Devo dire che sono felice per chi, come me, ha ignorato il pessimismo che circolava a fine agosto e ha deciso di puntare con convinzione su Marvell Technology (MRVL). Da allora il titolo ha nettamente battuto il mercato, e onestamente non sono sorpreso.
Marvell opera in un settore in piena espansione, spinto da trend strutturali come l’intelligenza artificiale e nonostante i soliti commenti sulla “bolla dell’AI” che riempiono i giornali, la domanda reale continua a crescere.
Non fraintendetemi: non sono un fan cieco dei “guru dell’AI”, ma nemmeno credo che la bolla stia per scoppiare. Quando tutti i media si affrettano a dichiarare la fine di qualcosa, di solito è un segnale che quella storia è tutt’altro che finita.
Negli ultimi mesi, la febbre per l’AI è entrata in una nuova fase di espansione. NVIDIA e OpenAI sono tornate protagoniste, con Jensen Huang e Sam Altman sullo stesso palco per annunciare una lettera d’intenti da 100 miliardi di dollari per investimenti futuri.
E non è finita qui: OpenAI ha già avviato una partnership strategica con Broadcom, che ha spinto il titolo del gruppo di Hock Tan a nuovi massimi. Nel frattempo, Altman ha svelato un accordo con AMD e Lisa Su per un progetto da oltre 100 miliardi di dollari in infrastrutture AI: numeri che potrebbero rivoluzionare la traiettoria dei ricavi di AMD nei prossimi anni.
E Marvell, in tutto questo, che ruolo gioca?
Marvell non punta a dominare il mercato dei custom compute chip (XPU): il suo obiettivo di lungo periodo è raggiungere una quota attorno al 20%. È un target realistico, considerando che ogni progetto hyperscaler richiede tempi lunghi di sviluppo e validazione.
Le soluzioni su misura sono meno flessibili rispetto ai chip “merchant”, e il mercato teme che ciò possa aumentare i rischi di esecuzione nel piano AI di Marvell. Tuttavia, l’azienda sta lavorando bene per diversificare la propria base clienti, oggi ancora fortemente legata ad Amazon Web Services (AWS).
Avere AWS come principale cliente, però, non è affatto una debolezza: parliamo pur sempre del maggiore hyperscaler al mondo, e un piano quinquennale con un colosso del genere offre grande visibilità sui ricavi futuri.
Una visione chiara e crescita sostenibile
Apprezzo il fatto che il management di Marvell abbia rassicurato il mercato, dichiarando di non aspettarsi “vuoti di ricavi” nel 2026 e di puntare a una crescita del 18% anno su anno grazie ai contratti già in essere con gli hyperscaler.
Inoltre, le trattative in corso con Microsoft potrebbero aprire nuovi canali di crescita, considerando che Redmond sta accelerando per rendersi più autonoma nella produzione dei propri chip.
È chiaro che i grandi protagonisti, NVIDIA e AMD, continueranno a dominare la corsa ai chip AI “merchant”, mentre Broadcom si consolida nel segmento personalizzato. Ma Marvell può ancora giocare un ruolo di rilievo grazie alla sua forza nel networking ad alta velocità, un settore che diventerà sempre più cruciale con l’espansione dei cluster AI multi-gigawatt.
Oggi il 75% dei ricavi di Marvell proviene ancora da ottica e switch di rete, ma è proprio qui che vedo il suo potenziale nascosto. La costruzione di nuove infrastrutture AI richiederà connessioni ultra-veloci e sistemi sempre più scalabili: due aree in cui Marvell eccelle.
Per questo credo che la crescita futura dell’azienda sarà trainata non tanto dai chip custom, quanto dalle soluzioni di rete che li collegano un business dove i margini sono solidi e le barriere all’ingresso elevate.
Prospettive di crescita e valutazione
Le stime di utili per MRVL continuano a migliorare e si prevede che raggiungeranno nuovi massimi nei prossimi 12 mesi. Eppure, il titolo è ancora valutato a multipli inferiori rispetto ai picchi di inizio 2025.
Sì, allora il mercato aveva probabilmente esagerato con l’ottimismo, ma oggi mi sembra che la pendola sia oscillata troppo dall’altra parte: la prudenza si è trasformata in scetticismo eccessivo.
Con un multiplo EV/EBITDA a 22,5x, appena sopra la media storica di 20x, il titolo non appare affatto caro per un’azienda che opera in un mercato in espansione pluriennale come quello dell’infrastruttura AI, destinato a valere migliaia di miliardi entro la fine del decennio.
Personalmente ritengo che il mercato stia sottovalutando la capacità di Marvell di sfruttare a pieno la crescita dell’AI e di espandersi oltre AWS.
L’autorizzazione al buyback da 5 miliardi di dollari, unita all’ASR da 1 miliardo, è un segnale di fiducia molto forte da parte del management e, secondo me, anche del mercato.
Insomma, credo che un rivalutazione del titolo sia solo questione di tempo. L’attuale fase di forza potrebbe sembrare eccessiva, ma io preferisco mantenere la posizione e se ci saranno correzioni aggiungere ulteriormente.
In un settore in cui la competizione cresce e le opportunità si moltiplicano, Marvell resta per me uno dei nomi più interessanti da tenere in portafoglio.