Secondo un report rilasciato da Bloomberg, dieci hedge fund hanno ritirato la loro liquidità presso Deutsche Bank e ridotto la loro esposizione nei confronti dell’istituto di credito tedesco, in virtù della preoccupazione per le sue condizioni finanziarie. Ieri intanto l’OPEC non è riuscita a far volare i mercati con la dichiarazione di un imminente taglio alla produzione per risollevare i prezzi. Gli indici americano sono crollati sulla scia delle preoccupazioni sulla salute finanziaria di Deutsche Bank.
Deutsche Bank è stata sotto pressione per la maggior parte dell’anno, di recente sono venute a galla le preoccupazioni di una possibile multa di 14 miliardi arrivato dal Dipartimento di Giustizia americano nell’affare mutui subprime, che tempismo. Le azioni erano leggermente salite di recente dopo che la banca ha accettato di vendere Abbey Life per 1,2 miliardi, e l’amministratore delegato John Cryan avevano escluso una vendita di azioni. La multa più salata per un caso simile è stata pagata da Bank of America che nel 2014 che ha versato 16,65 miliardi di dollari, mentre lo scorso aprile Goldman Sachs è stata multata per 5 miliardi.
Ma ad innescare le vendite, la diffusione di un documento interno che mostra l’uscita di dieci hedge fund dall’istituto tedesco a causa della preoccupazione per le sue condizioni finanziarie. La decisione dei fondi, una piccola parte degli oltre 200 clienti della divisione che gestisce i rapporti con gli hedge funds, è legata alla necessità di diversificare la propria esposizione dopo che il collasso di Lehman del 2008 o quello di Mf Global nel 2011 hanno portato al congelamento degli asset dei fondi clienti dei due istituti.
La multa più salata per un caso simile è stata pagata da Bank of America che nel 2014 che ha versato 16,65 miliardi di dollari, mentre lo scorso aprile Goldman Sachs (GS) è stata multata per 5 miliardi.Tra i fondi che hanno spostato parte delle loro esposizioni in derivati figurano Millennium Partners, che gestisce 34 miliardi di dollari, Rokos capital Management (4 miliardi) e Capula Investment Management (14 miliardi).
Intanto Deutsche Bank tenta di di rassicurare alla luce del sell-off avvenuto ieri.
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Deutsche Bank ha riferito ad un giornale americano che alcuni hedge fund avevano imposto limiti di rischio sul business che la banca tedesca in risposta alle notizie negative e il recente aumento dei suoi prezzi sul credit default swap, un ampio indicatore del rischio di credito. Le azioni quotate in American sono scese del 9,1 per cento giovedì, chiudendo la giornata in calo del 6,7 per cento, abbassando la capitalizzazione della banca a 15.8 miliardi.
Intanto seduta pesante per le Borse asiatiche, tutte in profondo rosso ad eccezione degli indici della Cina continentale.
La Germania salvi Deutsche Bank e le banche italiane, smettendola di porre paletti. Così scrive in un lungo editoriale pubblicato su Marketwatch, portale del gruppo Wall Street Journal, Matthew Lynn, financial columnist inglese. Lynn lancia un appello alla cancelliera tedesca Angela Merkel affinchè agisca in fretta per evitare una nuova grave crisi finanziaria come quella del 2008.
Angela Merkel deve dire a chiare lettere che il governo tedesco sta dietro Deutsche Bank per sostenerla se necessario. Berlino dovrebbe entrare nel capitale della banca come fece la Gran Bretagna nel 2008 con i Lloyds. Ciò deve avvenire subito, perché anche solo la minaccia di lasciar andare il problema è follia pura e prima Merkel lo capisce meglio è. La banca non ha bisogno di aumenti di capitale, oggi corre meno rischi in bilancio di un tempo e non ha problemi di liquidità.
La banca sarà salvata, a dispetto di quanto affermano la cancelliera tedesca Angela Merkel e il numero uno della banca, John Cryan. E’ quanto riporta il settimanale tedesco Die Zeit. Il contenuto dell’articolo è stato ripreso da Reuters, che scrive che il governo tedesco e le autorità finanziarie stanno preparando un piano di salvataggio per Deutsche Bank. Il piano consentirebbe a Deutsche Bank di varare un aumento di capitale a condizioni vantaggiose per pagare la maxi-multa imposta dal dipartimento di Giustizia Usa, del valore di $14 miliardi.