Ulta Beauty ha attraversato un periodo particolarmente altalenante sin dall’inizio della pandemia. Dalla vetta del settore retail ai momenti di profonda debolezza, il titolo ha vissuto una sequenza di oscillazioni significative. Oggi si trova in una posizione intermedia, né in crisi né in pieno slancio, ed è il momento giusto per rivedere le prospettive future.
Uno sguardo a Ulta Beauty
Ulta è uno dei principali attori del retail specializzato negli Stati Uniti, leader nel mercato della bellezza accanto a Sephora (controllata da LVMH). Con oltre 1.450 punti vendita e una base clienti di circa 45 milioni di iscritti, la società è diventata uno dei più grandi player fisici nella distribuzione di prodotti di bellezza sul mercato americano.
Fino al 2020, Ulta cresceva rapidamente, aprendo più di 100 nuovi store all’anno e registrando una crescita costante delle vendite comparabili, mantenendo al contempo una forte immagine di marca. Si parlava anche di una futura espansione internazionale, e molti investitori ritenevano che la crescita a doppia cifra sarebbe durata ancora a lungo.
Tuttavia, il contesto macro è cambiato: la fine dell’era dei tassi a zero (ZIRP) e l’accelerazione dell’e-commerce post-pandemia hanno messo sotto pressione il modello di business di Ulta, modificandone le prospettive di lungo periodo.
Dove siamo oggi?
Negli ultimi due anni, Ulta ha vissuto una certa instabilità: tre ribassi superiori al 20%, il passaggio a una nuova CEO e — fatto inedito nella sua storia recente — vendite comparabili negative, al di fuori della parentesi pandemica.
Tuttavia, i risultati del primo trimestre del 2025 sembrano segnare un punto di svolta. Dopo cinque trimestri di crescita inferiore al 5%, Ulta ha registrato un +4,5% nel fatturato, spinto da vendite comparabili in crescita del 2,9% (di cui +2,3% per l’aumento dei prezzi e +0,6% per il traffico). Le nuove aperture hanno contribuito per il restante 1,6%.
Particolarmente interessante è la ripresa delle categorie Skincare & Wellness e Fragranze, che mostrano maggiore appeal nel retail fisico, aiutando Ulta a difendersi meglio dalla concorrenza digitale. Al contrario, i segmenti Cosmetics e Haircare mostrano segni di rallentamento.
Margini e segnali da monitorare
Sul fronte dei margini, Ulta è tornata sopra il 14% di margine operativo, spinta da un miglioramento del margine lordo e dalla stagionalità positiva del primo trimestre. Tuttavia, alcuni segnali restano da monitorare: l’utile netto è frenato dai costi di ammortamento legati ai progetti di ristrutturazione e il flusso di cassa è sotto pressione per via di un livello di scorte mai visto prima. Questo potrebbe indicare la necessità futura di promozioni e sconti, con impatto sui margini.
Un possibile lato positivo è che l’aumento delle scorte potrebbe riflettere un’espansione dell’offerta e l’introduzione di nuovi marchi — un’area dove Ulta era rimasta indietro rispetto a Sephora.
Outlook e valutazione
I solidi dati del Q1 hanno permesso al management di alzare la guidance su ricavi, vendite comparabili ed EPS per l’anno in corso — un’inversione di tendenza dopo vari downgrade. Tuttavia, la crescita prevista rimane modesta: solo +2,7% nei ricavi e un calo dell’utile per azione, nonostante l’importante piano di buyback.
È questo il vero nodo: si tratta di una ripresa strutturale o solo di un "relief rally"? Probabilmente, siamo in una fase di transizione.
I problemi strutturali di Ulta — la crescente competizione online da parte di Amazon, Walmart e dei brand DTC — restano intatti. Anche la capacità di crescita sul territorio nazionale sembra ormai limitata: si investe di più nei negozi esistenti che in nuove aperture, segnale che la fase espansiva è alle battute finali.
In più, l’aumento delle scorte resta un elemento da osservare attentamente, poiché potrebbe tradursi in margini più deboli nei trimestri successivi.
Valutazione: tutto sommato ragionevole
Oggi Ulta viene scambiata a circa 20 volte gli utili attesi per l’anno in corso e 18 volte quelli dell’anno prossimo — multipli inferiori alla media del mercato. Questo la posiziona in una fascia intermedia rispetto ad altri nomi del retail specializzato: sopra Target, in linea con Lowe’s, sotto Home Depot e Tractor Supply.
Tenendo conto del rallentamento della crescita, della pressione competitiva e della normalizzazione dei margini, questi livelli di valutazione appaiono ragionevoli.
Conclusioni: non più in crisi, ma nemmeno a sconto
Ulta ha chiaramente superato la fase più difficile. La nuova leadership ha fatto buoni progressi, la crescita è tornata in positivo e le categorie fisiche stanno contribuendo a sostenere il business.
Tuttavia, è difficile vedere nel titolo un compounder come un tempo. Le prospettive di crescita futura sembrano più contenute, con ricavi previsti in aumento tra il 2% e il 6%, e un EPS in ripresa graduale, trainato più dai buyback che da una reale espansione del business.
Il rischio-rendimento attuale appare bilanciato. Per questo, oggi Ulta è — semplicemente — un titolo da Hold.