Sono giorni ormai che il dollaro americano acquista debolezza nei confronti delle altre valute. Persino la sterlina è riuscita a guardare un +0.3%. Questo è dovuto al fatto che il mercato torna a concentrarsi sulla Federal Reserve e la lenta prospettiva per il rialzo dei tassi di interesse in un contesto di incertezza per la crescita economica mondiale, spingendo il rialzo dell’oro e dei titoli di stato. Intanto l’azionario dei mercati emergenti e le loro valute toccano i massimi di luglio 2015.
Le incertezze sulla decisione della Fed sono aumentate dopo il minute sul rapporto di lavoro migliore di quanto previsto all’inizio del mese, per poi subire un contraccolpo sul rapporto di vendite al dettaglio deludenti e alcuni commenti di alcuni presidenti regionali della Fed che richiedono a gran voce un’innalzamento dei tassi in tempi brevi.
Il mercato azionario mondiale è in salita negli ultimi quattro giorni sull’ottimismo che le banche centrali di Londra e Tokyo manterranno altro lo stimolo di politica monetaria.
Tuttavia è lecito dare un occhio a cosa è avvenuto negli ultimi giorni, il 12 agosto le probabilità la Fed alzasse i tassi di 50-75 punti base erano rispettivamente nel mese di settembre, novembre e dicembre, del 16%, 17,5% e 36,8%, secondo un sondaggio di Bloomberg. Ora, dopo alcuni dati robusti e commenti che sostengono la linea dura, come quelli di Fischer e Dudley, due terzi della troika della Fed (ricordiamo che la Yellen parlerà alla fine della settimana al Confab Jackson Hole) hanno spinto le percentuali verso l’alto con probabilità aumentate al 26%, 30,1%, e 41,9%.
I commenti di Dudley potrebbero essere in realtà più vicini allo stato d’animo attuale del FOMC rispetto ai verbali che risalgono a circa un mese fa, dato che nel frattempo abbiamo assistito ad un ulteriore miglioramento del mercato del lavoro. C’è un precedente per la Fed nel mese di settembre durante un anno elettorale, ma non ci sono precedenti per un movimento di novembre. Uno dei pericoli nel permettere alle aspettative di essere eccessivamente dovish è che ogni tentativo di rialzo possa poi innescare un forte aumento dei tassi reali, minando la propensione al rischio. Con molta probabilità la Fed vuole evitare questo scenario, almeno fino a quando avrà intenzione di agire entro la fine dell’anno.
Il tasso di interesse a 2 anni US-Germania si è allargato a 136 bp da un minimo di 125 bp in precedenza nel mese di agosto. Le medie mobili 100 e 200 giorni convergono a 130 bp. Nella nostra esperienza, i differenziali di tasso spesso portano il movimento della valuta. A causa dei differenziali dei tassi di interesse (e tassi swap), diventa costoso coprire gli investimenti denominati in dollari per gli investitori giapponesi e altri. In effetti, il rapporto TIC (Treasury International Capital) ha mostrato che la Cina e Hong Kong hanno venduto 28 miliardi e 11 miliardi di titoli del Tesoro USA, rispettivamente, nel mese di giugno. Gli investitori giapponesi hanno venduto 13 miliardi.
La discesa del dollaro si è fatta sentire soprattutto a Tokyo dove il Nikkei la scorsa settimana è crollato e il cambio è arrivato a 100 yen per comprare un dollaro, dato assai sgradito alle autorità giapponesi alle prese con il calo dell’export (-14% negli ultimi 12 mesi) e dell’import (-24,7%). Il dollaro debole spinge invece al rialzo Hong Kong +1,6%, ai nuovi massimi dell’anno sotto la spinta degli ottimi profitti del colosso tech Tencent, e i listini cinesi.