martedì 9 settembre 2025

Bristol-Myers Squibb (BMY), il secondo trimestra segna un punto di svolta per l'azienda

Sono passati mesi da quando ho iniziato la copertura analitica su Bristol-Myers Squibb. Sto notando i progressi straordinari dell’azienda nel campo dell’oncologia, con “gioielli” come Opdivo Qvantig, Breyanzi e Opdualag. Eppure, con mia grande sorpresa, questi risultati continuano a passare quasi inosservati da Wall Street e dagli investitori retail.

Il mercato, infatti, sembra tenere il titolo incastrato in un canale laterale, oscillando tra 43,5 e 49,4 dollari, senza permettere né ai rialzisti né ai ribassisti di prendere il controllo.


Secondo me, questa pressione deriva da un clima di incertezza che va oltre i tentativi della Casa Bianca di ridurre i prezzi dei farmaci (argomento di cui parlano tutti, dai social come Facebook e X), e riguarda anche le continue ristrutturazioni interne di FDA e CDC. Personalmente, trovo deludente che cambiamenti così frequenti di personale possano minare la credibilità di due istituzioni che dovrebbero essere il punto fermo per l’intero settore sanitario.

Ma al di là del rumore mediatico, io credo che la domanda davvero centrale sia: il portafoglio di farmaci di Bristol-Myers Squibb continuerà a crescere nel breve termine?

 La mia risposta è sì.

Un esempio recente lo abbiamo avuto il 4 agosto 2025, quando l’FDA ha accettato la sBLA per estendere l’uso di Breyanzi al trattamento del linfoma marginale recidivante/refrattario. I dati dello studio TRANSCEND FL sono stati eccezionali: oltre il 62% dei pazienti ha raggiunto una risposta completa e la sopravvivenza a due anni supera il 90%, numeri migliori persino dei concorrenti Imbruvica e Brukinsa.

Dal punto di vista finanziario, il secondo trimestre 2025 ha visto ricavi per 12,27 miliardi di dollari, ben al di sopra delle attese, con una crescita del 9,6% sul trimestre precedente. Eppure il titolo resta sotto i 50 dollari: un paradosso, visto che la contrazione delle vendite di Revlimid e Sprycel è stata in gran parte compensata da nuovi driver come Camzyos, Yervoy e naturalmente Breyanzi.

Opdivo rimane il pilastro principale: le vendite hanno superato i 2,5 miliardi nel trimestre, in crescita a doppia cifra, e la nuova formulazione sottocutanea Qvantig, pensata proprio per contrastare la futura perdita di esclusività negli USA, ha già mostrato un’accelerazione impressionante.

Anche sul fronte cardiovascolare, Camzyos continua a stupirmi: le vendite sono raddoppiate in un anno, mentre Eliquis, nonostante la concorrenza, resta un blockbuster da 3,68 miliardi trimestrali.

Le marginalità stanno migliorando in maniera significativa, con un operating margin salito al 33,7% grazie anche a un piano di efficienza che sta iniziando a dare i suoi frutti. Sul debito, invece, resto un po’ critico: pur essendo sceso a 51 miliardi e mantenendo un rapporto debito/EBITDA sotto 3x, la velocità con cui si riduce non mi convince del tutto. Mi aspetto miglioramenti più tangibili tra il 2026 e il 2027.

Ovviamente non mancano i rischi: il calo continuo della domanda per Sprycel e Abraxane, e soprattutto la pressione politica di Trump sul taglio dei prezzi dei farmaci, che rimane una spina nel fianco per tutto il settore.

Detto ciò, nonostante la fase di accumulazione che il titolo sta vivendo negli ultimi mesi, io vedo una realtà diversa: dati clinici solidi, nuove approvazioni in arrivo, guidance 2025 rivista al rialzo e, soprattutto, una valutazione a forte sconto. Con un P/E non-GAAP di circa 7x, Bristol-Myers Squibb è oggi uno dei titoli più sottovalutati del settore.

Per questo motivo continuo a confermare la mia view: per me, su BMY è una società ottima per lungo periodo.