Da diverso tempo stiamo insistendo sulla possibilità di generare reddito sfruttando i dividendi forniti da società a grande capitalizzazione. Questo perché investire in dividendi, differenziando nei vari settori, può diventare uno strumento per cogliere dei guadagni certi senza vivere le preoccupazioni di periodi di crescita globale stabile come quello attuale (in cui vanno ad inserirsi anche i timori per l’esito del referendum britannico per l’uscita dall’Unione Europea), che comportano una lettura del futuro complessa e uno stress non da poco. Detto ciò resta comunque possibile realizzare dei gain sul prezzo del titolo anche in questi periodi storici.
Mettere in atto una strategia sui dividendi non è un qualcosa di automatico che si limita all’analisi del singolo dato (i dollari per azione distribuiti), infatti occorre il rispetto di diversi requisiti per avere la certezza di non subire la sorpresa di un taglio addirittura della sospensione dei dividendi, che ovviamente per aziende consolidate è meno probabile ma non impossibile. Sono necessari un tasso di distribuzione degli utili (a loro volta in crescita) adeguato e una costante disponibilità di flussi di cassa.
Settore energetico: Enterprise Products Partners (EPD)
Enterprise Products Partners (EPD) è una società petrolifera che opera nel segmento midstream, occupandosi dello stoccaggio e del trasporto di petrolio greggio e gas naturale alle raffinerie e di altri prodotti raffinati alle società che poi si occuperanno del trasporto al consumatore finale.
E’ una master limited partnership (MLP), una particolare tipologia di società in accomandita semplice quotata in borsa con l’obbligo di pagare ai suoi investitori, attraverso distribuzioni trimestrali, circa il 90% del reddito generato, motivo per cui i dividendi sono solitamente molto generosi.
Questa società, trattandosi di un distributore del prodotto che basa le sue entrate sul ricevimento dei canoni fissati per contratto per l’erogazione del servizio, è poco legata ai prezzi delle materie prime, ma non ne è completamente immune visto che le aziende a monte potrebbero tagliare l’estrazione (come in effetti è avvenuto).
L’aspetto più positivo di Enterprise Products Partners è che malgrado un fatturato che non decolla come invece prospettavano gli stessi analisti, l’azienda ha generato ben 1,1 miliardi di flussi di cassa distribuibili, così da poter aumentare il dividendo erogato. Tutto ciò è stato realizzato grazie alla crescita delle nuove attività e agli interessanti rendimenti che hanno portato le recenti acquisizioni, tra cui gli oleodotti e i gasdotti del Texas. Se si considera anche che in tutto il 2016 sono previsti 2,8 miliardi di spese per progetti di crescita, ne va da sé la possibilità che tali risultati saranno migliorati.
Settore delle utilities: NextEra Energy (NEE)
NextEra Energy (NEE) è una società leader nella produzione di energia pulita.
L’azienda possiede due principali controllate operative:: Florida Power & Light Company (FPL), impegnata principalmente nella generazione, trasmissione, distribuzione e vendita di energia elettrica erogata a più di 4,8 milioni di clienti in Florida e NextEra Energy Resources, produttrice di energia elettrica da fonti pulite e rinnovabili.
Le imprese dell’utilities, essendo società che subiscono una severa regolamentazione e che ricevono il diritto di esclusiva per l’erogazione dei loro servizi solo addebitando ai consumatori tariffe prestabilite, generano per natura flussi di cassa regolari. NextEra però ha ampie prospettive di crescita (superiori ai rivali) dovute alla sua attenzione al rinnovabile tale da possedere il più ampio numero di impianti eolici e solari della nazione.
Questo insieme di fattori ha convinto la direzione a proporre una crescita dei dividendi, attualmente di 3,8$ per azione, del 12-14% entro il 2018, realizzabile attraverso l’aumento della distribuzione degli utili dal 55 al 65%. Il +30,82% dei flussi di cassa (arrivati a circa 1,5 miliardi) di questo primo trimestre 2016 lascia intendere come ci sia concrete possibilità che la promessa sarà mantenuta.
Settore sanitario: Becton Dickinson and Co (BDX)
Becton Dickinson (BDX) è uno dei maggiori produttori al mondo di aghi, siringhe ed altri dispositivi chirurgici utilizzati negli ospedali e negli studi dei medici.
Si tratta di prodotti progettati per essere usa e getta che devono essere costantemente sostituiti, generando continui flussi di cassa crescenti (3 miliardi di fatturato nel secondo trimestre, +50% rispetto allo scorso anno).
Oltre al segmento di base da cui derivano oltre metà dei ricavi annui, il BD Medical, dove vengono realizzati i prodotti chirurgici appena descritti, Becton Dickinson gestisce i segmenti BD Diagnostics e BD Biosciences. Il dividendo di 2,64$ per azione è cresciuto del 30% negli ultimi 3 anni, rendendo questa società molto interessante in un settore ampio come il sanitario dove esistono sotto-categorie come il biotech con ampie prospettive di crescita, ma ad altrettanto elevato rischio.
Settore finanziario: Wells Fargo & Company (WFC)
Wells Fargo (WFC) è una multinazionale che offre servizi finanziari di vario genere, su tutti attività bancaria, mutui e prestiti, investimenti in fondi e assicurazioni.
Con una capitalizzazione di 238 miliardi di dollari, si caratterizza principalmente per il suo essere una società difensiva che la rende abbastanza estranea a quella ricerca del profitto tipica degli istituti di credito che comporta una grossa esposizione al rischio. Per questo motivo non è stata particolarmente colpita dalla crisi immobiliare del 2008 e non desta preoccupazione la sua attuale esposizione al settore energetico di 40,7 miliardi (che è solo l’1,9% dei prestiti totali concessi).
Tra gli altri punti di forza restano la raccolta di depositi e la capacità quasi unica di mantenere ottime relazioni con i clienti che hanno accesso a finanziamenti a basso costo, sottoscritti solo dopo aver dimostrato la loro assoluta solidità economica.
Wells Fargo non registra una perdita annuale da più di mezzo secolo e questo trend viene confermato già nel primo trimestre 2016 chiuso con un aumento del fatturato del 4% rispetto all’anno precedente. Il dividendo è giunto a 1,52$ per azione, una crescita continua supportata dall’incremento dei flussi di cassa e molto apprezzata da Warren Buffett che detiene 23 miliardi di dollari nel titolo (il secondo titolo per valore del suo portafoglio).
Settore del consumo al dettaglio: Starbucks (SBUX)
A proposito dell’attività di Starbucks (SBUX) c’è poco da dover spiegare: è una catena di locali che servono caffè (oltre a una varietà di bevande e prodotti alimentari freschi). Quel che va invece specificato è la leadership raggiunta in un settore ad alta concorrenza.
Lo sviluppo del marchio ha permesso di penetrare i mercati di tutto il mondo (dalla Cina all’India, dal Giappone al Brasile), di rafforzare i canali di vendita alternativi (VIA, K-Cups, ed altri beni di consumo confezionati) e di sostenere offerte innovative.
Il vantaggio competitivo è tale da stabilire dei prezzi sui prodotti con ampi margini di profitto, senza perdere la fedeltà dei clienti che potrebbero restare attratti dalle offerte dei rivali. Sia nel primo che nel secondo trimestre del 2016 le vendite riportate dai vari negozi sono cresciute notevolmente (+8% e +6%), convincendo la società ad aprire a breve altri 1.800 store. Sino ad ora i dividendi erogati sono stati generosi e costantemente in aumento e se i progetti pianificati si concretizzeranno non c’è alcun motivo per invertire questa tendenza.