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Nella periferia della zona euro, dopo diversi anni di eurocrisi, il debito/PIL è in continuo aumento e la stessa periferia è soggetta a diversi cicli viziosi da cui è difficile uscirne. La forzata austerità peggiora la crisi economica, aumenta la disoccupazione e i fallimenti, riducendo in tal modo la base imponibile e forzando maggiori tagli al bilancio.
Lo spettro di alti tassi di interesse, la crisi economica, le aliquote fiscali in aumento e l'incertezza sullo stato di salute delle banche e dei paesi che utilizzano l'Euro, porta ad uno sciopero degli investitori e alla fuga di capitali. Questa emigrazione peggiora ulteriormente le condizioni economiche, è un cane che si morde la coda.
Questa paralisi è più evidente in Grecia. Dopo diversi pacchetti di aiuti e tagli al debito, la situazione è solo peggiorata drammaticamente. La riduzione della retribuzione o la perdita di denaro di grandi dimensioni degli obbligazionisti greci hanno già avuto luogo, ma non hanno stabilizzato il rapporto debito/PIL, o portato ad un livello accettabile, per non parlare del fatto che non hanno condotto ad alcun punto di stabilità economica. L'economia greca è ormai al suo sesto anno di recessione e non crediamo possa finire per l'anno prossimo.
La maggior parte del debito greco è ora in mano "ufficiali", vale a dire, nelle mani degli Stati membri dell'UE, il FMI e la BCE. E' chiaro a tutti che essi dovranno anche mandar giù a forza i tagli, ma perchè questo abbia luogo, i politici devono rompere le promesse, la BCE deve infrangere la legge e l'FMI ha a che fare con qualcosa senza precedenti. Nulla di tutto questo è facile, per usare un eufemismo.
Recentemente c'è stato un nuovo accordo UE/FMI/BCE. Questo accordo si compone di una serie di elementi. Il direttore dell'FMI Christine Lagarde lo riassume:
Le iniziative comprendono il riacquisto del debito greco, il rimpatrio dei Securities Market Programme (SMP) utili alla Grecia, la riduzione dei tassi di interesse Loan Facility Greco (GLF), l'estensione significativa del GLF e la scadenza del patto di Stabilità finanziaria (EFSF).Si suppone di portare il rapporto debito/PIL verso il 124% entro il 2020 e al di sotto del 110% entro il 2022, ma si dovrebbe tenere a mente che tutti questi obiettivi sono stati tentati anche in passato senza successo. Quindi in definitiva si tenterà di:
Tassi di interesse più bassi e scadenze esteseIn primo luogo, i tassi di interesse sono stati abbassati e la scadenza estesa su gran parte del debito greco. In molti paesi della zona euro del nord, questa è stato già un grosso passo e molto difficile, in quanto significa che i profitti promessi sui prestiti greci non si materializzeranno. In sostanza stiamo prestando denaro alla Grecia affinché possa mantenere l'aspetto attuale di paese che cerca di salvarsi nonostante le difficoltà, e questo non è una buona cosa.
Fornire alla Grecia i profitti della BCE sui titoli greci
Prestito di 10 miliardi di euro alla Grecia, che permetterebbe un riacquisto del debito ad un massimo di circa 29 centesimi all'euro
In secondo luogo, potrebbe benissimo essere che non ci saranno eventuali interventi della BCE sul debito greco. In terzo luogo, la Grecia sta per prendere in prestito altri 10 miliardi di euro che gli consentirebbero di eliminare una parte esigua del debito nominale attuale. E qui è l'ostacolo:
Il Fondo Monetario Internazionale non erogherà alla Grecia una eventuale tranche di salvataggio fino a quando il paese non effettuerà un ritorno volontario di acquisto del suo debito.Se l'FMI si ritira, la Finlandia e i Paesi Bassi faranno lo stesso. Questo renderebbe il mercato del debito greco piuttosto sottile, qualsiasi acquisto potrebbe aumentare sostanzialmente i prezzi riducendo i fondi.
ha riferito un portavoce del FMI [Reuters]
Due terzi dei detentori del debito greco sono proprio le banche elleniche (22 miliardi di euro). Queste non hanno certo intenzione di vendere, perché così facendo aumenterebbero le perdite sul debito, nel qual caso diventererebbe irrisolvibile un salvataggio. In ogni caso, il debito è utilizzato come garanzia per ottenere finanziamenti dalla BCE, le banche ne hanno bisogno.
Rice, direttore delle relazioni esterne nel FMI ha riferito:
accogliamo con favore l'annuncio da parte delle autorità greche che hanno intenzione di avviare il processo di acquisto la prossima settimana e non vediamo l'ora che si arrivi all'attuazione.La semplice verità è che, fintanto che l'economia della Grecia è moribonda e il debito/PIL si trova in una spirale fuori controllo, nessuno ha intenzione di investire in Grecia, si è generato un circolo vizioso, e la capacità della Grecia di ripagare il proprio debito si riduce di giorno in giorno.
L'unica vera alternativa è che la Grecia lasci l'euro, che avrebbe un effetto più devastante sul resto della zona euro (per non parlare della sua capacità di ripagare il suo debito), anche se in realtà potrebbe essere meglio per la Grecia stessa.
L'assunzione di grosse perdite sul debito greco sarebbe una sconfitta pesante per paesi come Germania, Austria, Finlandia, Paesi Bassi. Ma senza di essa potrebbe essere peggio. La strategia attuale è semplicemente criminale, mantenere la Grecia in coma economico solo per mantenere l'aspetto che continuerà a onorare le proprie obbligazioni.
Intanto l'economia europea continua a peggiorare a un ritmo allarmante. Abbiamo a lungo messo in guardia la Francia. Moody non solo ha tagliato il rating del debito francese, ha anche tagliato quella del MSE e l'ESFS (i fondi di soccorso europei). Ci sono piccole riforme politiche in Spagna, Irlanda, Portogallo, Italia e Grecia, ma quasi nessuna in Francia.
La BCE è riuscita a stabilizzare i rendimenti dei titoli italiani e spagnoli, ma questi sono molto più elevati che nel resto della zona euro, rendendo debiti e deficit di finanziamento molto costosi, mentre la perdurante fase di recessione divora gli sforzi di austerità.
Se i paesi del nord dovessero accettare perdite ripide sulle obbligazioni greche aumenterebbero le prospettive per la Grecia di migliorare effettivamente la propria situazione in modo considerevole. E' difficile immaginare che potrebbe effettivamente andare peggio, ma questo è quello che succederà se i paesi del Nord si rifiuteranno di giocare questa mano.
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