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giovedì 18 novembre 2010

Cina, la sua inflazione in crescita e la risposta americana

A prima vista l'aumento di inflazione in Cina potrebbe essere valutato come una cattiva notizia, e vorrei inoltre sottolineare come sia impressionante la "forza" che un mezzo punto percentuale di inflazione può fare sui mercati di tutto il mondo quando si parla di Cina. L'indice di Shanghai infatti è crollato del 4% la scorsa settimana e come mostra l'immagine piazzata qui sotto possiamo notare che l'indice ha chiuso sotto i 2900 portandosi al di sotto della media mobile di 50 giorni.



A ottobre l’indice dei prezzi al consumo è salito in Cina del 4,4%, record da 25 mesi. Il dato preoccupa perché l’aumento colpisce soprattutto alimentari (+10,1%) ed energia, settori nevralgici per il benessere popolare e lo sviluppo del Paese.

La previsione di ulteriori aumenti ha scatenato una corsa all’accaparramento di riserve alimentari e favorito altri aumenti. Ieri il ministro del Commercio ha detto che nelle prime 2 settimane di novembre il prezzo complessivo di 18 tipi di verdure è cresciuto dell’11,3% rispetto all’inizio del 2010. Ma la gente denuncia che nelle grandi città i prezzi degli alimenti sono molto maggiori e stanno talvolta avvenendo aumenti plurisettimanali.

Finora l'immissione di grande liquidità della banca centrale sta giocando il ruolo previsto, cioè la creazione di aumenti di prezzo delle materie prime e un'attrazione speculativa dei mercati emergenti. Perciò Bernanke e il suo gruppo stanno facendo un grande lavoro di gestione di inflazione.

Spieghiamo perchè. Mentre gli americani stanno vivendo una situazione di "stagflation" In economia, stagflazione è la situazione quando sia il tasso di inflazione sia il tasso di disoccupazione sono elevati. Si tratta di una condizione economica difficile per un paese, perché allora l'inflazione e la stagnazione economica si verificano contemporaneamente, i cinesi hanno la necessità di compensare l'inflazione con l'aumentando salari. A questo punto gli Stati Uniti avrebbero la chiave della soluzione, invece di un aumento di prezzi dei prodotti più importanti come generi alimentari o energia, ci sarebbero forti aumenti dei salari della classe operaia e conseguente successo del piano Bernanke.

Tuttavia va precisato che la Cina sembra essere pronta imponendo controlli sui prezzi, almeno sul cibo. Tecnicamente gli indici Usa hanno subito un contraccolpo con la media mobile a 200 settimane messa a dura prova. Vedremo cosa succederà nei prossimi giorni al Dow Jones e S&P.

Questi sono alcuni punti salienti che stanno caratterizzando il momento NO cinese.

- I titoli della Cina sono calati, guidando l'indice di riferimento al livello più basso in un mese, sulle speculazioni che il governo intensificherà le misure per frenare l'accelerazione dell'inflazione, compresi i tassi di interesse più elevati e di controllo dei prezzi.

- La speculazione della banca centrale inasprisce la politica monetaria ha detto Wang Cheng, uno stratega di Guotai Junan Securities Co. di Shanghai. Il mercato sarà sotto pressione per i prossimi 3-12 mesi a causa della minaccia di misure volte a raffreddare l'inflazione.

- Lo Shanghai Composite Index, che riproduce il più grande pianiere azionario di scambi in Cina è caduto di 119,88, o 4%, a 2,894.54 al momento della chiusura, il più basso dal 14 ottobre.

- L'indice è precipitato dell'8%, la più grande perdita per un periodo di tre giorni, dal 1 settembre i responsabili politici potrebbero alzare i tassi per la seconda volta in due mesi per frenare aumenti di prezzi al consumo.

- Il Governatore della Banca centrale Zhou Xiaochuan ha affermato oggi che la Cina è sotto "pressione" da afflussi di capitale per questo si darà il via ad un controllo dei prezzi per raffreddare l'andamento dell'inflazione nei prossimi due anni. Alcune economie emergenti sono cresciute in fretta. L'aumento dei prezzi in Cina ha bisogno di attenzione e i funzionari dovrebbero rafforzare la gestione della liquidità e mantenere una moderata crescita dell'offerta di credito e denaro, ha detto.
La Cina introdurrà misure per il controllo dei prezzi alimentari, compresi i limiti sulla quantità di prodotti che possono essere venduti e un controllo anche sulle sovvenzioni, ha detto il China Securities Journal, citando una persona non identificata.

- I prezzi del mais in Cina hanno raggiunto un record e il riso ha raggiunto il massimo storico.
I governi di solito tendono ad adottare una qualche forma di misure di controllo dei prezzi quando l'inflazione diventa un problema sociale, ha dichiarato Peggy e Vincent Chan Chan, analisti del Credit Suisse.
L'inflazione è molto alta e il governo lo sta riconoscendo, Andy Xie economista indipendente ha detto in un'intervista a Bloomberg Television di Hong Kong. Si alzeranno i tassi di interesse a breve..

Prossimamente scriverò un report sul settore finanziario in crescita in America, non perdetevi i miei prossimi articoli. Scrivete a giuseppe@dominosolutions.it

lunedì 21 giugno 2010

La Cina rivaluta lo yuan perché le conviene

La Banca centrale cinese ha annunciato Sabato sera che si procederà con la riforma del tasso di cambio e permetterà una valuta più flessibile, segnalando così la fine del blocco sulla flessibilità del dollaro USA.

Il People's Bank of China ha dichiarato che l'economia cinese si è raforzata dopo la crisi finanziaria mondiale e che era "opportuno procedere ulteriormente con la riforma" della moneta yuan. L'annuncio arriva una settimana prima che i leader mondiali si riuniscono in Canada per il G20. Un numero crescente di paesi ha chiesto alla Cina di lasciare che il renminbi (yuan) di apprezzi, includendo non solo gli Stati Uniti e varie nazioni europee, ma anche l'India, il Brasile e Singapore.

L'annuncio della Cina, fortemente richiesto dal luglio 2005, permetterà di iniziare la crescita del renminbi (yuan) contro il dollaro. Lo yuan, la moneta cinese, è salita questa mattina a 6,8015 nei confronti del dollaro, con un +0,2% rispetto alla chiusura di venerdì, arrivando ai massimi degli ultimi 21 mesi nei confronti della valuta americana.

La banca centrale cinese ha stabilito oggi il mid-point a 6,8275, ovvero il valore di riferimento entro il quale la moneta può muoversi, stesso valore di venerdì. La Banca centrale cinese deve lasciare che lo yuan si apprezzi un po' per accomodare le pressioni degli Usa, afferma Wang Haoyu, economista di First Capital Securities a Shenzhen, secondo il quale confermare il mid-point di venerdì significa che non ci sarà un rivoluzione, ma una crescita lenta e graduale.

La politica di Obama

Il presidente Obama ha cercato un renminbi più forte come uno dei suoi obiettivi fondamentali della politica estera. Questo perchè un renmibi più forte aiuterebbe le esportazioni rendendo quelle cinesi più costose e meno competitive nel mercato americano, incoraggiando i consumatori americani ad acquistare beni americani.

Ma allora perchè la Cina vuole una moneta più forte ?

Per la Cina il renminbi forte aumenterebbe il potere di acquisto dei propri consumatori e renderebbe i prodotti legati al petrolio meno costosi in quanto il petrolio è calcolato in dollari USA. Di fronte alla diffusione di agitazioni sindacali , in particolare nel settore automobilistico , il governo cinese ha iniziato a fare uno sforzo energico per migliorare il tenore di vita dei lavoratori dell'industria.

Secondo un articolo di Bloomberg, il segretario al Tesoro Usa , Tim Geithner ha sostenuto la decisione.

Questo è un passo importante, ma il test sarà "quanto" velocemente lasceranno apprezzare la moneta, ha detto Geithner in una dichiarazione oggi a Washington. attuare il prima possibile l'apprezzamento darebbe un contributo positivo, forte e equilibrato alla crescita globale.

Conclusioni

La Cina dà questo annuncio prima della riunione di Toronto, per evitare di essere sul banco degli imputati, con l’accusa di avere tenuto artificialmente basso il cambio della sua moneta per essere competitiva nell’export. Ed è anche vero che vuole dare una contentino a Obama, che protesta per l’invasione di merce cinese scadente a basso prezzo proprio in un periodo in cui negli Usa c’è molta disoccupazione e la concorrenza dà un particolare fastidio.

La rivalutazione della moneta domestica, lo yuan, riducendo il prezzo delle importazioni, costituite in larga misura da alimentari di base e fonti di energia, dovrebbe contribuire ad attenuare le richieste in corso. D’altra parte l’inflazione ha indotto molti cinesi dotati di mezzi economici a buttarsi sul mercato degli immobili. E ciò genera una pericolosa bolla di questo mercato. Insomma, la rivalutazione dello yuan è necessaria per combattere l’inflazione. Tale rivalutazione sino al livello di cambio giusto con il dollaro è di un buon 40%. E altrettanto con l'euro, ora a un livello con il dollaro di 1,2, il che rispecchia le condizioni di equilibrio fra le due aree economiche dell'euro zona e degli Usa. Ma la Cina non aumenterà del 40% il valore della sua moneta. Ciò sarebbe sconvolgente per le sue esportazioni. La rivalutazione sarà attorno al 10%.

La trappola

Ma c’è una trappola, in cui i cinesi con le loro vendite a basso costo si sono ficcati. Per tenere basso il cambio, le banche cinesi hanno comperato una enorme quantità di titoli del debito pubblico americani e di obbligazioni di compagnie degli Usa. E adesso la Cina ha circa 2.200 miliardi di dollari. Rivalutando lo yuan del 10%, questi dollari, detenuti dalle banche, perdono, sul mercato interno, il 10% del loro valore. La vendita di merci cinesi a basso costo, quindi, continuerà, anche se sarà minore di prima. Ma le nostre imprese potranno vendere di più. Il mercato ha le sue leggi, anche con i Paesi ex comunisti.

Per maggiori informazioni vi invitiamo a scrivere a giuseppe@dominosolutions.it

Fonte Seekingalpha