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mercoledì 2 ottobre 2019

Non mi spaventa una correzione del mercato azionario, ma l’interruzione del credito

Il mercato obbligazionario è iper-gonfiato, direi che su questo siamo quasi tutti d’accordo. Può far saltare tutto?
E’ un argomento di cui si parla dall'inizio dell’anno, significa che i timori di una recessione sono penetrati a fondo nelle paure collettive.
Ha senso. I titoli di giornali che alimentano la paura della recessione stanno spuntando ovunque. Non puoi sfuggire al dramma. Non si parla solo di un calo economico in America, assolutamente, qui si parla della fine del mondo economico.
Curva di rendimento invertita. Ho sentito tante di quelle volte questa frase che ormai ho la nausea. Persone a cui non importava, che non si sono mai preoccupate di questo e che non sanno di cosa si tratta, che non capiscono nemmeno veramente cos’è un rendimento obbligazionario e che non vogliono saperlo – persone perfettamente sane che hanno altre cose di cui occuparsi – improvvisamente si preoccupano della curva dei rendimenti invertita?
La curva preoccupa, quindi ci preoccupa e la preoccupazione diventa panico e allora vendiamo e i media vedono i nostri movimenti, e cosa fanno? Dato che le persone vendono vuol dire che c’è qualcosa sotto, e fanno articoli ancora più preoccupanti. Non aggiungo altro a questo infinito gioco perverso.
In un sondaggio pubblicato questa settimana dalla National Association of Realtors, il 36% degli acquirenti di case, quindi le persone che stanno attivamente cercando di acquistare una casa, ha dichiarato di aspettarsi una recessione a partire dal prossimo anno, in aumento dal 30% rispetto ad alcuni mesi fa.
Negli ultimi 50 anni, gli Stati Uniti hanno subito sette recessioni. Sono una parte essenziale del ciclo economico. Puliscono gli eccessi, si liberano delle compagnie zombi e del debito a spese degli investitori. I tribunali fallimentari sono impegnati e gli avvocati fallimentari brindano.
grafico-come si inverte la curva dei rendimenti

E dopo che tutto è stato detto e fatto, l’economia ha un nuovo inizio.

Ho studiato tutte e sette le recessioni, erano eventi del ciclo economico più o meno normali. Alcuni erano basse e poco profonde, terminate ancor prima che ti accorgessi di loro. Altre sono durate più a lungo e sono state profonde, ma alla fine i mercati hanno sempre rialzato la testa.
Ma per la maggior parte delle persone, sei di queste sette recessioni non sono state un grosso problema, a meno che tu non abbia perso il lavoro o la casa.
Ora, quando pensiamo a una recessione imminente, quella cosa pende minacciosamente sui nostri pensieri. Al giorno d’oggi abbiamo difficoltà ad immaginare ad una recessione senza pensare alla crisi finanziaria. Abbiamo sempre il timore che sarà peggiore di quella precedente.
In questo momento siamo di fronte ad una enorme bolla del mercato del credito che include obbligazioni e prestiti in tutto il mondo. I prezzi delle obbligazioni sono stati gonfiati a livelli così ridicoli che $ 17 trilioni (17 mila miliardi) di essi mostrano rendimenti negativi. L’intero concetto di rendimenti negativi è totalmente assurdo.
Quindi c’è una bolla completamente separata. Questo è composto da persone – persone che credono e che vanno in giro e vogliono far credere agli altri, che i rendimenti negativi siano una buona cosa, una sorta di manna dal cielo. Ma buono per chi? Ormai abbiamo dimostrato che i rendimenti negativi e persino i rendimenti bassi hanno rovinato l’economia reale per anni.
Per contro, il mercato azionario prevede crescita e gloria per sempre. Non c’è paura nel mercato azionario. I prezzi delle azioni continueranno a salire per sempre (sarcasmo).

Quindi, come possono questi due mercati vedere l’economia in modo così diverso? Non possono.

Quando le imprese e i consumatori iniziano a preoccuparsi di una recessione imminente, nella misura in cui prenderanno effettivamente decisioni basate sulle loro preoccupazioni, e ridurranno i loro piani di assunzione ed investimento, nonché i loro consumi, allora questa paura di una recessione imminente si trasformerà in realtà.
Ciò rende il mercato obbligazionario, e più in generale l’intero mercato del credito, molto più vulnerabile a un cambiamento. Un cambiamento di trend nel mercato del credito può diventare preoccupante, non solo per gli investitori, ma per l’economia reale.
Si potrebbe risolvere, se non fosse che le banche centrali farebbero cose folli per impedire al sistema finanziario di scendere per qualche mese e fare pulizia.
Questa sarebbe la situazione più preoccupante per me. Non una recessione “ordinaria”.



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martedì 19 novembre 2013

Le cinque ragioni per cui ci aspettiamo un ritracciamento dal mercato americano

Il mercato continua a creare massimi su massimi e lo S&P500 ha raggiunto il 26% da inizio anno. Ci aspettiamo che questa crescita non duri a lungo. Per varie ragioni, la prima ovviamente è che il mercato appare maturo per una correzione. Non una recessione, si badi bene, come gli amanti del mercato al ribasso dicono spesso, al massimo un 10%/15% di caduta degli indici, per consentire a Wall Street di mantenere il passo degli ultimi anni.



Il rally per molte azioni nel 2013 si è basato quasi interamente sul sentimento. E mentre l'ottimismo è importante nei mercati dei capitali, i prezzi delle azioni possono sfidare la forza di gravità fino a quando l'investitore si renderà conto che il valore delle azioni è ben più basso delle aspettative non realistiche. Di seguito discutiamo cinque aspetti che potrebbero portare gli indici americani ad una correzione in doppia cifra, probabilmente nei prossimi 5 mesi.

1) I fondi comuni tolgono denaro

I fondi comuni di investimento di natura azionaria hanno "aspirato" più soldi nel 2013 rispetto a qualsiasi altro anno dal 2004 - circa 76 miliardi dollari, contro i deflussi totali di 451.000 milioni dollari dal 2006 al 2012. Volendo essere fatalisti, il fatto che il "denaro muto" stia uscendo dal mercato è l'ultimo segno toro. Certo il ritorno degli piccoli investitori potrebbero fornire una maggiore pressione di acquisto al mercato e spingere gli indici a livelli record nel 2014, ma una volta che la gente inizia a comprare azioni in massa, semplicemente perché i titoli stanno salendo, suona come se il mercato sia bello saturo.

2) Sell off di massa

Anche se è difficile da analizzare, l'ingenuo ottimismo è importante per capire il valore di scetticismo dei grandi investitori. Si consideri un sondaggio settimanale sul sentiment dell'American Association of Individual Investors, il quale mostrò la più grande adesione sulla crescita azionaria nell'aprile 2011 - pochi mesi prima di una correzione di circa il 18% del mercato. Come dice un vecchio proverbio, essere avidi quando gli investitori hanno paura e molto timorosi quando gli altri sono avidi.

3) I Price-to-earnings sono troppo elevati

Si consideri che tradizionalmente i titoli difensivi mostrano P/E molto più alti rispetto ai loro livelli storici. Consideriamo che nel 1997, il P/E dei settori difensivi è stato fino al 40% al di sotto del P/E massimo del mercato, ma nel 2013, i dividendi difensivi sono negoziati al di sopra del 20% grazie a una frenesia di acquisti che aiutano la salita.

La mancanza di attività fruttifere significa una spinta verso azioni che offrono dividendi stabile, questo ha un senso. Ma pensate che un titolo difensivo come Colgate-Palmolive (CL) dovrebbe realmente mantenere un P/E di 22 volte gli utili per sempre ? Non credo proprio.

4) I record non sempre sono segno di crescita

Il Dow Jones ha realizzato il suo 37esimo record Giovedì scorso - e come al solito, i media finanziari era ben felici di avvisare gli investitori di tale circostanza. Ma vale la pena notare che i livelli record nel 2007 furono ben 34, dopo di che ci fu il famoso 2008.

I record da soli non sono segni di un mercato toro, naturalmente. Dopo tutto, nel 1995, il mercato fece ben 69 nuovi massimi - una quantità di massimi record - e continuò fino a quando non ci fu il crollo delle dot-com.

Ma i massimi del 2013 sono diversi. Si consideri che, nel 1995, il tasso di disoccupazione era mediamente del 5% a fronte di un picco di oltre l'8,2% nel 1992. Considerate anche che non vi fu un solo anno nel 1990 con un tasso di crescita del PIL inferiore al 4%. Il mercato toro azionario è stato grande, ma fu parte di un periodo di potenza economica nel decennale americano.

Questo non fu il caso nel 2007, anno che mostrò varie crepe nella crescita. E di certo non è il caso di questo periodo, con una persistente alta disoccupazione e una crescita anemica dell'economia.

5) La mania delle IPO

La raffica di titoli e di emissione di obbligazioni è forse il più grande segno di pericolo per tutti. Mentre è cosa buona e giusta per la start-up per sfruttare i mercati di capitali, non credo sia un segno di buona imprenditorialità. In pratica si tratta di essere pagati prima che la musica si fermi.

Finora quest'anno, ci sono stati 51 miliardi dollari che hanno aiutato IPO statunitensi a crescere, secondo Dealogic. Questo è il più grande riscontro dall'era delle dot-com, in cui 63 miliardi di dollari furono immessi nel mercato nel 2000, poco prima della famosa bolla tecnologia.

E' cosa buona e giusta per gli imprenditori, accedono a fondi nel tentativo di far crescere il loro business. E forse è solo una coincidenza che le aziende come Twitter e Voxeljet fanno a gara per entrare a Wall Street in questo periodo. Proprio come l'acquisto di questi titoli, che si aspettano di volare verso alto sia il segno di una bolla IPO, e la cosa più grave è che i mercati non agiscono più razionalmente. Ma se vogliamo dirla tutta, poche volte l'hanno fatto.

sabato 8 giugno 2013

Tasso di disoccupazione in America, quando finirà il Quantitative Easing (QE) 3 ?



Mentre il tasso di disoccupazione tende ad abbassarsi avvicinandosi all'obiettivo della Federal Reserve del 6,5%, continua a suscitare la paura sul fatto che la stessa FED terminerà l'acquisto di Bond mensili americani, piano denominato QE, prima del previsto. Venerdì questa paura è diminuita leggermente perché il tasso di disoccupazione è salito al 7,6%, leggermente superiore al previsto.

Questo rialzo ha dato spinta ai mercati a causa del calo dei timori che il piano QE stia per finire. Tutto questo sembra piuttosto paradossale, il rally di mercato su un aumento della disoccupazione ? Le possiamo classificare come le tipiche reazioni di mercato che seguono strettamente le azioni della Fed. Fortunatamente (speriamo) per gli investitori, siamo convinti che il tasso di disoccupazione si sia solo assestato e avrà il tempo necessario per abbassarsi in futuro.

Diamo una sguardo al tasso di disoccupazione

La percentuale di disoccupazione che ci segnalano le agenzie, non ci trasmette in modo corretto il vero numero di disoccupati negli Stati Uniti, ovviamente quella percentuale non è altro che una stima per farci capire a livello macro come sta la salute economica di un determinato paese. Cerchiamo di capire meglio come viene calcolato il tasso di disoccupazione. Cominciamo con una premessa, la disoccupazione si basa su 6 livelli che vanno da U1 a U6. Vediamo questi livelli come vengono definiti :
U1: Percentuale della forza lavoro disoccupata da 15 settimane o più a lungo.
U2: Percentuale della forza lavoro che ha perso il lavoro o ha completato un lavoro temporaneo.
U3: Tasso di disoccupazione ufficiale (dal 1994, prima era l'U5) che definisce le persone che sono senza lavoro e che hanno attivamente cercato lavoro nelle ultime quattro settimane.
U4: Coloro che hanno smesso di cercare lavoro perché le condizioni economiche attuali fanno credere che nessun lavoro sia disponibile.
U5: Coloro che vorrebbero e sono in grado di lavorare, ma non hanno cercato un lavoro di recente.
U6: Lavoratori part-time che desiderano lavorare a tempo pieno ma non possono a causa di ragioni economiche (sottoccupazione).
Come possiamo notare da queste righe, il tasso di disoccupazione che ci viene mostrato, l'U3, è riferito a coloro che cercano lavoro da 4 settimane, non è proprio un indicatore preciso, non vengono tenute conto tutte quelle persone che non stanno cercando, che lavorano in nero o che semplicemente non credono nel futuro del lavoro in America.

Il grafico mostra un calcolo della disoccupazione leggermente più reale, in primo luogo include i lavoratori scoraggiati, quelle persone che sono disoccupati da molto tempo e hanno semplicemente rinunciato a cercare un lavoro. Un'altra categoria che abbiamo inserito sono le persone che non hanno un lavoro e lo stanno cercando ma non in modo attivo. Hanno solo dato uno sguardo qualche volta negli ultimi 12 mesi. Infine abbiamo inserito le persone che lavorano part-time per motivi economici. Queste persone vorrebbero lavorare a tempo pieno ma riescono solo a trovare un lavoro part-time. Se mettiamo insieme tutti questi dati, il risultato è una percentuale ovviamente ben peggiore di quella reale, il 13,8%.





Perché tutto questo è importante ?

Se semplicemente guardiamo il tasso di disoccupazione (U3) si dovrebbe prevedere che, se sono stati creati un certo numero di posti di lavoro, il tasso di disoccupazione si dovrebbe ridurre di una certa cifra. Tuttavia, inserendo le altre categorie, queste quasi fungono da resistenza al tasso di disoccupazione perché molte di queste persone si uniranno alla forza lavoro, con il miglioramento dell'economia, in particolare la categoria di persone che lavorano part-time.

Se si confronta l'U6 con il tasso di disoccupazione nel 2007 la differenza è di solo circa il 3%, attualmente la differenza di queste misure è di circa il 6,5%. Ciò suggerisce che questo gruppo di persone è molto più grande di quello storico e può assorbire più posti di lavoro rispetto al passato.

Ma allora il QE quando finirà ?

Qualora dovessimo seguire le indicazioni precedenti date dalla Fed essi non dovrebbero modificare la loro politica monetaria almeno per un altro anno. E' inoltre evidente come alcune colombe del board abbiano cercato di sottolineare come una riduzione del tasso di disoccupazione non corrisponda ad un reale miglioramento del mercato del lavoro.

Tuttavia qualora il tasso di disoccupazione dovesse mostrare un nuovo calo questa tattica non funzionerà a lungo. I falchi del Fomc si auspicano viceversa che il processo di riduzione del Qe inizi il prima possibile. Bernake è decisamente stanco delle reazioni nervose dei mercati a cui stiamo assistendo nelle ultime settimane, il suo augurio è quello di registrare un positivissimo dato per il mese di maggio (250k unità e un tasso di disoccupazione in ulteriore calo) circostanza che porterebbe il Fomc ad agire già dal mese di Giugno.

Le informazioni e i dati sono ritenuti accurati, ma non ci sono garanzie. Domino Solutions non è un consulente d'investimento e non offre consigli specifici di investimento. Le informazioni qui contenute sono solo a scopo informativo

giovedì 9 maggio 2013

Siamo di fronte ad una crescita secolare o una bolla enorme ?

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Il tema principale degli economisti in questo periodo è se ci troviamo di fronte ad una crescita secolare oppure ad una bolla speculativa che spazzerà via i guadagni in breve tempo. Navigo spesso in siti internet e leggo giornali, l'80% delle conclusioni a cui arrivano gli analisti è che bisogna vendere tutto subito, quasi fossimo di fronte ad uno scenario catastrofico per la borsa. Le azioni americane hanno performato parecchio nelle ultime settimane chiudendo gli indici ai record di sempre e regalandoci un Aprile all'insegna del Toro.

Si è discusso molto sulla rotazione settoriale quando un mercato è ai massimi. La rotazione in atto è sinonimo che il mercato sia pronto a decollare per nuovi massimi mai visti ?

Nessuno di noi ha la sfera di cristallo e di fronte ad ogni macro correzione ci sono analisti che ci prendono e altri che sbagliano e la volta successiva la giostra ricomincia. Ho trovato questo grafico navigando in rete e credo sia un ottimo esempio del comportamento del mercato americano durante i periodi di transizione verso i massimi come quello che stiamo viviendo ora.

Movimento secolare del Dow Jones negli ultimi 100 anni

La nostra convinzione è che l'America rientri in un periodo di crescita, il mercato azionario rimane, nel lungo periodo sempre un buon investimento. Dalla nostra parte ci sono anche guru come Warren Buffett che i quali preferiscono, fino a questo momento, le azioni alle obbligazioni, tanto più che lo stesso Buffett ritiene le obbligazioni più rischiose alla luce di un eventuale aumento dei tassi di interesse.

Il grafico mostrato prima, inoltre, mostra proprio che ad ogni periodo laterale vicino ai massimi, come in questo momento, si parte con un periodo crescente secolare che può durare anche decenni.

In un’intervista alla Cnbc, l’oracolo di Omaha ha messo in evidenza che, per quanto non a buon mercato se paragonato a qualche anno fa, l’azionario resta un investimento attraente e non eccessivamente caro. Buffett aggiunge anche che il mercato obbligazionario rappresenta, in questo momento, una scelta sbagliata, in quanto i prezzi sono gonfiati artificialmente dalla politica espansiva della Fed. Meglio dunque, secondo uno dei più ascoltati guru di Wall Street, starne alla larga.

Inoltre, le valutazioni a lungo termine appaiono convincenti. Abbiamo sempre considerato la capitalizzazione di mercato in rapporto al PIL come punto di partenza per una valutazione del mercato azionario. Il grafico qui sotto mostra questa metrica, nei momenti di caudta del PIL segnano dei ribassi pesanti per poi segnare dei rialzi lunghi.



Un analista molto apprezzato nel panorama economico, Ray Dalio, è convinto che ci sarà una crescita decennale basandosi sul suo modello "beautiful deleveraging". Dalio crede che gli Stati Uniti abbiano subito una "beautiful deleveraging", un processo a seguito della crisi finanziaria del 2008. Mentre gli Stati Uniti hanno unito una giusta ristrutturazione del debito, immissione di liquidità e quantità di austerity, l'Europa si è impantanata con i salvataggi delle aree periferiche condannandosi ad un decennio di bassa crescita come il Giappone anni fa.

Se la teoria di Dalio è corretta, allora stiamo osservando una rotazione difensiva dei settori ciclici, segno inequivocabile di un nuovo inizio di un periodo secolare di crescita.

Non tutti i segnali però sono positivi, per dover di cronaca va sottolineato il problema più grande che l'America in questo momento sta vivendo, che non è il deficit, come molti potrebbero pensare, ma è il problema demografico. L'America sta invecchiando troppo velocemente e molti baby boomers degli anni 80 stanno entrando in pensione creando un gap generazione che difficilmente nei prossimi decenni si risolverà. Questi pensionati, non saranno investitori e non saranno lavoratori, aiuteranno vari settori, come quelli sanitari, ma abbassarenno il livello di consumismo che tanto bene ha fatto all'America dal dopo guerra.

Le prospettive intermedio termine

Le nostre analisi si sono rivolte nel cercare di capire il prossimo passo del mercato nei prossimi decenni, ma se ragionassimo nel breve periodo ? Il Surprise Index Citigroup è rivolto verso il basso, sia negli Stati Uniti sia nel mondo.
Siamo d'accordo con il blogger MicroFundy quando ha sottolineato le divergenze tra il quadro macro e le azioni degli Stati Uniti:
Penso che ci stiamo avviciando molto ad un importante punto di svolta. Sembra che tutti i dati macroeconomici indichino la stessa cosa. Vi è una estremamente elevata correlazione tra tutti i dati e gli indicatori. I dati, come i rendimenti del Tesoro a diecni anni, il PMI manifatturiero, gli ordini di beni durevoli, i prezzi del rame, i mercati azionari internazionali, le aspettativa di inflazione, i livelli di margine ecc - stanno tutti dicendo che l'economia degli Stati Uniti, e del mondo, sta rallentando, e che i rischi di deflazione / contrazione / recessione sono in crescita.
L'unica cosa che diverge da questi modelli in tutti i grafici che sono i mercati azionari degli Stati Uniti.



In conclusione quindi, ci sono due scenari estremi che potrebbero "correggere" la divergenza di cui sopra, anche se credo che sarà una combinazione dei due.
1 - Abbiamo potuto vedere una correzione del 15-20% dei mercati azionari degli Stati Uniti. Questo indicherebbe che il valore dei mercati è più vicino al "fair value" sulla base della maggior parte dei recenti dati economici.

2 - I dati economici possono sorprenderci. Se sia stato per l'aumento delle imposte sui salari, sequester o qualche altro evento stagionale i dati economici sapranno "recuperare", e questo avverrà solo nell'azionario statunitense.
Se questi scenari dovessero combinarsi nei prossimi mesi ci potrebbe essere una buona correzione del 10% combinato con un rialzo in alcuni dei dati macro.

Il sistema valutario e i mrcati emergenti

Siamo quindi positivi sul dollaro – sovrappeso nel fondo – in quanto sembra fortemente sottovalutato date le prospettive di una ripresa ancora più forte nell’economia USA rispetto a quanto visto. Per contro, siamo negativi su yen e sterlina.

Il debito dei mercati emergenti preoccupa per ragioni di valutazione tecnica e per i fondamentali. Gran parte del debito emergente è in mano a stranieri, e questo è potenzialmente un rischio qualora ci sia un’interruzione di questi flussi di capitali. Un aumento dei rendimenti dei Treasury USA e un dollaro forte potrebbero fare da catalizzatore per una simile inversione dei flussi. Inoltre, le valutazioni di molti mercati emergenti non tengono in considerazione i rischi sistemici di questi Paesi e quindi crediamo che gli attuali spread non siano sufficientemente interessanti.

Non bisogna poi dimenticare la Cina: la preoccupazione qui è che il mercato si aspetti tassi di crescita troppo alti poiché il suo modello di crescita trainato dagli investimenti è stato finanziato da un’enorme bolla del credito. A nostro avviso questa è una crescita insostenibile, e una crescita economica inferiore della Cina avrà conseguenze negative per altri mercati emergenti che sono esportatori del Paese, ad esempio il Brasile ma daranno maggiore credito all'America che si sta preparando a diventare il primo esportatore di petrolio e materie prime al mondo.

Le informazioni e i dati sono ritenuti accurati, ma non ci sono garanzie. Domino Solutions non è un consulente d'investimento e non offre consigli specifici di investimento. Le informazioni qui contenute sono solo a scopo informativo

venerdì 7 dicembre 2012

Fiscal Cliff: tutto quello che bisogna sapere

One Million Dollar Portfolio dal 2010 ad oggi +90.00%
Stock Win Usa Portfolio dal 2010 ad oggi +124.30
Europa Vincente Portfolio dall'inizio del 2012 +29.41%
ETF migliori dal 10 ottobre 2012 +8.90%
Gemme nascoste nel 2012 +237.32%
Visione del nostro portafoglio One Million Dollar + 90%
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In questi giorni è impossibile accendere il televisore, alzare il volume della radio o navigare in Internet senza sentire qualcosa riguardo il "Fiscal Cliff". Dopo tutto, se Capitol Hill non riuscirà a riconciliare le loro differenze entro il 1° gennaio, gli aumenti fiscali e i tagli potrebbero portare gli Stati Uniti in una recessione nel prossimo 2013.

Quindi non c'è dubbio che la scadenza imminente pesa sul mercato in questo momento e non aiuta il fatto che media come Fox News e CNBC stanno dedicando molto del loro tempo di trasmissione per dire a tutti di tenersi fuori dal mercato. Abbiamo buone ragioni per credere che la vendita è una delle peggiori cose che si possono fare in questo momento, così nel post di oggi abbiamo intenzione di farvi conoscere tutto quello che dovete sapere sul Fiscal Cliff in qualità di investitore.

Cosa succede se il Congresso non dovesse trovare un accordo ?

Se arriviamo al primo gennaio e il Congresso non ha trovato un accordo con la Casa Bianca, le tasse federali aumentereranno automaticamente di 500 miliardi dollari e 200 miliardi saranno i tagli della spesa federale. Gli economisti si aspettano che questo possa sottrarre circa un 4% alla crescita economica.

Quanto è probabile che si trovi un accordo ?

Considerando che c'è un offerta sul tavolo che predilige i tagli piuttosto che l'aumento delle tasse, il Congresso è probabilmente propenso a chiudere il discorso prima della scadenza. Più di otto americani su 10 sono sono d'accordo che sia estremamente importante per il Congresso e il Presidente raggiungere un accordo, non farlo sarebbe un serio impatto sull'opinione pubbliche di Washington. Inoltre, dubitiamo seriamente che il Congresso voglia lavorare durante le vacanze, quindi crediamo che un accordo sarà elaborato prima della vigilia di Natale.

Dovremmo prendere i profitti mentre i capital gain sono buoni ?

Secondo noi è contro producente chiudere il vostro intero portafoglio in questo momento. Il mercato azionario produce oggi più che le banche con l'indice S & P 500 che viaggia ad una media del 2,2%.

Se ti senti nervoso per il Fiscal Cliff, riteniamo che un buon modo per gestire la situazione è quello di tagliare i titoli che hanno performato molto. Siamo sempre contrari alle prese di profitto quando non ci sono segnali negativi, però, data la situazione è meglio concentrarsi sui titoli che sono ancora sottoperformati e usufruire di un pullback per comprare titoli interessanti a prezzi vantaggiosi.

Ci dobbiamo aspettare un aumento del capital gain sui dividendi l'anno prossimo?

Nella peggiore delle ipotesi, ci dobbiamo aspettare una tassa del 43,4% sui dividendi. Nel migliore dei casi, ci troveremmo di fronte a un tax rate del 23,8%. In questo momento, naturalmente, siamo ad un tasso d'imposta del 15% per i dividendi. Per chiarire, questo è ciò che è proposto a livello federale, le imposte statali ovviamente possono variare. La conseguenza di questi aumenti potrebbe portare ad un cambiamento di analisi su certi tipi di settori.

Un aumento delle tasse non è mai un buon segnale e ben accettato. L'unico suggerimento che possiamo darvi è di mantenere portafogli con capital gain differenti per equilibrare.

Abbiamo discusso capital gain di titoli americani posseduti da americani, per cittadini non americani verrà fatto il calcolo in base al paese di appartanenza e al broker.

Quando ci sarà la svolta del mercato azionario ?

E' vero che il consolidamento post-elettorale era inaspettato, perché un sacco di investitori puntavano sulla vittoria di Romney. Crediamo che siamo ancora in una fase di assestamento dalle elezioni presidenziali e con le preoccupazioni che circondano riguardo il Fiscal Cliff.

Ci aspettiamo che queste preoccupazioni si dissipino col tempo. L'ultima volta che abbiamo visto una grande prova di forza tra la Camera dei rappresentanti e il presidente Obama, la Casa Bianca ha vinto. Questa volta, il presidente Obama ha un più influenza politica a Washington, ma ha detto che vuole estendere i tagli fiscali di Bush al 98% della popolazione. E' previsto che i tagli alla spesa avranno un vantaggio sulla crescita del PIL, ma solo il tempo ci dirà di quanto.

Pensiamo che ci sarà una svolta nel breve periodo. Per coloro che sono preoccupati per la spesa pubblica, dobbiamo ricordare che il Congresso controlla quella parte del governo, e una Casa Repubblicana non mancherà di tenere la spesa puntata verso il basso. Sarà interessante vedere quali sono le priorità nazionali, ma crediamo che il Congresso si adopererà per mediare un accordo prima delle vacanze.

Per dubbi o richieste di informazioni visitate il nostro sito www.dominosolutions.it o scrivete a info@dominosolutions.it

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sabato 10 novembre 2012

I punti che Obama deve seguire per rendere di nuovo grande l'America


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IL 71% DELLE POSIZIONI
CHIUSE IN GUADAGNO
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One Million Dollar Portfolio dal 2010 ad oggi +88.30%
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ETF migliori dal 10 ottobre 2012 +4.40%
Visione del nostro portafoglio One Million Dollar + 95% dal 2010 Alert acquisto/vendita quando viene modificato il portafoglio One Million Dollar
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Archiviate le elezioni e tutte le polemiche velenose che si sono trascinate per quasi due anni, è arrivato il momento di rimboccarsi le maniche e affrontare le vere sfide che aspettano il riconfermato Presidente degli Stati Uniti, sfide concrete, problemi che sono soprattutto economici. Sicuramente l'economia che si ritrova il presidente Barack Obama in questo secondo mandato sembra nulla al confronto del caos che ha ereditato quattro anni fa, ma al suo ritorno alla Casa Bianca lo attendono sfide a cui dovrà metter mano se vorrà, come ha promesso in tutto il paese, rilanciare la crescita della sua amata America.

La cosa più importante, è che queste sfide vengano risolte, ma sopratutto gestite il più velocemente possibile, solo cosi il paese riuscirà a risplendere economicamente, oggi non è più florida a causa degli attacchi esterni, delle polemiche interne e del doppio problema del disavanzo e del debito che vedono all'orizzonte l'avanzare del fiscal Cliff, il meccanismo che prevede tagli sia della spesa pubblica che l'aumento indiscriminato di tasse, che rallenterebbe notevolmente la crescita del paese.

Riuscirà il Presidente a trovare un compromesso con il Congresso, dove la maggioranza sarà nuovamente repubblicana?

Purtroppo abbiamo già assistito al tira e molla in Parlamento sull'argomento tasse e tagli e il risultato è stato solo una perdita di tempo. Obama e il presidente repubblicano della Camera, John Boehner dell'Ohio, sono arrivati molto vicini ad un accordo sul debito e sulla riduzione del disavanzo durante i colloqui di un anno fa, il che fornisce un potenziale quadro di riferimento per un accordo che permetterebbe di fornire più certezze a lungo termine delle finanze degli Stati Uniti. Sappiamo che la ricetta di Obama prevede tagli alla spesa sociale e un aumento delle tasse per i redditi più elevati, il tutto spalmato in dieci anni, limitando cosi l'impatto. Un altro impegno che Obama ha preso è la riforma fiscale delle aziende che apre la possibilità ad un'aliquota di imposta più bassa per le imprese a costo di perdere le lucrose detrazioni fiscali. La maggior parte degli economisti sostengono che questo compromesso potrebbe migliorare a lungo termine la crescita economica.

Ci sono motivi di ottimismo e di preoccupazione per l'economia, il paese sta crescendo ad un tasso annuo del 2 per cento. Sono stati aperti nuovi impianti di estrazione di petrolio e gas negli stati del North Dakota e Pennsylvania, rendendo gli Stati Uniti più attraenti per una serie di nuovi investimenti industriali, eppure, dopo oltre tre anni dalla fine della recessione, il totale della capacità produttiva economica rimane al di sotto del picco avuto ad aprile 2009 e non è superiore a quello di aprile 2007.

Produttività industriale degli Stati Uniti nel 2011

Le imprese private nel mese scorso hanno aggiunto 184.000 nuovi lavoratori, però più di 5 milioni di americani sono stati disoccupati per sei mesi o più, numeri più alti rispetto a quando la recessione si è conclusa nel giugno del 2009. A rendere più piccante la situazione, una nota dell'agenzia di rating Fitch, in cui dichiara,
non riuscire a risolvere la questione del fiscal clif provocherebbe probabilmente un downgrade del Paese nel 2013 con una conseguente perdita della tripla A.
L'altro grande problema riguarda la crisi latente del debito sovrano che ha indebolito la forza commerciale in Europa. Dal G20 di Los Cabos in avanti l'Europa ha imboccato la strada della rifondazione e l'America sa che l'intreccio economico tra Usa-Ue rappresenta il 54% dell'output mondiale e il 40% del potere d'acquisto, la ricerca e sviluppo vale il 65% dell'R&S globale.

Questo dovrebbe far si che la nuova amministrazione dedichi cure ed attenzioni all'Europa, ricordandosi che la crisi è nata da loro e che solo dopo si è allargata anche da noi, crediamo che l'ideale sarebbe che intanto smettano di usarci come parafulmine.

Le altre sfide da affrontare saranno:

  • Ridurre le importazioni di energia, sviluppando i settori energetici ma facendo attenzione all'inquinamento passando quindi per la creazione di green jobs attraverso l’incentivo allo sviluppo di energie alternative e tecnologie amiche dell’ambiente.
  • Rendere l'istruzione accessibile a tutte le fasce della popolazione, gli investimenti in infrastrutture quali strade e scuole e realizzare la riforma dell'immigrazione per regolarizzare gli immigrati illegali al di sotto dei 30 anni che soddisfano determinati requisiti.
  • Per ultimo dovremmo vedere quali sono le sue intenzioni riguardo al programma sanitario, visto che ha smesso di parlarne da un po di tempo, che abbia cambiato idea? Ora che gli americani lo hanno rieletto, ha lui in mano la palla dei tre punti per entrare nella storia americana, come il presidente che ha tirato fuori l'America dalla crisi economica peggiore dopo il '29.

    Le informazioni e i dati sono ritenuti accurati, ma non ci sono garanzie. Domino Solutions non è un consulente d'investimento e non offre consigli specifici di investimento. Le informazioni qui contenute sono solo a scopo informativo
  • mercoledì 7 novembre 2012

    Perchè le azioni precipitano il giorno dopo la rielezione di Obama ?


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    La borsa americana ha aperto nettamente in calo oggi dopo la rielezione del presidente Obama. Nella mattinata, il Dow Jones Industrial Average è sceso più di 200 punti, ovvero del 1,7%. La prima reazione degli investitori è decisamente negativa per la sconfitta del più affarista Mitt Romney e la fase di stallo che continua al Congresso renderà difficile per i legislatori evitare una crisi politica di bilancio entro la fine dell'anno.

    Evitare il cosiddetto "fiscal cliff" che incomberà nel mese di dicembre, può essere più difficile di quello che gli investitori avevano temuto prima di sapere che Obama avesse vinto, questo perche il Congresso è nuovamente nelle mani dei repubblicani. La più grande paura è che la mancanza di un accordo fermi i mercati e faccia deragliare la ripresa economica.

    Una delle principali fonti di disaccordo nel dibattito fiscale è che Obama vuole aumentare i ricavi tassando i ricchi. Ma i repubblicani si oppongono con veemenza a tale approccio. Alcuni professionisti di Wall Street, tra cui Yardeni, crede che la vittoria di Obama si tradurrà in maggiori negoziati turbolenti. Il presidente Obama, nel suo discorso della scorsa notte, ha sottolineato la necessità di bipartitismo.
    Gli investitori guarderanno attentamente le dichiarazioni dei principali leader di entrambi i partiti politici nei negoziati sul fiscal cliff.

    Nei mercati esteri, gli investitori sembravano disposti ad approvare la vittoria di Obama, ma nel corso della giornata hanno invertito la marcia, alcuni analisti hanno accusato il drop-off in Europa e lo stato d'animo pessimista a New York dopo le osservazioni formulate dal presidente della Bce Mario Draghi sulle negative prospettive economiche per la zona euro, in particolare per l'economia della Germania.

    Solo quando un accordo sulla riforma fiscale, i diritti e la riduzione del deficit, sarà stato trovato, gli investitori otterranno il livello di chiarezza necessaria per fornire una scossa di fiducia ai mercati.