mercoledì 12 ottobre 2016

Investire nel farmaceutico: 4 possibili acquisizioni

Il settore farmaceutico ha avuto un aumento vertiginoso delle M&A con miliardi di dollari di offerte, sopratutto negli ultimi mesi. Sperando che queste trattative aumentino, i prossimi titoli vanno considerati come investimenti solidi con possibili enormi ritorni nel caso fossero acquistati da qualcuno più grande. Nei primi sei mesi dell’anno, abbiamo assistito ad una assenza di IPO ed M&A, che ora sembrano essersi rianimate improvvisamente. Diverse aziende hanno presentato la richiesta per diventare pubbliche sia sul Nyse che sul Nasdaq.

La prima metà del 2016 è stata, in termini di volumi di dollari, inferiore di oltre il 60% rispetto allo stesso periodo del 2015, ma ora anche le M&A cominciano a rianimarsi. Pfizer (PFE) è stata particolarmente attiva, investendo più di 20 miliardi di dollari in acquisizioni in tre operazioni distinte nel corso degli ultimi tre mesi. Ma quali sono le aziende a caccia e chi potrebbero essere le loro prede ?

Allergan Inc. (AGN), è un’impresa multinazionale farmaceutica. I suoi prodotti spaziano dal campo oftalmico, dermatologico al neurologico. La società è famosa soprattutto per il suo prodotto neurologico Botox, usato in tutto il mondo per trattare una varietà di disordini debilitanti associati con muscoli superstimolati e anche ben conosciuti sotto il nome commerciale di Cosmetica Botox.

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Allergan è un altro grande produttore farmaceutico con tante “munizioni” dopo aver venduto la sua attività di farmaci generici a Teva Pharmaceuticals per 40 miliardi. L’azienda ha già fatto alcune piccole acquisizioni e ha dichiarato che continuerà ad espandere le quattro aree chiave di trattamento in cui desidera ampliare la propria presenza. Ha un vantaggio chiave attraverso le basse aliquote dell’imposta sulle società in Irlanda che gli permettono di effettuare offerte più alte ai candidati come ad esempio alla piccola Tobira Pharmaceuticals (TBRA) a cui ha offerto un premio superiore al 600%.

Una delle aree in cui Allergan si stà focalizzando è quella gastrointestinale. Synergy Pharmaceuticals (SGYP) avrebbe molto senso grazie alla sua capitalizzazione di poco inferiore al miliardo. La sua miscela plecanatide dovrebbe fornire risultati positivi nella fase III della sperimentazione per il trattamento di IBS-C, in questo trimestre. Il composto ha anche un appuntamento per il PDUFA (Prescription Drug User Fee Act – Possibilità di prescrizione del farmaco) il 29 gennaio, giorno in cui quello stesso farmaco dovrebbe essere approvato per la costipazione idiopatica cronica o CIC. Fondamentalmente, il composto è una versione leggermente più veloce del Linzess, ma con minori effetti collaterali, in particolare la diarrea. Il Linzess fa quasi 500 milioni di dollari di vendite annuali e sembra andare verso il miliardo di dollari nelle vendite entro il 2020.

Merck & Co. Inc. (MRK) (conosciuta anche come Merck Sharp & Dohme [MSD] al di fuori di USA e Canada), è una delle più grandi società farmaceutiche del mondo. Il suo quartier generale è situato a Readington, New Jersey. È stata fondata nel 1891 come la filiale statunitense della società tedesca ora nota come Merck KGaA. Merck & Co. o MSD si definisce “una società globale guidata dalla ricerca farmaceutica”, che scopre, sviluppa, produce e commercializza una vasta gamma di prodotti innovativi per migliorare la salute umana e animale, direttamente e attraverso le joint ventures.

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Merck ha avuto una diminuzione della crescita delle vendite negli ultimi cinque anni a causa della scadenza di brevetti chiave. Tuttavia, il suo farmaco mirato per l’oncologia, Keytruda, sembra sia sulla buona strada per diventare campione d’incassi. L’azienda ha un bilancio solido e finalmente dovrebbe vedere un pò di crescita del fatturato nel prossimo anno. Questo gigante farmaceutico sembra essere interessato a Incyte (INCY), di cui si è parlato a lungo di una possibile acquisizione. Le aziende stanno già lavorando insieme per valutare la combinazione del farmaco di Incyte, epacadostat e Keytruda per il trattamento dei pazienti con melanoma avanzato/metastatico, che è in una fase intermedia di sviluppo.

Incyte è una società del settore farmaceutico che ha una capitalizzazione di mercato di poco superiore ai 17 miliardi e probabilmente costerebbe più di 25 miliardi di dollari per l’acquisto, ma ha un interessante linea di prodotti farmacologici e il suo oncologic, Jakafi, sta vedendo una solida crescita del fatturato. Merck ha certamente la possibilità di far pendere l’ago della bilancia a suo favore per questo tipo di affare.

Sanofi (SNY) è un gruppo farmaceutico francese che è stato creato nel 2004 dalla fusione di Sanofi-Synthélabo e Aventis. Sanofi-Synthélabo era a sua volta il risultato della fusione delle filiali farmaceutiche dei gruppi L’Oréal (Synthélabo) e Elf Aquitaine (Sanofi). Il gruppo è concentrato su sette assi terapeutici principali: cardiovascolare, trombosi, sistema nervoso centrale, oncologia, malattie metaboliche, medicina interna e vaccini (Sanofi Pasteur) e in questi settori produce alcuni tra i più famosi medicinali.

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Sanofi è stata la “fidanzata ufficiale” un paio di volte nel corso dell’ultimo anno, ma mai la sposa. Con i soldi impegnati a fare acquisti, nonché l’urgente necessità di ricostituire il proprio portafoglio di prodotti, il gigante farmaceutico francese è più sicuramente in agguato perché i suoi azionisti stanno diventando impazienti a causa della sua crescita stagnante. A novembre dello scorso anno venne superata nell’acquisizione della sua concorrente ZS Pharma, da AstraZeneca (AZN) grazie ad un offerta di 2,7 miliardi. Poi dopo mesi di inseguimenti a Medivation (MDVN), il produttore farmaceutico francese è stato superato ad Agosto dall’offerta di Pfizer.

Ora, dove potrebbe volgere il suo prossimo sguardo ? Beh, se uniamo l’attenzione per l’oncologia con la dimensione dell’obiettivo, simile a ZS Pharma, Exelixis (EXEL) potrebbe essere la candidata. L’azienda ha circa 3 miliardi di capitalizzazione di mercato ed è una delle poche vere “mid-cap” nel settore biotech. Il suo composto principale CABOMETYX ™ è uno dei pochi nuovi farmaci, visti di recente, che ha facilmente superato le proiezioni di vendita iniziali. Il farmaco è stato anche approvato da poco in Europa per alcuni tipi di cancro del rene ed è in studio per altre indicazioni, come alcuni tipi di cancro al fegato.

Biomarin Pharmaceuticals (BMRN) è un’altra mid-cap del settore farmaceutico a cui Sanofi e altri sono stati collegati in passato, ma è un boccone più grande, con oltre 15 miliardi di capitalizzazione di mercato. Questa, però, potrebbe essere un’altra su cui si innescherebbe una guerra di offerte che Sanofi potrebbe facilmente perdere. Si tratta di alcune idee che potrebbero andare a buon fine qualora le M & A del settore continuino ad essere ravvivate.

lunedì 10 ottobre 2016

Gli investitori stanno sottostimando il rischio di una recessione

Altra giornata di passione sui mercati, le notizie economiche che giungono dal Giappone e dagli Stati Uniti, unite al fatto che Deutsche Bank sembra non aver trovato un accordo con il Dipartimento di Giustizia americano, fanno temere ad una ennesima settimana negativa. Aggiungiamo che nel fine settimana il Fondo Monetario Internazionale ha definito i mercati “indifesi” contro una probabile recessione che secondo gli analisti è probabile al 31%.

Se gli Stati Uniti sono riusciti a varare interventi di emergenza durante la crisi del 2008, che hanno consentito di salvare istituzioni sistemiche che in caso contrario avrebbero fatto crollare l’economia mondiale, è stato anche grazie alla discrezionalità con la quale si sono potuti varare i primi interventi. E invece oggi le democrazie si sono evolute in una strada di controlli e contrappesi per circostanze nelle quali invece sarebbe giusto fornire discrezionalità per gli interventi di emergenza. Occorre dunque fornire più discrezionalità e potere negli arsenali della finanza.

Anche se la crescita viene definita “morbida”, questo può essere visto come positivo per le azioni, data la risposta tipica delle valute ma non certo però la crescita negativa delle aziende che si apprestano a chiudere il 6 trimestre negativo di fila. Una recessione in questo momento in cui le aziende sono molto esposte sarebbe particolarmente problematico per molti settori: le stime degli utili per il prossimo anno sono aggressive nel momento in cui le banche centrali stanno lottando mantenere una crescita mediocre, anche col beneficio di un sempre più kit di strumenti.

Giusto per non farci mancare nulla, oltre al problema Deutsche Bank possiamo aggiungere “di nuovo”, la Grecia. L’Euro-gruppo sbloccherà la nuova tranche da 2,8 miliardi di euro, ma per Atene la situazione resta drammatica: il Fondo monetario internazionale, che appoggia la ristrutturazione del passivo, uscirà dal piano di salvataggio. La Germania non farà alcuna nuova concessione in vista delle elezioni dell’autunno 2017. Benzina sul fuoco in una Europa ormai sempre più in bilico.

CFNAI, Come investitori stiamo interpretando bene il mercato

Di tutti gli indicatori che abbiamo seguito, quello che ci colpisce fortemente è il prodotto interno lordo reale (PIL). Il Pil nel secondo trimestre ha segnato un +1,4%, rispetto al +1,1% della lettura intermedia del mese scorso e il +1,2% di quella preliminare. L’economia, però, cresce meno del 2% da tre trimestri consecutivi. L’attuale ritmo di espansione è il più debole dal 1949. Nel 2015 la crescita era stata del 2,6%, l’anno migliore dal 2006, sopra la media del 2,1% all’anno registrata dal 2010, il primo anno intero dopo la recessione. Per fare un paragone, la crescita media negli anni Novanta era stata del 3,4% all’anno.

Storicamente, quando le letture del CFNAI (L’indice Cfnai, misura l’andamento dell’attività economica nel distretto della Fed di Chicago) sono state costantemente negative, il multiplo sullo S&P500 è stato piatto anno su anno, secondo i dati di Bloomberg. È vero che nessun indicatore economico è in grado di darci conferme sulla complessità delle attuali economie. Detto questo, nonostante l’importanza delle sequenze recessive, pochi oggi sembrano preoccupati. La volatilità rimane bassa e multipli alti. Tuttavia, il CFNAI sta suggerendo che dovremmo essere tutti un po più preoccupati in prospettiva.

venerdì 7 ottobre 2016

Investire dividendi, 5 solidi titoli da prendere in considerazione

Investire in dividendi è uno dei modi più efficaci per gestire il vostro portafoglio, uno dei segreti è focalizzarvi sul lungo periodo con titoli di elevata qualità che pagano dividendi affidabili ed in crescita. L’acquisto di questa tipologia di azioni da tenere per almeno un decennio o due, non è per tutti, naturalmente. Ma vale la pena notare che alcune delle blue chip più maltrattate durante la crisi finanziaria del 2008 hanno fortemente recuperato ed aumentato i loro dividendi durante tutto il periodo fino ad oggi. Se non siete abbastanza pazienti, o se vi piacciono le negoziazioni giornaliere, allora questi titoli non fanno per voi. Ma se state cercando di proteggere i vostri soldi durante i periodi incerti, questi titoli hanno molto da offrire, tra cui rendimenti da dividendi che sono il 3% o superiore.

Duke Energy Corp. (DUK)
Molte utilities sono volatili e ipercomprate al giorno d’oggi, a causa della pressione dei forti acquisti nel settore all’inizio di quest’anno in quanto gli investitori correvano ai ripari. Ma ultimamente, le azioni di alcune di queste aziende sono tornate indietro, tra queste Duke Energy, che è ancora scambiata ad un livello attraente per il lungo termine.

Vale anche la pena sottolineare che, anche dopo il calo dell’8% circa dal suo livello più alto delle 52 settimane, le azioni di Duke sono ancora in gain da inizio anno, inoltre, hanno un dividendo appetibile e sostenibile.

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Procter & Gamble Co. (PG)
Mentre molte azioni di beni di consumo sono imbattute nel 2016, Procter & Gamble, si distingue per un paio di motivi. Per cominciare, nonostante la forte performance del titolo, il suo yield è ancore di poco oltre il 3%. Inoltre, il payout è pari a circa i due terzi degli utili del prossimo anno, questo rende il dividendo sostenibile e con possibilità di futuri aumenti. Se a questo si aggiunge che P & G ha pagato dividendi per 126 anni, con 60 aumenti consecutivi, è difficile sostenere che vi sia scelta migliore di questo gigante dei beni di consumo per la crescita di dividendi stabili.

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Abbvie (ABBV)
Abbvie è stata scissa da Abbott Laboratories (ABT), alla fine del 2012, nel tentativo di separare il settore di ricerca farmaci dal portafoglio di trattamenti già esistenti e dispositivi medici. Abbvie è l’opzione di gran lunga più interessante delle due, sia in termini di potenziale di ricerca che di prestazioni per gli investitori. Dal frazionamento azionario Abbvie ha avuto una performance quasi doppia rispetto all’indice S & P 500, mentre Abbott circa il 28%. Abbvie non è una rischiosa biotech di fase sviluppo. Il suo trattamento dell’artrite di grande successo, Humira, produce miliardi di dollari di fatturato annuo, mentre la società va avanti con nuovi farmaci. Le sue azioni sono scambiate attualmente a solo circa 11 volte gli utili. Sarebbe difficile trovare una migliore combinazione di crescita, valore e reddito delle azioni Abbvie.

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General Electric (GE)
General Electric è uno titolo diffuso, presente in molti portafogli, ma molti investitori di reddito rimangono diffidenti di questo conglomerato dopo il profondo taglio del dividendo durante la crisi finanziaria. Ma dopo aver ceduto il comparto finanziario a Wells Fargo & Co. (WFC), poco più di un anno fa, gli investitori possono avere fiducia nel fatto che la nuova GE sia una società stabile e affidabile per il reddito. General Electric si muove in ampi e diversificati settori che coprono la produzione di energia, immagini mediche e motori per aerei solo per citarne alcuni, e questa vasta base di entrate sosterranno un forte flusso di cassa.

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Cisco Systems (CSCO)
Cisco Systems, non ha pagato dividendi per molto tempo. Ma negli ultimi 5 anni è aumentato oltre quattro volte, a partire da soli 6 centesimi a trimestre nel 2011 a 26 centesimi in questo momento. E anche a questi livelli, i dividendi sono altamente sostenibili a meno della metà degli utili del prossimo anno. Le azioni sono più che raddoppiate dal loro minimi del 2012. Se state cercando di costruire un portafoglio diversificato, questa azienda di grossa capitalizzazione che si occupa di tecnologia per le imprese è una buona alternativa al reddito convenzionale. Certo, Cisco non è in condizioni di crescere ulteriormente, come dimostra la dolorosa decisione di licenziare il 20% della sua forza lavoro questa estate. Ma per gli investitori di reddito, la stabilità è più importante della crescita, in particolare in questo mercato.

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martedì 4 ottobre 2016

Campari, dopo la discesa il titolo riprende la corsa

Campari è uno dei nostri punti di forza, un’azienda italiana che distribuisce il suo prodotto in suo prodotto in oltre 180 paesi. Si tratta di un bitter ottenuto dall’infusione di erbe amaricanti, piante aromatiche e frutta in una miscela di alcool e acqua, dall’aroma intenso e dal colore rosso rubino. L’azienda nasce nel 1860 da Gaspare Campari col primo locale a Novara chiamato Caffè dell’Amicizia. Davide Campari, figlio di Letizia e Gaspare, nel 1919 cede il Campari e il Camparino. L’azienda si concentra sulla produzione di Campari e Cordial, i prodotti con la maggior penetrazione di mercato. Campari entra in borsa nel 2001 al prezzo di 31 euro per azione. Il 3 settembre 2012 Campari acquista l’81,4% di Lascelles de Mercado, un’azienda giamaicana produttrice di rum.

Il 15 aprile 2014 Gruppo Campari acquista per la cifra di 103,75 milioni di € la Fratelli Averna S.p.A. Il 15 marzo 2016 è stato annunciato un accordo tra il Gruppo Campari e Societé des Produits Marnier Lapostolle (Spml) per consentire al gruppo italiano il controllo del marchio Grand Marnier attraverso la cessione delle azioni in possesso della Splm ed il lancio di un OPA.

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Campari (CPR) a Settembre ha subito un lieve ribasso dopo aver toccato i 10 €, ciò è dovuto alle vendite di alcolici negli Stati Uniti, secondo i dati diffusi dalla Nabca (National Alcohol Beverage Control Association), hanno registrato la performance peggiore degli ultimi due anni, registrando una contrazione del 2,4% tendenziale in termini di valore, con un -4,2% dei volumi e un +1,8% del rapporto prezzo/mix. Da sottolineare comunque che i dati si riferiscono al trimestre dove era presente anche Luglio, mese in cui ci sono stati 16 giorni di vendita in meno rispetto al precedente.

Tuttavia i dati restano sempre bassi, ma l’azienda non sembra preoccupata. Le implicazioni di tale rapporto sul medio periodo confermano la presenza di un trend rialzista. Tuttavia lo scenario a breve evidenzia un esaurimento della forza positiva al test di resistenza individuato a 10,08 con primo supporto visto a 9,93.

Il movimento rialzista è partito dai minimi il 24 giugno, giorno in cui il mercato aveva dovuto fare i conti con l’esito del referendum sulla Brexit. Il mese di agosto è stato particolarmente favorevole all’azienda milanese, ma il titolo ha brillato durante tutto il 2016. In un contesto molto negativo per la piazza finanziaria milanese, infatti, Campari è stata in grado di mettere a segno una performance da inizio anno pari al 28% circa.

La tendenza di fondo rimane quindi positiva, con i prezzi che possono pertanto proseguire nella loro salita, con target di breve termine a 10,30-10,32 prima e attorno a 10,45 in un secondo moment. Non dimentichiamo che vari analisti hanno alzato il target sull’azienda a BUY dal precedente HOLD, tra questi la banca d’affari Hsbc. I giudizi sono migliorati soprattutto grazie anche allo stato di buona salute del gruppo che ha visto crescere da fine 2014 tutti gli indicatori di bilancio.

Il rischio della società è basso, con un Beta intorno all’1.7 non pare molto volatile rispetto al mercato, i volumi sono sotto controllo, questo comporta pochi movimenti violenti anche per la mancanza di appeal verso hedge fund o investitori istituzionali, il che non implica una manca di crescita, anzi, il titolo è in fase ascendente, solo la rottura dei 9.55 € potrebbe farci pensare ad un’inversione.

Disclosure

Il titolo Campari è presente nel nostro portafoglio Gemme Italia con un guadagno in doppia cifra. Ottica di medio periodo.

lunedì 3 ottobre 2016

Le forniture di caffè minacciate dalla guerra dei coltivatori

Il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti ha rilasciato le stime di forniture di caffè della stagione 2016-2017 sottolineando come queste subiranno un crollo della produzione di Robusta mentre l’Arabica aumenterà grazie ad una resa eccezionale in Brasile. In tutto il mondo però, i coltivatori di caffè sono colpiti dai bassi ricavi dei chicchi, allo stesso tempo, si trovano a combattere con un aumento dei costi secondo l’Organizzazione internazionale del caffè.

Molti coltivatori in paesi come El Salvador e Costa Rica hanno subito perdite, secondo le ultime ricerche. Di conseguenza gli agricoltori stanno passando ad altre colture economicamente più interessanti o addirittura stanno lasciando il settore agricolo, minacciando la capacità del settore di soddisfare la crescente domanda internazionale.

La contrazione delle scorte aveva portato alla crescita di zucchero e caffè, mentre le coltivazioni chiave, quali mais e grano, si sono trovate in difficoltà con la partenza della stagione del raccolto USA. Le preoccupazioni relative alla diminuzione delle scorte hanno sostenuto i forti picchi di zucchero e caffè. I future dello zucchero di canna hanno raggiunto il punto più alto degli ultimi quattro anni e il caffè Arabica quello degli ultimi 19 mesi, prima di tornare a livelli più bassi per la caduta del real brasiliano e per l’avvio delle prese di profitto da parte degli hedge funds, possessori di un gran numero di posizioni lunghe.

Lo zucchero è salito del 40% quest’anno, mentre il caffè Arabica del 14%, dopo aver fatto registrare movimenti laterali per una buona parte degli ultimi due anni. Circa 70 paesi in tutto il mondo producono il caffè, ma un prolungato periodo di perdite o bassi profitti potrebbe significare che solo i coltivatori più forti saranno in grado di sopravvivere conducendo il mercato verso un sempre minor numero di coltivatori.

Analisi tecnica ETF caffè COFF

Il sesto Forum sul finanziamento del settore caffeario ha riunito esperti provenienti dal settore pubblico e privato per discutere le sfide che attendono il settore caffè con un focus particolare sulla redditività della coltivazione del caffè. I punti chiave sollevati durante la sessione sono stati i cambiamenti climatici e le condizioni sociali dei coltivatori di caffè.

Infatti, tenendo conto dell’inflazione, i prezzi del caffè sono cresciuti quest’anno del 2,8%, l’ICO ha sottolineato in una ricerca presentata al forum un avvertimento circa la stretta degli aumenti dei costi sempre maggiori causati dalle assunzioni, i fertilizzanti e i macchinari. La ricerca in quattro paesi ha dimostrato che gli agricoltori in Colombia hanno raggiunto profitti operativi bassi nella maggior parte delle stagioni, mentre quelli in Costa Rica e El Salvador hanno sofferto per anni perdite, anche se i coltivatori brasiliani hanno goduto di risultati “positivi”.

La pressione sui margini mette a rischio il futuro di molti produttori di medie e piccole imprese. Infatti, Edgar Cordero, consulente senior global strategies della federazione dei coltivatori di caffè della Colombia, Fedecafe, ha detto che i produttori ricevono sui 200 miliardi di ricavi generati attraverso il mercato di vendita al dettaglio solo 15 miliardi di dollari. Questa bassa redditività è anche alla base dell’allontanamento dei giovani dal settore. L’età media dei coltivatori di caffè è di 55 anni. In Colombia, per esempio, i più giovani sono a caccia di altri posti di lavoro.

L’industria del caffè quindi si sta trasformando, le piccole imprese sempre più pressate dai costi e bassi ricavi lasciano lo spazio e le terre ai giganti produttori che possono supportare i costi con vendite enormi. Questo col tempo metterà pressione sulle forniture, dato che ci vorranno anni prima che il cambiamento sia attuato, nel frattempo, la domanda aumenta e la fornitura cala.