Il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti ha rilasciato le stime di forniture di caffè della stagione 2016-2017 sottolineando come queste subiranno un crollo della produzione di Robusta mentre l’Arabica aumenterà grazie ad una resa eccezionale in Brasile. In tutto il mondo però, i coltivatori di caffè sono colpiti dai bassi ricavi dei chicchi, allo stesso tempo, si trovano a combattere con un aumento dei costi secondo l’Organizzazione internazionale del caffè.
Molti coltivatori in paesi come El Salvador e Costa Rica hanno subito perdite, secondo le ultime ricerche. Di conseguenza gli agricoltori stanno passando ad altre colture economicamente più interessanti o addirittura stanno lasciando il settore agricolo, minacciando la capacità del settore di soddisfare la crescente domanda internazionale.
La contrazione delle scorte aveva portato alla crescita di zucchero e caffè, mentre le coltivazioni chiave, quali mais e grano, si sono trovate in difficoltà con la partenza della stagione del raccolto USA. Le preoccupazioni relative alla diminuzione delle scorte hanno sostenuto i forti picchi di zucchero e caffè. I future dello zucchero di canna hanno raggiunto il punto più alto degli ultimi quattro anni e il caffè Arabica quello degli ultimi 19 mesi, prima di tornare a livelli più bassi per la caduta del real brasiliano e per l’avvio delle prese di profitto da parte degli hedge funds, possessori di un gran numero di posizioni lunghe.
Lo zucchero è salito del 40% quest’anno, mentre il caffè Arabica del 14%, dopo aver fatto registrare movimenti laterali per una buona parte degli ultimi due anni. Circa 70 paesi in tutto il mondo producono il caffè, ma un prolungato periodo di perdite o bassi profitti potrebbe significare che solo i coltivatori più forti saranno in grado di sopravvivere conducendo il mercato verso un sempre minor numero di coltivatori.
Il sesto Forum sul finanziamento del settore caffeario ha riunito esperti provenienti dal settore pubblico e privato per discutere le sfide che attendono il settore caffè con un focus particolare sulla redditività della coltivazione del caffè. I punti chiave sollevati durante la sessione sono stati i cambiamenti climatici e le condizioni sociali dei coltivatori di caffè.
Infatti, tenendo conto dell’inflazione, i prezzi del caffè sono cresciuti quest’anno del 2,8%, l’ICO ha sottolineato in una ricerca presentata al forum un avvertimento circa la stretta degli aumenti dei costi sempre maggiori causati dalle assunzioni, i fertilizzanti e i macchinari. La ricerca in quattro paesi ha dimostrato che gli agricoltori in Colombia hanno raggiunto profitti operativi bassi nella maggior parte delle stagioni, mentre quelli in Costa Rica e El Salvador hanno sofferto per anni perdite, anche se i coltivatori brasiliani hanno goduto di risultati “positivi”.
La pressione sui margini mette a rischio il futuro di molti produttori di medie e piccole imprese. Infatti, Edgar Cordero, consulente senior global strategies della federazione dei coltivatori di caffè della Colombia, Fedecafe, ha detto che i produttori ricevono sui 200 miliardi di ricavi generati attraverso il mercato di vendita al dettaglio solo 15 miliardi di dollari. Questa bassa redditività è anche alla base dell’allontanamento dei giovani dal settore. L’età media dei coltivatori di caffè è di 55 anni. In Colombia, per esempio, i più giovani sono a caccia di altri posti di lavoro.
L’industria del caffè quindi si sta trasformando, le piccole imprese sempre più pressate dai costi e bassi ricavi lasciano lo spazio e le terre ai giganti produttori che possono supportare i costi con vendite enormi. Questo col tempo metterà pressione sulle forniture, dato che ci vorranno anni prima che il cambiamento sia attuato, nel frattempo, la domanda aumenta e la fornitura cala.