Abbiamo dovuto fare un lavoro davvero pesante a Marzo per studiare cosa potrebbe accadere alle prossime trimestrali che di fatto partiranno ufficialmente il 9 Aprile 2015 con Alcoa. I titoli che abbiamo in portafoglio hanno subito dei veri e propri contraccolpi, volatilità alle stelle insomma, ma tutto sommato sono salite anche se in un contesto di mercato molto mosso. ci aspettiamo che che questa continui anche nella prossima stagione degli utili.
Prima però voglio sottolineare che il 69% delle società di capitalizzazione maggiore in America avranno problemi nelle prossime trimestrali. Questo è dovuto al breve rialzo del petrolio in contrasto con un dollaro ancora molto forte. Per questo motivo abbiamo deciso di fare cambiamenti ai portafogli, portare a casa alti gain, come abbiamo sempre fatto, di multinazionali per concentrarci su aziende che sono incentrate nel business puramente in America.
Un raffreddato della crescita economica nel quarto trimestre al netto delle imposte hanno registrato il loro più grande calo dall'inizio del 2011, causa un forte dollaro che ha colpito i guadagni delle multinazionali. Il prodotto interno lordo si è espansa ad un tasso annuo del 2,2 per cento nell'ultimo trimestre secondo il Dipartimento del Commercio nella sua terza stima del PIL riveduta dalla previsione del mese scorso.
Le aziende strozzate dagli investimenti in attrezzature e la robusta spesa dei consumi ha limitato il rallentamento del ritmo di attività nel quarto trimestre. L'economia è cresciuta ad un tasso del 5 per cento nel terzo trimestre. Dopo le imposte, i profitti aziendali sono diminuiti di 57,1 miliardi dollari, il più grande calo dal primo trimestre 2011, dopo l'aumento di 52,4 miliardi dollari nel terzo trimestre. I profitti delle imprese al di fuori degli Stati Uniti sono diminuiti di 36,1 miliardi dollari dopo l'aumento di 16,5 miliardi dollari nel trimestre precedente.
Multinazionali come il gigante della tecnologia IBM, il produttore di semiconduttori Intel Corp, la conglomerata industriale Honeywell e Procter & Gamble, il più grande produttore al mondo di prodotti per la casa, hanno avvertito che il dollaro farà male ai profitti quest'anno.
Il dollaro ha guadagnato il 7,8 per cento rispetto alle valute dei principali partner commerciali degli Stati Uniti tra giugno e dicembre. Profitti deboli potrebbero minare la spesa delle imprese in materia di attrezzature e di assunzione. Per tutto il 2014, i profitti sono scesi dell'8,3 per cento, il più grande calo annuale dal 2008. Gli economisti interpellati da Reuters avevano previsto una crescita del PIL del quarto trimestre rivisto al 2,4 per cento.
Il rallentamento della crescita economica insieme con l'inflazione potrebbero ritardare il rialzo dei tassi di interesse fino alla fine di quest'anno. La banca centrale statunitense ha mantenuto il suo tasso a breve termine vicino allo zero dal dicembre 2008. Il ritmo moderato dell'espansione economica statunitense sembra aver persistito attraverso il primo trimestre.
Microsoft ha avvisato gli sviluppatori che a partire dal 13 aprile i prezzi delle app saranno rimodulati verso l'alto in base alle nuove nuove quotazioni del dollaro. L'effetto del dollaro forte inizia dunque a farsi sentirsi ed a farne le spese gli utenti di alcuni mercati che dovranno pagare qualcosina di più per comprare applicazioni all'interno del Windows Store o del Windows Phone Store. Secondo la missiva, i rincari possono arrivare e superare anche il 20% soprattutto in paesi come l'Inghilterra, la Russia, la Svezia, la Danimarca e la Romania, mentre i prezzi in dollari delle app non presenteranno rincari.
Allora dove investire ?
Con le temperature in aumento questo inverno, ci sono segni di una certa ripresa delle attività in vari settori dove il dollaro forte fornirà migliori guadagni per i produttori nazionali. Le stime di crescita del primo trimestre vanno da un tasso di 0,9 per cento all'1,4 per cento. Le aziende hanno accumulato 80 miliardi dollari nel quarto trimestre, inferiore agli 88,4 miliardi di dollari stimato il mese scorso. La risposta comunque rimane la spesa dei consumatori, che rappresenta più di due terzi dell'economica americana, in aumento ad un tasso del 4,4 per cento nel quarto trimestre, invece del 4,2 per cento del mese scorso. E' stato il passo più grande dal primo trimestre del 2006.
In aumento anche gli investimenti in proprietà commerciali sul mercato immobiliare del Vecchio continente. Secondo quanto emerge da un'analisi condotta da Real Capital Analytics, la liquidità arriva spesso e volentieri dagli Stati Uniti. Complici il rafforzamento del dollaro contro euro e la diminuzione dei prezzi degli uffici e dei magazzini in molti mercati europei, spesso più economici rispetto a quelli americani.
Grazie al dollaro forte, poi, a gennaio di quest'anno i cittadini statunitensi hanno aumentato del 9% il volume di acquisti in Italia con uno scontrino medio di 842 euro (+6% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente): gli americani privilegiano Milano (28% della spesa totale) ma mostrano di apprezzare molto anche Verona (+50% rispetto al 2013) e Venezia (+43%). Una tendenza che, in base alle previsioni degli addetti ai lavori, dovrebbe proseguire anche nei prossimi mesi qualora il cambio euro / dollaro dovesse stazionare intorno agli attuali livelli (1,09). Ma non mancano gli esperti che si schierano per un possibile ulteriore apprezzamento della divisa americana.