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lunedì 17 giugno 2024

Stellantis è stata punita molto, i numeri sono dalla sua parte

 Prima cerchiamo di capire chi è Stellantis e qual è il suo business.  Stellantis è impegnata nella progettazione, ingegneria, produzione, distribuzione e vendita di automobili e veicoli commerciali leggeri, motori, sistemi di trasmissione, prodotti metallurgici, servizi di mobilità e sistemi di produzione in tutto il mondo. Fornisce veicoli di lusso e premium, veicoli utilitari sportivi. I suoi brand sono Abarth, Alfa Romeo, Chrysler, Citroën, DS, Dodge, Fiat, Jeep, Maserati, Ram, Opel, Lancia, Vauxhall, Peugeot e Comau attraverso distributori e concessionari. 

Ho sempre sottovalutato Stellantis, fin dalla sua fusione. Ora però devo fare un passo indietro e carpire se la discesa di questo periodo può essere o no una grande opportunità. 

Quali sono i motivi principali che mi hanno portato a cambiare idea sul titolo? A mio avviso le azioni di Stellantis hanno registrato una performance lenta da inizio anno. Credo che le fortune siano destinate a cambiare nuovamente in positivo nella seconda metà del 2024. 

In poche parole, la performance YTD 2024 di Stellantis è stata caratterizzata da un calo delle spedizioni sullo sfondo di un contesto di domanda debole, dall’intensificazione della concorrenza e da aggiustamenti della produzione. 

In questo contesto, le operazioni di Stellantis in Nord America sono state particolarmente deludenti. Questi problemi hanno portato a risultati finanziari più deboli e hanno eroso la fiducia degli investitori. Guardando al resto del 2024, sono fiducioso nel sostenere che Stellantis è posizionata strategicamente per una solida ripresa. 

Nello specifico, sfruttando l’offensiva di prodotto pianificata (potenzialmente fino a 24 modelli nuovi o notevolmente aggiornati ) e una gestione mirata dei costi, il management di Stellantis dovrebbe essere in grado di fornire una notevole espansione della redditività nella seconda metà dell’anno. 

La sottoperformance di Stellantis nel 2024 finora può essere probabilmente attribuita a una performance debole in Nord America. In effetti, la regione NAM dell'azienda ha registrato un netto calo dello slancio delle vendite. Ciò aggrava i livelli persistentemente elevati delle scorte e l’aumento degli incentivi. 

Ad esempio, le consegne NAFTA sono diminuite del 10% nel primo trimestre del 2024, con le consegne negli Stati Uniti in aprile in calo del 26%. Allo stesso tempo, le scorte sono aumentate di 35.000 unità per un totale di 408.000 unità, equivalenti a 100 giorni di vendite. Inutile dire che l’accumulo di scorte di Stellantis suggerisce un disallineamento tra produzione e domanda dei consumatori, costringendo Stellantis a offrire incentivi più elevati per spostare le scorte, riducendo così i margini.

Come ulteriore ostacolo, Stellantis ha dovuto affrontare sfide con gli adeguamenti della produzione e le transizioni dei modelli in Nord America. L'interruzione della produzione di modelli popolari come Chrysler 300, Dodge Charger e Dodge Challenger ha contribuito a un notevole calo delle spedizioni. Inoltre, anche il passaggio presso lo stabilimento di assemblaggio dell'autocarro leggero Ram 1500 aggiornato ha causato una diminuzione di 20.000 unità su base annua, insieme ai tempi di fermo della produzione pianificati per prepararsi agli aumenti di capacità, compreso il fermo dello stabilimento Jeep Cherokee.

Le ripercussioni finanziarie di queste sfide operative sono evidenti nella performance finanziaria di Stellantis. I ricavi totali della società per il primo trimestre del 2024 sono stati di 41,7 miliardi di euro, inferiori alla stima di consenso di 43,6 miliardi di euro e segnando un calo dell’11,7% su base annua. 


Questo deficit è stato determinato dal già citato calo delle spedizioni e dagli effetti negativi del mix regionale, che hanno più che compensato i modesti aumenti dei prezzi e il miglioramento dei ricavi per unità. E sebbene Stellantis non abbia riportato utili per il primo trimestre, il commento del CFO Natalie Knight ha rivelato che la redditività nei mesi da gennaio a marzo 2024 è stata notevolmente sotto pressione rispetto allo stesso periodo del 2023.

Nonostante un inizio anno difficile, sono fiducioso nel sostenere che Stellantis è posizionata strategicamente per un robusto rimbalzo nella seconda metà del 2024. Per la seconda metà del 2024 il management di Stellantis ha delineato i piani per lanciare diversi aggiornamenti di volume ICE in Europa, inclusi modelli come Citroen C3, Peugeot 3008 e 5008. 

Questi prodotti dovrebbero essere in grado di ri-catalizzare vendite positive e migliorare la penetrazione nel mercato nei mercati chiave. In una nota simile, il CFO Natalie Knight ha previsto che lo slancio commerciale del secondo semestre dovrebbe beneficiare di un'offensiva commerciale più forte, con i veicoli commerciali che rappresenteranno una parte sostanziale dei ricavi e dell'EBIT di Stellantis. 

Nel complesso, la proiezione di un margine di utile operativo dell’11% dovrebbe essere ragionevole per i risultati di Stellantis per l’anno fiscale 2024, suggerendo circa 23 miliardi di dollari di EBIT su un fatturato di 209 miliardi di dollari (anno su anno piatto). Inoltre, supponendo che Stellantis sia soggetta a un’aliquota fiscale effettiva del 16,9%, e che il management punti a un rapporto di distribuzione degli utili per gli utili dell’anno fiscale 2024 simile a quello degli utili dell’anno fiscale 2023, a circa il 35%, allora gli azionisti di Stellantis sono pronti per un patrimonio netto del 10%.

Stellantis viene scambiato a multipli (probabilmente) ridicolmente economici. Sebbene sia vero che Porsche, la holding e non la società operativa che ha effettuato l’IPO nel 2022, e Volkswagen commerciano a multipli altrettanto convenienti, questi multipli bassi sono una funzione del debito e della leva finanziaria. 

A mio avviso, non vedo alcun motivo per cui Stellantis dovrebbe essere scambiato con uno sconto del 70% per l'industria automobilistica.

Stellantis nel 2024 da inizio anno, e di conseguenza la performance del prezzo delle azioni, è stata messa sotto pressione da sfide operative, ostacoli macroeconomici e considerazioni competitive. Tuttavia, guardando al resto del 2024, sono fiducioso che Stellantis si stia posizionando strategicamente per una solida ripresa. 

Sfruttando l’imminente offensiva di prodotto, che potrebbe includere fino a 24 modelli nuovi o significativamente aggiornati, e implementando una gestione mirata dei costi, Stellantis è pronta a raggiungere una notevole espansione della redditività nella seconda metà dell’anno, portando gli utili operativi dell’anno fiscale 2024 a circa 23 miliardi di dollari.

E' un buon titolo da seguire, attenzione ad un possibile taglio dei dividendi, ancora non annunciato ma potrebbe essere un colpo durissimo per gli investitori. 

martedì 6 marzo 2018

Le migliori azioni energetiche per il 2018

Sappiamo tutti che il prezzo del petrolio ha subito un brusco calo negli ultimi anni. Ovviamente le multinazionali non sono state immuni da questo brusco calo, hanno pagato moltissimo, molte aziende sono fallite, altre sono in Chapter 11. In tutto questo periodo sono “resuscitate” società che sono state capaci di re-inventarsi, investendo in energia alternative, tagliando i costi e gestendo al meglio le risorse a disposizione.

Le scorte di greggio sono ai minimi rispetto gli ultimi due anni a causa di una maggiore domanda e di uno sforzo da parte dei produttori di petrolio per limitare l’offerta. L’ Agenzia internazionale dell’energia ha riferito che l’eccesso di offerta sembra finire e l’OPEC e altri 10 produttori NON OPEC hanno tagliato la produzione seguendo un accordo iniziato a dicembre per estendere i limiti della produzione fino alla fine del 2018. Tutto ciò dovrebbe aumentare il prezzo del petrolio, in attesa di altri sviluppi.

Con il rimbalzo del prezzo del greggio, molte società petrolifere hanno cominciato a beneficiare di un aumento dei loro prezzi azionari dato che sono tornati i compratori. Questo grazie anche agli investimenti fatti quando il WTI era ai minimi, ora stanno cominciando a trarne i giusti profitti. Secondo un analisi che abbiamo svolto sui bilanci, l’analisi tecnica e i contratti stipulati, abbiamo scovato 3 società del settore energetico che potrebbero crescere molto nei prossimi 12 mesi.

Exxon Mobil Corp (XOM)
Exxon Mobil è un produttore e distributore di prodotti petrolchimici, inclusi olefine, aromatici, polietilene e polipropilene, materiali plastici e una gamma di vari prodotti. Ha inoltre partecipazioni in impianti di produzione di energia elettrica. La società ha parecchie divisioni e centinaia di affiliati, ExxonMobil, Exxon, Esso e Mobil. La loro attività principale è l’energia, coinvolgendo esplorazione e produzione di petrolio greggio e gas naturale, fabbricazione di prodotti petroliferi, trasporto e vendita di petrolio greggio, gas naturale e prodotti petroliferi.

Le azioni di Exxon Mobil sono state in declino per gran parte del 2017, scendendo dai massimi fino a toccare i 76 $ a fine agosto del 2017. Ma il titolo ha costantemente trovato supporto a circa 75 $ per azione, toccando il fondo a fine agosto e testando nuovamente il fondo a fine novembre. Attualmente, il titolo si attesta intorno i 77 $ per azione.

Le entrate dell’azienda sono rimaste positive durante il calo dei prezzi del petrolio. Il 27 ottobre, Exxon ha registrato un utile del terzo trimestre superiore alle attese in quanto i prezzi del greggio e del gas naturale hanno compensato l’impatto dei recenti uragani. Questo potrebbe suggerire che il titolo è pronto per una ripresa.

Offre dividendi in crescita da oltre 30 anni e paga una cedola annuale del +4,11%.

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Comstock Resources (CRK)
Comstock Resources è una società energetica indipendente, acquisisce, sviluppa, esplora e produce petrolio e gas naturale negli Stati Uniti. Le sue operazioni petrolifere e gas sono localizzate principalmente nel Texas orientale e nella Louisiana settentrionale. La società possiede interessi in 1.371 produttori di pozzi di petrolio e gas naturale.

Risorse Comstock si è posizionata per aumentare i ricavi attraverso una joint venture con USG Properties Haynesville. CRK ha ottenuto l’accesso a 3.315 acri nell’accordo. Avrà un interesse del 12,5% nei pozzi di quella proprietà offrendo se stesso come operatore. Inoltre, può ottenere un ulteriore interesse del 12,5% pagando USG per qualsiasi trivellazione sulla superficie. Questo è un modo relativamente a basso costo per aumentare le entrate.

Non paga alcuna cedola.

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Enbridge Inc (ENB)
Enbridge Inc. è un’azienda di trasporto energia canadese con sede a Calgary (Alberta), specializzata nel trasporto e nella distribuzione di petrolio grezzo, gas naturale, e altri liquidi con una divisione di energie rinnovabili dal 2002. La società ha più di 10.000 impiegati, per lo più in Canada e negli Stati Uniti.

Come società di pipeline, è meno suscettibile agli alti e bassi dei prezzi del petrolio. Attualmente ha un valore di $ 20 miliardi di contratti di pagamento. La compagnia ha sottolineato che ci sono altri $ 37 miliardi di contratti garantiti per i prossimi anni. Ciò significa che verrà pagata indipendentemente dai prezzi del petrolio. La sua fusione con Spectra Energy (SE) nel 2016 ha reso Enbridge la più grande compagnia di infrastrutture petrolifere non solo negli Stati Uniti, ma in tutto il Nord America.

Offre un rendimento di dividendo del +6,31%.

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Se l’Agenzia internazionale per l’energia fornisce dati corretti, i prezzi del petrolio potrebbero aumentare drasticamente entro la fine del 2018. Il mercato tende a quotare in anticipo tali mosse, quindi ora è il momento di considerare i migliori titoli del settore petrolifero. Alcuni di questi titoli verranno inseriti, insieme ad altri, nel nostro portafoglio Domino Oil che nel 2017 ha reso circa l’8%.

venerdì 26 settembre 2014

Investire in Europa ora è attraente, alcune azioni da prendere in considerazione

Alcuni mercati azionari delle principali economie europee sono ancora indietro quest'anno rispetto alla performance di quello americano. Da inizio anno i rendimenti dei principali mercati europei, al 22 settembre, sono stati dello 0,4% per il FTSE 100, del 3,4% per il CAC 40, del 10,4% per l'IBEX 35, del 2,1% per il DAX e del 9,39% per FTSE MIB. I titoli americani hanno performato relativamente molto bene, con lo S&P 500 in crescita del 7,9% alla stessa data.



Alcuni anni fa l'Europa ha attraversato una serie di crisi che ha colpito prevalentemente la Grecia, la Spagna, l'Irlanda, l'Islanda e il Portogallo. Le fosche previsioni del crollo dell'Unione europea, dell'euro, dei disordini sociali e della recessione permanente non si sono verificate. I numerosi salvataggi della BCE e riforme politiche rapide, attuate dai rispettivi governi, hanno aiutato i paesi a venir fuori dalla profondità della crisi. Mentre l'Europa stà cercando di uscire da tali crisi, negli ultimi mesi nuove questioni hanno colpito i paesi membri dell'UE, tra cui la guerra in Ucraina e le conseguenti sanzioni commerciali contro la Russia, il referendum in Scozia, problemi strutturali, quali l'elevata disoccupazione che persiste ancora in Grecia, Italia e altri paesi. Ma le economie globali europee sono in ripresa e le imprese sono nuovamente in crescita. Le aziende tedesche piene di contanti, per esempio, stanno acquisendo altre aziende tra cui alcune in America del Nord, al fine di sfruttare le opportunità di crescita.

Anche se le azioni statunitensi hanno sovraperformato i titoli europei fino ad oggi, le aziende europee hanno migliori prospettive di crescita da qui in avanti rispetto a quelle americane.

Un rapporto di Barclays riferisce di un maggior rialzo degli utili societari europei rispetto ai loro coetanei dei mercati sviluppati. Questo è riferito alle condizione delle banche e ad un universo geograficamente più ristretto di aziende di piccola e media capitalizzazione. Siccome sia le economie globali che quella europea continuano a migliorare, probabilmente si vedrà un beneficio per gli utili societari europei. I dati economici in arrivo rimangono complessivamente poco entusiasmanti e le prospettive di ulteriori sanzioni contro la Russia non saranno sicuramente utili. Tuttavia, il progressivo scongelamento dei mercati interni del credito, un processo aiutato da varie misure della BCE, accanto ad una economia globale più vivace, sono tra le ragioni che suggeriscono che le azioni europee restano interessanti.

Ecco alcuni titoli europei al di fuori del Regno Unito da prendere in considerazione:

BASF SE (BAS.DE) è una delle più grandi compagnie chimiche al mondo e ha portato sul mercato prodotti famosi: dal colorante indaco, che è stato uno dei primi coloranti sintetizzati su scala industriale, all'invenzione della tecnologia necessaria alla funzionalità dei nastri magnetici (musicassette). L'azienda è stata fondata da Friedrich Engelhorn il 6 aprile 1865 e ha sede a Ludwigshafen, in Germania. Il suo dividend yield corrente è pari al 3,81%.

Edp Energias de Portugal SA (EDP.LS) è una holding portoghese, impegnata nella produzione, fornitura e distribuzione di energia elettrica. Essa è anche coinvolta nella fornitura di servizi di telecomunicazioni e di information technology. L'azienda è stata fondata nel 1976 e ha sede a Lisbona. Il suo dividend yield corrente è pari al 5,66%.

Telefónica SA (TEF.MC) è un operatore di telecomunicazioni integrate spagnolo, che fornisce soluzioni di intrattenimento di comunicazione, informazione e opera attraverso quattro settori di attività: Telefónica Europa, Telefónica Latinoamérica, Telefónica Digital e risorse globali. L'azienda è stata fondata il 19 aprile 1924 e ha sede a Madrid. Il suo dividend yield corrente è pari al 3,50%.

Air Liquide (AI.PA) è una società francese che fornisce gas, tecnologie e servizi per le imprese del settore e della salute. L'azienda opera nel settore attraverso tre segmenti: Gas & Servizi, Ingegneria & Costruzioni e Altre attività. Air Liquide è stata fondata da Georges Claude e Paul Delorme l'8 novembre 1902 ed ha sede a Parigi. Il suo dividend yield corrente è pari al 2,50%.

Gruppo AXA (CS.PA) è una holding francese, che si occupa di fornitura di servizi assicurativi e di asset management. L'azienda opera nel settore attraverso cinque segmenti: Vita, Risparmio, Property & Casualty, International Insurance, Asset Management e Banking. L'azienda è stata fondata nel 1985 e ha sede a Parigi. Il suo dividend yield corrente è pari al 4,39%.

Siemens AG (SIE.DE) è una società tedesca impegnata nella progettazione elettrica ed elettronica aziendale. Opera attraverso i seguenti segmenti: Energia, Sanità, Industria, Infrastrutture e Città, Equity Investments e Siemens Financial Services (SFS). L'azienda è stata fondata da Werner von Siemens e Johann Georg Halske il 12 ottobre 1847 ed ha sede a Monaco di Baviera. Il suo Dividend Yield corrente è pari al 3,33%.

Eni SpA (ENI.MI) è una società energetica italiana, che si occupa di esplorazione e produzione di petrolio e di gas. La società opera attraverso sei settori: Exploration & Production, Gas & Power, Refining & Marketing, Trading, Engineering & Costruzione, e prodotti chimici. Eni è stata fondata il 10 febbraio 1953 ed ha sede a Roma. Il suo dividend yield corrente è pari al 6,28%.

Nestlé SA (NESN.VX) è una società svizzera di nutrizione, salute e benessere, che produce e fornisce piatti pronti, prodotti a base di latte, prodotti farmaceutici e prodotti oftalmici, alimenti e cereali per bambini. La società è stata fondata da Henri Nestlé nel 1866 e ha sede a Vevey, in Svizzera. Il suo dividend yield corrente è pari al 3,23%.

Danone SA (BN.PA) è una società francese impegnata nel settore della trasformazione alimentare. La società opera attraverso i seguenti segmenti: prodotti lattieri-caseari freschi, acque, prodotti di alimentazione infantile e Medical Nutrition. L'azienda è stata fondata il 2 febbraio 1899 ed ha sede a Parigi. Il suo dividend yield corrente è pari al 2,88%.

Allianz SE (ALV.DE) (già AG) è un'azienda tedesca di servizi finanziari. L'attività principale del gruppo è l'assicurazione, di cui è uno dei maggiori gruppi in Europa. Allianz SE è presente in Italia dal 1º ottobre 2007 con la denominazione di Allianz S.p.A.. In questa società sono state conglobate, trasformandole in divisioni commerciali, le preesistenti compagnie Allianz Subalpina, Lloyd Adriatico, e RAS. L'azienda è stata fondata da Carl Thieme e Wilhelm Finck il 5 febbraio 1890 ed ha sede a Monaco di Baviera. Il suo dividend yield corrente è pari al 4,14%.

giovedì 24 luglio 2014

Crisi in Europa, il problema è tutto delle banche

Qualsiasi dubbio che l'Europa si sta dirigendo verso un altra crisi del debito sovrano avrebbe dovuto essere dissipato dai dati raccolti la scorsa settimana dall'agenzia di rating Moody sulla situazione delle banche europee. I dati rivelano un aumento inquietante dei prestiti bancari in una serie di importanti paesi europei. Più preoccupante ancora è il fatto che l'aumento dei crediti inesigibili in Europa si sta verificando al tempo stesso che la debole ripresa dell'economia, la quale sta mostrando segni di cedimento mentre l'inflazione resta bloccata in una zona di pericolo deflazionistico.



Secondo i dati compilati da Moody, c'è stato un aumento preoccupante dei prestiti non-performing ben oltre il 10% dei prestiti bancari totali in Italia, Portogallo e Spagna. E' particolarmente preoccupante che tale situazione potrebbe richiedere un ulteriore sostegno pubblico ai sistemi bancari di questi paesi in un momento in cui il debito del settore pubblico e PIL è già oltre il 130% in Italia e Portogallo. Inoltre è preoccupante poiché dobbiamo attendere ulteriori aumenti significativi di questi prestiti non-performing qualora la ripresa economica vacilli e l'Europa si spostare ulteriormente verso la deflazione.

Nel considerare quanto grande sia il problema europeo del crediti, è bene ricordare che le banche europee hanno nei loro libri molti debiti di grandi aziende del rispettivo paese, che sono di dubbia qualità ma che sono trattati dalla Commissione europea come attività prive di rischio. E' inoltre bene ricordare come il grande settore bancario europeo è in relazione a quello degli Stati Uniti.

Mentre negli Stati Uniti i bilanci delle banche sono di circa il 100% del PIL, in Europa le banche di riferimento hanno un range di circa il 300% del PIL. Ciò implica che la soluzione del problema "prestito bancario europeo" potrebbe aggiungere sostanzialmente elevati livelli di debito sovrano nei paesi periferici.

Nel contesto di una vacillante ripresa europea economica e di alti livelli di debiti pubblici e privati, sembrerebbe essere solo una questione di tempo prima che la crisi del debito sovrano si ripercuota sui mercati. Tra i fattori più evidenti che potrebbero riaccendere la crisi è una normalizzazione dei tassi di interesse negli Stati Uniti, che potrebbero cambiare l'attuale situazione di abbondante liquidità a livello mondiale, la quale ha contribuito a mascherare il pessimo stato delle finanze pubbliche in Europa.



Sarebbe un errore, tuttavia, pensare che un aumento dei tassi di interesse negli Stati Uniti sia l'unico fattore che potrebbe rinnovare la crisi del debito europeo. Piuttosto si potrebbe pensare che ogni segno indica che l'Europa si sta di nuovo muovendo verso la recessione, o verso la deflazione, che potrebbe portare ad una situazione insostenibile il livello del debito della periferia europea.

Allo stesso modo una importante inversione di politica in un qualsiasi paese periferico potrebbe sollevare questioni nei mercati circa la volontà politica dei paesi europei fortemente indebitati a perseverare con l'austerità fiscale e la riforma economica strutturale. La prossima revisione della Banca centrale europea in programma per ottobre potrebbe attirare l'attenzione del mercato a questo serio problema.

Nella sua recente testimonianza al Congresso, Janet Yellen, ha lasciato intendere che i tassi di interesse negli Stati Uniti potrebbero essere alzati prima del previsto qualora la ripresa economica degli Stati Uniti sia più forte del previsto. Ha anche riconosciuto che alcuni settori dei mercati azionari e del credito negli Stati Uniti fossero sopravalutati. Quello che lei non ha menzionato, tuttavia, è stato che i mercati europei del credito potrebbero essere influenzati da un aumento dei tassi di interesse negli Stati Uniti. Questo potrebbe essere stata una grave omissione da parte sua se si considera l'impatto che un rinnovamento della crisi del debito sovrano europeo potrebbe avere sugli Stati Uniti e sulle prospettive dell'economia mondiale.

giovedì 25 luglio 2013

I rischi nascosti nelle banche tedesche



Per quanto riguarda i rischi nel sistema bancario tedesco, si deve rilevare che le grandi banche tedesche sono tra le più fortemente indebitate in Europa rispetto al loro capitale netto. Questo quando vengono considerati i rischi noti, ma è stato recentemente constatato che ci sono anche rischi nascosti, fino ad ora sconosciuti. In questo contesto va preso in considerazione la recente rivelazione che Deutsche Bank ha mantenuto i crediti verso il Brasile e l'Italia fuori dai libri contabili, cosi come i prestiti alle banche greche ed altri istituti di credito come Dexia, la quale rimane nonostante tutto completamente esposta al rischio. Intendiamoci, DB apparentemente non ha fatto nulla di illegale - ma questa pratica contabile di fatto, maschera l'entità del rischio a cui la banca è esposta.

Tra il 2008 e il 2011 Deutsche Bank AG, la più grande banca tedesca e una delle più grandi del mondo, ha fatto prestiti a Monte dei Paschi di Siena e alla banca brasiliana Banco do Brasil SA, per un totale di 3,3 miliardi di dollari, ma non ha incluso tali operazioni nelle relazioni finanziarie inviate agli investitori. Prestiti simili sono stati fatti a Dexia SA, TT Hellenic Postbank SA, Banca Nazionale di Grecia e la banca del Qatar, Al Khaliji.

Questi prestiti sono parte di 395,5 miliardi di dollari di passività che Deutsche Bank AG ha compensato con altri impegni, un importo pari al 19% del totale del patrimonio della società. La portavoce della Deutsche Bank, Kathryn Hanes, dice
queste pratiche contabili sono prescritte dalla legge e le azioni della Deutsche Bank sono in linea con i principi delle normative finanziarie. Queste informazioni non hanno impatti sulla salute finanziaria della società o sugli indici finanziari.
Fin qui niente da dire, fino a quando, non vengono presi in considerazione i dettagli più sottili di tali operazioni, ovvero le compensazioni, quali:

I prestiti garantiti di solito comportano che una società dia una garanzia in cambio del denaro che una banca le presta e la garanzia viene detenuta fino a quando il prestito non è rimborsato per intero. Invece, Deutsche Bank AG ha ceduto le sue garanzie, in questo caso titoli di Stato, per avere soldi per fare prestiti, rimanendo però, con l'obbligo di restituire i titoli.

Secondo i termini dell'accordo, Deutsche Bank AG era obbligata solo a restituire il 'cheapest-to-deliver' equivalente delle obbligazioni, proteggendola da eventuali svalutazioni, ma lasciando la banca esposta al default. Questa manovra effettivamente mette short i titoli di Stato, esponendo però la banca ad un rischio maggiore se avesse tenuto i titoli per tutta la durata dei prestiti. Deutsche Bank poi ha venduto credit-default agli investitori, registrando un immediato profitto di 60.000.000 di euro fin dall'inizio della trattativa con Monte dei Paschi.

In altre parole, questi prestiti garantiti non sono realmente garantiti, a meno che non si consideri effettivamente un'adeguata sicurezza, una posizione corta su titoli che sono stati forniti come garanzia. Inoltre, DB ha apparentemente condito le offerte sottoscrivendo dei "credit default swap" (
contratto di assicurazione che prevede il pagamento di un premio periodico in cambio di un pagamento di protezione nel caso di fallimento di un'azienda di riferimento
), esponendosi ad un maggior rischio creditizio.

Ulteriori relazioni di Bloomberg fanno notare, che questa non è la prima volta che DB ha oscurato la sua vera posizione finanziaria mediante pratiche contabili, che non sono necessariamente illegali, ma certamente sollevano domande su come valutare correttamente i rischi a cui la banca è esposta.

Nel frattempo, le banche che hanno ricevuto i prestiti in questione sono state in grado di continuare a segnalare la proprietà dei titoli che DB ha venduto, permettendo loro di travisare la propria salute finanziaria. In realtà, sembra che questo sia stato il vero motivo del trattamento contabile dispari di tali operazioni. Mentre le mani di Deutsche sono considerate legalmente pulite, ad esempio, quelle di Monte dei Paschi a quanto pare non lo sono:
Monte Paschi è attualmente oggetto di indagine dai procuratori italiani per l'utilizzo del prestito, atto a nascondere le perdite, sia la Banca Monte dei Paschi di Siena SpA sia Banco do Brasil SA hanno continuato a segnalare la proprietà dei titoli che sono stati utilizzati come garanzia in quanto dovevano tornargli indietro. I procuratori non hanno ravvisato alcun illecito da parte di Deutsche Bank in questo caso.
Tuttavia, gli analisti dicono che la rete creata, rende difficile la precisa valutazione della salute finanziaria della società e che questo va contro lo spirito del regolamento finanziario, nascondendo la vera quantità di rischio che Deutsche Bank ha nei suoi libri contabili.

Questa non è la prima volta che la banca tedesca è stata accusata di oscurare le informazioni finanziarie quest'anno. All'indomani dello scandalo Libor, la banca era stata precedentemente indagata per aver probabilmente celato 12 miliardi di dollari di perdite valutando in modo non corretto il suo portafoglio di derivati. Non siamo sicuri a questo punto cosa, semmai, sia emerso dalle indagini di cui sopra riguardante la contabilità dei derivati, ma vorremmo sottolineare che i derivati aprono moltissime possibilità per oscurare le informazioni di bilancio.

Rapporti di leva finanziaria delle banche europee

Qui di seguito ci sono alcuni grafici che illustrano il fatto che la leva finanziaria della banche tedesche, così come quella di quelle francesi, sia estremamente alta. Queste istantanee provengono da fonti diverse e non sono congruenti al 100%. Dipende un pò dalle precise definizioni poste in bilancio. Il primo grafico mostra sia le passività medie delle banche in percentuale del debito nazionale del paese ospitante e del suo PIL, così come le attività bancarie in percentuale sul proprio patrimonio netto.



Il grafico mostra l'effetto leva delle singole banche secondo un articolo di Daily FX. Si noti che nel caso specifico di SocGen, per quanto ne sappiamo, vengono contestate le conclusioni della fonte originale per quanto riguarda il rapporto di leva, per cui queste informazioni vanno prese col beneficio d'inventario.

E infine, un grafico pubblicato dal Fondo monetario internazionale nel 2012, mostra il patrimonio netto medio/coefficienti patrimoniali netti dei sistemi bancari nei diversi paesi. Il messaggio che ne deriva è che: le banche tedesche e francesi hanno rapporti di leva finanziaria estremamente elevati.



In sintesi, anche se non si tiene conto delle esposizioni nascoste al rischio di credito, come quello rivelato nei prestiti di DB, la leva finanziaria delle banche in Europa rimane molto elevata. Questo spiega il perché ci fu panico per l'esposizione delle banche europee verso i debiti sovrani nel 2011. Mentre il panico si è placato in modo definitivo, le motivazioni rimangono saldamente al loro posto.



Questo grafico mostra il prezzo delle azioni di Deutsche Bank negli ultimi 2 anni. Il mercato sembra più ottimista su DB rispetto a molte altre banche europee, ma la banca è fortemente indebitata ed esposta a molti rischi. La sua più grande forza sono probabilmente i prestiti rilasciati in Germania.

Le informazioni e i dati sono ritenuti accurati, ma non ci sono garanzie. Domino Solutions non è un consulente d'investimento e non offre consigli specifici di investimento. Le informazioni qui contenute sono solo a scopo informativo

mercoledì 21 novembre 2012

Analisi di 6 società industriali non americane che stanno aumentanento gli investimenti di capitale

NOVITA' DELLA DOMINO SOLUTIONS
PORTAFOGLIO GEMME NASCOSTE

IL 71% DELLE POSIZIONI
CHIUSE IN GUADAGNO
HANNO SUPERATO IL 50% DI GAIN.

One Million Dollar Portfolio dal 2010 ad oggi +86.60%
Stock Win Usa Portfolio dal 2010 ad oggi +121.04
Europa Vincente Portfolio dall'inizio del 2012 +25.52%
ETF migliori dal 10 ottobre 2012 +5.15%
Visione del nostro portafoglio One Million Dollar + 95% dal 2010 Alert acquisto/vendita quando viene modificato il portafoglio One Million Dollar
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Le società di fertilizzanti e gas industriali stanno aumentando i loro investimenti di capitale, misurata dal rapporto tra spese in conto capitale per livelli di fatturato, secondo uno studio della rivista Chemical Business ICIS denominato ICIS Top 100 Chemical Companies 2012.
Per il secondo anno consecutivo, le maggiori spese sono state dominate dai produttori di fertilizzanti e le imprese di gas industriali, come rappresentato da un'analisi del rapporto tra spese in conto capitale per livelli di fatturato. I produttori di fertilizzanti stanno subendo un pluriennale ciclo di investimenti di capitale per portare nuova capacità di produzione di fertilizzante più elevata.

Le società di gas industriali stanno vedendo una forte domanda per i loro prodotti dall'Asia e elevati livelli di spese in conto capitale sono parte integrante del loro modello di business per fornire ai loro clienti maggiori esigenze di prodotti gassosi.
Una maggiore popolazione significa un aumento della domanda di cibo che a sua volta guida la domanda di fertilizzanti. Quindi non è sorprendente vedere le imprese di fertilizzanti globali aumentare i loro investimenti di capitale per soddisfare le esigenze di fertilizzante del mondo.

Simile ai fertilizzanti ci sono i gas industriali i quali sono una delle necessità principali del mondo moderno. I Gas industriali sono un gruppo di gas che vengono utilizzati in molti settori come metallo, polimeri, prodotti alimentari, medici, industrie di raffinazione del petrolio. Come utenze e consumi di base, questo settore può essere considerato come un settore stabile e relativamente sicuro per investire durante tutte le condizioni di mercato.

Quali sono i gas industriali più utilizzati ? (Importante)

Alcuni gas industriali sono acetilene, idrogeno, ossigeno, azoto, anidride carbonica e argon. Questi gas possono essere trasportati in forma liquida o solida. L'Acetilene è utilizzato per il taglio dell'acciaio e per la saldatura. L'idrogeno viene utilizzato nelle industrie alimentari del grasso e olio dove viene utilizzato per idrogenare oli vegetali per fare margarina. L'anidride carbonica viene utilizzata per le bevande analcoliche, birre, ecc.

E' anche usato per rimuovere la caffeina dai chicchi di caffè per fare il caffè decaffeinato. L'azoto viene utilizzato per raffreddare molti dispositivi meccanici che devono essere estremamente freddi. Dall'alimentare al settore medicale, l'ossigeno viene utilizzato nell'industria siderurgica per rimuovere le impurità dell'acciaio. Poiché l'Argon è altamente non reattivo viene utilizzato per proteggere il metallo molto caldo come quello fuso.

Potash Corp (POT)
Potash Corporation of Saskatchewan è società che produce concime integrato e mangimi industriali. La società possiede e gestisce cinque miniere di potassa in Saskatchewan e uno a New Brunswick. Detiene anche i diritti minerari di Esterhazy dove produce potassa nell'ambito di un accordo di estrazione e lavorazione.

Le sue operazioni di fosfato comprendono la produzione e la vendita di fertilizzanti fosfatici solidi e liquidi; integratori alimentari animali e acidi industriale che vengono utilizzati nei prodotti alimentari e nei processi industriali. Le sue operazioni di azoto comportano la produzione di fertilizzanti azotati, mangimi di azoto e prodotti industriali, tra cui ammoniaca, acido urea, soluzioni di azoto, nitrato di ammonio e azoto. Dispone di strutture di azoto in Georgia, Louisiana, Ohio e Trinidad.

Paese Canada
Settore Chimica agricola
Capitalizzazione di mercato di 32,96 miliardi di dollari.
Dividend yield al 2.21%
Payout ratio al 21.00%.
Beta 1.03.
Stima 2013 in crescita del +17.40%.


Potash Corp (POT) - Stime di crescita, analisi società, società chimica agricola

Air Liquide (AIQUY)
Air Liquide SA è una società con sede in Francia impegnata nella produzione di ossigeno, azoto, idrogeno e altri gas industriali e medicali. Divide la sua attività tra Gas, Servizi, Ingegneria e Costruzioni. L'attività Gas e Servizi è suddivisa per segmenti di clientela: grandi industrie, gestisce le unità di produzione più importanti per i clienti nel settore acciaio, prodotti chimici e industrie di raffinazione, commercianti industriali, assistenza sanitaria, ai quali fornisce gas medicali, prodotti per l'igiene, attrezzature e servizi per ospedali e pazienti e l'elettronica, ai quali fornisce gas e servizi per la produzione di semiconduttori, schermi piatti e pannelli fotovoltaici.

Ingegneria e costruzione riguardano la costruzione di unità di produzione (unità di separazione dell'aria (ASU), unità di produzione di idrogeno).

Paese Francia
Settore Gomma e Plastica
Capitalizzazione di mercato di 37,02 miliardi di dollari.
Dividend yield al 2.51%
Payout ratio al 38.00%.
Beta 1.02.
Stima 2013 in crescita del +9.73%.


Air Liquide (AIQUY) - Stime di crescita, analisi società, società chimica agricola

Solvay (SOLB)
Solvay SA è una azienda belga che opera nel settore chimico e delle plastiche. È quotata al BEL20, la Borsa Valori Belga. È stata fondata nel 1863 da Ernest Solvay, i cui eredi, tramite Solvac SA controllano Solvay..

In Italia è proprietaria di vari stabilimenti, tra cui quello di Rosignano Solvay destinato alla produzione di soda caustica, bicarbonato e carbonato di sodio e quello di Spinetta Marengo nel quale si producono polimeri fluorurati.

Paese Belgio
Settore Chimica
Capitalizzazione di mercato di 10,02 miliardi di dollari.
Dividend yield al 3.32%
Payout ratio al 51.00%.
Beta 0.97.
Stima 2013 in crescita del +12.21%.


Linde (LNEGY)
Linde è fornitore leader di gas industriali e membro di The Linde Group. I gas industriali sono utilizzati dovunque, in qualsiasi momento e in innumerevoli modalità di impiego. Qualsiasi sia il settore di impiego ovvero, saldatura, raffreddamento, riscaldamento, pulizia industriale o analisi di laboratorio, il gas industriale è sempre presente. I gas industriali giocano un ruolo cruciale nei processi metallurgici, nel settore chimico, alimentare, nella protezione ambientale, nonché nella produzione di vetro e componenti elettronici, nel settore edile, farmaceutico e della ricerca e sviluppo.

Paese Germania
Settore Chimica
Capitalizzazione di mercato di 10,02 miliardi di dollari.
Dividend yield al 3.32%
Payout ratio al 51.00%.
Beta 0.97.
Stima 2013 in crescita del +12.21%.


Arkema (ARKAY)
Arkema SA è una società con sede in Francia, specializzata nella produzione e commercializzazione di prodotti chimici. Opera attraverso le sue due aree di business: Industrial Chemicals e Performance Products.

La divisione Industrial Chemicals offre la produzione di acrilici, polimetilmetacrilato (PMMA), perossido di idrogeno, fluorochemicals e thiochemicals e comprende marchi come Forane, Albone, Norsocryl, Altuglas e Sarbio. Le Performance Products includono la produzione di polimeri tecnici, prodotti chimici speciali e additivi funzionali. I prodotti della società sono utilizzati per la costruzione, automotive e trasporti, sanità, industria elettrica ed elettronica, agricoltura e confezionamento, tra gli altri. Dal 1 ° ottobre 2012, Arkema ha perfezionato la cessione della sua attività stagno stabilizzatore e ha perfezionato l'acquisizione di un sito acrilico Emulsioni in Brasile.

Paese Francia
Settore Chimica
Capitalizzazione di mercato di 5,91 miliardi di dollari.
Dividend yield al 1.76%
Payout ratio al 22.52%.
Beta 0.97.
Stima 2013 in crescita del +10.64%.


Arkema SA (ARKAY) - Stime di crescita, analisi società, società chimica agricola

Asahi Glass (ASGLY)
Asahi Glass Co. è un'industria giapponese. È una delle aziende di spicco del gruppo Mitsubishi. Fondata nel 1907 da Toshiya Iwasaki, il secondo figlio del secondo presidente della Mitsubishi Corporation, fu il primo produttore giapponese di lastre di vetro. Oggi Asahi Glass Co. è uno dei più grandi produttori di lastre di vetro al mondo è, possedendo gli stabilimenti della Glaverbel in Europa e quelli della AFG Industries in Nordamerica, influenza molto l'industria del vetro.

I suoi principali settori produttivi sono: vetri automobilistici e materiali industriali; biotecnologie; prodotti chimici tra i prodotti chimici Asahi produce membrane in fluoropolimero, tra cui lamine in ETFE, note per essere state usate per il rivestimento esterno dell'Allianz Arena, la più grande struttura rivestita di ETFE; vetri per schermi; prodotti e materiali elettronici; vetri piatti e materiali per costruzioni; vetri per ottica e telecomunicazioni.

Paese Giappone
Settore Lastre di vetro
Capitalizzazione di mercato di 8,47 miliardi di dollari.
Dividend yield al 4.58%
Payout ratio al 46.86%.
Beta 1.58.
Stima 2013 in crescita del +20.75%.


Asahi Glass Co. (ASGLY) - Stime di crescita, analisi società, società chimica agricola

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mercoledì 7 marzo 2012

Atene minaccia l'Europa, alcune risposte importanti al dubbio Grecia


One Million Dollar Portfolio dal 2010 ad oggi +64.89%
Stock Win Usa Portfolio dal 2010 ad oggi +114.10%
Europa Vincente Portfolio dall'inizio del 2012 +10.75%


Il vero verdetto sul futuro della Grecia si saprà tra domani e dopodomani. La tragedia del paese è lunga dall'essersi conclusa, anzi, è avvertita ancora di più in queste ultime ore: la sopravvivenza di Atene è legata a un filo e quel filo porta il nome di ristrutturazione del debito greco, ovvero di Private Sector Involvement.

Un default disordinato della Grecia si tradurrebbe in un costo superiore a 1.000 miliardi di euro per l’area dell’euro e probabilmente costringerebbe la Spagna e l’Italia a ricorrere a finanziamenti esterni per evitare il contagio. Questo il drammatico scenario tracciato dall’Istituto di Finanza Internazionale (Ifi).

Ma cosa è necessario per salvarsi dal default ?

Di fatto, le banche ed i fondi d'investimento privati che detengono bond greci hanno tempo fino a giovedi' alle 20 (GMT) per accettare o rifiutare il default swap, ovvero lo scambio di obbligazioni, che corrisponde a una sorta di fallimento controllato.

Ma facciamo un passo indietro, ad oggi il default Grecia è stato scongiurato tramite la concessione di aiuti per 130 miliardi di euro, a questi va sommato il piano di ristrutturazione del debito con gli investitori privati.

Il rapporto dell’Iif descrive pertanto l’eventualità di una bancarotta della Grecia come la prima pedina di un domino che coinvolgerebbe l’intera zona euro. L'8 marzo alle ore 21 scade la trattativa con i creditori privati e, se le adesioni dovessero essere sotto il 75%, scatterebbe il default disordinato. Sopra questa cifra, invece, dovrebbe verificarsi un default ordinato ma l'obiettivo di Atene resta quello di un 90% di adesioni.

Sotto il 90% ma sopra il 75% il governo greco farebbe scattare le Cac, cioè l'adesione forzata di tutti i creditori privati all'intesa che Atene ha sottoposto all'Iif. Ma Atene è ottimista sulla ristrutturazione del debito.

Ad aderire all’operazione di swap ci saranno le Generali e UniCredit, insieme ad altre 12 banche internazionali, tra cui Intesa Sanpaolo, Allianz, Alpha Bank, Axa, Bnp Paribas, Cnp Assurances, Commerzbank, Deutsche Bank, Eurobank EFG, Greylock Capital Management, Ing Bank, e National Bank of Greece.

Ma chi e quanto paga tutto questo ?

Gli aiuti sono soprattutto a carico degli stati membri della UE, il Fondo monetario internazionale deciderà se e quanto contribuire solo a marzo. I privati rinunceranno al 53,5% del loro credito, per una perdita complessiva calcolata in circa 205 miliardi di debito greco.

Il 31,5% delle obbligazioni sarà sostituito da 20 nuovi titoli di stato greci, con scadenze da 11 a 30 anni. Il resto sarà convertito in titoli a breve scadenza emessi dal fondo Salva-stati.

Proprio in queste poche righe si riscontra il motivo per cui i mercati non credono al salvataggio Grecia, la mancanza di un apporto concreto, di un intervento tempestivo del FMI, fa capire quanto il resto del mondo non abbia nessuna intenzione di aiutare l’ Europa.

Ancora una volta, le grandi economie extra UE, sono rimaste alla finestra, in attesa, a questo punto secondo i mercati di un fallimento di questo nuovo “sforzo” per poter poi approfittare degli asset europei.

Quale sarebbe lo scenario in caso di accordo ?

Nel caso in cui accettino il cambio, gli investitori privati parteciperebbero al secondo salvataggio del paese, sopportando una perdita del 53,5%. Vale a dire che, per ogni cento euro investiti nei vecchi titoli di stato, gli investitori riceveranno 31,5 euro in nuovi titoli greci e 15 euro in titoli emessi dall’EFSF con scadenza a due anni. Quest’operazione ridurrebbe il debito di Atene di circa 100.000 mln di euro. I nuovi titoli di stato avrebbero scadenze comprese tra gli 11 e i 30 anni, tra il 2023 e il 2042. Le cedole pagate in base alla scadenza dei titoli saranno le seguenti:

2% fino al 2015;
3% dal 2016 al 2020;
3,65% fino al 2021;
4,3% nel periodo 2022-2042;

Gli investitori che partecipano allo scambio riceveranno anche titoli vincolati al Pil che daranno diritto a ricevere un bonus fino all’1% annuo del valore nominale dei nuovi bond a partire dal 2015 se il tasso di crescita del Pil greco supererà un certo livello (peraltro ancora non specificato).

Ma Atene cosa dice ?

Atene ha confermato che abbandonerà l’accordo se l’operazione dovesse far registrare risultati negativi. Questo sarebbe lo scenario peggiore e aprirebbe la porta ad un default disordinato a causa del mancato accesso al pacchetto di aiuti concesso da BCE, UE e Fondo Monetario Internazionale.

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