JPMorgan Chase & Co. (JPM) ha pubblicato venerdì mattina i risultati finanziari del primo trimestre 2025, superando ampiamente le aspettative del mercato e confermando ancora una volta il suo ruolo di leadership tra le grandi banche globali. L’istituto guidato da Jamie Dimon ha mostrato un’eccellente redditività, una resilienza operativa invidiabile e una solidità patrimoniale che la collocano tra le aziende meglio posizionate per affrontare le sfide e cogliere le opportunità future.
Risultati superiori alle attese e crescita diversificata
I ricavi totali si sono attestati a 45,3 miliardi di dollari, in crescita dell’8% su base annua e superiori del 4% rispetto alle stime di consenso. L’utile per azione ha sorpreso positivamente, superando le aspettative del 6%. È la quinta volta consecutiva che JPMorgan batte le previsioni degli analisti, dimostrando che Wall Street tende ancora a sottovalutare la forza di questa macchina da profitti. Il mercato ha reagito prontamente a questi numeri solidi, con il titolo in rialzo del 3% subito dopo l’annuncio.
Entrando nel dettaglio delle singole divisioni, l’attività di Consumer & Community Banking ha visto prestiti medi in leggera crescita (+1% a/a), a fronte di un calo contenuto dei depositi. Tuttavia, si è registrato un aumento degli investimenti da parte dei clienti, probabilmente per approfittare della correzione di mercato e della possibile svolta nella politica monetaria. L’unità ha dovuto affrontare maggiori accantonamenti per perdite su crediti (+37% a/a), in linea con un approccio prudenziale in vista di possibili turbolenze macroeconomiche, portando l’utile netto in calo dell’8% su base annua.
Molto positivi i numeri del segmento Corporate & Investment Banking, dove le commissioni da investment banking sono aumentate del 12% a/a, grazie anche al clima favorevole alle operazioni di M&A sotto la nuova amministrazione. I ricavi da attività di mercato e titoli sono cresciuti del 19%, raggiungendo quasi 11 miliardi di dollari. Anche in presenza di maggiori accantonamenti, l’utile netto del comparto è comunque cresciuto del 5%.
Brillante anche la divisione Asset & Wealth Management, che ha segnato la miglior performance relativa del trimestre: ricavi netti in aumento del 12% e patrimonio gestito in crescita del 15%. Grazie alla leva operativa, l’utile netto è salito del 23% a/a, confermando l’elevata efficienza della struttura.
Solida posizione patrimoniale e rendimenti generosi per gli azionisti
Il Common Equity Tier 1 (CET1) ratio si è attestato al 15,4%, un livello elevato che garantisce ampia flessibilità strategica e un rischio sistemico contenuto. La banca ha restituito agli azionisti 11 miliardi di dollari nel trimestre, tra cui oltre 7 miliardi in riacquisti azionari – una scelta particolarmente intelligente in un momento in cui il titolo è tornato su valutazioni più attraenti. Con il prezzo delle azioni sceso sotto i 230 dollari (dai massimi di oltre 280), i buyback risultano ancora più accrescitivi per l’utile per azione, e potrebbero accelerare nel corso dell’anno.
Il dividendo trimestrale è stato aumentato del 12%, portando il dividend yield attuale a circa il 2,5%. Un ulteriore segnale della fiducia del management nella redditività sostenibile del business.
Contesto macro e valutazione: solidità a sconto
Le attuali tensioni geopolitiche e commerciali (Ucraina, Medio Oriente, dazi USA) aumentano l’incertezza globale, ma JPMorgan si dimostra ben equipaggiata per affrontare ogni scenario. L’aumento degli accantonamenti per perdite su crediti (da 1,9 a 3,3 miliardi di dollari su base annua) rappresenta una scelta prudente, non un segnale di debolezza. La banca si prepara così a eventuali turbolenze, senza sacrificare la crescita e la redditività.
Sul fronte valutativo, JPMorgan appare oggi ben più interessante: con un utile per azione nel primo trimestre pari a 4,91 dollari, e previsioni 2025 di EPS attorno a 18,30 dollari, il titolo scambia a meno di 13 volte gli utili attesi – in linea con la media storica dell’ultimo decennio e ben al di sotto dei livelli di inizio anno. Il rapporto prezzo/valore contabile resta superiore a quello dei competitor, ma è giustificato dalla qualità superiore dell’istituto.
Conclusione: qualità che si paga... ma meno di prima
JPMorgan non è un titolo “value” nel senso stretto del termine, ma rappresenta un investimento di qualità, oggi disponibile a un prezzo più conveniente. I risultati del primo trimestre sono stati solidi su tutta la linea, la banca continua a generare elevati ritorni sul capitale (ROE al 18%) e vanta una flessibilità operativa, patrimoniale e strategica che la distingue nettamente dal resto del settore.
In un contesto incerto, JPMorgan offre ciò che gli investitori a lungo termine cercano: solidità, leadership, redditività e disciplina. Le attuali flessioni rappresentano più un’opportunità che un rischio. Un titolo da tenere… o da comprare con convinzione.