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venerdì 15 gennaio 2021

L’aumento del prezzo del petrolio e la bolla del mercato azionario

 Il petrolio sta prolungando la sua ripresa costante dall’inizio del 2021 aiutato da nuovi segnali secondo cui i maggiori produttori mondiali non apriranno i rubinetti e invaderanno il mercato. Il rimbalzo alimentato da un aumento dei viaggi e dell’attività economica a seguito dell’allentamento delle restrizioni sul coronavirus, unito ai tagli alla produzione da parte dei grandi fornitori dall’Arabia Saudita e dalle società statunitensi, stanno alimentando l’ascesa dando agli investitori la fiducia che la domanda supererà l’offerta.

Abbiamo trascorso la prima settimana del nuovo anno con gran parte del mondo che è entrato in modalità lockdown. Per molti l’entusiasmo di lasciarsi alle spalle il temuto 2020 è stato sostituito dalla consapevolezza che il 2021 è semplicemente il 2020, ma più vecchio.

La domanda che ora dobbiamo porci è, se i lockdown si stanno allungando in molti paesi del mondo, perchè il prezzo del petrolio continua a salire? 

Prima di rispondere è giusto che spieghi perchè ho citato anche i produttori americani. I produttori statunitensi di scisto stanno indicando che non hanno fretta di aumentare l’offerta, anzi, stanno pianificando di diminuire i livelli di indebitamento aziendali e restituire denaro agli azionisti con buyback e maggiori dividendi.

Il coronavirus sta scatenando un nuovo caos e innescando nuovi blocchi in tutto il mondo. È improbabile che questa sia una buona notizia per il traffico aereo a breve termine. Eppure il prezzo del petrolio è aumentato fortemente nell’ultima settimana. Il greggio Brent ha dato il via al nuovo anno a circa $ 51 al barile mentre questa mattina è ben oltre i 54 dollari al barile.

La salita sopra i 50 dollari dovrebbe giovare l’economia globale. I prezzi sono ora abbastanza alti da consentire a molte aziende di coprire i costi di produzione, ma non così alti da far lievitare i prezzi del carburante per i consumatori.

Penso che la crescita continuerà nonostante la consegna di vaccini contro il coronavirus sia più lenta di quanto mi aspettassi. Tuttavia, non credo che il mondo abbia davvero bisogno di petrolio in questo momento, quindi non c’è un grande motivo perchè il prezzo salga più di tanto dai livelli attuali, pertanto prevedo ancora una crescita ma limitata. La limitazione nella produzione darà un grosso aiuto oltre al continuo entusiasmo per le risorse in generale. 

Se però cerchiamo una ragione più specifica dietro al rialzo del prezzo del barile, direi che possiamo trovarla solo nelle uscite dell’Opec+. All’inizio di questa settimana l’Opec+ – composto dagli stati del Golfo, guidati da Arabia Saudita e Russia, si è riunito e ha deciso di limitare l’offerta più di quanto i mercati si aspettassero.

La Russia ha ancora in programma di aumentare la produzione, ma l’Arabia Saudita invece si è impegnata a tagliare un altro milione di barili di produzione per compensare, mentre la maggior parte degli altri paesi del cartello ha affermato che manterrà stabile la produzione. Il coordinamento dell’OPEC segna un’inversione rispetto all’inizio dello scorso anno, quando una faida di produzione tra Arabia Saudita e Russia colpì duramente il mercato a causa del crollo della domanda.

La fiducia che l’offerta non aumenterà ha contribuito a spingere le scommesse nette sui prezzi del greggio statunitensi da parte di hedge fund e altri investitori speculativi come mostrano i dati della Commodity Futures Trading Commission.

Presumibilmente i produttori di petrolio sono preoccupati che la nuova diffusione del virus inneschi un nuovo calo della domanda e quindi colpisca i prezzi. Non fa una piega. Detto questo penso che la generosità del taglio saudita sembra “troppo bella per essere vera”. Dopo tutto l’Arabia Saudita e la Russia sono rivali.

Penso che i sauditi abbiano scelto la strada che fa meno male, una mossa a breve termine per cercare di garantire che il prezzo del petrolio non crolli di nuovo. L’importanza dei prezzi del petrolio è costantemente sottovalutata.

I picchi del prezzo del petrolio non sono utili per l’economia globale. Il petrolio agisce sia come una tassa (risucchia denaro che altrimenti potrebbe essere speso altrove) che come pressione inflazionistica (fa salire i prezzi). C’è persino chi argomenta che il picco dei prezzi del petrolio ha effettivamente innescato la crisi finanziaria del 2008 (non io).

Eppure il petrolio è sempre visto come materia prima in via di esaurimento. È un terribile combustibile fossile che verrà sostituito dall’idrogeno o dalla luce solare o dal vento o dal potere del pensiero positivo o qualcosa del genere. Eppure è sempre lì a far paura, perchè il mondo ha fame di petrolio. 

Quindi l’aumento dei prezzi del petrolio potrebbe “pungere” la bolla del mercato azionario statunitense?

Charles Gave di Gavekal fa l’interessante osservazione in una recente ricerca nota che “in passato, un forte aumento del prezzo del petrolio è sempre stato seguito da un calo del rapporto p/e Shiller”. Ora, per coloro che non sanno cosa sia, il rapporto prezzo/utili di Shiller, o Cape ratio, guarda alla valutazione di un mercato (o azione) basata su una media corretta per l’inflazione dei suoi utili negli ultimi dieci anni, piuttosto che su un un solo anno.

Se ti affidi ai dati di un anno ottieni una visione distorta di quanto sia davvero economica o costosa una azione. Ad esempio, le azioni minerarie tenderanno a sembrare molto economiche su base p/e quando i loro utili sono ai massimi livelli (durante un boom delle materie prime), mentre sembreranno molto costose quando è in corso un crollo delle materie prime (perché gli utili precipitano).

Il Cape non è molto utile per il timing sul mercato, ma ha un potere predittivo dei rendimenti futuri migliore della maggior parte degli altri indicatori. Se acquisti quando il Cape mostra che un mercato è economico, la storia indica che i tuoi rendimenti a lungo termine saranno migliori rispetto a quelli di quando acquisti quando il Cape segnala che un mercato è costoso.

I bassi tassi di interesse sono ciò che mantiene alte le valutazioni di mercato. Questo ha un senso. Se la tua alternativa al possesso di azioni è possedere un’obbligazione in cui perdi denaro, ciò suggerisce che dovresti essere disposto a pagare di più per le azioni di quanto faresti se il rendimento delle obbligazioni fosse più alto.

Ma cosa succede se i prezzi del petrolio si riprendono e di conseguenza l’inflazione aumenta?
Io penso che siamo di fronte ad una valutazione alta dei mercati, ma non siamo in presenza di una bolla. Una ipotetica bolla potrebbe scoppiare solo nel caso in cui la Fed sia costretta ad aumentare i tassi di interesse di parecchi punti per far fronte ad un aumento molto alto dell’inflazione. 

Quanto dovrebbe essere l’inflazione prima che la Fed sia costretta ad aumentare i tassi? Difficile dirlo, ma penso che fino a 3-4 punti percentuali non si muoverebbe, quindi c’è ancora un po’ di strada da fare, probabilmente anni.

Giuseppe Pascarella

Firma

mercoledì 10 febbraio 2016

Investire in Petrolio: la volatilità dei prezzi continuerà

Il prezzo del petrolio è stato estremamente volatile ultimamente, a causa di una serie di notizie. Oltre a sentire discorsi relativi ad un taglio della produzione, i prezzi sono stati influenzati da un eccesso costante delle scorte di petrolio. Mentre alcuni dei dati sembrano molto ribassisti, altri indicatori sono stati più positivi, soprattutto quando si tratta del conteggio degli impianti di perforazione, che continua a precipitare. Nel breve termine, questo dovrebbe creare volatilità, ma il quadro a lungo termine continua a migliorare. Dopo essere salito, in previsione di un incontro tra l'OPEC e la Russia membro non OPEC, i prezzi del petrolio sono scesi dopo la notizia dell'EIA (Energy Information Administration) che le scorte di petrolio la scorsa settimana sono aumentate rispetto al punto in cui erano solo la settimana prima.

Questo ha, senza dubbio, un impatto su tutti gli operatori di questo settore. I dati presentati nel corso della settimana sono stati un mix di notizie sia rialziste sia ribassiste. Secondo l'EIA, le scorte di petrolio per la settimana sono aumentate di 7.791 milioni di barili, salendo da 494,9 milioni a 502,7 milioni di barili. Questo ha superato l'accumulo di 3,8 milioni di barile previsto dall'API (American Petroleum Institute). Oltre a vedere che la produzione continua persistentemente, gli inventari sono stati negativamente influenzati da un aumento delle importazioni, aggiungendo inoltre la preoccupazione che la sovrabbondanza nel mercato continuerà a crescere.

Fortunatamente ci sono state un paio di categorie che hanno mostrato miglioramenti settimanali. Secondo l'EIA, i carburanti distillati hanno subito una leggera flessione di 0,8 milioni di barili cosi come il propano/propilene, in calo di 5,6 milioni di barili. Il calo, nel secondo caso, è maggiormente imputabile ad una motivazione di carattere stagionale, ma rimane comunque modestamente incoraggiante nel vedere i livelli di molte categorie migliorare nel breve periodo.

L'aspetto negativo di tutto questo è che le altre categorie hanno visto significativi aumenti. L'EIA è convinta che la benzina è riuscita ad aumentare di 5,9 milioni di barili durante l'ultima settimana, passando da 248,5 milioni a 254,4 milioni di barili. Anche se questo è sicuramente un elemento negativo per il mercato del petrolio, non è significativamente più elevato rispetto ai 240,7 milioni di barili visti lo stesso periodo dell'anno scorso e non è necessariamente in uno stato di eccesso.

Certo i carburanti in questa categoria sono elevati ma, tra il gennaio del 1971 e l'ottobre del 2015, i livelli sono stati pari o superiore a questo livello. Come risultato di questo aumento il petrolio greggio e i prodotti derivati sono saliti ancora più in alto, con un'impennata di 9,6 milioni di barili, collocandoli molto vicini ai livelli record sperimentati nel 1980. Una cosa buona riportata nel rapporto dell'EIA si riferisce alla produzione di petrolio. Secondo i dati forniti, la produzione settimanale è stata in media di 9.214 milioni di barili al giorno. Questo significa che la produzione di petrolio negli Stati Uniti è diminuita di 7.000 barili al giorno. Questo è certamente positivo ma il calo è stato cosi sottile che gli investitori lo potrebbero vedere come un errore di arrotondamento, proprio come è successo nel corso degli ultimi mesi, durante i quali la produzione di petrolio è rimasta più o meno costante.

In termini di domanda di benzina, abbiamo visto una certa stabilizzazione ma le cose non sono ancora buone. Per la settimana l'EIA ha segnalato una domanda per un totale di 8.341 milioni di barili al giorno. Questo è ben al di sotto dei 8.941 milioni di barili al giorno visti la settimana prima, ma solo leggermente inferiori rispetto alla stessa settimana dello scorso anno. Utilizzando le medie di quattro settimane, per quest'anno e l'anno scorso, la domanda è inferiore solo dello 0,9%.

Un indicatore che è stato estremamente positivo è il conteggio delle trivelle, rilasciato dalla Baker Hughes (BHI) il 5 febbraio. Secondo cui, il numero di piattaforme petrolifere in funzione per la settimana è crollato di 31 unita a 467. Ciò rappresenta un calo del 59% rispetto ai 1.140 impianti visti in funzione nello stesso periodo dell'anno prima, e suggerisce che il rallentamento della produzione di petrolio deve, finalmente, prendere piede.

Nel frattempo le trivelle hanno avuto un leggero aumento in Canada, salendo di 5 unità a 131. Anche se è ancora inferiore del 28,8% rispetto al conteggio di 184 unità dello scorso anno. Al di là di ogni dubbio, i dati sul petrolio di questa settimana sono stati tra i peggiori che si siano mai visti. Siamo riusciti a vedere alcuni indicatori positivi, come la stabilizzazione della domanda, un'altra tendenza ribassista nella produzione, alcune categorie di prodotti petroliferi crollare e un bel calo del numero degli impianti di perforazione, ma l'aumento complessivo del greggio sembra essere molto ribassista. Questo non influisce il mio punto di vista sulla prospettiva a lungo termine per il petrolio, ma gli investitori non dovrebbero essere sorpresi nel vedere una ulteriore volatilità nel prossimo futuro.

giovedì 11 giugno 2015

I prezzi del petrolio scendono a causa del rallentamento delle importazioni cinesi

I futures del NYMEX WTI (West Texas Intermediate) del petrolio greggio di luglio sono diminuiti dell'1,67% e si sono stabilizzati a 58,14 dollari al barile Lunedi 8 giugno 2015. I prezzi sono scesi a causa di un rallentamento delle importazioni cinesi, il maggiore importatore asiatico. L'ETF United States Oil Fund LP (USO) e il ProShares Ultra DJ-UBS Crude Oil (UCO) sono scesi lunedì a causa di queste notizie, rispettivamente dello 0,95% e del 2,15%. Le importazioni di greggio cinesi sono diminuite del 6% a maggio rispetto ad aprile 2015. Il rallentamento è dovuto ad una manutenzione generale delle raffinerie in Cina, le stesse hanno utilizzato le scorte di petrolio che avevano in magazzino. Questo ha frenato la domanda di greggio durante lo stesso periodo, ovviamente questo ha messo pressione sui prezzi del petrolio greggio.



Il 5 giugno 2015, l'OPEC (Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio) ha deciso di mantenere il suo obiettivo di produzione complessiva di 30 MMbpd (milioni di barili al giorno) per i prossimi sei mesi. Le stime indicano che le richieste basse continueranno a fare pressione sui prezzi del greggio. Il 3 giugno 2015, la EIA (US Energy Information Administration) ha riportato che le scorte di petrolio greggio degli Stati Uniti sono diminuite di 1,9 milioni di barili (MMbbls) per la settimana terminata il 29 maggio, le scorte di petrolio greggio sono scese per la quinta settimana di fila. Il rapporto EIA successivo del 10 giugno 2015 ha mostrato una diminuzione di -6.8MMbbls.

La volatilità dei mercati hanno poi avuto un impatto sulle compagnie petrolifere, come ExxonMobil (XOM), Occidental Petroleum (OXY), e Hess (HES). Queste aziende rappresentano il 17% del Energy Select Sector SPDR ETF (XLE).



I dati dell'OPEC

La scorsa settimana, il 5 giugno 2015, l'OPEC (Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio) ha deciso di mantenere la produzione complessiva di 30 MMbpd per i prossimi sei mesi. Il consenso di un aumento della produzione dell'OPEC avrà un impatto su alcuni produttori di petrolio degli Stati Uniti che esplorano col metodo Shale, come Continental Resources (CLR), Whiting Petroleum (WLL) e Marathon Oil (MRO).

L'OPEC sta continuando con la sua massiccia strategia di produzione di petrolio al fine di difendere la propria quota di mercato. Insieme, i membri dell'OPEC collettivamente hanno prodotto 31,2 MMbpd di greggio a maggio 2015. L'Arabia Saudita e il più grande produttore di petrolio dell'OPEC con 10,31 MMbpd di petrolio greggio prodotto nel mese di aprile. Questa pressione è l'aggiunta al mercato sovrabbondante.

Movimento del prezzo

A luglio i futures del WTI (West Texas Intermediate) del petrolio si sono stabiliti leggermente al di sopra del livello psicologico chiave di 58 dollari al barile. I prezzi del greggio sono fluttuanti tra 58 e 61 dollari al barile da più di un mese. Le stime di aumentare la produzione dagli Stati Uniti e OPEC aggiungerà pressione ai prezzi. Al momento però, questa decisione potrebbe spingere i prezzi più in basso. Fattori come l'eccesso di offerta e il rallentamento della domanda potrebbero spingere il petrolio verso il supporto chiave di 55 dollari al barile. I prezzi hanno testato questo livello nel mese di aprile 2015. Per contro, l'abbassamento delle scorte potrebbero sostenere i prezzi del greggio. La prossima resistenza per il petrolio è vista a 66 dollari al barile. I prezzi hanno raggiunto questo prezzo nel maggio 2009.

JPMorgan Chase ha previsto che i prezzi potrebbero rimanere intorno ad una media di circa 54 dollari al barile nel 2015. Il trading range rettangolare suggerisce che i prezzi del petrolio potrebbero oscillare tra 55 e 64 dollari per barile nel breve termine. I futures di Luglio sul petrolio greggio sono scambiati al di sopra della media mobile a 50 e 100 giorni.



I bassi prezzi del petrolio greggio sono positivi per ETF come il ProShares UltraShort Bloomberg Crude Oil (SCO). Al contrario, ETF come il VelocityShares 3X lungo Crude ETN (UWTI) sono positivamente influenzati da un aumento dei prezzi del greggio. Il recente calo dei prezzi del petrolio ovviamente sono negativi per titoli del settore come Oasis Petroleum (OAS), Kosmos Energy (KOS) e Synergy Risorse (SYRG). Queste aziende producono petrolio per più del 50% della loro produzione totale.

mercoledì 6 maggio 2015

Il petrolio sale vero i 70$ dopo l'aumento dell'Arabia sui prezzi

Il petrolio continua a salire superando i 68$ al barile dopo l'aumento dei prezzi ufficili di vendita dell'Arabia Saudita in risposta alla debolezza attuale e rinvigorite anche dal deprezzamento del dollaro, che su base settimanale mostra un calo dello 0,3% contro le principali valute. Il Wti americano ha sfondato stamane la soglia dei 62 dollari, toccando un massimo giornaliero di 62,05 dollari al barile, così come il Brent che è salito fin quasi ai 69 dollari per poi attestarsi intorno ai 68.50 $ al barile.

La produzione dell'Arabia Saudita tocca un massimo storico, questo secondo le parole del ministro del petrolio Ali al-Naimi spiegando che a marzo l'output di oro nero ha raggiunto 10,3 milioni di barili al giorno, ovvero un incremento di 450 mila barili rispetto ai livelli di febbraio. Il ministro ha poi aggiunto che l'Arabia Saudita è pronta a operare per migliorare la situazione, sottolineando tuttavia l'importanza della cooperazione tra gli stati Opec e quelli non Opec.



Il Brent del Mar del Nord, punto di riferimento internazionale, ha rimbalzato del 50 per cento dalla caduta che portò il prezzo al livello di 45 dollari al barile nel mese di gennaio. L’ultima volta che il petrolio del Mare del Nord ha superato questo livello era stato il 10 dicembre 2014, quando il prezzo era di 67,24 dollari. L'Arabia Saudita, il più grande esportatore mondiale di greggio, Martedì ha aggiunto che non ha intenzione di frenare la propria produzione ma che si sta preparando ad espandere la propria quota di mercato.

Questi fattori portano tutti nella direzione che sostengono le quotazioni, dopo che quelle del Brent sono cresciute del 20% ad aprile e del 25% per il Wti. Ma attenzione al rapporto tra i prezzi attuali e quelli pre-rally delle ultime 14 sedute. Segnalano una corsa un pò troppo veloce per il mercato del greggio, non del tutto sostenuta dai fondamentali.

Mentre i prezzi sono aumentati di più di 10 nell'ultimo mese, nel quadro più ampio, il petrolio è ancora a buon mercato rispetto agli ultimi anni, avrebbe riferito una società di consulenza di petrolio con sede a Londra. Tuttavia, alcuni trader pensano che il rialzo dei prezzi potrebbe essere arrivato troppo velocemente. EOG Resources, il più grande produttore statunitense di scisto, ha detto questa settimana che avrebbe ripreso il fracking nei pozzi in Nord Dakota e Texas se i prezzi si fossero stabilizzati intorno 65 dollari al barile.

EOG Resources ha anche dichiarato a febbraio che avrebbe perforato in oltre 85 pozzi quest'anno, in attesa che i prezzi recuperassero. Anadarko Petroleum (APC) ha detto di voler fare lo stesso con oltre 125 pozzi quest'anno.

Il recente rally è stato potenziato anche dagli hedge fund e altri grandi investitori che hanno investito sul recupero del Brent, accumulando l'equivalente di più di 275m di barili di petrolio attraverso futures e opzioni. I fondi hanno anche costruito una grande posizione sul lungo periodo sul Nymex. I flussi rimangono critici nel mercato petrolifero, ha dichiarato Adam Longson, analista di Morgan Stanley.

martedì 28 aprile 2015

Investire nel petrolio, taglio dei costi dell'industrie del settore

Ormai è noto a tutti che l'Autunno 2014 è stato veramente nero per il petrolio, i prezzi sono scesi ai minimi storici, sotto la soglia in cui i produttori a conti fatti, addirittura ci perdevano. Abbiamo discusso negli articoli precedenti di come il problema iniziale fosse il no dell'OPEC ad un taglio della produzione che avrebbe aiutato i prezzi a risalire. Ad inizio 2015 sembra che la svolta ci sia stata: nonostante l’Opec non abbia trovato una soluzione e tagliato la produzione, i prezzi del barile del petrolio hanno cominciato lentamente a risalire, ed in queste settimane si aggirano ai massimi dal dicembre 2014. Il prezzo del Brent è aumentato di più del 16% finora ad aprile, con alcuni investitori che ritengono che il minimo sia già stato toccato, dopo un lungo crollo dei prezzi del petrolio durato nove mesi, anche se comunque si è lontanissimi dai livelli del giugno 2014, quando un barile veniva scambiato anche a 116 dollari.

Ma come si comportano le aziende del settore di fronte a questi mesi di prezzi ridotti all'osso ? Il dollaro americano più debole e i forti indicatori economici in Europa e in Asia prestano sostegno ai prezzi del petrolio, alcuni analisti stanno arrivando ad una conclusione paradossale: pensano sia meglio quando i prezzi sono bassi rispetto a quando sono alti. Non siamo del tutto d'accordo, certo i prezzi bassi aiutano i consumi, come accenato nel nostro articolo della settimana scorsa, ma il petrolio è sempre stato un business e ci sono importanti ragioni per cui le grandi compagnie petrolifere internazionali come ExxonMobil (XOM), Total e BP siano positive nei confronti delle prospettive future.



Il crollo dei prezzi del greggio ha scatenato una spinta senza precedenti da parte delle compagnie petrolifere nel riconfigurare le proprie organizzazioni e ripristinare i rapporti con i fornitori e governi. Prima di tutto si pensa a ridurre i costi, quando i prezzi del petrolio erano alti e in aumento, le aziende avevano dimenticato questo strumento potentissimo, il taglio dei costi, finchè il petrolio fluiva nei loro pozzi e gli introiti erano enormi hanno pensano bene di evitare i tagli. L'industria era a caccia di barili, ora è a caccia di efficienza.

Il gruppo di ricerca Baker Hughes ha riferito venerdì che il numero di impianti di estrazione di petrolio negli Stati Uniti è sceso di 31 unità la scorsa settimana a 703 unità, il numero più basso da ottobre 2010. E' la 20esima settimana consecutiva di calo del numero di impianti negli USA. Investitori e trader osservano con attenzione il calo del numero di impianti negli ultimi mesi in cerca di segnali chiari sulla riduzione del surplus di offerta che influisce al ribasso sul prezzo del petrolio.

Il rendimento medio del capitale delle maggiori compagnie petrolifere europee e statunitensi è sceso dal 21 per cento nel 2000 all'11 per cento nel 2013, anche se il prezzo medio di riferimento del Brent è passato da 29 a 109 dollari per barile nel corso di tale periodo. L'aumento dei costi ha più che compensato l'incremento dei ricavi.

Il gruppo petrolifero francese Total (TOT), per esempio, ha registrato nel primo trimestre un utile netto in forte calo (-20%) a 2,66 miliardi di dollari rispetto ai 3,34 dello stesso periodo dell’anno precedente. Il valore invece adjusted, pulito dalle voci non ricorrenti, è stato di 2,6 miliardi di dollari (3,33 miliardi nel primo trimestre 2014). Patrick Pouyanne, amministratore delegato dell'azienda, ha detto alla conferenza di industria petrolifera IHS CeraWeek a Houston la scorsa settimana: Dobbiamo prendere questo periodo difficile come un'opportunità per ripulire la nostra industria. Nel caso di Total significa abbassare il livello di prezzo al quale le entrate coprono costi da 110 a 70 dollari al barile. Mr Pouyanne continua dicendo che tutta l'azienda capisce l'importanza di ciò che stanno facendo. E 'molto più facile muoversi a 50 dollari al barile di quanto lo fosse l'anno scorso a 100 dollari al barile, a volte il comitato esecutivo ha avuto l'impressione che non siano stati del tutto ascoltati, oggi lo sono.

Altre aziende stanno intraprendendo simili alternative. Stephen Chazen, amministratore delegato di Occidental Petroleum, ha detto alla stessa conferenza: Dobbiamo essere in grado di sopravvivere, non solo a 60 dollari, ma anche a meno. Il modo più semplice per le aziende di produzione di petrolio di ridurre i loro costi è quello di chiedere aiuto anche ai fornitori. Le grandi aziende infatti hanno chiesto a tutti i loro fornitori tagli di tassi. Questa pressione sui costi però, oltre a ridurre le perdite, ha un costo umano altissimo, la pressione sulle società di servizi si ripercuotono sui posti di lavoro, 20.000 licenziamenti a Schlumberger, 10.500 da Baker Hughes e 9.000 da Halliburton (HAL).

Non solo in America comunque le industrie si stanno muovendo, il governo del Regno Unito il mese scorso ha annunciato un taglio netto delle imposte sul petrolio del Mare del Nord e del profitto dal gas, invertendo un aumento introdotto nel 2011. Il governo iracheno ha detto che prevede di rivedere i contratti con le compagnie petrolifere straniere per rendere le condizioni più attraenti. Ci vorranno anni prima che gli effetti di tutti questi cambiamenti portino a seri cambiamenti. La possibilità di aumentare i profitti col recupero del prezzo del petrolio è reale. Il colpo duro subito dal settore del petrolio potrebbe rivelarsi una ottima terapia di cui aveva bisogno.

giovedì 23 aprile 2015

Il settore energetico rischia miliardi a causa della volatilità

Ormai è noto a tutti che il petrolio al prezzo attuale sta diventando un problema per le aziende energetiche, la domanda sempre più scarsa da parte della Cina, primo importatore al mondo, e la decisione insensata dell'OPEC di non tagliare la produzione a Novembre, hanno reso il clima nel settore enegertico assai bollente. Ora però la domanda che ci poniamo sempre più spesso è : Quanto dovremmo attendere ancora prima di rivedere i 100$ al barile ? Io direi che la possibilità è assai remota.

L'Arabia saudita è il primo paese esportatore di petrolio al mondo, è un dato di fatto, il ministro dell'energia Ali al-Naimi ha fatto capire che il prezzo può scendere anche fino a 20$ al barile, all'Arabia Saudita non interessa. Questo di certo non aiuta ed infatti il crollo dell'Oro nero ha superato il 50% come avvenne nella crisi del 2008.

Le società corrono ai ripari, molte hanno abbassato le stime e con l'aiuto del rafforzamento del dollaro hanno salvato il salvabile, altre invece si sono gettate in acquisizioni aprendo i tesoretti, per esempio Royal Dutch Shell (RDSA) ha fatto un offerta per l'acquisizione dell'inglese BG, circa 55 miliardi di sterline, una delle più grandi acquisizioni energetiche degli ultimi 10 anni.

Non tutto però è negativo, con il costo del petrolio così basso ci sono settori che guadagnano punti, come quello dei consumi, paesi come Cina, Europa e Stati Uniti avranno famiglie con potere di acquisto molto più elevato e questo potrebbe stimolare la crescita dei consumi, uno dei punti chiave per una ripresa economica più sostenuta.



Storia diversa invece per quei paesi che vivono sull'esportazione del petrolio, Iraq, Iran per esempio, senza dimenticare la Russia che sta vivendo un grosso disagio economico a causa delle sanzioni internazionali oltre al brusco calo del prezzo del Brent. Ma ci sono anche paesi con economie estremamente forti su cui pesa il periodo, molti dipendenti di società che trattano le sabbie bituminose canadasi hanno perso il lavoro, città importanti come Calgary avranno di fronte un 2015 molto molto difficile.

In una intervista rilasciata il 21 Aprile, Il CEO di BP Plc, Bob Dudley avrebbe riferito:
Il più recente crollo globale dei prezzi del greggio somiglia molto al crollo del 1986. Una marea di approvvigionamenti di petrolio colpirono il mercato nel 1986 da aree come il versante nord dell'Alaska e il Messico, colpevoli della caduta dei prezzi del greggio tenendoli bassi per diversi anni. I prezzi del greggio scesero di oltre il 60%. Le imprese devono attrezzarsi a prezzi sempre più bassi
Infatti, l'aumento delle scorte di greggio degli Stati Uniti e il rivoluzionario "shale" americano hanno quasi riempito i serbatoi di stoccaggio a Cushing, Oklahoma. E, anche se i più piccoli produttori indipendenti hanno tagliato il numero di impianti di perforazione utilizzati per l'esplorazione, non vi è alcun segno di una inversione di produzione statunitense.

Infatti il settore dei servizi petroliferi sente un'ondata della riduzione di costi, dato che le esplorazioni in territori come le acqua profonde, sono stati completamente tagliati, ovviamente ne fanno le spese società come Seadrill (SDRL). Fatta eccezione per Shell, che sta portando avanti in Alaska piani di trivellazione per l'Artico, la prossima grande frontiera del petrolio.

Diventano probabili consolidamenti tra esploratori più piccoli statunitensi che hanno pesanti prestiti per finanziare la loro parte nel boom dello shale e che ora si ritrovano a lottare per ripagare i rimborsi obbligazionari o sono a rischio di violare i prestiti bancari. Gli elevati livelli di indebitamento potrebbero avere un'influenza decisiva su quello che accadrà nel prossimo futuro. Il debito totale emesso dalle imprese del settore energetico rappresenta circa il 15 per cento dei principali indici di debito Investment Grade. I rendimenti delle obbligazioni emesse da gruppi energetici sono tra i più rischiosi, riflettendo le preoccupazioni degli investitori. Tutto questo potrebbe stimolare acquisizioni a raffica.

Per esempio il miliardario russo Mikhail Fridman ha lanciato un fondo di 10 miliardi di dollari, gestito dall'ex amministratore delegato di BP, Lord Browne, proprio per andare a caccia di acquisizioni. Tuttavia, la forte riduzione dei costi e l'entità del debito aziendale potrebbe limitare la produzione. Le previsioni di Standard & Poor di un recupero del Brent a circa 75 dollari al barile sono per il 2017, non prima. Aspettatevi grande volatilità del settore, e una nuova correzione per l'industria.

venerdì 23 gennaio 2015

Cinque Small-Cap del petrolio con bassi livelli di debito

Un vecchio detto dice che il momento di comprare è quando c'è sangue nelle strade. C'è abbondanza di carneficina nei titoli di petrolio e di gas a bassa capitalizzazione a causa del prezzo del petrolio che è crollato da oltre 100 $ nel mese di luglio del 2014, a meno di 50 a gennaio di quest'anno. Molti titoli sono diminuiti dal 50% all'80% dai loro massimi di Luglio. Wall Street ha scaricato un sacco di titoli del settore petrolio a bassa capitalizzazione con debiti che non possono essere in grado di ripagare, se i prezzi del petrolio restano sotto il range di 75 $ per un periodo di tempo prolungato. Il mercato è giustamente preoccupato per potenziali aziende le quali potrebbero diventare candidate al fallimento, soprattutto se le condizioni dei mercati del petrolio non dovessero migliorare.

Molti team di gestione hanno deciso di seguire il modello impiegato da Brigham Exploration nel Bakken. Brigham ha forato con successo pozzi nel Bakken, in più nel Nord Dakota a Williams e McKenzie. Il piccolo operatore poi ha assunto grandi quantità di debito per acquisire più superficie nella zona e perforare il maggior numero di pozzi che poteva. Il piano era quello di costruire una base patrimoniale abbastanza grande diventare una grande società di petrolio e gas. Brigham è riuscita quando Statoil (STO) ha pagato 36 $ per azione in contanti per acquisire la società. Kodiak ha impiegato lo stesso modello con un sacco di debito ad alto prezzo ed è stata recentemente acquisita da Whiting Petroleum (WLL) nell'affare Whiting.

Quei giorni sono finiti, e i management che seguirono quel modello di business possono aver fatto un grosso errore. Non importa quanto bravo un operatore di una società sia se la maggior parte della superficie era molto redditizia quando il petrolio era oltre 100 $. Nella ricerca di questo articolo è stato incredibile quanto fosse facile trovare aziende petrolifere e gas a bassa capitalizzazione con elevati carichi di debito, e come relativamente fosse difficile trovare aziende simili con i carichi di debito relativamente bassi.

Tutti i confronti in questo articolo provengono da un analisi fatta sui bilanci dell'ultimo trimestre presentati alla SEC. Gli investitori devono tenere presente che tutte le aziende presentate potrebbero presentare una drastica riduzione dei ricavi trimestrali dal terzo trimestre. Quasi tutte queste aziende potrebbero anche finire col svalutarsi i prezzi del persistono su questi livelli.

Matador Resources (MTDR)
Matador Resources Company è una società energetica indipendente che acquisisce, esplora, sviluppa e produce petrolio e risorse di gas naturale negli Stati Uniti. Detiene principalmente interessi nello scisto nel Eagle Ford nel sud del Texas e la Wolfcamp e Bone Spring nel bacino Permiano nel sud-est del New Mexico e Texas occidentale. La società ha anche interessi scisto a Haynesville e Cotton Valley, nella Northwest Louisiana e Texas orientale; nella Meade Peak nel sud-ovest del Wyoming e le aree adiacenti di Utah e Idaho.

Matador Resources è un esempio di una società con un debito basso rispetto ai ricavi e patrimonio netto secondo il bilancio del terzo trimestre presentato alla SEC. Matador ha avuto una passività totale di 459 milioni dollari, ma l'azienda ha avuto un patrimonio netto di 818 milioni dollari. Aveva circa un rapporto di debito di 1 a 2 rispetto al patrimonio netto. Inoltre nel terzo trimestre i ricavi sono stati di 97 milioni dollari, che su base annua ammontano a 388 milioni dollari. Naturalmente, proprio come una società con elevati carichi di debito, le imprese con livelli di debito relativi inferiori stanno ora anche ricevendo molto meno a causa del costo delle materie prime. Matador ha qualche buona superficie nel Permiano e nell'Eagle Ford, ed è un operatore ben gestita. Sopra i 25$ il titolo diventa molto interessante.



Callon Petroleum (CPE)
Callon Petroleum Company è impegnata nell'acquisizione, esplorazione, sviluppo e produzione di proprietà di petrolio e gas nel Bacino Permiano nel West Texas. Al 31 dicembre 2013 le sue riserve certe ammontavano a 14,9 milioni di barile di petrolio equivalente, tra cui 11,9 milioni di barili di petrolio e 17,8 miliardi metri cubi di gas naturale. La società è stata fondata nel 1950 e ha sede a Natchez, Mississippi.

Callon Petroleum è un'altra società di petrolio e gas con un basso livello del debito analizzando i suoi dati finanziari del terzo trimestre. Callon ha 176 milioni dollari di totale passività rispetto ai 415 milioni dollari di patrimonio netto. Questo rappresenta un forte rapporto di 1 $ di debito per ogni tre dollari. La società ha ottenuto nel terzo trimestre ricavi per 40 milioni, che annualizzati sono di 160 milioni. Questo è quasi un rapporto di 1 a 1 di debito rispetto alle entrate. Il titolo diventa interessante se rompe i 6 dollari.



Contango (MCF)
Contango Oil & Gas è una società indipendente di gas naturale e petrolio che esplora, sviluppa, produce e acquista gas naturale e petrolio soprattutto in mare aperto nelle acque del Golfo del Messico poco profonde. La società è stata fondata nel 1986 ed ha sede a Houston, Texas.

Contango ha un forte bilancio con un livello di indebitamento relativamente bassi basato sul bilancio del terzo trimestre. Ha 277 milioni dollari in totale passività contro un patrimonio netto di 595 milioni dollari. Contango ha un rapporto di 1 a 2 di debito netto. La società aveva 67 milioni dollari di fatturato nel terzo trimestre, che su base annua sarebbe un totale 268 Milioni di dollari. Contango ha anche quasi un rapporto di 1 a 1 sul debito delle entrate. Questa società è una diversificata off-shore di gas naturale e una on-shore di petrolio con superficie in Woodbine, Eagle Ford e Buda. Tenere d'occhi se rompe i 32$.



US Energy Corp (USEG)
US Energy Corp. è una società energetica indipendente, si concentra sulla acquisizione e lo sviluppo di giacimenti di petrolio e di gas e altre proprietà minerali negli Stati Uniti continentali. Opera in due segmenti, petrolio e gas e manutenzione di proprietà minerali. L'azienda dispone di progetti oil & gas in Buda e Eagle Ford nel sud del Texas; Williston del Nord Dakota e Costa del Golfo degli Stati Uniti nel sud del Texas, così come in Louisiana.

US Energy ha un forte stato patrimoniale secondo i dati finanziari del terzo trimestre. La società aveva 16 milioni di dollari di passività rispetto a 110 milioni di patrimonio netto. Ciò rende il debito della società di equity ratio quasi di 1 a 7. Nel terzo trimestre, US Energy aveva 10 milioni di dollari di entrate. Su base annua la società ha ottenuto 40 milioni di dollari di entrate il che fornisce un rapporto tra debito e fatturato di circa 1 a 3.



Abraxas Petroleum (AXAS)
Abraxas Petroleum Corporation è una società di energia indipendente impegnata nell'acquisizione, valorizzazione, sviluppo e produzione di petrolio e gas negli Stati Uniti e in Canada. La società gestisce asset petroliferi nel Rocky Mountain, Permian Basin e onshore nelle regioni della costa del Golfo degli Stati Uniti, così come nella provincia di Alberta, Canada.

Abraxas ha un livello di indebitamento relativamente basso in base ai propri dati finanziari del terzo trimestre. La società ha totale delle passività di 141 milioni dollari e un patrimonio netto complessivo di 176 milioni dollari. Questo fornisce un ottimo rapporto tra indebitamento netto inferiore a 1 a 1. La società ha ottenuto nel terzo trimestre ricavi per un totale di 44 milioni dollari.

martedì 29 aprile 2014

4 Azioni da comprare grazie all'aumento delle esportazioni di petrolio

L'adozione diffusa del fracking ha nuovamente cambiato completamente la dinamica del settore energetico negli Stati Uniti. Parliamo dell'enorme quantità di petrolio scisto prodotto nei campi di Eagle Ford o Bakken. In questa caso, parliamo di gas di petrolio liquefatto (GPL) e propano. Per la maggior parte degli americani il propano è spesso trascurato tranne quando accendono le loro griglie - anche se 14 milioni di famiglie lo utilizzano come mezzo di cottura e/o riscaldamento. A livello globale, è un gran bene, in quanto trova una sua collocazione come materia prima chimica e carburante per autotrazione.

Siccome è una delle poche cose che le imprese energetiche sono autorizzate ad esportare, gli Stati Uniti stanno rapidamente diventando un importante fornitore di GPL e propano nel mondo.



Secondo un gruppo di esperti del FACTS Global Energy, le esportazioni di GPL potrebbero triplicare entro il 2020, raggiungendo 635.000/795.000 barili al giorno. Ciò significa che i titoli energetici che hanno una presenza pesante nel propano sono alcuni dei migliori titoli da acquistare in questo periodo.

Qui ci sono quattro dei migliori titoli energetici nel settore propano.

Phillips 66 (PSX)

Sembrava che la storia del raffinatore Phillips 66 (PSX) non potesse andare meglio, finchè PSX è andata oltre ed ha fatto un importante accordo con la cinese Sinopec (SNP). A partire dal 2016, PSX fornirà alla società chimica circa 34.000 barili al giorno (bpd) di GPL - un valore di circa 850 milioni di dollari agli attuali prezzi correnti per il carburante. PSX era già uno dei migliori titoli da comprare, ma l'affare con SNP la rende ancora migliore.

Il totale delle importazioni cinesi di GPL potrebbe raggiungere il mezzo milione di barili al giorno entro il 2020, in quanto la nazione comincia ad usare il carburante come materia prima per la produzione di etilene e prodotti chimici. Anche con i costi delle esportazioni, il GPL è ancora più conveniente della nafta tradizionale come materia prima, che deriva dal petrolio. Molte delle principali aziende chimiche cinesi che cercano di costruire nuove macchine per il cracking alimentate a GPL - Il cracking in chimica è un processo attraverso il quale si ottengono idrocarburi paraffinici leggeri per rottura delle molecole di idrocarburi paraffinici pesanti, Phillips potrebbe essere il principale fattore nel coprire quel fabbisogno.

L'accordo è attualmente solo una piccola parte dei ricavi per il titolo PSX. Tuttavia, potrebbe aprire la strada ad accordi simili con altri produttori cinesi. CNOOC (CEO), sta anche valutando l'uso di GPL per un nuovo cracker che produrrà milioni di tonnellate all'anno di etilene. Nel corso del tempo il titolo PSX dovrebbe vedere un aumento esponenziale dei propri ricavi legati alle esportazioni GPL. Questo rende l'azione una delle migliori da acquistare in questo periodo guardando i rapporti P/E.

Enterprise Products Partners (EPD)

Enterprise Products Partners (EPD) ha attività che abbracciano l'intero regno dei combustibili fossili, è uno dei migliori titoli da acquistare per il GPL, in quanto è attualmente il più grande produttore di propano nel paese.

Attualmente dispone di capacità di frazionamento di liquidi di gas naturale per circa 670 milioni di barili al giorno nel suo complesso di Mont Belvieu, Texas. La maggior parte di quel propano/butano viene consumato negli Stati Uniti esportandone una piccola parte, ma crescente. I suoi vari terminali attualmente hanno la capacità di 250 milioni di barili all'anno.

Tuttavia, l'azienda non si riposa sugli allori. EPD ha recentemente effettuato alcuni aggiornamenti nella capacità di refrigerazione presso il suo stabilimento di esportazione di Houston Ship Channel GPL. Tali aggiornamenti potranno aumentare la sua capacità di caricare propano per ulteriori 1,5 milioni di barili.

Tale capacità ampliata porterà a margini più elevati in quanto i prezzi del propano e GPL aumenteranno grazie alle esportazioni. Attualmente, EPD ha un margine di profitto lordo elevato nel settore pari al 7% con le sue attività midstream. Tali margini e flussi di cassa forti hanno aiutato l'MLP ad aumentare recentemente anche il suo dividendo. Le azioni di EPD adesso rendono quasi il 4% annuo, il che lo rende una scelta facile per la nostra lista dei migliori titoli energetici da acquistare.

Targa Resources Partners LP (NGLS)

Con un ticker come NGLS, non c'è alcun dubbio su ciò l'impresa midstream Targa Resources Partners LP (NGLS) fa per vivere. E come accennato in precedenza per EPD, Targa sta rapidamente diventando uno dei migliori titoli da acquistare grazie alle sue esportazioni di GPL.

NGLS è già un grande titolo quando si tratta di liquidi di gas naturale e di capacità di elaborazione presso le proprie strutture nel Golfo del Messico. Tuttavia, intuendo la possibilità, Targa si è attualmente sottoposta a progetti di espansione per aumentare le sue esportazioni di GPL. La costruzione è iniziata su un progetto del valore di 480 milioni di dollari durante la fine del 2012. Nella fase 1 del progetto ha ampliato la propria capacità di esportazione a circa 3,5-4.000.000 barili al mese di GPL. Nella fase 2 - che sarà completata entro il terzo trimestre di quest'anno - aggiungerà un ulteriore 2 milioni di barili al mese, ovvero circa 72 milioni di barili all'anno.

Questo progetto le permetterà di aumentare i suoi margini e profitti ancora di più visto che i prezzi del propano e GPL stanno aumentando. NGLS è stato uno dei titoli migliori da comprare per un bel periodo - le azioni hanno già guadagnato circa il 30% nelle ultime 52 settimane. Tuttavia, questo potrebbe essere solo l'inizio.

AmeriGas Partners (APU)

AmeriGas Partners (APU) in realtà non esporta GPL all'estero, è il più grande fornitore di propano negli Stati Uniti - raggiungendo quasi 2 milioni di clienti residenziali e industriali lo rende una scelta facile per la nostra lista di titoli energetici da acquistare.

Le sue dimensioni e la portata hanno permesso ad APU di trasferire l'aumento dei prezzi ai propri clienti. I distributori di gas propano hanno spesso monopoli virtuali nelle città in cui operano e possiedono serbatoi/apparecchiature collegate alle case della gente. I costi di commutazione per i consumatori sono molto elevati. Come tale, AmeriGas ha un margine di profitto lordo di quasi il 44%.

Tale margine produce alcuni flussi di cassa stabili e pesanti che si traducono in un elevato rendimento del dividendo del 7,7%. Tutto sommato, APU è uno dei migliori titoli da acquistare se si vuole giocare con l'aumento dei prezzi interni del propano. Purtroppo l'aumento delle esportazioni di GPL e propano significa che ci sarà meno rifornimento di carburante in America. Ciò significa che gli americani saranno di fronte a prezzi più elevati. Lo scorso inverno i prezzi del propano interno sono aumentati del 200% con l'aumento delle esportazioni.

martedì 13 novembre 2012

5 Energetici Buy con rendimento superiore al 5% e un notevole rialzo di media


NOVITA' DELLA DOMINO SOLUTIONS
PORTAFOGLIO GEMME NASCOSTE

IL 71% DELLE POSIZIONI
CHIUSE IN GUADAGNO
HANNO SUPERATO IL 50% DI GAIN.

One Million Dollar Portfolio dal 2010 ad oggi +88.30%
Stock Win Usa Portfolio dal 2010 ad oggi +120.12
Europa Vincente Portfolio dall'inizio del 2012 +21.06%
ETF migliori dal 10 ottobre 2012 +4.40%
Visione del nostro portafoglio One Million Dollar + 95% dal 2010 Alert acquisto/vendita quando viene modificato il portafoglio One Million Dollar
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Secondo un rapporto di Reuters il petrolio è salito sulla base di diversi recenti rapporti economici positivi. Gli analisti prevedono prezzi petroliferi agevolati per fine dell'anno per l'allentamento delle tensioni in Medio Oriente e la produzione del Brent nel Mare del Nord che potrebbe essere riportato in linea con le stime.

Ogni volta che vediamo questo tipo di rapporti, iniziamo a preparare la nostra lista della spesa delle azioni di petrolio e di gas che vorremmo comprare. Vediamo ogni goccia di petrolio come l'opportunità di acquisto di titoli energetici. L'attuale disegno macroeconomico e geopolitico è di natura transitoria. Il Medio Oriente non rimane mai calmo per lungo tempo e l'economia non rimarrà in crisi per sempre.

L'approvvigionamento energetico del globo non sarà mai privo di eventi rischiosi per via della natura della risorsa. Circa il 40% dell'approvvigionamento energetico mondiale si affaccia sul punto finale della strozzatura, lo Stretto di Hormuz.



Ogni volta che l'Iran vuole qualcosa o si sente sotto pressione non fà altro che far vibrare la sua spada, che è quello di chiudere lo Stretto di Hormuz. E' una spada piuttosto grande e come potete vedere dal grafico è la sola cosa può tirar fuori per farsi sentire.

Inoltre si sono verificati diversi macro eventi che potrebbero stimolare questi titoli. La notizia che la Cina stia investendo miliardi in infrastrutture per stimolare l'economia, unita ai passi positivi compiuti dalla BCE e la Fed che attua il QE, animerà nel corso del tempo un rally in dollari delle materie prime, come il petrolio e il gas. Tutto questo fa ben sperare per questi energetici.

Infine, questi investimenti sono tutte le società energetiche che pagano dividendi con rendimenti del 5% in media e sono redditizie. Sono tutte dotate di catalizzatori per la crescita futura, indipendentemente dal Medio Oriente o dal QE. La domanda è: è il momento ottimale per comprare?

Nella sezione seguente, effettueremo una revisione dello stato fondamentale e tecnico di ogni azienda per determinare se questo è il momento giusto per iniziare una posizione. La tabella che segue mostra il riepilogo delle statistiche e le prestazioni dei titoli di Giovedi 25/10.



Ecco le società analizzate

BP plc. (BP)
La BP plc, originariamente British Petroleum, è una società del Regno Unito operante nel settore energetico e soprattutto del petrolio e del gas naturale, settori in cui è uno dei quattro maggiori attori a livello mondiale (assieme a Royal Dutch Shell, ExxonMobil e Total). La sede è a Londra. La sua divisione BP Solar è diventata leader mondiale nella produzione di pannelli solari in seguito ad una serie di acquisizioni nell'industria dell'energia solare. Attualmente le divisioni per l'energia solare, eolica e dell'idrogeno della BP sono state accorpate sotto il nome BP alternativenergy.

L'azienda ha molti aspetti fondamentali positivi. Ha un P/E ratio di 8.02 e viene scambiata per 1,2 volte il valore contabile.
L'azienda ha un margine di profitto netto del 5%. L'EPS è cresciuto di oltre il 700% quest'anno.
Vediamo il recente pullback come una opportunità di acquisto.

Settore Ernergy
Capitalizzazione di mercato di 137,07 miliardi di dollari.
Dividend yield al 4.60%
Payout ratio al 30.00%.
Beta 1.25.
Stima 2013 in crescita del +9.61%.




ConocoPhillips (COP)
Una delle forze di questa compagnia è la sua capacità di raffinazione del petrolio, possiede infatti ben 19 impianti per la raffinazione (12 di questi negli USA), solo gli impianti negli USA possono raffinare 2.208.000 BPD (Barili per giorno), questo rende la ConocoPhilips la seconda compagnia statunitense per raffinazione, la raffinazione mondiale della ConocoPhilips raggiunge i 2.901.000 BPD (quinta nel mondo). Negli USA vende la sua benzina attraverso i distributori Conoco, Phillips 66, e (Union) 76. In Europa opera attraverso il marchio di stazioni di servizio Jet, con questo è presente in Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Germania, Ungheria, Norvegia, Polonia, Repubblica Slovacca, Svezia, Thailandia e Regno Unito, invece in Malaysia il marchio diventa ProJET. La compagnia è presente anche in Turchia con il marchio Turkpetrol e in Svizzera con il marchio COOP.

Ha un P/E ratio di 9,8 ed è scambiata 1,5 volte il valore contabile. L'azienda dispone di un margine di utile netto del 10,55% e prevede di raggiungere una crescita, concentrandosi sulla produzione di elevato margine, inoltre prevede di reinvestire i flussi di cassa per ottenere la sostituzione organica delle riserve oltre il 100%.
COP ha appena segnalato un EPS nel Q3 di 1,44 dollari sbaragliando la via dei 0,31 dollari.
Vediamo il recente pullback come una opportunità di acquisto.

Settore Energy
Capitalizzazione di mercato di 70.71 miliardi di dollari.
Dividend yield 4,72
Payout ratio al 29.00%.
Beta 1.13.
Stima 2013 in calo del -0.36%.




Chevron Corporation (CVX)
Chevron Corporation è un'azienda petrolifera statunitense costituita nel 1911 in California, dalla dissoluzione del trust Standard Oil Company, prendendo il nome di Standard Oil of California. Il suo quartier generale si trova a San Ramon in California, ed è attiva in più di 180 paesi del mondo. Dispone di importanti giacimenti petroliferi e di gas naturale, raffinerie di petrolio e petroliere. Ha un fatturato di 27.342 milioni di dollari. Nel 1983 occupò l'undicesimo posto tra le maggiori imprese industriali del mondo in economia di mercato. In dieci anni ottiene 1.590 milioni di dollari di utili e dà lavoro a 40.000 persone.

Ha un P/E ratio di 8.74 ed è scambiata a 1,66 volte il valore contabile. L'azienda dispone di un margine di utile netto del 10,79%, un EPS in crescita del 42%, il ROE è di 21.68%.
Crediamo che metterà alla prova la media mobile a 200 giorni prima della fine dell'anno. Chevron è una solida azione performante con basso beta. Ci piace per il lungo termine.
Il titolo fa parte del nostro portfolio One Million Dollar

Settore Energy
Capitalizzazione di mercato di 218.50 miliardi di dollari.
Dividend yield al 3,28%
Payout ratio al 24.00%.
Beta 0,80.
Stima 2013 in calo del -2.99%.




Enbridge Energy Partners LP (EEP)
Enbridge Energy Partners possiede e gestisce petrolio greggio e il trasporto di petrolio liquefatto, la raccolta di gas naturale, il trattamento, la lavorazione e il trasporto negli Stati Uniti d'America. La società opera in tre segmenti di business: liquids, natural gas e marketing. La società possiede circa 6.200 chilometri di raccolta di petrolio greggio e linee di trasporto e 30,7 milioni di barili di stoccaggio di petrolio greggio con capacità terminaling, raccolta del gas naturale e linee di trasporto totale di circa 11300 miglia, 26 impianti di trattamento del gas naturale con una capacità complessiva di circa 3.450 milioni di metri cubi al giorno, camion, rimorchi e carri ferroviari per il trasporto di liquidi da gas naturale (NGLS), petrolio greggio e di anidride carbonica e attività di marketing che forniscono approvvigionamento di gas naturale, trasmissione, stoccaggio e servizi di vendita.

Ha un P/E ratio del 22. L'azienda dispone di un margine di utile netto dell'8%, ha un EPS del 282% quest'anno e dovrebbe essere del 40% l'anno prossimo.
Con la sempre più nuova produzione messa in linea negli Stati Uniti, Embridge dovrebbe fare molto bene nel lungo periodo.

Settore Energy
Capitalizzazione di mercato di 8.70 miliardi di dollari.
Dividend yield 7,25%
Payout ratio al 109.00%.
Beta 0,67.
Stima 2013 in crescita del +27.80%.




Linn Energy, LLC
Linn Energy (LINE) è una e società indipendente di produzione di petrolio e gas naturale. Nel corso dell'esercizio chiuso al 31 dicembre 2009, le sue riserve certe sono state di 1.712 miliardi di mc, di cui circa il 36% erano di petrolio, 45% gas naturale e il 19% erano liquidi di gas naturale (NGL). Linn Energy si trova in quattro regioni degli Stati Uniti: Texas, Oklahoma, Kansas, Louisiana, Illinois, California. Nel gennaio 2010, la società ha completato l'acquisizione dell'area di produzione di gas e petrolio Permiano e Anadarko, nei bacini in New Mexico.

Ha un P/E ratio del 25 e dispone di un margine di utile netto del 36,73%, l'EPS è salito fino al 400% quest'anno e dovrebbe essere il 30% l'anno prossimo.
Linn è una società solida con un payout ratio solo del 60% e dividendi dell'8%.

Settore Services
Capitalizzazione di mercato di 8,48 miliardi di dollari.
Dividend yield al 7,07%
Payout ratio al 60,00%.
Beta 0,77.
Stima 2013 in crescita del +43.54%.




Conclusioni

Il Golfo Persico è una polveriera fumante sul punto di accendersi. Non esiste una soluzione buona per quanto riguarda la vulnerabilità dello Stretto di Hormuz, attraverso il quale una parte importante della fornitura mondiale di petrolio deve passare. Inoltre, la domanda di energia supera l'offerta anche se la crescita globale rallenta e gli esperti sviluppano nuovi metodi per l'estrazione di petrolio e gas. Anche con tutte le nuove scoperte, la maggior parte della fornitura per il fabbisogno energetico del mondo proviene ancora dal Medio Oriente. Il sempre presente rischio che le forniture di petrolio del Medio Oriente si spengano insieme con le prospettive di una ripresa economica rafforzano il valore sul lungo termine di questi energetici.

Ipotizziamo che tali azioni energetiche continueranno il rialzo rispetto ai prezzi attuali delle loro azioni, in base ai dati macroeconomici, settoriali e catalizzatori specifici della società. Queste azioni hanno grandi storie, buoni fondamentali e positive facilitazioni per la crescita futura.

Le informazioni e i dati sono ritenuti accurati, ma non ci sono garanzie. Domino Solutions non è un consulente d'investimento e non offre consigli specifici di investimento. Le informazioni qui contenute sono solo a scopo informativo

lunedì 2 luglio 2012

Investire nel Petrolio: I fondamentali che il trader deve conoscere


One Million Dollar Portfolio dal 2010 ad oggi +87.63%
Stock Win Usa Portfolio dal 2010 ad oggi +123.32
Europa Vincente Portfolio dall'inizio del 2012 +18.05%


Il petrolio greggio è uno dei prodotti più utilizzati e richiesti nel mondo di oggi quando si tratta di consumo di energia. E' storicamente noto, che la domanda di petrolio aumenta o diminuisce, in quanto c'è un'alta correlazione con l'attività economica mondiale, sopratutto nei tempi di crescita.

Esistono diversi tipi di petrolio, a seconda della fonte di estrazione, e possono essere differenziate sulla base dei gradi API (American Petroleum Institute gravity) e contenuti di zolfo. I parametri più popolari per il petrolio sono il West Texas Intermediate (WTI), prodotto negli Stati Uniti, e il Brent, prodotto nel Mare del Nord.

Prezzi del petrolio

I prezzi del petrolio sono precipitati quasi del 24% da marzo 2012 a 79 $ al barile. Questa caduta è stata innescata da un eccesso di offerta globale, che a sua volta è dovuta all'aumento non convenzionale della produzione americana di scisto e delle sabbie bituminose canadesi.

Domanda globale di petrolio

La domanda di petrolio è guidata dal suo prezzo, il prezzo e la disponibilità di sostituti, le condizioni climatiche, le normative statali e la crescita del prodotto interno lordo (PIL). Il più importante di questi fattori è la crescita del PIL, dal momento che ogni paese ha necessità di una certa unità economica, richiederà un certo apporto di energia, mentre ciascun paese utilizza diverse quantità di energia a seconda della propria produzione economica e della propria efficienza energetica.

Di seguito la richiesta di petrolio in America in prospettiva nei prossimi anni


Domanda di petrolio a livello globale nei prossimi quarti


La domanda di petrolio è più forte nei mercati emergenti e si prevede che superi quella dei paesi dell'OPEC a partire dal 2Q 2013. Questo aumento della domanda proveniente dai mercati emergenti è dovuto a causa della crescita del reddito pro capite degli stessi mercati e un maggior uso delle rimanenze del petrolio nel trasporto. Cina e India sono considerati tra i più forti contribuenti all'aumento della domanda di petrolio nel futuro.

Fattori che influenzano la domanda di petrolio nell'Industria Globale

Cina

In Cina, considerata la seconda più grande economia del mondo, è in atto, nel corso degli ultimi anni, una forte crescita del 9% circa, ed è uno dei principali consumatori di petrolio, con un consumo di 9,5 milioni di barili al giorno. Tuttavia, recentemente ci sono stati timori che l'economia possa avere un rallentamento nel breve termine, che avrebbe un impatto significativo sulla domanda di petrolio.

Stati Uniti

Ci sono timori che gli Stati Uniti possano mostrare un rallentamento dell'attività economica, da qui in avanti, a causa dei recenti dati economici. Gli Stati Uniti rappresentano circa il 22% del consumo globale e qualsiasi rallentamento della sua economia influenzerebbe negativamente i prezzi del petrolio.

Europa

L'Europa è stata al centro dell'attenzione con la sua crisi del debito, che ha immerso il continente in una recessione e ha anche minacciato l'esistenza dell'Unione europea. E' ampiamente facile prevedere che un eventuale sviluppo negativo sarebbe dannoso per l'economia dell'Unione europea e l'economia mondiale la quale interesserebbe negativamente i prezzi del petrolio. L'Europa conta per quasi il 17% della domanda globale.

Approvvigionamento globale

Un aumento dell'offerta di petrolio a breve termine è limitato dalla capacità in eccesso, e dal petrolio che viene immagazzinato nelle riserve, riserve strategiche aziendali.

L'approvvigionamento del petrolio ha visto un aumento dovuto al passaggio dal gas non convenzionale ai vari liquidi nella produzione di scisti bituminosi, che è stato a sua volta innescato da bassi prezzi del gas naturale prevalentemente negli Stati Uniti e dall'aumento dell'attività nelle sabbie bituminose canadesi.

Maggiori produttori di petrolio

I principali produttori di petrolio del mondo sono l'Arabia Saudita, Russia, Stati Uniti, Iraq, Iran, Kuwait, Venezuela, Canada, Messico e Regno Unito (Mare del Nord).

Fattori di approvvigionamento del petrolio nell'Industria Globale

Iran

Le sanzioni economiche imposte contro l'Iran a causa delle sue continue attività nucleari hanno diminuito l'uscita dal paese di petrolio il quale ha interrotto la fornitura. Dovrebbe rimanere basso nel prossimo futuro e dovrebbe scendere a 2,4 milioni di barili al giorno.

Iraq

La produzione di greggio dovrebbe essere tra i 3,4 milioni e i 3,6 milioni di barili al giorno entro la fine del 2012, suggerendo che all'inizio del 2013, la produzione farà un balzo a livelli mai registrati prima della prima guerra del Golfo che era di circa 3,5 milioni di barili al giorno.

Arabia Saudita

L'Arabia Saudita ha aumentato la sua produzione di petrolio a 10 milioni di barili al giorno per compensare la produzione ridotta da parte dell'Iran.

Stati Uniti

I recenti record di prezzi bassi del gas naturale negli Stati Uniti a causa dell'aumento dell'offerta di gas naturale non convenzionale hanno spostato la produzione verso il petrolio e gas liquidi negli Stati Uniti, che ha aumentato la disponibilità del petrolio stesso.

Canada

C'è stato un aumento della produzione del petrolio dalle sabbie bituminose canadesi.

Cina La Cina ha recentemente fatto una presentazione sulla sua potenziale produzione di gas scisto e di petrolio. Le riserve totali di scisto sono stimate a 36 miliardi di metri cubi, il che è molto più elevato rispetto ai 24,4 miliardi di metri cubi delle riserve detenute dagli Stati Uniti.

Scorte di petrolio

Le scorte di petrolio sono in aumento con gli inventari OCSE che raggiungono 2.643 milioni di barili nel mese di aprile, mentre i dati preliminari indicano un incremento di 20,1 milioni di barili per il mese di maggio. La Cina ha anche accumulato le sue scorte di petrolio, che fungono da sostegno alla domanda.

Domanda di Raffinazione

La domanda di raffinazione nel mondo dovrebbe salire di 2,8 milioni di barili tra aprile e agosto a causa delle svalutazioni dell'eolico. Le nuove e ritornate capacità in Europa e Asia daranno un contributo alla domanda di raffinazione.

Prospettive

Sulla base dei fattori di cui sopra, abbiamo assistito alla contrazione del prezzo del petrolio greggio del 24% nel 2° trimestre 2012. L'eccesso di offerta e il rallentamento della crescita del petrolio avrà un ruolo fondamentale nel dirigere i prezzi in futuro.

Le case automobilistiche e i consumatori hanno mostrato una risposta lenta verso le vetture con energia alternativa, e se qualche progresso è stato fatto su questo fronte, tale da indirizzare una parte significativa dei consumatori verso queste vetture, questo sarà dannoso per i prezzi del petrolio andando avanti.

I prezzi del gas naturale sono scesi ai minimi storici negli Stati Uniti a causa di un eccesso di offerta del gas naturale non convenzionale, che ha accresciuto il divario tra i prezzi del petrolio e del gas stesso. Se i consumatori andranno verso il combustibile più economico, questo interesserà la domanda di petrolio, che pregiudicherebbe il suo prezzo.

Previsioni del prezzo del pertolio

La previsione generale del mercato è che i prezzi del petrolio saliranno oltre i 100 dollari al barile. Questa ipotesi di inversione è molto forte, a condizione che la crisi del debito nell'Unione europea sia risolta, e che l'economia Statunitense e cinese comincino a mostrare segni di crescita.

Tuttavia i prezzi possono rimanere depressi a causa di una minor disponibilità del gas naturale negli Stati Uniti, dallo sviluppo cinese per quanto riguarda il gas scisto, il continuo rallentamento dell'economia negli Stati Uniti e in Cina e il perdurare della crisi del debito e della recessione nell'Unione europea.

Come investire nel petrolio

Investire in futures del petrolio è un processo difficile. Si consiglia agli investitori, che sono rialzisti sui prezzi del petrolio, di acquistare Exxon Mobil Corporation (XOM), ConocoPhillips (COP) e Chevron Corporation (CVX), in quanto queste azioni hanno una significativa esposizione di esplorazione e produzione nel settore del petrolio. Questi titoli offrono rendimenti da dividendi elevati. Gli investitori che sono ribassisti sul prezzo del petrolio possono vendere a breve l'ETF Oil, United States Oil Fund LP (USO).

Le informazioni e i dati sono ritenuti accurati, ma non ci sono garanzie. Domino Solutions non è un consulente d'investimento e non offre consigli specifici di investimento. Le informazioni qui contenute sono solo a scopo informativo