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giovedì 1 settembre 2016

L'Arabia Saudita emette il primo bond da 15 miliardi

Bloomberg riporta che l’Arabia Saudita sta progettando di vendere le sue prime obbligazioni internazionale, circa 10 miliardi, ai primi di ottobre. Il paese spera di abbassare così il suo deficit di bilancio stimato in circa 80 miliardi di dollari di quest’anno. Il prestito obbligazionario è previsto dopo la riunione del FOMC di Settembre della FED per rimuovere ogni incertezza sui tassi di interesse in sospeso. La decisione dell’Arabia Saudita di accedere ai mercati internazionali dei capitali segue Abu Dhabi e Qatar, che hanno emesso obbligazioni per un valore di 5 e 9 miliardi di dollari nel mese di aprile e maggio 2016. Secondo Albawaba.com, il FMI stima che il Gulf Cooperation Council (GCC) hanno bisogno di 265 miliardi per coprire il loro deficit di bilancio 2016.

Il clamore per il debito sovrano saudita, potrebbe essere la più grande emissione di un mercato emergente nella storia, si presenta con tassi di interesse ai minimi storici in economie mature spingendo gli investitori a versare soldi nei mercati in via di sviluppo ad un ritmo record in una parte del mondo dove le economie sono meno stabili.

La notizia dell’emissione è stata resa ufficiale dal ministro delle Finanze di Riyad, Ibrahim Al-Assaf, sottolineando che il Regno sta lavorando sulle emissioni di obbligazioni internazionali. In effetti, l’Arabia Saudita, cosi’ come altri Paesi del Golfo Persico esportatori di greggio, intendono accedere ai mercati di capitale per slegare le loro finanze dagli introiti garantiti dall’export di oro nero. Tuttavia, ha precisato il ministro delle Finanze del Regno, i funzionari sauditi non hanno ancora deciso l’ammontare dei bond da collocare. Tutto dipendera’ dalle necessità del Governo.

I mercati emergenti sono tornati di moda per gli investitori. Secondo una nota di BlackRock le azioni dei mercati emergenti cita che la stabilizzazione della crescita e un contesto di tassi di interesse basso globale favoriscono le economie di mercato emergenti. Tornando all’emissione, l’Arabia Saudita è stata spronata dal crollo dei prezzi dell’energia, il principe Mohammed ha guidato un programma di riforma radicale volto a diversificare l’economia del regno lontano dalla dipendenza delle riserve di petrolio. L’offerta do emissione di 15 miliardi dovrebbe partire già nel mese di ottobre, si prevede anche che aprirà la strada per la più grande offerta pubblica iniziale di tutti i tempi da parte del produttore di petrolio Saudita Aramco.

Il debutto di Riyad sul mercato obbligazionario internazionale e’ certamente molto atteso soprattutto vista la forte domanda riscontrata a seguito delle emissioni di debito del Qatar, realizzate lo scorso mese in diverse tranche per un totale di 9 miliardi di dollari. Riyadh può restituire al mercato con una seconda tranche il prossimo anno se i prezzi del petrolio resteranno sotto i 50 dollari al barile.

Le finanze statali sono stati duramente colpite dal crollo continuo dei prezzi del petrolio, rallentando l’economia globale e costringendo Riyad a saccheggiare le sue riserve in valuta estera e prendere prestiti locali, ciò sta comprimendo ulteriormente un settore privato già colpito da ritardi nei pagamenti da enti statali.

Conclusioni

Se desiderate maggiori informazioni su questa emissioni o altre eventuali dei mercati emergenti potete iscrivervi gratuitamente alla nostra newsletter Domino Silver.

mercoledì 5 febbraio 2014

Il prezzo dell'Oro esplode grazie ai mercati emergenti

Economisti e i media rimangono convinti che l'economia e i mercati siano già in fase di recupero. Sulla stessa linea, ci attendiamo una diminuzione dell'Oro nel corso dell'anno. Ci basiamo anche sulle parole del consigliere economico dell'FMI, Olivier Blanchard, che ha spiegato la scorsa settimana che la crescita globale sarà in media del 3,7% nel 2014.

Ironicamente la storia che il recupero si basi sulla premessa che le banche centriali possano creare ricchezza semplicemente pompando i loro bilanci sembra solida come un castello di carte. Diversi mercati emergenti hanno sofferto un vero terremoto economico, soprattutto nei loro mercati valutari, i quali hanno provocato perdite nei mercati mondiali più sviluppati che non si vedevano da 6 mesi. Lo yen e il franco svizzero sono stati considerati un rifugio sicuro, proprio come Oro e obbligazioni del Tesoro USA.

Bloomberg dice che questo è il peggior selloff in valute dei mercati emergenti degli ultimi cinque anni:
Gli investitori stanno perdendo fiducia in alcuni dei più grandi paesi in via di sviluppo, estendendo la disfatta della valuta. Mentre Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa sono stati i motori della crescita globale a seguito della crisi finanziaria del 2008, i mercati emergenti ora rappresentano una minaccia per la stabilità finanziaria mondiale.

Argentina, Venezuela e Turchia sono stati colpiti duramente. Il Peso argentino e la Lira Turca hanno perso un valore significativo rispetto alle principali valute la scorsa settimana.

In Argentina la banca centrale ha limitato le vendite di dollari volti a puntellare il peso e preservare le riserve internazionali che sono cadute al un minimo di sette anni. La banca centrale ha detto che avrebbe alzato di due anni i controlli valutari permettendo l'acquisto di dollari per il risparmio a partire dalla prossima settimana. Il governo ha detto oggi che non interverrà nel declino del peso, consentendo al mercato, che è per lo più chiuso agli acquirenti di dollari, di adeguare i prezzi.
La banca centrale turca ha tentato un intervento sul mercato per fermare la caduta della lira ai minimi storici, qualcosa che non hanno fatto da due anni.
Gli investitori stanno speculando e la banca centrale sta cercando di puntellare la lira dalla combustione attraverso riserve valutarie che si riveleranno inutili senza alzare i tassi di interesse.
La perdita del potere d'acquisto per le persone in possesso del Peso argentino è sorprendente :

- Il Peso ha chiuso Venerdì 31 gennaio a 8.0 dollari.
- Da metà gennaio il Peso perso il 17,6% del suo valore rispetto al dollaro.
- Tre mesi fa il Peso era pari a 5,9 dollari, un calo del 35,5%.
- Da settembre 2012, il Peso ha perso il 69% rispetto al dollaro.

La perdita di valore della lira turca non è così drammatica come il Peso ma è comunque dolorosa:

- La Lira chiuso Venerdì 24 gennaio a 2.26 dollari.
- Da metà gennaio ha perso il 4,4% del suo valore rispetto al dollaro.
- Tre mesi fa era pari a 1,97 dollari, un calo del 19,2%.
- Da settembre 2012 ha perso il 27% rispetto al dollaro.

Questo grafico mostra il prezzo dell'oro in dollari (linea gialla) e il Peso (linea blu). La linea nera è il tasso di cambio del Peso rispetto al dollaro.



Sebbene i Media-Mainstream i quali continuano a tranquillizzarci dicendoci che, l’attuale crisi dei mercati emergenti sia meno pericolosa di quella delle Tigri Asiatiche del 1997-98 (in quanto detti paesi avrebbero riserve valutarie cospicue, di oltre 7 mila miliardi di dollari), ci sembra corretto evidenziare che, il crollo delle valute, dei bonds e delle economie degli "emergenti" e' tutt'altro che da prendere alla "leggera".

È interessante notare che l'esplosione del prezzo dell'oro nel Peso e Lira ha spinto il prezzo dell'oro in alto. Questa è una evoluzione importante, in quanto indica che l'oro è una risorsa monetaria. Si noti che l'oro è andato più in alto anche senza timori di inflazione. Questo potrebbe essere uno di quei catalizzatori che potrebbero rompere la tendenza al ribasso nell'Oro delle principali valute.

La ragione di fondo per le turbolenze dei mercati emergenti si dice essere attribuita ad una fuga di capitali fuori da tali mercati. Direttamente collegato a questo c'è la paura di un rallentamento dell'economia cinese e americana. Qual'è l'importanza di questo per gli investitori occidentali ?.

In sostanza, fino ad oggi, c'è stato un racconto che circonda la Federal Reserve che ha ottenuto credito per i risultati economici positivi, dopo aver fermato l'implosione del sistema finanziario nel 2009. Tuttavia, non vi è ancora alcuna evidenza empirica che il piano abbia funzionato. Dobbiamo notare che l'attuale tipo di situazione, caratterizzata dall'assottigliamento del sistema monetario è unico nella storia.

Non crediamo in una recessione o bolla come nel 2008, un forte ritracciamento è già in atto e crediamo possa continuare ancora per qualche settimana, lo dimostrano i futures dei prossimi mesi che vedono lo S&P500 Long per la fine dell'anno. Il problema è la psicologia, il selloff e le prese di profitto sono umane e nessuno può farci nulla, ma umanamente siamo portati a non tenere i soldi liquidi ma a reinvestirli in qualcos'altro, soprattutto dopo che abbiamo guadagnato molto nel 2013. Ecco perchè l'Oro potrebbe salire di molto, il primo bene di rifugio dopo il dollaro che però non sta vivendo momenti facili.

Nessuno sa esattamente il timing, ma visti gli effetti che stiamo vedendo nei mercati emergenti, sembra probabile che un L'oro salirà molto probabilmente. La nostra convinzione è che, una volta che saranno attuati i cambiamenti delle banche centrali, le principali valute saranno probabilmente colpite da una crisi di fiducia. Questo è uno dei catalizzatori più ragionevoli per l'Oro.

martedì 8 ottobre 2013

I mercati emergenti potrebbero riavere il loro buy-appeal

Dopo un decennio di forte crescita e di una rapida ripresa dopo il crollo della banca d'investimento statunitense Lehman Brothers, i mercati emergenti stanno vedendo un rallentamento della crescita. La loro crescita media è ora dell'1,5% in meno rispetto al 2010 e 2011. Questo è un fenomeno molto diffuso: la crescita ha rallentato in tre su quattro mercati emergenti. Quota è assai elevata, in passato tali rallentamenti, erano presenti e persistenti solo durante crisi acute globali.

Grafico dell'andamento dei mercati emergenti negli ultimi 10 anni

La nostra analisi attribuisce il rallentamento in parte a forze cicliche, inclusa una domanda esterna più debole e in parte alla strozzature strutturali, ad esempio nel settore delle infrastrutture, i mercati del lavoro e del settore energetico. Questo è successo a dispetto di politiche di sostegno nazionali macroeconomiche, condizioni favorevoli del commercio e di finanziamento facil, che solo di recente ha cominciato a dare peso alla nostra tesi. Tuttavia, una parte non banale del rallentamento rimane inspiegabile, suggerendo che altri fattori dei mercati emergenti siano in gioco.

Crescita del PIL reale dei mercati emergenti negli ultimi dua anni, grafico

La crescita è destinata a perdurare nel tempo ?

L'attuale rallentamento solleva la questione se i mercati emergenti possano rimbalzare e tornare ai tassi di crescita osservati negli ultimi dieci annni o se ci siano le prospettive. La forte domanda esterna e lo sviluppo di forniture hanno portato una maggiore crescita attraverso il commercio e la specializzazione nel 2000. Le prudenti politiche hanno ripagato con 10 anni di grande crescita. I paesi hanno gestito le loro economie nei "bei tempi" avendo più potenza di fuoco per far fronte alla crisi finanziaria globale. Al contrario, le economie con grandi squilibri esterni e finanziari, tra cui gran parte dell'Europa emergente, stanno attraversando un processo di riduzione dolorosa della leva finanziaria e hanno sperimentato una ripresa più lunga dal 2008.

Se questo rallentamento è di lunga durata dipende da quanto è considerato strutturale - gergo usato dagli economisti per riflettere sui cambiamenti fondamentali nel potenziale di crescita di un'economia. Ma il potenziale di crescita è una metrica non osservabile. Tenendo conto del fatto che il finanziamento a buon mercato e l'aumento dei prezzi delle materie prime negli ultimi dieci anni hanno sollevato gli investimenti e la crescita in molte economie, e il fatto che tali vendi favorevoli stiano svanendo, si stima che la crescita "potenziale " del mercato emergente sia rivisto rivista al ribasso. Le previsioni dell'FMI per la crescita dei prossimi cinque anni saranno in calo di 0,7 punti percentuali rispetto a ottobre 2012.

Questo significa che i politici dei mercati emergenti hanno bisogno di riconoscere che cresceranno a tassi inferiori rispetto al passato. In caso contrario rischiano di stimolare le loro economie e generare squilibri che torneranno a perseguitarli. Ma ci sono cose che si possono fare per generare una maggiore crescita sostenibile.

Ridare enfasi alle vecchie sfide

Questa discussione assume ulteriore significato quando prendiamo in considerazione l'inasprimento imminente dei tassi di interesse globali. In seguito all'annuncio della Fed, alcuni mercati emergenti hanno registrato grandi e dirompenti deflussi di capitale. I mercati emergenti più vulnerabili, quelli con deficit più elevati e in crescita, e con inflazione elevata, hanno visto un deprezzamento del tasso di cambio. Le politiche saranno fondamentali nel prossimo futuro, in quanto gli investitori sapranno sempre più distinguere i paesi dei mercati emergenti in base ai loro quadri politici e la salute dei loro bilanci.

Come possono i mercati emergenti ottenere di nuovo il loro buy-appeal ? Col rischio di ribadire ciò che può sembrare "banale", i paesi avranno bisogno di individuare le giuste riforme per eliminare i colli di bottiglia che possano alimentare un aumentano della produttività e spostare le loro economie verso una crescita maggiore. Questo significa affrontare le persistenti barriere alla crescita sul lungo termine, spingendo sugli investimenti nelle infrastrutture e il miglioramento del clima aziendale.

La posta in gioco è alta e la necessità di un'azione politica decisa è immediata, dato che il tempo necessario per attuare determinate misure strutturali è sempre più scarso. Il rimbalzo dei mercati emergenti non sarà veloce o facile, per questo motivo i politici dovranno iniziare presto se vogliono evitare il rischio di perdere un decennio.

giovedì 29 agosto 2013

La crisi siriana e dei mercati emergenti darà il via ad una nuova recessione ?

Il copione è pronto per il resto del 2013. Diamo uno sguardo in autunno, la Federal Reserve avrebbe lentamente iniziato a calare il "buy bond" da 85 miliardi di dollari o quantitative easing che in questi anni ha pompatp denaro fresco nei mercati. I rendimenti obbligazionari avrebbero iniziato a salire lentamente. L'economia avrebbe balbettato, ma alla fine si sarebbe arresa all'evidenza, non si può immettere denaro per sempre nel mercato senza poi pagarne lo scotto, e la politica monetaria avrebbe cominciato lentamente a tornare alla normalità.

Il problema è che la storia non sta andando nel modo in cui avrebbe voluto la fed. La minaccia di una fine del QE negli Stati Uniti aveva iniziato a creare una crisi nei mercati emergenti. Ora la minaccia di un'azione militare in Siria intensificherà la spirale verso il basso. Che tra l'altro sta per diffondersi anche nell'Europa quasi fuori dalla crisi, con i paesi periferici già pronti a lamentare problemi di risanamento.

Mentre l'agitazione in Siria sale sempre di più, la crescita globale pagherà una depressione. Il risultato ? La Fed proseguirà a stampare soldi più a lungo di quanto previsto, non avrà altra scelta.

Per tutta la scorsa settimana, i mercati emergenti hanno iniziato a traballare. L'India sembrava di entrare in una crisi finanziaria in piena regola con la Rupia che continua a toccare minimi storici. Lungi dal trasformarsi in una superpotenza economica - come doveva essere quando i BRIC erano di gran moda - ora invece siamo di fronte ad un caso disperato. La crescita ha subito un rallentamento, l'inflazione è in aumento e il governo è spaventato da grossi deficit (ma non l'avevamo già sentita questa ?). Il capitale sta cominciando a lasciare il paese.



Il Brasile non è in forma molto migliore. La scorsa settimana la banca centrale ha dovuto "buttare" 60 miliardi dollari per puntellare la valuta USDBRL dopo essere scesa al minimo di cinque anni contro il dollaro.

La crisi sta cominciando a diffondersi in altri importanti mercati. In Turchia è già partita attraverso una ribellione politica e ora c'è lo sconvolgimento economico, come da copione. La lira turca USDTRY è in caduta libera e le obbligazionaria a 10 anni solo salite al di sopra del 10%. I titoli indonesiani JAKIDX sono sceso del 5% in una sola seduta e sono stati gettati ai minimi del 2013. Gli investitori hanno paura e dopo anni di accumulo nei mercati emergenti portando fuori i capitali.

Ora c'è la prospettiva di un intervento militare da parte degli USA e della Gran Bretagna nella guerra civile in Siria. L'uso di armi chimiche lascia le grandi potenze con poca scelta: se accettiamo che i regimi brutali possono utilizzare gas contro la propria gente per rimanere al potere, allora il loro uso si diffonderà.

Il problema è che si tratta di un brutto momento per i mercati. Un intervento in Siria minaccia di sconvolgere il Medio Oriente e rilancia verso l'alto i prezzi del petrolio. Renderà gli investitori nervosi e se i russi continueranno ad insistere sul backup del regime di Assad ad oltranza, può persino trasformarsi in un conflitto ancora più grave di quanto chiunque abbia calcolato.

Le nuove economie in via di sviluppo sono sempre state volatili, e dopo più di un decennio di stabilità e di crescita un selloff era quasi matematico. La guerra civile in Siria sono mesi che attende la proverbiale goccia, ed è sempre improbabile che l'Occidente stia a guardare senza muovere un dito. Il problema è che sia la crisi dei mercati emergenti sia il conflitto siriano avranno due grandi conseguenze per il resto dell'economia mondiale.

La prima è che questi paesi sono molto più importanti di quelli di una volta. Il mondo non ha visto una vera e propria crisi dei mercati emergenti dal crollo finanziario asiatico del 1990. Sono stati in via di sviluppo fino ad oggi. Il risultato di oltre un decennio di crescita ininterrotta li hanno resi molto ricchi e rappresentano una quota di gran lunga maggiore del commercio mondiale rispetto qualche anno fa. Circa il 50% dell'economia mondiale è oggi rappresentato dai mercati emergenti. Se la crescita di quelle economie fosse crollata negli anni 90 il suo impatto sarebbe stato contenuto. Ora si rischia di far precipitare il mondo in recessione.

La seconda è che gran parte della zona euro è ora, a tutti gli effetti, un mercato emergente. I paesi periferici dell'Europa - Grecia, Cipro, Italia, Spagna, Portogallo e Irlanda - hanno molte delle stesse caratteristiche di nazioni come Thailandia e Malesia degli anni 90. Hanno enormi debiti in quello che è a tutti gli effetti una valuta - l'euro - su cui non hanno alcun controllo. Il capitale rischia di fuggire al primo segno di guai seri. Non hanno la possibilità di stampare la propria valuta per uscire dai guai.

Se la crisi dei mercati emergenti si diffonderà, e se un intervento militare in Siria spingerà verso l'alto il prezzo del petrolio, la zona euro sarà spinta in recessione molto rapidamente, il 70% dell'economia globale potrebbe essere a un punto morto.

Dove si colloca la Fed ? In una correzione. In realtà, gli Stati Uniti non possono semplicemente dare una spinta al problema dei mercati emergenti o di un conflitto in Medio Oriente considerandola una questione di poco conto. La propria crescita dipende dal commercio con quelle nazioni, e così è la stabilità del suo sistema bancario. Con nessuna espansione in questi mercati, la crescita USA evapora, e con essa il caso di un possibile tapering.

La lezione del Giappone è che è molto più facile iniziare il quantitative easing che fermarlo. La Federal Reserve sta per imparare la lezione. Nel corso delle prossime settimane, il "Septaper" sarà tranquillamente accantonato. Si può cercare di porre fine al QE in febbraio o marzo del prossimo anno - ma da allora qualche nuova crisi potrebbe essere alla porta.

mercoledì 19 giugno 2013

Quali mercati emergenti sono a buon mercato ?



I mercati emergenti dall'inizio dell'anno stanno soffrendo abbastanza, anche se il mercato azionario statunitense è parecchio a credito, i mercati emergenti nel loro complesso sono in rosso. L'immagine qui sotto mostra l'andamento dell'ETF Vanguard FTSE Emerging Market da Gennaio 2013 ad oggi. Come potete notare l'ETF mostra una flessione di più dell'8%.

Quali mercati emergenti sono a buon mercato ? ETF Vanguard FTSE Emerging Markets 2013

La prima cosa che dobbiamo chiederci, quando vediamo un asset di negativo, è se il problema sta nel sentiment degli investitori non più attratti da quell'investimento o se esiste un qualche deterioramento dei fondamentali. Se riusciamo a stabilire che il sentiment fa da padrone, allora potremmmo essere di fronte ad un buon momento per acquistare. Con questo articolo cercheremo di valutare i vari mercati emergenti per capire quali sono ancora dei buoni affari e quali no.

La metodologia utilizzata per analizzare

Anche se ci sono una varietà di diversi metodi di valutazione per i mercati azionari, in questo articolo utilizzeremo l'analisi dei flussi di cassa per i mercati azionari di interi paesi. La crescita degli utili futuri sarà una funzione diretta della futura crescita economica e i mercati azionari saranno rappresentati da un ETF, in pratica utilizzeremo L'implied Correlation Index:
L'implied Correlation Index mette a confronto il rischio del mercato nel suo insieme a confronto con il rischio dei singoli titoli azionari (il tutto viene misurato in base la premio delle opzioni). E' un indice che, un pò come il VIX, ci da un'idea di quali sono le aspettative degli operatori. In teoria il rischio di mercato dovrebbe essere inferiore a quello dei singoli titoli dato che questi hanno earnings, notizie, acquisizioni etc. che li rendono più rischiosi rispetto al mercato nel suo complesso. Quando anche il mercato comincia a diventare rischioso quanto un singolo titolo le cose non vanno molto bene...
Questo metodo non è semplice e dobbiamo discutere di un paio di punti:

1) Attualmente gli ETF disponibili da utilizzare come benchmark ragionevoli per il mercato azionario di un paese intero sono molti

2) Qualsiasi crescita economica sarà condivisa tra capitale e lavoro in proporzioni attuali. Questo fa si che ci si allontani dalla realtà, alcuni dati potrebbero risultare errati.

Per poter ovviare a questi punti negativi bisogna fare un salto nel passato e analizzare a ritroso ciò che è avvenuto in situazioni simili, per questo motivo abbiamo analizzato vari ETF i quali ci hanno fornito aspettative di crescita che suggeriscono come divergono dalle previsioni di crescita attuali per il 2013. In più abbiamo utilizzato un valore di calcolo della crescita identico per ragioni di semplicità. L'analisi eseguita col nostro algoritmo ha portato al risultato mostrato nella tabella qui sotto.

La tabella mostra le divergenti aspettative di crescita all'interno dei corsi azionari:



Ciò che notiamo non deve soprenderci più di tanto, gli investitori hanno aspettative di crescita più pessimistiche per la Russia, Polonia e Turchia. Tutti e tre hanno una significativa esposizione dell'eurozona, a causa della questione Siria sono a rischio Turchia, Russia e Polonia, in più questi paesi hanno un serio problema demografico con l'invecchiamento della popolazione più alto e la Russia inoltre è famosa per i suoi problemi di governance. D'altra parte, gli investitori sono molto ottimisti circa la crescita futura in India, Cile, Filippine, Taiwan e Messico.

Aspettative contro Proiezioni

Molto spesso quando si parla di investimenti la psicologia ha un ruolo importantissimo. Anche se gli investitori appaiono troppo ottimisti nei confronti di diversi mercati emergenti, la storia suggerisce che le valutazioni ottimistiche sono spesso sovraesposte mentre le valutazioni pessimistiche danno luogo a occasioni. Proprio perchè l'investitore medio tende ad acquistare un titolo di cui sente parlare bene spesso associandolo ad un buon affare, ma come capita a volte, dal momento in cui se ne sente parlare spesso, questo è sovrastimato. "Abbiamo perso il timing".

Per avere un'idea della misura in cui gli investitori sono d'accordo con gli econometrici, abbiamo sottratto il tasso di crescita implicito incorporato nei prezzi azionari dalle previsioni di crescita economica per il 2013. Il risultato è la tabella qui sotto:

Proiezioni di crescita paesi emergenti 2013

Nella figura sopra, i paesi sotto lo 0% rappresentano i mercati in cui i prezzi suggeriscono che :

1.) Che gli economisti sono eccessivamente ottimisti circa le loro proiezioni per il 2013, oppure
2.) I livelli di crescita del 2013 sono insostenibili.

Al contrario i paesi sopra lo 0% rappresentano mercati in cui i prezzi suggeriscono che:

1.) Gli economisti sono troppo pessimisti circa le loro proiezioni per il 2013, oppure
2.) I livelli di crescita del 2013 saranno seguiti da una crescita più robusta nel futuro.

I paesi per i quali la differenza tra il tasso di crescita implicito nei prezzi azionari e la crescita prevista nel 2013 è inferiore ai due punti percentuali non ci interessa: il futuro è incerto e le valutazioni di questi mercati cadono entro un ragionevole margine di errore. Questo lascia tre mercati verso cui gli investitori sembrano avere un pessimismo irragionevole, Russia (ERU), Cina (MCHI) e Perù (EPU).

Dividendi come margine di sicurezza

Dato che stiamo discutendo sul lungo periodo, i dividendi saranno una componente importante nei rendimenti complessivi. Questo è il caso soprattutto per i titoli azionari dei mercati emergenti, che spesso portano alti rendimenti. I dividendi possono fornire un margine di sicurezza per gli investimenti, perché i dividendi reinvestiti possono compensare un deprezzamento. Ho quindi sottratto i rendimenti finali da crescita implicita per vedere quali mercati offrono rendimenti sufficientemente buoni da produrre rendimenti, anche se la crescita degli utili è inferiore.



Nella figura sopra, una percentuale bassa o negativa suggerisce che semplicemente reinvestendo i dividendi saranno sufficienti a fornire una buona copertura di crescita. Una cifra elevata suggerisce che reinvestendo i dividendi attuali non saranno necessari per fornire rendimenti richiesti e quindi gli investitori dovranno sipendere dalla crescita degli utili o l'aumento dei dividendi distribuiti.

Prendete per esempio la Russia. Alle valutazioni attuali, la Russia ha un tasso di crescita implicito del -1,7% (P/E 7.7), ma un rendimento finale del 2,5%. Questo ci fornisce un valore aggiuntivo, anche se la crescita degli utili per le società sono deboli. D'altro canto, il tasso di crescita implicito per l'India (INDA) è del 7,2%, mentre i dividendi finali sono dello 0,40%. Ciò significa che la crescita degli utili dovrà fare il lavoro pesante per produrre buoni rendimenti a lungo termine.

Le implicazioni di un investimento sui mercati emergenti

In conclusione, non so se i mercati emergenti in generale sono sopravvalutati o sottovalutati, ma alcuni mercati particolari sembrano essere buoni affari in questo momento. Alle valutazioni e rendimenti attuali, la Russia, la Cina e il Perù sembrano particolarmente interessante. D'altra parte, gli investitori sono molto ottimisti sul Brasile (EWZ), India, Cile (ECH), Taiwan (EWT), Messico e Sud Africa. A questo punto non vediao strategia per ora in Corea del Sud (EWY), Filippine (EPHE), Malesia (EWM), Indonesia (EIDO) o Turchia (TUR).

Gli investitori interessati ad un'esposizione in Cina potrebbero anche voler aggiungere una posizione in Taiwan sul breve come copertura del rischio o sovralimentare i rendimenti. Allo stesso modo, il Perù potrebbe prendere in considerazione una posizione in Brasile come compensazione.

Le informazioni e i dati sono ritenuti accurati, ma non ci sono garanzie. Domino Solutions non è un consulente d'investimento e non offre consigli specifici di investimento. Le informazioni qui contenute sono solo a scopo informativo

sabato 26 gennaio 2013

La corsa al ferro delle società minerarie in Australia

One Million Dollar Portfolio dal 2010 ad oggi +92.60%
Stock Win Usa Portfolio dal 2010 ad oggi +135.36
Europa Vincente Portfolio dall'inizio del 2012 +31.56%
ETF migliori dal 10 ottobre 2012 +12.12%
Gemme nascoste nel 2012 +331.84%
Visione del nostro portafoglio One Million Dollar + 92.60%
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Possiamo definire ciò che sta accadendo nel Pilbara una vera e propria corsa al Ferro. In gara ci sono tre società minerarie di cui una fa parte del nostro portafolio One Million Dollar: Rio Tinto Plc (RIO), BHP Billiton Limited (BHP) e Fortescue Metals Group (FSUMF). Tutte e tre le società sono esposte alla volatilità del prezzo del ferro che si basa principalmente alla richiesta del più grande importatore al mondo, guarda caso la Cina.

Ma cosè il Pilbara ?
La regione Pilbara dell'Australia famosa per l'estrazione di ferroIl Pilbara è una delle nove regioni dell'Australia Occidentale, situata nella parte centro-settentrionale dello stato. L'economia del Pilbara è principalmente dominata da industrie minerarie, estrattive e petrolifere. La maggior parte delle ingenti riserve di ferro dell'Australia sono estratte nell'area mineraria della zona di Tom Price e Newman, mentre enormi giacimenti di manganese si trovano a 400 km a sud di Port Hedland.
La sicurezza militare della regione è di competenza del Pilbara Regiment, una particolare unità delle Forze Armate Australiane che è stata specificatamente organizzata per poter svolgere i pattugliamenti a lungo termine (della durata anche di settimane) che risultano necessari per monitorare le aree più remote ed inaccessibili del Pilbara orientale.

Come si dividono il ferro le 3 miniere
La zona permette un'uscita annualizzata di 500 milioni di tonnellate di Ferro, essendoci tre società minearie la divisione di produzione è così suddivisa: Rio Tinto Plc (RIO) il 15 gennaio 2013 ha reso noto di aver estratto 253 milioni di tonnellate, circa il 50% della produzione, BHP Billiton Limited (BHP) dovrebbe a giorni presentare i propri dati, circa 160 milioni di tonnellate mentre la più piccola delle tre, Fortescue Metals Group (FSUMF) potrebbe raggiungere l'obiettivo delle 155 milioni di tonnellate per l'ultimo trimestre 2012.

Analisi tecnica del titolo azionario Rio Tinto (RIO) del gennaio 2013


Il mese di Gennaio è dedicato ai rapporti di produzione delle miniere di ferro, Rio Tinto Plc (RIO) ha riportati i suoi dati il 15 gennaio, BHP Billiton Limited (BHP) il 23 gennaio e Fortescue Metals Group (FSUMF) il 24 gennaio.

I dati finanziari invece escono a febbraio, Rio Tinto Plc (RIO) li mostrerà il 14 febbraio, BHP Billiton Limited (BHP) e Fortescue Metals Group (FSUMF) il 20 febbraio.

Quali sono i piani di espansione
Tutte e tre le miniere hanno grandi pani di espansione, il governo federale australiano ha presentato una sua previsione per l'estrazione del ferro dall'area del Pilbara. Si aspettano un'estrazione di 1000 milioni di tonnellate entro la fine del 2020. Vediamo ora quali sono le previsioni per ogni singola società:

Rio Tinto Plc (RIO) punta ad una estrazione di circa 290 milioni di tonnellate entra la fine del 2013 e 360 milioni di tonellate entro la fine del 2014.

BHP Billiton Limited (BHP) punta ad una estrazione di 240 milioni di tonnellate entro la fine del 2014 e 350 milioni di tonnellate entro il 2020, inoltre la società ha preparato circa 20 miliardi di dollari per l'espansione delle sue aree portuali, fondamentali per raggiungere l'obiettivo del 2014.

Fortescue Metals Group (FSUMF) ha invece costruito da zero impianti portuali, la gestione di carico, nuove ferrovie e le infrastrutture giuste per sostenere il suo obiettivo di 155 milioni di tonnellate per la produzione del 2012. La produzione di questa società è stata incredibile, nel 2010 ha estratto circa 27 milioni di tonnellate, nel 2011 sono arrivati a 40 milioni di tonnellate e nel 2012 ha raggiunti i 55 milioni di tonnellate. Il 4 Gennaio ha aggiunto 100 milioni di tonnellate rggiungendo così l'obiettivo di 155 milioni di tonnellate.

C'è da sottolineare che Rio Tinto Plc (RIO) e BHP Billiton Limited (BHP) si trovano nella regione del Pilbara da molto più tempo godendo così di costi di produzione molto più vantaggiosi.

Conclusione
Il ferro è sicuramente la materia prima industriale più importante dopo il petrolio. La crescita dei mercati emergenti si è vista anche dai rapporti presentati da General Electric. La Cina è il maggior produttore di ferro ma le sue miniere risultano le più costose quando si parla di estrazione e oltretutto si stanno esaurendo. Quindi i cinesi saranno costretti ad importare molto ferro nei prossimi anni per far fronte alla costruzione delle loro infrastrutture. i bassi costi delle spedizioni dall'Australia fanno si che la zona di Pilbara possa essere il futuro dell'estrazione del ferro nei prossimi 5 anni diventando uno dei più grandi giacimenti del mondo.

Le informazioni e i dati sono ritenuti accurati, ma non ci sono garanzie. Domino Solutions non è un consulente d'investimento e non offre consigli specifici di investimento. Le informazioni qui contenute sono solo a scopo informativo

mercoledì 19 settembre 2012

Analizzati alcuni titoli ottimi in un eventuale periodo di stagnazione economica


One Million Dollar Portfolio dal 2010 ad oggi +95.22%
Stock Win Usa Portfolio dal 2010 ad oggi +131.90
Europa Vincente Portfolio dall'inizio del 2012 +26.81%


L'ultima recessione, quella del 2008, è ufficialmente terminata a metà del 2009 ma la ripresa economica ancora non è ad un buon livello, tutt'altro. Il problema della disoccupazione preoccupa non poco, con una percentuale intorno all'8% da quasi 4 anni e il PIL non sembra voler tornare sopra il 2%.

E proprio la causa di questa crescita lenta che la Federal Reserve ha recentemente annunciato il suo terzo round di quantitative easing. Ma non aspettatevi che il QE3 possa stimolare improvvisamente di un +3% la crescita del PIL. I primi due di certo non l'hanno fatto.

Cosa deve guardare allora l'investirore in questa condizione stagnante ? Quali titoli dovrebbe analizzare per ottenere comunque una crescita sfruttando il periodo ?

Controllare i livelli di crescita economica: il tasso di disoccupazione probabilmente non scenderà di un tasso significativo nel prossimo futuro a breve termine (1-2 anni). Questo significa che i salari rimarranno stagnanti e i budget ristretti per la classe media e gli investimenti per la casa. Come risultato, la gente andrà a caccia di affari nei negozi che offrono i prezzi più bassi. Questa è davvero una continuazione di un trend cominciato con la recessione e mai terminato finora.

Aziende protette contro i competitor: Proprio come un fossato che protegge il castello dalle invasioni, un "fossato" economico protegge un'azienda dalla concorrenza che cerca di rubare quote di mercato e ridurre i profitti. Le aziende che possono sostenere i loro vantaggi competitivi nel lungo periodo dovrebbero fornire ai loro azionisti rendimenti superiori alla media, anche se l'economia è in fase di rallentamento.

Dividendo: i rendimenti dei titoli sono ridicolmente bassi in questo momento e rimarranno tali per il prossimo futuro dato che la Fed mantiene la sua politica monetaria accomodante. Questo rende i rendimenti dei dividendi di alcuni titoli molto attraenti. Le aziende con bilanci solidi, forti flussi di cassa e una storia di innalzamento di dividendi sono quelli da tenere d'occhio.

Mercati emergenti: l'opportunità di crescita potrebbe essere basse nelle economie sviluppate, ma una classe media in rapida crescita in alcuni mercati emergenti offre straordinarie opportunità. Molte società statunitensi hanno visto questa tendenza in arrivo per anni e hanno già stabilito una presenza significativa all'estero per continuare a guidare i loro profitti verso l'alto.

Abbiamo analizzato 2 società buone per un periodo di crescita economica lenta

TJX Companies Inc. (TJX)
TJX Companies Inc. è è un rivenditore di prodotto di abbigliamento e per la casa a basso costo negli Stati Uniti e nel mondo. Opera in quattro segmenti di business. Ha due segmenti negli Stati Uniti, Marmaxx (TJ Maxx e Marshall) e HomeGoods, uno in Canada, TJX Canada e uno in Europa, TJX Europa. Come risultato del consolidamento della catena A.J. Wright, tutti i negozi A.J. Wright hanno cessato le operazioni alla fine di febbraio 2011. I negozi A.J. Wright sono stati convertiti in begozi T.J. Maxx, Marshalls o HomeGoods.

Anche se gli Stati Uniti sono tecnicamente fuori da una recessione per più di 3 anni, questo discount continua a fornire solidi bilanci positivi con aumento delle vendite e crescita a doppia cifra degli utili. Zacks ha classificato il titolo con Buy #2.



Yum! Brands (YUM)
Yum! Brands, Inc. o più semplicemente Yum! è un'impresa statunitense con sede a Louisville nel Kentucky. È azienda leader a livello mondiale della ristorazione rapida (fast-food) in termini di numero di ristoranti, con circa 33.000 locali in più di 100 paesi (dati inizio 2005). Il gruppo possiede, tra le altre, le seguenti catene di ristorazione: Pizza Hut Fast-food dedicato alla pizza. Recentemente serve anche Lasagne, pasta al forno e ali di pollo con salse varie. Kentucky Fried Chicken Solitamente conosciuto con l'acronimo KFC, è un fast-food le cui ricette vertono principalmente sul pollo fritto croccante del Kentucky famoso per la sua panatura a base di spezie e buttermilk. Taco Bell Fast-food che serve piatti tipici della cucina Tex-mex. Long John Silver's Fast-food specializzato nei piatti a base di pesce, crostacei e frutti di mare. A&W Fast-food di stampo tradizionale che serve vari tipi di hamburger e hot-dog. Va famoso per la sua Root-beer.

Yum! sta lottando con una crescita stagnante negli Stati Uniti ma non nei mercati emergenti. La società divisione cinese è in aumento e rappresenta oggi il 47% dei ricavi totali. Questo dovrebbe stimolare una crescita a due cifre degli utili per l'azienda nel corso dei prossimi due anni. Yum! ha anche battuto gli utili stimati in 26 degli ultimi 28 trimestri.



Attenzione. Mentre la crescita economica negli Stati Uniti sembra essere lenta nel migliore dei casi, ci sono ancora possibilità di guadagnare rendimenti forti con le scorte. Questi 2 aziende sono ogni ben posizionata per fare proprio questo.

Eseguire sempre un completo e accurato controllo prima di acquistare qualsiasi titolo. Le informazioni e i dati sono ritenuti accurati, ma non ci sono garanzie. Domino Solutions non è un consulente d'investimento e non offre consigli specifici di investimento. Le informazioni qui contenute sono solo a scopo informativo e non sono assolutamente un suggerimento di compravendita. Consultare una banca o il proprio consulente di fiducie prima di procedere con qualsiasi acquisto/vendita

domenica 26 giugno 2011

Mercati emergenti, ETF rating. I migliori momenti per entrare o uscire.

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Il nostro One Million Dollar Portfolio da inizio anno sta realizzando il 14.45 %

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Il famoso investitore John Templeton una volta disse: Compra quando c'è sangue nelle strade. In questo momento c'è un sacco di "sangue" nei mercati azionari emergenti.

John Pollen responsabile del desk Mercati Emergenti di Pioneer Investments ultimamente ha dichiarato:
Dopo che i rendimenti dei listini Emergenti sono stati pari a una media del 25% (in euro) ci aspettiamo guadagni a doppia cifra anche nell’anno che verrà, visto che le valutazioni sono ancora convenienti e ci sono segnali di ripresa anche negli Stati Uniti.
L'indice azionario Msci Emering Markets ha segnato un 13,20% in dollari nel 2010, questo siginificato che le previsioni rimangono ottimistiche nei paesi delle nuove economie. Fondi come l’Aviva Investors Emerging Markets Equity Small Cap di Aviva (+ 43,11%), il Vontobel Equity Emerging Markets del gruppo elvetico Vontobel (+34,83%) o il JPM Funds Emerging Markets Value di JPMorgan AM (+34,31%) hanno conquistato risultati addirittura tripli rispetto alla media del mercato, e fra le scuderie italiane spicca il buon piazzamento (+29,60%) di Pioneer Emerging Europe & Mediterranean Fund, di Pioneer Investments, gruppo Unicredit. 

Ma quali sono i merrcati migliori ? i listini asiatici meritano una sottolineatura in quanto hanno prospettiva di crescita migliori, dietro troviamo l'America Latina e via via fino agli ultimi quali Russia e Turchia, capaci ci prepararsi alla doppia cifra ma ancora indietro rispetto agli altri.

I gestori di JPMorgan am puntano, invece, sul Brasile, sui paesi dell’Europa dell’est e sulla Corea, ma non mettono da parte India e in Cina; per Pioneer Investments saranno Turchia (diventata uno dei mercati più interessanti nel corso degli ultimi anni grazie a un miglioramento strutturale della propria stabilità politica e a una decisiva riduzione del tasso di inflazione) e Indonesia i Paesi su cui puntare.

Di seguito vi mostriamo le nostre indicazioni paese per paese:

Africa

I nostri modelli continuano ad essere molto rialzista per l'Africa nel lungo termine. Questo è il paese dove sarà più facile aumentare la propria ricchezza. Tuttavia, il modello storico dei flussi di fondi dimostra che quando i grandi mercati emergenti sono colpiti, i mercati di frontiera come l'Africa sono colpiti più duramente. C'è una forte possibilità di vedere a breve termine un mercato orso nei grandi mercati emergenti. Come risultato quindi siamo neutrali sull'Africa nel breve termine.

L’ Africa produce più di 60 metalli e prodotti minerali ed è il maggior produttore di molti dei più importanti minerali e metalli a livello mondiale, inclusi oro, platino, diamanti, uranio, manganese, cromo, nichel, cobalto e bauxite. Il Continente nero ospita il 30% circa delle riserve minerarie del pianeta, inclusi il 40% di oro e 60% di cobalto: è un produttore assolutamente strategico di questi metalli preziosi.

L’Africa detiene il più rapido tasso mondiale di urbanizzazione. Il continente è in grande cambiamento demografico. Già con tassi di crescita urbana che raggiungono il 4,58%, l’Africa si sta urbanizzando più velocemente di qualsiasi altro continente.
Entro il 2030 l’ Africa cesserà di essere un continente rurale. In realtà, con

Brasile

Continuiamo a rimanere molto rialzisti sul Brasile per il lungo termine. Le fortune del mercato azionario brasiliano sono strettamente legate ai prezzi delle merci. I prezzi delle materie prime sono scivolati e quindi anche il mercato brasiliano azionario. I nostri modelli sono ribassisti nel breve termine.

Dal punto di vista tecnico, l'EWZ ETF ha fallito la resistenza sei volte e sta ora testando il supporto, come mostrato nel grafico. Se questo supporto è decisamente rotto, potrebbe esserci un'altra correzione dal 10% al 15%.



Cina

Continuiamo ad essere ribassisti sulla Cina nel lunghissimo termine a causa dei cambiamenti demografici. I dati storici dimostrano che i mercati azionari nei paesi con popolazioni più giovani rendono decisamente meglio. A causa della politica del figlio unico, la popolazione anziana della Cina supererà ben presto la sua popolazione più giovane. I nostri modelli sono inoltre ribassista sulla Cina nel breve termine, ma rialzista nel medio periodo.

Dal punto di vista tecnico, il FXI ETF è piatto e la probabilità di una correzione del 10% al 15% è molto alta. Il grafico mostra anche un recente "doppio top" al livello di resistenza di 46,00 $. Osserveremo attentamente come si comporta l'EFT in tutto verso il supporto a 42,00 $.



India

I mercati indiani sono storicamente guidati dal bilancio del governo centrale. Quest'anno il bilancio è stato molto positivo. L'india è in ripresa ma il rally non sembra durare. Il problema è certamente l'aumento dei tassi di interesse. La Reserve Bank of India è davanti rispetto alla Cina, che è dietro la curva nel controllo dell'inflazione. Questo sviluppo rende i nostri modelli molto rialzista sull'India nel medio termine. Lo slancio della crescita dell'inflazione è in decelerazione.

Indonesia

L'Indonesia è stato uno dei migliori mercati performanti. Ha dati demografici molto validi ed è ricco di risorse naturali - i nostri modelli continuano a rimanere rialzisti per il medio e lungo termine.

Archivio informazioni ING investment management
Naturalmente, i paesi la cui la crescita è stimolata da driver interni forti e sostenibili si trovano nella migliore posizione: in mercati quali Indonesia l’espansione economica rimarrà sostenuta anche quando la crescita del commercio globale rallenterà. Il forte sviluppo demografico e occupazionale, la bassa penetrazione del credito, il forte interesse per le riforme e una sana bilancia dei pagamenti sono le caratteristiche che dovrebbero rendere vincenti queste economie nel corso di un'altra fase recessiva globale.
Per questo motivo abbiamo gradualmente aumentato la nostra esposizione verso questo gruppo di mercati.
Corea

I tassi di interesse sono in aumento. Chi esporta tecnologia può anche prendere qualche colpo ma le esportazioni automobilistiche sono la componente maggiore. La Corea sta beneficiando della momentanea interruzione del Giappone.
Dal punto di vista tecnico una correzione è probabile. Pertanto, stiamo riducendo il nostro rating a breve.

Malaysia

La Malesia è probabile essere colpiti se la Cina viene colpita.

Fausto Tenini su Milano Finanza scrive a proposito della Malaysia. (20 Giugno 2011)
Più elevato il rischio specifico per Jakarta, mentre la Malesia evidenzia una dinamica a bassa volatilità da non sottovalutare. Molto interessante la pressione rialzista che caratterizza il mercato nelle ultime settimane, e su rilassamento delle tensioni internazionali in atto ci si potrebbe nuovamente attendere un tentativo di rafforzamento, dopo la lateralità degli ultimi mesi. Basso legame verso il mondo occidentale, in termini di beta e correlazione per questi indici, mente la dipendenza dell'indice Cece era ad esempio molto più evidente.
Messico

Non c'è alcun cambiamento nel nostro rating sul Messico. Rimaniamo ribassista nel breve e medio termine.

Russia

I mercati russi sono fortemente dipendenti dal prezzo del petrolio e del gas poiché la Russia è il secondo produttore al mondo di petrolio e gas, oltre che il principale produttore di acciaio, nickel e oro (anch'esso ai massimi storici). Il prezzo del petrolio si è abbassato questa settimana e così ha fatto il mercato russo. Sembra che il clima economico stia migliorando e questo è una buona notizia in vista di investimenti sul lungo periodo.

Le stime di crescita per l'economia si attestano attorno al 5% per il 2012, con un'inflazione inferiore al 10%. Dal punto di vista tecnico il mercato russo ha rotto il supporto. Il nostro rating di breve termine è ora vendere.

Singapore

Il mercato di Singapore è stato sul fuoco. Tuttavia, Singapore è fortemente dipendente dalla crescita dell'economia in Cina. Dal momento che ci aspettiamo che l'economia cinese a rallentare, stiamo riducendo il nostro rating su Singapore di due tacche da strong buy in folle.

Dal punto di vista tecnico, a differenza di altri mercati emergenti, Singapore ha spaccato la resistenza. Dopo ogni correzione, il mercato di Singapore potrebbe essere il primo a riprendersi. In ogni correzione, cercheremo di acquistare ETF EWS nel range tra 11,00$ a 12,00$.



Sudafrica

Il Sudafrica è probabile che sia un attore migliore rispetto ai paesi asiatici nel lungo periodo. Tuttavia, attualmente, il mercato azionario è fortemente legato ai prezzi delle materie prime. Dal momento che i nostri modelli sono ribassisti nei confronti dei prezzi delle materie prime nel breve periodo, stiamo declassamento il Sud Africa sul breve termine.

L’80% della popolazione sudafricana vive nell’Africa sub-sahariana e in Sud Africa, il 20% nel Nord Africa. I livelli di istruzione sono molto migliorati rispetto al passato. Il 98% dei bambini sono stati iscritti alle scuole elementari (dati UNESCO al 2005). Il 37% alla scuola secondaria rispetto al 22% nel 1990, in linea con le statistiche per l’Asia negli anni  Settanta.

Taiwan

L'economia di Taiwan è fortemente dipendente dalla tecnologia. L'estate è tradizionalmente un periodo di lentezza per la tecnologia. Di conseguenza siamo ribassisti sul rating a breve termine su Taiwan.

Thailandia

La Thailandia continua ad avere la sua parte di difficoltà nel gestire l'economia del paese. Per questo motivo, continuiamo a mantenere una neutralità rating a breve termine sulla Thailandia.

Turchia

La Turchia continua a beneficiare di diversi sviluppi. Ha stretti legami economici con la Germania e i mercati tedeschi sono stati molto forti negli ultimi tempi. La Turchia è uno dei maggiori fornitori di manodopera immigrata in Germania.

La Turchia è un modo per investire in Medio Oriente a basso rischio. Beneficia di un aumento delle esportazioni dalla Russia verso l'Europa occidentale.

Dal punto di vista tecnico, il mercato turco si è ritirato. L'ETF TUR è entrato nella fascia superiore della nostra zona di acquisto. Coloro che non detengono una posizione in TUR possono prendere in considerazione una leggera esposizione per iniziare. Investitori aggressivi possono iniziare intorno ai 61,00 dollari ma gli investitori prudenti potrebbero voler attendere una ulteriore pull back intorno ai 50$.



Vietnam

Siamo molto fiduciosi sul Vietnam per il medio e lungo termine. Il Vietnam sta rapidamente attirando la migrazione di fabbricazione dalla Cina grazie al suo costo del lavoro più basso.

Il Vietnam sta anche beneficiando della situazione in Giappone.

Dal punto di vista tecnico, l'ETF VNM si è tirato indietro ed è ora vicino al limite superiore della nostra gamma di Buy. Il Vietnam continua ad essere neutrale per il rating di breve termine, ma il VNM ETF diventerà  strong buy su qualsiasi ritiro intorno i 18.00 $. A seconda di ciò che accade in Cina, gli investitori aggressivi possono considerare una posizione intorno ai 20$, ma gli investitori prudenti potrebbe voler aspettare i 18.00 $.



Le informazioni e i dati sono ritenuti accurati, ma non ci sono garanzie. Domino Solutions non è un consulente d'investimento e non offre consigli specifici di investimento. Le informazioni qui contenute sono solo a scopo informativo