Se sei un investitore focalizzato sul reddito, starai cercando azioni capaci di coniugare rendimenti interessanti, solidi fondamentali e una storia credibile di crescita dei dividendi. Ma, come accade spesso agli inizi, avrai imparato cose negative in questo passaggio. Ci lasciamo affascinare da rendimenti elevati senza guardare troppo in profondità. Non sorprende che abbiamo incrociato qualche "trappola del rendimento", con conseguenti tagli ai dividendi e titoli in discesa libera.
Col tempo, la mia strategia si è evoluta: oggi non mi accontento più di un alto yield se non è sostenuto da fondamentali robusti. Tuttavia, questo approccio più prudente mi ha portato anche a scartare opportunità valide, frenato da un eccessivo scetticismo. Un esempio? AbbVie.
Il titolo mi ha sempre incuriosito, soprattutto tra il 2019 e il 2022, quando offriva un rendimento oscillante tra il 4% e il 7%. Eppure, pur conoscendone lo status da “aristocratica del dividendo”, il prezzo stagnante e l'alto yield mi hanno fatto diffidare. Ho aspettato. Poi, quando finalmente il titolo ha rotto al rialzo, ho scelto... di aspettare ancora. Il risultato? Non ho mai comprato, e il prezzo non è più tornato indietro.
E oggi, guardando i numeri e la traiettoria dell’azienda, mi chiedo se non sia arrivato il momento di riconsiderare AbbVie con occhi nuovi. Proviamo a fare il punto.
Chi è AbbVie oggi
AbbVie nasce ufficialmente nel 2013 dallo spin-off di Abbott Laboratories, con l’obiettivo di separare le attività farmaceutiche innovative da quelle più orientate alla commercializzazione. Con sede a North Chicago, l’azienda è cresciuta fino a diventare una delle principali realtà biofarmaceutiche globali.
Se il nome di AbbVie è da sempre associato al blockbuster Humira, oggi la vera forza trainante risiede in due farmaci immunologici: Skyrizi e Rinvoq. Il loro successo ha permesso all’azienda di superare senza traumi la scadenza del brevetto di Humira negli USA.
I numeri parlano chiaro
Nel suo ultimo aggiornamento trimestrale, AbbVie ha alzato le stime di utile per azione per l’intero 2025, passando da un range di $11,99-$12,19 a $12,09-$12,29. Una revisione al rialzo che riflette la fiducia del management nel potenziale di crescita di Skyrizi e Rinvoq.
I ricavi trimestrali hanno raggiunto 13,34 miliardi di dollari (+8,4% a/a), mentre l’utile per azione rettificato è salito a $2,46 (+6,5%). In particolare, il segmento immunologico ha messo a segno un +16,6%, trainato da Skyrizi (3,4 miliardi) e Rinvoq (1,7 miliardi).
Questi risultati sono ancora più notevoli se si considera che Humira, dopo la perdita di esclusiva, ha registrato un calo delle vendite del 50%, attestandosi a 1,12 miliardi. Tuttavia, l’azienda è riuscita a compensare ampiamente grazie al dinamismo del resto del portafoglio, in crescita del 21% su base annua.
Un dividendo solido e crescente
Un aspetto che continuo ad ammirare di AbbVie è la sua disciplina nella distribuzione dei dividendi. A febbraio ha incrementato la cedola trimestrale da $1,55 a $1,64 per azione, prolungando una tradizione di 52 anni di aumenti consecutivi (inclusa l’era Abbott). Dallo spin-off, il dividendo trimestrale è cresciuto del 310%.
Oggi il titolo offre un rendimento tra il 3% e il 4%, ben al di sopra della media del settore sanitario (intorno all’1,3%). E non si tratta di crescita a scapito della sostenibilità: il payout ratio è al 62%, ben coperto dal free cash flow.
Anche se il tasso di crescita dei dividendi si è raffreddato – da un CAGR decennale del 13% a uno triennale del 5,6% – AbbVie punta a mantenere un ritmo stabile del 5-7%, una soglia prudente ma interessante per chi cerca rendimento e solidità.
Cosa c’è oltre Rinvoq e Skyrizi? Una pipeline promettente
Per sostenere la crescita nel lungo periodo, AbbVie sta puntando su un ampio portafoglio in sviluppo, con focus in tre aree chiave:
Oncologia: numerosi candidati (tra cui ABBV-383, Teliso-V, ABBV-969) sono in fase avanzata di sperimentazione contro tumori solidi e mieloma multiplo.
Autoimmuni, infiammazioni e obesità: oltre a espandere le indicazioni di Skyrizi e Rinvoq, AbbVie ha acquisito il candidato NX-13 (colite ulcerosa) e ha avviato una collaborazione per un trattamento sperimentale contro l’obesità.
Neurologia: Tavapadon per il Parkinson e l’ampliamento delle indicazioni per Vraylar (già approvato per schizofrenia e disturbo bipolare) testimoniano l’interesse dell’azienda in quest’area.
La mia conclusione: AbbVie oggi è un’occasione?
Guardandomi indietro, ammetto di essermi lasciato scappare una grande opportunità tra il 2019 e il 2022. E sebbene i rendimenti attuali non siano più quelli di allora, oggi vedo in AbbVie una società solida, con un dividendo sostenibile e in crescita, una pipeline ben diversificata e due blockbuster già ben posizionati sul mercato.
Il titolo non è più a sconto, ma il suo rendimento rimane interessante in un contesto di incertezza macroeconomica. E, soprattutto, la qualità del business è ancora lì, più chiara che mai. Per me, è arrivato il momento di riconsiderare seriamente AbbVie nel mio portafoglio da dividendo. E questa volta, potrei davvero agire.