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Anche se il mercato azionario statunitense dall'inizio dell'anno ha regalato un +15% storico di quasi tutti gli indici, se diamo uno sguardo alle materie sembra di entrare in un mercato orso in piena regola. Basta prendere in considerazione queste statistiche:
1) Dopo un forte calo, il 15 aprile, l'oro è precipitato di quasi il 20% scendendo del 30% dopo aver colpito il massimo storico di circa 1900 dollari per oncia nell'autunno del 2011.
2) Il petrolio è scivolato da 97 dollari al barile a 87 dollari solo nelle ultimi due settimane.
3) Il rame è sceso di circa il 12% quest'anno e di circa il 27% dal picco dell'Estate del 2011.
4) L'alluminio è vicino agli 80 centesimi per libbra (attualmente è a 82 centesimi). Se dovesse toccare i minini vedrà i suoi livelli più bassi a partire dall'estate del 2009.
A meno che queste materie prime non si stabilizzeranno rapidamente, inizieranno tutte a rompere i livelli di resistenza chiave volando verso il basso.
L'Oro
Forse il bene più vulnerabile di tutti è l'oro, che non ha meccanismi di domanda per stabilire un valore equo. Il prezzo dell'oro è sempre basato puramente sul "sentiment", per lo più come una copertura contro l'inflazione percepita.
Un rapporto di Goldman Sachs del 10 Aprile ha convertito anche i più accaniti investori Toro dell'Oro:
Nel rapporto viene consigliato ai propri clienti di uscire dallo short sull’oro, suggerito lo scorso 10 aprile, ovvero appena due giorni prima il clamoroso crollo delle quotazioni che il 16 aprile toccheranno il minimo più basso da gennaio 2011 a 1.321 dollari l’oncia. Goldman Sachs aveva consigliato di andare short sull’oro in vista di un imminente sell-off, che puntualmente si è verificato due giorni dopo.La conclusione fondamentale, secondo Goldman Sachs, è che l'oro, come copertura durante questi tempi economici complessi, non è più applicabile. E' il momento di iniziare a pensare l'Oro come asset sulle dinamiche fondamentali della domanda e dell'offerta. Anche se gli analisti di Goldman vedono l'oro rimanere sopra 1.400 dollari quest'anno, si aspettano che il metallo giallo si spinga verso i 1.300 dollari l'anno prossimo. La loro previsione a lungo termine per l'oro è di 1.200 dollari l'oncia.
Perché quel prezzo ?
Le aspettative di inflazione rimangono ben ancorate ed i nostri economisti si aspettano pressioni inflazionistiche nei prossimi anniGoldman ritiene che i 1.200 dollari l'oncia come prezzo dell'Oro sia corretto se l'inflazione rimane "addomesticata". Le banche centrali stanno ancora comprando oro e hanno accelerato i loro acquisti negli ultimi tre mesi. Gli analisti di Goldman dicono che il trend continuerà e questo potrebbe spostare ancora più basso la loro previsione di 1.200 dollari per oncia se non fosse per gli acquisti delle banche centrali. D'altra parte, la domanda dei consumatori di oro in Cina e in India sono crollate, motivo per cui l'oro è stato colpito in modo particolarmente duro nelle poche sedute precedenti.
Il fatto che molti produttori di oro, come la Barrick Gold (NYSE: ABX), spesso alle prese con i loro problemi di specifici data mining aziendali insieme con le sfide delle miniere in Cile e Repubblica Dominicana, al momento aggiungono solo dolori agli investitori in Oro.
Che dire delle altre materie prime ?
Il simultaneo sell-off delle altre materie prime potrebbe essere casuale. Il prezzo del petrolio, rame, alluminio e altre materie prime scende, questo è certamente più strettamente legato alla domanda economica globale, soprattutto dalla Cina. Dalla fine di marzo si sono notati deboli dati economici dalla Cina. Il prodotto interno lordo della Cina è cresciuto del 7,7% nel primo trimestre, al di sotto della previsione di consenso dell'8%. E finché rimane la possibilità che l'economia cinese sia in fase di rallentamento, i prezzi delle materie prime potrebbero continuare a scendere.
Questa è la visione degli economisti di Citigroup, che hanno appena abbassato le loro previsioni di prezzo per diverse materie prime. Ad esempio, vedono il rame a 3,07 dollari per oncia per il prossimo anno (da un recente 3,24 $), il quale sarebbe il livello più basso in quasi tre anni.
E mentre gli economisti di Citi aspettavano di vedere i prezzi dell'alluminio rimbalzare a 99 centesimi per libbra nel 2014, hanno appena rivisto la cifra a 88 centesimi.Tuttavia, questi sono i tipi di asset che è necessario continuare a seguire, perché i prezzi più bassi pongono le basi per il prossimo mercato toro delle materie prime.
Consideriamo il ferro
Il ferro è salito da 60 $ per tonnellata, nell'estate del 2008, a quasi 190 $ per tonnellata nel mese di febbraio 2011, grazie all'innalzamento della domanda mondiale in luoghi come la Cina e gli Stati Uniti. Il problema è che i produttori di ferro hanno preso atto dell'aumento e vedendo una grossa opportunità hanno aggressivamente potenziato le loro attività minerarie. Divenne presto chiaro che la troppa offerta stava distruggendo il mercato e i prezzi del ferro è crollato sotto i 100 dollari per tonnellata prima dell'estate del 2012.
Ciò ha portato i principali produttori, come Cliffs Natural Resources (NYSE: CLF), Vale (NYSE: VALE) e altri, ad iniziare tagli sui loro piani di produzione. Come risultato i prezzi del ferro sono scesi di circa il 40% dalla scorsa estate a circa 140 $ per tonnellata.
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Cosa conviene fare in questo momento ?
Questo è esattamente la dinamica che vedrete intraprendere da quasi tutti i produtturi di materie prime. Il duro colpo della discesa dei prezzi porterà la disciplina nell'offerta, e di conseguenza livellerà la domanda, a quel punto i prezzi si risolleveranno. Non siamo ancora a quel punto ma vale la pena tenere traccia dei piani di produzione dei principali produttori di rame, alluminio e altri beni essenziali. Anche se gli analisti si stanno preparando per una prolungata crisi, cambieranno le loro stime non appena vedranno un cambiamento nella produzione.
Rischi da considerare
In questo momento i produttori hanno valori azionari pericolosi. L'economia globale resta malata, la Cina e gli Stati Uniti, in particolare, potrebbero iniziare a sentire l'attrazione gravitazionale di debolezza dell'Europa e di altri paesi emergenti in crisi.
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