Visualizzazione post con etichetta aumento tassi interesse globali. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta aumento tassi interesse globali. Mostra tutti i post

lunedì 8 giugno 2015

Il Dax entra in territorio di correzione, -10% da Aprile

L'indice Dax ha violato il primo giugno l'area 11445, trend line rialzista disegnata dai minimi di ottobre 2014, praticamente coincidente con la media mobile a 100 giorni, tentando poi invano nelle due sedute successive di riportarsi al di sopra della linea. Oggi i mercati azionari principali in Europa sono sotto pressione, lo stesso Dax 30 è entrato in territorio di correzione. Se volessivo essere fiscali, l'indice non ci convinceva dal 19 Maggio, giorno in cui creò un massimo inferiore al precedente, uno dei primi segnali di inversione di trend. Questo perchè i trader continuano a guardare avanti ad un potenziale aumento dei tassi americani, non importa che tutti al mondo, tranne Obama, hanno fatto conferenze su conferenza dicendo che a Giugno è altamente improbabile, quando si innesca la paura nei trader, i giganti fanno festa.



Le elezioni in Turchia

Nella giornata di oggi vanno segnalate anche altre notizie importanti a partire dalla svolta politica in Turchia. Per la prima volta in 13 anni, il Partito della Giustizia e lo Sviluppo (Akp) ha ottenuto i peggiori risultati della sua storia, perdendo la maggioranza assoluta in Parlamento. Con il risultato delle elezioni legislative di ieri, il presidente Recep Tayyip Erdogan ha visto sfumare l’intenzione di riformare la Costituzione per aumentare i suoi poteri. Secondo la tv statale turca Trt, l’Akp ha ottenuto quasi il 41% dei voti. Resterà con 258 seggi in Parlamento, 18 in meno di quelli che servirebbero per ottenere la maggioranza, per cui Erdogan sarà costretto a formare un governo di minoranza o una coalizione.

La telenovela greca

Prima un dialogo lungo e costruttivo, poi le bordate. Il ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, ha incontrato in Germania l'omologo tedesco, Wolfgang Schaeuble, durante un viaggio per partecipare ad una tavola rotonda. I colloqui sono stati lunghi e produttivi e l'atmosfera era estremamente cordiale, ha detto il greco, che ha aggiunto di avere una comprensione comune del problema con Schaeuble, con cui non ho portato avanti negoziati, ma abbiamo creato una base comune. Varoufakis ha indicato che i colloqui con Schaeuble saranno molto utili, ma ha sottolineato che per Eurolandia sono tempi difficili. Per Varoufakis, un accordo è assolutamente essenziale per l'integrità dell'Eurozona.

La delicata questione ucraina

In Germania si è riunito il primo G7 senza la Russia, esclusa dal tavolo dei "grandi della terra" dopo le sanzioni introdotte per l'aggressione all'Ucraina. Il clima di cooperazione che lega ormai America e Germania, è forte ed è emerso con chiarezza nell'abbondante serie di scambi di cordialità tra il Presidente Usa Barack Obama e il cancelliere tedesco Angela Merkel. Birra, colazione bavarese, sorrisi, passeggiate nel verde della campagnia bavarese tedesca e alcuni punti fermi sul tavolo. Dal G7 arriva un segnale di resistenza alla politica del Cremlino, e un monito all'unità. Già ieri si è sgombrato il campo dai dubbi sui rapporti fra Usa e Germania, tormentati dal datagate.

L'Europa quindi, dal punto di vista geopolitico, ha problemi molto seri da affrontare se vuole riprendere la via della crescita sui mercati, oggi le principali borse sono in calo, con il ritmo di vendita elevato. Chi più di tutti ne fa le spese è il DAX ormai in territorio correttivo da settimane, a questa velocità romperà gli 11.000 nel giro di pochi giorni. Dal 19 Maggio, giorno in cui avevamo segnalato una inversione, ad oggi, l'indice tedesco ha perso il 10.3%. Dall'inizio dell'anno siamo ancora in territorio positivo, sopra del 13.2%, ma teniamo d'occhio il prossimo segnale a 10.800, rimbalzo significherebbe una ottima notizia, una rottura manderebbe i listini europei molto in basso.

Il Quantitative easing potrebbe aver spinto il Dax verso l'alto nei mesi precedenti ma la minaccia dei rialzi dei tassi negli Stati Uniti (infondanti) e la confusione su ciò che sta accadendo in Europa hanno certamente fatto danni, ha dichiarato Tony Cross, analista di mercato presso Trustnet Direct.

Rebecca O'Keeffe, responsabile degli investimenti presso Interactive Investor, ha detto: Il Regno Unito e gli investitori europei speravano che la nuova settimana porti un cambio di informazioni geopolitiche dopo la discesa dei giorni scorsi, ma la situazione resta fragile e la forza dell'economia degli Stati Uniti unita all'impasse Grecia pesano sui sentiment.

I mercati asiatici

I mercati azionari asiatici sono stati contrastati in quanto gli investitori hanno risposto ai dati, che hanno evidenziato i diversi orientamenti politici presso le principali banche centrali del mondo. In Cina, lo Shanghai Composite è salito oltre il 2 per cento a un massimo di sette anni dopo i dati commerciali che hanno sottolineato la debolezza della seconda più grande economia del mondo. Le importazioni verso la Cina a maggio è scesa del 17,6 per cento su base annua in termini di dollari. E' stato il settimo mese di calo consecutivo delle importazioni, il che suggerisce che il consumo in Cina sta continuando a diminuire. Le esportazioni, sono scese del 2,5 per cento rispetto all'anno precedente, il terzo mese consecutivo di declino.

Le azioni cinesi sono state migliori in termini di prestazioni nel mondo lo scorso anno, anche se l'economia rallenta, molti economisti sostengono che questo non è un caso: una cattiva notizia è buona, in quanto è probabile che il reagire con misure di stimolo per sostenere l'economia di Pechino ha aiutato a sollevare il mercato azionario.

In Giappone, il Nikkei 225 è salito marginalmente dopo che il primo trimestre dei dati del prodotto interno lordo sono stati rivisti al 3,9 per cento annualizzato di crescita. L'Ufficio di Gabinetto ha rilevato che il 2015 aveva visto il miglior inizio dell'economia dal 1994, di conseguenza, nel caso di un ulteriore allentamento da parte della Banca del Giappone sarà più difficile, però, smorziamo l'entusiasmo per le azioni.

giovedì 23 ottobre 2014

I migliori e peggiori fondi per un aumento dei tassi di interesse

Ora che l'aumento dei tassi di interesse stà diventando sempre più probabile per il 2015, è giunto il momento di iniziare a strutturare il vostro portafoglio per massimizzare i rendimenti e minimizzare le perdite. Anche se la Federal Reserve non dovesse cominciare neanche nel prossimo anno, è bene iniziare a fare le vostre mosse prima che la Fed faccia le sue.

Anche se l'aumento dei tassi di interesse avranno un impatto negativo su alcuni tipi sia di azioni sia di obbligazioni, l'aumento dei tassi coincide generalmente anche con un'economia in crescita, almeno nelle prime fasi di restrizione monetaria. Pertanto, un investitore non deve farsi prendere dal panico e farsi prendere dall'ansia del selloff. Una semplice strategia di rotazione tra i titoli giusti e quelli sbagliati può trovare un equilibrio prudente e redditizio. Vi sono significative differenze però di prestazioni tra i migliori e i peggiori fondi a causa dell'aumento dei tassi di interesse. Se suddividiamo i fondi azionari nelle due grandi categorie, crescita e valore, riusciamo a capire il comportamento dei grandi corsi dei mercati azionari in un ambiente di tasso di interesse crescente, così come le idee per la gestione del portafoglio.

In generale, è consigliabile ridurre l'esposizione nei titoli di crescita e aumentare l'esposizione in quelli di valore quando i tassi di interesse sono in aumento. I fondi di valore tendono ad essere carichi di società con forti flussi di cassa correnti che potrebbero rallentare in futuro, mentre i titoli di crescita hanno poco o nessun flusso oggi, ma hanno il potenziale per aumentarli in futuro. Pertanto, siccome il mercato azionario è lungimirante, scontando il meccanismo, le aspettative di rialzo dei tassi di interesse (e quindi il costo del denaro) restringono le prospettive di crescita, insieme con quella dei prezzi azionari.



Per fare un confronto, abbiamo usato il Vanguard Growth Index (VIGRX) come proxy per i titoli di crescita e il Vanguard Value Index (VIVAX) per titoli di valore in ciascuno degli anni in cui i tassi di interesse sono aumentati. Si può evincere che il valore vince la battaglia contro la crescita, nei periodi di aumento del tasso di interesse. Perde solo nel 2007, ma questo è soprattutto perché alla fine del 2007 ha visto i titoli finanziari, un settore generalmente di valore, prendere un duro colpo dalla crisi del credito che ha avuto inizio in quell'anno. Ora che abbiamo una vasta comprensione delle condizioni economiche e di mercato nei periodi di rialzo dei tassi, diamo uno sguardo ai migliori e peggiori fondi del settore in tale ambiente.

Il racconto della crescita caduta in disgrazia e del valore entrato nelle grazie nei periodi di rialzo dei tassi ci porta oltre, cioè ai settori. Ad esempio, energetici e utilities, che sono in genere i settori orientati al valore tendono a sovraperformare i settori orientati verso la crescita, come tecnologici e consumo ciclici. Come termine di paragone, abbiamo usato il Vanguard Energy Index (VGENX) e il Fidelity Select Tecnology (FSPTX). Durante il periodo dei quattro anni di aumento dei tassi, l'energetico è chiaramente il settore migliore, con differenze a due cifre e il tecnologico il peggiore. Per la cronaca, abbiamo effettuato una prima scrematura delle migliori e peggiori scelte, guardando questi e altri settori, tra cui i beni di consumo, i beni di consumo ciclici, i finanziari, le utilities, gli immobili, i sanitari e le risorse naturali.

Quando si tratta di prezzi delle obbligazioni e tassi di interesse, l'analisi sembra semplice rispetto a prima. I prezzi delle obbligazioni si muovono in direzione opposta ai tassi di interesse e più lunga è la durata, maggiore è la divergenza. Tuttavia, ci sono altri dati in movimento, come l'occupazione e l'inflazione, che aggiungono complessità alla previsione del prezzo dell'obbligazione. Generalmente è giusto evitare i fondi obbligazionari a lungo termine e avere quelli a breve termine quando i tassi sono in aumento. A causa della correlazione tra i tassi in aumento e l'inflazione, un investitore può anche fare bene con titoli protetti dall'inflazione. I fondi obbligazionari ad alto rendimento, sono come le azioni di crescita e possono avere gravi cali di prezzo, quando il mercato orso colpisce. Pertanto, noi non li includiamo in questa nostra analisi.

Per effettuare il confronto nel più recente periodo di rialzo dei tassi, dal 2004 al 2007, abbiamo usato Vanguard Long-term bond Index (VBLTX), Vanguard Short-term Bond Index (VBISX), Vanguard Inflation-Protected Secs (VIPSX) e Vanguard Total Bond Market Index (VBMFX) come proxy storici per le obbligazioni a lungo termine, obbligazioni a breve termine, e mercato totale delle obbligazioni rispettivamente.

Il punto chiave è che le obbligazioni a lungo termine non hanno perso nei confronti di quelle a breve termine fino al 2006 e 2007 e i titoli protetti dall'inflazione hanno vinto solo nel 2007, il Vanguard Total Bond Market Index fund non ha mai ne vinto ne perso. Pertanto, gli investitori potrebbero voler seguire, nel mezzo della strada da intraprendere, un fondo che fornisca l'esposizione a tutte le categorie di obbligazioni, dalle governative alle corporate alle comuni e per tutte le scadenze e qualità del credito.

martedì 30 settembre 2014

Quando saliranno i tassi di interesse e cosa comporterà ?

Tutti stiamo aspettando e cercando di capire quando cominceranno ad aumentare i tassi di interesse e con quale velocità, la cosa migliore sarebbe che l'economia aumentasse quel tanto che basta da mettere pressione sui tassi d'interesse nel breve termine, ma in questo momento secondo le nuove previsioni della FED la crescita economica non è sufficientemente forte da mettere una tale pressione per un periodo prolungato. In questo momento sembra, che l'argomento principale negli Stati Uniti, non sia né la guerra in medio Oriente né tanto meno quella in Ucraina, ma quando la FED aumenterà i tassi d'interesse e cosa comporterà.

In primo luogo dobbiamo separare due diverse situazioni se vogliamo capire ciò che accadrà nei prossimi 12 mesi circa.

Per prima cosa, negli ultimi sei anni, la Federal Reserve ha pompato un sacco di riserva nel sistema bancario. Ci sono quasi 2.800 miliardi di dollari in eccesso nel sistema bancario. Ora, trascurando la bontà dell'operazione, il problema è che abbiamo una massiccia quantità di riserve nel sistema bancario e queste potrebbero causare problemi reali se le banche decidessero di prestare tali riserve alle imprese e ai consumatori. Questo, naturalmente, è quello di cui sono preoccupati i "falchi dell'inflazione". La questione quindi diventa, in che modo la Fed ridurrà la quantità di riserve e come pensano di farlo in modo sistematico, organizzato e sopratutto stabile ? Non credo che tale questione, pragmaticamente, sia il vero dilemma della Federal Reserve in questo momento.



Il secondo problema è il fatto che la crescita economica è modesta in questo momento. Ci sono molti motivi che possono essere forniti per questa ipotesi, ma il semplice fatto che i membri dell'Open Market Committee della Federal Reserve stiano proiettando che la crescita economica per i prossimi cinque anni sarà nel range tra l'1,8% e il 2,6%, è un'indicazione che l'economia non correrà tanto da qui in avanti. Inoltre, questi funzionari hanno abbassato le loro proiezione per la futura inflazione tra l'1,7% e il 2,2%. Questo si confronta favorevolmente con l'obiettivo della Fed di mantenere l'inflazione dei prezzi intorno al 2,0%. I membri del Open Market Committee non sono, però, gli unici che stanno giungendo a proiezioni di questo tipo. Non solo ci sono proiezioni di istituti privati in questo campo, ma altre organizzazioni come il Fondo Monetario Internazionale sta indicando che vedono sia la crescita che l'inflazione all'interno di questi intervalli.

Tutta la zona euro sembra sull'orlo di un'altra recessione e possibile deflazione. La Cina sta avendo i suoi problemi cosi come l'India e altri paesi emergenti. Sembra che gli Stati Uniti stiano facendo abbastanza bene se guardiamo le condizioni che devono essere affrontate da questi altri paesi. Il punto è che c'è poca pressione al rialzo esercitata nella maggior parte delle economie di tutto il mondo. E se le economie non viaggiano all'unisono, è terribilmente difficile generare molta domanda di prestiti. Le aziende non sono disposte ad impegnarsi per investimenti futuri, perché le prospettive sono così tristi ed incerte che preferirebbero non prendere in prestito, o se lo fanno, insieme con il denaro contante che potrebbero avere a portata di mano, preferiscono spendere i soldi per ricomprare le loro azioni o pagare dividendi.

I consumatori non vogliono prendere denaro in prestito. I ricchi o coloro che hanno un'istruzione universitaria stanno andando bene, stanno lavorando e dispongono di risorse sufficienti per spendere ciò che vogliono. A tutti gli altri, purtroppo, le cose non vanno bene, qualsiasi ricerca effettuata in questo momento, indica che gran parte della forza lavoro americana non sta facendo molto bene, si sente depressa e non è molto ottimista circa il futuro. Quest'ultimo gruppo di certo non vuole prendere denaro in prestito.

Un gran numero di banche, in realtà, non si vuole esporre in questo momento. Questi sono la maggior parte delle banche, in particolare quelle che hanno meno di 1,0 miliardo di dollari di patrimoni. Molte di queste banche hanno ancora problemi con i vecchi prestiti e avendo l'autorità di regolamentazione che le tiene d'occhio, non sono ansiose di fare nuovi prestiti. Inoltre, con un'economia così debole non c'è molta fiducia nel prendere rischi in eccesso per concedere nuovi prestiti, anche perchè, gli standard del credito sono piuttosto gravosi. Quindi, non ci sono molte domande di prestiti e le banche sembrano essere molto felici, sedute sulle loro riserve in eccesso.



Pertanto, non c'è una pressione sui tassi di interesse a breve termine tale da farli salire. Inoltre, con ciò che indicano queste proiezioni economiche molti ritengono che questa situazione non migliorerà per adesso, per cui c'è ben poco timore che la domanda di prestiti aumenti nell'immediato. La questione, quindi diventa, quando ci sarà sufficiente pressione sui mercati monetari per causare l'aumento dei tassi di interesse ? In questo tipo di ambiente, la Federal Reserve non creerà molta pressione sui tassi di interesse a breve termine se può prendere i fondi dalle banche e non provocare eventuali vincoli sulle attività del prestito.

Secondo la Fed di Chicago, il costo del denaro starà basso fin oltre l'estate 2015, per essere certi che la crescita possa sostenersi senza aiuti, la Federal Reserve dovrà probabilmente tenere il costo del denaro ai minimi fin oltre la prossima estate, ovvero finché non sarà certa che l'economia può mantenere il proprio slancio anche senza il sostegno della Banca centrale americana.

In questo momento, non c'è alcuna pressione della domanda sui tassi di interesse a breve termine. Le banche sembrano essere contento di essere semplicemente dove sono. Fintanto che questo accade, la Federal Reserve probabilmente non forzerà il problema, aumentando i tassi di interesse a breve termine. Penso, che ciò che la Federal Reserve vuole davvero vedere accadere è che l'economia inizi a prendere velocità, portando le banche ad affrontare una maggiore domanda di prestiti che eserciterebbe poi una certa pressione sull'aumento dei tassi di interesse. Poi, come nella maggior parte dei periodi di ripresa economica, i tassi di interesse potrebbero salire anche, a causa di un aumento naturale della domanda dei prestiti aziendali. Questo sarebbe lo scenario più auspicabile.

Per quanto riguarda l'aumento dei tassi a lungo termine, che dipenderà dalla crescita dell'economia con l'aumento del tasso di inflazione, la Fed può fare poco o nulla per influenzare questa pressione. Tuttavia, in questo momento sui mercati obbligazionari, il tasso atteso di inflazione nei prossimi dieci anni sembra essere di circa 2,00%. La cosa interessante è che alla fine dello scorso anno, le aspettative inflazionistiche degli investitori sembravano essere al di sopra del 2,30% e questa aspettativa, è stata piuttosto volatile. Sembra come se gli investitori non sapessero bene cosa aspettarsi in termini di inflazione.