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giovedì 9 maggio 2013

Siamo di fronte ad una crescita secolare o una bolla enorme ?

One Million Dollar Portfolio dal 2010 ad oggi +102.93%
Stock Win Usa Portfolio dal 2010 ad oggi +154.01
Europa Vincente Portfolio dall'inizio del 2012 +38.67%
ETF migliori dal 10 ottobre 2012 +14.44%
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Il tema principale degli economisti in questo periodo è se ci troviamo di fronte ad una crescita secolare oppure ad una bolla speculativa che spazzerà via i guadagni in breve tempo. Navigo spesso in siti internet e leggo giornali, l'80% delle conclusioni a cui arrivano gli analisti è che bisogna vendere tutto subito, quasi fossimo di fronte ad uno scenario catastrofico per la borsa. Le azioni americane hanno performato parecchio nelle ultime settimane chiudendo gli indici ai record di sempre e regalandoci un Aprile all'insegna del Toro.

Si è discusso molto sulla rotazione settoriale quando un mercato è ai massimi. La rotazione in atto è sinonimo che il mercato sia pronto a decollare per nuovi massimi mai visti ?

Nessuno di noi ha la sfera di cristallo e di fronte ad ogni macro correzione ci sono analisti che ci prendono e altri che sbagliano e la volta successiva la giostra ricomincia. Ho trovato questo grafico navigando in rete e credo sia un ottimo esempio del comportamento del mercato americano durante i periodi di transizione verso i massimi come quello che stiamo viviendo ora.

Movimento secolare del Dow Jones negli ultimi 100 anni

La nostra convinzione è che l'America rientri in un periodo di crescita, il mercato azionario rimane, nel lungo periodo sempre un buon investimento. Dalla nostra parte ci sono anche guru come Warren Buffett che i quali preferiscono, fino a questo momento, le azioni alle obbligazioni, tanto più che lo stesso Buffett ritiene le obbligazioni più rischiose alla luce di un eventuale aumento dei tassi di interesse.

Il grafico mostrato prima, inoltre, mostra proprio che ad ogni periodo laterale vicino ai massimi, come in questo momento, si parte con un periodo crescente secolare che può durare anche decenni.

In un’intervista alla Cnbc, l’oracolo di Omaha ha messo in evidenza che, per quanto non a buon mercato se paragonato a qualche anno fa, l’azionario resta un investimento attraente e non eccessivamente caro. Buffett aggiunge anche che il mercato obbligazionario rappresenta, in questo momento, una scelta sbagliata, in quanto i prezzi sono gonfiati artificialmente dalla politica espansiva della Fed. Meglio dunque, secondo uno dei più ascoltati guru di Wall Street, starne alla larga.

Inoltre, le valutazioni a lungo termine appaiono convincenti. Abbiamo sempre considerato la capitalizzazione di mercato in rapporto al PIL come punto di partenza per una valutazione del mercato azionario. Il grafico qui sotto mostra questa metrica, nei momenti di caudta del PIL segnano dei ribassi pesanti per poi segnare dei rialzi lunghi.



Un analista molto apprezzato nel panorama economico, Ray Dalio, è convinto che ci sarà una crescita decennale basandosi sul suo modello "beautiful deleveraging". Dalio crede che gli Stati Uniti abbiano subito una "beautiful deleveraging", un processo a seguito della crisi finanziaria del 2008. Mentre gli Stati Uniti hanno unito una giusta ristrutturazione del debito, immissione di liquidità e quantità di austerity, l'Europa si è impantanata con i salvataggi delle aree periferiche condannandosi ad un decennio di bassa crescita come il Giappone anni fa.

Se la teoria di Dalio è corretta, allora stiamo osservando una rotazione difensiva dei settori ciclici, segno inequivocabile di un nuovo inizio di un periodo secolare di crescita.

Non tutti i segnali però sono positivi, per dover di cronaca va sottolineato il problema più grande che l'America in questo momento sta vivendo, che non è il deficit, come molti potrebbero pensare, ma è il problema demografico. L'America sta invecchiando troppo velocemente e molti baby boomers degli anni 80 stanno entrando in pensione creando un gap generazione che difficilmente nei prossimi decenni si risolverà. Questi pensionati, non saranno investitori e non saranno lavoratori, aiuteranno vari settori, come quelli sanitari, ma abbassarenno il livello di consumismo che tanto bene ha fatto all'America dal dopo guerra.

Le prospettive intermedio termine

Le nostre analisi si sono rivolte nel cercare di capire il prossimo passo del mercato nei prossimi decenni, ma se ragionassimo nel breve periodo ? Il Surprise Index Citigroup è rivolto verso il basso, sia negli Stati Uniti sia nel mondo.
Siamo d'accordo con il blogger MicroFundy quando ha sottolineato le divergenze tra il quadro macro e le azioni degli Stati Uniti:
Penso che ci stiamo avviciando molto ad un importante punto di svolta. Sembra che tutti i dati macroeconomici indichino la stessa cosa. Vi è una estremamente elevata correlazione tra tutti i dati e gli indicatori. I dati, come i rendimenti del Tesoro a diecni anni, il PMI manifatturiero, gli ordini di beni durevoli, i prezzi del rame, i mercati azionari internazionali, le aspettativa di inflazione, i livelli di margine ecc - stanno tutti dicendo che l'economia degli Stati Uniti, e del mondo, sta rallentando, e che i rischi di deflazione / contrazione / recessione sono in crescita.
L'unica cosa che diverge da questi modelli in tutti i grafici che sono i mercati azionari degli Stati Uniti.



In conclusione quindi, ci sono due scenari estremi che potrebbero "correggere" la divergenza di cui sopra, anche se credo che sarà una combinazione dei due.
1 - Abbiamo potuto vedere una correzione del 15-20% dei mercati azionari degli Stati Uniti. Questo indicherebbe che il valore dei mercati è più vicino al "fair value" sulla base della maggior parte dei recenti dati economici.

2 - I dati economici possono sorprenderci. Se sia stato per l'aumento delle imposte sui salari, sequester o qualche altro evento stagionale i dati economici sapranno "recuperare", e questo avverrà solo nell'azionario statunitense.
Se questi scenari dovessero combinarsi nei prossimi mesi ci potrebbe essere una buona correzione del 10% combinato con un rialzo in alcuni dei dati macro.

Il sistema valutario e i mrcati emergenti

Siamo quindi positivi sul dollaro – sovrappeso nel fondo – in quanto sembra fortemente sottovalutato date le prospettive di una ripresa ancora più forte nell’economia USA rispetto a quanto visto. Per contro, siamo negativi su yen e sterlina.

Il debito dei mercati emergenti preoccupa per ragioni di valutazione tecnica e per i fondamentali. Gran parte del debito emergente è in mano a stranieri, e questo è potenzialmente un rischio qualora ci sia un’interruzione di questi flussi di capitali. Un aumento dei rendimenti dei Treasury USA e un dollaro forte potrebbero fare da catalizzatore per una simile inversione dei flussi. Inoltre, le valutazioni di molti mercati emergenti non tengono in considerazione i rischi sistemici di questi Paesi e quindi crediamo che gli attuali spread non siano sufficientemente interessanti.

Non bisogna poi dimenticare la Cina: la preoccupazione qui è che il mercato si aspetti tassi di crescita troppo alti poiché il suo modello di crescita trainato dagli investimenti è stato finanziato da un’enorme bolla del credito. A nostro avviso questa è una crescita insostenibile, e una crescita economica inferiore della Cina avrà conseguenze negative per altri mercati emergenti che sono esportatori del Paese, ad esempio il Brasile ma daranno maggiore credito all'America che si sta preparando a diventare il primo esportatore di petrolio e materie prime al mondo.

Le informazioni e i dati sono ritenuti accurati, ma non ci sono garanzie. Domino Solutions non è un consulente d'investimento e non offre consigli specifici di investimento. Le informazioni qui contenute sono solo a scopo informativo

giovedì 31 gennaio 2013

L'economia americana ha le condizioni per crescere nei prossimi 4 anni

One Million Dollar Portfolio dal 2010 ad oggi +92.60%
Stock Win Usa Portfolio dal 2010 ad oggi +135.36
Europa Vincente Portfolio dall'inizio del 2012 +31.56%
ETF migliori dal 10 ottobre 2012 +12.12%
Gemme nascoste nel 2012 +331.84%
Visione del nostro portafoglio One Million Dollar + 92.60%
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L'economia statunitense sta raggiungendo la "velocità di fuga", alimentata dal carburante delle banche centrali di tutto il mondo. Quasi tutti gli indicatori economici interni sono positivi e lo scenario economico è più forte di quanto non sia stato negli ultimi sette anni. Gli Stati Uniti sono in condizioni finanziarie migliori rispetto al 2003. Se l'esperienza post-2003 fosse ripetuta, potremmo vedere un'espansione economica ininterrotta per quattro anni. Sebbene permangono alcuni punti di incertezza, tali prospettive favorevoli per l'economia e i mercati non possono essere escluse a priori.

Gli investitori possono aspettarsi una continuazione dei dati macro usciti in questi trimestri in quanto il recupero è iniziato: gli utili sono migliori, i tassi di interesse continuano a rimanere bassi, c'è un miglioramento dell'occupazione, inflazione rimane modesta sosstenendo la crescita economica.

I tassi di interesse storicamente bassi e la continua crescita degli utili sosterranno la crescita del settore azionario. Poiché le operazioni di leveraged buyout (LBO)* sono tornate in gioco, società sottovalutate con saldi di cassa di grandi dimensioni sono sicure di essere obiettivi allettanti. Maggiori attività di fusione e acquisizione farebbero alzare maggiormente i prezzi delle azioni, favorendo la tendenza espansiva che è già in corso.
*Il leveraged buyout o LBO è un'operazione di finanza utilizzata per l'acquisizione di una società mediante lo sfruttamento della capacità di indebitamento della società stessa, solitamente prevede la creazione di una società-veicolo costituita ad hoc e detta NewCo, in cui gli sponsor dell'operazione e i diversi finanziatori, immettono il capitale di rischio e il capitale di debito necessario all'acquisizione.

Sono identificabili due schemi generali mediante i quali vengono effettuate le operazione di LBO:
- acquisizione per fusione: Si procede ad una fusione per incorporazione tra società target (la incorporata) e la NewCo (incorporante);
- assets sale: La società newco non acquista la società target nel suo complesso ma soltanto gli asset (attività).
Aumento dei rendimenti - effetto positivo sulle azioni

Studi empirici indicano che un aumento dei rendimenti dei buoni del Tesoso non portano necessariamente ad un rallentamento del mercato azionario. Si può notare che quando i rendimenti a 10 anni rimangono al di sotto del 4%, la correlazione tra i risultati mensili dello S&P 500 e le variazioni dei rendimenti a 10 anni è positiva, il che implica che, quando i rendimenti salgono, anche i prezzi azionari si muovono verso l'alto.

Un aumento dei tassi di interesse da un livello basso potrebbe essere il risultato di una più robusta attività economica, il che è positivo per la performance del mercato azionario. Quando i rendimenti dei buoni del Tesoro a 10 anni salgono sopra il 6%, la correlazione si inverte, e i rendimenti crescenti spingono il mercato azionario verso il basso.

Ciò si verifica a causa dell'aumento dell'inflazione, che è negativo per i consumi e quindi per l'economia in generale, esercitando una pressione al ribasso dei prezzi azionari. Dato che il rendimento dei buoni del Tesoro a 10 anni è attualmente di circa l'1,83%, per il momento, qualsiasi potenziale rialzo dei rendimenti dovrebbe comportare un aumento dei prezzi azionari.

Rendimenti dei buoni del Tesoro USA contro i rendimenti dello S&P 500 e le variazioni dei rendimenti a 10 anni (dal 1962 ad oggi)



Ulteriore prova è il recupero del mercato immobiliare

  • L'indice NAHB della fiducia delle società di costruzioni ha raggiunto in un periodo di sei anni il punto più alto a gennaio, con il dato delle nuove costruzioni che è salito a livello record dal giugno 2008.

  • Lindice FHFA dei prezzi delle case è cresciuto dello 0,6% mese su mese a novembre, il secondo mese consecutivo di aumento.

  • Anche se le vendite di case esistenti è leggermente diminuito ad un tasso annuo del 4,94 milioni nel mese di dicembre, questo è ancora il secondo livello più alto da novembre 2009.

  • Le prime richieste di disoccupazione per la settimana del 12 gennaio sono scese a 335.000, il livello più basso degli ultimi cinque anni.

  • La produzione industriale è salita dello 0,3% nel mese di dicembre.

  • Gli indici di produzione regionale hanno deluso nel mese di gennaio, in quanto sia l'indice economico di Philadelphia sia l'indice manifatturiero federale di Richmond sono diventati negativi dai dati positivi di dicembre.

  • L'indice della fiducia dei consumatori dell'Università di Michigan è sceso al 71,3 nel mese di gennaio, il più basso dal dicembre 2011.

  • L'indice dei prezzi al consumo è rimasto invariato da novembre a dicembre, con la base annua del 1,7%.

    Migliora il sentiment europeo e la Cina accelera

  • Secondo le stime, la fiducia dei consumatori della zona euro migliora per il secondo mese a gennaio a -23,9.

  • Lo ZEW sulle aspettative di crescita economica in Germania è salito a 31,5 nel mese di gennaio, il più alto dal maggio 2010.

  • Le vendite al dettaglio del Regno Unito (escluso il carburante) sono diminuite dello 0,3% nel mese di dicembre rispetto ad un guadagno atteso dello 0,1%, mentre le richieste di disoccupazione sono diminuite di 12.100 unità a dicembre scendendo a 1,56 milioni.

  • In Italia gli ordini industriali sono calati dello 0,5% su base mensile a novembre, dopo aver guadagnato nel mese di ottobre. Le vendite industriali sono scivolate dello 0,2%.

  • L'inflazione della zona euro su base annua è rimasta invariata al 2,2% nel mese di dicembre.

  • In Cina il PIL è aumentato nel quarto trimestre al 7,9% dal 7,4% del terzo trimestre, la prima accelerazione in due anni.

  • La produzione industriale cinese e le vendite al dettaglio hanno continuato ad accelerare nel mese di dicembre, in crescita del 10,3% e 15,2%, rispettivamente.

    Le informazioni e i dati sono ritenuti accurati, ma non ci sono garanzie. Domino Solutions non è un consulente d'investimento e non offre consigli specifici di investimento. Le informazioni qui contenute sono solo a scopo informativo
  • martedì 17 aprile 2012

    Il mercato toro americano è finito o siamo di nuovo in fase di lancio ?


    One Million Dollar Portfolio dal 2010 ad oggi +75.11%
    Stock Win Usa Portfolio dal 2010 ad oggi +124.59
    Europa Vincente Portfolio dall'inizio del 2012 +15.03%


    C'è una bella storiella che gira a Wall Street, una metafora molto simpatica per sintetizzare ciò che sto per raccontarvi.
    Ci sono due grossi manager di Wall Street che partono per un campeggio insieme in un parco nazionale. Arrivati montano la tenda e il primo manager dice al secondo: "Il guardiano del parco ha detto di stare attenti che c'è un Orso Nero che gira vicino il campeggio".
    Il secondo manager allora fa un sorriso e risponde: "Nulla di preoccupante, io corro veloce".
    Alche il primo manager saccentemente replica: "Ma tu non sai che un Orso Nero che rincorre la sua preda può andare anche a 60km all'ora ?".
    Il secondo manager per nulla preoccupato rispode: "Il mio obiettivo non è di correre più veloce dell'Orso Nero, ma è quello di correre più veloce di te".
    Il mercato in questo periodo sembra davvero in difficoltà, gli indici americani sono scesi di quasi il 4% in Aprile dopo aver toccato i massimi degli ultimi anni nel 2012. La situazione sta rendendo gli investitori nervosi, come evidenziato dal brusco salto in avanti del VIX mostrato nel grafico annuale sotto.

    I recenti dati misti economici degli Stati Uniti uniti ad un quadro non molto chiaro del mercato del lavoro dopo la sorpresa dei dati negativi di marzo e il salto successivo dei disoccupati settimanali ha dato nuovo slancio al pessimismo sugli indici americani. In pochi si aspettano che la stagione del utili possa portare linfa al mercato anche se i dati fuori della Cina non sono stati particolarmente negativi, ma purtroppo non hanno ispirato molta fiducia. Il problema principale comunque rimane sempre la paura nell'epicentro Europa, questa volta a farne le spese è la Spagna, anche se non crediamo che la Spagna sia un problema come definito nel nostro passato articolo Le preoccupazioni spagnole sul debito: esagerate e pompate .

    Grafico VIX annuale ultimi 12 mesi dati giornalieri


    In definitiva allora la domanda nasce spontanea, è la fine della corsa impressionante del mercato da metà Novembre 2011 ad oggi con guadagni superiori al 18% o è solo una temporanea diapositiva durante la quale il mercato prende fiato di qualche punto percentuale prima di un'altra grande corsa ? Noi siamo più inclini verso la seconda soluzione, continuano a credere che le forze globali che ci hanno regalato una bella corsa di tori negli ultimi mesi abbia ancora forza.

    Abbiamo passato un interno fine settimana a discuterne tra di noi per capire quali possano essere le ragioni che ci portano a pensare positivo e di seguito ve le mostriamo.

    Dati morbidi non significa dati negativi

    L'affermazione che il mercato dipende dal programma Quantitative Easing (QE) avviato dalla Fed nell'autunno del 2010 non è del tutto errata. Infatti da quando il programma è partito gli investitori hanno spesso basato le loro valutazioni e organizzato programmi di acquisto/vendita basandosi sull'impatto che il QE avrebbe avuto sul valore azionario. Deboli rapporti economici significa maggiore probabilità di sostegno da parte della Fed e viceversa.

    Il miglioramene dei dati macroeconomici soprattutto sul fronte del mercato del lavoro, sono stati visti come "ostili" dal programma QE. In effetti ha una sua logica, se le aziende assumono, vuol dire che vanno bene e quindi non hanno bisogno di aiuti. A pochi minuti dalla riunione di Marzo della FED fu rilasciato il rapporto del lavoro di Marzo che versò acqua fredda sulle speranze di una ulteriore introduzione del QE.

    Ma parliamo un attimo di questi dati del lavoro negativi. Noi non crediamo che questi siano il sintomo di qualcosa di grave, i numeri del lavoro durante le stagioni invernali sono sempre in funzione di un periodo annuale favorevole per le micro assunzioni, andando avanti sarà facile che i reali dati mostrino una maggiore debolezza dei posti di lavoro.

    Detto questo ci sono abbastanza prove che suggeriscono che l'economia ha slancio sufficiente per generare guadagni del mercato del lavoro che ricordano gli ultimi mesi. Nel caso di un improbabile slancio negativo dell'economia, abbiamo un'indicazione sufficiente da parte della Fed, che arriverà attraverso un maggiore sostegno.

    Ovviamente preferiremmo che il mercato superi la necessità di una maggiore presenza del programma QE. Ma nella situazione attuale, il valore azionario ne trarrebbe un ottimo beneficio.

    Ma tutto questo è cambiato in seguito ai dati negativi sui posti di lavoro successivi e il conseguente aumento dei sussidi settimanali. Anche i funzionari della Fed hanno recentemente descritto l'economia come "non fuori dai guai", che tradotto significa che l'economia può avere bisogno di più sostegno da parte della banca centrale.

    Richiesta di sussidi in America ultimi 5 mesi


    L'Europa non è una minaccia

    La Cina sembra stia facendo bene, il che significa che la sua economia sta rallentando, ma il rallentamento è molto meno inquietante rispetto alle situazioni che prospettano situazioni catastrofiche. Il paese nel primo trimestre ha avuto un tasso di crescita del PIL del 8,1%, al di sotto delle stime che lo davano all'8.3%, ma nulla da perderci il sonno.

    È importante sottolineare che la composizione della crescita ha un certo numero di aspetti positivi, tra cui un minor ricorso a investimenti in immobilizzazioni materiali e una maggiore crescita dei consumi. Mentre le questioni circa la crescita cinese rimarrà un problema chiave per il mercato il paese non sembra essere in una direzione di rallentamento.

    Più che la Cina, è il riemergere dei timori legati all'Europa che sembra problematico. I rendimenti sui titoli di Stato spagnoli sono stati un impulso negativo in questi ultimi giorni ed hanno ormai raggiunto il livello più alto da dicembre 2011. La BCE comunque ha dato mandato per un completamento di un altro giro di operazioni di liquidità.

    La recente ripresa dei rendimenti spagnoli e il ritorno di ansie riflette le prospettive deboli di crescita economica del paese e i dubbi circa la sua capacità di soddisfare anche gli obiettivi di disavanzo rivisti. Lo stato di debolezza finanziaria delle banche del paese aggiunge benzina sul fuoco a questi problemi.

    La Spagna è una grande economia, molto più grande di Irlanda, Portogallo e Grecia che hanno ricevuto salvataggi finora. Ma la situazione non è senza speranza. La BCE potrebbe non essere in grado di fare un'altra operazione di liquidità così presto dopo il suo secondo turno di Febbraio, ma potrebbe sostenere il mercato dei titoli di Stato direttamente in acquisti sul mercato secondario. Detto questo, i titoli in Spagna sono destinati a restare nella nube di un forte impatto negativo di questo mercato nei prossimi giorni.

    Mettere tutto insieme e tiriamo le somme

    L'ampio insieme di forze che il mercato azionario ci ha dato dalla fine di Novembre fino all'inizio di questo mese ha creato delle opportunità di acquisto molto interessanti. Mentre immaginiamo il mercato ripercorrendo i suoi passi, qualche debolezza ulteriore nei prossimi giorni potrebbe non essere in contrasto con una visione complessiva. E' forse ragionevole aspettarsi una maggiore volatilità in primavera/estate rispetto a quello che abbiamo incontrato nel primo trimestre, in gran parte dovuto alla Spagna anche se la situazione in quel paese è potenzialmente molto meno preoccupante del caso Grecia.

    Portfolio aggiornamento

    La nostra strategia per i prossimi mesi è di accantonare l'Europa e i suoi titoli per un po, almeno fino a quando le acque non si saranno calmate concentrandoci sugli Stati Uniti. L'economia statunitense offre prospettive di crescita decenti e stabili rispetto a molte altre regioni del mondo. Alcuni dei titoli migliori disponibili, al di fuori di Apple (AAPL), sono Google (GOOG), Johnson and Johnson (JNJ), SeaDrill (SDRL) e MacDonald (MCD).

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