venerdì 13 febbraio 2015

Investire nell'oro: questa fase orso non è ancora finita

Quest'anno è iniziato brillantemente per l'oro, argento e miniere. Questo improvviso rialzo porta molti investiori a credere che il fondo è ora alle spalle. Il settore dei metalli preziosi è dunque pronto a decollare e a generare enormi profitti per i suoi investitori.

Tuttavia, l'ovvietà vuole che l'investimento che si basi sui tempi di entrata e di uscita. Questo è naturalmente più facile a dirsi che a farsi. Il settore dei metalli preziosi è estremamente volatile e in questa fase, tra l'altro, particolarmente insidioso. I primi 10 anni di mercato toro dell'oro hanno avuto il vento in poppa il che ha consentito di generare profitti con una crescita straordinaria. Purtroppo tutte le cose belle hanno una fine e così è stato per l'Oro nel 2011, quando ha raggiunto un picco di 1900 dollari l'oncia. Non solo l'Oro comunque, l'Argento, pur avendo numerosi usi industriali è sceso drammaticamente con il settore minerario che ha perso circa il 70% del suo valore nel corso di un periodo di 3 anni di carneficina pura.

Sulla scia del calo dei prezzi dei metalli preziosi le miniere sono state maltrattate, il grafico qui sotto mostra lo l'indice GOLD BUGS (HUI):



L'HUI è sceso del 70% dal suo massimo di 630 punti e ha rivisto i suoi minimi del 2008, un importante livello di supporto, ma è riuscito a non rompere questo importante supporto riportandosi a 190 punti. La domanda ora è se possibile che l'HUI si tenga al di sopra di questo livello di supporto e formi una buona base da cui partire per radunarsi per la prossima fase rialzista del mercato toro.

La discesa ultima dell'oro ha un senso, il QE, è il risolutore di tutti i nostri problemi economici. L'ultima banca a partecipare alla festa è la Banca centrale europea tramite l'introduzione di un vasto programma di quantitative easing (QE), al fine di potenziare l'inflazione nella zona euro ed impedire che la loro economia vada in deflazione. Da marzo 2015 fino settembre 2016 la BCE acquisterà circa 60 € miliardi di euro (68 miliardi dollari) di asset ogni mese, per un totale di 1.100 miliardi di Euro.

Noi abbiamo sempre sostenuto l'opinione che la liquidità non è il rimedio per l'insolvenza e quindi questa mossa potrebbe mascherare i problemi strutturali dell'economia nel breve termine, ma prima o poi dovranno essere affrontati. La cura per l'insolvenza è il fallimento, un processo che rimovuorebbe quelli che non possono incidere dal mercato. Il settore bancario ci va a nozze col denaro elettronico derivato dal nulla è destinato ad entrare nel sue casse.



Gli Stati Uniti hanno recentemente terminato il suo programma di QE e il dollaro è stato il principale beneficiario e ha sovraperformato l'oro nel corso dell'ultimo anno. Ma come europeo allora l'oro sarebbe stato un ottimo investimento in quanto ha sovraperformato l'Euro drammaticamente. Da questo si può dedurre che l'oro non è un 'one size fits all' investimento, molto dipende dalla vostra posizione geografica e la moneta che viene utilizzata nella vostra vita quotidiana. Supponendo che tu sei un americano, vedresti il dollaro come un rullo compressore, avrebbe senso non essere esposti in società minerarie dell'Oro. Ti chiederai il motivo ? Il rapporto non-farm payroll sul lavoro rimane solido, l'inflazione inizia a muoversi verso l'alto, quindi gli pcchi sono tutti puntati verso la Fed che a metà anno potrebbe aumentare i tassi di interesse e scoprire le sue carte. Ciò servirebbe solo a rafforzare il dollaro, che a sua volta ostacolarebbe la capacità di salita dell'oro. Al contrario, la Fed potrebbe facilmente reintrodurre il QE e catapultare l'oro a nuovi massimi di tutti i tempi.

Cosa fare allora ? Mantenere la parte del leone dei vostri fondi di investimento lontani dall'Oro per ora. Attendere che i dati confermanino che l'economia stia andando bene o stia per ricadere in recessione. Seguire la Fed per quello che dicono in ogni suo incontro col senato. Non date per scontato che questo sia il momento di comprare di tutto solo perché sono meno costosi di quanto lo siano stati, più economico non significa necessariamente a buon mercato. Questo recente rimbalzo dei prezzi dell'Oro potrebbe essere un altro falso segnale e abbiamo avuto abbastanza falsi segnali in passato negli ultimi tre anni per essere almeno un po' stanco di questo mercato.

Rimanere flessibili e non abbiate paura del breve periodo di questo mercato se un rally sembra essere ipercomprato e andare lungo quando sono stati apiattiti i prezzi. Questi movimenti non sono investimenti a lungo termine e devono essere considerati su un approccio mordi e fuggi, prendendo piccoli profitti rapidamente e, auspicabilmente, riducendo al minimo i rischi. Infine, solo distribuendo piccole quantità di capitale fino a quando il nuovo toro è confermato.

mercoledì 11 febbraio 2015

Acquistare small cap americane dopo la tempesta perfetta

Lo scorso anno è stato un anno difficile per i titoli americani a piccola e media capitalizzazione, ma c'è motivo di pensare che il 2015 possa essere diverso. Per gli investitori che hanno meso una parte dei loro investimenti nelle small-cap lo scorso anno, pensiamo che possa essere il momento di prendere nuovamente in considerazione il loro obiettivo a lungo termine. Nel corso del tempo, una ripartizione costante dell'asset class ha pagato. Ma prima, diamo un breve sguardo a ciò che è andato storto nel 2014.

La valutazione è stata una parte fondamentale del problema, i titoli di piccola capitalizzazione, sopratutto nomi dei settori tecnologici e biotecnoloci, hanno iniziato l'anno con valutazioni relativamente alte, sia in termini assoluti che relativi, rispetto alle loro controparti large-cap. Quando gli utili segnalati non sono riusciti a raggiungere le iniziali aspettative a causa di un insolito inverno rigido, per molte di loro, c'è stato un inasprimento da parte degli investitori confronti di tutta la classe delle smallcap.

Gli utili maggiormente diversificati dei loro coetanei a maggiore capitalizzazione hanno retto molto meglio. Anche la volatilità ha fatto i suoi danni. Un attacco di turbolenze del mercato all'inizio del quarto trimestre, innescato dal precipitare dei prezzi del petrolio e dalle preoccupazioni circa l'economia globale, ha portato molti investitori a ritirarsi dall'effettuare investimenti più rischiosi, per via del ritracciamento dei titoli azionari in generale e a rifugiarsi in porti sicuri come i titoli del Tesoro USA.

Le società a bassa capitalizzazione soffrono in maniera sproporzionata la diminuzione dell'appetito per il rischio. In altre parole, il 2014 è stato una sorta di tempesta perfetta per le aziende di piccole dimensioni. I titoli di piccola e media capitalizzazioni dell'indice Russell 2500 (SMID-cap) hanno comunque fornito un rendimento positivo modesto in termini assoluti, ma era ben fuori dal ritmo impostato nei precedenti due anni e ben al di sotto di quanto abbiano fatto i titoli a larga capitalizzazione.



Ora osservando più attentamente, ci renderemo conto che nel corso del tempo, le azioni di bassa capitalizzazione sono state interpreti stellari. A nostro avviso il contesto per questa asset class si è illuminato. Il rafforzamento dell'economia statunitense, che dovrebbe continuare a crescere più rapidamente delle economie degli altri paesi, favorisce le più piccole, imprese orientate a livello nazionale, perché una percentuale maggiore delle loro vendite sono interne. Questo dovrebbe beneficiare la crescita degli utili delle aziende di piccola capitalizzazione. Inoltre, le small-caps sembrano oggi più ragionevolmente valutate di quanto non lo fossero all'inizio del 2014.

E' la durata dell'investimento che conta, non il Timing del mercato. Di conseguenza, riteniamo che gli investitori che hanno tagliato i loro investimenti in small-cap durante i periodi di crisi dello scorso anno potrebbero voler pensare di ripristinare il loro obiettivo a lungo termine. Le azioni di piccola capitalizzazione sono più volatili rispetto alle grandi capitalizzazione, questo è uno dei motivi per cui si tende a trascurarle.

La media delle azioni del Russell 2000, per esempio, ha meno di sette analisti che le coprono, rispetto ai 16 per la media dei titoli del Russell 1000. Come abbiamo visto, questa negligenza è spesso la causa per cui piccole aziende vengono fraintese e i prezzi non sono adeguati. Queste aziende però danno anche, ai gestori attivi, maggiori opportunità di aggiungere valore, soprattutto se hanno le risorse di ricerca necessarie per scavare nei fondamentali societari. A nostro avviso, gli investitori dovrebbero guardare al di là delle prestazioni dello scorso anno e prendere in considerazione il mantenimento di una dotazione di titoli a piccola capitalizzazione, perché se il 2015 si rivela essere l'anno in cui l'economia americana innesta finalmente la marcia alta, la probabile corsa potrà essere molto più agevole.

giovedì 5 febbraio 2015

Come investire oggi, l'opportunità della volatilità

Sembra che il modo migliore per riassumere i mercati negli ultimi tempi è con la parola "volatile". L'abbiamo notato nei movimenti delle isure varate da Svizzera, Canada e il lancio del quantitative easing in Europa. L'ostilità russa sta ancora una volta scaldando le platee e si pala sempre più spesso di una uscita dall'euro greco. Il petrolio ha continuato a colpire nuovi minimi pluriennali durante tutto il mese. Ci sono stati molti grandi delusioni sugli utili, il dollaro forte e l'indebolimento della domanda pesano sulle imprese multinazionali. Il PIL è risultato più debole del previsto. Così, nel mese di gennaio, abbiamo visto il Dow Jones Industrial Average scendere di 100 punti base sulla maggior parte dei giorni di contrattazione del mese e sia il Dow sia lo S&P500 sono scesi di oltre il 3% il mese scorso. Abbiamo visto i Treasury decennali scendere dal 2,17% al 1,68% e il rendimento dei trentennali dal 2,75% al 2,25%.

Mentre la volatilità è generalmente vista come una cosa negativa negli investimenti - infatti, il rischio è spesso misurato in termini di volatilità dei rendimenti - non è sempre necessariamente negativo. In realtà, noi crediamo che la volatilità possa creare delle opportunità interessanti per gli investitori, soprattutto per coloro che gestiscono attivamente portafogli. Ma per sua natura, la volatilità spesso porta a problemi sui titoli o settori che causano contagi ad altre aree del mercati specifici. Questo può creare strumenti che sono stati colpiti duramente dal contagio, e per nessun altro motivo fondamentale.

Crediamo che questo sia esattamente quello che stiamo vedendo in questo momento in gran parte del mercato high-yield. Alcuni di quest contagi provocati dalla debolezza del settore energetico hanno fatto scivolare verso il basso alcune azioni ad alto rendimento, creando ciò che noi riteniamo essere interessanti opportunità in molti nomi per il quale non abbiamo visto alcun cambiamento nei fondamentale della impresa. Molte delle emittenti ad alto rendimento tendono ad essere relativamente piccole, di nicchia, aziende focalizzate in gran parte su territorio nazionale. Quindi ci aspettiamo che molte di loro saranno meno influenzate da fattori valutari delle grandi multinazionali ferite che sono pervasive nel corporate investment grade e i grandi indici azionari. Mentre l'economia statunitense ha avuto alcuni problemi, di certo non si aspettano di vedere un massiccio declino economico.



Se guardiamo a società con alto rendimento oggi, siamo entusiasti delle attuali opportunità che vediamo. Dallo scorso mese di giugno, i rendimenti delle obbligazioni ad alto rendimento sono aumentati dell'1,79% e si diffonde per il mercato high yield. Alcune di queste società sono logicamente energetiche, ma c'è anche una parte del mercato che è stato colpito da ciò che vediamo come motivo fondamentale. Quando vediamo i prezzi in declino e i rendimenti aumentare lo vediamo come un interessante punto di ingresso.

Mentre il 2014 è stato caratterizzato principalmente dalla mancanza di volatilità per la maggior parte dell'anno, vediamo una svolta nel 2015. Vediamo un interessante punto di ingresso nel mercato ad alto rendimento per i gestori attivi che possono analizzare attraverso lo spazio per determinare dove c'è il valore e dove ci sono le trappole sui fondamentali.

I gestori prevedono volatilità sui mercati dopo la decisione della Bce sul Quantitative Easing, l'acquisto di bond governativi atteso tra i 500 e gli oltre 1.000 miliardi. Gli operatori, spiegano, si sono già posizionati per l'appuntamento, e dopo una breve fase imprevedibile nel breve periodo, i mercati dovrebbero riprendere il trend in atto, con spread ancora sui minimi ed euro debole sul dollaro. La preoccupazione per l'impatto del crollo del greggio e sugli investimenti e dei rendimenti in calo, hanno messo sotto stress i grossi investitori del calibro di Bank of America, che nello specifico ha incrementato le coperture su obbligazioni, azioni, valute con salto della volatilità ai massimi degli ultimi 18 mesi.

martedì 3 febbraio 2015

QE in Europa: implicazioni e opportunità di investimento

Differenza tra QE eropeo, quello degli Stati Uniti e nel Regno Unito. Il QE europeo annunciato dalla BCE la scorsa settimana è costituito da un acquisto mensile di 60 miliardi di euro di bond pubblici e privati, che durerà almeno fino a settembre 2016. Gli acquisti in euro del debito avrà una curva di rendimenti tra i 2 e i 30 anni, mentre le scadenze rappresenterenno non più del 25% di ogni acquisto. Gli acquisti di debito saranno mutualised, condividendo la perdita fino al 20% e il resto del 80% resterà alle banche centrali nazionali.

È interessante notare che il debito pubblico acquisita dalla BCE è solo investment-grade, così, il debito di Grecia e Cipro probabilmente non saranno considerato per questo round. Mentre sia la Fed sia la BoE (Bak of England) hanno riacquistato il debito pubblico, così sarebbe lo stile della BCE, molto simile, la mancanza di mutualizzazione del debito attraverso l'Eurozona inclina i benefici verso i paesi con migliori fondamentali nel 2016, quando il QE inizierà a rallentare.

Inoltre, il meccanismo di trasmissione di finanziamento nella zona euro non funziona proprio in maniera identica, come negli Stati Uniti o nel Regno Unito. I tassi più bassi in tutta la zona euro dovrebbero abbassare i tassi per le imprese e le persone, ma non possono vedere l'impatto di questi tassi a breve termine e in modo uniforme in tutti i paesi euro. I Corporates Euro usano molto meno debito obbligazionario rispetto al Regno Unito o le imprese degli Stati Uniti. Anche se il mercato obbligazionario europeo ha visto una crescita significativa dopo la crisi finanziaria del 2009, la maggior parte del debito societario, soprattutto per le scadenze a lungo termine e per le piccole e medie imprese, è ancora debito bancario che sarà lento da regolare sul mercato i rendimenti.

La conseguenza a lungo termine sarà positiva è ciò può incoraggiare le PMI ad aumentare il finanziamento con obbligazioni societarie ad emissioni sul mercato eurobond, proprio come ha fatto dopo il 2009, quando la liquidità bancaria era prosciugata. Così, nel medio termine e lungo - questa è una parte delle PMI in Spagna e in Italia e in altri mercati in euro non-core in cui i tassi sui prestiti bancari sono al 4-6%.



La maggior parte degli effetti positivi immediati, tuttavia, sarà sulle grandi imprese della zona euro provenienti da Germania, Francia, Spagna e Paesi Bassi (che operano prevalentemente all'interno della zona euro e in quanto tali non hanno un impatto valutario negativo sulle loro fatturato) e che possono migliorare il loro tasso di indebitamento medio sostanzialmente.

I mutui dell'Eurozona sono in linea di massima fissati da 1 a 5 anni e oltre, e il rifinanziamento per questi mutui non è semplice. Mentre la quota di mutui a tasso variabile è aumentata dal 2009, i mutui a tasso fisso sono ancora predominanti in Francia, Italia, Paesi Bassi e Germania, quindi ci vorrà del tempo per l'effetto ricchezza dai mutui inferiori e di rifinanziamento per avere un impatto sui consumi. D'altra parte, paesi come la Spagna e l'Irlanda, dove la maggior parte dei mutui si basano sui tassi variabili, possono beneficiare maggiormente sul breve termine.

I mercati azionari dell'area euro non sono così sviluppati come in Gran Bretagna o negli Stati Uniti in relazione alla dimensione del loro PIL. Come mostra il grafico qui sotto, il rapporto tra il mercato azionario e il PIL in alcuni paesi europei come la Francia e in Italia è incredibilmente basso rispetto al Regno Unito o negli Stati Uniti. I paesi con i mercati azionari più sviluppati, come i Paesi Bassi (EWN), Belgio (EWK), Francia (EWQ) e Spagna (EWP) probabilmente beneficeranno maggiormente di un rischio sul trader azionario.



Bassi tassi potranno beneficiare di nuovi investimenti nel settore immobiliare e siamo propensi a vedere i prezzi immobiliari che saliranno ancora più in alto soprattutto nei paesi in cui i mercati azionari non sono molto popolari e nei paesi con i tassi di ipoteca per lo più variabili. Nonostante una forte performance nel corso dell'anno passato, i REIT tedeschi come Deutsche Wohnen (DWHHF) e Deutsche Annington (DAIMF) sono ancora la migliore posizione per approfittare di un mercato immobiliare in aumento. Alcuni sviluppatori immobiliari spagnoli come Immobiliaria Colonial [SM] può anche essere un interessante però molto volatile.

Il basso tasso di cambio dell'Euro probabilmente porterà significativi cambiamenti positivi, anche se alcuni economisti non la pensano così dato i molti beni prodotti dalle aziende che producono in Euro al di fuori del territorio della zona euro. Il settore dei servizi, in particolare, il settore dei viaggi e del tempo libero tra cui aziende come TUI AG, è un chiaro vincitore della valuta bassa. Le PMI e le imprese con basi di produzione ed esportazione al di fuori dell'area ne beneficeranno.

Un tasso di cambio più basso per l'euro continuerà a sostenere gli esportatori, in particolare i più grandi due esportatori della zona euro che sono anche produttori altamente competitivi: per lo più la Germania (che secondo WTEx, ha prodotto circa il 29% delle esportazioni europee nel 2013 e ha un grande settore delle PMI) e, in misura minore, i Paesi Bassi (con circa il 9-10% delle esportazioni europee nel 2013, ma un settore più piccolo). In Italia solo la spinta stimata del PIL da una valuta più basso è di circa lo 0,6% all'anno (CSC, Il Sole 24).

Mentre i benefici del QE saranno ampiamente diffusi e possono dare nuova tregua a paesi come l'Italia e la Francia, un po' ironicamente il più grande impatto positivo andrà a beneficio dei paesi che hanno combattuto. Gli olandesi e, in misura minore, i mercati azionari belga e settori immobiliari in paesi come la Germania e la Spagna saranno probabilmente i grandi vincitori.

lunedì 2 febbraio 2015

Investire in azioni: 2 grandi cose da guardare in Facebook

Le trimestrali erano in pieno svolgimento, con tutti gli occhi puntati su Facebook (FB) quando Mercoledì 28 il gigante tecnologico ha pubblicato le sue. Ecco un breve riepilogo.

I ricavi sono migliorati di quasi il 50% a 3,85 miliardi di dollari, battendo le attese degli analisti che erano di 3,77 miliardi. La linea di fondo sono stati un solido 54 centesimi per azione di utile rettificato, che ha comodamente superato quelli dello scorso anno pari a 32 centesimi per azione e le stime di 49 centesimi per azione degli analisti. Subito dopo il rapporto, gli investitori non erano così entusiasti, le azioni FB non hanno corso nonostante la sorpresa sugli utili. Gli esperti puntano il dito verso i costi crescenti, quale principale macchia scura nel comunicato. Una volta che si sono dati il tempo per digerire le cose, però, gli investitori si sono sentiti un pò più rialzisti. Le azioni di FB hanno superato le vendite del dopo-mercato, grazie anche ad un certo ottimismo degli analisti di JMP Securities. Gli analisti hanno aumentato il loro obiettivo di prezzo da $ 85 a $ 94, indicando i video annunci come la ragione principale per essere un fan del social media. Questo è il punto di vista di JMP: "A nostro avviso, una chiave da estrapolare dal trimestre è che gli utenti di Facebook oggi consumano più di 3 miliardi di visualizzazioni video al giorno e crediamo che ci sia un più che sufficiente consumo di video affinché Facebook faccia decollare i suoi annunci video auto-play durante il 2015, senza nessun impatto per l'esperienza degli utenti."





Fanno eco a questo ottimismo gli analisti della Bernstein Research... ma solo per il breve termine. Anche loro sono stati colpiti dalla crescita dei video annunci, grazie ad una maggior targetizzazione personalizzata. Considerate la forte crescita di Instagram (e la sua dinamica di annunci) e si ha la base dell'impressionante trimestre appena riportato da Facebook. Ecco cos'hanno scritto: "Questa traiettoria è una conseguenza della più rapida adozione di alcuni dei più sofisticati ed efficaci formati di annunci e prodotti di Facebook, rivolti in America del Nord, ad esempio, pubblico personalizzato e forse l'inizio del lancio di Instagram."

Ma, secondo Bernstein, qui che finisce la buona notizia. Mentre l'attuale traiettoria è davvero impressionante, gli analisti di Bernstein temono che il titolo Facebook (FB), semplicemente non sarà in grado di tenere il passo. Ecco il loro pensiero: "Crediamo che gli annunci video su Facebook saranno un business ampio e sostanziale, ma pensiamo che il consenso sopravvaluti lo slancio dei ricavi connessi. La nostra visione su Instagram è molto simile: sarà estremamente importante, grande e un bene prezioso, ma la rampa di lancio sarà più lenta del previsto."

Che cosa realmente significa per le azioni FB? Beh, dal punto di vista dei target price, Bernstein non è così ottimista come gli analisti di JMP, colpiscono le azioni con un prezzo obbiettivo di 84 dollari - un aumento di appena il 7% rispetto ai livelli attuali. Conclusione? I video annunci e Instagram sono le caratteristiche da guardare quando si tratta del futuro delle azioni Facebook. La crescita è quello che sta spingendo il successo degli utili correnti ... e la crescita continua, è ciò che è necessario per il titolo FB per mantenere il suo slancio.