Il rischio del biotecnologico deriva dalla sua volatilità correlata non solo al reale andamento dell’attività del settore, ma anche ai semplici sentimenti di mercato sul futuro. Sentimenti che nei mesi scorsi erano condizionati negativamente dall’informale dichiarazione di guerra alle case farmaceutiche da parte di Hilary Clinton e che adesso volgono al positivo con l’imminente stagione di fusioni e acquisizioni.
E’ quindi il clima di fiducia/sfiducia generico ad influenzare le vicende di qualsiasi società del settore, perciò occorre fare particolare attenzione a questa tipologia di investimento, puntando sulla qualità dei titoli in portafoglio e non sulla quantità (avere una decina di azioni biotech non garantisce alcuna immunità, a maggior ragione se esse realizzano prodotti per la cura di malattie simili).
Andando poi nello specifico della singola società, è fondamentale per il futuro del titolo il giudizio da parte della Food and Drug Administration (FDA) a proposito della possibilità di proseguire o meno con lo sviluppo di un prodotto del proprio portafoglio o addirittura di procedere con la sua commercializzazione.
Portola Pharmaceuticals (PTLA)
Portola Pharmaceuticals (PTLA) è una società biotech che ha come obiettivo la costruzione di un portafoglio di prodotti per la cura dei pazienti affetti da problemi di tipo sanguigno, come malattie di vario genere, trombosi e infiammazioni. Le sue entrate attualmente derivano da contratti di licenza e collaborazione ed ammontano dai dati relativi al semestre scorso a 8,26 milioni di dollari, ben +250% rispetto l’anno precedente. L’utile netto si è ridotto del 38,5%, ma ciò è dovuto ad un aumento delle spese necessarie per il lancio di Andrexanet, farmaco capace di inibire il fattore anticoagulante Xa che nel solo 2015 ha provocato 50.000 ricoveri per sanguinamento incontrollato negli Stati Uniti. Il 17 Agosto è una data molto importante per la società in quanto la FDA esprimerà la sua opinione riguardo la commercializzazione dell’antidoto. Altri elementi a favore di Portola sono un rapporto tra attività è passività (il quick ratio) impressionante, un livello di debito nullo e il buon stato di avanzamento nello sviluppo di ulteriori prodotti quali Betrixaban (prevenzione trombosi) e Cerdulatibin (tumore sanguigno).
Valeant Pharmaceuticals International (VRX)
Valeant Pharmaceuticals è una multinazionale farmaceutica canadese specializzata in dermatologia, salute degli occhi, neurologia ed altre aree terapeutiche. L’investimento in questa società rappresenta sicuramente un grosso rischio: le ultime trimestrali si sono chiuse con un netto taglio delle aspettative annue. Si tratta solo dell’ultima di una serie di notizie poco confortanti, infatti Valeant subisce l’accusa di aver messo in atto un aumento incontrollato dei prezzi dei suoi farmaci distribuiti da una catena di farmacie specializzate. Oltretutto nel Marzo 2016 è diventata concreta la possibilità di non riuscire a ripagare gli interessi sulle obbligazioni societarie emesse (la recente acquisizione di Salix, impresa specializzata nel campo dei farmaci per il trattamento dei disturbi gastrointestinali, per un valore di circa 15 miliardi ha inciso sull’attuale elevato livello di debito). Al di là di ognuna di tali questione che han portato nel corso di un anno al crollo del prezzo del titolo di un 80%, il 19 Luglio il comitato consultivo della FDA esprimerà la sua opinione a proposito del farmaco “Brodalumab”, un’efficace terapia per la cura di gravi forme di psoriasi a placche. Se mai dovessero giungere aggiornamenti positivi, il titolo ne beneficerebbe in maniera strepitosa, fermo restando però come tutte le difficoltà in corso non verrebbero automaticamente cancellate.
Sage Therapeutics (SAGE)
Sage Therapeutics è una società biotech focalizzata negli studi neurologici per la scoperta e lo sviluppo di farmaci per la cura di rari disturbi del sistema nervoso centrale. Non esiste ancora alcun prodotto in commercio per la casa farmaceutica, ma sono diversi i programmi in fase di studio, su tutti SAGE-547, considerato il punto di forza. Esso si sviluppa su tre linee: il trattamento di forme gravissime di epilessia (giunto ad un buon punto della fase 3 del processo decisionale della FDA), il tremolio del corpo (forme diverse dal Parkinson) e la cura della depressione post-parto che colpisce ben il 20% delle donne. Le prossime novità riguarderanno proprio quest’ultimo campo, con l’aggiornamento della fase 2 che avverrà nel corso di questo mese. Il mercato potenziale è considerevole, ma lo è altrettanto la concorrenza, quindi il lavoro che dovrà svolgere la società per affermarsi appare in salita. In ogni caso Sage Therapeutics ha già dimostrando la sua validità..
Insys Therapeutics (INSY)
Insys Therapeutics sviluppa e commercializza farmaci innovativi e sistemi per la loro somministrazione altrettanto moderni. Nel primo trimestre 2016 il fatturato è sceso del 12%, passando dai 70,8 milioni di dollari del 2015 agli attuali 62 milioni. La causa è la riduzione nella domanda dell’unico farmaco già in produzione, ovvero Subsys, utilizzato per alleviare in pochissimi minuti l’intenso dolore episodico che devono sopportare le persone oltre i 18 anni malate di cancro. Aggiungendo a questa riduzione delle vendite un incremento delle spese per la ricerca e sviluppo, anche l’utile netto ha registrato un pesante -69,7%. Queste perdite però saranno a breve recuperate con gli interessi dal momento che la FDA ha da qualche giorno dato l’approvazione definitiva a Syndros, farmaco usato nella cura dell’anoressia dovuta a perdite di peso nei pazienti affetti da AIDS o nausea e vomito provocato dalla chemioterapia. La chiave di un successo rapido per questo nuovo prodotto sarebbe una certa differenziazione rispetto a medicinali simili che convincerà i dottori a prescrivere ai loro pazienti Syndros, per un mercato dal potenziale di 700 milioni.
Alder BioPharmaceuticals (ALDR)
Alder BioPharmarmaceuticals è una società biofarmaceutica che si occupa dello sviluppo di anticorpi terapeutici per combattere l’emicrania (un approccio alternativa ai più tradizionali narcotici), malattie autoimmuni, infiammatorie, ecc. Il farmaco da tenere sotto osservazione è ALD403, i cui risultati dagli studi clinici continuano a mostrare le sue potenzialità nel diventare una terapia strepitosa nell’ambito del trattamento di un problema fastidioso come l’emicrania cronica, un mercato dal potenziale di 3 miliardi di dollari. Durante il prossimo trimestre, in data ancora da definirsi, ci sarà un aggiornamento sullo stato di avanzamento degli studi giunti in fase 2bis.