mercoledì 31 agosto 2016

Quali azioni scegliere in base a chi sarà il prossimo presidente americano

Gli investitori si saranno ormai resi conto che la situazione globale presenta uno squilibrio dovuto ai prossimi eventi in calendario. Elezioni presidenziali negli Stati Uniti, Incontro dell’Opec, elezioni in Europa e vari referendum, Tassi di interesse e svariati movimenti delle banche centrali per aiutare le economie dei rispettivi paesi. Noi crediamo che la prima vera sfida che gli investitori dovranno affrontare sarà quella di decidere cosa fare in base dopo le elezioni presidenziali americane.

I vari referendum in Europa spaventano ma non più di tanto, i tassi di interesse sembrano ormai assorbiti dai mercati, l’Opec presiede una riunione informale in cui difficilmente prenderanno decisioni importanti e le banche centrali hanno ormai terminato le cartucce per combattere la guerra delle valute.

Come investire dunque in base ai risultati delle elezioni ?

Ricordiamo prima di tutto che in America il vincente alle presidenziali probabilmente dovrà ottenere più del 45% dei consensi, dato che storicamente il 10% sono i cosiddetti “Verdi” e quindi eliminano la possibilità di una maggioranza al di sopra del 50%. Gli sfidanti penso li conosciate ormai, Trump per i repubblicani e Hilary Clinton per i Democratici. Anche se i sondaggi li danno quasi alla pari, la Clinton pare avere più chance. Detto questo però ricordiamo che il senato, almeno fino al 2018 è principalmente repubblicano. Questo perchè ? In America ogni due anni ci sono delle votazioni per eleggere i senatori, vengono definite le elezioni “mid-term” e servono per dar voce al popolo sulla felicità o meno del lavoro del presidente.

Esempio: Obama ha perso le mid term del 2014, proprio perchè il popolo si è espresso contro di lui votando al senato più repubblicani che democratici, in questo modo il Presidente più proporre leggi, ma il senato, essendo di parte avversa potrebbe bocciarle tutte. Come del resto sta avvenendo, solo in rari casi il senato di parte avversa è d’accordo col presidente oppure il presidente pone il veto e scavalca il senato.

Eventuale conclusione delle elezioni 1

Dato che fino al 2018 non ci sarà un’altro mid-term, nel caso vincesse un Democratico, cioè la Clinton, ci sarebbe sempre una mancanza di mandato elettorale e l’America continuerà ad aver diviso il governo dopo le elezioni. Questo ovviamente potrebbe essere superfluo, dato che gli stessi repubblicani non sono d’accordo con la strategia del loro candidato, Trump. Ma in questo momento i repubblicani cercheranno di mantenere la loro presa sulla casa Bianca e probabilmente avranno una probabilità del 40%/50% di mantenere la leadership del Senato.

Stiamo quindi ipotizzando una vittoria di Hilary Clinton ma con un senato Repubblicano, questo influenzerà certamente il mercato dell’Healthcare, potrebbe significare timori intorno a misure per contenere i prezzi dei farmaci ma non della ricerca. Questo è uno dei motivi per cui i settori biotech e farmaceutico si sono comportati bene di recente dopo essere stati bloccati in un mercato orso per la maggior parte dello scorso anno. Meglio il biotech, Abbvie (NASDAQ: ABBV), Amgen (AMGN) e Celgene (NASDAQ: CELG), tutti hanno alzato le loro stime. Queste industrie sono anche alcune delle poche che vedono ricavi e utili in crescita anche con queste turbolenze globali.

Eventuale conclusione delle elezioni 2

Nessuno dei due candidati sarà in grado di riaccendere la crescita economica. Gli ultimi sette anni hanno visto una lenta ripresa dopo una recessione. Inoltre l’attuale presidente della Casa Bianca verrà ricordato come l’unico presidente che ha servito un intero mandato nella storia della nazione senza mai vedere un PIL superiore al 3%, sconfortante. Nonostante i bassi tassi di interesse, uno stimolo di quasi 800 miliardi di dollari e un quasi raddoppio del debito pubblico del paese.

Ragioniamo in prospettiva, la crescita media del PIL nei quattro anni dopo una recessione si conclude ufficialmente conun PIL poco sopra il 2%. L’immagine qui sotto mostra come si è mosso il PIL americano dopo le recessioni maggiori negli ultimi 70 anni.

Probabilmente questo è dovuto all’invecchiamento della popolazione e un contesto globale non roseo, ma una causa sono certamente le politiche fiscali e monetarie inefficaci, nonché utili al di sotto delle stime e un eccesso di regolamentazione che ha causato un forte calo del tasso di partecipazione al lavoro. Purtroppo, nessuno dei due candidati stanno affrontando apertamente questi problemi di natura fiscale e normativi, riforma necessarie per aumentare in modo significativo le prospettive di crescita.

Questa situazione potrebbe causare danni ad alcuni settori, soprattutto se il trend di crescita economica interna rimane anemica e la domanda globale continuerà ad essere bassa. Alcune azioni però potrebbero superare questi ostacoli, società come Facebook (NYSE:FB), Alphabet (NASDAQ: GOOGL) e Starbucks (NYSE:SBUX).

Eventuale conclusione delle elezioni 3

Una delle poche aree di accordo e di possibili azioni da entrambi i candidati dopo le elezioni saranno sulle infrastrutture e le abitazioni. Ci aspettiamo un disegno di legge sulle un’infrastrutture importante, dato che potrebbero essere una delle poche cose che potrebbero raccogliere un eventuale sostegno bipartisan. A trarne beneficio potrebbero essere società come Tutor Perini (NYSE:TPC) e Sterling Contruction (NASDAQ:STRL) sono due nomi che potrebbero crescere.

Entrambi vorranno anche garantire che il recente miglioramento del mercato immobiliare continui ad essere un grande creatore di posti di lavoro. Con i tassi ipotecari ai minimi storici e con il tasso di proprietà della casa ai livelli più bassi dal 1965, questa tendenza al rialzo e non vediamo una bolla all’orizzonte. I migliori costruttori di case sono sicuramente Lennar (NYSE:LEN), TRI Pointe Homes (NYSE:TPH), Taylor Morrison (NASDAQ:TMHC) e LGI Homes (NASDAQ: LGIH).