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lunedì 25 marzo 2013

Perchè il report sull'inflazione di questi giorni è buono per l'Oro

One Million Dollar Portfolio dal 2010 ad oggi +98.01%
Stock Win Usa Portfolio dal 2010 ad oggi +136.05
Europa Vincente Portfolio dall'inizio del 2012 +32.56%
ETF migliori dal 10 ottobre 2012 +14.14%
Gemme nascoste nel 2012 +369.68%
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Il grafico che abbiamo postato qui sotto mostra l'andamento dell'inflazione negli Stati Uniti negli ultimi mesi. Prima di fare una qualsiasi analisi dobbiamo tenere conto che un aumento dell'inflazione potrebbe essere stata causata, nei mesi precedenti, dall'incremento del prezzo della benzina, ora invece che le materie prime sono stabili da qualche settimana, l'incremento di questo mese potrebbe essere un segnale che l'inflazione stia cominciando a salire, come da copione, dato che i tassi di interesse sono ai minimi ormai da anni. Questo potrebbe comportare un segnale molto positivo per i metalli preziosi.

Inflazione americana negli ultimi 8 mesi, 2012 e 2013. Impatto sull'Oro e sul dollaro.

Anche se il dollaro debole sarebbe un fattore interessante, finora i metalli preziosi hanno reagito sempre positivamente alle notizie di un incremento dell'inflazione, L'Oro è cresciuto di 5 dollari l'oncia mentre l'Argento di 15 centesimi l'oncia. Se l'inflazione dovesse continuare a salire, così dovrebbero fare i metalli preziosi.

Ricordiamo che fino a pochi mesi da, la banca centrale non stava stampando denaro ma si stava concentrando sulla riuscita dell'Operazione Twist:
La tecnica in gergo è chiamata "twist", da "twisting of funds", "spostamento di fondi" non prevede aumenti della liquidità, ma induce una riduzione dei tassi a lunga, importanti per finanziare gli investimenti, per mobiliatre il credito a vantaggio delle piccole medie imprese e per agevolare la sottoscrizione di emissioni obbligazionarie private. La Fed ha anche annunciato che reinvestirà le scadenze delle sue partecipazioni in portafogli garantiti da mutui immobiliari in altri strumenti immobiliari invece che in buoni del Tesoro, per garantire che i tassi sui mutui immobiliari restino su livelli bassi.
Con l'annuncio di un ulteriore immissione di liquidità di 40 miliardi a Settembre, per acquistare titoli ipotecari garantiti e ulteriori 45 miliardi per l'acquisto di Treasuries annunciato a Dicembre, non poteva accadere altro che un innalzamento dell'inflazione.

Ci sono vari fattori che possono essere coinvolti nell'aumento dell'inflazione, ad esempio, ancora una volta, il calo del dollaro e molti altri sviluppi che potrebbero influenzare l'aumento dei prezzi dei metalli nel 2013. Con il Giappone e il Regno Unito impegnati nei rispettivi "quantitative easing" e l'Europa, forse costretta a fare molto di più dopo l'incertezza che circonda le recenti elezioni in Italia e la soluzione Cipro che tappa un buco momentaneo, l'intero mondo sta stampando denaro su una scala mai vista prima.

A differenza di quello che abbiamo visto negli ultimi anni, questa liquidità si riserverà completamente sull'inflazione. I rapporti di questa settimana di Cina e Regno Unito hanno mostrato proprio un aumento dei prezzi al consumo. Purtroppo, questo processo può richiedere alcuni mesi negli Stati Uniti per dare un impatto sull'energia, la quale svolge un ruolo chiave nei dati sull'inflazione.

Come mostrato i prezzi del petrolio e della benzina sono stati eccezionalmente alti all'inizio dello scorso anno, quindi, sarà difficile per il 2013 fare dei confronti. Tuttavia, se i prezzi dell'energia continuano ad aumentare a maggio e giugno (dove tipicamente ci sono aumenti), ci potrebbe essere un notevole aumento rispetto a un anno fa. Chiunque ha recentemente venduto quote di fondi o ETF sull'Oro come SPDR Gold Shares (GLD) o iShares Gold Trust (IAU) può rimpiangere di averlo fatto in vista di un periodo estivo molto molto caldo.

Le informazioni e i dati sono ritenuti accurati, ma non ci sono garanzie. Domino Solutions non è un consulente d'investimento e non offre consigli specifici di investimento. Le informazioni qui contenute sono solo a scopo informativo

domenica 16 gennaio 2011

Come sarà l'economica americana nel 2011 ? Ipotesi sui rischi e sulla crescita

Il 2010 è finito, ovvio, passato col botto. I dati macro degli Stati Uniti continuano a suggerire che l'economia più forte del mondo rimane in traiettoria positiva. Le probabilità che ci sia un double-dip sono timori sempre più lontani, soprattutto dopo le uscite dei dati sulla disoccupazione che, migliori delle attese, hanno mostrato un ribasso delle richieste settimanali della disoccupazione.



Dati sulle case e paesi emergenti

Le vendite di case nuove o usate a Novembre ha subito una brusca battuta d'arresto. Sul fronte immobiliare, come in molti altri settori, c'è ancora molto da fare, ma gli analisti puntano il dito sul 2011 come anno della rinascita. Le informazioni più importanti da sottolineare vengono dal consumo dei mercati emergenti che fanno da traino di tutte le economie mondiali. La storia insegna che tra il 1998 e il 2008 la spesa dei consumatori dei mercati emergenti è salita del 66%. Tale cifra rappresenta il doppio del tasso delle nazione già sviluppate. La media della spesa pro capite è stata del 48% più elevata nel 2008 rispetto al 1998. Nel 2008, la spesa dei consumatori dei paesi emergenti ha rappresentato il 27% del totale mondiale. Le previsioni sulla industria dei consumatori della classe media crescerà da 2.5 a 4.5 miliardi entro il 2025, la maggioranza dei quali dovrebbero provenire dai mercati emergenti. Il duro lavoro e grandi investimenti di capitale degli Stati Uniti in questi ultimi cinquant'anni stanno finalmente producendo un rendimento positivo.

Dal 1947 il rapporto dello S&P 500 del reddito nazionale degli Stati Uniti ha prodotto una media dello 0,86%. Ora si trova intorno allo 0,74%. Se i profitti rimarranno costanti lo S&P 500 dovrebbe salire quota 1400, secondo le proiezioni di molti analisti, i quali sottolineano come possa esplodere indicandoci però anche quali possano essere i rischi a cui l'investitore potrebbe andare incontro.

1. Politico. Sul fronte America i democratici e repubblicani avranno la necessità di ripristinare i bilanci e la spesa a livelli mai raggiunti in questo decennio per compiere progressi significativi sul deficit statunitense e mantenere il rating del debito AAA.

2. Debito dell'Europa. Diamo un occhio alle mine europee, la Grecia è ancora additata come potenziale prima tessera del domino (si pensi Lehman Brothers) a cadere e, potenzialmente, scatenare un contagio. In un tranquillo Venerdì pomeriggio di qualche settimana fa nel mese di dicembre, i funzionari greci sussurrarono l'idea della ristrutturazione del debito. Questa notizia però non ha avuto una grande risonanza a causa delle vacanze immagino, ma se la ristrutturazione greca dovesse andare in porto aprirebbe la strada all'Irlanda, il Portogallo e qualsiasi altro paese con rischio di contagio.

L'alto deficit fiscale della Grecia però non permette altra soluzione (9,6% del Pil nel 2010); l'enorme debito pubblico e le basse prospettive di crescita rendono la situazione insostenibile. Di più: il necessario incremento delle entrate fiscali dovrebbe essere sostenuto da un maggiore "consenso" sociale rispetto al prelievo fiscale. Al contrario, il condono voluto dal governo (in contrasto con la troika Fmi, Bce e Ue), non fa altro che alimentare l'evasione fiscale e altri comportamenti non virtuosi da parte dei contribuenti.

3. Inflazione. Dal momento che l'inflazione è in una situazione "benigna", da questo lato l'America non si preoccupa. Cosa significa: non si può smettere di mangiare, di usare un'auto o di scaldare una casa, queste considerazioni unite alla proliferazione degli ETFs e lo svilimento del biglietto verde hanno fatto schizzare i prezzi delle commodities.
Questo dato bisogna sicuramente tenerlo sotto controllo, il petrolio non può raggiungere livelli di qualche anno fa, avrebbe sicuramente un profondo impatto sulla spesa dei consumatori e sarebbe sabbia sugli ingranaggi del motore economico nazionale.



Proiezioni

La politica monetaria resta altamente accomodante, grazie alla continua debolezza del mercato immobiliare, deve restare tale per tutto l'anno 2011. L'attuale piano di acquisto QEII da parte della FED potrebbe non essere completamente eseguito a causa del ritmo accellerato del recupero che ci sarebbe a causa della crisi di mercato e una ripresa delle oscillazioni della volatilità. Lo S&P 500 prevede degi guadagni intorno ai 94 $ ad azione, guadagno che si prospetta sempre in periodo di tassi di interesse bassi, basso tasso di inflazione e un ambiente che consente una espansione P/E più vicina a 15-15,5. Questo ci porta al target proposto in precedenza, 1400, 1450, pari circa ad una crescita in percentuale del 12%.

Questo però presuppone che gli Stati Uniti abbiano una espansione del 3-3,5 del PIL. Tutto quindi si basa sulla capacità del presidente della FED Bernanke di individuare in che modo, più o meno aggressivo, sia giunto il momento di rimuovere l'eccesso di liquidità in giro . Pensiamo che una posizione aggressiva nel 2011 sia l'investimento giusto, concentrandosi sui progressi già ottenuti nel prolifico 2010. Qualora il mercato dovesse entrare in un circolo di qualcosa di più che una semplice presa di profitto, allora ci muoveremo di conseguenza.

lunedì 10 maggio 2010

La Cina può implodere e portare con se gli Stati Uniti ?

E' la più grande e in rapida crescita potenza economica mondiale, oggetto di innumerevoli discussioni e congetture ogni singolo giorno e fonte inesauribile di polemiche, di paura e confusione tra gli investitori, imprenditori, politici, banchieri e burocrati sui media di tutto il globo.
Per coloro che seguono le prospettive economiche mondiali, è probabilmente l'incognita più importante per cercare di risolvere la crisi finanziaria globale. Le risposte alle domande che circondano il prossimo futuro di questo paese avranno indubbiamente un impatto importante sul vostro futuro finanziario. E' anche oggetto del nostro commento di oggi: le prospettive in Cina.

Se siete come me, avete seguito le riflessioni sulla Cina di molti analisti e commentatori negli anni e probabilmente siete perplessi anche voi su come possano essere così tanto lontani le prospettive degli analisti finanziari. Sembrerebbe che gli osservatori della Cina sono equamente divisi in due fazioni: quelli che contemplano un un toro inesauribile in cui “il cielo è il limite” o quelli che ritengono che la Cina non sia altro che una "tigre di carta" che aspetta solo di bruciare. Le loro dichiarazioni sono spesso diametralmente opposte sulle questioni in discussione che portano a chiedersi: «Perchè tanti osservatori sono così totalmente in disaccordo tra loro su un paese così vasto e importante per l'economia globale?"

La risposta a questa domanda potrebbe essere semplice, è dovuto alla proverbiale "cortina di ferro" che circonda i media cinesi e le comunicazioni interne. La Cina è ancora governata dal comunismo e i suoi governanti sono noti per avere un desiderio quasi paranoico di controllare le comunicazioni interne ed esterne tra la sua gente. A volte è difficile per coloro che vivono in Cina ottenere uno scoop su quello che sta succedendo all'interno del paese figuriamoci per quelli che vivono fuori dai confini.

Un altro motivo di divergenze di opinioni in materia di prospettive economiche della Cina è dovuta alla vastità del paese. Tornando al 1990, non si poteva partecipare ad una riunione d'affari o a una conferenza di investimento senza sentir parlare delle possibilità economiche per le imprese degli Stati Uniti nei successivi anni entrando nel mercato consumer cinese. "Un miliardo di nuovi potenziali clienti", quante volte abbiamo sentito questa frase da parte di imprenditori americani o di tutto il mondo parlando del mercato cinese ? Sospetto che questa convinzione rialzista radicata sulle possibilità economiche della Cina abbia lasciato una persistente (e irragionevole) mentalità pro-Cina in tutti questi anni.

Grazie a questi fattori e ad altri, è difficile separare il grano dal loglio quando si tratta di analizzare le prospettive economiche della Cina. La Cina continuerà con la crescita stellare della produzione industriale degli ultimi anni o avrà un impatto devastante sulla crisi globale del credito ? Sarà lo yuan un giorno a eclissare il dollaro come valuta o no? La Cina supererà gli Stati Uniti come superpotenza globale leader nel mondo o no? Basando i nostri argomenti economici a favore o contro la Cina sulla base dei dati fondamentali (che possono certamente essere ingannevole) e basandoci sulla nostra limitata capacità di smistamento attraverso le molteplici variabili coinvolte nella sua complessa economia crediamo che non si possa rispondere a nessuna di questa domande.

Tuttavia, vi è una fonte di conoscenza che possiamo controllare e che può darci una risposta sorprendentemente accurata per quanto riguarda le prospettive economiche intermedie e finanziarie della Cina. Tale fonte non è altro che il mercato azionario, il barometro delle condizioni di business di ogni paese.

Sembra che ci sia un crescente consenso tra gli investitori. La Cina sta tentando di sganciarsi dall'occidente per sviluppare i propri mercati interni al punto in cui non avrebbe più bisogno di basarsi su una crescita delle esportazioni verso gli Stati Uniti per rafforzare la propria economia. Per quanto discutibile questa prospettiva è un obiettivo ovvio. Due cose emergono. La prima è che l'iShares China 25 Index Fund (FXI) è stato notevolmente in ritardo rispetto alla ripresa del mercato americano (basato sul S&P 500) negli ultimi mesi. Mentre il mercato azionario degli Stati Uniti ha recentemente fatto un recupero negli ultimi 18 mesi, le azioni di società cinesi, come misurato dal FXI, sono ancora al di sotto del loro valore precedente al novembre 2009.



Un'altra osservazione è che l'indicatore di quantità di moto delle azioni sul mercato cinese (CHINAMO) sta mostrando una resistenza interna minore di quanto fece nel 2009 e gli indicatori di breve termine sono in declino da qualche tempo. Questo ricorda ciò che avvenne nel 2007 con lo slancio del NYSE quando sembrava dirigersi verso la crisi del credito. Al di là della possibilità di un rally di breve durata, la struttura dinamica sul lungo termine per le azioni cinesi è preoccupante. A meno che non mostri sostanziali miglioramenti nelle settimane a venire, questo modello inquietante potrebbe gettare le basi per le grandi difficoltà finanziarie per la Cina. Tali indicatori sono un riflesso della domanda aggiuntiva delle principali azioni Usa di cui la Cina ha chiaramente rallentando la domanda e addirittura rivolto verso il basso, non di buon auspicio per le prospettive di mercato azionario della Cina.



C'è stato una crescente parlare di un boom edilizio insostenibile rivolto alle principali città cinesi. Infatti, molte pubblicazioni finanziarie hanno cominciato a usare la parola "bolla" per descrivere ciò che sta accadendo nel settore immobiliare cinese. Come analista finanziario il Dott. David Eifrig ha osservato di recente, "Ora che il prestito di denaro a buon mercato si è concluso, la Cina non ha più gli acquirenti. Il calo mutuoario pesa sui bilanci delle imprese e i consumatori in Europa, Stati Uniti, e Giappone si sono allontanati. Il periodo in cui la Cina riceveva denaro da tutto il mondo è terminato"

Gli investiri "Gold" farebbero bene a prendere atto degli ultimi sviluppi in Cina. La cosa interessante da notare è che non solo c'è stata una scissione dal mercato azionario statunitense, ma il mercato azionario cinese è stato strettamente correlato all'andamento del prezzo dell'oro, soprattutto negli ultimi mesi. L'appetito della Cina per l'oro è ben nota e fino alla sua condizione a breve termine è probabile che il prezzo dell'oro si sposti più o meno in armonia con la Borsa cinese, come è avvenuto negli ultimi mesi.



Un altro esperto che crede che la sete della Cina per le importazioni estere sia finita è la Fondazione Grameen. Un fattore che ha contribuito a creare un rovesciamento della posizione dominante di lunga data della Cina negli Stati Uniti come esportatore è la continua debolezza del dollaro. Il dollaro debole ha contribuito a sostenere la bilancia commerciale americana a scapito della Cina. In un articolo della Fondazione Grameen è stato osservato, "Lo sbandamento del dollaro ha già iniziato ad ingrossare i nuovi ordini manifatturieri." Grameen chiede retoricamente, "gli ordini di produzione spediti oltremare a causa della manodopera a basso costo torneranno negli Stati Uniti a causa della crisi finanziaria ?" Grameen continua a sottolineare che un gran numero di fabbriche cinesi sono chiuse a causa della spesa ridimensionata dei consumatori americani. Grameen chiede ancora: "Ora che cosa inciderà a portare indietro di produzione negli Stati Uniti?" Grameen continua:

"Il motivo principale del movimento dei produttori d'oltremare è puramente per il risparmio sui costi. Le aziende non si muovono in Cina per qualsiasi altra ragione che non sia la manodopera a basso costo. Ma la struttura dei costi in America non era in aumento, era in caduta. Nel frattempo i costi della manodopera della Cina sono velocemente aumentati. Tutto questo potrebbe portare ad un adeguamento massiccio della valuta. Cosa significa? primo luogo, una riduzione del valore del dollaro americano. Cosa potrebbe fare un dollaro debole ? Un basso valore del dollaro, con un aumento dello yuan (valuta cinese) potrebbe fare della produzione commerciale all'estero una cosa irrealizzabile. Cioè, la società americana non vedrebbe alcuna ragione di istituire fabbriche in Cina per esportare verso gli Usa"

Tutto questo ci porta a chiedere se in realtà le imprese americane inizino un esodo di massa dalla Cina per un ritorno in patria, e se le tendenze attuali del consumo di esportazione degli Stati Uniti continuino, che impatto avrà tutto questo sulle relazioni USA-Cina? In che modo l'economia della Cina potrà resistere allo shock quasi certamente inevitabile? Già, secondo Grameen e altre fonti, ci sono segni rivelatori che la Cina si stia dirigendo lungo la stessa strada che calpestò l'America non molti anni fa, il sentiero che conduce alla perdizione economica.

La domanda successiva che segue di logica è: "Se implode la Cina, che cosa accadrà per l'economia degli Stati Uniti?" Ci sono un paio di considerazioni congiunturali che possono essere affrontate in questo senso. La prima è che, mentre i famosi 4 anni di "ciclo economico" sono previsti a fine di quest'anno, a circa fine settembre / inizio ottobre, una volta che la pressione ciclica di questo ascensori avrà inizio il mercato finanziario statunitense dovrebbe essere in grado di riprendere la sua leadership tra i maggiori paesi, compresa la Cina. Se pensiamo che la Cina è in un declino da tempo, si può proiettare uno scenario in cui gli Stati Uniti stringono le spalle a questa divergenza, proprio come fecero quando il mercato azionario giapponese e l'economia crollò nel 1990. Ciò lascerebbe spazio al ciclo di 6 anni per spingere il mercato azionario statunitense in uno scatto di crescita finale nel 2011.

Sarebbe facile, e forse allettante arrivare alla conclusione che "come va la Cina, così va negli Stati Uniti" Eppure, nonostante i tentativi di connessione entrambe le economie negli ultimi anni, le dinamiche interne di entrambi i paesi sono molto pronunciati e dissimili. Gli Stati Uniti hanno ancora un potenziale di recupero e ha già dimostrato la sua capacità di recupero a seguito di un disastro di credito senza precedenti. E' ancora troppo presto per pensare che gli Stati Uniti siano salvi completamente, ma con i cicli annuali ancora favorevoli, l'ipotesi finale è che gli Stati Uniti ancora una volta saranno la meta preferita per gli investimenti del 2010 e del 2011, e chissà anche gli anni futuri.

Giuseppe Pascarella
(Fonti, seekingalfa, wallstreetitalia, msn, yahoo finance, china sviluppe, greeman fondation)

sabato 16 gennaio 2010

I 5 grafici più importanti della settimana

Questa settimana si guarda l'inflazione negli Stati Uniti, l'inflazione europea, le vendite al dettaglio negli Usa, commercio internazionale cinese e la situazione australiana sul lavoro. Per fare un riassunto: l'inflazione negli Stati Uniti è in ripresa per alcuni motivi fondamentali, l'inflazione europea si sta lentamente alzando ma senza alcuna pressione significativa a breve termine, la ripresa delle vendite al dettaglio negli Usa si aggiunge ad un quadro interessante per il consumatore americano. Intanto in Cina le importazioni e le esportazioni stanno mostrando una netta ripresa con alcune interessanti implicazioni, e l'economia asutralian sembra lanciata per la fase di sviluppo.

1. Inflazione negli Stati Uniti
Gli Stati Uniti hanno mostrato ulteriori segnali di una ripresa dell'inflazione, con il rilascio dei dati dicembre. Inflazione è stata registrata al 2,7%. I segnali di questa inversione di tendenza del tasso d'inflazione sono probabilmente sono un certo numero di cose, prima di tutto bisogna fare un passo indietro, quando la crisi era al suo apice un sacco di rivenditori avrebbero dovuto ridurre i prezzi per aumentare le vendite - così una parte di questo è stata la normalizzazione dei prezzi. Un altro aspetto è il recupero dei prezzi delle materie prime, come l'energia (che incidono su inflazione). Poi ci sono le perdite fiscali e monetarie.



2. L'inflazione europea, il lento rilancio
L'Unione europea ha pubblicato i dati dell'inflazione di dicembre, rivelando un pick-up ulteriore dei tassi di titolo (grazie ancora al boom merci). La Banca centrale europea ha anche rilasciato la sua dichiarazione in materia di politica monetaria di questa settimana in cui si esclude ogni pressione a breve termine sull'inflazionistiche, rilevando che i tassi continuino ad essere appropriati per mantenere l'inflazione al di sotto dell'obiettivo del 2% nel prossimo e medio termine. Dato che le prospettive economiche per l'Europa rimangono relativamente contenute, con i rischi al rialzo e al ribasso sufficientemente equilibrato, vista la pressione inflazionistica non essere eccessivi è probabilmente la scelta giusta.



3. Le vendite al dettaglio negli Usa: una graduale ripresa
Gli Stati Uniti d'America hanno pubblicato dati relativi alle vendite al dettaglio per dicembre 2009, il calcolo mese su mese è stato negativo per le piccole, mentre la variazione annua è stata del 5% circa. Anche questo è sintomatico della grave calo in questo periodo dell'anno scorso. Ma per essere sicuri che la tendenza è che le vendite al dettaglio sono in ripresa, se si guardano i valori reali si può vedere una chiara tendenza al rialzo dal basso all'inizio del 2009. La ripresa c'è, ma è graduale. Altri due punti importanti forniti sono A. La fiducia dei consumatori degli Stati Uniti è in ripresa mostrando il suo rapporto abituale alla acquisto al dettaglio; B. Credito al consumo degli Stati Uniti è in calo su base annua%, mentre le vendite al dettaglio sono in aumento. Cosa vuol dire questo? I Consumatori statunitensi sono leggermente più sicuri, spendendo un po 'di più, anche se stanno attraversando un periodo di debiti.



4. Commercio internazionale cinese: sempre più in alto ...
Lo scorso fine settimana la Cina ha pubblicato il suo andamento della bilancia commerciale che ha mostrato un aumento della quantità di moto del loro recupero commerciali. La chiave da notare è che mentre le esportazioni sono aumentati fortemente è così anche per le importazioni. Questo è importante da notare: da un lato l'aumento delle esportazioni si presenta con un pick up della domanda globale, mentre la crescita delle importazioni della Cina dimostra un buono inizio per incrementare la domanda e può preannunciare un epoca in cui La Cina diventerà un vero motore della crescita mondiale.



5. Australia: boom del lavoro
L'Australia è il posto ideale per i lavoratori. L'Australia ha mostrato un picco del tasso di disoccupazione, arrivando al 5,5% nel mese di dicembre vs 5,6% nel mese di novembre. Se questo non basta, ha registrato il 4 ° mese consecutivo di crescita occupazionale positivo. L'Australia sta facendo abbastanza bene con un ulteriore sviluppo delle risorse minerarie e energetiche, rapporti con la Cina, e un settore forte bancario e relativamente stabile.