mercoledì 20 marzo 2013

La produzione di petrolio e gas naturale sono in aumento negli Stati Uniti

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Il petrolio greggio e il gas naturale negli Stati Uniti hanno fortemente rimbalzato negli ultimi anni. Il risultato di questo incremento è stato una diminuzione del prezzo del gas naturale ai minimi degli ultimi 20 anni. In controtendenza i prezzi della benzina non hanno seguito quelli del gas naturale e hanno raggiunto i quasi 4.00 dollari al gallone nelle ultime settimane. Oggi il prezzo medio nazionale è di 3,659 dollari secondo gasbuddy.com.

Produzione petrolio e gas naturale negli Stati Uniti dal 1973 al 2011

L'articolo dell'FMI osserva che gli alti prezzi del greggio e le nuove tecnologie hanno permesso ai produttori la produzione di prodotti a buon mercato per estrarre risorse da formazioni geologiche. Il processo di "fracking", in cui i fluidi vengono iniettati ad alta pressione nella roccia per rilasciare i combustibili intrappolati, ha rivoluzionato la produzione di petrolio e gas abbassando i prezzi rendendo l'estrazione più redditizia.

Cosa comporterà un aumento della produzione ?

L'aumento della produzione di petrolio da parte degli Stati Uniti porterà inevitabilmente ad un declino dell'Opec, contribuendo ad una riduzione della domanda estera pari a 100 mila barili al giorno. Secondo una stima eseguita dal Wall Street Journal il taglio dell'Opec alimenterà la riduzione di circa 350 mila barili quotidiani rispetto alla media dell’anno precedente. Questo cosa significa ? Che nel corso del 2013 la richiesta complessiva di oro nero proveniente dalla storica organizzazione dei Paesi esportatori scenderà a 29,7 milioni di barili quotidiani pari al 33,1 per cento della domanda globale. Ovvero il livello più basso degli ultimi 11 anni.

Questa proiezione va tradotta come un segnale di potenziale crisi per i paesi dell'OPEC tra cui Iran, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Iraq, Nigeria e Venezuela. Sempre secondo il Wall Street Journal, le forniture petrolifere delle nazioni non Opec dovrebbero crescere quest’anno di 1 milione di barili al giorno sfruttando il traino della produzione statunitense, pronta a toccare i livelli più alti dal 1985. L'analisi è molto importante perchè se gli Stati Uniti continuano a produrre materie prime così ad alto livello potrebbero diventare i primi produttori al mondo, nel giro di qualche anno, superando addirittura la storica Arabia Saudita.

L'OPEC ovviamente spera in un aumento della domanda a livello globale per poter mantenere la stessa produzione degli ultimi anni e non essere costretti a chiudere pozzi perdendo peso geopolitico sul prezzo del greggio. Paesi come l'Arabia Saudita ,per esempio, hanno avuto un’influenza massiccia sulla determinazione del prezzo del petrolio attribuendo a Riyad il ruolo di banca centrale de facto nel mercato dell’oro nero.

Impatto positivo sull'occupazione americana

Tornando all'articolo dell'FMI, sembra che l'occupazione nell'estrazione di petrolio, gas e nel settore minerario sia quasi raddoppiato negli ultimi dieci anni. L'anno scorso circa 570.000 lavoratori sono stati impiegati in questi settori. Mentre i livelli di occupazione in molti altri settori sono diminuiti negli ultimi dieci anni è confortante sapere che le industrie energetiche e minerarie creino posti di lavoro.

Conclusione

Anche se per l'intero 2013 le aspettative resteranno al di sotto delle importazioni (7,31 contro 7,58 mbg), la svolta prevista per il prossimo autunno non sarà transitoria. Nel 2014 l'Eia ritiene che gli Usa estrarranno in media 7,88 mbg, 840mila in più rispetto ai barili che acquisteranno all'estero.

Il futuro quindi per gli Stati Uniti è praticamente scritto, secondo i tecnici del Governo ciò che sta avvenendo è irreversibile: grazie all'enorme successo dello shale oil, il greggio estratto dalle rocce argillose, gli Stati Uniti sono tornati ad essere una potenza sui mercati petroliferi.

Abbassando il costo di produzione del petrolio e del gas, gli Usa stanno inoltre accrescendo la propria competitività sul mercato dei carburanti, di cui sono oggi diventati esportatori netti.

Le informazioni e i dati sono ritenuti accurati, ma non ci sono garanzie. Domino Solutions non è un consulente d'investimento e non offre consigli specifici di investimento. Le informazioni qui contenute sono solo a scopo informativo