Il prezzo del rame, nel contesto dei mercati, ha un significato diverso dalle altre materie prime. Infatti, questa “speciale” commodity è associata con la salute dell’economia, agisce come un barometro della forza economica, da qui il suo alias “Dr. Copper. Allora la domanda nasce spontanea, il suo prezzo nel 2017 salire o scenderà? Secondo noi il suo prezzo scenderà quest’anno, le incognite e i problemi nel mondo sono davvero tanti. Pensate alle tensioni geopolitiche, difficilmente ci sarà una crescita economica nei mercati sviluppati, i tassi di interesse, le votazioni in Europa e l’occupazione.
Detto questo, il rame è salito nel corso delle ultime settimane, anche se si è tentati di dare un volto speculativo alla salita, gli sviluppi sui fondamentali sono molto forti, questi hanno contribuito ad un interesse speculativo sostenendo un ambiente più rialzista per il rame. Il miglioramento della crescita della domanda è stato più forte di quanto avevamo previsto, pensiamo comunque che già per il primo trimestre 2017 è probabile queste buone notizie saranno assorbite dal mercato, spingendo di nuovo il prezzo verso i 2.20 $ alla libbra.
Sorprendentemente ci troviamo in una situazione in cui, nonostante il sentimento ribassista in linea con i futures di rame, il metallo è riuscito a tenere testa ai ribassi nelle ultime settimane, mantenendosi al di sopra dei segnali ribassisti di mesi fa. Questo potrebbe essere un segno di una ripresa costante della domanda?
Se diamo uno sguardo alle previsioni delle domande possiamo notare che la produzione e il consumo erano gia in aumento nel 2015, ma il consumo era comunque in una sorta di limbo non equilibrato, questo ha portato il prezzo a scendere fino ai 5.6 $ alla libbra. In pratica gli investitori devono stare attenti. Infatti, non sempre i comunicati dei dipartimenti definiscono un trend, a volte bisogna interpretare anche altri segnali per capire la direzione di una materia prima. Che sia su lungo termine o breve termine.
La debolezza alla fine dello scorso anno, causato dal sentiment negativo, ha portato il mercato ad ignorare le risposte sulla fornitura aggiunta nel mese di gennaio, quando la Cina ha accettato di aumentare le scorte, e le principali fonderie cinesi hanno accettano di ridurre drasticamente la produzione di circa il 20% per il 2016. A questo punto gli elementi fondamentali cominciano a scontrarsi l’uno con l’altro lasciandoci con una domanda, in quale direzione quindi andrà il rame?
I prezzi della produzione in Cina, il principale consumatore di metalli al mondo, sono saliti velocemente a Novembre più che negli ultimi 5 anni, in quanto i prezzi del carbone, acciaio e altri materiali da costruzione sono aumentati vertiginosamente. I dati ottimistici provenienti dalla Cina, gli Stati Uniti e l’Europa suggeriscono che l’economia globale potrebbe lentamente entrare in un periodo di reflazione.
Reflazione: Nel linguaggio economico, moderata nuova inflazione successiva alla deflazione innescata dalla iniezione di una maggior quantità di moneta, e che si accompagna solitamente a una ripresa economica.
Goldman Sachs ha riferito che prevede un deficit di rame di circa 180.000 tonnellate per il 2017, dalle precedenti stime di un surplus sulla fornitura di 360.000 tonnellate. La banca si aspetta un aumento dei prezzi intorno 6.200 $ per tonnellata per i prossimi sei mesi. I futures sul rame sul London Metal Exchange è salito dello 0,8 per cento a 5.872 $ per tonnellata, mentre il contratto di rame sulla borsa di Shanghai Futures Exchange è aumentato del 1,7% a 47.890 yuan a tonnellata.
Il fattore Africa
Fonti del settore in Zambia hanno riferito a Reuters a Dicembre che alcuni grandi cambiamenti sono in corso nel mercato del rame nel paese. Il cambiamento è stato innescato dalla mutazione politica del governo nei riguardi delle fonderie locali. Sarà introdotta una nuova tassa dal governo dello Zambia sulle importazioni di concentrati di rame. I funzionari a quanto pare hanno intenzione di tassare le spedizioni in entrata di concentrato fino al 7,5%. Questo probabilmente porterà ad una battuta d’arresto sulle importazioni in Zambia che attualmente gestiscono almeno 500.000 tonnellate all’anno, provenienti dalle miniere della vicina Repubblica Democratica del Congo.
Sempre le fonti del settore hanno riferito che il surplus improvviso di concentrato congolese avrebbe turbato la catena di fornitura per i primi sei mesi del 2017. Con 500.000 tonnellate di concentrato di fornitura di surplus, sicuramente il Congo cercherà di vendere il proprio prodotto in altre parti del mondo – forse in Cina o in India, spediti attraverso i porti del Sud Africa. Questo potrebbe tradursi in una contrazione dell’offerta a breve termine. Le fonderie dello Zambia hanno riferito che stanno facendo pressione sul governo per eliminare la nuova tassa.
Conclusioni
Per concludere, il rame è sicuramente una commodity da tenere sotto controllo. Anche se abbiamo visto movimenti deboli nelle attività come il calo dei prezzi, che hanno portato a un sentiment negativo generale verso gli investitori. Ci potrebbe sicuramente essere spazio per grandi movimenti nel 2017 in quanto gli investitori istituzionali cominceranno ad approfittare dei prezzi più bassi e della grande volatilità.