pressi di Varsavia, specializzata nella produzione di contenitori standard e personalizzati destinati al mercato della Bevande & Alimenti e Cosmetica e Profumeria mass market. Situata in un’area geografica strategica, sia per le potenzialità di sviluppo del mercato polacco, sia per la posizione baricentrica rispetto ai tradizionali mercati della UE e quelli in forte sviluppo dell’Europa orientale.

Un management perfetto

Zignago Vetro ha terminato il primo semestre del 2017 con ricavi per 176,05 milioni di euro, in crescita del 5,7% rispetto ai 166,48 milioni realizzati nei primi sei mesi dello scorso anno. I ricavi realizzati fuori del territorio italiano sono stati pari al 37,9% del fatturato totale.

In forte miglioramento il margine operativo lordo, che è salito del 15,3%, passando da 38,61 milioni a 44,52 milioni di euro. La società ha terminato lo scorso semestre con un utile netto di 18,24 milioni di euro, il 44,8% in più rispetto ai 12,59 milioni dei primi sei mesi del 2016.

Nell’intero semestre gli investimenti tecnici sono stati pari a 29,4 milioni di euro, mentre le attività operative hanno generato un flusso di cassa prima degli investimenti di 27,1 milioni. I vertici di Zignago Vetro ritengono che la domanda nei vari settori in cui opera il gruppo possa mantenersi su buoni livelli.

Dal 2007 Zignago Vetro è quotata alla Borsa Italiana, nel segmento STAR. Dopo la crisi Lehman, il titolo ha più che raddoppiato il suo valore di mercato.

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mercoledì 11 ottobre 2017

Domino Solutions: Fincantieri navi leggendarie da oltre 230 anni

Fincantieri SpA (FCT.MI) è uno dei più importanti complessi cantieristici navali d’Europa e del mondo: azienda pubblica italiana, già di proprietà dell’IRI fin dalla sua fondazione, è oggi controllata al 71,6% da Fintecna S.p.A., finanziaria del Ministero dell’economia e delle finanze.

Fincantieri, nata dall’IRI come società finanziaria di stato per la cantieristica sul modello della Finmare, finanziaria per la flotta mercantile, (attraverso cui lo stato assumeva il controllo di quasi tutti i grandi gruppi cantieristici a partecipazione statale dell’epoca (CRDA, OTO, Navalmeccanica e Ansaldo), è stata fondata il 29 dicembre 1959.

Nel 1984 Fincantieri viene trasformata in società operativa. Negli anni ’90 la società entra nel business delle navi da crociera e consegna la prima nave, la Crown Princess, al gruppo Carnival (CCL). Nel ’92 il Destriero, un monoscafo in alluminio con carena a V profondo con propulsione a idrogetti costruito dalla Fincantieri, percorse 3.106 miglia nautiche senza rifornimento sull’Oceano Atlantico, da New York (faro di Ambrose Light) al faro di Bishop Rock nelle Isole Scilly in Inghilterra in 58 ore, 34 minuti e 50 secondi, alla velocità media di 53,09 nodi (98,323 km/h), impiegando ventuno ore e mezza in meno del precedente record appartenuto al catamarano inglese Hoverspeed Great Britain.

Tra il 1993 e il 2001 Fincantieri si focalizza nella progettazione e produzione di prodotti, quali navi da crociera, traghetti e navi militari. Nel ’98 la società conta 8 cantieri e opera attraverso due divisioni: navi mercantili e navi militari.

A partire dal 2005 il gruppo rafforza la sua strategia diversificando le proprie attività in tre nuove aree:
Mega Yachts, creando una nuova linea di prodotti “Fincantieri Yacht“, che si occupa della progettazione e costruzione di imbarcazioni di lusso di grandi dimensioni.
Riparazioni e trasformazioni navali.
Sistemi e Componenti: per rafforzare la propria attività come integratore di sistemi per la progettazione e costruzione di soluzioni chiavi in mano.

Nel 2006 l’azienda consegna il suo primo sommergibile U212A classe Todaro.

Dal 2008 al 2013 il gruppo decide di diversificare e internazionalizzare ulteriormente il suo business acquisendo negli Stati Uniti il gruppo Manitowoc Marine (oggi Fincantieri Marine Group), entrando nel mercato della difesa statunitense. Nel 2009, in joint venture con ABB (ABB), costituisce la società Seastema Spa, attiva nel settore dell’automazione. Nel 2010 sbarca in Medio Oriento, costituendo in joint venture, Etihad Ship Building LLC, per la costruzione e riparazione delle navi delle Marine Militari nell’area del Medio Oriente. Nel 2013 viene acquisito il gruppo Norvegese Vard, uno tra i leader a livello mondiale nella costruzione di mezzi di supporto offshor di alta gamma.

Nel 2014, a margine del varo del sommergibile Pietro Venuti (S 528) al cantiere di Muggiano, Leonardo (LDO.MI) (ex Finmeccanica) e Fincantieri hanno firmato un importante accordo di collaborazione per la costruzione di navi militari. Questo accordo prevede la collaborazione nelle attività di ricerca e innovazione e la possibilità di creare una rete di fornitori comuni per prodotti e componenti di base. Sempre quell’anno Fincantieri firma importanti accordi con Carnival Corporation (settore delle navi da crociera) e China State Shipbuilding Corporation (settore cantieristico) per la costruzione di navi da crociera. Nel 2015 vengono create due nuove società, Fincantieri SI, attiva nella progettazione, produzione e fornitura di sistemi innovativi integrati e Fincantieri (Shanghai) trading Co Ltd, filiale in Cina, per assicurare la presenza del gruppo nel mercato cinese.

L’affare STX

A gennaio del 2017 Fincantieri presenta un’offerta al tribunale di Seul per l’acquisto di STX. Ben presto si giungerà ad uno scontro con lo Stato francese, che detiene il 33% della società. Il nodo della vicenda è il cantiere navale di Saint Nazaire, dove vengono tra l’altro costruite le navi della Marina francese, inoltre i rappresentanti sindacali avevano espresso in più occasioni una forte preoccupazione per l’ingresso del gruppo italiano, ma ceo di Fincantieri, Giuseppe Bono, ha cercato di dissipare i timori garantendo il mantenimento dei livelli occupazionali e anzi assicurando un piano d’investimenti triennale da 100 milioni, con un programma di assunzioni da concordare.

A due settimane dal voto francese François Hollande dà il via libera all’operazione di salvataggio dei Chantiers de l’Atlantique di Saint-Nazaire. L’elezione di Macron cambiano i rapporti di forza e quest’ultimo decide che il precedente accordo vada rinegoziato, e a luglio, dopo mesi di trattative Emmanuel Macron ha scelto la linea dello scontro con Roma, annunciando la nazionalizzazione temporanea della società. Finalmente nel mese di settembre si giunge ad un ormai quasi insperato accordo in cui Fincantieri diventerà proprietaria del 50% dell’azienda d’Oltralpe. I francesi avranno l’altra metà delle azioni che saranno spartite fra lo Stato, l’azienda pubblica francese della cantieristica militare Naval Group (ex Dcns) e un gruppo di fornitori della regione di Saint-Nazaire. In compenso Parigi presterà per dodici anni l’1% della sua quota in Stx a Fincantieri.

Con più di 7.000 navi realizzate in oltre 230 anni di storia Fincantieri ha prodotto navi leggendarie in ogni epoca. Il Gruppo vanta, tra le unità prodotte nei propri cantieri, indiscusse icone della marineria internazionale quali l’Amerigo Vespucci, nave scuola dell’Accademia Navale Militare Italiana, e il transatlantico Rex, vincitore del premio “Blue Riband” per la più veloce traversata atlantica di una nave passeggeri nel 1933.

Una storia lunga 230 anni

Fincantieri ha chiuso il primo semestre del 2017 con ricavi per 2,3 miliardi di euro, in aumento dell’1,3% rispetto ai 2,27 miliardi ottenuti nella prima metà dello scorso anno; la variazione del giro d’affari è principalmente dovuta all’incremento dei ricavi del settore Shipbuilding, in particolare dell’area di business navi da crociera, che ha raggiunto un peso pari al 51% dei ricavi complessivi del gruppo. Lo scorso semestre ha registrato un’incidenza dei ricavi generati dal gruppo con clienti esteri pari all’86%, in leggero aumento rispetto all’85% del corrispondente periodo del 2016. In forte miglioramento il margine operativo lordo di Fincantieri, che è passato da 113 milioni a 146 milioni di euro; di conseguenza, la marginalità si è attestata al 6,3%. La società ha terminato lo scorso semestre con un utile netto (esclusa la quota di terzi) di 13 milioni di euro, rispetto ai 7 milioni contabilizzato nel primo semestre del 2016.

Fincantieri prevede per l’esercizio 2017 risultati in linea con le proiezioni economico-finanziarie del piano industriale 2016-2020. In particolare, nel secondo semestre del 2017 il management stima ricavi in sensibile crescita rispetto ai primi sei mesi dell’anno.

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mercoledì 26 luglio 2017

Datalogic innovazione tecnologica da 700% di ritorno in 7 anni

Il Gruppo Datalogic (DAL.MI) è uno dei principali produttori di lettori di codici a barre, mobile computer, sensori, sistemi di visione e marcatura laser e leader mondiale nel settore dell’identificazione automatica, dell’acquisizione automatica dei dati e dell’automazione industriale. I suoi prodotti vengono utilizzati nel settore manifatturiero, nella logistica e nei trasporti, oltre che nel comparto della grande distribuzione. Fondata a Bologna nel 1972 dall’Ingegner Romano Volta che ne è tuttora il principale azionista, ha il suo quartier generale a Lippo di Calderara di Reno, in Provincia di Bologna.

Datalogic vanta 45 anni di storia, durante i quali ha conseguito risultati sorprendenti quali: 1.200 brevetti in diverse giurisdizioni, centri di ricerca e sviluppo (in Italia, Stati Uniti, Cina e Giappone), migliaia di partner prestigiosi e clienti distribuiti nei cinque continenti.

Espansione Commerciale

In principio la produzione è rivolta ad apparecchi elettronici, ma nel giro di breve avviene la svolta verso la progettazione e produzione di controlli fotoelettrici per l’industria del tessile, delle ceramiche e dell’imballaggio. Durante gli anni 70 la società espande la sua rete commerciale nei principali paesi europei, nonché in Giappone e sopratutto negli Stati Uniti. L’espansione prosegue nel decennio successivo con presenze di stabilimenti, filiali e distributori nei cinque continenti di Europa, America, Oceania, Asia ed Africa.

Oggi, Datalogic è leader mondiale nel settore dell’acquisizione automatica dei dati e dei mercati di automazione industriale. L’azienda dispone di 12 centri di ricerca e sviluppo in tutto il mondo, impiega circa 2.700 collaboratori in tutto il mondo distribuiti in 30 paesi in Europa, Asia Pacifico, e negli Stati Uniti.

Ricerca e Sviluppo

Nei primi anni 80 viene dato un forte impulso alla ricerca nel campo della lettura ottica del codice a barre. Vengono realizzate importanti applicazioni industriali in Europa con gli esclusivi scanner a raggio laser per le quali Datalogic diventa un leader tecnologico di riferimento. E’ la svolta aziendale. 4 anni dopo, nell’aeroporto di Linate, la prima applicazione di lettore di codice a barre.

Alla fine degli anni 90 Datalogic realizza la prima applicazione RFID al mondo in un ufficio postale.

Acquisizioni Strategiche

Tra la fine degli anni 80 e l’inizio degli anni 90 Datalogic effettua una serie di acquisizioni strategiche, tra cui, la Escort Memory Systems in California, attiva nel mercato delle etichette elettroniche e RFID e
la società IDWare Mobile Computing & Communications, il maggiore produttore europeo di terminali portatili. Nel 2004 completata l’acquisizione di Laservall, azienda attiva nel settore della marcatura laser e l’anno dopo acquisisce Informatics, azienda americana che opera nel settore della vendita on line di prodotti per l’Identificazione Automatica. Fondamentale nello sviluppo di Datalogic l’acquisizione della americana PSC, con sede a Eugene, Oregon. Datalogic diventa così la terza società al mondo nel mercato dei lettori di codici a barre, raddoppiando il fatturato. L’acquisizione di PSC permette a Datalogic di affermare di essere un vero pioniere nella lettura del codice a barre.
Le acquisizioni proseguono per tutto il 2000 permettendo cosi a Datalogic di affermarsi come leader in diversi segmenti del suo settore.

Solidi Bilanci

Datalogic ha concluso l’esercizio 2016 con un giro d’affari di € 576,48 milioni, in aumento del 7,7% rispetto ai € 535,07 milioni ottenuti nell’esercizio precedente. Il margine operativo lordo è cresciuto del 22,5%, passando da 73,75 milioni a 90,37 milioni di euro, di conseguenza, la marginalità è migliorata dal 13,8% al 15,7%. Datalogic ha terminato lo scorso anno con un utile netto di € 45,85 milioni, il 13,1% in più rispetto ai € 40,55 milioni del 2015, nonostante un maggior carico fiscale registrato nel 2016 a seguito di recenti cambiamenti nella normativa di riferimento.

I ricavi preliminari delle vendite del primo trimestre 2017 si attestano a € 141,5 milioni con una crescita del 4,6% rispetto al primo trimestre 2016. Il booking nel corso del trimestre è stato pari a € 161 milioni, in aumento del 14,8% rispetto al primo trimestre 2016, a conferma delle aspettative di crescita anche per i mesi successivi.

Previsioni

Il management di Datalogic prevede per il 2017 di proseguire nella crescita dei ricavi ad un tasso superiore rispetto a quello dei mercati di riferimento, con un focus particolare in Nord America e APAC, mentre in EMEA i vertici ritengono di poter ulteriormente consolidare la propria posizione.

Evoluzione in Borsa

Datalogic S.p.A. è quotata all’índice FTSE Italia STAR della Borsa Italiana dal 2001 e negli ultimi 7 anni il titolo ha ottenuto un performance del 700%.

giovedì 13 luglio 2017

Marr Spa, eccellenza della distribuzione da +420% in 8 anni

Nel 1972 prende il via a Rimini l’attività della Società, all’epoca sotto la denominazione sociale di M.A.R.R., Magazzini Alimentari Riuniti Riminesi di Ceccarelli – Sberlati & C. s.n.c., per la fornitura e distribuzione di prodotti alimentari a ristoranti ed alberghi della riviera romagnola. Nel 1979 entra nel capitale il Gruppo Cremonini. Qualche anno più tardi la società inizia il commercio di prodotti ittici.

Oggi MARR serve più di 40.000 clienti della ristorazione commerciale (ristoranti, alberghi, villaggi turistici) e collettiva (mense, scuole, ospedali) con un assortimento di 10.000 prodotti alimentari (pesce, carni, alimentari vari, ortofrutta e attrezzature) che comprende un’offerta unica di prodotti a marchio proprio e in esclusiva. Il Gruppo si avvale di un’organizzazione commerciale di oltre 800 tecnici commerciali e una rete logistico-distributiva che copre l’intero territorio nazionale con 34 centri di distribuzione, inclusi 3 piattaforme di stoccaggio e 5 cash and carry, 4 agenti con deposito e si avvale di oltre 700 automezzi.

Da qualche anno il 33,3% del capitale societario è controllato da un pool di investitori istituzionali (capofila: Barclays Private Equity, Arca Impresa Gestioni SGR e Arca Merchant).

Importanti Acquisizioni

Inizialmente sceglie di effettuare acquisizioni mirate di operatori regionali, in particolare Adriafood, Copea, Discom, Venturi e Sanremomare. Negli anni ’90 MARR si sviluppa sul territorio nazionale, attraverso l’apertura di nuove filiali in Sicilia, Campania, Lombardia, Lazio, Veneto e Sardegna. Dopo il 2000 MARR acquisisce Sogema SpA, società operante nella distribuzione alimentare al Foodservice in Piemonte e Valle d’Aosta e in l’azienda commerciale di Sfera Srl, operante nella riviera romagnola e marchigiana. In quegli anni vengono acquisite As.Ca., società bolognese che s’inserisce nel piano di sviluppo nelle grandi città e il ramo di azienda di distribuzione al Foodservice di Prohoga, società operante in Trentino Alto Adige, area strategica per l’alta concentrazione turistica.

Nel 2007 viene sottoscritto il closing per l’acquisto di New Catering azienda di Forlì che permette a MARR di entrare nel segmento delle distribuzione alimentare a bar e ristorazione veloce. A dicembre viene formalizzato l’acquisto del ramo di azienda Jolly Hotel, primaria catena alberghiera nazionale, relativo alla distribuzione di prodotti alimentari agli alberghi del gruppo NH in Italia.

A luglio 2008 viene sottoscritto il contratto definitivo per l’acquisto della Emi.Gel, società con sede a Bentivoglio (Bologna) e attiva nella distribuzione di prodotti alimentari ai bar e alla ristorazione veloce.

A febbraio 2013 ha avuto decorrenza il contratto di affitto d’azienda delle attività di Scapa Italia S.p.A. (“Scapa”), che acquisirà l’anno successivo, attraverso il quale MARR ha rilevato la gestione dei centri distributivi di Marzano (Pavia) e Pomezia (Roma): due strutture ampie, moderne e ottimamente localizzate su cui vengono concentrate le attività logistiche e distributive della propria clientela dei National Account (operatori della Ristorazione Collettiva e della Ristorazione Commerciale Strutturata), razionalizzando ulteriormente le attività dedicate al segmento dello Street Market svolte dagli altri suoi centri distributivi. L’operazione Scapa permette inoltre a MARR di accedere ad un significativo portafoglio clienti nel segmento della Ristorazione Collettiva (segmento in cui Scapa si posizionava come primario operatore con importanti clienti internazionali) e di quello della Commerciale Strutturata, rafforzando così la sua leadership.

Nel 2015 viene acquisita SAMA S.r.l, società di Zola Pedrosa (Bologna), specializzata nella distribuzione di prodotti alimentari al bar e alla ristorazione veloce. Con oltre 6 milioni di Euro di fatturato nel 2014 e un’organizzazione di vendita di oltre 10 venditori, SAMA è un riferimento nella distribuzione ai bar nelle aree di Bologna, Modena e Reggio Emilia.

Ad aprile 2016 viene acquisita DE.AL., società abruzzese operante nella distribuzione alimentare al Foodservice col marchio “PAC FOOD”. Con oltre 60 milioni di Euro di vendite e un centro distributivo di oltre 7 mila metri quadri coperti localizzato ad Elice (Pescara), rafforza la presenza MARR nel medio adriatico. Il 1 ottobre prende avvio l’attività della Filiale MARR Adriatico.

Progetti per l’ambiente

MARR lancia uno specifico progetto dedicato alla Sostenibilità Ambientale e alla promozione di marchi di qualità per la ristorazione. Sul suo sito è stata resa disponibile una sezione dedicata alla Sostenibilità Ambientale con la descrizione delle misure adottate da MARR per la Tutela dell’ambiente e l’offerta di un’ampia gamma di Prodotti Verdi, prodotti provenienti da agricoltura biologica, prodotti DOP e IGP, prodotti del commercio equo e solidale e dalla pesca sostenibile.

Solidi Bilanci

Marr ha chiuso il 2016 con ricavi in crescita del 4,3% a 1,53 miliardi di euro; nell’esercizio precedente il giro d’affari della società di ristorazione si era fermato a 1,48 miliardi. In miglioramento anche il margine operativo lordo, salito da 105,67 milioni a 110,98 milioni di euro (+5%); di conseguenza, la marginalità è migliorata dal 7,1% al 7,2%. Marr ha terminato lo scorso anno con un utile netto (escluse le quote di terzi) di 58,52 milioni di euro, rispetto ai 58,08 milioni contabilizzati nel 2015 (+0,8%); in conseguenza a oneri non ricorrenti per 1,1 milioni di euro relativi alla riorganizzazione delle attività DE.AL., mentre nel 2015 era era stato contabilizzato un provento non ricorrente per 1,7 milioni relativo al saldo prezzo (più interessi) della cessione delle quote di Alisea.

I ricavi totali consolidati del primo trimestre 2017 sono stati pari a 328,3 milioni di Euro, in aumento rispetto ai 304,6 milioni del 1° trimestre 2016. In crescita anche EBITDA ed EBIT pari rispettivamente a € 15,4 milioni (14,7 milioni nel 2016) e a € 11,4 milioni (11,1 milioni nel 2016), con l’EBIT che ha risentito dell’incremento degli ammortamenti per investimenti di ammodernamento e ampliamento delle filiali e delle acquisizioni delle società DE.AL e Speca. Il risultato netto di periodo ha raggiunto i 6,7 milioni di Euro rispetto ai 6,2 milioni del 2016. Al 31 marzo 2017 il capitale circolante netto commerciale è stato pari a 269,5 milioni di Euro, in aumento rispetto ai 258,6 milioni della fine del 1° trimestre 2016 per effetto dell’aumento dei ricavi e di maggiori scorte dovute a specifiche politiche di approvvigionamento attuate in previsione della stagione estiva. Il patrimonio netto consolidato al 31 marzo 2017 è stato pari a 292,5 milioni di Euro (277,7 milioni al 31 marzo 2016). La società è pienamente soddisfatta anche perché i risultati arrivano in un anno di investimenti molto alti, i più alti di sempre: 227,8 milioni, di cui 116,6 solo per le acquisizioni.

In 5 anni il Gruppo ha portato i ricavi totali dai € 795 milioni del 2004 ai 1.530 milioni del 2016, con un utile netto che dai € 22,4 milioni del 2004 ha raggiunto i € 58,52 milioni a fine 2016.

Previsioni

Per il 2017 i vertici di Marr puntano a cogliere tutte le opportunità di mercato consolidando la propria quota di mercato e confermando i livelli di redditività raggiunti e l’attenzione al controllo dell’assorbimento del circolante.

Evoluzione in Borsa

Il 21 giugno 2005 le azioni MARR Spa (MARR.MI) vengono ammesse alla negoziazione sul segmento STAR di Borsa Italiana. Dal mese di ottobre del 2008 ad oggi il titolo ha reso il +420%. Non male.

giovedì 8 giugno 2017

Cerved Spa società di rating, 100% in due anni

Cerved Information Solutions S.p.A. è un gruppo con sede a San Donato Milanese che opera come Information Provider. Valuta la solvibilità e il merito creditizio delle imprese, monitora e gestisce il rischio di credito durante tutte le fasi e definisce strategie di marketing.

Nata nel 1974 come società informatica di gestione, elaborazione e distribuzione di banche dati nazionali ad opera delle Camere di Commercio del Veneto, Cerved è cresciuta innovando continuamente i propri prodotti, sviluppando nuovi business e integrando con successo numerose aziende, confermandosi leader di mercato da oltre 40 anni.

Nel 2008 ha ottenuto il riconoscimento ECAI (agenzia esterna di valutazione del merito di credito) da Banca D’Italia, diventando la prima agenzia italiana di rating le cui valutazioni del merito creditizio possono essere utilizzate ai fini del calcolo, con il metodo standard, dei coefficienti patrimoniali prudenziali delle banche in base all’ accordo di Basilea 2.

Importanti Acquisizioni

Cerved rimane disponibile ad acquisire Juliet, la piattaforma di recupero dei crediti in sofferenza di Banca Monte dei Paschi di Siena, la cui vendita è stata sospesa nei mesi scorsi, ed è in attesa di notizie. A fine febbraio Mps e Cerved avevano reso noto che le condizioni sospensive previste contrattualmente per il perfezionamento del progetto Juliet non si erano verificate entro il termine previsto e che pertanto l’accordo precedentemente raggiunto era privo di efficacia. In questo contesto, Cerved aveva comunque manifestato la propria disponibilità a estendere il termine delle trattative entro fine giugno. E lo scorso 2 maggio, in occasione della conference call sui risultati del primo trimestre 2017, l’ad di Cerved, Marco Nespolo, aveva confermato che la società sta discutendo con Mps “un nuovo accordo”. Nei prossimi 12 mesi dovrebbero vedere l’esecuzione alcune operazioni rilevanti per il sistema, per un totale di circa 50-55 miliardi di euro di Npl lordi: oltre a Mps (29 miliardi di Npl lordi più la potenziale vendita della piattaforma di gestione Juliet), la Resolution Vehicle Rev (9-10 miliardi), Veneto banca -Popolare di Vicenza (8-9 miliardi) e altre operazioni che vedono coinvolte Atlante. Cerved si aspetta di acquisire una quota di mercato consistente in funzione delle loro capacità/performance operative.

Cerved Credit Management Group ha siglato un accordo con Barclays Bank per affidare, in esclusiva al gruppo Cerved, il coordinamento dei servizi di gestione del portafoglio di mutui per un valore di circa 11,4 miliardi di euro, a partire da giugno di quest’anno. Questo accordo segue la firma della lettera di intenti avvenuta in data 7 febbraio.

Cerved e SACE (Gruppo Cdp) hanno finalizzato un accordo di collaborazione per offrire alle imprese servizi più efficaci in Italia e all’estero. Grazie all’accordo, le due società metteranno a disposizione dei rispettivi clienti i servizi di recupero crediti all’estero sviluppati da SACE e i servizi di recupero credito sul territorio nazionale sviluppati da Cerved Credit.

Ottima Trimestrale

Cerved Information Solutions ha chiuso il 2016 con ricavi per 377 milioni di euro, in aumento del 6,6% rispetto ai 353,5 milioni registrati nell’esercizio precedente. Su base organica l’incremento è stato del 4,1%. Il margine operato lordo adjusted è salito a 180 milioni di euro, il 5,4% in più rispetto ai 170,8 milioni del 2015; tuttavia, la marginalità si è ridotta dal 48,3% al 47,8%. La società ha terminato lo scorso anno con un utile netto di 58,7 milioni di euro, rispetto ai 3,6 milioni contabilizzati nell’esercizio precedente. L’utile netto adjusted, che esclude gli oneri e i proventi non ricorrenti, il costo ammortizzato dei finanziamenti, l’ammortamento dei plusvalori allocati emersi dai processi di aggregazione aziendale, è aumentato del 34,2% a 92 milioni. A fine 2016 l’indebitamento netto è sceso a 523,4 milioni di euro, rispetto ai 536,8 milioni di inizio anno. Nell’intero esercizio il flusso di cassa operativo del gruppo è stato pari a 144 milioni di euro.

Previsioni

Per il 2017 i vertici di Cerved Information Solutions prevedono una crescita dei ricavi e del margine operativo lordo, basato sul contributo di tutte le divisioni. Il management di Cerved Information Solutions ha proposto la distribuzione del dividendo 2017, relativo all’esercizio 2016, per un ammontare complessivo di 0,247 euro (0,218 euro ordinario e 0,029 euro straordinario); la cedola è stata staccata il 2 maggio e messa in pagamento il 4 maggio.

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Evoluzione in Borsa
Quotata nel listino All-Share di Borsa Italiana da giugno 2014, da inizio 2017 il valore dell’azione Biesse è cresciuto del 20%, mentre da gennaio del 2015 il titolo è salito del 117% circa.