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Abbiamo recentemente deciso di chiudere la nostra posizione short su Palantir (NASDAQ: PLTR), dopo un'improvvisa e consistente impennata del titolo – circa il 40% di rialzo solo da inizio aprile. Il nostro stop-loss è scattato, costringendoci ad accettare una perdita, seppur contenuta, dato che si trattava di una posizione marginale del nostro portafoglio.
Eppure, riteniamo che l’idea alla base della nostra posizione ribassista fosse solida. Abbiamo sbagliato il timing, non la logica. Ma come ricorda una delle massime più spietate della finanza: "Il mercato può rimanere irrazionale più a lungo di quanto tu possa restare solvente".
Ed è proprio sull'irrazionalità del mercato che vogliamo porre l'accento. Nonostante la recente euforia intorno al titolo, continuiamo a considerare Palantir un investimento estremamente rischioso e oggi lo classifichiamo come SELL. La valutazione attuale – sopra i 120 dollari per azione – offre un margine di sicurezza quasi nullo e comporta una serie di rischi che, a nostro avviso, non possono essere ignorati da chi investe con prudenza.
Cosa non ha funzionato... e perché non ci fidiamo ancora
Le azioni di Palantir avevano cominciato a cedere terreno già a febbraio, in seguito all'annuncio di tagli al bilancio del Dipartimento della Difesa – un cliente chiave per l’azienda. La situazione è poi peggiorata con l’introduzione di dazi commerciali, che hanno gettato ombre sull’intero mercato azionario. Ma a inizio aprile qualcosa è cambiato: l’annuncio di una sospensione temporanea dei dazi ha invertito la rotta e, complice un miglioramento del sentiment macroeconomico, il titolo è rimbalzato.
A quel punto sono arrivati anche i numeri: ricavi in crescita del 40% su base annua, margini in espansione, contratti governativi in aumento – e il mercato ha reagito con entusiasmo. In effetti, nel primo trimestre Palantir ha battuto le aspettative con ricavi governativi in salita del 45% e nuovi accordi con la NATO e l’esercito americano. Anche il business commerciale ha mostrato segnali incoraggianti, con un incremento del 39% nella base clienti e previsioni di fatturato riviste al rialzo.
Tutto molto positivo, a prima vista. Ma non lasciamoci ingannare dai titoli euforici: i rischi fondamentali non sono affatto scomparsi. Anzi, oggi più che mai meritano attenzione.
I rischi reali: valutazione, geopolitica e stagflazione
Iniziamo da un dato difficilmente discutibile: Palantir è estremamente sopravvalutata. Il titolo viene scambiato a più di 200 volte gli utili attesi, un livello che può trovare giustificazione solo in uno scenario di crescita straordinaria e ininterrotta. Ma basta poco – un rallentamento macroeconomico, un taglio ai budget pubblici, un freno alla spesa aziendale – per far crollare queste aspettative.
Inoltre, la fragilità del contesto globale alimenta ulteriori incertezze. La Federal Reserve e importanti leader di mercato, come Jamie Dimon di JP Morgan, parlano apertamente del rischio stagflazione: un mix letale di stagnazione economica e inflazione elevata. Se davvero ci stiamo avviando verso questo scenario – alimentato da nuove tensioni commerciali o politiche imprevedibili – l'intero comparto tecnologico potrebbe soffrire, e Palantir rischia di essere tra i titoli più vulnerabili, proprio per la sua valutazione fuori scala.
E poi c’è l’aspetto geopolitico. Dopo la temporanea sospensione degli aiuti militari statunitensi all’Ucraina, l’Unione Europea ha reagito varando un proprio fondo per la difesa, incentivando la produzione locale e limitando l’acquisto di tecnologia militare americana. Questo trend potrebbe rafforzarsi, spingendo i partner internazionali a ridurre la dipendenza dal software statunitense. Palantir, che genera il 71% del proprio fatturato negli Stati Uniti, potrebbe faticare a espandersi nei mercati esteri in un contesto geopolitico così teso.
Un modello che non regge… nemmeno con stime ottimistiche
Abbiamo aggiornato il nostro modello di valutazione alla luce dei recenti risultati trimestrali e delle nuove guidance. Abbiamo assunto ipotesi estremamente aggressive: una crescita dei ricavi del 50% annuo e margini operativi al 50%, ben oltre gli standard di quasi ogni azienda tech quotata. Eppure, anche con queste previsioni, il valore intrinseco che otteniamo è di appena 63 dollari per azione – quasi la metà del prezzo attuale.
Ciò significa che, persino nello scenario migliore, l’investimento in Palantir oggi appare profondamente sbilanciato sul fronte rischio/rendimento. La realtà è che i numeri non giustificano l’attuale euforia.
Conclusioni: entusiasmo sì, ma con prudenza
Riconosciamo i progressi operativi dell’azienda. Palantir sta crescendo, amplia il proprio raggio d’azione e beneficia dell’interesse crescente per l’intelligenza artificiale. Tuttavia, un buon trimestre non basta per giustificare una capitalizzazione che sfida ogni logica fondamentale.
In periodi di entusiasmo collettivo, è facile farsi trascinare dalla narrativa e dimenticare che la valutazione conta. Ma quando il contesto macro cambia – e prima o poi cambierà – i titoli con valutazioni estreme sono i primi a crollare.
Per questo motivo, manteniamo una visione cauta e consideriamo Palantir un titolo da evitare a questi livelli. I rischi sono concreti, sistemici e sottovalutati.
Al momento, non abbiamo più posizioni aperte su Palantir, né long né short. Ma se il mercato dovesse tornare a valutare il titolo con razionalità, potremmo considerare un nuovo ingresso… in tutt'altra direzione.