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giovedì 23 ottobre 2014

I migliori e peggiori fondi per un aumento dei tassi di interesse

Ora che l'aumento dei tassi di interesse stà diventando sempre più probabile per il 2015, è giunto il momento di iniziare a strutturare il vostro portafoglio per massimizzare i rendimenti e minimizzare le perdite. Anche se la Federal Reserve non dovesse cominciare neanche nel prossimo anno, è bene iniziare a fare le vostre mosse prima che la Fed faccia le sue.

Anche se l'aumento dei tassi di interesse avranno un impatto negativo su alcuni tipi sia di azioni sia di obbligazioni, l'aumento dei tassi coincide generalmente anche con un'economia in crescita, almeno nelle prime fasi di restrizione monetaria. Pertanto, un investitore non deve farsi prendere dal panico e farsi prendere dall'ansia del selloff. Una semplice strategia di rotazione tra i titoli giusti e quelli sbagliati può trovare un equilibrio prudente e redditizio. Vi sono significative differenze però di prestazioni tra i migliori e i peggiori fondi a causa dell'aumento dei tassi di interesse. Se suddividiamo i fondi azionari nelle due grandi categorie, crescita e valore, riusciamo a capire il comportamento dei grandi corsi dei mercati azionari in un ambiente di tasso di interesse crescente, così come le idee per la gestione del portafoglio.

In generale, è consigliabile ridurre l'esposizione nei titoli di crescita e aumentare l'esposizione in quelli di valore quando i tassi di interesse sono in aumento. I fondi di valore tendono ad essere carichi di società con forti flussi di cassa correnti che potrebbero rallentare in futuro, mentre i titoli di crescita hanno poco o nessun flusso oggi, ma hanno il potenziale per aumentarli in futuro. Pertanto, siccome il mercato azionario è lungimirante, scontando il meccanismo, le aspettative di rialzo dei tassi di interesse (e quindi il costo del denaro) restringono le prospettive di crescita, insieme con quella dei prezzi azionari.



Per fare un confronto, abbiamo usato il Vanguard Growth Index (VIGRX) come proxy per i titoli di crescita e il Vanguard Value Index (VIVAX) per titoli di valore in ciascuno degli anni in cui i tassi di interesse sono aumentati. Si può evincere che il valore vince la battaglia contro la crescita, nei periodi di aumento del tasso di interesse. Perde solo nel 2007, ma questo è soprattutto perché alla fine del 2007 ha visto i titoli finanziari, un settore generalmente di valore, prendere un duro colpo dalla crisi del credito che ha avuto inizio in quell'anno. Ora che abbiamo una vasta comprensione delle condizioni economiche e di mercato nei periodi di rialzo dei tassi, diamo uno sguardo ai migliori e peggiori fondi del settore in tale ambiente.

Il racconto della crescita caduta in disgrazia e del valore entrato nelle grazie nei periodi di rialzo dei tassi ci porta oltre, cioè ai settori. Ad esempio, energetici e utilities, che sono in genere i settori orientati al valore tendono a sovraperformare i settori orientati verso la crescita, come tecnologici e consumo ciclici. Come termine di paragone, abbiamo usato il Vanguard Energy Index (VGENX) e il Fidelity Select Tecnology (FSPTX). Durante il periodo dei quattro anni di aumento dei tassi, l'energetico è chiaramente il settore migliore, con differenze a due cifre e il tecnologico il peggiore. Per la cronaca, abbiamo effettuato una prima scrematura delle migliori e peggiori scelte, guardando questi e altri settori, tra cui i beni di consumo, i beni di consumo ciclici, i finanziari, le utilities, gli immobili, i sanitari e le risorse naturali.

Quando si tratta di prezzi delle obbligazioni e tassi di interesse, l'analisi sembra semplice rispetto a prima. I prezzi delle obbligazioni si muovono in direzione opposta ai tassi di interesse e più lunga è la durata, maggiore è la divergenza. Tuttavia, ci sono altri dati in movimento, come l'occupazione e l'inflazione, che aggiungono complessità alla previsione del prezzo dell'obbligazione. Generalmente è giusto evitare i fondi obbligazionari a lungo termine e avere quelli a breve termine quando i tassi sono in aumento. A causa della correlazione tra i tassi in aumento e l'inflazione, un investitore può anche fare bene con titoli protetti dall'inflazione. I fondi obbligazionari ad alto rendimento, sono come le azioni di crescita e possono avere gravi cali di prezzo, quando il mercato orso colpisce. Pertanto, noi non li includiamo in questa nostra analisi.

Per effettuare il confronto nel più recente periodo di rialzo dei tassi, dal 2004 al 2007, abbiamo usato Vanguard Long-term bond Index (VBLTX), Vanguard Short-term Bond Index (VBISX), Vanguard Inflation-Protected Secs (VIPSX) e Vanguard Total Bond Market Index (VBMFX) come proxy storici per le obbligazioni a lungo termine, obbligazioni a breve termine, e mercato totale delle obbligazioni rispettivamente.

Il punto chiave è che le obbligazioni a lungo termine non hanno perso nei confronti di quelle a breve termine fino al 2006 e 2007 e i titoli protetti dall'inflazione hanno vinto solo nel 2007, il Vanguard Total Bond Market Index fund non ha mai ne vinto ne perso. Pertanto, gli investitori potrebbero voler seguire, nel mezzo della strada da intraprendere, un fondo che fornisca l'esposizione a tutte le categorie di obbligazioni, dalle governative alle corporate alle comuni e per tutte le scadenze e qualità del credito.

giovedì 14 giugno 2012

Trovare il miglior Fondo o ETF che offre dividendi


One Million Dollar Portfolio dal 2010 ad oggi +83.65%
Stock Win Usa Portfolio dal 2010 ad oggi +117.16
Europa Vincente Portfolio dall'inizio del 2012 +11.17%


Gli investitori si stanno riversando in fondi azionari alla ricerca di alternative ai bassi rendimenti nei mercati azionari di questo periodo. Ma molti esperti mettono in guardia che tali investitori potrebbero andare incontro a perdite significative. Utilizzando una metodologia oggettiva che valuta compromesso tra rendimento e rischio, possiamo determinare i fondi che gli investitori dovrebbero preferire e quelli che dovrebbero evitare.

Una delle cose cruciali su cui focalizzarsi è che molti fondi sono guidati dai figli del baby boomers, il quale obiettivo era di costruire un portafoglio di accumulo con un reddito prevedibile e bassa volatilità. In aggiunta, la volatilità del mercato negli ultimi anni ha erogato costanti dividendi particolarmente attraenti.

Quegli esperti che avvertono gli investitori sui pericoli causati da fondi gestiti da investitori anziani i quali replicano i valori dei bond con titoli che offrono una bassissima volatilità e dividendi stabili, inavvertitamente incrementano il rischio del fondo stesso che ad un certo punto è costretto a fare un cambio di rotta o si assicurerà delle perdite.

Vorrei iniziare esaminando il punto focale di questo articolo, ovvero l'orientamento dei dividendi su cui investire per poi esplorare le principali classi di ETF che hanno all'interno titoli che offrono dividendi ed infine i fondi comuni confrontati con una metodologia che mette a confronto il rischio del dividendo per valutare se tale percentuale è giustificabile o no.

Elementi di investimento dei dividendi

I dividendi, storicamente, sono costituiti in una parte consistente da titoli azionari. Un articolo recente di Richard Skaggs, analista azionario capo Loomis Sayles, ha fornito delle interessanti statistiche aggiornate. Negli ultimi 30 anni i dividendi hanno fornito il 45% del rendimento complessivo dello S&P 500.

Mentre molti consulenti si concentrano sul rendimento totale, la mia ricerca dimostra che sono favoriti i titoli che pagano dividendi perchè:

  • Hanno migliori stime sul rischio di ritorno
  • Hanno una verifica più rapida sul ritorno delle stime
  • Alta qualità di guadagni
  • Un migliore allineamento degli incentivi tra i dirigenti aziendali e gli azionisti
  • Incremento di attrattività nel tempo

    Per stimare al meglio i ritorni futuri di un qualsiasi investimento, una delle più importanti fonti di incertezza è la stima del rischio. Ciò è dovuto dalla nostra limitata capacità di stimare attesi rendimenti. Dato che i rendimenti futuri sono collegati ai guadagni, la ricerca mostra che i titoli che pagano dividendi hanno una maggiore qualità di guadagni associato ad un minore rischio sulle stime di crescita rispetto ai titoli che non pagano dividendi.

    I manager di aziende che pagano dividendi hanno incentivi finanziari maggiori e sono più in linea con gli interessi degli investitori rispetto alle altre aziende. La gestione si concentrerà sul mantenimento dei diviendi, in più i dipendenti di tale aziende sono più incentivati a mantenere le azioni derivate da stock-option. Dall'altra parte invece i manager di società che non pagano dividendi hanno nei confronti degli azionisti uno stress maggiore perchè sono costretti a fornire stime sempre migliori sul breve termine per evitare le vendite sul mercato, non potranno mai concentrarsi sul lungo periodo.

    In più pensiamo al target di chi possiede titoli che pagano dividendi, come i pensionati o quelli vicini alla pensione. Queste persone tendono a mantenere tali titoli in portafoglio per poter raggiungere un livello tale da permettergli di vivere col sostentamento dei dividendi stessi.

    Infine, secondo Gross e Mohammed El-Erian, la prospettiva futura suggerisce che l'economia mondiale rallenterà, e i rendimenti saranno più modesti, di conseguenza gli investitori favoriranno sempre di più titoli che offriranno dividendi nei loro portafogli.

    Il problema principale per gli investitori tuttavia è che i rendimenti dei dividendi aumentano quando le aziende sono in difficoltà. Di fronte a condizioni avverse che spingono i prezzi al ribasso, le società sono riluttanti a tagliare i loro dividendi per paura di vendite evitando così di inviare segnali negativi agli investitori. Con un dividendo costante e un prezzo delle azioni in calo, il rendimento sale. Rendimenti molto elevati possono essere un segno di pericolo ed essere un avviso di un imminente taglio dei dividendi, questa viene definita "la trappola del valore".

    In questo contesto cerchiamo di esplorare fondi comuni ed ETF che si concentrano su titoli che offrono dividendi.

    Fondi con esposizione in titoli che offrono dividendi Il modo più semplice per gli investitori e consulenti di investire in titoli che pagano dividendi è attraverso gli ETF o fondi comuni di investimento. Attualmente, tali fondi hanno un rendimento intorno al 6,8%, ma quei fondi ad alto rendimento sono maggiormente rischiosi. La questione è se i rischi associati ad un maggior rendimento possono essere alternative valide.

    ETF

    Gli ETF basati su indici come l'S&P Dividend ETF SPDR (SDY) e il Powershares High-Yield Dividend Achievers ETF (PEY) forniscono un buon punto di partenza per esplorare fondi con dividendi. PEY ha un rendimento del 3,66% e SDY del 3,11%. SDY segue lo S&P High-Yield Dividend index Aristocrats, che attinge da un insieme di aziende che hanno 25 anni di record di mantenimento e aumento dei loro dividendi. PEY segue il Mergent Achievers Dividend 50 Index, che sono società nazionali ad alto rendimento e crescita costante dei dividendi.

    I rendimenti di SDY e PEY possono essere utilizzati come base per giudicare gli altri fondi che offrono dividendi. Il Dividend ETF SPDR Internazionale (DWX), per esempio, quasi raddoppia il loro rendimento al 6,37%.

    Ma come possiamo confrontare il relativo rendimento rispetto al rischio tra SDY, PEY e DWX ? Una misura semplice ma altamente informativa è quello di confrontare il rendimento e la volatilità storica. La tabella seguente mette a confronto i rendimenti di un certo numero di ETF con dividendi elevati e le loro volatilità storiche. Ho selezionato questo elenco di ETF utilizzando uno screen di fondi azionari con i più alti rendimenti, tra cui anche il Treasury bond ETF (TLT) sul lungo periodo. Questa tabella è ordinata dal più alto rendimento (in alto) e quello più basso.



    Ciò che colpisce subito è la volatilità. DWX, per esempio, ha una volatilità molto più alta rispetto a SDY o PEY i quali, entrambi hanno un rischio e rendimento molto simili a quelli delle obbligazioni a lungo termine del Tesoro.

    L'S&P 500 termina con una volatilità di 3 anni del 15,6%, che fornisce un punto di riferimento del rischio. Un buon numero di questi fondi sono stati molto più volatili rispetto allo S&P 500.

    Una nota per il lettore in chiusura di tabella: CVY, un ETF con elevato rendimento rispetto al suo livello di rischio, non è un fondo azionario puro. Il fondo detiene azioni privilegiate, MLPS, e REIT ipotecari. Qualsiasi fondo azionario puro nella lista sopra potrebbe generare un rendimento con un rischio uguale o inferiore se sono autorizzato ad investire in questi asset class.

    Fondi comuni di investimento

    Ho eseguito una simile ricerca su fondi comuni di investimento incentrati su titoli che offrono dividendi, i dati per questi fondi si possono trovare nella tabella sottostante.



    I primi due fondi, HFQAX e EDIAX, hanno più del doppio del rendimento con un rischio di poco superiore a SDY. Morningstar classifica HFQAX come fondo azionari a livello mondiale di grande valore. Detiene il 2,6% in contanti, 17,9% in titoli USA e 79,6% in titoli non statunitensi. Sulla base della resa-vs-rischio, questo fondo è impressionante.

    EDIAX è anche classificato come fondo di valore elevato. Un problema con questi due fondi, tuttavia, è il loro fatturato annuo molto elevato (127% per HFQAX e 124% per EDIAX), il che significa che gli investitori fanno affidamento sulla capacità dei gestori di fondi piuttosto che sulla persistenza dei dividendi. Elevato turnover toglie anche le prestazioni attraverso i costi di intermediazione e lo spread bid-ask per le negoziazioni del fondo.
    La tabella sopra evidenzia perché gli investitori devono essere cauti nello scegliere fondi sulla base del solo rendimento. Oppenheimer International Small Cap fund, OSMAX, ha un rendimento del 4,3%, molto superiore a quello dello S&P 500, per esempio, ma il rischio associato a questo fondo è sostanziale. Gli investitori che possiedono tale fondo stanno implicitamente scommettendo su un apprezzamento notevole dei prezzi, per integrare la resa e compensare il rischio che si assumono.

    Il rischio rispetto al rendimento

    Nel complesso, lo spettro del rischio rispetto al rendimento per i fondi comuni di investimento è molto simile a quella per gli ETF. Tuttavia il rendimento di portafogli di fondi comuni ha una resa superiore a quello dei portafogli ETF equivalenti. E' importante tenere a mente, tuttavia, che la resa-contro-rischio non tiene conto dell'impatto delle commissioni, che tendono ad essere più elevate per i fondi comuni di investimento.

    L'S&P 500 ha una volatilità a 3 anni del 15,6%, quindi i risultati della prima tabella ci mostra che è possibile creare un portafoglio di ETF con un rendimento del 6% e la volatilità simile allo S&P 500, anche con il 50% di vincolo massimo di allocazione. Questo portafoglio ha la seguente ripartizione:

    50% IST
    37,5% IXP
    12,5% CVY

    Un portafoglio al quale abbiamo assegnato il 50% assegnato di HFQAX e EDIAX (i due fondi comuni di investimento focalizzati sul dividendo discusso in precedenza) avrebbe una volatilità del 14,9% e un rendimento del 6,6%. Se si escludono queste due fondi dal campione di fondi comuni di investimento e quindi ottimizziamo per ottenere il massimo rendimento possibile per una volatilità del 15%, la resa massima è del 5,6%. Il miglior portafoglio di ETF avrebbe un rendimento del 5,8% a questo livello di rischio.

    Questi risultati non voglio dire che questi sono i migliori portafogli nella prospettiva di continuità futura, ma non dimostrano che gli investitori possono fare meglio del rendimento e il rischio del S&P 500 con un portafoglio di dividendi incentrati fondi o ETF.

    Gli investitori devono riconoscere l'enorme gamma di volatilità per i fondi azionari. Ci sono fondi il cui rendimento si avvicina al 5% con volatilità inferiore al 15% e gli altri con volatilità fino al 30% o superiore. Gli investitori la cui principale considerazione è il reddito dovrebbero evitare fondi volatilità superiore al 20%.

    Il fatto che un fondo non rientra nei nostri standard di difensivismo non lo esclude come componente interessante per un portafoglio dato che anche una volatilità più elevata con basso rendimento del fondo può avere effetti positivi di diversificazione.

    Inoltre ci sono molti titoli con alto potenziale di crescita che pagano dividendi di piccole dimensioni o nessun dividendo. La resa-contro-rischio riguarda solo la componente di rendimento rappresentato dal reddito.

    Le informazioni e i dati sono ritenuti accurati, ma non ci sono garanzie. Domino Solutions non è un consulente d'investimento e non offre consigli specifici di investimento. Le informazioni qui contenute sono solo a scopo informativo