venerdì 1 luglio 2016

Investire in alluminio, un mercato in ripresa ?

L’alluminio è un elemento ampiamente usato nelle industrie grazie alla sua elevata conduttività di elettricità e di calore ed alla sua capacità, quando legato ad altri metalli, di formare delle leghe leggere con caratteristiche meccaniche eccellenti. che hanno un impiego vastissimo (es. parti strutturali di aerei, elicotteri, autovetture veloci, cerchioni per autovetture sportive, telai di biciclette, ecc).

La Cina detiene il 54,4% di una produzione mondiale in costante crescita sin dal 1950 ed inoltre esporta prodotti semi-lavorati che rappresentano circa il 17% della produzione globale. Oltre ad esserne il maggiore produttore ne è anche il più grande consumatore.
Nonostante l’elevato e crescente consumo di questo materiale, il rallentamento della domanda interna cinese (ma anche globale in parte) e la sua contemporanea capacità produttiva che ha raggiunto livelli troppo alti a causa dei sovra investimenti effettuati, hanno creato un eccesso di produzione stimato intorno a 2-2,5 tonnellate nel 2016 nella sola Cina e 1 miliardo nel mondo.

Tutto questo ha avuto e sta avendo ripercussioni su un prezzo da anni in calo (a proposito va precisato che ci sono tre mercati di riferimento per l’alluminio: il Nymex di New York, il Tocom di Tokyo e il LME, Londom Metal Exchange britannico dove si è registrato un -30% nel 2015) che danneggia i produttori del resto del mondo costretti a bloccare ogni progetto di investimento a causa delle pesanti perdite subite ed al rischio di chiusura. Di fronte a tali condizioni sono state diverse le iniziative per cercare di stabilizzare in qualche modo il mercato dell’alluminio.

Ad inizio Novembre 2015 il governo cinese era stato invitato a farsi carico dell’acquisto del metallo in eccesso. Nel mese di Dicembre una decina di aziende cinesi hanno affermato l’intenzione di non riprendere la produzione precedentemente sospesa (un annuncio che aveva aiutato i prezzi a risollevarsi leggermente), mentre la Norsk Hydro con sede in Norvegia, uno dei produttori di alluminio più grandi al mondo, ha lanciato un nuovo round di tagli dei costi vista la prospettiva di un miglioramento non prima del 2017 (quando a loro avviso il divario tra la domanda e l’offerta del metallo dovrebbe restringersi, spingendo i prezzi al rialzo).

Nel Marzo JP Morgan chase (JPM) ha dimezzato la propria esposizione in alluminio, aiutando così il mercato a stabilizzarsi. La società finanziaria ne possedeva quasi 1,5 milioni di tonnellate, un monopolio per il mercato di Londra che rischiava di manipolare in qualche modo i prezzi e che ha costretto il LME ad agire di conseguenza, modificando un regolamento fino a quel momento sin troppo permissivo.

Ad inizio Giugno si è tenuto l’annuale “dialogo strategico ed economico” tra Cina ed Usa, con la richiesta esplicita di ridurre la capacità industriale in eccesso, esercitando una certa pressione affinché si proceda in tal senso anche mediante l’adattamento di riforme.

Rispetto ad altre circostanze in cui è stato possibile assumere una posizione netta abbastanza certa, nel caso dell’alluminio la lettura del futuro appare quasi impossibile.
Ad oggi i prezzi si sono sicuramente risollevati dal minimo di 1518$/ton di fine 2015, ma gli ultimi dati non sono positivi: la capacità produttiva cinese è tutt’altro che diminuita.L’intervento governativo cinese in direzione di un taglio non avverrà nel breve termine, infatti le fonderie di alluminio a basso costo sono giunte al completo sviluppo tecnologico, una fonte di rendimento a cui difficilmente si può rinunciare. Ogni approccio diplomatico sembra quindi essere fallito e dunque occorre una certa cautela.

Disclosure
Attualmente non ho esposizioni in alluminio.
Segnalo, per chi fosse interessato, l’ETF Aluminion (GB00B15KXN58)