La volatilità è una misura statistica della dispersione dei rendimenti per un determinato titolo o di un indice di mercato. La volatilità può essere misurata utilizzando la deviazione standard tra i rendimenti di un singolo titolo o un indice di mercato. Comunemente, maggiore è la volatilità, più è a rischio la sicurezza del portafoglio.
Uno dei punti chiave più importanti in questo periodo, oltre all’attesa dell’innalzamento dei tassi di interesse in America, sono le loro elezioni, che sempre più spesso tengono banco sui mercati e i media. Siamo solo ad un mese di distanza dalle elezioni e la volatilità dello S&P500 in 3 settimane è salita del 33%. Sottolineiamo comunque che nelle ultime cinque elezioni, a due mesi dal voto, si è sempre avuto un aumento della volatilità, aggiungiamo l’indecisione di quest’anno e il fatto che i candidati non piacciono e il gioco è fatto.
Abbiamo cercato alcuni titoli che possono essere interessanti o no in base al periodo che stiamo vivendo e al candidato che potrebbe vincere. L’elezione presidenziale ci sarà tra poco più di un mese. Il primo dibattito presidenziale della scorsa settimana tra Hillary Clinton e Donald Trump è stato il dibattito più visto di sempre. Ha addirittura superato quello del 1980 tra Jimmy Carter e Ronald Reagan, definito uno dei più incisivi di sempre, dove si è discusso di trattati sulle armi nucleari e alcuni ostaggi iraniani.
Una delle strategie più vincenti nel periodo elettorale è sicuramente quello di chiudere le posizioni sui titoli maggiormente volatili per puntare su azioni che hanno ottenuto buoni fondamentali anche se il mercato pare in bilico. Di seguito vi segnaliamo alcuni di questi titoli in base alle nostre analisi.
Azioni da non tenere in portafoglio
Gilead è una delle più grandi biofarmaceutiche del mondo è presente nel Nord America, Europa e Asia Pacifico. I prodotti della società includono Truvada, Atripla, Viread, Emtriva, Hepsera, AmBisome, Letairis, Ranexa, Vistide e Cayston e sono commercializzati attraverso il suo team di commerciali e/o in collaborazione con distributori di terze parti e partner aziendali. Il titolo però è un terreno traballante, come quasi tutte le major pharma, dato che in caso di vittoria (come più probabile) dei democratici, inizierà la guerra nei confronti di queste società.
La grande minaccia rivolta a Gilead in questo momento sono i suoi nuovi farmaci che non hanno passato i risultati sperati. In più ci sono società come Bristol-Myers che la stanno sfidando nel settore dell’epatite C, il suo settore principale nella linea di prodotti, lo scandalo dei prezzi elevati dell’anno scorso non ha di certo aiutato l’azienda.
Gilead è stata abbastanza volatile nel passato, con una beta di 1,5 – il che significa che quando il mercato scende di 1 dollaro, Gilead dovrebbe teoricamente scendere di 1.50 dollari. Oltre alle elezioni c’è anche un’agguerrita concorrenza nel mercato che non fa che aumentare la natura volatile del titolo.
Salesforce ha oltre 230 volte gli utili e offre un prodotto che è diventato efficace. La gestione delle risorse dei clienti si basa sul software decollato nel 1990, ma la concorrenza ha ormai invaso il settore. I costi di commutazione sono bassi ed i clienti sono facilmente in grado di trovare soluzioni a costi ancora più bassi rispetto a Salesforce.
Un altro catalizzatore negativo per l’azienda è la potenziale acquisizione di Twitter (TWTR). Le azioni di Salesforce sono crollate di oltre il 10% nell’ultimo mese dato che gli investitori non hanno preso di buon occhio la notizia che la società sta valutando un buyout di Twitter. Se alla fine la società deciderà di portare a termine l’acquisto, aspettiamoci di certo un altra discesa, anche più violenta del titolo.
Azioni da tenere in portafoglio
Una delle parti migliori di Johnson & Johnson è forse la sua striscia di aumenti dei dividendi annuali, ben 53 anni. Il suo dividend yield solido del 2,7% non è qualcosa che deve essere trascurato. Questo, e la sua presenza granitica nel settore della sanità e dei consumatori significa che Johnson & Johnson riduce la volatilità del suo prezzo ai minimi termini. Il suo beta infatti è pari 0,6, uno dei migliori del settore.
Un’altro punto chiave fondamentale, forse uno dei più interessanti di Johnson & Johnson, e la sua incredibile stabilità, è sempre lontana dai guai dei farmaci costosi ed è molto prudente con le acquisizioni, preferisce dare accesso a nuovi mercati in crescita. Il suo bilancio è ancora robusto e in grado di gestire nuove ricerche e pagamenti di dividendi nel tempo.
Amazon.com è una società incentrata sulle vendite al dettaglio online. Inoltre genera profitti attraverso marketing e servizi promozionali come la pubblicità online e contratti co-branded con carte di credito. Progetta i suoi Siti web per consentire ai prodotti di essere venduti da se stessa e da terzi in decine di categorie di prodotti. Produce e vende il Kindle e-reader.
Il margine di profitto lordo di della è aumentato rispetto allo stesso periodo di un anno fa. L’azienda è cresciuta nelle vendite e l’utile netto è salito significativamente nell’ultimo trimestre rispetto allo stesso trimestre di un anno prima ed è stata anche in grado di superare il suo competitor medio del settore.
Allo stesso tempo il suo patrimonio netto è notevolmente aumentato del 40.53% rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. Il prezzo è molto alto, questo è l’unico dato negatico, circa 800 $ per azione. Ma speriamo in uno split futuro che ci consenta di ottenere maggiori azioni.