Il mercato ha iniziato a riconoscere meglio la solidità del caso AMD e la sua crescente competitività, complice anche la notizia degli aumenti di prezzo delle GPU principali. Era quindi naturale che sia gli analisti avessero già rivisto al rialzo le stime sui ricavi futuri dell’azienda.
Quando ho visto AMD guadagnare un ulteriore 30%, la mia prima reazione è stata istintiva: "magari il mercato sta esagerando". Eppure, dopo aver rifatto i miei conti, mi sono accorto che non solo il mercato non stava reagendo in eccesso, ma potrebbe addirittura essere in ritardo nel riconoscere il reale valore di ciò che AMD sta costruendo.
L’appoggio di OpenAI è un segnale fortissimo
Durante un’intervista a CNBC, OpenAI ha sottolineato alcuni motivi che hanno portato all’accordo con AMD, tra cui la notevole capacità di calcolo per l’inferenza. Ha anche specificato che Nvidia (NVDA) resterà comunque un partner importante.
Ciò che mi ha colpito è che non è stato del tutto chiaro perché OpenAI abbia scelto AMD per un accordo così grande, invece di continuare semplicemente a rafforzare la partnership con Nvidia. Ho riflettuto su questo, e ho sviluppato alcune ipotesi.
La prima, la più intuitiva, è la diversificazione. Nvidia resta il leader indiscusso nell’IA, ma AMD, con le nuove linee MI400 e MI450, sta emergendo come un competitor credibile, capace di offrire prodotti molto competitivi sia per prezzo che per potenza di calcolo. OpenAI ha bisogno di tutta la potenza computazionale possibile, e diversificare le proprie fonti è una mossa logica.
Così facendo, OpenAI riduce la dipendenza da Nvidia, stimola la concorrenza nel mercato delle GPU e bilancia i rapporti di forza, favorendo un ecosistema più equilibrato e innovativo.
C’è poi un secondo aspetto, più finanziario: OpenAI ha diritto fino a 160 milioni di azioni AMD tramite warrant, legati a obiettivi di prezzo (come il raggiungimento dei 600 dollari per azione) e traguardi operativi, come la consegna del primo gigawatt di capacità su un totale di sei.
In altre parole, OpenAI non si limita a comprare GPU da AMD: scommette direttamente sulla crescita del suo valore azionario.
Per AMD, questo accordo è una miniera d’oro: significa potenzialmente miliardi di dollari in nuovi ricavi e, soprattutto, il riconoscimento pubblico da parte di uno degli attori più importanti dell’intera rivoluzione dell’intelligenza artificiale.
Il lato oscuro della medaglia
Nonostante l’entusiasmo, non posso ignorare un rischio che da analista vedo sempre più spesso: la circolarità del denaro nell’ecosistema AI.
In molti casi, i soldi sembrano muoversi tra gli stessi grandi nomi, gonfiando le valutazioni più sulle promesse che sui flussi di cassa effettivi.
Pensiamo a Microsoft (MSFT) che investe in OpenAI e poi usa Azure per addestrarne i modelli, generando ricavi “interni”. O a Nvidia che investe in OpenAI, la quale a sua volta utilizza quei fondi per acquistare GPU Nvidia. È un circuito chiuso.
Questo tipo di dinamica può gonfiare le capitalizzazioni di mercato senza una crescita reale di cash flow. Finché la domanda per i prodotti derivati da questi investimenti (i modelli di AI) resta concreta e crescente, il ciclo rimane sostenibile.
Ma se gli investimenti infrastrutturali crescessero più rapidamente dei ricavi, potremmo assistere a una bolla fatta di valutazioni elevate e flussi di cassa deboli.
Non credo che ci siamo ancora, ma è un rischio da monitorare con attenzione.
Perché penso che il mercato stia sottovalutando AMD
Nonostante la mia cautela, credo che il mercato non stia ancora cogliendo appieno la portata economica dell’accordo con OpenAI. Parliamo di sei gigawatt di potenza computazionale, che equivalgono, in stime molto approssimative, a decine di miliardi di dollari di ricavi.
Facendo qualche conto: una GPU AMD può consumare circa 1.000 watt. Se i 6 GW verranno consegnati in sei anni, significa circa un milione di GPU all’anno. Con un prezzo medio stimato di 20.000 dollari per GPU, parliamo di 20 miliardi di ricavi annui tra il 2026 e il 2031.
Eppure, queste cifre non sembrano ancora riflesse nelle stime di mercato. Le proiezioni di consenso per il 2027 parlano di circa 50 miliardi di dollari di fatturato, ma rivedendo i miei modelli e adottando ipotesi più aggressive, una cifra tra i 50 e i 60 miliardi appare tutt’altro che irrealistica.
Anche dopo un +30% sul titolo, i multipli, corretti per la compensazione azionaria, si sono ridotti, lasciando spazio a ulteriori margini di rivalutazione.
L’accordo con OpenAI potrebbe liberare un valore enorme per AMD, che, nonostante la recente corsa, mantiene un potenziale di crescita notevole.
Tuttavia, non considero AMD un acquisto “ovvio” a questi livelli, bensì un buy prudente: le prospettive restano eccellenti, ma i rischi legati a esecuzione, concorrenza, diluizione e ritmo di crescita del mercato richiedono attenzione costante.
Personalmente, continuo a credere nel vantaggio competitivo di lungo periodo di AMD, ma con la consapevolezza che, in questo contesto di entusiasmo generalizzato per l’AI, la prudenza è la miglior forma di ottimismo.
