Visualizzazione post con etichetta settore finanza. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta settore finanza. Mostra tutti i post

mercoledì 10 settembre 2025

Nasdaq (NDAQ) sfrutta il momento incerto del mercato per crescere

Non è un nome che ha bisogno di grandi presentazioni: per molti è sinonimo di tecnologia e innovazione, ma per me è stato anche uno dei primi titoli che ho seguito seriamente quando ho iniziato a scrivere su questo blog, ormai sono 10 anni. 

Perché NDAQ mi convince? Semplice: un mix di crescita, dividendi solidi e la capacità di espandersi in aree strategiche come la lotta ai crimini finanziari. Il Nasdaq non è solo una piazza di scambio, ma un ecosistema fatto di tre anime: piattaforme di accesso al capitale, tecnologia finanziaria e servizi di mercato. Una struttura che lo rende molto più robusto di quanto si possa immaginare a prima vista.

Guardando i dati aggiornati, non posso che confermare la mia visione: per me il Nasdaq resta un titolo da comprare. Sì, le valutazioni sono tirate, ma credo ci sia ancora spazio per crescere. Il motivo è chiaro: in un mondo dove gli scambi aumentano, la volatilità torna protagonista e i dati finanziari diventano un bene sempre più prezioso, chi presidia questi mercati ha ancora tanto da guadagnare.

VIX, l'indice della paura.

Quello che mi affascina è la resilienza di questo settore. Ogni volta che si alzano i tassi, che esplode un conflitto o che i mercati si agitano per tariffe e dazi, le borse non si fermano: anzi, spesso prosperano.

La volatilità, tanto temuta dagli investitori, è benzina pura per chi gestisce piattaforme di scambio. E in questo scenario il Nasdaq brilla, non solo per la quantità di transazioni che attrae, ma anche per la sua crescente divisione dedicata ai dati e alle soluzioni tecnologiche.

Un dettaglio che mi ha colpito, ad esempio, è il piano di avviare il trading 24 ore su 24 entro il 2026: un passo che potrebbe cambiare le regole del gioco. A questo si aggiungono prodotti come Verafin, che continua a guadagnare clienti nel settore bancario, e l’arrivo costante di nuove società quotate che alimentano il motore della crescita. Tutti tasselli che rafforzano un modello basato non solo sulle commissioni di negoziazione, ma su ricavi ricorrenti, diversificati e sempre più legati all’innovazione.

E poi c’è l’intelligenza artificiale, un’altra leva che la società sta già integrando nei suoi prodotti. Non è difficile immaginare che questa tecnologia possa diventare un ulteriore vantaggio competitivo, migliorando efficienza, velocità e qualità dei servizi offerti.

Certo, non è tutto perfetto. I margini sono solidi ma inferiori a quelli di alcuni concorrenti come CME o ICE, e questo limita un po’ la mia valutazione nella categoria della redditività pura. Tuttavia, il Nasdaq ha dimostrato di saper migliorare i propri conti, ridurre l’indebitamento e ottenere un solido rating investment grade da Moody’s. Non è un dettaglio da poco: significa poter finanziare la crescita in modo più sicuro, attirando anche investitori prudenti.

Un altro punto che mi piace sottolineare è la politica dei dividendi. Non parliamo di rendimenti altissimi (circa l’1,2%), ma di una crescita costante e ben superiore alla media del settore: oltre il 15% annuo composto negli ultimi dieci anni. In poche parole, un dividendo che non solo c’è, ma che migliora di anno in anno, sostenuto da un flusso di cassa operativo sano.

La domanda, a questo punto, è inevitabile: il titolo è già salito tanto, conviene davvero comprare ancora?

Io credo di sì. Nonostante il prezzo attuale e le previsioni degli analisti, che a volte parlano addirittura di un potenziale ribasso, il quadro complessivo mi porta a confermare il mio giudizio rialzista. Per me il Nasdaq resta un titolo da tenere in portafoglio con convinzione, perché unisce resilienza, crescita e capacità di innovare in un settore che, alla fine, è il cuore stesso dei mercati globali.

In fondo, mi piace pensare che in questa partita il banco vince quasi sempre. E io preferisco stare dalla parte del banco.

lunedì 14 aprile 2025

Ameriprise, una storia lunga 130 anni che non finisce mai e i dazi non sono importanti per lei

Ameriprise Financial (AMP) rappresenta, a mio avviso, una scelta solida per gli investitori orientati alla crescita del capitale e con un orizzonte d’investimento di lungo periodo. L’azienda ha dimostrato negli anni una straordinaria capacità di creare valore per i propri azionisti, con risultati che parlano da soli.

Nel corso del 2024, AMP ha raggiunto traguardi importanti. Il patrimonio in gestione (AUM) è cresciuto del 10%, superando quota 1.500 miliardi di dollari. A questa crescita si è affiancato un aumento del 23% degli utili per azione nel quarto trimestre, segno della solidità e dell’efficacia del modello di business. Il ritorno sul capitale proprio (ROE), che ha toccato il 52,7%, è tra i più elevati del settore.

Nonostante un rendimento da dividendi relativamente contenuto (1,24%), AMP si distingue per una lunga tradizione di distribuzione in crescita: sono 19 anni consecutivi di aumenti, con un tasso annuo medio dell’8,82%. Un chiaro segnale di affidabilità e attenzione agli azionisti.

Nel 2025, Forbes ha inserito Ameriprise tra le “America’s Best Companies”, riconoscendo il valore e la reputazione costruiti nel tempo. Questo riconoscimento arriva in un momento in cui l’azienda esce da un anno da record, chiuso con risultati eccellenti sia a livello trimestrale che annuale.



Una storia lunga 130 anni, costruita su solidi fondamentali

Fondata più di un secolo fa, AMP ha affinato un modello di business che oggi risulta estremamente competitivo. La combinazione tra dimensioni rilevanti e un’offerta ben strutturata di servizi – che spaziano dalla consulenza finanziaria alla gestione patrimoniale e assicurativa – consente all’azienda di affrontare con efficacia anche i periodi di volatilità dei mercati.

Con oltre 10.000 consulenti finanziari attivi su tutto il territorio nazionale, AMP è in grado di offrire un servizio capillare e personalizzato a clienti privati e istituzionali. Questa rete si traduce in un vantaggio competitivo difficile da replicare.

Performance 2024: crescita a doppia cifra e risultati da record

I risultati del quarto trimestre 2024 confermano la forza dell’azienda:

  • EPS: +23%, pari a $9,54

  • Utile netto trimestrale: $10,58 (vs $3,57 del Q4 2023)

  • Utile netto annuo: $33,05 (vs $23,71 del 2023)

  • AUM: +10%, con 35 miliardi di dollari di afflussi netti

  • Ricavi netti: +13%

  • Margine operativo: 27%

  • ROE operativo: 53%

I numeri parlano chiaro: AMP non solo cresce, ma lo fa con efficienza, mantenendo margini elevati e generando valore.

Un’azienda che supera il mercato

Guardando alle performance a lungo termine, AMP ha sovraperformato sia l’indice S&P 500 che i principali ETF di settore come VOO (Vanguard 500) e XLF (SPDR Financial ETF). Negli ultimi 10 anni, un investimento di $10.000 in AMP si sarebbe trasformato in $45.500, per un rendimento totale del 355%.

A contribuire a questo risultato c’è anche la politica di ritorno del capitale agli azionisti: nel 2024, l’azienda ha riacquistato azioni proprie per un valore di 2,2 miliardi di dollari e ha distribuito 600 milioni in dividendi. Il buyback riduce la quantità di azioni in circolazione, migliorando la redditività per azione e sostenendo il prezzo del titolo.

Un confronto che parla da sé

Rispetto ai principali competitor, AMP si distingue chiaramente. Il rendimento totale a cinque anni è del 373,6%, con un ROE del 68,3%, nettamente superiore a società come Charles Schwab, State Street e Bank of New York Mellon. Anche rispetto a colossi come JPMorgan, Goldman Sachs o Morgan Stanley, AMP mantiene un vantaggio strutturale, grazie a un focus più mirato e a una diversa composizione del business.

Ottime prospettive per il 2025

Guardando avanti, AMP si presenta al 2025 con forte slancio. L’incremento degli AUM continuerà a generare ricavi ricorrenti, mentre la rete dei consulenti potrà cogliere le opportunità legate a nuovi scenari normativi – come le possibili riforme fiscali – che spingeranno molti clienti a cercare supporto professionale.

Con l’inflazione in calo (CPI al 2,8% a marzo) e le prospettive di tagli dei tassi d’interesse, si prevede un miglioramento del clima economico generale. Questo potrebbe dare ulteriore impulso ai mercati finanziari e al valore degli asset gestiti da AMP.

Rischi da monitorare

Naturalmente, non mancano i rischi. Le incertezze legate alle guerre commerciali, alla geopolitica e ai timori di una recessione potrebbero rallentare il flusso di nuovi investimenti, riducendo temporaneamente il valore degli AUM e, quindi, le commissioni.

Conclusione

In sintesi, AMP si conferma un titolo di qualità per chi punta su strategie “buy and hold” di lungo termine. Il suo modello di business è collaudato e vincente, con performance superiori al mercato, un’ottima redditività e una lunga storia di crescita dei dividendi.

Il 2024 ha dimostrato che Ameriprise Financial è capace di navigare anche contesti complessi, continuando a generare valore. E con le prospettive positive per il 2025, il titolo offre un’opportunità interessante per investitori pazienti e orientati alla crescita.

venerdì 14 febbraio 2025

Robinhood (HOOD), sembrava una presa in giro ed invece è diventata un'azienda di tutto rispetto

Fino a poco tempo fa, ero convinto che Robinhood Markets (NASDAQ: HOOD) fosse solo un titolo meme, un'azione gonfiata dall'entusiasmo dei piccoli investitori e destinata a perdere slancio. Mi sbagliavo.

Non fraintendermi, lo considero ancora un titolo meme, ma ho capito che questo non è necessariamente un aspetto negativo. Al contrario, Robinhood sta guadagnando rapidamente terreno tra i giovani investitori e vedo questa tendenza proseguire nel tempo. Se dovessi trovare un paragone, direi che Robinhood è per il settore del trading ciò che TikTok è stato per i social media: un fenomeno che non dipende solo dalla tecnologia, ma dalla connessione diretta con il suo pubblico. Il titolo non è economico in questo momento, ma considerando il suo potenziale di crescita a lungo termine, ho deciso di cambiare radicalmente prospettiva. Passo dal mio precedente rating di vendita a un deciso "acquisto".


L'incredibile corsa del titolo HOOD

L'ultima volta che ho parlato di Robinhood, a dicembre, ero scettico. Il titolo mi sembrava sopravvalutato in un mercato tecnologico già surriscaldato. Poi è successo qualcosa di sorprendente: il valore delle azioni è aumentato del 60%.

Non nego che aumentare il rating di un’azione dopo un rally del genere possa sembrare azzardato, ma il fatto è che Robinhood è riuscita a superare i problemi di reputazione del passato e ha imboccato una strada chiara per conquistare una fetta sempre più grande di mercato.

Cosa sta facendo la differenza?

Robinhood ha lavorato instancabilmente per introdurre nuovi prodotti e servizi, incluso il controverso settore delle scommesse elettorali. Inizialmente pensavo che i suoi concorrenti potessero facilmente copiarne le innovazioni, ma mi sbagliavo anche su questo. Il punto è che molte aziende tradizionali non vogliono ridurre i propri margini per offrire un'esperienza migliore ai clienti, mentre Robinhood lo sta facendo senza paura. Questo vantaggio strategico si sta trasformando in una solida barriera all’ingresso per chiunque voglia competere.

Uno dei pilastri della crescita dell’azienda è il programma di abbonamento Robinhood Gold, che sta registrando una crescita esponenziale. Il numero di iscritti è aumentato dell’86% e mi aspetto che questo trend continui, trasformando il modello di business della società in qualcosa di simile a quello di Costco, dove un abbonamento fidelizza i clienti e li spinge a usare sempre di più la piattaforma.

Risultati finanziari impressionanti

Il fatturato è cresciuto di 115% su base annua, superando la soglia del miliardo di dollari. La spinta principale è arrivata dal trading di criptovalute, che continua a generare ricavi a un ritmo che non avevo previsto. Nonostante le preoccupazioni sui tassi di interesse e il confronto con l'anno precedente, Robinhood ha mantenuto un'incredibile forza trainante nelle transazioni.

Nel frattempo, la gestione aziendale si sta dimostrando prudente nei costi, prevedendo una crescita delle spese operative di appena il 10% nel 2025. Considerando il livello di innovazione e le nuove funzionalità in arrivo, questo è un valore sorprendentemente contenuto.

Un altro punto chiave è la redditività: il profitto netto GAAP ha raggiunto i 916 milioni di dollari, anche se in parte grazie a benefici fiscali. Anche senza questi vantaggi, Robinhood ha comunque registrato 492 milioni di dollari di utile netto, con un margine del 48,5%, il più alto tra i suoi concorrenti. Questo suggerisce che non siamo di fronte a una semplice bolla speculativa, ma a un'azienda che ha trovato il modo di monetizzare con grande efficienza.


Liquidità e visione per il futuro

Robinhood ha chiuso il trimestre con 5,1 miliardi di dollari in cassa e zero debiti. Questo è un dato incredibile, che offre alla società una flessibilità senza pari. Il management è ottimista e prevede un altro anno di crescita a doppia cifra, trainato da nuovi prodotti, aumento delle quote di mercato ed espansione in mercati internazionali.

Mi ha colpito una frase chiave del CEO: "Siamo uno dei pochi player con scala sia nel settore finanziario tradizionale che nelle criptovalute". Le grandi banche, con la loro burocrazia, non riescono (o non vogliono) investire seriamente nelle criptovalute per timore delle regolamentazioni. Questo lascia campo libero a Robinhood per affermarsi come leader del settore.

È il momento giusto per comprare?

Dopo il rally recente, il titolo viene scambiato a circa 16 volte il fatturato atteso per quest’anno. Gli analisti prevedono una crescita del 19%, seguita da un rallentamento. Ma io vedo le cose diversamente: credo che Robinhood abbia venti favorevoli a lungo termine e che le nuove generazioni preferiranno piattaforme snelle e intuitive come la sua, piuttosto che i vecchi modelli delle banche tradizionali.

Credo che Robinhood possa raggiungere margini netti del 30-35% nel lungo termine. Se ciò accadrà, l’attuale valutazione di mercato (45-53 volte gli utili a lungo termine) potrebbe rivelarsi un’occasione. Stimo un fair value tra 20x e 40x gli utili, il che significa che il titolo è ancora vicino a una valutazione interessante.

I rischi da considerare

Ci sono tre grandi rischi:

  1. Valutazione elevata: il titolo ha già corso molto e potrebbe subire correzioni nel breve termine.

  2. Ciclo di mercato: se siamo alla fine di un mercato rialzista prolungato, Robinhood potrebbe affrontare forti oscillazioni di prezzo.

  3. Danno reputazionale: un altro scandalo come quello del caso GameStop potrebbe minare la fiducia degli investitori.

Conclusione: perché HOOD è un acquisto

Robinhood mi ha sorpreso. Ho sottovalutato la sua capacità di reinventarsi e guadagnare quote di mercato in modo aggressivo. Il titolo non è a buon mercato, ma ha tutte le caratteristiche di una società destinata a dominare nel suo settore. Con una liquidità solida, una strategia chiara e una base di utenti fedeli in continua espansione, HOOD rappresenta un'opportunità unica per chi cerca crescita a lungo termine.

Sto raddoppiando il mio giudizio e passando a un deciso BUY. Credo che chiunque voglia investire in un’azienda con un forte potenziale di crescita debba considerare Robinhood seriamente.